[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 336



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 336 del 2 dicembre 2023

In questo numero:
1. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
2. One Billion Rising Italia: Una lettera
3. Una lettera aperta alla Presidente del Parlamento Europeo: "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
4. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
5. Alcuni riferimenti utili
6. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
7. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
8. Raniero La Valle: Un tentativo ermeneutico: il buco nero sta nella concezione assoluta dello Stato. la sua unione con un altro assoluto genera mostri. Il futuro dei due popoli

1. APPELLI. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.

2. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING ITALIA: UNA LETTERA
[Riceviamo e diffondiamo]

Care attiviste e cari attivisti,
Care compagne e cari compagni di viaggio,
testimoni coraggiose e coraggiosi della lotta alla violenza e agli abusi sul corpo delle donne,
Preziose amiche tutte e preziosi amici tutti di One Billion Rising,
scriviamo queste righe consapevoli del sentimento di sofferenza e di umana impotenza che tutte e tutti voi - che tutte noi - stiamo attraversando in questi mesi. Le notizie che arrivano dal mondo ci lasciano senza fiato.
Come se non bastasse, nel nostro Paese, continua inesorabile la conta delle donne cadute per mano di uomini criminali e violenti.
Eppure in tutto questo, o forse proprio per tutto questo, noi scegliamo di non restare in silenzio, di non tirarci indietro, e vi chiediamo di essere ancora con noi.
Nell'oscurita', facciamo splendere la nostra luce. Uniamo le nostre voci. Non sara' facile, ma non sara' impossibile.
La Campagna mondiale One Billion Rising e' nata proprio per questo: per essere una reale comunita', un appiglio nella tempesta, una rete in cui conoscersi, riconoscersi, trovarsi e forse per qualcuno - come e' stato per noi - persino salvarsi. Salvarsi dalla solitudine, dal silenzio, dall'isolamento, dalla violenza fisica e psicologica che troppo spesso ci vede come prede, ancor prima che ragazze, donne o bambine.
Febbraio non e' lontano, raduniamo le forze, raccogliamo le energie, prepariamoci a far sentire il nostro grido di pace e consapevolezza.
Vi invitiamo a incominciare ad organizzare e a coordinare a livello locale la vostra partecipazione a OBR2024: anche per questo, oggi vi chiediamo con gentile fermezza, di cercare di coinvolgere il piu' possibile il mondo della scuola nelle vostre comunita'.
Crediamo sia infatti particolarmente prezioso e vitale tornare a parlare nelle scuole di come la prevaricazione della violenza di genere porti odio, dolore, mancanza di rispetto, assenza di solidarieta'.
Vi alleghiamo una lettera che volendo potrete usare per contattare le scuole dei vostri territori.
Noi siamo a vostra disposizione per qualunque chiarimento e approfittiamo per anticiparvi che V (Eve Ensler) sara' in Italia per presentare il suo nuovo libro "Io sono un'esplosione" (ed. il Saggiatore) in questi due appuntamenti pubblici:
- Firenze, venerdi' 24 novembre ore 20.30 Teatro Niccolini , V presenta il suo nuovo libro con Serena Dandini
- Milano, domenica 26 novembre ore 11 Teatro Paolo Grassi con Maria Nadotti
Mai come oggi abbiamo bisogno di essere unite e uniti, di farci forza, per continuare a costruire insieme una strada di pace, di gentilezza, di consapevolezza e di profondo rispetto per tutte le donne del pianeta.
Un abbraccio a tutte e a tutti voi.
Con gratitudine.
Nicoletta Billi
3332432777
Luisa Garribba Rizzitelli
3454767246
Margherita Giuliodori Santicchia
3280199958
One Billion Rising Italia
obritalia at gmail.com
