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[Nonviolenza] Un incontro di lettura e commento dell'opera di Eve Ensler
- Subject: [Nonviolenza] Un incontro di lettura e commento dell'opera di Eve Ensler
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 14 Feb 2024 12:02:25 +0100
UN INCONTRO DI LETTURA E COMMENTO DELL'OPERA DI EVE ENSLER
La mattina di mercoledi' 14 febbraio 2024 in occasione della giornata di azione nonviolenta contro la violenza sulle donne "One Billion Rising 2024: Rise for Freedom!" si e' svolto presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo un incontro di lettura e commento di alcuni testi fondamentali di Eve Ensler, l'intellettuale, artista, drammaturga e militante femminista americana che ha dato inizio al movimento globale dell'"One Billion Rising".
*
Ricordiamo ancora una volta che l'"One Billion Rising" e' un movimento globale contro la violenza sulle donne, e che l'iniziativa che si realizza ogni anno in tutto il mondo il 14 febbraio e' una delle piu' importanti azioni nonviolente di profonda coscientizzazione e di concreta mobilitazione contro la violenza maschile che opprime e assassina innumerevoli donne e bambine, che nega l'umanita' dell'umanita' ed e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
Tutte le informazioni utili per partecipare al movimento e all'iniziativa "One Billion Rising" sono nel sito www.onebillionrising.org
Per contattare le coordinatrici italiane del movimento "One Billion Rising":
Nicoletta Billi, tel. 3332432777
Luisa Rizzitelli, tel. 3454767246
Margherita Santicchia, tel. 3280199958
e-mail: obritalia at gmail.com
*
Alleghiamo in calce le parole della canzone "Breack the Chain" la cui coreografia viene danzata ogni 14 febbraio in tutte le parti del mondo, ed alcuni testi poetici di Eve Ensler.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 14 febbraio 2024
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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Indice degli allegati:
- Break the chain (lyrics by Tena Clark, music by Tena Clark - Tim Heintz)
- Spezza la catena (traduzione di Maria G. Di Rienzo)
- Eve Ensler: La mia rivoluzione inizia nel corpo
- Eve Ensler: Preghiera degli uomini
- Eve Ensler: Fino a quando...
- Eve Ensler: L'Ufficio della schiavitu' sessuale
BREAK THE CHAIN (LIRYCS BY TENA CLARK, MUSIC BY TENA CLARK - TIM HEINTZ)
["Break the Chain", come tutti sanno, e' la canzone che viene ballata il 14 febbraio nel corso dell'evento "One Billion Rising"; il testo e' di Tena Clark, la musica di Tena Clark e Tim Heintz, la coreografia e' di Debbie Allen. Su YouTube sono naturalmente disponibili sia il video ufficiale della canzone sia i video per apprendere i passi della coreografia.
Tena Clark e' una celebre compositrice e produttrice musicale, cfr. il sito www.tenaclark.com
Tim Heintz e' artista, compositore, arrangiatore e produttore musicale, cfr. il sito www.timheintz.com
Debbie Allen e' una celebre attrice, coreografa, regista e produttrice]
I rise my arms to the sky
On my knees I pray
I'm not afraid anymore
I will walk through that door
Walk, dance, rise
Walk, dance, rise
I can see a world where we all live
Safe and free from all oppression
No more rape or incest, or abuse
Women are not a possession
You've never owned me, don't even know me
I'm not invisible, I'm simply wonderful
I feel my heart for the first time racing
I feel alive, I feel so amazing
I dance cause I love
Dance cause I dream
Dance cause I've had enough
Dance to stop the screams
Dance to break the rules
Dance to stop the pain
Dance to turn it upside down
Its time to break the chain, oh yeah
Break the Chain
Dance, rise
Dance, rise
In the middle of this madness, we will stand
I know there is a better world
Take your sisters & your brothers by the hand
Reach out to every woman & girl
This is my body, my body's holy
No more excuses, no more abuses
We are mothers, we are teachers,
We are beautiful, beautiful creatures
I dance cause I love
Dance cause I dream
Dance cause I've had enough
Dance to stop the screams
Dance to break the rules
Dance to stop the pain
Dance to turn it upside down
It's time to break the chain, oh yeah
Break the Chain, oh yeah
Break the Chain
Dance, rise
Dance, rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Dance, rise
Dance, rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
This is my body, my body's holy
No more excuses, no more abuses
We are mothers, we are teachers,
We are beautiful, beautiful creatures
I dance cause I love
Dance cause I dream
Dance cause I've had enough
Dance to stop the screams
Dance to break the rules
Dance to stop the pain
Dance to turn it upside down
Its time to break the chain, oh yeah
Break the Chain, oh yeah
Break the Chain
SPEZZA LA CATENA (TRADUZIONE DI MARIA G. DI RIENZO)
[Maria G. Di Rienzo e' una prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005; (a cura di), Voci dalla rete. Come le donne stanno cambiando il mondo, Forum, Udine 2011. Cfr. il suo blog lunanuvola.wordpress.com Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425]
Sollevo le braccia al cielo
Prego in ginocchio
Non ho piu' paura
Io attraversero' quella soglia
Cammina, danza, sollevati
Cammina, danza, sollevati
Posso vedere un mondo dove tutte viviamo
sicure e libere da ogni oppressione
Non piu' stupro, o incesto, o abuso
Le donne non sono proprieta'
Tu non mi hai mai posseduta, neppure sai chi sono
Io non sono invisibile, sono semplicemente meravigliosa
Sento il mio cuore prendere la corsa per la prima volta
Mi sento viva, mi sento straordinaria
Danzo perche' amo
Danzo perche' sogno
Danzo perche' non ne posso piu'
Danzo per arrestare le grida
Danzo per rompere le regole
Danzo per fermare il dolore
Danzo per rovesciare tutto sottosopra
E' ora di spezzare la catena, oh si'
Spezzare la catena
Danza, sollevati
Danza, sollevati
Nel mezzo di questa follia, noi ci ergeremo
Io so che c'e' un mondo migliore
Prendi per mano le tue sorelle e i tuoi fratelli
Cerca di raggiungere ogni donna e ogni bambina
Questo e' il mio corpo, il mio corpo e' sacro
Basta scuse, basta abusi
Noi siamo madri, noi siamo maestre,
Noi siamo bellissime, bellissime creature
Danzo perche' amo
Danzo perche' sogno
Danzo perche' non ne posso piu'
Danzo per arrestare le grida
Danzo per rompere le regole
Danzo per fermare il dolore
Danzo per rovesciare tutto sottosopra
E' ora di spezzare la catena, oh si'
Spezzare la catena
Danza, sollevati
Danza, sollevati
Sorella, non mi aiuterai? Sorella, non ti solleverai?
