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[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 317
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 317
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Mon, 13 Nov 2023 05:53:45 +0100
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 317 del 13 novembre 2023
In questo numero:
1. Perche'?
2. Pace, disarmo, smilitarizzazione: e' il compito dell'ora dell'umanita'
3. Severino Vardacampi: A costo di sembrare il solito grillo parlante...
4. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran
5. Presentato a Viterbo l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
6. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
7. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
8. Alcuni riferimenti utili
9. Tre tesi
10. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
11. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Da una lettera di Baldassarre all'amico suo Melchiorre
1. L'ORA. PERCHE'?
Perche' la guerra ai bambini?
Perche' la guerra ai malati?
Perche' le stragi degli innocenti?
Perche' rispondere al terrorismo col terrorismo?
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Cessate di uccidere.
Salvate le vite.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Chi salva una vita salva il mondo.
2. L'ORA. PACE, DISARMO, SMILITARIZZAZIONE: E' IL COMPITO DELL'ORA DELL'UMANITA'
Solo la nonviolenza puo' fermare la catastrofe.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
E' adesso che bisogna opporsi a tutte le guerre, a tutte le armi, a tutte le organizzazioni armate.
E' adesso che occorre fare della nonviolenza il fondamento della politica necessaria.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
3. REPETITA IUVANT. SEVERINO VARDACAMPI: A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE...
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
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Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
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Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
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All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
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All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
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Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
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Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
4. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN
Donna, vita, liberta'.
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Donna, vita, liberta'.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Donna, vita, liberta'.
5. REPETITA IUVANT. PRESENTATO A VITERBO L'APPELLO "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"
La mattina di venerdi' 3 novembre 2023 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", e' stato presentato l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
Nel corso dell'incontro il responsabile della storica struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha presentato l'appello ed ha ancora una volta ricostruito sia la figura e la vicenda di Leonard Peltier sia alcuni passaggi particolarmente significativi della campagna internazionale per la sua liberazione.
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Il testo dell'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
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Un recente appello di membri del Congresso degli Stati Uniti d'America sia democratici che repubblicani
Nel corso dell'incontro sono stati segnalati e riassunti molti importanti documenti, del parlamento Europeo, dell'Onu, di Amnesty International, di altri soggetti sia istituzionali che della societa' civile, ed in particolare il recentissimo appello al Presidnete Biden da parte di membri del Congresso degli Stati Uniti d'America sia democratici che repubblicani che di seguito si riproduce integralmente:
October 6, 2023
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave, NW
Washington, DC 20500
Dear President Biden:
We are writing to you regarding the nearly five-decade imprisonment of Leonard Peltier. Now, more than ever, bedrock principles of justice warrant your consideration of a grant of executive clemency or support of compassionate release at the Federal Bureau of Prisons.
Leonard Peltier, a Native American activist and citizen of the Turtle Mountain Band of Chippewa Indians (ND), is now in his 48th year of incarceration. He is 79 years old and in failing health. Mr. Peltier is serving two life sentences in a maximum-security federal prison for aiding and abetting in a case where his co-defendants were found not guilty on the grounds of self-defense.
Over the course of his incarceration, particularly in recent years, key figures involved in Mr. Peltier's prosecution have stepped forward to underscore the constitutional violations and prosecutorial misconduct that took place during the investigation and trial that led to his conviction. Gerald Heaney, the judge who presided over Mr. Peltier's 1986 appeal in the Eighth Circuit, called for his release in 1991 and again in 2000 (1), and former United States AttorneyJames Reynolds, whose office handled the prosecution and appeal of Peltier's case, has called for a commute of the remainder of his sentence and observed that "his conviction and continued incarceration is a testament to a time and a system of justice that no longer has a place in our society." (2) In addition, the United Nations Working Group on Arbitrary Detention specifically noted the anti-Indigenous bias surrounding Peltier's detention, stating simply that he "continues to be detained because he is Native American." (3)
Retired FBI Special Agent Coleen Rowley, in her letter addressed to you on December 3, 2022, raised how the "long-standing horribly wrongful oppressive treatment of Indians in the U.S." played into Peltier's case and, critically, the "FBI Family vendetta" behind the agency's opposition to clemency. (4) We recognize the grief and loss that took place in both the FBI and Tribal community on that day but also recognize this opportunity for all to move forward.
