[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 372



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 372 del 7 gennaio 2024

In questo numero:
1. David Kunzle
2. Enrico Peyretti: E' morto Rodolfo Venditti
3. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
4. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
5. Alcuni riferimenti utili
6. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
7. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
8. Ripetiamo ancora una volta...
9. Dichiarazione del Presidente della Repubblica nel quarantesimo anniversario dell'assassinio di Giuseppe Fava
10. Enrico Peyretti: Mondo amato, non condannato
11. Raniero La Valle: Due (o piu') catastrofi e una rivelazione
12. Pasquale Pugliese: Ciascuno puo' fare qualcosa. Un'agenda di pace per l'anno che si apre
13. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
14. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
15. Omero Dellistorti: Dipendesse da me
16. Omero Dellistorti: Concludiamo
17. Omero Dellistorti: Una storia di quando ero campione del mondo

1. LUTTI. DAVID KUNZLE

E' deceduto David Kunzle, storico dell'arte, docente universitario, militante della solidarieta'.
Con gratitudine lo ricordiamo.

2. LUTTI. ENRICO PEYRETTI: E' MORTO RODOLFO VENDITTI
[Riceviamo e diffondiamo, associandoci al cordoglio]

E' morto ieri 4 gennaio Rodolfo Venditti. Il funerale sara' lunedi' 8, alle 10, nella chiesa di S. Anna, via Medici 63. Una preghiera anche domenica 7, alle 17.
Ha superato i 98 anni di vita. Lo ricorderemo, scriveremo di lui, della sua viva fede, della sua cultura giuridica, dei suoi studi sulla pace e l'obiezione di coscienza alla guerra, della sua sensibilita' e cultura musicale che sapeva condividere accompagnando con sapienza ascolti di musica classica  in molti ambienti anche popolari.
Fu magistrato e docente. Ha scritto diversi libri di valore, sulle materie di sua competenza. Gli ultimi anni di malattia gli hanno impedito i contatti impegnati e amichevoli che amava.
Tanti amici e allievi gli sono grati con affetto.

3. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.

4. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' tra un anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
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Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

5. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

6. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

7. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI

Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

8. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

9. MEMORIA. DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL QUARANTESIMO ANNIVERSARIO DELL'ASSASSINIO DI GIUSEPPE FAVA
[Dal sito del Quirinale riprendiamo e diffondiamo]

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
"Sono trascorsi quarant'anni dal vile assassinio per mano mafiosa di Giuseppe Fava, giornalista che ha messo la sua passione civile al servizio della gente e della Sicilia, impegnato nella battaglia per liberarla dal giogo della criminalita' e dalla rete di collusioni che consente di perpetuarlo.
La mafia lo uccise per le sue denunce, per la capacita' di scuotere le coscienze, come fece con tanti che, con coraggio, si ribellarono al dominio della violenza e della sopraffazione e dei quali e' doveroso fare memoria.
Fava ha fatto del giornalismo uno strumento di irrinunciabile liberta'. L'indipendenza dell'informazione e la salvaguardia del suo pluralismo sono condizione e strumento della liberta' di tutti, pietra angolare di una societa' sana e di una democrazia viva.
Un impegno e un sacrificio a cui la Repubblica rende omaggio".

10. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: MONDO AMATO, NON CONDANNATO
[Riceviamo e diffondiamo il seguente articolo apparso su "Rocca" n. 1 del primo gennaio 2024]
 
