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[Nonviolenza] Telegrammi. 5042
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5042
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Thu, 7 Dec 2023 15:20:17 +0100
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5042 dell'8 dicembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Omero Dellistorti: Buongiorno
2. Carogno Mozzarecchi: Tre epitomi
3. Severino Vardacampi: A costo di sembrare il solito grillo parlante...
4. Peppe Sini: Cinque tesi sul golpe in corso in Italia
5. L'associazione "Respirare" di Viterbo scrive alla Presidente del Parlamento Europeo: "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
6. Emergency e altri: Per un cessate il fuoco permanente e una soluzione politica
7. Adesione popolare alla denuncia sulla presenza di armi nucleari in Italia
8. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
9. Il 10 dicembre Marcia della pace ad Assisi
10. Zina Croce': Patriarcato e dintorni, proviamo a fare chiarezza
11. Antonella Nappi: 25 novembre 2023. Contro la cancellazione del biologico e dell'autorita' delle donne e dei sentimenti che i maschi provano e tacciono
12. Alcune pubblicazioni di e su James Graham Ballard
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'
1. COSE D'OGGI. OMERO DELLISTORTI: BUONGIORNO
- Buongiorno
- Buongiorno a lei.
- Vorrei acquistare un'arma.
- Per cosa le serve?
- Perche'?
- Vede, ci sono molte armi, ma non tutte hanno la stessa funzione.
- Non servono tutte a uccidere?
- Si', ma tra un carrarmato e una beretta c'e' una bella differenza.
- Immagino. Il carrarmato quanto costerebbe?
- Un bel mucchio di quattrini.
- Non vorrei spendere molto.
- E' naturale, perche' buttar via i soldi?
- Infatti.
- Un mitra?
- Magari.
- Ne abbiamo di vari modelli.
- E' facile da usare?
- Facilissimo.
- Allora potrebbe fare al caso mio.
- Bene. Ha qualche preferenza in particolare?
- Cioe'?
- Ci sono vari modelli, per esempio questo e' un kalashnikov.
- Ah, ne ho sentito parlare.
- Funziona da dio ed e' praticamente indistruttibile. Che so, mettiamo che lei voglia attaccare una scuola...
- E perche' dovrei attaccare una scuola?
- Non so.
- No, io devo solo ammazzare mia moglie.
- Ah.
- Eh.
- Allora forse un kalashnikov e' un po' sovradimensionato.
- Perche'?
- Diciamo che se lei spara una raffica, sporca tutta casa di sangue.
- Non importa, anzi: e' l'occasione per cambiare la carta alle pareti.
2. LA TERRA DESOLATA. CAROGNO MOZZARECCHI: TRE EPITOMI
"Poi cercava gli occhiali che aveva sul naso
poi si chiedeva il senso del mondo e della vita
e intanto a coltellate la finiva"
(Clemente Tristacci, Del senso e del gusto della vita)
I. I bravi ragazzi
Era bravo a scuola a calcetto e a bigliardino
lo chiamavano Tonimanero il Drugo il Drago
Ci aveva i capelli come i calciatori
Sul fisico scolpito i tatuaggi ganzi
Faceva le cose che fanno tutti i giovani
guardava le femmine sul telefonino
La regola e che ogni lasciata e' persa
e piu' e' santarellina e piu' e' perversa
Poi si stupiva di tutto quel sangue
dagli squarci che aveva fatto lui
Si chiedeva com'era possibile
visto che l'amava cosi' tanto
*
II. Un vero uomo
Un vero uomo non spreca il suo tempo
a parlare di femminicidi.
Un vero uomo li esegue.
Un vero uomo lo sa che un esempio
vale piu' di mille parole.
*
III. Da regazzini
Da regazzini giocavamo a torturare
le bestie. Che la vita qui al paese
era tutta una noia ai vecchi tempi.
Mo' che siamo cresciuti grandi e grossi
e' sempre tutto uguale qui al paese
solo che invece delle bestie adesso
le femmine.
3. REPETITA IUVANT. SEVERINO VARDACAMPI: A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE...
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
4. REPETITA IUVANT. PEPPE SINI: CINQUE TESI SUL GOLPE IN CORSO IN ITALIA
"Al fascista e' difficile rivolgersi.
Che un altro prenda la parola, gli appare gia' come un'interruzione sfrontata.
E' inaccessibile alla ragione, poiche' la vede solo nella capitolazione dell'altro"
(Max Horkheimer e Theodor W. Adorno, Dialettica dell'illuminismo,
nell'Aggiunta a "Contro quelli che se ne intendono")
1. La cosiddetta "riforma costituzionale del premierato" e' in realta' un effettuale stravolgimento della Costituzione repubblicana, una profonda ferita inferta al Parlamento, un'aggressione esplicita alla separazione dei poteri e quindi allo stato di diritto, un brutale attacco alla democrazia, un ripugnante tentativo di imporre un regime autoritario.
C'e' un nome per tutto cio': si chiama colpo di stato.
*
2. L'uso sistematico della menzogna nella retorica propagandistica con cui il governo, la minoranza organizzata che lo sostiene, i suoi piu' o meno occulti ispiratori e compari e i variopinti suoi caudatari cercano di spacciare il golpe come una quisquilia o come una panacea (nell'imbonimento dei ciarlatani tutto e il contrario di tutto si equivalgono) e' esso stesso sintomatico della deriva autoritaria: la negazione della verita', quand'anche fosse solo frutto di crassa ignoranza, e' gia' una negazione della democrazia, dell'argomentazione logica e verificabile e del confronto razionale nelle procedure decisionali in cui la democrazia s'invera.
L'ostentato disprezzo per la verita' e' l'equivalente dei roghi dei libri di nazista memoria: e come diceva gia' Heine, dove si bruciano i libri, poi si bruceranno le persone.
*
3. Al disprezzo per la verita', e all'uso del linguaggio per mistificare la realta', si unisce l'apologia della violenza: il sostegno al riarmo, alla crescente militarizzazione delle relazioni internazionali, alla guerra; la compressione delle liberta' democratiche a colpi di "decreti sicurezza" e con i provvedimenti che ledono finanche il diritto di sciopero; la violenza razzista sui migranti, all'infamia dei campi di concentramento aggiungendo ora anche l'infamia delle deportazioni.
Dove si pratica e si esalta la violenza, il fascismo e' gia' al potere.
*
4. Una politica internazionale caratterizzata da profonda indifferenza per le violazioni dei diritti umani; una politica sociale caratterizzata da profonda indifferenza per le sofferenze delle classi sociali piu' oppresse e i soggetti sociali piu' bisognosi di sostegno; una politica ambientale caratterizzata da profonda indifferenza per la catastrofe ecologica che minaccia l'intera umanita' e l'intero mondo vivente; una politica dell'amministrazione della giustizia caratterizzata dall'aggressione alla magistratura e allo stato di diritto; l'ideologia - ovvero il delirio - nazionalista e populista, sciovinista e razzista, militarista e patriarcale; la nostalgia plebiscitaria, l'esaltazione della gerarchia e l'odio per l'eguaglianza di dignita' e diritti: sono tutti elementi che definiscono inequivocabilmente il "brodo di coltura" del golpe in corso.
All'abuso come modo privilegiato di esercizio del potere si unisce il degrado dei costumi che tutto perverte, si unisce la barbarie che soffoca ed annichilisce la nozione stessa di bene comune, la coscienza stessa della responsabilita' morale e del dovere civile, il fondamentale sentimento e riconoscimento di umanita'.
*
5. Al colpo di stato in corso e' compito dell'intero popolo italiano opporsi: con gli strumenti della democrazia, con l'uso della ragione, con la forza della verita', con la scelta della lotta nonviolenta per il bene comune dell'umanita' intera.
Difendere la Costituzione repubblicana. Difendere lo stato di diritto. Difendere la democrazia. Difendere la pace e la biosfera. Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
5. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" Di VITERBO SCRIVE ALLA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO: "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola,
numerose personalita' della societa' civile e varie associazioni democratiche italiane hanno promosso alcune settimane fa l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
Avendo aderito a tale appello, aderiamo anche alla lettera aperta che le e' stata inviata alcuni giorni fa, e ci associamo quindi alla richiesta che lei voglia proseguire nell'impegno del suo illustre e non dimenticato predecessore.
*
Qui di seguito il testo dell'appello.
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
*
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
le saremmo assai grati se lei, che ha assunto l'incarico di Presidente del Parlamento Europeo succedendo all'on. Sassoli, volesse porsi a capo di questa iniziativa volta a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
sicuramente lei ricorda che il Parlamento Europeo gia' in passato ripetutamente si espresse in tal senso nel 1994 e nel 1999.
E sicuramente lei sa che una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU, dopo aver accuratamente riesaminato tutti gli atti processuali, lo scorso anno ha concluso i suoi lavori chiedendo la liberazione di Leonard Peltier.