Sorella, non mi aiuterai? Sorella, non ti solleverai?
Sorella, non mi aiuterai? Sorella, non ti solleverai?
Sorella, non mi aiuterai? Sorella, non ti solleverai?
Danza, sollevati
Danza, sollevati
Questo e' il mio corpo, il mio corpo e' sacro
Basta scuse, basta abusi
Noi siamo madri, noi siamo maestre,
Noi siamo bellissime, bellissime creature
Danzo perche' amo
Danzo perche' sogno
Danzo perche' non ne posso piu'
Danzo per arrestare le grida
Danzo per rompere le regole
Danzo per fermare il dolore
Danzo per rovesciare tutto sottosopra
E' ora di spezzare la catena, oh si'
Spezzare la catena
Spezzare la catena
EVE ENSLER: LA MIA RIVOLUZIONE INIZIA NEL CORPO
[Eve Ensler, drammaturga, poetessa, sceneggiatrice e regista, docente universitaria, attivista per i diritti delle donne, fondatrice e direttrice artistica di "V-Day", movimento globale che combatte la violenza alle donne e alle bambine, vive a New York. Tra le opere di Eve Ensler: I monologhi della vagina, Marco Tropea Editore, Milano 2000; Il corpo giusto, Marco Tropea Editore, Milano 2005; Io sono emozione, Piemme, Casale Monferrato 2012; Nel corpo del mondo, Il Saggiatore, Milano 2015. Come e' noto I monologhi della vagina ha ricevuto nel 1997 il prestigioso Obie Award, ed e' stato portato in scena con grande successo a Broadway (con star come Susan Sarandon, Glenn Close, Melanie Griffith e Winona Ryder), a Londra (con Kate Winslet e Cate Blanchett) e in diverse altre citta' del mondo. "V-Day", il movimento internazionale contro la violenza su donne e bambine, di cui Eve Ensler e' fondatrice, dal 1999 ha finanziato piu' di 10.000 rifugi e programmi antiviolenza (per informazioni: www.vday.org). Su sua iniziativa il 14 febbraio 2013 in tutto il mondo si e' svolta la manifestazione "One Billion Rising" contro la violenza sulle donne (per informazioni: http://onebillionrising.org) che da allora si ripete ogni anno. Cfr. anche il sito di Eve Ensler: www.eveensler.org]
La mia rivoluzione inizia nel corpo
Non aspetta piu'
La mia rivoluzione non ha bisogno di approvazione o permesso
Avviene perche' deve avvenire in ogni quartiere, villaggio, citta' o cittadina
Nei raduni delle tribu', tra i compagni di studio, tra le donne al mercato, sull'autobus
Puo' essere graduale e morbida
Puo' essere spontanea e rumorosa
Potrebbe gia' stare avvenendo
La puoi trovare nel tuo armadio, nei tuoi cassetti, nel tuo stomaco, nelle tue gambe,
Nel moltiplicarsi delle tue cellule, nella nuda bocca di capezzoli turgidi e seni prorompenti
La mia rivoluzione cresce al ritmo del fremito insaziabile tra le mie gambe
La mia rivoluzione e' disposta a morire per questo
La mia rivoluzione e' pronta a vivere in grande
La mia rivoluzione sta rovesciando quello stato mentale chiamato patriarcato
La mia rivoluzione non avra' una coreografia anche se comincera' con alcuni passi familiari
La mia rivoluzione non e' violenta ma non ha paura di rischiare forti dimostrazioni di resistenza
Che potrebbero farla scivolare in qualcosa di nuovo
La mia rivoluzione e' in questo corpo
In questi fianchi atrofizzati dalla misoginia
In questa mandibola messa a tacere dalla fame e dall'atrocita'
La mia rivoluzione e'
Connessione non consumo
Passione non profitto
Orgasmo non proprieta'
La mia rivoluzione e' della terra e verra' da lei
Per lei, grazie a lei
Capisce che ogni volta che perforiamo o trivelliamo
O bruciamo o violiamo gli strati della sua sacralita'
Violiamo l'anima del nostro futuro
La mia rivoluzione non si vergogna di spingere il mio corpo giu'
Sul suo suolo fangoso davanti a Banani, Cipressi, Pini, Kalyaan, Querce, Castagni, Gelsi, Sequoie, Sicomori
Di chinarsi senza vergogna a uccelli giallo fosforescente e tramonti rosa e blu, a buganvillee viola da far scoppiare il cuore e mari verde acqua
La mia rivoluzione bacia volentieri i piedi di madri e infermiere e cameriere e donne delle pulizie e bambinaie
E guaritrici e tutte coloro che sono vita e danno vita
La mia rivoluzione e' in ginocchio
Sulle mie ginocchia davanti ad ogni cosa sacra
E a coloro che portano fardelli creati dall'impero dentro e sulle proprie teste e sulle proprie schiene e
Nei propri cuori
La mia rivoluzione richiede abbandono
Si aspetta l'originale
Si affida a piantagrane, anarchici, poeti, sciamani, veggenti, esploratori del sesso,
Prestigiatori, viaggiatori mistici, funamboli e coloro che vanno troppo lontano e sentono troppo,
La mia rivoluzione arriva inaspettatamente
Non e' ingenua ma crede nei miracoli
Non puo' essere classificata, definita, marchiata
O perfino collocata
Offre profezie non ricette
E' determinata da mistero e gioia estatica
Richiede ascolto
Non e' centralizzata anche se tutte sappiamo dove stiamo andando
Avviene gradualmente e tutta a un tratto
Avviene dove vivi e ovunque
Capisce che le divisioni sono diversioni
Richiede di stare seduti immobili e fissare a fondo i miei occhi
Andare avanti
EVE ENSLER: PREGHIERA DEGLI UOMINI
Possa io essere un uomo
La cui fiducia in se stesso venga dalla profondita' del mio dare,
Che capisca che la vulnerabilita' e' la mia forza piu' grande,
Che crei spazio invece di dominarlo,
Che apprezzi ascoltare piuttosto che conoscere,
Che cerchi la gentilezza oltre che il controllo,
Che pianga quando il dolore e' troppo,
Che rifiuti lo schiaffo, la pistola, il soffocamento, l'insulto, il pugno.