As Members of Congress, we sign this letter with a deep commitment to the crucial role we play in upholding justice for all Americans - and to also hold our government accountable when we see a case of injustice, as demonstrated by the long incarceration of Leonard Peltier. We stand with the Tribal Nations of the United States, Indigenous voices worldwide, and leading voices on human rights and criminal justice around the globe in support of Mr. Peltier's release. We applaud your commitment to criminal justice reform and your administration's work to address inequities in the criminal justice system and rectify the past wrongs of our government's treatment of Native Americans. We urge you to take the next step by granting Mr. Peltier executive clemency or compassionate release.
Sincerely,
Seguono le firme di 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America
Note
1. Gerald H. Heaney, U.S. Senior Cir. Judge, 8th Cir., Letter to Senator Daniel K. Inouye, Chairman, U.S. Senate Select Comm. on Indian Affairs (Apr. 18, 1991), http://www.whoisleonardpeltier.info/download/Heaney.pdf
2. James Reynolds, Former U.S. Attorney, Letter to President Joseph R. Biden (Jul. 9, 2021), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/03/From-US-Attorney-James-Reynolds.pdf.
3. United Nations Working Group on Arbitrary Detention, Opinion No. 7/2022 concerning Leonard Peltier (United States of America) (Jun. 7, 2022), https://www.ohchr.org/sites/default/files/2022-06/A-HRC-WGAD-7-2022-USA-AEV.pdf
4. Coleen Rowley, Retired FBI Special Agent, Letter to President Joseph R. Biden (Dec. 3, 2022), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/04/From-Retired-FBI-Special-Agent-Coleen-Rowley.pdf
*
Giustizia e liberta' per Leonard Peltier.
Giustizia e liberta' per l'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
6. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023
7. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
*
E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
*
Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
*
A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
8. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
9. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
11. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI
Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
13. RIFLESSIONE. DA UNA LETTERA DI BALDASSARRE ALL'AMICO SUO MELCHIORRE
Carissimo Melchiorre,
grazie di cuore della lettera e scusami per il ritardo con cui ti rispondo; condivido il tuo dolore per quanto sta accadendo e la tua urgenza di cercare di fare il possibile per fermare i massacri.
Scusami anche per la frettolosita' di queste righe: la questione che poni richiederebbe un ragionamento assai ampio ed approfondito data l'estrema complessita' e il quasi inestricabile groviglio dei molti temi che essa implica, ma in questo momento proprio non riesco a trovare il tempo per fare di meglio che risponderti cosi' telegraficamente e frammentariamente.
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Come forse ricorderai, c'e' gia' da diversi anni una campagna internazionale per il boicottaggio del commercio con lo stato di Israele, si chiama "BDS" (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) ed il referente italiano, se la memoria non m'inganna, gestisce il sito www.bdsitalia.org
Personalmente la ritengo un'iniziativa fondamentalmente inadeguata ed errata per molte ragioni che pero' non ho modo di argomentare qui nel breve spazio di una lettera frettolosa come questa che scrivo in un ritaglio di tempo; mi limito quindi a tentare di dire in poche parole l'essenziale.
Mi sembra che non solo in relazione al conflitto israelo-palestinese, ma in pressoche' tutte le situazioni di crisi in cui occorre persuadere i governi degli stati a cessare di commettere crimini, il classico strumento nonviolento del boicottaggio, come anche quello statuale delle sanzioni, non funzionino piu', ed anzi rischino di essere controproducenti; ed occorra invece adottare strumenti nonviolenti diversi.
Invece di puntare a produrre ulteriore dolore con sanzioni che colpiscono piu' le popolazioni inermi che non i poteri dominanti (che peraltro utilizzano efficacemente i boicottaggi e le sanzioni che il loro paese subisce per la loro propaganda mediatica e per la costruzione di un narcotizzato consenso alle loro scellerate politiche), credo che bisognerebbe puntare invece ad ingenti aiuti umanitari diretti alle vittime e ad incentivi positivi ai poteri legali comunque costituiti affinche' adottino politiche di pace e disarmo e di rispetto dei diritti umani e del mondo vivente (vale per Israele, vale per l'Iran, vale per l'Afghanistan, vale per tutti).
L'obiettivo dovrebbe essere: a) non peggiorare ma migliorare le condizioni di vita di tutte le popolazioni cui ci si rivolge; b) dimostrare ai poteri autoritari che perseguono politiche criminali che e' piu' conveniente per il loro paese e per loro stessi accettare concreti aiuti internazionali in cambio del loro concreto impegno a ridurre la violenza e gli abusi; c) mantenere aperto un dialogo e costruire relazioni di fiducia per poter gestire i conflitti senza incrementare la violenza ma anzi cercando soluzioni condivise in una logica di bene comune.