E sicuramente lei sa anche che nel corso del tempo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International, da innumerevoli istituzioni democratiche, da milioni - letteralmente milioni - di esseri umani di ogni parte del mondo, tra cui anche il magistrato che nel 1976 sostenne l'accusa contro di lui e che da anni e' impegnato per la sua liberazione (da allora ad oggi peraltro e' stato definitivamente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier erano false).
Come ha scritto nel suo appello l'indimenticato Presidente Sassoli, "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
*
Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione ed auspicando un suo intervento, voglia gradire distinti saluti.
L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 2 dicembre 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
6. REPETITA IUVANT. EMERGENCY E ALTRI: PER UN CESSATE IL FUOCO PERMANENTE E UNA SOLUZIONE POLITICA
[Riceviamo e diffondiamo]
La fragile tregua ottenuta per Gaza e' il frutto di una lunga mediazione internazionale, ma servono un cessate il fuoco permanente e una vera soluzione politica per una prospettiva concreta di pace e giustizia.
Il 7 ottobre Hamas ha ucciso e rapito civili inermi nelle loro case, per strada, a un festival sottraendoli alle loro famiglie. E' stato un attacco che ha colpito prevalentemente civili ebrei israeliani, tra cui bambini, anziani, attivisti storici per la pace e contro l'occupazione ma anche lavoratori migranti, palestinesi con passaporto israeliano o residenti in Israele. Sono seguite settimane di bombardamenti indiscriminati da parte del governo israeliano contro la popolazione di Gaza, con scuole ed ospedali divenuti cimiteri. Piu' di un milione di palestinesi e' stato costretto a lasciare le proprie case per dirigersi nel sud di Gaza, che non e' piu' un luogo sicuro.
Non ci sono corridoi umanitari adeguati, acqua, cibo, energia. In Cisgiordania e' cresciuta esponenzialmente la violenza da parte di coloni armati contro la popolazione civile palestinese.
Davanti a questi orrori, l'opinione pubblica internazionale in Europa si e' polarizzata, con il ritorno di gravissimi episodi di antisemitismo e islamofobia, riportandoci alla retorica dello scontro di civilta' che ha fatto danni enormi negli ultimi decenni.
La lotta contro l'antisemitismo non puo' essere ne' una mossa ipocrita per cancellare il retaggio del fascismo, ne' un'arma in piu' per reprimere il dissenso e alimentare xenofobia e pregiudizio antiarabo. Deve invece essere parte integrante della lotta contro ogni forma di razzismo.
Questa logica binaria - da una parte o dall'altra - e' la trappola a cui e' necessario sottrarsi in questo momento. Non si puo' cancellare l'orrore del 7 ottobre, ma si puo' fermare la strage a Gaza. Un crimine di guerra non ne cancella un altro: alimenta solo l'ingiustizia che prepara il terreno ad altra violenza.
Rivendichiamo il diritto e il dovere di guardare la guerra sempre dal punto di vista delle vittime, perche' sono loro l'unica certezza di ogni conflitto.
La protezione dei civili, senza distinzione di nazionalita', residenza o religione, e degli ospedali, deve essere il primo obiettivo di un'azione diplomatica della comunita' internazionale e delle forze della societa' civile.
Chiediamo la fine definitiva del massacro a Gaza, l'avvio di corridoi umanitari adeguati e la liberazione di tutti gli ostaggi. In Israele oltre mille palestinesi sono trattenuti in detenzione amministrativa, tra cui centinaia di minori, di cui chiediamo il rilascio. E' necessaria una soluzione politica a partire dalla fine del regime di apartheid e delle politiche di colonizzazione e di occupazione militare israeliane. Non potra' mai esserci sicurezza - per i palestinesi, per gli israeliani, per nessuno di noi - senza eguaglianza, diritti e liberta'.
Promotori: Emergency, Laboratorio ebraico antirazzista – LeA, Mediterranea e Assopace Palestina
Sottoscritto da tante altre associazioni, tra cui Amnesty International Italia, Arci, Libera, Gruppo Abele, AOI, Un Ponte per, Beati i costruttori di pace, Lunaria, Associazione SenzaConfine, Articolo 21... e per ora sono circa 4.000 quelli che hanno sottoscritto, tra questi 400 personalita' del mondo accademico, del mondo dello spettacolo, giornalisti e diplomatici, tra cui:
don Luigi Ciotti, Miguel Benasayag, Goffredo Fofi, Marco Damilano, Michele Serra, Pier Francesco Favino, Alessandro Bergonzoni, Carlo Ginzburg, Fiorella Mannoia, don Albino Bizzotto, Lisa Clark, Toni Servillo, Ferzan Ozpetek, Luca Zingaretti, Elio Germano, Ascanio Celestini, Greta Scarano, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Vittoria Puccini, Giorgio Diritti, Mario Martone, Alba Rohrwacher, Alice Rohrwacher, Saverio Costanzo, Caterina Guzzanti, Paola Cortellesi, Edoardo Winspeare, Enzo Traverso, Carlo Rovelli, Tommaso Di Francesco, Alessandro Gilioli, Francesca Fornario, Stefano Nazzi, Alberto Negri, Nico Piro, Andrea Capocci, Alessandro Calascibetta, Ali Rashid, Alessandro Robecchi, Giulia Blasi, Donald Sassoon, Loredana Lipperini, Annamaria Testa, Raffaele Alberto Ventura, Luciana Castellina, Nicola Lagioia, Sandro Veronesi, Christian Raimo, Maurizio Braucci, Teresa Ciabatti, Mario Ricciardi, Giorgia Serughetti, Marco Revelli, Alessandro Portelli e tantissimi altri...
Per l'elenco completo dei firmatari, individuali e collettivi, e per sottoscrivere al seguente sito: https://cessateilfuoco.org/
7. REPETITA IUVANT. ADESIONE POPOLARE ALLA DENUNCIA SULLA PRESENZA DI ARMI NUCLEARI IN ITALIA
[Riceviamo e diffondiamo. Andando sul sito www.peacelink.it o sul sito www.pressenza.com e' possibile attivare i link per accedere a ulteriori materiali e per sottoscrivere l'iniziativa]
Il prossimo passo della denuncia trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma lo scorso 2 ottobre, riguardante la presenza delle armi nucleari in Italia e in attesa che si attivi la corrispondente inchiesta, riguarda l'adesione popolare a tale denuncia: parte oggi con una sottoscrizione popolare che si puo' realizzare online grazie alla piattaforma predisposta all'interno del sito di PeaceLink, storico portale telematico del pacifismo italiano.
Andando a questo indirizzo sara' possibile firmare la petizione di adesione di cui riportiamo il testo:
Ho appreso che in data 2 ottobre 2023 e' stata depositata alla Procura presso il Tribunale di Roma una denuncia per accertare la presenza di armi nucleari in Italia, verificarne la illegittimita' ed individuare i responsabili. Ho letto il testo e lo condivido. Approvo l'iniziativa alla quale vorrei partecipare. Non potendo piu' sottoscrivere la denuncia, ormai depositata, chiedo che questa mia lettera venga allegata agli atti del procedimento come segno di sostegno all'iniziativa.
In particolare mi sembrano significative le seguenti norme riportate nel testo della denuncia.
"In data 24 aprile 1975 l'Italia ha sottoscritto il Trattato di non Proliferazione Nucleare (TNP), trattato internazionale incentrato, in particolare su:
a) la c.d. "non proliferazione" del nucleare, in base alla quale gli Stati in possesso di armi nucleari (c.d. "Paesi nucleari") si impegnano a non trasferire armi di tale natura a quelli che ne sono privi (c.d. "Paesi non nucleari"), mentre questi ultimi si obbligano a non ricevere e/o acquisire il controllo diretto o indiretto di ordigni nucleari (artt. I, II, III);
b) il disarmo nucleare, che impone il ricorso a trattative finalizzate alla definitiva cessazione della prassi di armamento nucleare (art. VI).
Il diritto bellico internazionale vieta l'uso e la minaccia dell'uso delle armi nucleari in qualsiasi circostanza.
La L. 185/1990 vieta la fabbricazione, l'importazione, l'esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiale di armamento senza l'autorizzazione dell'autorita' e, in ogni caso, di armi nucleari.
Ciononostante, la presenza di armi nucleari sul suolo nazionale puo' ormai considerarsi certa".
Sono consapevole della rilevanza politica dell'iniziativa giudiziaria. Credo, pero', fermamente nello Stato di diritto, nella ripartizione dei poteri e, soprattutto, nell'indipendenza della magistratura.
Sono certo che anche questa denuncia sara' valutata senza timori per le implicazioni politiche sottese.