Una volta (lo sanno bene i vecchi come me) la nostra religione rimproverava piu' che confortare. Ti sentivi messo d'ufficio nella categoria dei colpevoli, i funzionari religiosi ti facevano cliente delle loro formule salvifiche. Non era bello essere religiosi. Con la teoria del peccato originale, nasciamo colpevoli: massa damnata. Un rimedio spicciativo era tirarsi fuori dalla religione severa: faccio quello che posso, non calpesto nessuno, lasciatemi vivere questo pezzo di vita. Col Concilio la religione e' piu' mite, fraterna, eppure la speranza di vita, in questo mondo violento, non si alimenta alla sua spiritualita', riti, sapienza. O forse lo fa in modo diverso? Tutto cambia. C'e' forse un risveglio cristiano, insieme alla crisi delle chiese, che ne sono consapevoli. Viene avanti un cristianesimo non religioso, come vedeva Bonhoeffer? Il bisogno di salvezza, meglio che come colpa giudicata, mi pare inteso come quel vuoto intimo, quella carenza di vita, di luce, di bene profondo. E' questa la sete umana piu' vera, per ogni animo vivo. E' il respiro atteso, che ingiustizie e violenze soffocano. Siamo infelici perche' non abbiamo quella felicita' in scatola che la pubblicita' ci offre? Oppure, molto piu' dentro, siamo infelici perche' manca tanta giustizia e umanita', e noi stessi non siamo come vorremmo? Un bisogno di umanita', una richiesta assetata, piu' che una colpa da lavare. E la religione forse oggi diventa capace di aiutare in questo, non nel governare le coscienze: la vera miseria e' se non ci sentiamo infelici, e riduciamo l'anima ad appagarci delle cose immediate, sul mercato. Se ignoro la mia sete, finisco risecchito. C'e' un male potente, nel mondo, e tanta sete di bene. La risposta cristiana piu' vera non e' una religione che approfitta del problema umano per farsi padrona fin dentro le coscienze dipendenti. L'autentica risposta cristiana e' la persona e la vita di Gesu' di Nazareth, e la sua "buona notizia": dappertutto e piu' di tutto c'e' un Amore vivente che salva ogni vita dal nulla, dal non-senso, dal male, dalla disperazione. E' capire che il mondo e' amato, non condannato. Lo choc della fede e' vedere che il bene risponde al male col bene; vedere che il bene, anche quando soccombe, sopravvive a tutto, e ricomincia sempre a donare. Nella persona di Gesu' e' possibile trovare una vita piu' viva della nostra, offerta a noi sfiduciati, smarriti, anche peccatori, e sofferenti. La salvezza di Gesu' non e' salvezza dall'inferno dopomorte (l'inferno e' questo mondo feroce), ma dal non-senso, dalla vita banale, dal "tutto-finisce-qui", dalla rassegnazione alla prepotenza. L'inferno e' il mondo dominato dai furbi e dai violenti: e' un'idea della vita, su cui incombe il Grande Nulla (due film nucleari: Oppenheimer di Nolan, e L'ordine del tempo, di Liliana Cavani), per cui importa arraffare ora tutto quello che posso, prima degli altri: il mondo e' dei furbi. "Chi puo' faccia, chi non puo' taccia". Ma come nasce una fede che ci salva da tutto cio'? Nasce dallo stupore di vedere che l'amore risponde al male con il bene. Allora la vita c'e', siamo vivi, siamo amati. Il nostro mondo e' amato, non condannato.

11. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: DUE (O PIU') CATASTROFI E UNA RIVELAZIONE
[Dalla newsletter di "Costituente Terra" n. 143 del 28 dicembre 2023 (e-mail: notizieda at costituenteterra.com, sito:www.costituenteterra.it ) riprendiamo e diffondiamo]