E' ovvio che e' piu' facile a dirsi che a farsi.
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Naturalmente il boicottaggio delle merci in talune circostanze puo' essere efficace: ad esempio contro un'impresa economica multinazionale che violi i diritti umani.
E fu efficace sul finire del Novecento - insieme a molte altre iniziative e grazie a particolari circostanze, e' ovvio - anche nella lotta contro il regime dell'apartheid in Sudafrica; ma fu una situazione eccezionale per la sua assoluta peculiarita'.
Ed infine, ovviamente, e' sempre giusto e necessario opporsi ad alcuni particolari commerci (e relative produzioni) che incrementano il male e provocano dolore e morte, come quello infame e scellerato delle armi (la stessa vigente legislazione italiana proibisce di fornire armi ai paesi in guerra o che violano i diritti umani, ma tutti i governi del nostro paese l'hanno violata sistematicamente).
Ma detto tutto questo, e scusami se mi ripeto, da molti anni penso che i boicottaggi del commercio (di merci non nocive) come tecnica di lotta nonviolenta contro stati che commettono crimini siano quasi sempre inefficaci quando non controproducenti, mentre invece credo che sarebbero efficaci azioni nonviolente positive come quelle che ho indicato sopra. E' chiaro che occorrerebbe anche, volta per volta e caso per caso, svolgere un'analisi concreta della situazione concreta.
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Quanto al conflitto israelo-palestinese: io penso che le uniche iniziative adeguate ovvero che possano essere realisticamente efficaci e persuasive siano quelle solidali sia col popolo palestinese che con l'intera popolazione israeliana (e con le due diaspore, palestinese ed ebraica); e che l'unica realistica soluzione hic et nunc per fermare le stragi sia quella "due popoli, due stati" che implica la nascita immediata dello stato di Palestina e la difesa dell'esistenza dello stato di Israele.
Tutte le iniziative che ritengono di poter aiutare gli uni e non gli altri, che vedono il dolore degli uni e non degli altri, che riproducono lo schema amico-nemico, e che confondono governi e popolazioni, istituzioni e societa' civile, facendo di ogni erba un fascio, a me sembrano errate e subalterne alla criminale follia dei poteri dominanti che stanno massacrando innumerevoli innocenti e trascinando l'umanita' alla catastrofe.
Ne ho parlato e scritto piu' volte in passato, ed ho ritrovato in questi giorni nella rete telematica un mio vecchio intervento pubblicato su "A. Rivista anarchica" (una bella rivista di cultura e politica diretta da Paolo Finzi, che ha cessato le pubblicazioni qualche anno fa con la morte del suo animatore): si intitola "Al fianco del popolo palestinese. E di quello israeliano" (in "A. rivista anarchica", anno 32 n. 286, dicembre 2002 - gennaio 2003).
Qualche giorno fa ho provato anche a riassumere ancora una volta quello che mi sembrerebbe necessario fare, in un breve testo dal titolo "A costo di sembrare il solito grillo parlante..."; intervento che - come era prevedibile - e' caduto nel vuoto (ma tra i pochi amici che mi hanno scritto per dirmi la loro condivisione di quel ragionamento ce ne sono stati alcuni che mi hanno vivamente commosso).
Mi sembra che oggi tra chi ha voce pubblica a livello internazionale le uniche parole ragionevoli e oneste sulle guerre in corso, e sul conflitto Israelo-palestinese in particolare, le dica il papa. Ma purtroppo e' anche lui inascoltato.
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Quanto al "quid agendum" credo che bisognerebbe fare quello che e' possibile e necessario: aiutando tutte le vittime per quanto e' possibile, opponendosi per quanto e' possibile a tutte le uccisioni, contrastando la violenza con la nonviolenza (e quindi lavorando per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, e per soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto). Ma che occorra farlo in una logica non amico-nemico, ma di equivicinanza con entrambi i popoli, pur sapendo - ed anzi: proprio sapendo - quanto asimmetrici siano i rapporti tra lo stato di Israele (in cui tragicamente la deriva razzista e' sempre piu' accentuata dalle politiche sciagurate dei governi di destra sempre piu' estrema degli ultimi decenni) e il popolo palestinese (ancora senza uno stato proprio che lo protegga, anche per l'isolamento (per responsabilita' altrui) e la sempre piu' pronunciata debolezza e corruzione (per responsabilita' propria) dell'Anp, che pure e' erede di un movimento di liberazione a suo tempo cosi' colto, laico, illuminista e modernizzatore come l'Olp).