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Allegato: Modello di lettera da inviare alle scuole
PROPOSTA COINVOLGIMENTO PROGETTO GRATUITO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Oggetto:  Proposta di coinvolgimento del Vostro Istituto nella Campagna Mondiale One Billion Rising  contro la Violenza di Genere
Gentile Sig. o Sig.ra Dirigente Scolastica/o
Gentile Docente,
Ci rivolgiamo a tutti Voi - in ogni parte d'Italia, in ogni ambito e indirizzo disciplinare delle scuole di ogni ordine e grado - con accorata fiducia che tutti siano consapevoli che la situazione sulla violenza alle donne nel nostro paese ha assunto numeri drammatici ed inaccettabili per un Paese civile e democratico. La scia sofferenza e dolore sembra inarrestabile. Una donna uccisa in media in Italia ogni due giorni. Dati impressionanti su tutte le forme di violenza che coinvolgono ragazze e ragazzi sempre piu' giovani. Non possiamo restare ferme e fermi, dobbiamo combattere il rischio di assuefazione e rassegnazione.
In occasione del 25 novembre Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha speso parole ferme ed inequivocabili: "Un'azione efficace per sradicare la violenza contro le donne deve basarsi anzitutto sulla diffusione della prevenzione delle cause strutturali del fenomeno e su una cultura del rispetto che investa sulle generazioni piu' giovani, attraverso l'educazione all'eguaglianza, al rispetto reciproco, al rifiuto di ogni forma di sopraffazione". Parole che tracciano una strada di speranza e impegno da parte di tutti.
Crediamo fermamente che la Scuola Pubblica, nonostante le difficolta' che affronta ogni giorno, nonostante le battaglie e le sfide che e' costretta a fronteggiare spesso nel silenzio delle Istituzioni, abbia ancora un ruolo cruciale per radicare nelle nuove generazioni una cultura di profondo rispetto verso tutte le donne.
One Billion Rising e' una campagna Mondiale fondata nel 2012 dalla scrittrice e attivista americana Eve Ensler con l'obiettivo di fermare la violenza contro le donne. Aderiscono a questa campagna 128 paesi nei cinque continenti.
Per queste ragioni, proponiamo in modo accorato e amichevole, che il Vostro Istituto aderisca alla Campagna Mondiale ONE BILLION RISING diventando una "OneBillionRising School" nelle due modalita' che seguono:
1) PRIMA DEL 14 FEBBRAIO 2024
Sotto la guida e l'esperienza dei Docenti le classi possono intraprendere dei laboratori o delle attivita' didattiche al fine di promuovere la sensibilizzazione, la formazione, la riflessione e il confronto tra i ragazzi e le ragazze sul tema della violenza di genere.
Partendo - a titolo esemplificativo e di suggerimento - da queste domande
"Che cos'e' la violenza di genere per te?", "Cosa sono gli stereotipi e le discriminazioni?", "Perche' secondo te nel nostro Paese ogni due giorni una donna viene uccisa?", "Perche' la violenza contro le donne e' cosi' diffusa? Cosa la genera, cosa la alimenta?", "Cosa fanno i Centri Antiviolenza?", "Cosa e' il 1522?", "Cosa diresti ad un uomo che ha commesso un femminicidio?", "Come fermeresti questa spirale di violenza?", "Nella tua esperienza hai mai assistito a comportamenti violenti verso le donne?", "La violenza e' solo fisica o anche psicologica o verbale?", "Cosa bisognerebbe fare secondo te per fermare la violenza contro le donne?", "La violenza di genere e' qualcosa che ti riguarda?".
I docenti potranno scegliere di coinvolgere le classi, magari anche dividendole per gruppi, attraverso queste iniziative:
- Scrivere dei temi o dei racconti brevi
- Realizzare un podcast
- Dare vita ad una mostra fotografica
- Creare un fumetto
- Disegnare dei quadri e raccoglierli in un'esposizione
- Scrivere e realizzare un cortometraggio amatoriale tutti insieme
- Comporre una canzone o un rap
- Realizzare uno spot video di max 30 secondi