Cari amici,
abbiamo vissuto questo doloroso Natale con due catastrofi e una rivelazione.
La prima e' la catastrofe umanitaria. Secondo le ultime notizie giunte da Gaza, sono stati uccisi finora 21.110 palestinesi  tra cui 8.800 bambini, 6.300 donne, 3111 medici e personale sanitario, 40 addetti alla protezione civile e piu' di 100 giornalisti; 7.000 persone risultano disperse, 55.243 sono state ferite, 92 scuole e universita',  115 moschee e tre chiese sono state distrutte insieme a decine di migliaia di case, 23 ospedali e 53 centri medici non sono piu' operativi, 102 ambulanze sono state attaccate, l'intera popolazione e'  errante, Nemmeno e' venuta meno la catastrofe in Ucraina e nel mar Nero.
La seconda catastrofe e' quella del potere e dell'informazione in Israele, in Ucraina e in tutto l'Occidente.
In Israele ieri il quotidiano Haaretz e il Canale televisivo 12, hanno informato che lo Shin Bet, il servizio segreto israeliano per l'interno, aveva saputo in anticipo che Hamas stava allestendo un attacco "significativo" a Gaza, mentre il famoso e accreditato giornalista americano Seymour Hersh ha scritto di aver appreso da un funzionario israeliano che Netanyahu aveva "visto e letto" le anticipazioni sull'attacco palestinese. Il New York Times da parte sua aveva parlato a fine novembre di questa informazione di cui disponeva Israele. L'ex responsabile italiano del controspionaggio e del contrasto alla criminalita' organizzata transnazionale, Marco Mancini (quello dell'incontro con Renzi) aveva a sua volta spiegato a TV 7 che era impossibile che Israele non avesse scorto Hamas preparare un attacco dato che vi stava per impiegare visibilissimi alianti a motore; come poi si e' visto sono stati impiegati anche robusti bulldozer per aprire i varchi nella recinzione del confine. A cio' si puo' accostare  quanto sostenuto da Hamas, che gli attaccanti intendevano prendere ostaggi per riaprire la partita con Israele, e aspettandosi di incontrare una forte resistenza, avevano messo in campo molti uomini, scontando di perderne un gran numero ("martiri"); invece non hanno trovato difese, mentre attraverso i varchi cosi' aperti hanno fatto irruzione molti altri palestinesi che, inferociti per i lunghi tormenti subiti ad opera del nemico, si sono abbandonati alla strage (1417  israeliani uccisi, mai tanti ebrei tutti in una volta dopo la Shoah).
Che Netanyahu avesse adottato la politica di non contrastare Hamas per indebolire l'autorita' palestinese a Ramallah e porre fine all'idea di uno Stato palestinese, era cosa risaputa da tempo. Resta da chiarire il motivo per cui Netanyahu, ormai identificato da piu' lustri con lo Stato di Israele, pur sapendolo non abbia impedito l'azione terroristica a Gaza; e la ragione non puo' essere se non la "ragion di Stato" di provocare, grazie a quell'azione (non prevista pero' in quella dimensione dandosi per scontata la debolezza di Hamas)  il casus belli che gli permettesse di sferrare l'offensiva finale per chiudere la "questione palestinese".  Accusato percio' anche in Israele del disastro, Netanyahu ha risposto portando fino alle estreme conseguenze l'eccidio a Gaza (da lui stesso, accusato da Erdogan, paragonato al genocidio turco dei Curdi), e respingendo, perfino con Biden, ogni esortazione a interromperlo. A questo punto si e' aggiunta la catastrofe della politica degli Stati Uniti, che dopo l'appello a Israele di non ripetere "l'errore" americano fatto dopo l'11 settembre, hanno votato contro la tregua all'ONU, mentre Biden, dopo una lunga infruttuosa telefonata con Netanyahu, ha penosamente dichiarato trattarsi di una "conversazione privata" e di non avere chiesto al premier israeliano il "cessate il fuoco".
A  questa catastrofe politica si aggiunge quella dell'Ucraina, a cui si e' fatto credere di poter sconfiggere la Russia riconquistando la Crimea ed entrando nella NATO, e si trova ora con un popolo mandato al sacrificio, senza i dollari americani e le armi che deve percio' implorare dall'Europa, impeditane dal veto di Orban.
 L'Occidente, dal canto suo, grazie anche al suo sistema mediatico, che ha un po' mistificato e un po' taciuto tutto questo, ha perduto cosi' ogni fondamento nel vantare la superiorita' dei propri valori e la sua pretesa di dominio sulle autocrazie e sul "resto del mondo".
Queste le catastrofi. La rivelazione che ne e' venuta e' questa: che la guerra non e' solo "una follia senza scuse", come ha detto papa Francesco nel suo messaggio di Natale. E' anche e soprattutto un suicidio per chi la intraprende, prima ancora che sconfigga il nemico o lo voti al genocidio; cio' e' avvenuto con la Germania nazista, avviene con i sogni di gloria degli Stati Uniti e della loro NATO, avviene con Israele, avviene con l'Ucraina. Contro i fautori di guerra e chi fabbrica e li rifornisce di armi, dovrebbe essere questo l'argomento decisivo. Purtroppo pero' esso puo' funzionare con i popoli, non funziona con gli Stati e i loro apparati di governo. Finche' noi glielo permettiamo.
Nel sito pubblichiamo il messaggio del Papa per Natale, un articolo di Haaretz sull'identificazione di Netanyahu e di Israele (da cui e' sempre piu' necessario distinguere il popolo ebreo della Diaspora, come voleva Primo Levi), e il testo di un intervento natalizio "su Gesu'" di Raniero La Valle, sulla piattaforma digitale "Servizio Pubblico".
Con i piu' cordiali saluti,
Costituente Terra (Raniero La Valle)

12. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: CIASCUNO PUO' FSARE QULCOSA. UN'AGENDA DI PACE PER L'ANNO CHE SI APRE
[Riceviamo e diffondiamo]

Il 2023 si era aperto con la sostituzione della parola "vittoria" alla parola "pace" in preparazione della "controffensiva" di primavera - col corollario di accuse di filoputinismo a chi metteva in dubbio quella narrazione - e si e' chiuso con il fallimento della strategia militare per risolvere il conflitto russo-ucraino, che lascia sul campo una generazione di giovani europei (gia' in agosto il New York Times stimava complessivamente 500.000 morti), mentre nuove chiamate alle armi si susseguono dall'una e dall'altra parte per continuare una guerra che nessuno puo' vincere. Come se non bastasse, a questa ed alle altre decine in corso nel mondo, si e' aggiunta la recrudescenza della guerra in Palestina innescata dalla strage di Hamas del 7 ottobre, alla quale ha fatto seguito il massacro continuo dei civili palestinesi: una vendetta senza fine.
Eppure l'avvento della cristianita', avvenuto proprio in Palestina, aveva portato la parola nuova - per quanto poco praticata - a correzione dell'antica: "Avete udito che fu detto: 'Occhio per occhio e dente per dente'. Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra; e a chi vuol prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello". Ma duemila anni dopo anche il precetto antico - che pure "rende il mondo cieco", avverte Gandhi - e' tornato ad essere desiderabile come principio di moderazione e proporzionalita' della reazione. Invece, superato ampiamente il rapporto di uno a venti tra le vittime subite e quelle della rappresaglia in corso, cio' che il governo israeliano sta facendo a Gaza non solo non trova giustificazione nel diritto internazionale, ma neanche nel libro sacro sul quale lo "stato ebraico" si fonda. E il programma israeliano di intelligenza artificiale che genera automaticamente bersagli da bombardare, come il campo profughi nella notte di Natale, e' chiamato Habsora, ossia... "Vangelo" (Yuval Abraham, La fabbrica della morte, +972Magazine).
Lo stesso papa Francesco ha ribadito anche il giorno di Natale che e' necessario dire no a ogni guerra, "alla logica stessa della guerra, viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse", specificando che per dire no alla guerra bisogna dire no alle armi: "Come si puo' parlare di pace se aumentano la produzione, la vendita e il commercio delle armi? La gente, che non vuole armi ma pane, ignora quanti soldi pubblici sono destinati agli armamenti. Eppure dovrebbe saperlo! Se ne parli, se ne scriva, perche' si sappiano gli interessi e i guadagni che muovono i fili delle guerre". Quella di Bergoglio e' una denuncia sempre piu' precisa contro armamenti, spese militari e media conniventi, con parole ben piu' incisive di quelle prudenti del presidente Mattarella nel discorso di fine anno, che ricordano quelle di Guenther Anders nell'intervista del 1984 pubblicata da poco in italiano: "Ho mostrato esplicitamente come l'industria non produca armi per le guerre, ma guerre per le armi. Come essa abbia bisogno della guerra per assicurare il consumo dei suoi prodotti, come non possa 'vivere senza uccidere'" (Opinioni di un eretico, 2023).
Di fronte a questo scenario terrificante, i pacifisti non possono trattare la guerra come emergenza intermittente perche' e' ormai un dato permanente e globale che si va intensificando anno dopo anno, rispetto al quale e' necessario ribaltare l'agenda sul tavolo. Si tratta di andare oltre l'indignazione rispetto ai massacri perpetrati nei diversi conflitti armati e agire su tutta la filiera della violenza che prepara, giustifica e realizza le guerre. Ossia ribaltare culturalmente e politicamente il falso e irrazionale adagio "se vuoi la pace prepara la guerra" per sostituirlo con il nuovo paradigma: se vuoi la pace prepara la pace, costruendo mezzi di pace.
Eccone i piu' urgenti per l'anno che si apre, punti essenziali per un'agenda di politiche attive di pace: disarmo e riconversione sociale delle spese militari; controllo degli armamenti e riconversione civile dell'industria bellica; costituzione dei corpi civili italiani ed europei di pace; approntamento della difesa civile, non armata e nonviolenta; sottoscrizione del Trattato per la messa al bando delle armi nucleari. Agenda alla quale vanno aggiunti i saperi della nonviolenza da coltivare e promuovere per risolvere i conflitti in corso: quelli dei mediatori per avviare percorsi di de-escalation e quelli degli obiettori di coscienza, come i tanti giovani russi, ucraini e israeliani, di cui l'ultimo, Tal Matnick, ha 18 anni ed e' in galera perche' rifiuta di collaborare al massacro dei palestinesi; quelli della resistenza civile non armata che, come dimostra Erika Chenoweeth nella ricerca pubblicata anche in Italia, e' piu' efficace di quella armata e quelli della riconciliazione praticata dai "gruppi misti", dalla ex Jugoslavia ai Parents circle in Israele e Palestina; fino a quelli del giornalismo, della cultura e dell'educazione di pace, per contrastare l'ideologia bellicista che ormai ammorba il discorso pubblico.
Si tratta, insomma, di agire contemporaneamente e con continuita' su piu' livelli, in collegamento con le campagne nonviolente, perche' nessun impegno e' piu' essenziale di questo per la sopravvivenza di tutti. Rispetto al quale ciascuno puo' fare qualcosa, ovunque.

13. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

14. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

15. DISSOI LOGOI. OMERO DELLISTORTI: DIPENDESSE DA ME

- Dipendesse da me, la bomba atomica, la bomba atomica e via. Non ho ragione?
- Dice a me?
- Certo, c'e' solo lei qui.
- Mi scusi, ma non stavo ascoltando. Diceva?
- Dicevo che se dipendesse da me io butterei la bomba atomica e la facciamo finita.
- La bomba atomica?
- Si', la bomba atomica.
- E poi?
- E poi niente, una volta che hai buttato la bomba atomica...

16. STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: CONCLUDIAMO

- Freddo, eh?
- Eh.
- Per fortuna che non piove.
- Per fortuna.
- Aspetta il pullman?
- Si'.
- Passa adesso?
- Dovrebbe passare fra un po'.
- Con questo buio...
- Eh gia'.
- Gia'.
- Gia'.
- Ma, mi tolga una curiosita', lei sarebbe mica il dottor Sarcomanni?
- Si', per servirla.
- Proprio lei cercavo.
- Ma pensa.
- Gia'.
- E ci conosciamo?
- No, non direi.
- Pero' mi cercava.
- Si'.
- Allora mi ha trovato.
- A quanto pare.
- Ed in cosa posso esserle utile?
- Mi fara' guadagnare un bel mucchietto di quattrini.
- Ma pensa. E come?
- Mi pagano per ammazzarla.
- Come dice?
- Ha capito.
- La pagano per ammazzarmi?
- Lo vede che aveva capito.
- E chi la pagherebbe?
- Mi spiace: segreto professionale.
- E mi ammazzerebbe adesso?
- Direi di si', l'occasione e' propizia.
- Ma come faceva a sapere che mi avrebbe trovato qui?
- Informazioni.
- Cosi', lei adesso mi ucciderebbe?
- Esatto. Niente di personale, mi creda.
- E, se posso chiedere, quanto la pagano per uccidermi?
- Mi spiace, ma anche questo rientra nel segreto professionale.
- E se io le offrissi il doppio?
- Per cosa?
- Per non uccidermi, e' ovvio.
- Non funziona cosi', mi creda.
- Me lo dica lei come funziona.
- Come funziona cosa?
- Come posso salvarmi. Ci dovra' pur essere un modo.
- Non credo.
- Io invece credo di si'. Supponiamo che adesso io dica una cifra, e che lei la giudichi congrua...
- No, guardi, lei e' fuori strada.
- Ma perche'?
- Perche' sono un professionista, se non eseguo non solo perdo questo contratto, ma finisco fuori del giro. Lei mi capisce...
- Ma, tanto per dire, io potrei sparire e lei potrebbe dire che ha fatto il suo lavoro. Centomila euro, che ne dice?
- Guardi, io capisco, lo capisco veramente che lei sta cercando di fare il possibile per salvare la pelle, e' logico. Pero' non funziona cosi'.
- E se fossero duecentomila? Via, non mi dica di no: duecentomila euro e io sparisco.
- Senta, io la ascolto solo perche' lei non pensi di aver lasciato qualcosa di intentato, ma non e' come nei film...
- Perche', com'e' nei film?
- E' un modo di dire.
- E allora mi dica come e' nella realta'. Trecentomila. Lei si prende i trecentomila e mi lascia vivo, io sparisco, cambio nome, mi faccio la plastica facciale, mi trasferisco all'estero. Non lo sapra' mai nessuno.
- Vede, nella stuazione in cui lei si trova adesso e' chiaro che prometterebbe qualsiasi cosa, ma una volta che l'ha sfangata...