Mi sembra purtroppo che in Italia e in Europa (il continente i cui poteri per duemila anni hanno perseguitato il popolo ebraico fino al culmine della Shoah; il continente i cui poteri hanno realizzato l'orrore dell'imperialismo e del colonialismo che ha trucidato interi popoli e depredato interi continenti; il continente i cui attuali poteri perseverano nella abominevole persecuzione razzista di chi e' in fuga dalle guerre e dalla fame) la maggior parte delle iniziative pubbliche di queste settimane, anche quelle animate dalle migliori intenzioni, siano esplicitamente subalterne o implicitamente condiscendenti a logiche di odio e di ricerca del nemico, e quindi di fatto aiutino la violenza invece di contrastarla.
Mi sembra che in Italia e in Europa non ci si renda conto che vi sono due popoli entrambi minacciati di genocidio: il popolo palestinese strangolato dai governi sempre piu' di estrema destra e razzisti dello stato di Israele che con la politica di colonizzazione dei territori occupati stanno cercando di rendere definitivamente impossibile la nascita dello stato di Palestina; ma anche la popolazione di Israele che si sa circondata minacciosamente da stati, organizzazioni e ideologie che - con poche eccezioni - in modo piu' o meno palese, o piu' o meno camuffato, non hanno mai fatto mistero di voler distruggere quello stato (definito solitamente "entita' sionista" e non riconosciuto come stato indipendente e sovrano) e sterminare tutti gli ebrei.
La politica israeliana dei governi degli ultimi decenni tragicamente mira all'annientamento - ovvero al genocidio - del popolo palestinese. La politica dei governi, dei potentati e delle ideologie dominanti nella maggioranza dei paesi arabi e musulmani tragicamente mira alla distruzione dello stato di Israele come premessa dell'annientamento - ovvero del genocidio - del popolo ebraico. In Europa antisemitismo ed islamofobia dilagano, e tutti sappiamo quali esiti sanguinari hanno queste propagande di odio.
Se non si riesce ad ottenere presto la nascita dello stato di Palestina e il riconoscimento universale del diritto all'esistenza dello stato di Israele, temo che le stragi non cesseranno e l'odio dilaghera' fino a sommergere non solo il Medio Oriente ma l'umanita' intera, quel conflitto e quella seminagione di brutalita' e di orrore integrandosi con gli altri "pezzi" della "guerra mondiale a pezzi" gia' in corso di cui parla spesso il papa.
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In guisa di postilla: non c'e' bisogno di ripetere ancora una volta che Hamas e' un'organizzazione fascista e terrorista i cui mostruosi crimini sono evidenti ad ogni persona senziente e pensante, che non rappresenta ma opprime totalitariamente e fin apocalitticamente il popolo palestinese; ne' c'e' bisogno di ripetere che ad ogni persona sequestrata e ad ogni persona ingiustamente reclusa va restituita la liberta'; ne' c'e' bisogno di ripetere che lo stato di Israele deve ripudiare il razzismo e l'apartheid nei confronti della popolazione palestinese, e deve consentire - ed anzi promuovere - la nascita immediata dello stato di Palestina (a tal fine rimuovendo immediatamente anche tutte le colonie abusivamente insediate in Cisgiordania). Ad ogni persona decente dovrebbe stare a cuore l'esistenza e la liberta' del popolo palestinese, del popolo israeliano, come delle comunita' palestinesi ed ebraiche sparse in tutto il mondo; e' dal punto di vista del bene comune dell'intera famiglia umana e dell'intero mondo vivente che occorre collocarsi per una politica adeguata all'ora presente, ovvero ordinata alla salvezza comune.
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Carissimo Melchiorre,
noi ormai siamo vecchi ed evidentemente non siamo riusciti a lasciare alle generazioni piu' giovani, e a quelle che verranno poi, un mondo migliore come avremmo voluto che fosse; ragione di piu' per continuare nell'impegno di pace e di solidarieta', coscienti dei nostri limiti, ma anche dei nostri doveri: solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza; solo facendo il bene si puo' contrastare il male.
Scusami ancora sia per la frettolosita' di queste righe, sia per il ritardo con cui mi sono deciso ad inviartele (con molte esitazioni, peraltro).