*
Informazioni sulla denuncia
La denuncia e' sottoscritta a livello individuale da 22 esponenti di associazioni pacifiste e antimilitariste: Abbasso la guerra, Donne e uomini contro la guerra, Associazione Papa Giovanni XXIII, Centro di documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Tavola della Pace Friuli Venezia Giulia, Rete Diritti Accoglienza Solidarieta' Internazionale, Pax Christi, Pressenza, WILPF, Centro sociale 28 maggio, Coordinamento No Triv, e singoli cittadini. Alcune di queste associazioni condividono collettivamente i contenuti di questa iniziativa.
Il testo della denuncia e' visionabile cliccando su questo link.
*
Aderisci:
Come persona
Come associazione
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.
9. INIZIATIVE. IL 10 DICEMBRE MARCIA DELLA PACE AD ASSISI
[Dal sito perugiassisi.org riprendiamo e diffondiamo]
Cessate il fuoco!
Marcia della pace e della fraternita'
Assisi, domenica 10 dicembre 2023
Nella Giornata Internazionale dei Diritti Umani, in occasione del 75mo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (10 dicembre 1948-2023) organizziamo assieme una nuova marcia della pace e della fraternita' per fermare le stragi. Riprendiamo in mano la bussola dei diritti umani!
*
Programma
Ore 10.00 Incontro di riflessione e proposta (Domus Pacis, Assisi, Santa Maria degli Angeli)
Ore 14.30 Marcia della Pace e della Fraternita' da Santa Maria degli Angeli
Ore 16.50 Conclusione in Piazza San Francesco
Ore 17.00 Messa nella Basilica Inferiore di San Francesco
*
"In nome di Dio: cessate il fuoco!
Si abbia la forza di dire basta!"
Papa Francesco (5 novembre 2023)
"Gaza sta diventando un cimitero di bambini.
E' una crisi di umanita'!"
Antonio Guterres, Segretario Generale dell'Onu (6 novembre 2023)
*
Israele e Palestina. Due Stati per due Popoli.
Stessa dignita', stessi diritti, stessa sicurezza.
*
Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace
Coalizione AssisiPaceGiusta
10. RIFLESSIONE. ZINA CROCE': PATRIARCATO E DINTORNI, PROVIAMO A FARE CHIAREZZA
[Dal sito de "Il paese delle donne" riprendiamo e diffondiamo]
Dopo decenni in cui argomenti di natura storico-sociologica come "Patriarcato" sono rimasti confinati negli scritti specialistici, adesso l'argomento esplode sui media mainstream.
Come si sa, tutto e' partito dalle note affermazioni di Elena Cecchettin, attorno alle quali si e' prodotta una valanga di "argomentazioni", a volte confuse, spesso avulse dalla problematica relativa alle analisi di genere. E' stato detto che il patriarcato non esiste piu' da tempo, affermazione del tutto ovvia se ci si riferisce alla famiglia patriarcale, intesa come struttura sociale ormai sostituita dalla famiglia nucleare; altra cosa, invece, sono i valori/disvalori che sono stati parte integrante di tale struttura sociale: secolari, dunque non facilmente cancellabili. E anche endemici, perche' circolano in modo carsico, e non sempre facilmente decodificabili perche' normalizzati dalla consuetudine.
E' dunque li' che bisogna individuare le dinamiche di certa persistente mentalita' maschile che, in tante situazioni, non e' venuta meno nonostante l'emancipazione femminile, anzi risulta in recrudescenza proprio a causa della chiara difficolta' di alcuni uomini di rapportarsi con "foeminae novae". L'oceanico corteo romano di questi giorni ne e' chiara testimonianza.
In tempi molto lontani, la subordinazione femminile al maschile era innanzitutto causata da fatti "naturali", come le continue gravidanze non ostacolate da pratiche contraccettive, e da fatti economici, visto che i mezzi di sussistenza provenivano dagli uomini. Da tale forma di dipendenza e' scaturita la reificazione delle donne e la limitata considerazione della figura femminile a livello sociale e non solo. Tale consecutio risultava "obbligata" da fattori di primitivita' antropologica che nei secoli hanno trasformato "il fatto in dato" (Marx, Il Capitale). Questo "dato" ha ... dato vita alla misoginia, consolidata acriticamente (e comodamente) da tutta la cultura tradizionale, dominata dal maschile. Ecco quindi che la segregazione femminile e' stata sacramentata come valore etico supremo.
Sulla questione, ricordo qui alcune affermazioni della "tradizione".
Fronte laico:
Esiodo: "la virtu' della donna finisce sull'uscio di casa". Ergo: se la donna esce di casa e' "pubblica", con cio' che ne segue.
Rousseau: "La donna e' fatta per sottomettersi all'uomo e sopportare le ingiustizie". Ergo: Olympe de Gouges poteva essere ghigliottinata perche' aveva "dimenticato le virtu' che convenivano al suo sesso": stare a casa, e stare zitta. Come si sa, la personalita' della De Gouges fu studiata da un medico il quale concluse che l'interesse per la politica della donna derivava da una "patologica carenza di femminilita'".
Schiller: "Il dovere della donna sulla faccia della terra e' l'obbedienza".
A rinforzo di tali teorie, cosi' il fronte clericale:
San Paolo: "La donna deve portare sul capo il segno della sua dipendenza. Le donne tacciano perche' non e' loro permesso parlare; stiano invece sottomesse. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti".
Beato Cherubino da Spoleto: "La cosa ch'e' tenuto lo marito dare alla moglie, si chiama correzione, reprensione, castigamento; occorre punizione, percussione, o vero battitura e flagellamento: la donna e' fragile e difettosa".
E allora siamo sicuri che certe fonti del (mal)pensare, oltre ad avere condizionato le menti delle persone comuni, non hanno influenzato anche la tradizione giuridica occidentale? Le leggi sono prodotti storici, e, in quanto tali, esprimono la mentalita' dominante, in questo caso, quella patriarcale. Tale mentalita' ha fatto della donna una sorta di minus habens, sottoposta in tutto e per tutto all'autorita' dell'uomo, del pater familias.
Osserviamo che
fino al 1919 le donne erano prive di diritti civili, non potevano ereditare (la dote veniva gestita dal marito), ne' potevano deporre in Tribunale (in compenso potevano subire condanne);
fino al 1946 le donne non avevano accesso al voto;
fino al 1956 le donne subivano lo ius corrigendi (art. 571 c.p.), che consentiva al pater familias di usare la violenza fisica nei riguardi dei figli e anche nei riguardi della moglie (in barba al fatto che l'art. 29 della nostra Costituzione proclami la "eguaglianza morale e giuridica dei coniugi");
fino al 1969 le mogli subivano punizioni se adultere (art. 559 del c.p.). Cio' non accadeva ai mariti che praticavano identico comportamento.
fino al 1975 (anno della Riforma del diritto di famiglia, che ha cancellato la figura del pater familias) i rapporti moglie/marito erano resi fortemente dispari dalla marcata dipendenza della moglie, priva della minima autorevolezza e men che mai di autorita' nei riguardi dei figli;
fino al 1981 esisteva il "delitto d'onore" (art. 587 c.p.), insieme al "matrimonio riparatore" (art. 544 c.p.) che reificava le donne fino all'annullamento fisico.
Per non parlare dei venti anni venti che ci son voluti per licenziare la legge contro la violenza antifemminile.
E visto che siamo in zona "sessualita'", quella piu' patita dalle donne, ricordiamo, sul piano del linguaggio, che e' elemento rivelatore della mentalita', il persistere di certe disimmetrie semantiche riferite a termini che assumono significati diversi a seconda che riguardino un uomo o una donna, ad esempio, Pubblico - uomo pubblico/donna pubblica, Libero - uomo libero/donna libera... Sono le piu' plateali.
E come non ricordare, anche, l'espressione Collegi a due piazze usata da un (pure!) autorevole uomo delle Istituzioni, italiano, per definire l'alternanza uomo/donna nelle liste elettorali?
Anche questa e' violenza: non considerare le donne persone ma oggetti sessuali, di cui eventualmente poter disporre. Del resto, per tornare al citato "fronte clericale", cosi' sosteneva San Giovanni Crisostomo: "Le donne servono soprattutto a soddisfare la libidine degli uomini". Sic!
Ancora nell'ambito del Diritto, che dire del ritardo relativo all'ingresso delle donne in Magistratura, che fu concesso con legge ad hoc del 1963, ben quindici anni dopo l'entrata in vigore della nostra Costituzione che esalta l'uguaglianza dei cittadini? In merito, ecco qualche dato di cronaca:
1947 - Durante l'Assemblea Costituente si discuteva della possibilita' di aprire alle donne l'ingresso in Magistratura; cosi' affermo' l'on. Antonio Romano, Presidente di Tribunale: "Con tutto il rispetto per la capacita' intellettiva della donna, ho l'impressione che essa non sia indicata per la difficile arte del giudicare. Questa, richiede grande equilibrio, e alle volte l'equilibrio difetta per ragioni anche fisiologiche. Questa e' la mia opinione, le donne devono stare a casa".