Possa non aver paura di perdermi,
Possa apprezzare il contatto piuttosto che la prestazione
E l'esperienza piu' che la realizzazione;
possa io muovermi lentamente, non bruscamente,
possa essere coraggioso abbastanza da condividere la mia paura e la mia vergogna
e incoraggiare altri uomini a fare lo stesso,
possa smettere di fingere e aprire le parti di me che a lungo sono state insensibili.
Possa io apprezzare, rispettare e amare mia madre.
Possa la risonanza di questo amore tradursi nell'amare le donne e gli esseri viventi.
EVE ENSLER: FINO A QUANDO...
Fino a quando ogni violazione non sara' denunciata
E ogni ferita condivisa
Fino a quando gli strati dei ricordi e dell'oppressione non saranno svelati e messi a nudo
Fino a quando la legge non sara' al servizio dei piu' poveri
E smettera' di proteggere i potenti
Fino a quando tutti non saranno giudicati con la stessa misura
Fino a quando le donne non si ribelleranno, nella consapevolezza del proprio valore e dei propri diritti
Davanti a tribunali, miniere, stazioni di polizia, uffici governativi, luoghi di lavoro,
Tribunali militari, ambasciate, luoghi di culto, case
Fino a quando non ci libereremo dalla vergogna, dal senso di colpa, dal dolore, dall'umiliazione e dalla rabbia
Fino a quando i governi non chiederanno perdono e faranno ammenda,
Insieme ai capi di stato, i mariti, i fidanzati, i padri, i fratelli, i preti, i mullah, i ministri, gli zii, i datori di lavoro, i dirigenti d'azienda
Fin quando ci rifiuteremo di accettare qualsiasi cosa che non includa tutti
Un miliardo di persone nel mondo continueranno a lottare per ottenere giustizia.
EVE ENSLER: L'UFFICIO DELLA SCHIAVITU' SESSUALE
A Yanar e alle mie sorelle in Iraq e in Siria
Penso al listino del mercato delle schiave sessuali dell'ISIS in cui donne e bambine sono prezzate come il bestiame. L'ISIS ha dovuto calmierare i prezzi per timore di un calo del mercato: 40 dollari per le donne tra i 40 e i 50 anni, 69 dollari per le trenta-quarantenni, 86 per le venti-trentenni fino a 172 per le bimbe da 1 a 9 anni. Le ultracinquantenni non compaiono neppure in lista, considerate prive di valore di mercato. Vengono gettate via come i cartoni di latte scaduti.
Ma non ci si limita ad abbandonarle in qualche fetida discarica.
Prima probabilmente vengono torturate, decapitate, stuprate, poi gettate su un cumulo di cadaveri in putrefazione.
Penso al corpicino in vendita di una bambina di un anno, a un soldato trentenne corpulento, affamato di guerra e di sesso che la compra, la incarta e se la porta a casa, come un televisore nuovo.
Cosa provera' o pensera' scartando quella carne bambina e stuprandola con un pene delle dimensioni del suo corpicino?
Penso che nel 2015 sono qui a leggere un manuale online sul modo corretto di praticare la schiavitu' sessuale, con tanto di istruzioni e regole puntigliose su come trattare la propria schiava, pubblicato da un'istituzione molto ben organizzata (l'Ufficio della schiavitu' sessuale) di un governo canaglia, incaricata senza alcun imbarazzo di regolamentare gli stupri, le percosse, l'acquisto e la riduzione in schiavitu' delle donne.
Cito qualche esempio tratto dal manuale: "E' permesso percuotere la schiava come forma di percosse disciplinari, ma è vietato ricorrere alle percosse massacranti, percosse allo scopo di ottenere gratificazione, oppure percosse come tortura. Inoltre e' proibito colpire al volto".
*
Mi chiedo come facciano i burocrati dell'ISIS a distinguere i pugni, i calci e lo strangolamento inflitti a scopi disciplinari dagli atti mirati alla gratificazione sessuale.
Ogniqualvolta una schiava verra' picchiata interverra' una squadra a verificare se c'e' erezione? E come faranno a stabilire cosa esattamente l'ha provocata? Certi uomini si eccitano soltanto nel momento in cui affermano il proprio potere. E se verra' stabilito che il soldato picchia, strangola e prende a calci la sua schiava per puro piacere, in che modo sara' punito? Lo costringeranno a restituire la schiava perdendo il deposito, a pagare una multa salata, o semplicemente dovra' pregare di piu'?
*
Penso alla facilita' con cui si considera l'ISIS una mostruosa aberrazione quando in realta' e' l'esito di una lunga serie ininterrotta di crimini e disordini.
Le atrocita' sessuali inflitte dall'ISIS si differenziano solo nella forma e nella prassi da quelle perpetrate da molti altri signori della guerra in altri conflitti. Sconvolgente e nuovo e' lo sfoggio sfrontato e impudente che si fa di questi crimini pubblicizzati su internet, lo sdoganamento commerciale di queste atrocita', le app in cui il sesso e' usato come mezzo di reclutamento. Le azioni e la rapida proliferazione dell'ISIS non nascono dal nulla, sono frutto di un'escalation legittimata da secoli di impunita' della violenza sessuale dilagante.
Mi vengono in mente le Comfort women, le prime schiave sessuali dell'era moderna, giovani donne asiatiche rapite nel fiore degli anni dall'esercito imperiale giapponese durante la seconda guerra mondiale e detenute nelle "stazioni di conforto", per soddisfare le esigenze sessuali dei sodati al servizio del loro paese.
Le donne subivano anche 70 stupri al giorno.
Quando, esauste, non riuscivano piu' a muoversi, venivano incatenate al letto e stuprate ancora come sacchi molli.
A queste donne la vergogna ha tappato la bocca per quarantacinque anni e per altri venticinque hanno marciato e atteso, vigili, sotto la pioggia, chiedendo giustizia.
Sono rimaste in poche ormai e non piu' tardi di un mese fa il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha perso l'ennesima occasione di fare ammenda.
Penso all'inerzia, al silenzio, alla paralisi che ha bloccato e impedito le indagini e l'incriminazione nei casi di abuso sessuale ai danni delle donne musulmane, croate e serbe stuprate nei campi dell'ex Yugoslavia, delle donne e delle bambine afroamericane stuprate nelle piantagioni del Sud, delle donne e delle bambine ebree stuprate nei campi di concentramento tedeschi, delle donne e delle bambine native americane stuprate nelle riserve degli Stati Uniti.