Un forte abbraccio,
Baldassarre
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 317 del 13 novembre 2023
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 317 del 13 novembre 2023
In questo numero:
1. Perche'?
2. Pace, disarmo, smilitarizzazione: e' il compito dell'ora dell'umanita'
3. Severino Vardacampi: A costo di sembrare il solito grillo parlante...
4. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran
5. Presentato a Viterbo l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
6. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
7. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
8. Alcuni riferimenti utili
9. Tre tesi
10. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
11. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Da una lettera di Baldassarre all'amico suo Melchiorre
1. L'ORA. PERCHE'?
Perche' la guerra ai bambini?
Perche' la guerra ai malati?
Perche' le stragi degli innocenti?
Perche' rispondere al terrorismo col terrorismo?
*
Cessate di uccidere.
Salvate le vite.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Chi salva una vita salva il mondo.
2. L'ORA. PACE, DISARMO, SMILITARIZZAZIONE: E' IL COMPITO DELL'ORA DELL'UMANITA'
Solo la nonviolenza puo' fermare la catastrofe.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
E' adesso che bisogna opporsi a tutte le guerre, a tutte le armi, a tutte le organizzazioni armate.
E' adesso che occorre fare della nonviolenza il fondamento della politica necessaria.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
3. REPETITA IUVANT. SEVERINO VARDACAMPI: A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE...
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
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All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
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Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
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Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
4. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN
Donna, vita, liberta'.
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Donna, vita, liberta'.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Donna, vita, liberta'.
5. REPETITA IUVANT. PRESENTATO A VITERBO L'APPELLO "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"
La mattina di venerdi' 3 novembre 2023 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", e' stato presentato l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
Nel corso dell'incontro il responsabile della storica struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha presentato l'appello ed ha ancora una volta ricostruito sia la figura e la vicenda di Leonard Peltier sia alcuni passaggi particolarmente significativi della campagna internazionale per la sua liberazione.
*
Il testo dell'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
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Un recente appello di membri del Congresso degli Stati Uniti d'America sia democratici che repubblicani
Nel corso dell'incontro sono stati segnalati e riassunti molti importanti documenti, del parlamento Europeo, dell'Onu, di Amnesty International, di altri soggetti sia istituzionali che della societa' civile, ed in particolare il recentissimo appello al Presidnete Biden da parte di membri del Congresso degli Stati Uniti d'America sia democratici che repubblicani che di seguito si riproduce integralmente:
October 6, 2023
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave, NW
Washington, DC 20500
Dear President Biden:
We are writing to you regarding the nearly five-decade imprisonment of Leonard Peltier. Now, more than ever, bedrock principles of justice warrant your consideration of a grant of executive clemency or support of compassionate release at the Federal Bureau of Prisons.
Leonard Peltier, a Native American activist and citizen of the Turtle Mountain Band of Chippewa Indians (ND), is now in his 48th year of incarceration. He is 79 years old and in failing health. Mr. Peltier is serving two life sentences in a maximum-security federal prison for aiding and abetting in a case where his co-defendants were found not guilty on the grounds of self-defense.
Over the course of his incarceration, particularly in recent years, key figures involved in Mr. Peltier's prosecution have stepped forward to underscore the constitutional violations and prosecutorial misconduct that took place during the investigation and trial that led to his conviction. Gerald Heaney, the judge who presided over Mr. Peltier's 1986 appeal in the Eighth Circuit, called for his release in 1991 and again in 2000 (1), and former United States AttorneyJames Reynolds, whose office handled the prosecution and appeal of Peltier's case, has called for a commute of the remainder of his sentence and observed that "his conviction and continued incarceration is a testament to a time and a system of justice that no longer has a place in our society." (2) In addition, the United Nations Working Group on Arbitrary Detention specifically noted the anti-Indigenous bias surrounding Peltier's detention, stating simply that he "continues to be detained because he is Native American." (3)
Retired FBI Special Agent Coleen Rowley, in her letter addressed to you on December 3, 2022, raised how the "long-standing horribly wrongful oppressive treatment of Indians in the U.S." played into Peltier's case and, critically, the "FBI Family vendetta" behind the agency's opposition to clemency. (4) We recognize the grief and loss that took place in both the FBI and Tribal community on that day but also recognize this opportunity for all to move forward.