1957 - Cosi' scrisse, in un libretto dal titolo "La donna giudice, ovverossia la grazia contro la giustizia", il presidente onorario della Corte di Cassazione, Eutimio Ranelletti: "... la donna e' fatua, leggera, superficiale, approssimativa, negata alla logica e quindi inadatta a valutare obiettivamente e saggiamente i delitti e i delinquenti".
2021, novembre - Durante una lezione online agli studenti del primo anno del corso di laurea in Medicina presso l'Universita' di Bari, un cultore di Bioetica, ha affermato che "Giudici donne non dovrebbero esserci perche' giudicare significa essere imparziali". Secondo il de quo le donne sarebbero geneticamente incapaci di imparzialita'.
Ancora, sulla recrudescenza della cultura patriarcale:
Mario Adinolfi: "la donna sottomessa e' fondamento della famiglia" (teoria promossa dal regime fascista, che vide nella procreazione il principale dovere della donna);
Camillo Langone: "e' meglio che le donne crescano figli, invece di studiare. Il vero fattore fertilizzante e' la bassa scolarizzazione: se vogliamo riaprire qualche reparto maternita' bisognera' risolversi a chiudere qualche facolta'".
Sembra evidente la tendenza a ricacciare le donne nel limbo domestico, privandole di autonomia economica, e dunque subordinandole ancora una volta al maschile, in assoluta dissonanza con l'art 1 della Dichiarazione Onu 1993, che considera violenza contro le donne ogni atto che si configuri come coercizione o privazione della liberta'.
E' questo il contesto con cui bisogna fare i conti. E non basta affermare che la famiglia patriarcale non esiste piu', per dedurre l'inesistenza della mentalita' patriarcale. Tale mentalita', per quanto sfilacciata dai tempi e dalle lotte delle donne, e' ancora presente, e rimane zoccolo duro nella mente di molti.
11. RIFLESSIONE. ANTONELLA NAPPI: 25 NOVEMBRE 2023. CONTRO LA CANCELLAZIONE DEL BIOLOGICO E DELL'AUTORITA' DELLE DONNE E DEI SENTIMENTI CHE I MASCHI PROVANO E TACCIONO
[Dal sito della "Libreria delle donne" di Milano riprendiamo e diffondiamo]
Sono stata alla manifestazione di Milano il 25 novembre contro la violenza sulle donne con un cartello che diceva l'opposto di cio' che molte dicono e scrivono, e alcune sostengono anche in ambiente universitario: che il movimento LGBTQ+ ci rappresenta tutte e tutti. Insinuando cosi' un potere di rappresentanza che mi e' odioso perche' pensiero del tutto maschile. E' una violenza per me insopportabile, ora che ho imparato a riconoscere la violenza che non e' Legge da imparare. Ho impiegato cinquant'anni a riconoscere la violenza che da bambina mi sembrava la Legge familiare o sociale che dava il giusto apprendimento. La devo additare e combattere!
Mi preoccupa grandemente che si manchi di elaborazione riflessiva nella protesta e che la si dia in mano al maschilismo mediatico, il maschilismo sempre vincente nella politica rappresentativa, che sia nei parlamenti o nelle strade. C'e' invece una disponibilita' piacevolissima nelle persone meno giovani e meno organizzate a considerare la violenza della politica, quella dell'economia.
La piazza di Milano il 25 novembre era immensa e molto pacifica, molto riflessiva nella disposizione a considerare la violenza contro le donne; la stessa disposizione che in questi anni considera la violenza della guerra in tutti i luoghi dove i conflitti economici e politici non sono analizzati e gestiti da pratiche di contrattazione verbale e diventano distruzione e morte. Era una piazza piena di giovani padri e madri con bambini. Quella popolazione che fa lo sforzo della comunicazione tra differenti e ci fa progredire, quella su cui investire.
Li' mi erano tutti amici, il mio cartello era il loro, per questa ragione dico che c'e' un potenziale di capacita' di dirsi ed essere solidali enorme, non buttiamolo nel fosso della contestazione non sapiente. Nel fosso di quell'esasperare l'inimicizia verso la scienza e la politica, solo perche' l'economia le influenza e investe la sua potenza nel far si' che si prendano gioco di noi; dobbiamo distinguere tra la scienza e la politica asserviti al guadagno illimitato e quelle con le quali possiamo comunicare e che ci giovano.
Il mio cartello diceva:
"La piu' grande violenza contro le donne e i bambini e' usare corpi di donne per diventare padri di figli a cui si nega la madre. E' violenza patriarcale.
Gli uomini devono riconoscere l'altro da se': le donne.
Con la storia di silenzio e censura che abbiamo noi donne, privarci della desinenza in -a, che da pochi anni ci dava visibilita', e' un crimine politico. Chiunque voglia dare visibilita' ad altre censure usi la stelletta o altro, ma in aggiunta alla -a, non in sostituzione, cosi' dimostrando di non voler cancellare le donne.
Noi donne non siamo a disposizione degli uomini, non usate il nostro nome: il femminismo e' interesse a valorizzare le donne. Non ci lasciamo cancellare".
12. MAESTRI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI E SU JAMES GRAHAM BALLARD
- James Graham Ballard, Condominium, Mondadori ("Urania"), Milano 1976, pp. 160.
- James Graham Ballard, Crash, Rizzoli, Milano 1990, pp. XII + 256.
- James Graham Ballard, Deserto d'acqua, Mondadori ("Urania"), Milano 1974, pp. 144.
- James Graham Ballard, Foresta di cristallo, Longanesi, Milano 1975, pp. VI + 234.
- James Graham Ballard, Gli scultori di nuvole, Mondadori ("Urania"), Milano 1968, pp. 144.
- James Graham Ballard, Hello America, Feltrinelli, Milano 2020, pp. 256.
- James Graham Ballard, Il condominio, Feltrinelli, Milano 2003, 2014, pp. 192.
- James Graham Ballard, Il gigante annegato, Mondadori ("Urania"), Milano 1978, pp. 192.
- James Graham Ballard, Il giorno della creazione, Rizzoli, Milano 1988, pp. 320.
- James Graham Ballard, Il giorno senza fine, Longanesi, Milano 1976, pp. IV + 188.
- James Graham Ballard, Il mondo sommerso, Feltrinelli, Milano 2005, 2019, pp. 208.
- James Graham Ballard, Il paradiso del diavolo, Feltrinelli, Milano 2008, pp. 256.
- James Graham Ballard, I miracoli della vita, Feltrinelli, Milano 2009, 2010, pp. 232.
- James Graham Ballard, Incubo a quattro dimensioni, Mondadori, Milano 1978, pp. 224.
- James Graham Ballard, I segreti di Vermilion Sands, Fanucci, Roma 1976, pp. 220.
- James Graham Ballard, La civilta' del vento, Mondadori ("Urania"), Milano 1977, pp. 168.
- James Graham Ballard, La mostra delle atrocita', Rizzoli, Milano 1991, pp. 272.
- James Graham Ballard, La zona del disastro, Mondadori ("Urania"), Milano 1979, pp. 184.
- James Graham Ballard, L'impero del sole, Rizzoli, Milano 1986, Cde, Milano 1988, pp. 332.
- James Graham Ballard, Mitologie del futuro prossimo, Mondadori ("Urania"), Milano 1984, pp. 176.
- James Graham Ballard, Sogno S.p.A., Feltrinelli, Milano 2019, pp. 256.
- James Graham Ballard, Terra bruciata, Mondadori ("Urania"), Milano 1979, pp. 176.
- James Graham Ballard, Tutti i racconti. Volume I, Feltrinelli, Milano 2015, pp. 620.
- James Graham Ballard, Tutti i racconti. Volume II, Feltrinelli, Milano 2016, pp. 624.
- James Graham Ballard, Ultime notizie dall'America. Ora zero, Mondadori ("Urania"), Milano 1981, pp. 384.
- "Re/search", J.G. Ballard, ShaKe Edizioni, Milano 1994, pp. 272.
13. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- In viaggio con Philippe Daverio, Da capitale dell'impero a capitale divisa: Berlino tra Ottocento e Novecento, Rcs, Milano 2023, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- In viaggio con Philippe Daverio, I Bonaparte: un'epica questione di famiglia, Rcs, Milano 2023, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Zarko Muljacic, Introduzione allo studio della lingua italiana, Einaudi, Torino 1971, pp. 396.
- Martha C. Nussbaum, La fragilita' del bene, Il Mulino, Bologna 1996, 2004, 2011, pp. VI + 832.