Ascolto le urla delle anime in pena delle donne e delle bambine violate in Bangladesh, Sri Lanka, Haiti, Guatemala, Filippine, Sudan, Cecenia, Nigeria, Colombia, Nepal e la lista si allunga.
*
Penso agli ultimi otto anni che ho trascorso nella Repubblica Democratica del Congo dove un'analoga conflagrazione di capitalismo rapace, secoli di colonialismo, guerra e violenza senza fine ha lasciato migliaia di donne e bambine prive di organi, salute mentale, famiglia o futuro. E penso che lo stupro ormai sia un'azione reiterata.
Penso che scrivo queste cose da vent'anni. Ho provato a farlo con i numeri e con distacco, con passione e suppliche, con disperazione esistenziale e anche adesso, scrivendo, mi chiedo se abbiamo creato un linguaggio adatto a questo secolo che sia piu' potente del pianto.
Penso che le istituzioni patriarcali non hanno saputo intervenire in maniera efficace e che le strutture come L'Onu amplificano il problema nel momento in cui le forze di pacekeeping che dovrebbero proteggere le donne e le bambine si macchiano a loro volta di stupri.
Penso all'operazione Shock and Awe (colpisci e terrorizza) e a come ha contribuito a scatenare questa, che potremmo definire Stupra e decapita. Quando noi cittadini, a milioni, in tutto il mondo, manifestavamo contro la guerra inutile e immorale in Iraq restando inascoltati, eravamo perfettamente consapevoli del dolore, dell'umiliazione e dell'oscurita' che avrebbero generato quei letali 3000 missili Tomahawk americani.
Penso al fondamentalismo religioso, a Dio padre, a quante donne sono state stuprate in suo nome, a quante massacrate e assassinate. Penso al concetto di stupro come preghiera e alla teologia dello stupro, alla religione dello stupro.
Penso che e' una delle maggiori religioni mondiali, in crescita con centinaia di conversioni al giorno, dato che un miliardo di donne nella sua vita subira' percosse o uno stupro (dati Onu).
Penso alla velocita' folle a cui si moltiplicano nuovi e grotteschi metodi per mercificare e profanare i corpi delle donne in un sistema in cui cio' che piu' e' vivo, sia esso la terra o le donne, deve essere ridotto a oggetto e annichilito per aumentare i consumi, la crescita e l'amnesia.
Penso alle migliaia di giovani occidentali, uomini e donne, tra i 15 e i 20 anni, che si sono arruolati nell'ISIS.
In cerca di cosa, in fuga da cosa? Poverta', alienazione, islamofobia, desiderio di avere un senso e un obiettivo?
Penso a quello che mi ha detto mia sorella, attivista, in una conversazione su Skype da Baghdad questa settimana: "L'Isis e' un virus e l'unica cosa da fare con i virus e' sterminarli". Mi chiedo come si stermina una mentalita', come si bombarda un paradigma, come si fanno saltare la misoginia, il capitalismo, l'imperialismo e il fondamentalismo religioso.
Penso, o forse non riesco a pensare, prigioniera come sono della confusione mentale imperante in questo secolo. Sono consapevole da un lato che l'unico modo per andare avanti e' riscrivere da zero la storia attuale, procedere a un esame collettivo approfondito e ponderato delle cause che stanno alla base delle varie violenze in tutte le loro componenti economiche, psicologiche, razziali, patriarcali, che richiedono tempo e contemporaneamente so che, in questo preciso istante, tremila donne yazide subiscono percosse, stupri e torture.
Penso alle donne, alle migliaia di donne che in tutto il mondo hanno operato senza pausa per anni e anni, esaurendo ogni fibra del loro essere per denunciare lo stupro, per porre fine a questa patologia di violenza e odio nei nostri confronti , e la razionalita', la pazienza, l'empatia, la mole della ricerca, le cifre che mostriamo, le sopravvissute che curiamo, le storie che ascoltiamo, le figlie che seppelliamo, il cancro di cui ci ammaliamo non contano, la guerra contro di noi infuria ogni giorno piu' metodica, piu' sfacciata, brutale, psicotica.
Penso che L'ISIS come l'aumento del livello dei mari, lo scioglimento dei ghiacciai, le temperature assassine sia forse il segnale che per le donne si approssima lo scontro finale.
*
E' giunta l'ora in cui secoli eterni di rabbia femminile si fondano in un'impetuosa forza vulcanica, scatenando la furia globale della vagina delle divinita' femminili Kali, Oya, Pele, Mama Wati, Hera, Durga, Inanna e Ixchel, lasciando che sia la nostra ira a guidarci.
Penso alla cantante folk Yazida Xate Zhangali che dopo aver visto le teste delle sue sorelle penzolare dai pali nella piazza del suo villaggio ha chiesto al governo curdo di armare e addestrare le donne e alle Sun Girls, la milizia femminile da lei creata, che combatte l'ISIS sulle montagne del Sinjar.
E in questo momento, dopo anni di attivismo contro la violenza, sogno che migliaia di casse di ak47 cadano dal cielo sui villaggi, i centri, le fattorie e le terre delle donne, questi guerrieri con il seno che insorgono combattendo per la vita.
Sono arrivata cosi' a pensare all'amore, a come il fallimento di questo secolo sia un fallimento dell'amore.
Cosa siamo chiamati a fare, di che cosa siamo fatti tutti noi che siamo in vita su questo pianeta oggi.
*
Che tipo di amore serve, quanto deve essere profondo, intenso e bruciante.
Non un amore ingenuo sentimentale neoliberale, ma un amore ossessivamente altruista.
Un amore che sconfigga i sistemi basati sullo sfruttamento di molti a vantaggio di pochi.
Un amore che trasformi il nostro disgusto passivo di fronte ai crimini contro le donne e l'umanita' in una resistenza collettiva inarrestabile.
Un amore che veneri il mistero e dissolva la gerarchia.
Un amore che trovi valore nella connessione e non nella competizione tra noi.
Un amore che ci faccia aprire le braccia ai profughi in fuga invece di costruire muri per tenerli fuori, bersagliarli con i lacrimogeni o rimuovere i loro colpi enfiati dalle nostre spiagge.
Un amore che bruci di fiamma viva tanto da pervadere il nostro torpore, squagliare i nostri muri, accendere la nostra immaginazione e motivarci a uscire infine, liberi, da questa storia di morte. Un amore che ci dia la scossa, spingendoci a dare la nostra vita per la vita, se necessario.