As Members of Congress, we sign this letter with a deep commitment to the crucial role we play in upholding justice for all Americans - and to also hold our government accountable when we see a case of injustice, as demonstrated by the long incarceration of Leonard Peltier. We stand with the Tribal Nations of the United States, Indigenous voices worldwide, and leading voices on human rights and criminal justice around the globe in support of Mr. Peltier's release. We applaud your commitment to criminal justice reform and your administration's work to address inequities in the criminal justice system and rectify the past wrongs of our government's treatment of Native Americans. We urge you to take the next step by granting Mr. Peltier executive clemency or compassionate release.
Sincerely,
Seguono le firme di 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America
Note
1. Gerald H. Heaney, U.S. Senior Cir. Judge, 8th Cir., Letter to Senator Daniel K. Inouye, Chairman, U.S. Senate Select Comm. on Indian Affairs (Apr. 18, 1991), http://www.whoisleonardpeltier.info/download/Heaney.pdf
2. James Reynolds, Former U.S. Attorney, Letter to President Joseph R. Biden (Jul. 9, 2021), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/03/From-US-Attorney-James-Reynolds.pdf.
3. United Nations Working Group on Arbitrary Detention, Opinion No. 7/2022 concerning Leonard Peltier (United States of America) (Jun. 7, 2022), https://www.ohchr.org/sites/default/files/2022-06/A-HRC-WGAD-7-2022-USA-AEV.pdf
4. Coleen Rowley, Retired FBI Special Agent, Letter to President Joseph R. Biden (Dec. 3, 2022), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/04/From-Retired-FBI-Special-Agent-Coleen-Rowley.pdf
*
Giustizia e liberta' per Leonard Peltier.
Giustizia e liberta' per l'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
6. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023
7. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
*
E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
*
Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
*
A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
8. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
9. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
11. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI
Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
13. RIFLESSIONE. DA UNA LETTERA DI BALDASSARRE ALL'AMICO SUO MELCHIORRE
Carissimo Melchiorre,
grazie di cuore della lettera e scusami per il ritardo con cui ti rispondo; condivido il tuo dolore per quanto sta accadendo e la tua urgenza di cercare di fare il possibile per fermare i massacri.
Scusami anche per la frettolosita' di queste righe: la questione che poni richiederebbe un ragionamento assai ampio ed approfondito data l'estrema complessita' e il quasi inestricabile groviglio dei molti temi che essa implica, ma in questo momento proprio non riesco a trovare il tempo per fare di meglio che risponderti cosi' telegraficamente e frammentariamente.
*
Come forse ricorderai, c'e' gia' da diversi anni una campagna internazionale per il boicottaggio del commercio con lo stato di Israele, si chiama "BDS" (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) ed il referente italiano, se la memoria non m'inganna, gestisce il sito www.bdsitalia.org
Personalmente la ritengo un'iniziativa fondamentalmente inadeguata ed errata per molte ragioni che pero' non ho modo di argomentare qui nel breve spazio di una lettera frettolosa come questa che scrivo in un ritaglio di tempo; mi limito quindi a tentare di dire in poche parole l'essenziale.
Mi sembra che non solo in relazione al conflitto israelo-palestinese, ma in pressoche' tutte le situazioni di crisi in cui occorre persuadere i governi degli stati a cessare di commettere crimini, il classico strumento nonviolento del boicottaggio, come anche quello statuale delle sanzioni, non funzionino piu', ed anzi rischino di essere controproducenti; ed occorra invece adottare strumenti nonviolenti diversi.
Invece di puntare a produrre ulteriore dolore con sanzioni che colpiscono piu' le popolazioni inermi che non i poteri dominanti (che peraltro utilizzano efficacemente i boicottaggi e le sanzioni che il loro paese subisce per la loro propaganda mediatica e per la costruzione di un narcotizzato consenso alle loro scellerate politiche), credo che bisognerebbe puntare invece ad ingenti aiuti umanitari diretti alle vittime e ad incentivi positivi ai poteri legali comunque costituiti affinche' adottino politiche di pace e disarmo e di rispetto dei diritti umani e del mondo vivente (vale per Israele, vale per l'Iran, vale per l'Afghanistan, vale per tutti).
L'obiettivo dovrebbe essere: a) non peggiorare ma migliorare le condizioni di vita di tutte le popolazioni cui ci si rivolge; b) dimostrare ai poteri autoritari che perseguono politiche criminali che e' piu' conveniente per il loro paese e per loro stessi accettare concreti aiuti internazionali in cambio del loro concreto impegno a ridurre la violenza e gli abusi; c) mantenere aperto un dialogo e costruire relazioni di fiducia per poter gestire i conflitti senza incrementare la violenza ma anzi cercando soluzioni condivise in una logica di bene comune.