*
Riedizioni
- Enzo Ciconte, Borbonici, patrioti e criminali. L'altra storia del Risorgimento, Salerno, Roma 2016, Rcs, Milano 2023, pp. 176, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Massimo Recalcati, Esiste il rapporto sessuale?, Cortina, Milano 2021, Gedi, Torino 2023, pp. 202, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
15. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5042 dell'8 dicembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 5042 dell'8 dicembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Omero Dellistorti: Buongiorno
2. Carogno Mozzarecchi: Tre epitomi
3. Severino Vardacampi: A costo di sembrare il solito grillo parlante...
4. Peppe Sini: Cinque tesi sul golpe in corso in Italia
5. L'associazione "Respirare" di Viterbo scrive alla Presidente del Parlamento Europeo: "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
6. Emergency e altri: Per un cessate il fuoco permanente e una soluzione politica
7. Adesione popolare alla denuncia sulla presenza di armi nucleari in Italia
8. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
9. Il 10 dicembre Marcia della pace ad Assisi
10. Zina Croce': Patriarcato e dintorni, proviamo a fare chiarezza
11. Antonella Nappi: 25 novembre 2023. Contro la cancellazione del biologico e dell'autorita' delle donne e dei sentimenti che i maschi provano e tacciono
12. Alcune pubblicazioni di e su James Graham Ballard
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'
1. COSE D'OGGI. OMERO DELLISTORTI: BUONGIORNO
- Buongiorno
- Buongiorno a lei.
- Vorrei acquistare un'arma.
- Per cosa le serve?
- Perche'?
- Vede, ci sono molte armi, ma non tutte hanno la stessa funzione.
- Non servono tutte a uccidere?
- Si', ma tra un carrarmato e una beretta c'e' una bella differenza.
- Immagino. Il carrarmato quanto costerebbe?
- Un bel mucchio di quattrini.
- Non vorrei spendere molto.
- E' naturale, perche' buttar via i soldi?
- Infatti.
- Un mitra?
- Magari.
- Ne abbiamo di vari modelli.
- E' facile da usare?
- Facilissimo.
- Allora potrebbe fare al caso mio.
- Bene. Ha qualche preferenza in particolare?
- Cioe'?
- Ci sono vari modelli, per esempio questo e' un kalashnikov.
- Ah, ne ho sentito parlare.
- Funziona da dio ed e' praticamente indistruttibile. Che so, mettiamo che lei voglia attaccare una scuola...
- E perche' dovrei attaccare una scuola?
- Non so.
- No, io devo solo ammazzare mia moglie.
- Ah.
- Eh.
- Allora forse un kalashnikov e' un po' sovradimensionato.
- Perche'?
- Diciamo che se lei spara una raffica, sporca tutta casa di sangue.
- Non importa, anzi: e' l'occasione per cambiare la carta alle pareti.
2. LA TERRA DESOLATA. CAROGNO MOZZARECCHI: TRE EPITOMI
"Poi cercava gli occhiali che aveva sul naso
poi si chiedeva il senso del mondo e della vita
e intanto a coltellate la finiva"
(Clemente Tristacci, Del senso e del gusto della vita)
I. I bravi ragazzi
Era bravo a scuola a calcetto e a bigliardino
lo chiamavano Tonimanero il Drugo il Drago
Ci aveva i capelli come i calciatori
Sul fisico scolpito i tatuaggi ganzi
Faceva le cose che fanno tutti i giovani
guardava le femmine sul telefonino
La regola e che ogni lasciata e' persa
e piu' e' santarellina e piu' e' perversa
Poi si stupiva di tutto quel sangue
dagli squarci che aveva fatto lui
Si chiedeva com'era possibile
visto che l'amava cosi' tanto
*
II. Un vero uomo
Un vero uomo non spreca il suo tempo
a parlare di femminicidi.
Un vero uomo li esegue.
Un vero uomo lo sa che un esempio
vale piu' di mille parole.
*
III. Da regazzini
Da regazzini giocavamo a torturare
le bestie. Che la vita qui al paese
era tutta una noia ai vecchi tempi.
Mo' che siamo cresciuti grandi e grossi
e' sempre tutto uguale qui al paese
solo che invece delle bestie adesso
le femmine.
3. REPETITA IUVANT. SEVERINO VARDACAMPI: A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE...
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
4. REPETITA IUVANT. PEPPE SINI: CINQUE TESI SUL GOLPE IN CORSO IN ITALIA
"Al fascista e' difficile rivolgersi.
Che un altro prenda la parola, gli appare gia' come un'interruzione sfrontata.
E' inaccessibile alla ragione, poiche' la vede solo nella capitolazione dell'altro"
(Max Horkheimer e Theodor W. Adorno, Dialettica dell'illuminismo,
nell'Aggiunta a "Contro quelli che se ne intendono")
1. La cosiddetta "riforma costituzionale del premierato" e' in realta' un effettuale stravolgimento della Costituzione repubblicana, una profonda ferita inferta al Parlamento, un'aggressione esplicita alla separazione dei poteri e quindi allo stato di diritto, un brutale attacco alla democrazia, un ripugnante tentativo di imporre un regime autoritario.
C'e' un nome per tutto cio': si chiama colpo di stato.
*
2. L'uso sistematico della menzogna nella retorica propagandistica con cui il governo, la minoranza organizzata che lo sostiene, i suoi piu' o meno occulti ispiratori e compari e i variopinti suoi caudatari cercano di spacciare il golpe come una quisquilia o come una panacea (nell'imbonimento dei ciarlatani tutto e il contrario di tutto si equivalgono) e' esso stesso sintomatico della deriva autoritaria: la negazione della verita', quand'anche fosse solo frutto di crassa ignoranza, e' gia' una negazione della democrazia, dell'argomentazione logica e verificabile e del confronto razionale nelle procedure decisionali in cui la democrazia s'invera.
L'ostentato disprezzo per la verita' e' l'equivalente dei roghi dei libri di nazista memoria: e come diceva gia' Heine, dove si bruciano i libri, poi si bruceranno le persone.
*
3. Al disprezzo per la verita', e all'uso del linguaggio per mistificare la realta', si unisce l'apologia della violenza: il sostegno al riarmo, alla crescente militarizzazione delle relazioni internazionali, alla guerra; la compressione delle liberta' democratiche a colpi di "decreti sicurezza" e con i provvedimenti che ledono finanche il diritto di sciopero; la violenza razzista sui migranti, all'infamia dei campi di concentramento aggiungendo ora anche l'infamia delle deportazioni.
Dove si pratica e si esalta la violenza, il fascismo e' gia' al potere.
*
4. Una politica internazionale caratterizzata da profonda indifferenza per le violazioni dei diritti umani; una politica sociale caratterizzata da profonda indifferenza per le sofferenze delle classi sociali piu' oppresse e i soggetti sociali piu' bisognosi di sostegno; una politica ambientale caratterizzata da profonda indifferenza per la catastrofe ecologica che minaccia l'intera umanita' e l'intero mondo vivente; una politica dell'amministrazione della giustizia caratterizzata dall'aggressione alla magistratura e allo stato di diritto; l'ideologia - ovvero il delirio - nazionalista e populista, sciovinista e razzista, militarista e patriarcale; la nostalgia plebiscitaria, l'esaltazione della gerarchia e l'odio per l'eguaglianza di dignita' e diritti: sono tutti elementi che definiscono inequivocabilmente il "brodo di coltura" del golpe in corso.
All'abuso come modo privilegiato di esercizio del potere si unisce il degrado dei costumi che tutto perverte, si unisce la barbarie che soffoca ed annichilisce la nozione stessa di bene comune, la coscienza stessa della responsabilita' morale e del dovere civile, il fondamentale sentimento e riconoscimento di umanita'.
*
5. Al colpo di stato in corso e' compito dell'intero popolo italiano opporsi: con gli strumenti della democrazia, con l'uso della ragione, con la forza della verita', con la scelta della lotta nonviolenta per il bene comune dell'umanita' intera.
Difendere la Costituzione repubblicana. Difendere lo stato di diritto. Difendere la democrazia. Difendere la pace e la biosfera. Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
5. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" Di VITERBO SCRIVE ALLA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO: "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola,
numerose personalita' della societa' civile e varie associazioni democratiche italiane hanno promosso alcune settimane fa l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
Avendo aderito a tale appello, aderiamo anche alla lettera aperta che le e' stata inviata alcuni giorni fa, e ci associamo quindi alla richiesta che lei voglia proseguire nell'impegno del suo illustre e non dimenticato predecessore.
*
Qui di seguito il testo dell'appello.
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
le saremmo assai grati se lei, che ha assunto l'incarico di Presidente del Parlamento Europeo succedendo all'on. Sassoli, volesse porsi a capo di questa iniziativa volta a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
sicuramente lei ricorda che il Parlamento Europeo gia' in passato ripetutamente si espresse in tal senso nel 1994 e nel 1999.
E sicuramente lei sa che una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU, dopo aver accuratamente riesaminato tutti gli atti processuali, lo scorso anno ha concluso i suoi lavori chiedendo la liberazione di Leonard Peltier.