- Senta, mezzo milione. Lei si prende i soldi di chi la paga per farmi fuori, si prende il mezzo milione che le do' io, e sul mio onore io sparisco per sempre. E' un buon affare, mi creda.
- Vede, se lei mi offre mezzo milione mi induce a pensare che potrei chiederle un milione.
- E allora concludiamo a un milione. Concludiamo. Non se ne pentira'.
- Non le stavo chiedendo un milione, facevo soltanto un'ipotesi, cosi', per conversare.
- Ma io il milione glielo offro lo stesso. Un milione sono bei soldi. Non mi dica di no.
- Non le dico di no, sono bei soldi.
- E lei e' un professionista, no?
- Esattamente.
- Che opera sul libero mercato, se cosi' si puo' dire.
- Si puo' dire cosi'.
- E chi opera sul mercato e' un uomo d'affari, no?
- In un certo senso.
- E allora lei, che opera sul libero mercato ed e' un uomo d'affari, oltre che un professionista, ed immagino anche un affermato professionista...
- Adesso non esageriamo.
- Lei, lei, via, deve considerare l'offerta che le faccio. Un milione mica cresce sugli alberi.
- Gia'.
- Gia'.
- Ha finito?
- Lei mi dice dove devo trasferire l'importo e in cinque minuti cinque e' cosa fatta. Un milione di euro.
- Quanta fretta.
- E perche' perdere tempo? Ormai si fa tutto con un click.
- Anche con un bang.
- Non posso credere che lei sputa su un milione di euro, non sarebbe razionale.
- Sa che le dico? Lei mi tenta.
- E allora concludiamo, no?

17. STORIE DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: UNA STORIA DI QUANDO ERO CAMPIONE DEL MONDO

A quel tempo vivevo in Belgio, dentro un iglu', lo sapete che e' un iglu'? E' una casa fatta di ghiaccio, tutta di ghiaccio, ma dentro fa caldo come qui.
Stavo in Belgio che io parlo tutte le lingue, anche il belgese che e' una lingua difficilissima, pero' io la parlavo. Ero li' per allenarmi, che a quel tempo ero il campione del mondo, lo sapete, vero, che ero il campione del mondo? Insomma ero li', e per tenermi in allenamento ogni giorno correvo per cinquanta chilometri, che e' piu' di una maratona, lo sapete che e' una maratona, no? e' una corsa di un sacco di chilometri, e poi ancora tutto sudato mi facevo il bagno in un lago ghiacciato che prima dovevo farci un bel po' di salti sopra per rompere il ghiaccio e farmici il bagno. Vivevo nei boschi, dentro un iglu'. Ci avevo pure una bicicletta da corsa che ero appassionato di ciclismo e in particolare di Ciarligol.
C'era un tizio che era invidioso che io ero il campione del mondo che voleva esserlo lui che pero' non ci aveva ne' fiato ne' muscoli, e allora s'era appostato su un albero per tirarmi con la carabina, che ci aveva un quintone di precisione, per la caccia agli orsi con certe cartucce che si fabbricava da solo e le avvelenava pure.
Ma io correvo troppo svelto per le cartucce sue, a quel tempo ero il campione del mondo.

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 372 del 7 gennaio 2024
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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