Chi saranno i coraggiosi, furibondi, visionari autori del nostro manuale di amore rivoluzionario?
Eve Ensler
Parigi, settembre 2015
* * *
La mattina di mercoledi' 14 febbraio 2024 in occasione della giornata di azione nonviolenta contro la violenza sulle donne "One Billion Rising 2024: Rise for Freedom!" si e' svolto presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo un incontro di lettura e commento di alcuni testi fondamentali di Eve Ensler, l'intellettuale, artista, drammaturga e militante femminista americana che ha dato inizio al movimento globale dell'"One Billion Rising".
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Ricordiamo ancora una volta che l'"One Billion Rising" e' un movimento globale contro la violenza sulle donne, e che l'iniziativa che si realizza ogni anno in tutto il mondo il 14 febbraio e' una delle piu' importanti azioni nonviolente di profonda coscientizzazione e di concreta mobilitazione contro la violenza maschile che opprime e assassina innumerevoli donne e bambine, che nega l'umanita' dell'umanita' ed e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
Tutte le informazioni utili per partecipare al movimento e all'iniziativa "One Billion Rising" sono nel sito www.onebillionrising.org
Per contattare le coordinatrici italiane del movimento "One Billion Rising":
Nicoletta Billi, tel. 3332432777
Luisa Rizzitelli, tel. 3454767246
Margherita Santicchia, tel. 3280199958
e-mail: obritalia at gmail.com
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Alleghiamo in calce le parole della canzone "Breack the Chain" la cui coreografia viene danzata ogni 14 febbraio in tutte le parti del mondo, ed alcuni testi poetici di Eve Ensler.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 14 febbraio 2024
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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Indice degli allegati:
- Break the chain (lyrics by Tena Clark, music by Tena Clark - Tim Heintz)
- Spezza la catena (traduzione di Maria G. Di Rienzo)
- Eve Ensler: La mia rivoluzione inizia nel corpo
- Eve Ensler: Preghiera degli uomini
- Eve Ensler: Fino a quando...
- Eve Ensler: L'Ufficio della schiavitu' sessuale
BREAK THE CHAIN (LIRYCS BY TENA CLARK, MUSIC BY TENA CLARK - TIM HEINTZ)
["Break the Chain", come tutti sanno, e' la canzone che viene ballata il 14 febbraio nel corso dell'evento "One Billion Rising"; il testo e' di Tena Clark, la musica di Tena Clark e Tim Heintz, la coreografia e' di Debbie Allen. Su YouTube sono naturalmente disponibili sia il video ufficiale della canzone sia i video per apprendere i passi della coreografia.
Tena Clark e' una celebre compositrice e produttrice musicale, cfr. il sito www.tenaclark.com
Tim Heintz e' artista, compositore, arrangiatore e produttore musicale, cfr. il sito www.timheintz.com
Debbie Allen e' una celebre attrice, coreografa, regista e produttrice]
I rise my arms to the sky
On my knees I pray
I'm not afraid anymore
I will walk through that door
Walk, dance, rise
Walk, dance, rise
I can see a world where we all live
Safe and free from all oppression
No more rape or incest, or abuse
Women are not a possession
You've never owned me, don't even know me
I'm not invisible, I'm simply wonderful
I feel my heart for the first time racing
I feel alive, I feel so amazing
I dance cause I love
Dance cause I dream
Dance cause I've had enough
Dance to stop the screams
Dance to break the rules
Dance to stop the pain
Dance to turn it upside down
Its time to break the chain, oh yeah
Break the Chain
Dance, rise
Dance, rise
In the middle of this madness, we will stand
I know there is a better world
Take your sisters & your brothers by the hand
Reach out to every woman & girl
This is my body, my body's holy
No more excuses, no more abuses
We are mothers, we are teachers,
We are beautiful, beautiful creatures
I dance cause I love
Dance cause I dream
Dance cause I've had enough
Dance to stop the screams
Dance to break the rules
Dance to stop the pain
Dance to turn it upside down
It's time to break the chain, oh yeah
Break the Chain, oh yeah
Break the Chain
Dance, rise
Dance, rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Dance, rise
Dance, rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
Sister won't you help me, sister won't you rise
This is my body, my body's holy
No more excuses, no more abuses
We are mothers, we are teachers,
We are beautiful, beautiful creatures
I dance cause I love
Dance cause I dream
Dance cause I've had enough
Dance to stop the screams
Dance to break the rules
Dance to stop the pain
Dance to turn it upside down
Its time to break the chain, oh yeah
Break the Chain, oh yeah
Break the Chain
SPEZZA LA CATENA (TRADUZIONE DI MARIA G. DI RIENZO)
[Maria G. Di Rienzo e' una prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005; (a cura di), Voci dalla rete. Come le donne stanno cambiando il mondo, Forum, Udine 2011. Cfr. il suo blog lunanuvola.wordpress.com Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425]
Sollevo le braccia al cielo
Prego in ginocchio
Non ho piu' paura
Io attraversero' quella soglia
Cammina, danza, sollevati
Cammina, danza, sollevati
Posso vedere un mondo dove tutte viviamo
sicure e libere da ogni oppressione
Non piu' stupro, o incesto, o abuso
Le donne non sono proprieta'
Tu non mi hai mai posseduta, neppure sai chi sono
Io non sono invisibile, sono semplicemente meravigliosa
Sento il mio cuore prendere la corsa per la prima volta
Mi sento viva, mi sento straordinaria
Danzo perche' amo
Danzo perche' sogno
Danzo perche' non ne posso piu'
Danzo per arrestare le grida
Danzo per rompere le regole
Danzo per fermare il dolore
Danzo per rovesciare tutto sottosopra
E' ora di spezzare la catena, oh si'
Spezzare la catena
Danza, sollevati
Danza, sollevati
Nel mezzo di questa follia, noi ci ergeremo
Io so che c'e' un mondo migliore
Prendi per mano le tue sorelle e i tuoi fratelli
Cerca di raggiungere ogni donna e ogni bambina
Questo e' il mio corpo, il mio corpo e' sacro
Basta scuse, basta abusi
Noi siamo madri, noi siamo maestre,
Noi siamo bellissime, bellissime creature
Danzo perche' amo
Danzo perche' sogno
Danzo perche' non ne posso piu'
Danzo per arrestare le grida
Danzo per rompere le regole
Danzo per fermare il dolore
Danzo per rovesciare tutto sottosopra
E' ora di spezzare la catena, oh si'
Spezzare la catena
Danza, sollevati
Danza, sollevati
Sorella, non mi aiuterai? Sorella, non ti solleverai?