E sicuramente lei sa anche che nel corso del tempo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International, da innumerevoli istituzioni democratiche, da milioni - letteralmente milioni - di esseri umani di ogni parte del mondo, tra cui anche il magistrato che nel 1976 sostenne l'accusa contro di lui e che da anni e' impegnato per la sua liberazione (da allora ad oggi peraltro e' stato definitivamente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier erano false).
Come ha scritto nel suo appello l'indimenticato Presidente Sassoli, "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
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Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione ed auspicando un suo intervento, voglia gradire distinti saluti.
L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 2 dicembre 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
6. REPETITA IUVANT. EMERGENCY E ALTRI: PER UN CESSATE IL FUOCO PERMANENTE E UNA SOLUZIONE POLITICA
[Riceviamo e diffondiamo]
La fragile tregua ottenuta per Gaza e' il frutto di una lunga mediazione internazionale, ma servono un cessate il fuoco permanente e una vera soluzione politica per una prospettiva concreta di pace e giustizia.
Il 7 ottobre Hamas ha ucciso e rapito civili inermi nelle loro case, per strada, a un festival sottraendoli alle loro famiglie. E' stato un attacco che ha colpito prevalentemente civili ebrei israeliani, tra cui bambini, anziani, attivisti storici per la pace e contro l'occupazione ma anche lavoratori migranti, palestinesi con passaporto israeliano o residenti in Israele. Sono seguite settimane di bombardamenti indiscriminati da parte del governo israeliano contro la popolazione di Gaza, con scuole ed ospedali divenuti cimiteri. Piu' di un milione di palestinesi e' stato costretto a lasciare le proprie case per dirigersi nel sud di Gaza, che non e' piu' un luogo sicuro.
Non ci sono corridoi umanitari adeguati, acqua, cibo, energia. In Cisgiordania e' cresciuta esponenzialmente la violenza da parte di coloni armati contro la popolazione civile palestinese.
Davanti a questi orrori, l'opinione pubblica internazionale in Europa si e' polarizzata, con il ritorno di gravissimi episodi di antisemitismo e islamofobia, riportandoci alla retorica dello scontro di civilta' che ha fatto danni enormi negli ultimi decenni.
La lotta contro l'antisemitismo non puo' essere ne' una mossa ipocrita per cancellare il retaggio del fascismo, ne' un'arma in piu' per reprimere il dissenso e alimentare xenofobia e pregiudizio antiarabo. Deve invece essere parte integrante della lotta contro ogni forma di razzismo.
Questa logica binaria - da una parte o dall'altra - e' la trappola a cui e' necessario sottrarsi in questo momento. Non si puo' cancellare l'orrore del 7 ottobre, ma si puo' fermare la strage a Gaza. Un crimine di guerra non ne cancella un altro: alimenta solo l'ingiustizia che prepara il terreno ad altra violenza.
Rivendichiamo il diritto e il dovere di guardare la guerra sempre dal punto di vista delle vittime, perche' sono loro l'unica certezza di ogni conflitto.
La protezione dei civili, senza distinzione di nazionalita', residenza o religione, e degli ospedali, deve essere il primo obiettivo di un'azione diplomatica della comunita' internazionale e delle forze della societa' civile.
Chiediamo la fine definitiva del massacro a Gaza, l'avvio di corridoi umanitari adeguati e la liberazione di tutti gli ostaggi. In Israele oltre mille palestinesi sono trattenuti in detenzione amministrativa, tra cui centinaia di minori, di cui chiediamo il rilascio. E' necessaria una soluzione politica a partire dalla fine del regime di apartheid e delle politiche di colonizzazione e di occupazione militare israeliane. Non potra' mai esserci sicurezza - per i palestinesi, per gli israeliani, per nessuno di noi - senza eguaglianza, diritti e liberta'.
Promotori: Emergency, Laboratorio ebraico antirazzista – LeA, Mediterranea e Assopace Palestina
Sottoscritto da tante altre associazioni, tra cui Amnesty International Italia, Arci, Libera, Gruppo Abele, AOI, Un Ponte per, Beati i costruttori di pace, Lunaria, Associazione SenzaConfine, Articolo 21... e per ora sono circa 4.000 quelli che hanno sottoscritto, tra questi 400 personalita' del mondo accademico, del mondo dello spettacolo, giornalisti e diplomatici, tra cui:
don Luigi Ciotti, Miguel Benasayag, Goffredo Fofi, Marco Damilano, Michele Serra, Pier Francesco Favino, Alessandro Bergonzoni, Carlo Ginzburg, Fiorella Mannoia, don Albino Bizzotto, Lisa Clark, Toni Servillo, Ferzan Ozpetek, Luca Zingaretti, Elio Germano, Ascanio Celestini, Greta Scarano, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Vittoria Puccini, Giorgio Diritti, Mario Martone, Alba Rohrwacher, Alice Rohrwacher, Saverio Costanzo, Caterina Guzzanti, Paola Cortellesi, Edoardo Winspeare, Enzo Traverso, Carlo Rovelli, Tommaso Di Francesco, Alessandro Gilioli, Francesca Fornario, Stefano Nazzi, Alberto Negri, Nico Piro, Andrea Capocci, Alessandro Calascibetta, Ali Rashid, Alessandro Robecchi, Giulia Blasi, Donald Sassoon, Loredana Lipperini, Annamaria Testa, Raffaele Alberto Ventura, Luciana Castellina, Nicola Lagioia, Sandro Veronesi, Christian Raimo, Maurizio Braucci, Teresa Ciabatti, Mario Ricciardi, Giorgia Serughetti, Marco Revelli, Alessandro Portelli e tantissimi altri...
Per l'elenco completo dei firmatari, individuali e collettivi, e per sottoscrivere al seguente sito: https://cessateilfuoco.org/
7. REPETITA IUVANT. ADESIONE POPOLARE ALLA DENUNCIA SULLA PRESENZA DI ARMI NUCLEARI IN ITALIA
[Riceviamo e diffondiamo. Andando sul sito www.peacelink.it o sul sito www.pressenza.com e' possibile attivare i link per accedere a ulteriori materiali e per sottoscrivere l'iniziativa]
Il prossimo passo della denuncia trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma lo scorso 2 ottobre, riguardante la presenza delle armi nucleari in Italia e in attesa che si attivi la corrispondente inchiesta, riguarda l'adesione popolare a tale denuncia: parte oggi con una sottoscrizione popolare che si puo' realizzare online grazie alla piattaforma predisposta all'interno del sito di PeaceLink, storico portale telematico del pacifismo italiano.
Andando a questo indirizzo sara' possibile firmare la petizione di adesione di cui riportiamo il testo:
Ho appreso che in data 2 ottobre 2023 e' stata depositata alla Procura presso il Tribunale di Roma una denuncia per accertare la presenza di armi nucleari in Italia, verificarne la illegittimita' ed individuare i responsabili. Ho letto il testo e lo condivido. Approvo l'iniziativa alla quale vorrei partecipare. Non potendo piu' sottoscrivere la denuncia, ormai depositata, chiedo che questa mia lettera venga allegata agli atti del procedimento come segno di sostegno all'iniziativa.
In particolare mi sembrano significative le seguenti norme riportate nel testo della denuncia.
"In data 24 aprile 1975 l'Italia ha sottoscritto il Trattato di non Proliferazione Nucleare (TNP), trattato internazionale incentrato, in particolare su:
a) la c.d. "non proliferazione" del nucleare, in base alla quale gli Stati in possesso di armi nucleari (c.d. "Paesi nucleari") si impegnano a non trasferire armi di tale natura a quelli che ne sono privi (c.d. "Paesi non nucleari"), mentre questi ultimi si obbligano a non ricevere e/o acquisire il controllo diretto o indiretto di ordigni nucleari (artt. I, II, III);
b) il disarmo nucleare, che impone il ricorso a trattative finalizzate alla definitiva cessazione della prassi di armamento nucleare (art. VI).
Il diritto bellico internazionale vieta l'uso e la minaccia dell'uso delle armi nucleari in qualsiasi circostanza.
La L. 185/1990 vieta la fabbricazione, l'importazione, l'esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiale di armamento senza l'autorizzazione dell'autorita' e, in ogni caso, di armi nucleari.
Ciononostante, la presenza di armi nucleari sul suolo nazionale puo' ormai considerarsi certa".
Sono consapevole della rilevanza politica dell'iniziativa giudiziaria. Credo, pero', fermamente nello Stato di diritto, nella ripartizione dei poteri e, soprattutto, nell'indipendenza della magistratura.
Sono certo che anche questa denuncia sara' valutata senza timori per le implicazioni politiche sottese.