E' ovvio che e' piu' facile a dirsi che a farsi.
*
Naturalmente il boicottaggio delle merci in talune circostanze puo' essere efficace: ad esempio contro un'impresa economica multinazionale che violi i diritti umani.
E fu efficace sul finire del Novecento - insieme a molte altre iniziative e grazie a particolari circostanze, e' ovvio - anche nella lotta contro il regime dell'apartheid in Sudafrica; ma fu una situazione eccezionale per la sua assoluta peculiarita'.
Ed infine, ovviamente, e' sempre giusto e necessario opporsi ad alcuni particolari commerci (e relative produzioni) che incrementano il male e provocano dolore e morte, come quello infame e scellerato delle armi (la stessa vigente legislazione italiana proibisce di fornire armi ai paesi in guerra o che violano i diritti umani, ma tutti i governi del nostro paese l'hanno violata sistematicamente).
Ma detto tutto questo, e scusami se mi ripeto, da molti anni penso che i boicottaggi del commercio (di merci non nocive) come tecnica di lotta nonviolenta contro stati che commettono crimini siano quasi sempre inefficaci quando non controproducenti, mentre invece credo che sarebbero efficaci azioni nonviolente positive come quelle che ho indicato sopra. E' chiaro che occorrerebbe anche, volta per volta e caso per caso, svolgere un'analisi concreta della situazione concreta.
*
Quanto al conflitto israelo-palestinese: io penso che le uniche iniziative adeguate ovvero che possano essere realisticamente efficaci e persuasive siano quelle solidali sia col popolo palestinese che con l'intera popolazione israeliana (e con le due diaspore, palestinese ed ebraica); e che l'unica realistica soluzione hic et nunc per fermare le stragi sia quella "due popoli, due stati" che implica la nascita immediata dello stato di Palestina e la difesa dell'esistenza dello stato di Israele.
Tutte le iniziative che ritengono di poter aiutare gli uni e non gli altri, che vedono il dolore degli uni e non degli altri, che riproducono lo schema amico-nemico, e che confondono governi e popolazioni, istituzioni e societa' civile, facendo di ogni erba un fascio, a me sembrano errate e subalterne alla criminale follia dei poteri dominanti che stanno massacrando innumerevoli innocenti e trascinando l'umanita' alla catastrofe.
Ne ho parlato e scritto piu' volte in passato, ed ho ritrovato in questi giorni nella rete telematica un mio vecchio intervento pubblicato su "A. Rivista anarchica" (una bella rivista di cultura e politica diretta da Paolo Finzi, che ha cessato le pubblicazioni qualche anno fa con la morte del suo animatore): si intitola "Al fianco del popolo palestinese. E di quello israeliano" (in "A. rivista anarchica", anno 32 n. 286, dicembre 2002 - gennaio 2003).
Qualche giorno fa ho provato anche a riassumere ancora una volta quello che mi sembrerebbe necessario fare, in un breve testo dal titolo "A costo di sembrare il solito grillo parlante..."; intervento che - come era prevedibile - e' caduto nel vuoto (ma tra i pochi amici che mi hanno scritto per dirmi la loro condivisione di quel ragionamento ce ne sono stati alcuni che mi hanno vivamente commosso).
Mi sembra che oggi tra chi ha voce pubblica a livello internazionale le uniche parole ragionevoli e oneste sulle guerre in corso, e sul conflitto Israelo-palestinese in particolare, le dica il papa. Ma purtroppo e' anche lui inascoltato.
*
Quanto al "quid agendum" credo che bisognerebbe fare quello che e' possibile e necessario: aiutando tutte le vittime per quanto e' possibile, opponendosi per quanto e' possibile a tutte le uccisioni, contrastando la violenza con la nonviolenza (e quindi lavorando per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, e per soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto). Ma che occorra farlo in una logica non amico-nemico, ma di equivicinanza con entrambi i popoli, pur sapendo - ed anzi: proprio sapendo - quanto asimmetrici siano i rapporti tra lo stato di Israele (in cui tragicamente la deriva razzista e' sempre piu' accentuata dalle politiche sciagurate dei governi di destra sempre piu' estrema degli ultimi decenni) e il popolo palestinese (ancora senza uno stato proprio che lo protegga, anche per l'isolamento (per responsabilita' altrui) e la sempre piu' pronunciata debolezza e corruzione (per responsabilita' propria) dell'Anp, che pure e' erede di un movimento di liberazione a suo tempo cosi' colto, laico, illuminista e modernizzatore come l'Olp).