- Ideare uno spettacolo teatrale
- Fare un reportage (audio, video o solo testo) documentando esperienze a loro prossime
- Creare una presentazione power point
- Realizzare una serie di interviste per approfondire l'argomento
- Condurre delle ricerche interdisciplinari sul tema coinvolgendo piu' materie
Crediamo che sia cruciale stimolare i ragazzi e le ragazze al confronto sul tema della violenza.  Come introduzione al tema suggeriamo la lettura di un libro che vi sara' inviato gratuitamente, su richiesta. "I Monologhi della Vagina", scritto da Eve Ensler nel 1996 - tradotto in 35 lingue - e' il testo fondante che ha sdoganato tabu' e resistenze e che ancora oggi e' uno straordinario manifesto contro la violenza, un punto di riferimento fondamentale nella lotta quotidiana di tutte le donne del mondo.
Suggeriamo di promuovere un dibattito nelle classi a partire dal libro, ma ogni docente potra' in alternativa scegliere libri, testi teatrali, video che possano comunque raggiungere lo scopo.
2) IL GIORNO 14 FEBBRAIO 2024: REALIZZARE IL FLASH MOB
Il 14 febbraio 2024 - o in giorni in prossimita' di questa data - insieme ad altre migliaia di persone nel mondo, vi chiediamo di realizzare e documentare il vostro flash mob sulle note della canzone "Break the Chain" della quale la nostra organizzazione internazionale detiene i diritti e che vengono concessi gratuitamente a chi aderisce all'iniziativa. Questa canzone e' una esplosione di energia e forza che unisce uomini e donne, ragazzi e ragazze. Qui il link della canzone e il tutorial per imparare la coreografia:
Video Break The Chain 1 con sottotitoli in italiano
https://www.youtube.com/watch?v=XQgPTA5U86o
Tutorial della coreografia curata da Debbie Allen, lo storico volto di Saranno Famosi:
https://www.youtube.com/watch?v=mRU1xmBwUeA
Vi chiediamo per questo di:
- Lavorare ad una libera coreografia della canzone coinvolgendo le classi e i docenti sulle note di "Break the Chain" ballandola tutti insieme ovunque riteniate sia possibile farlo;
- Precedere l'esecuzione della coreografia con delle brevi letture o testimonianze a tema;
Documentare e riprendere con i cellulari le attivita' svolte, postarle sui social taggando #OBR #OBRItalia o inviando qualche scatto o video amatoriale alla mail del coordinamento nazionale obritalia at gmail.com
E' sicuramente gradita, ma non indispensabile, la capacita' di:
- Coinvolgere, la cittadinanza, i genitori, media e ogni soggetto interessato, perche' possa essere divulgato al massimo il significato della vostra iniziativa e partecipazione
- Diffondere sui propri social/siti dell'istituto le informazioni utilizzando gli hashtag dell'iniziativa
Ad ogni scuola che partecipera', regaleremo 2  t-shirt ufficiali One Billion Rising Italia
La violenza contro le donne riguarda tutti noi. Nessuno puo' chiamarsi fuori. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Abbiamo un disperato bisogno della vostra collaborazione, della vostra energia, del vostro impegno e del vostro entusiasmo. Unitevi a noi. Sara' un cammino forse faticoso, a tratti difficile, ma certamente sorprendente e fertile per la vostra comunita' scolastica. Ce lo dice l'esperienza di questi ultimi dieci anni. I ragazzi e le ragazze hanno un infinito bisogno di essere guidati, di essere accompagnati e stimolati per permettere alla loro creativita', alla loro energia, ai loro pensieri e alle loro parole di sgorgare in tutta la loro unicita' e potenza. Insieme possiamo cambiare la cultura della violenza e del sopruso. Il futuro e' possibile.
Grazie per l'attenzione preziosa,
Cordialmente,
Attivista OBR
Xxxxxxxx xxxxxxxxxx
Mail per adesione: xxxxxxxxxxx
Per aderire mandate una mail a obritalia at gmail.com e verrete contattati da Margherita Santicchia del nostro Coordinamento.