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Informazioni sulla denuncia
La denuncia e' sottoscritta a livello individuale da 22 esponenti di associazioni pacifiste e antimilitariste: Abbasso la guerra, Donne e uomini contro la guerra, Associazione Papa Giovanni XXIII, Centro di documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Tavola della Pace Friuli Venezia Giulia, Rete Diritti Accoglienza Solidarieta' Internazionale, Pax Christi, Pressenza, WILPF, Centro sociale 28 maggio, Coordinamento No Triv, e singoli cittadini. Alcune di queste associazioni condividono collettivamente i contenuti di questa iniziativa.
Il testo della denuncia e' visionabile cliccando su questo link.
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Aderisci:
Come persona
Come associazione
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.
9. INIZIATIVE. IL 10 DICEMBRE MARCIA DELLA PACE AD ASSISI
[Dal sito perugiassisi.org riprendiamo e diffondiamo]
Cessate il fuoco!
Marcia della pace e della fraternita'
Assisi, domenica 10 dicembre 2023
Nella Giornata Internazionale dei Diritti Umani, in occasione del 75mo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (10 dicembre 1948-2023) organizziamo assieme una nuova marcia della pace e della fraternita' per fermare le stragi. Riprendiamo in mano la bussola dei diritti umani!
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Programma
Ore 10.00 Incontro di riflessione e proposta (Domus Pacis, Assisi, Santa Maria degli Angeli)
Ore 14.30 Marcia della Pace e della Fraternita' da Santa Maria degli Angeli
Ore 16.50 Conclusione in Piazza San Francesco
Ore 17.00 Messa nella Basilica Inferiore di San Francesco
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"In nome di Dio: cessate il fuoco!
Si abbia la forza di dire basta!"
Papa Francesco (5 novembre 2023)
"Gaza sta diventando un cimitero di bambini.
E' una crisi di umanita'!"
Antonio Guterres, Segretario Generale dell'Onu (6 novembre 2023)
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Israele e Palestina. Due Stati per due Popoli.
Stessa dignita', stessi diritti, stessa sicurezza.
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Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace
Coalizione AssisiPaceGiusta
10. RIFLESSIONE. ZINA CROCE': PATRIARCATO E DINTORNI, PROVIAMO A FARE CHIAREZZA
[Dal sito de "Il paese delle donne" riprendiamo e diffondiamo]
Dopo decenni in cui argomenti di natura storico-sociologica come "Patriarcato" sono rimasti confinati negli scritti specialistici, adesso l'argomento esplode sui media mainstream.
Come si sa, tutto e' partito dalle note affermazioni di Elena Cecchettin, attorno alle quali si e' prodotta una valanga di "argomentazioni", a volte confuse, spesso avulse dalla problematica relativa alle analisi di genere. E' stato detto che il patriarcato non esiste piu' da tempo, affermazione del tutto ovvia se ci si riferisce alla famiglia patriarcale, intesa come struttura sociale ormai sostituita dalla famiglia nucleare; altra cosa, invece, sono i valori/disvalori che sono stati parte integrante di tale struttura sociale: secolari, dunque non facilmente cancellabili. E anche endemici, perche' circolano in modo carsico, e non sempre facilmente decodificabili perche' normalizzati dalla consuetudine.
E' dunque li' che bisogna individuare le dinamiche di certa persistente mentalita' maschile che, in tante situazioni, non e' venuta meno nonostante l'emancipazione femminile, anzi risulta in recrudescenza proprio a causa della chiara difficolta' di alcuni uomini di rapportarsi con "foeminae novae". L'oceanico corteo romano di questi giorni ne e' chiara testimonianza.
In tempi molto lontani, la subordinazione femminile al maschile era innanzitutto causata da fatti "naturali", come le continue gravidanze non ostacolate da pratiche contraccettive, e da fatti economici, visto che i mezzi di sussistenza provenivano dagli uomini. Da tale forma di dipendenza e' scaturita la reificazione delle donne e la limitata considerazione della figura femminile a livello sociale e non solo. Tale consecutio risultava "obbligata" da fattori di primitivita' antropologica che nei secoli hanno trasformato "il fatto in dato" (Marx, Il Capitale). Questo "dato" ha ... dato vita alla misoginia, consolidata acriticamente (e comodamente) da tutta la cultura tradizionale, dominata dal maschile. Ecco quindi che la segregazione femminile e' stata sacramentata come valore etico supremo.
Sulla questione, ricordo qui alcune affermazioni della "tradizione".
Fronte laico:
Esiodo: "la virtu' della donna finisce sull'uscio di casa". Ergo: se la donna esce di casa e' "pubblica", con cio' che ne segue.
Rousseau: "La donna e' fatta per sottomettersi all'uomo e sopportare le ingiustizie". Ergo: Olympe de Gouges poteva essere ghigliottinata perche' aveva "dimenticato le virtu' che convenivano al suo sesso": stare a casa, e stare zitta. Come si sa, la personalita' della De Gouges fu studiata da un medico il quale concluse che l'interesse per la politica della donna derivava da una "patologica carenza di femminilita'".
Schiller: "Il dovere della donna sulla faccia della terra e' l'obbedienza".
A rinforzo di tali teorie, cosi' il fronte clericale:
San Paolo: "La donna deve portare sul capo il segno della sua dipendenza. Le donne tacciano perche' non e' loro permesso parlare; stiano invece sottomesse. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti".
Beato Cherubino da Spoleto: "La cosa ch'e' tenuto lo marito dare alla moglie, si chiama correzione, reprensione, castigamento; occorre punizione, percussione, o vero battitura e flagellamento: la donna e' fragile e difettosa".
E allora siamo sicuri che certe fonti del (mal)pensare, oltre ad avere condizionato le menti delle persone comuni, non hanno influenzato anche la tradizione giuridica occidentale? Le leggi sono prodotti storici, e, in quanto tali, esprimono la mentalita' dominante, in questo caso, quella patriarcale. Tale mentalita' ha fatto della donna una sorta di minus habens, sottoposta in tutto e per tutto all'autorita' dell'uomo, del pater familias.
Osserviamo che
fino al 1919 le donne erano prive di diritti civili, non potevano ereditare (la dote veniva gestita dal marito), ne' potevano deporre in Tribunale (in compenso potevano subire condanne);
fino al 1946 le donne non avevano accesso al voto;
fino al 1956 le donne subivano lo ius corrigendi (art. 571 c.p.), che consentiva al pater familias di usare la violenza fisica nei riguardi dei figli e anche nei riguardi della moglie (in barba al fatto che l'art. 29 della nostra Costituzione proclami la "eguaglianza morale e giuridica dei coniugi");
fino al 1969 le mogli subivano punizioni se adultere (art. 559 del c.p.). Cio' non accadeva ai mariti che praticavano identico comportamento.
fino al 1975 (anno della Riforma del diritto di famiglia, che ha cancellato la figura del pater familias) i rapporti moglie/marito erano resi fortemente dispari dalla marcata dipendenza della moglie, priva della minima autorevolezza e men che mai di autorita' nei riguardi dei figli;
fino al 1981 esisteva il "delitto d'onore" (art. 587 c.p.), insieme al "matrimonio riparatore" (art. 544 c.p.) che reificava le donne fino all'annullamento fisico.
Per non parlare dei venti anni venti che ci son voluti per licenziare la legge contro la violenza antifemminile.
E visto che siamo in zona "sessualita'", quella piu' patita dalle donne, ricordiamo, sul piano del linguaggio, che e' elemento rivelatore della mentalita', il persistere di certe disimmetrie semantiche riferite a termini che assumono significati diversi a seconda che riguardino un uomo o una donna, ad esempio, Pubblico - uomo pubblico/donna pubblica, Libero - uomo libero/donna libera... Sono le piu' plateali.
E come non ricordare, anche, l'espressione Collegi a due piazze usata da un (pure!) autorevole uomo delle Istituzioni, italiano, per definire l'alternanza uomo/donna nelle liste elettorali?
Anche questa e' violenza: non considerare le donne persone ma oggetti sessuali, di cui eventualmente poter disporre. Del resto, per tornare al citato "fronte clericale", cosi' sosteneva San Giovanni Crisostomo: "Le donne servono soprattutto a soddisfare la libidine degli uomini". Sic!
Ancora nell'ambito del Diritto, che dire del ritardo relativo all'ingresso delle donne in Magistratura, che fu concesso con legge ad hoc del 1963, ben quindici anni dopo l'entrata in vigore della nostra Costituzione che esalta l'uguaglianza dei cittadini? In merito, ecco qualche dato di cronaca:
1947 - Durante l'Assemblea Costituente si discuteva della possibilita' di aprire alle donne l'ingresso in Magistratura; cosi' affermo' l'on. Antonio Romano, Presidente di Tribunale: "Con tutto il rispetto per la capacita' intellettiva della donna, ho l'impressione che essa non sia indicata per la difficile arte del giudicare. Questa, richiede grande equilibrio, e alle volte l'equilibrio difetta per ragioni anche fisiologiche. Questa e' la mia opinione, le donne devono stare a casa".