Sorella, non mi aiuterai? Sorella, non ti solleverai?
Sorella, non mi aiuterai? Sorella, non ti solleverai?
Sorella, non mi aiuterai? Sorella, non ti solleverai?
Danza, sollevati
Danza, sollevati
Questo e' il mio corpo, il mio corpo e' sacro
Basta scuse, basta abusi
Noi siamo madri, noi siamo maestre,
Noi siamo bellissime, bellissime creature
Danzo perche' amo
Danzo perche' sogno
Danzo perche' non ne posso piu'
Danzo per arrestare le grida
Danzo per rompere le regole
Danzo per fermare il dolore
Danzo per rovesciare tutto sottosopra
E' ora di spezzare la catena, oh si'
Spezzare la catena
Spezzare la catena
EVE ENSLER: LA MIA RIVOLUZIONE INIZIA NEL CORPO
[Eve Ensler, drammaturga, poetessa, sceneggiatrice e regista, docente universitaria, attivista per i diritti delle donne, fondatrice e direttrice artistica di "V-Day", movimento globale che combatte la violenza alle donne e alle bambine, vive a New York. Tra le opere di Eve Ensler: I monologhi della vagina, Marco Tropea Editore, Milano 2000; Il corpo giusto, Marco Tropea Editore, Milano 2005; Io sono emozione, Piemme, Casale Monferrato 2012; Nel corpo del mondo, Il Saggiatore, Milano 2015. Come e' noto I monologhi della vagina ha ricevuto nel 1997 il prestigioso Obie Award, ed e' stato portato in scena con grande successo a Broadway (con star come Susan Sarandon, Glenn Close, Melanie Griffith e Winona Ryder), a Londra (con Kate Winslet e Cate Blanchett) e in diverse altre citta' del mondo. "V-Day", il movimento internazionale contro la violenza su donne e bambine, di cui Eve Ensler e' fondatrice, dal 1999 ha finanziato piu' di 10.000 rifugi e programmi antiviolenza (per informazioni: www.vday.org). Su sua iniziativa il 14 febbraio 2013 in tutto il mondo si e' svolta la manifestazione "One Billion Rising" contro la violenza sulle donne (per informazioni: http://onebillionrising.org) che da allora si ripete ogni anno. Cfr. anche il sito di Eve Ensler: www.eveensler.org]
La mia rivoluzione inizia nel corpo
Non aspetta piu'
La mia rivoluzione non ha bisogno di approvazione o permesso
Avviene perche' deve avvenire in ogni quartiere, villaggio, citta' o cittadina
Nei raduni delle tribu', tra i compagni di studio, tra le donne al mercato, sull'autobus
Puo' essere graduale e morbida
Puo' essere spontanea e rumorosa
Potrebbe gia' stare avvenendo
La puoi trovare nel tuo armadio, nei tuoi cassetti, nel tuo stomaco, nelle tue gambe,
Nel moltiplicarsi delle tue cellule, nella nuda bocca di capezzoli turgidi e seni prorompenti
La mia rivoluzione cresce al ritmo del fremito insaziabile tra le mie gambe
La mia rivoluzione e' disposta a morire per questo
La mia rivoluzione e' pronta a vivere in grande
La mia rivoluzione sta rovesciando quello stato mentale chiamato patriarcato
La mia rivoluzione non avra' una coreografia anche se comincera' con alcuni passi familiari
La mia rivoluzione non e' violenta ma non ha paura di rischiare forti dimostrazioni di resistenza
Che potrebbero farla scivolare in qualcosa di nuovo
La mia rivoluzione e' in questo corpo
In questi fianchi atrofizzati dalla misoginia
In questa mandibola messa a tacere dalla fame e dall'atrocita'
La mia rivoluzione e'
Connessione non consumo
Passione non profitto
Orgasmo non proprieta'
La mia rivoluzione e' della terra e verra' da lei
Per lei, grazie a lei
Capisce che ogni volta che perforiamo o trivelliamo
O bruciamo o violiamo gli strati della sua sacralita'
Violiamo l'anima del nostro futuro
La mia rivoluzione non si vergogna di spingere il mio corpo giu'
Sul suo suolo fangoso davanti a Banani, Cipressi, Pini, Kalyaan, Querce, Castagni, Gelsi, Sequoie, Sicomori
Di chinarsi senza vergogna a uccelli giallo fosforescente e tramonti rosa e blu, a buganvillee viola da far scoppiare il cuore e mari verde acqua
La mia rivoluzione bacia volentieri i piedi di madri e infermiere e cameriere e donne delle pulizie e bambinaie
E guaritrici e tutte coloro che sono vita e danno vita
La mia rivoluzione e' in ginocchio
Sulle mie ginocchia davanti ad ogni cosa sacra
E a coloro che portano fardelli creati dall'impero dentro e sulle proprie teste e sulle proprie schiene e
Nei propri cuori
La mia rivoluzione richiede abbandono
Si aspetta l'originale
Si affida a piantagrane, anarchici, poeti, sciamani, veggenti, esploratori del sesso,
Prestigiatori, viaggiatori mistici, funamboli e coloro che vanno troppo lontano e sentono troppo,
La mia rivoluzione arriva inaspettatamente
Non e' ingenua ma crede nei miracoli
Non puo' essere classificata, definita, marchiata
O perfino collocata
Offre profezie non ricette
E' determinata da mistero e gioia estatica
Richiede ascolto
Non e' centralizzata anche se tutte sappiamo dove stiamo andando
Avviene gradualmente e tutta a un tratto
Avviene dove vivi e ovunque
Capisce che le divisioni sono diversioni
Richiede di stare seduti immobili e fissare a fondo i miei occhi
Andare avanti
EVE ENSLER: PREGHIERA DEGLI UOMINI
Possa io essere un uomo
La cui fiducia in se stesso venga dalla profondita' del mio dare,
Che capisca che la vulnerabilita' e' la mia forza piu' grande,
Che crei spazio invece di dominarlo,
Che apprezzi ascoltare piuttosto che conoscere,
Che cerchi la gentilezza oltre che il controllo,
Che pianga quando il dolore e' troppo,
Che rifiuti lo schiaffo, la pistola, il soffocamento, l'insulto, il pugno.