3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO: "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"

Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola,
numerose personalita' della societa' civile e varie associazioni democratiche italiane hanno promosso l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
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Qui di seguito il testo dell'appello.
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
le saremmo assai grati se lei, che ha assunto l'incarico di Presidente del Parlamento Europeo succedendo all'on. Sassoli, volesse porsi a capo di questa iniziativa volta a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
sicuramente lei ricorda che il Parlamento Europeo gia' in passato ripetutamente si espresse in tal senso nel 1994 e nel 1999.
E sicuramente lei sa che una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU, dopo aver accuratamente riesaminato tutti gli atti processuali, lo scorso anno ha concluso i suoi lavori chiedendo la liberazione di Leonard Peltier.
E sicuramente lei sa anche che nel corso del tempo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International, da innumerevoli istituzioni democratiche, da milioni - letteralmente milioni - di esseri umani di ogni parte del mondo, tra cui anche il magistrato che nel 1976 sostenne l'accusa contro di lui e che da anni e' impegnato per la sua liberazione (da allora ad oggi peraltro e' stato definitivamente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier erano false).
Come ha scritto nel suo appello l'indimenticato Presidente Sassoli, "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
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Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione ed auspicando un suo intervento, voglia gradire distinti saluti.

4. APPELLI. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' tra un anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
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Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

5. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

6. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

7. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI

Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

8. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: UN TENTATIVO ERMENEUTICO: IL BUCO NERO STA NELLA CONCEZIONE ASSOLUTA DELLO STATO. LA SUA UNIONE CON UN ALTRO ASSOLUTO GENERA MOSTRI. IL FUTURO DEI DUE POPOLI
[Riceviamo e diffondiamo]