1957 - Cosi' scrisse, in un libretto dal titolo "La donna giudice, ovverossia la grazia contro la giustizia", il presidente onorario della Corte di Cassazione, Eutimio Ranelletti: "... la donna e' fatua, leggera, superficiale, approssimativa, negata alla logica e quindi inadatta a valutare obiettivamente e saggiamente i delitti e i delinquenti".
2021, novembre - Durante una lezione online agli studenti del primo anno del corso di laurea in Medicina presso l'Universita' di Bari, un cultore di Bioetica, ha affermato che "Giudici donne non dovrebbero esserci perche' giudicare significa essere imparziali". Secondo il de quo le donne sarebbero geneticamente incapaci di imparzialita'.
Ancora, sulla recrudescenza della cultura patriarcale:
Mario Adinolfi: "la donna sottomessa e' fondamento della famiglia" (teoria promossa dal regime fascista, che vide nella procreazione il principale dovere della donna);
Camillo Langone: "e' meglio che le donne crescano figli, invece di studiare. Il vero fattore fertilizzante e' la bassa scolarizzazione: se vogliamo riaprire qualche reparto maternita' bisognera' risolversi a chiudere qualche facolta'".
Sembra evidente la tendenza a ricacciare le donne nel limbo domestico, privandole di autonomia economica, e dunque subordinandole ancora una volta al maschile, in assoluta dissonanza con l'art 1 della Dichiarazione Onu 1993, che considera violenza contro le donne ogni atto che si configuri come coercizione o privazione della liberta'.
E' questo il contesto con cui bisogna fare i conti. E non basta affermare che la famiglia patriarcale non esiste piu', per dedurre l'inesistenza della mentalita' patriarcale. Tale mentalita', per quanto sfilacciata dai tempi e dalle lotte delle donne, e' ancora presente, e rimane zoccolo duro nella mente di molti.
11. RIFLESSIONE. ANTONELLA NAPPI: 25 NOVEMBRE 2023. CONTRO LA CANCELLAZIONE DEL BIOLOGICO E DELL'AUTORITA' DELLE DONNE E DEI SENTIMENTI CHE I MASCHI PROVANO E TACCIONO
[Dal sito della "Libreria delle donne" di Milano riprendiamo e diffondiamo]
Sono stata alla manifestazione di Milano il 25 novembre contro la violenza sulle donne con un cartello che diceva l'opposto di cio' che molte dicono e scrivono, e alcune sostengono anche in ambiente universitario: che il movimento LGBTQ+ ci rappresenta tutte e tutti. Insinuando cosi' un potere di rappresentanza che mi e' odioso perche' pensiero del tutto maschile. E' una violenza per me insopportabile, ora che ho imparato a riconoscere la violenza che non e' Legge da imparare. Ho impiegato cinquant'anni a riconoscere la violenza che da bambina mi sembrava la Legge familiare o sociale che dava il giusto apprendimento. La devo additare e combattere!
Mi preoccupa grandemente che si manchi di elaborazione riflessiva nella protesta e che la si dia in mano al maschilismo mediatico, il maschilismo sempre vincente nella politica rappresentativa, che sia nei parlamenti o nelle strade. C'e' invece una disponibilita' piacevolissima nelle persone meno giovani e meno organizzate a considerare la violenza della politica, quella dell'economia.
La piazza di Milano il 25 novembre era immensa e molto pacifica, molto riflessiva nella disposizione a considerare la violenza contro le donne; la stessa disposizione che in questi anni considera la violenza della guerra in tutti i luoghi dove i conflitti economici e politici non sono analizzati e gestiti da pratiche di contrattazione verbale e diventano distruzione e morte. Era una piazza piena di giovani padri e madri con bambini. Quella popolazione che fa lo sforzo della comunicazione tra differenti e ci fa progredire, quella su cui investire.
Li' mi erano tutti amici, il mio cartello era il loro, per questa ragione dico che c'e' un potenziale di capacita' di dirsi ed essere solidali enorme, non buttiamolo nel fosso della contestazione non sapiente. Nel fosso di quell'esasperare l'inimicizia verso la scienza e la politica, solo perche' l'economia le influenza e investe la sua potenza nel far si' che si prendano gioco di noi; dobbiamo distinguere tra la scienza e la politica asserviti al guadagno illimitato e quelle con le quali possiamo comunicare e che ci giovano.
Il mio cartello diceva:
"La piu' grande violenza contro le donne e i bambini e' usare corpi di donne per diventare padri di figli a cui si nega la madre. E' violenza patriarcale.
Gli uomini devono riconoscere l'altro da se': le donne.
Con la storia di silenzio e censura che abbiamo noi donne, privarci della desinenza in -a, che da pochi anni ci dava visibilita', e' un crimine politico. Chiunque voglia dare visibilita' ad altre censure usi la stelletta o altro, ma in aggiunta alla -a, non in sostituzione, cosi' dimostrando di non voler cancellare le donne.
Noi donne non siamo a disposizione degli uomini, non usate il nostro nome: il femminismo e' interesse a valorizzare le donne. Non ci lasciamo cancellare".
12. MAESTRI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI E SU JAMES GRAHAM BALLARD
- James Graham Ballard, Condominium, Mondadori ("Urania"), Milano 1976, pp. 160.
- James Graham Ballard, Crash, Rizzoli, Milano 1990, pp. XII + 256.
- James Graham Ballard, Deserto d'acqua, Mondadori ("Urania"), Milano 1974, pp. 144.
- James Graham Ballard, Foresta di cristallo, Longanesi, Milano 1975, pp. VI + 234.
- James Graham Ballard, Gli scultori di nuvole, Mondadori ("Urania"), Milano 1968, pp. 144.
- James Graham Ballard, Hello America, Feltrinelli, Milano 2020, pp. 256.
- James Graham Ballard, Il condominio, Feltrinelli, Milano 2003, 2014, pp. 192.
- James Graham Ballard, Il gigante annegato, Mondadori ("Urania"), Milano 1978, pp. 192.
- James Graham Ballard, Il giorno della creazione, Rizzoli, Milano 1988, pp. 320.
- James Graham Ballard, Il giorno senza fine, Longanesi, Milano 1976, pp. IV + 188.
- James Graham Ballard, Il mondo sommerso, Feltrinelli, Milano 2005, 2019, pp. 208.
- James Graham Ballard, Il paradiso del diavolo, Feltrinelli, Milano 2008, pp. 256.
- James Graham Ballard, I miracoli della vita, Feltrinelli, Milano 2009, 2010, pp. 232.
- James Graham Ballard, Incubo a quattro dimensioni, Mondadori, Milano 1978, pp. 224.
- James Graham Ballard, I segreti di Vermilion Sands, Fanucci, Roma 1976, pp. 220.
- James Graham Ballard, La civilta' del vento, Mondadori ("Urania"), Milano 1977, pp. 168.
- James Graham Ballard, La mostra delle atrocita', Rizzoli, Milano 1991, pp. 272.
- James Graham Ballard, La zona del disastro, Mondadori ("Urania"), Milano 1979, pp. 184.
- James Graham Ballard, L'impero del sole, Rizzoli, Milano 1986, Cde, Milano 1988, pp. 332.
- James Graham Ballard, Mitologie del futuro prossimo, Mondadori ("Urania"), Milano 1984, pp. 176.
- James Graham Ballard, Sogno S.p.A., Feltrinelli, Milano 2019, pp. 256.
- James Graham Ballard, Terra bruciata, Mondadori ("Urania"), Milano 1979, pp. 176.
- James Graham Ballard, Tutti i racconti. Volume I, Feltrinelli, Milano 2015, pp. 620.
- James Graham Ballard, Tutti i racconti. Volume II, Feltrinelli, Milano 2016, pp. 624.
- James Graham Ballard, Ultime notizie dall'America. Ora zero, Mondadori ("Urania"), Milano 1981, pp. 384.
- "Re/search", J.G. Ballard, ShaKe Edizioni, Milano 1994, pp. 272.
13. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- In viaggio con Philippe Daverio, Da capitale dell'impero a capitale divisa: Berlino tra Ottocento e Novecento, Rcs, Milano 2023, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- In viaggio con Philippe Daverio, I Bonaparte: un'epica questione di famiglia, Rcs, Milano 2023, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Zarko Muljacic, Introduzione allo studio della lingua italiana, Einaudi, Torino 1971, pp. 396.
- Martha C. Nussbaum, La fragilita' del bene, Il Mulino, Bologna 1996, 2004, 2011, pp. VI + 832.
*
Riedizioni
- Enzo Ciconte, Borbonici, patrioti e criminali. L'altra storia del Risorgimento, Salerno, Roma 2016, Rcs, Milano 2023, pp. 176, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Massimo Recalcati, Esiste il rapporto sessuale?, Cortina, Milano 2021, Gedi, Torino 2023, pp. 202, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
15. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5042 dell'8 dicembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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