Possa non aver paura di perdermi,
Possa apprezzare il contatto piuttosto che la prestazione
E l'esperienza piu' che la realizzazione;
possa io muovermi lentamente, non bruscamente,
possa essere coraggioso abbastanza da condividere la mia paura e la mia vergogna
e incoraggiare altri uomini a fare lo stesso,
possa smettere di fingere e aprire le parti di me che a lungo sono state insensibili.
Possa io apprezzare, rispettare e amare mia madre.
Possa la risonanza di questo amore tradursi nell'amare le donne e gli esseri viventi.
EVE ENSLER: FINO A QUANDO...
Fino a quando ogni violazione non sara' denunciata
E ogni ferita condivisa
Fino a quando gli strati dei ricordi e dell'oppressione non saranno svelati e messi a nudo
Fino a quando la legge non sara' al servizio dei piu' poveri
E smettera' di proteggere i potenti
Fino a quando tutti non saranno giudicati con la stessa misura
Fino a quando le donne non si ribelleranno, nella consapevolezza del proprio valore e dei propri diritti
Davanti a tribunali, miniere, stazioni di polizia, uffici governativi, luoghi di lavoro,
Tribunali militari, ambasciate, luoghi di culto, case
Fino a quando non ci libereremo dalla vergogna, dal senso di colpa, dal dolore, dall'umiliazione e dalla rabbia
Fino a quando i governi non chiederanno perdono e faranno ammenda,
Insieme ai capi di stato, i mariti, i fidanzati, i padri, i fratelli, i preti, i mullah, i ministri, gli zii, i datori di lavoro, i dirigenti d'azienda
Fin quando ci rifiuteremo di accettare qualsiasi cosa che non includa tutti
Un miliardo di persone nel mondo continueranno a lottare per ottenere giustizia.
EVE ENSLER: L'UFFICIO DELLA SCHIAVITU' SESSUALE
A Yanar e alle mie sorelle in Iraq e in Siria
Penso al listino del mercato delle schiave sessuali dell'ISIS in cui donne e bambine sono prezzate come il bestiame. L'ISIS ha dovuto calmierare i prezzi per timore di un calo del mercato: 40 dollari per le donne tra i 40 e i 50 anni, 69 dollari per le trenta-quarantenni, 86 per le venti-trentenni fino a 172 per le bimbe da 1 a 9 anni. Le ultracinquantenni non compaiono neppure in lista, considerate prive di valore di mercato. Vengono gettate via come i cartoni di latte scaduti.
Ma non ci si limita ad abbandonarle in qualche fetida discarica.
Prima probabilmente vengono torturate, decapitate, stuprate, poi gettate su un cumulo di cadaveri in putrefazione.
Penso al corpicino in vendita di una bambina di un anno, a un soldato trentenne corpulento, affamato di guerra e di sesso che la compra, la incarta e se la porta a casa, come un televisore nuovo.
Cosa provera' o pensera' scartando quella carne bambina e stuprandola con un pene delle dimensioni del suo corpicino?
Penso che nel 2015 sono qui a leggere un manuale online sul modo corretto di praticare la schiavitu' sessuale, con tanto di istruzioni e regole puntigliose su come trattare la propria schiava, pubblicato da un'istituzione molto ben organizzata (l'Ufficio della schiavitu' sessuale) di un governo canaglia, incaricata senza alcun imbarazzo di regolamentare gli stupri, le percosse, l'acquisto e la riduzione in schiavitu' delle donne.
Cito qualche esempio tratto dal manuale: "E' permesso percuotere la schiava come forma di percosse disciplinari, ma è vietato ricorrere alle percosse massacranti, percosse allo scopo di ottenere gratificazione, oppure percosse come tortura. Inoltre e' proibito colpire al volto".
*
Mi chiedo come facciano i burocrati dell'ISIS a distinguere i pugni, i calci e lo strangolamento inflitti a scopi disciplinari dagli atti mirati alla gratificazione sessuale.
Ogniqualvolta una schiava verra' picchiata interverra' una squadra a verificare se c'e' erezione? E come faranno a stabilire cosa esattamente l'ha provocata? Certi uomini si eccitano soltanto nel momento in cui affermano il proprio potere. E se verra' stabilito che il soldato picchia, strangola e prende a calci la sua schiava per puro piacere, in che modo sara' punito? Lo costringeranno a restituire la schiava perdendo il deposito, a pagare una multa salata, o semplicemente dovra' pregare di piu'?
*
Penso alla facilita' con cui si considera l'ISIS una mostruosa aberrazione quando in realta' e' l'esito di una lunga serie ininterrotta di crimini e disordini.
Le atrocita' sessuali inflitte dall'ISIS si differenziano solo nella forma e nella prassi da quelle perpetrate da molti altri signori della guerra in altri conflitti. Sconvolgente e nuovo e' lo sfoggio sfrontato e impudente che si fa di questi crimini pubblicizzati su internet, lo sdoganamento commerciale di queste atrocita', le app in cui il sesso e' usato come mezzo di reclutamento. Le azioni e la rapida proliferazione dell'ISIS non nascono dal nulla, sono frutto di un'escalation legittimata da secoli di impunita' della violenza sessuale dilagante.
Mi vengono in mente le Comfort women, le prime schiave sessuali dell'era moderna, giovani donne asiatiche rapite nel fiore degli anni dall'esercito imperiale giapponese durante la seconda guerra mondiale e detenute nelle "stazioni di conforto", per soddisfare le esigenze sessuali dei sodati al servizio del loro paese.
Le donne subivano anche 70 stupri al giorno.
Quando, esauste, non riuscivano piu' a muoversi, venivano incatenate al letto e stuprate ancora come sacchi molli.
A queste donne la vergogna ha tappato la bocca per quarantacinque anni e per altri venticinque hanno marciato e atteso, vigili, sotto la pioggia, chiedendo giustizia.
Sono rimaste in poche ormai e non piu' tardi di un mese fa il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha perso l'ennesima occasione di fare ammenda.
Penso all'inerzia, al silenzio, alla paralisi che ha bloccato e impedito le indagini e l'incriminazione nei casi di abuso sessuale ai danni delle donne musulmane, croate e serbe stuprate nei campi dell'ex Yugoslavia, delle donne e delle bambine afroamericane stuprate nelle piantagioni del Sud, delle donne e delle bambine ebree stuprate nei campi di concentramento tedeschi, delle donne e delle bambine native americane stuprate nelle riserve degli Stati Uniti.
Ascolto le urla delle anime in pena delle donne e delle bambine violate in Bangladesh, Sri Lanka, Haiti, Guatemala, Filippine, Sudan, Cecenia, Nigeria, Colombia, Nepal e la lista si allunga.