Intervento al Convegno "Cessate il fuoco. Giustizia per la Palestina" tenutosi a Roma, alla Casa Internazionale delle Donne il 18 novembre 2023.
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A Gaza non si sta svolgendo una tragedia locale, come tante che hanno devastato la vita di molti popoli, ma un evento di carattere epocale, che si apre a significati e forse a conseguenze di portata universale.
Intanto si deve dire che la guerra in corso non e' una guerra, perche' chiamarla cosi' sarebbe una diffamazione perfino della guerra. Quei neonati allineati come fagottini fuori delle incubatrici per finire tra i detriti, gli ospedali e le chiese distrutte, 11.470 persone, tra cui 4.707 bambini, 3.155 donne e 668 anziani uccisi finora, l'intera Striscia ridotta a macerie e percossa per giorni e giorni, con premeditazione, non sono una guerra, ma una vendetta, come nemmeno nelle tragedie, una tremenda vendetta. Ne' questa guerra e' come di norma e' una guerra, il cui fine non e' di uccidere: l'uccidere e' il costo della guerra, il suo inevitabile strumento, non il suo fine che e' invece la ragione per cui si fa la guerra, l'oggetto per cui si combatte, anche al costo della vita, tanto e' vero che i morti non combattenti sono considerati "danni collaterali", non voluti. Qui invece lo scopo e' di uccidere, con la motivazione che si e' stati uccisi; e il tipo di guerra fa si' che l'uccisione sia indiscriminata: quella dei palestinesi in quanto tutt'uno con Hamas o in quanto definiti scudi umani di Hamas, e quella degli operatori sanitari e dei funzionari delle ONG e dell'ONU in quanto indistinguibili dai palestinesi; e per il dopo Netanyahu la promessa elettorale dei candidati alla successione e' di uccidere tutti gli attentatori di Hamas. Cosi' Hamas e' diventata la parola in codice che copre tutta la strage. Ne' si puo' dire, come si dice per le donne stuprate o uccise, che se la sono cercata. Se la causa che si invoca per giustificare la guerra e' l'indiscusso diritto di Israele a difendersi, esso non puo' stare nell'uccidere i futuri nemici, fin dalle incubatrici e dal ventre delle madri; e' vero che oggi, ad armi nucleari cariche, si anticipa la difesa mutandola in prevenzione, ma non una prevenzione come questa, piu' precoce di quella di Erode.
Riguardo al futuro, la rivendicazione dei coloni e' quella di arrivare fino a insediamenti per 2 o 3 milioni di persone in Cisgiordania e nel contempo di ritornare a Gaza; per una loro esponente, Daniella Weiss,  di cui Barbara Spinelli ha riferito un'intervista al New Yorker dell'11 novembre, lo Stato d'Israele dovrebbe estendersi dall'Eufrate al Nilo, e i palestinesi non dovrebbero esserci piu', finire tutti nel Sinai, in Egitto, in Turchia, anzi per il ministro delle finanze Bezalel Smotrich che lo aveva detto a Parigi, non sono mai esistiti, il popolo palestinese sarebbe una "finzione" elaborata un secolo fa per lottare contro il movimento sionista; dunque, causa finita.
La vera novita' e' che tutto cio' avviene sotto gli occhi di tutti, non in un bagliore improvviso, come per un'atomica, ma in una lungo, ripetitivo srotolarsi del tempo, giorno per giorno, ora per ora, nella generale assuefazione e nella condiscendenza dei piu'; le atrocita' di Gaza godono di una sorta di Washington consensus, come se fosse tutto normale, come se Israele non potesse essere che cosi', come se la guerra fosse per statuto cosi', come se il terrorismo, che e' la guerra dei poveri e dei senza Stato, non ci fosse alcun modo di dissuaderlo, di demotivarlo, di farne cadere le ragioni. E in tal modo non c'e' solo il danno emergente, ma c'e' la pieta' umana cessante, e avanza una nuova cultura, che non e' piu' quella del patto degli uomini di vivere insieme, di non uccidersi a vicenda, di riconoscersi in un unico mondo di nazioni unite, se non addirittura di "fratres omnes", ma e' quella del vecchio stato selvaggio dell'"homo homini lupus".
La verita' e' che nella cosiddetta guerra di Gaza e' in corso un processo che rivela una crisi totale dello stato di cose presenti, una sorta di Delenda Carthago, che non si puo' non prendere in carico, non si puo' non tentare di indirizzare verso un corso diverso, e non solo per Israele.
La domanda e' che fare. Tanto piu' dobbiamo chiedercelo, perche' non c'e' solo la Delenda Carthago della Palestina e di Gaza, ma c'e' una Delenda Carthago che riguarda la Terra tutta intera, per la devastazione climatica e ambientale che va avanti indisturbata, mentre noi pensiamo ad altro e non facciamo che combatterci, sicche' tra guerre, rumore di guerre e rivolta della Natura stiamo veramente andando verso un abisso. Percio' torna piu' che mai di attualita' un'affermazione fatta dai nostri amici della sinistra cristiana all'alba della Repubblica (non ricordo se si trattasse di Rodano, di Felice Balbo o Ossicini), secondo cui ci si trovava a dover affrontare "problemi sconosciuti ad altre eta'". Proprio di questo oggi si tratta: non e' solo questione della pace intesa come sospensione della guerra o negazione della violenza, ma della pace come alternativa di sistema, cioe' come di un vero e proprio sistema di pace inteso come rovesciamento e successione rispetto al sistema di guerra o alla guerra come sistema.
Dunque, la domanda e': perche' Gaza? E perche' ci sta sfuggendo di mano il mondo? Perche' la Delenda Carthago della Terra, dov'e' il responsabile di questi delitti in cerca d'autore?
Dello scempio di Gaza senza dubbio e' responsabile e autore lo Stato d'Israele. Questo e' pero' il compendio e l'intreccio di quattro identita' diverse, che la "Legge fondamentale" approvata dalla Knesset il 19 luglio 2018 unisce in un unico soggetto. La prima componente e' l'ordinamento, che viene istituito come Stato etnico, come e' sancito nel titolo stesso della Legge fondamentale. "Israele, Stato Nazione del Popolo Ebraico". La seconda componente e' il popolo ebraico come tale. Infatti viene sancito  che "il diritto di esercitare l'autodeterminazione nazionale nello Stato di Israele e' esclusivamente per il popolo ebraico" (e amen per gli arabi palestinesi, i beduini, i drusi, i circassi); mentre la competenza dello Stato e' estesa anche al popolo ebreo della Diaspora, sia per garantirne la sicurezza quando membri del popolo ebraico siano "in pericolo o in cattivita' a causa della loro ebraicita' o cittadinanza", sia per "rafforzare l'affinita'" fra lo Stato d'Israele e i membri del popolo ebraico, sia "per preservare il patrimonio culturale, storico e religioso del popolo ebraico fra gli ebrei della Diaspora". La terza componente e' la religione di Israele che e' la fonte da cui tutto deriva, sia l'assioma che "la Terra di Israele e' la patria storica del popolo ebraico, in cui lo Stato di Israele si e' insediato", sia che "lo Stato di Israele e' la patria nazionale del popolo ebraico, in cui esercita il suo diritto naturale, culturale, religioso e storico all'autodeterminazione", sia che "Gerusalemme, integra e unita, e' la capitale di Israele", sia che "lo Shabbat e le festivita' di Israele sono i giorni di riposto fissati per lo Stato". E la quarta componente e' il messianismo, in forza del quale "lo Stato di Israele e' aperto all'immigrazione ebraica ed al ritorno degli esuli", e "considera lo sviluppo di insediamenti ebraici come valore nazionale e agira' per incoraggiare e promuoverne l'insediamento e il consolidamento".
Dunque c'e' un ordinamento, che e' lo Stato, un popolo, che e' il popolo ebreo, una religione, che e' la sua patria e la fonte del suo potere, un messianismo, che e' il possedere la Terra e goderne i frutti pacificamente e per sempre.
E' questo Stato che, come tutti ripetono, esercita il suo diritto di autodifesa a Gaza. E' lo Stato, come si presenta nella sua attuale figura storica concreta. non il sionismo perche' ci sono molti sionismi; contrastare lo Stato di Israele non vuol dire di per se' contrapporsi al sionismo.
Senonche' le azioni compiute da questo Stato non sono attribuibili ne' al popolo ebreo come tale, ne' alla religione d'Israele, ne' al messianismo della fede. E nemmeno al solo Netaniahu, come tutti invece dicono mentre gli lasciano fare ogni cosa, tanto poi lo mandano via, a sgravio di ogni coscienza. Gli autori non sono questi.