*
Penso agli ultimi otto anni che ho trascorso nella Repubblica Democratica del Congo dove un'analoga conflagrazione di capitalismo rapace, secoli di colonialismo, guerra e violenza senza fine ha lasciato migliaia di donne e bambine prive di organi, salute mentale, famiglia o futuro. E penso che lo stupro ormai sia un'azione reiterata.
Penso che scrivo queste cose da vent'anni. Ho provato a farlo con i numeri e con distacco, con passione e suppliche, con disperazione esistenziale e anche adesso, scrivendo, mi chiedo se abbiamo creato un linguaggio adatto a questo secolo che sia piu' potente del pianto.
Penso che le istituzioni patriarcali non hanno saputo intervenire in maniera efficace e che le strutture come L'Onu amplificano il problema nel momento in cui le forze di pacekeeping che dovrebbero proteggere le donne e le bambine si macchiano a loro volta di stupri.
Penso all'operazione Shock and Awe (colpisci e terrorizza) e a come ha contribuito a scatenare questa, che potremmo definire Stupra e decapita. Quando noi cittadini, a milioni, in tutto il mondo, manifestavamo contro la guerra inutile e immorale in Iraq restando inascoltati, eravamo perfettamente consapevoli del dolore, dell'umiliazione e dell'oscurita' che avrebbero generato quei letali 3000 missili Tomahawk americani.
Penso al fondamentalismo religioso, a Dio padre, a quante donne sono state stuprate in suo nome, a quante massacrate e assassinate. Penso al concetto di stupro come preghiera e alla teologia dello stupro, alla religione dello stupro.
Penso che e' una delle maggiori religioni mondiali, in crescita con centinaia di conversioni al giorno, dato che un miliardo di donne nella sua vita subira' percosse o uno stupro (dati Onu).
Penso alla velocita' folle a cui si moltiplicano nuovi e grotteschi metodi per mercificare e profanare i corpi delle donne in un sistema in cui cio' che piu' e' vivo, sia esso la terra o le donne, deve essere ridotto a oggetto e annichilito per aumentare i consumi, la crescita e l'amnesia.
Penso alle migliaia di giovani occidentali, uomini e donne, tra i 15 e i 20 anni, che si sono arruolati nell'ISIS.
In cerca di cosa, in fuga da cosa? Poverta', alienazione, islamofobia, desiderio di avere un senso e un obiettivo?
Penso a quello che mi ha detto mia sorella, attivista, in una conversazione su Skype da Baghdad questa settimana: "L'Isis e' un virus e l'unica cosa da fare con i virus e' sterminarli". Mi chiedo come si stermina una mentalita', come si bombarda un paradigma, come si fanno saltare la misoginia, il capitalismo, l'imperialismo e il fondamentalismo religioso.
Penso, o forse non riesco a pensare, prigioniera come sono della confusione mentale imperante in questo secolo. Sono consapevole da un lato che l'unico modo per andare avanti e' riscrivere da zero la storia attuale, procedere a un esame collettivo approfondito e ponderato delle cause che stanno alla base delle varie violenze in tutte le loro componenti economiche, psicologiche, razziali, patriarcali, che richiedono tempo e contemporaneamente so che, in questo preciso istante, tremila donne yazide subiscono percosse, stupri e torture.
Penso alle donne, alle migliaia di donne che in tutto il mondo hanno operato senza pausa per anni e anni, esaurendo ogni fibra del loro essere per denunciare lo stupro, per porre fine a questa patologia di violenza e odio nei nostri confronti , e la razionalita', la pazienza, l'empatia, la mole della ricerca, le cifre che mostriamo, le sopravvissute che curiamo, le storie che ascoltiamo, le figlie che seppelliamo, il cancro di cui ci ammaliamo non contano, la guerra contro di noi infuria ogni giorno piu' metodica, piu' sfacciata, brutale, psicotica.
Penso che L'ISIS come l'aumento del livello dei mari, lo scioglimento dei ghiacciai, le temperature assassine sia forse il segnale che per le donne si approssima lo scontro finale.
*
E' giunta l'ora in cui secoli eterni di rabbia femminile si fondano in un'impetuosa forza vulcanica, scatenando la furia globale della vagina delle divinita' femminili Kali, Oya, Pele, Mama Wati, Hera, Durga, Inanna e Ixchel, lasciando che sia la nostra ira a guidarci.
Penso alla cantante folk Yazida Xate Zhangali che dopo aver visto le teste delle sue sorelle penzolare dai pali nella piazza del suo villaggio ha chiesto al governo curdo di armare e addestrare le donne e alle Sun Girls, la milizia femminile da lei creata, che combatte l'ISIS sulle montagne del Sinjar.
E in questo momento, dopo anni di attivismo contro la violenza, sogno che migliaia di casse di ak47 cadano dal cielo sui villaggi, i centri, le fattorie e le terre delle donne, questi guerrieri con il seno che insorgono combattendo per la vita.
Sono arrivata cosi' a pensare all'amore, a come il fallimento di questo secolo sia un fallimento dell'amore.
Cosa siamo chiamati a fare, di che cosa siamo fatti tutti noi che siamo in vita su questo pianeta oggi.
*
Che tipo di amore serve, quanto deve essere profondo, intenso e bruciante.
Non un amore ingenuo sentimentale neoliberale, ma un amore ossessivamente altruista.
Un amore che sconfigga i sistemi basati sullo sfruttamento di molti a vantaggio di pochi.
Un amore che trasformi il nostro disgusto passivo di fronte ai crimini contro le donne e l'umanita' in una resistenza collettiva inarrestabile.
Un amore che veneri il mistero e dissolva la gerarchia.
Un amore che trovi valore nella connessione e non nella competizione tra noi.
Un amore che ci faccia aprire le braccia ai profughi in fuga invece di costruire muri per tenerli fuori, bersagliarli con i lacrimogeni o rimuovere i loro colpi enfiati dalle nostre spiagge.
Un amore che bruci di fiamma viva tanto da pervadere il nostro torpore, squagliare i nostri muri, accendere la nostra immaginazione e motivarci a uscire infine, liberi, da questa storia di morte. Un amore che ci dia la scossa, spingendoci a dare la nostra vita per la vita, se necessario.
Chi saranno i coraggiosi, furibondi, visionari autori del nostro manuale di amore rivoluzionario?
Eve Ensler
Parigi, settembre 2015
* * *
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