L'errore, se non l'apostasia, e' proprio quello dell'attuale Israele che si definisce come uno Stato ebraico. Che sia uno Stato come l'ha definito Hobbes, e come poi gli Stati si sono configurati nella modernita', non c'e' dubbio. E' lo Stato Leviatano, il mostro con i denti di ferro, che nasce dalla paura, reagisce all'uccisione a cui tutti sono soggetti nello stato selvaggio, per dare sicurezza e in cambio pretendere obbedienza; e' lo Stato che si fa uomo collettivo, che si fa macchina, che e' sovrano su tutto, e non riconosce alcun altro al di sopra di se'; ed e' lo Stato che si erge quale Dio mortale, come esplicitamente lo chiama Hobbes per distinguerlo dal Dio della fede, sicche' all'homo homini lupus si sostituisce l'homo homini deus. Non ci potrebbe essere altra realta' piu' lontana ed opposta alla fede di Israele, al rapporto del popolo ebreo con il suo vero Dio, con la sua vera legge o Torah come la si voglia chiamare, alle sue vere Scritture messianiche. Non e' possibile che dal ceppo dell'ebraismo, da cui sono venuti fuori i grandi Profeti, i Salmisti, lo stesso Gesu', per non parlare dei grandi rabbini, testimoni e sapienti che sono a loro seguiti nel tempo fino ad oggi, da Rabbi Akiva a Ben Azzai, ad Arthur Green a Yehuda Elkana, a Scholem, Herzog, Jacob Taubes, Bruno Segre, e innumerevoli altri, possano derivare comportamenti come quelli a cui si stanno abbandonando lo Stato e l'esercito di Israele a Gaza, cosi' come nella colonizzazione della Cisgiordania. Anche a voler ammettere una interpretazione fondamentalista e letterale della Bibbia, non si puo' far risalire al Dio unico di Israele l'avallo della carneficina in corso. Non si capirebbe altrimenti il rapporto d'amore oggi ristabilito tra ebrei e cristiani, le "amicizie ebraico-cristiane", la Dichiarazione "Nostra Aetate" del Concilio Vaticano II, il trasporto con cui papa Wojtyla ha definito gli Ebrei "i nostri fratelli maggiori", ne' il dolore di molti sinceri cattolici oggi, che non riconoscono piu', in tutto cio', l'Israele che amano.
Tanto meno si puo' attribuire al messianismo la causa di questa indiscriminata azione militare di Israele. Se l'errore di tanta teologia cattolica e' stato quello di aver fatto del messianismo una categoria escatologica rimandata a un imprecisato futuro, tanto da meritarsi l'accusa di "alienazione", di "disperdere il tesoro nei cieli", nell'ebraismo rabbinico la promessa messianica si sarebbe dovuta realizzare nella storia,  ma non per opera umana; non si doveva "incalzare il Messia". L'idea era che la redenzione non e' un evento ma un processo, non e' una rivoluzione, ma uno sviluppo. La spiegazione della nascita dello Stato di Israele che gli studenti stranieri di ebraico si sono sentiti dare dal direttore sionista della scuola di Gerusalemme, "Il Messia non e' venuto, e allora siamo venuti noi", e' inammissibile. Il "fai da te messianico" appartiene a una riduzione razionalistica della fede di Israele. E infatti una gran parte delle guide religiose e dei sapienti d'Israele era contraria a una forzatura politica del messianismo e alla istituzione di uno Stato; si temeva una catastrofe e venivano invocati i "tre giuramenti" che secondo il Midrash e il Talmud Dio avrebbe fatto fare al popolo ebreo, tra cui quello di "non salire sul muro" dell'esilio e di "non forzare la fine". Percio' Gershom Sholem ha definito la vita ebraica come una vita vissuta nel differimento, e tre Maestri del Talmud hanno detto: che venga il Messia ma io non voglio vederlo. E' stata la Shoa' a mettere in crisi questa idea del rinvio: si puo' ricordare Menachem Begin, il "terrorista" che fece saltare l'ambasciata inglese a Roma in via XX settembre, e diverra' poi Primo Ministro di Israele, che disse: "Mai piu' gli Ebrei deboli e senza potere". Ed e' impossibile considerare le colonie in Cisgiordania come una realizzazione messianica (1).
Ancor meno si possono addebitare le scelte della politica israeliana al popolo ebreo come tale. Se questo avviene e' per aver fatto di Israele uno Stato etnico, lo stesso errore che fanno la Meloni e i suoi ministri quando parlano in termini di "sostituzione etnica". Ma cosi' si riproduce il razzismo, e proprio la Shoa' ci dice che dal ripudio del razzismo non si puo' tornare indietro; percio' i rigurgiti di antisemitismo sono inconcepibili.
Per queste ragioni si puo' dire che la vera fonte dell'antisemitismo viene oggi dallo Stato di Israele. Il vero antisionista e' lui.
Tutto cio' considerato siamo sfidati a comprendere cio' che veramente accade, e che deve guidarci nelle nostre scelte politiche non solo per Israele e la Palestina, ma anche per lo scontro che e' in atto oggi nel mondo, per il messianismo americano, e per la devastazione della Terra.
Io credo che il vero buco nero nel quale si annida la catastrofe, sia la concezione dello Stato soprattutto quando l'assoluto della sovranita' dello Stato, si salda con altri valori concepiti come assoluti, quali ad esempio le religioni, la nazione, il popolo, e magari anche la democrazia o il libero mercato. Il connubio tra l'assoluto di questi valori e l'assoluto del potere, genera mostri.
Questo vuol forse dire rinunziare allo Stato, destituirlo, per cui la soluzione sarebbe l'anarchia, o l'estinzione dello Stato? E vorrebbe dire transigere sull'ignominia di chi vuol abolire lo Stato di Israele? Certamente non e' cosi'. Lo Stato e' a un grado avanzato della civilta', mette gli uomini insieme, dovrebbe rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono la pienezza della vita. Ma e' quando divinizza se stesso, che diventa un mostro, il Leviatano, che non riconosce alcun altro potere al di sopra di se', per cui l'Altro e' il Nemico, e, come dice Rene' Girard i nemici sono speculari, l'uno e' il doppio dell'altro; e il prodotto di questi Leviatani che si credono onnipotenti e sono in lotta tra loro e' la guerra, e' l'economia che uccide, e' la societa' dello scarto, produce lo scacco del clima, il disastro ecologico, e non si cura della fine della specie.
La soluzione non e' certo quella di negare lo Stato, ma di rifondarlo come nuovo, e questo vale anche per lo Stato di Israele. E nemmeno si devono abrogare i valori che gli sono piu' o meno strettamente congiunti. Occorre sanare il loro rapporto, renderlo vitale, reciprocamente liberante. Non si puo' chiedere agli Ebrei dello Stato di Israele di abbandonare il giudaismo, ma si puo' chiedere loro di non voler istituire lo Stato solo degli Ebrei, anzi di gloriarsi delle sue diverse storie, della varieta' delle culture e delle lingue; si puo' chiedere loro di dar ragione di una fede che non fa proseliti ma genera altre fedi, di testimoniare il Messia che non viene ora, ma che ne prepara ed annunzia altri prima di lui.
Non si puo' offrire agli Ebrei la soluzione tutta occidentale del laicismo di Stato, per cui uno Stato vale l'altro, se ne possono fare due o tre in Israele, in Cisgiordania, a Gaza, purche' ci sia un potere e un'armata che tenga tutto sotto controllo. Nemmeno si puo' chiedere allo Stato ebraico di passare all'ateismo, che e' il non detto della secolarizzazione, o di sposare il post-teismo, che e' il non detto dell'ateismo. Tanto meno di passare al cristianesimo, problema chiuso 2000 anni fa, che sarebbe il non detto del proselitismo, che papa Francesco definisce come "una solenne sciocchezza". E invece l'Europa dovrebbe offrire la cornice e lo spazio unitario nel quale si sdrammatizzi il conflitto israelo-palestinese come e' caduta in Europa la linea Maginot.
E non solo in Europa, ma per il mondo tutto, la soluzione sta nello scioglimento dei nodi degli ibridismi religiosi, degli Stati confessionali e degli ateismi di Stato, degli Stati etici e degli Stati messianici, del nuovo secolo americano e dello scontro di civilta', della competizione strategica e della ragion di Stato.
Per la Palestina, se non e' piu' possibile la soluzione dei due Stati a causa dei fatti compiuti che l'hanno preclusa, bisogna mettere all'opera l'invenzione giuridica, pensare il nuovo, far si' che "nuove strutture dell'immaginario prendano vita in Terra Santa", come scrive Marco Alloni (su "Il Fatto"). Si puo' pensare a un solo Stato, con una sovranita' condivisa, due popoli sulla stessa terra, due ordinamenti autonomi ma conciliati, tre religioni ciascuna con le sue ermeneutiche, e molte fedi in dialogo, capaci di letture non fondamentaliste dei testi sacri, che si tratti delle Scritture bibliche, evangeliche, vediche o coraniche.
Qualcuno ha cominciato a farlo, ci sono dei costi e dei dolori, ma e' questa l'alternativa al nichilismo, alle lotte iconoclaste, alla desertificazione della Terra, alla Delenda Carthago che distrugge anzitutto se stessi.
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Note
1. Si trova la documentazione completa di tutto cio' nell'opera di Aviezer Ravitzky, premio Israele per la ricerca filosofica, "La fine svelata e lo Stato degli Ebrei", e in Gershom Scholem, "Concetti fondamentali dell'ebraismo" (ambedue Marietti editore).

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 336 del 2 dicembre 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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