Mi sembra purtroppo che in Italia e in Europa (il continente i cui poteri per duemila anni hanno perseguitato il popolo ebraico fino al culmine della Shoah; il continente i cui poteri hanno realizzato l'orrore dell'imperialismo e del colonialismo che ha trucidato interi popoli e depredato interi continenti; il continente i cui attuali poteri perseverano nella abominevole persecuzione razzista di chi e' in fuga dalle guerre e dalla fame) la maggior parte delle iniziative pubbliche di queste settimane, anche quelle animate dalle migliori intenzioni, siano esplicitamente subalterne o implicitamente condiscendenti a logiche di odio e di ricerca del nemico, e quindi di fatto aiutino la violenza invece di contrastarla.
Mi sembra che in Italia e in Europa non ci si renda conto che vi sono due popoli entrambi minacciati di genocidio: il popolo palestinese strangolato dai governi sempre piu' di estrema destra e razzisti dello stato di Israele che con la politica di colonizzazione dei territori occupati stanno cercando di rendere definitivamente impossibile la nascita dello stato di Palestina; ma anche la popolazione di Israele che si sa circondata minacciosamente da stati, organizzazioni e ideologie che - con poche eccezioni - in modo piu' o meno palese, o piu' o meno camuffato, non hanno mai fatto mistero di voler distruggere quello stato (definito solitamente "entita' sionista" e non riconosciuto come stato indipendente e sovrano) e sterminare tutti gli ebrei.
La politica israeliana dei governi degli ultimi decenni tragicamente mira all'annientamento - ovvero al genocidio - del popolo palestinese. La politica dei governi, dei potentati e delle ideologie dominanti nella maggioranza dei paesi arabi e musulmani tragicamente mira alla distruzione dello stato di Israele come premessa dell'annientamento - ovvero del genocidio - del popolo ebraico. In Europa antisemitismo ed islamofobia dilagano, e tutti sappiamo quali esiti sanguinari hanno queste propagande di odio.
Se non si riesce ad ottenere presto la nascita dello stato di Palestina e il riconoscimento universale del diritto all'esistenza dello stato di Israele, temo che le stragi non cesseranno e l'odio dilaghera' fino a sommergere non solo il Medio Oriente ma l'umanita' intera, quel conflitto e quella seminagione di brutalita' e di orrore integrandosi con gli altri "pezzi" della "guerra mondiale a pezzi" gia' in corso di cui parla spesso il papa.
*
In guisa di postilla: non c'e' bisogno di ripetere ancora una volta che Hamas e' un'organizzazione fascista e terrorista i cui mostruosi crimini sono evidenti ad ogni persona senziente e pensante, che non rappresenta ma opprime totalitariamente e fin apocalitticamente il popolo palestinese; ne' c'e' bisogno di ripetere che ad ogni persona sequestrata e ad ogni persona ingiustamente reclusa va restituita la liberta'; ne' c'e' bisogno di ripetere che lo stato di Israele deve ripudiare il razzismo e l'apartheid nei confronti della popolazione palestinese, e deve consentire - ed anzi promuovere - la nascita immediata dello stato di Palestina (a tal fine rimuovendo immediatamente anche tutte le colonie abusivamente insediate in Cisgiordania). Ad ogni persona decente dovrebbe stare a cuore l'esistenza e la liberta' del popolo palestinese, del popolo israeliano, come delle comunita' palestinesi ed ebraiche sparse in tutto il mondo; e' dal punto di vista del bene comune dell'intera famiglia umana e dell'intero mondo vivente che occorre collocarsi per una politica adeguata all'ora presente, ovvero ordinata alla salvezza comune.
*
Carissimo Melchiorre,
noi ormai siamo vecchi ed evidentemente non siamo riusciti a lasciare alle generazioni piu' giovani, e a quelle che verranno poi, un mondo migliore come avremmo voluto che fosse; ragione di piu' per continuare nell'impegno di pace e di solidarieta', coscienti dei nostri limiti, ma anche dei nostri doveri: solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza; solo facendo il bene si puo' contrastare il male.
Scusami ancora sia per la frettolosita' di queste righe, sia per il ritardo con cui mi sono deciso ad inviartele (con molte esitazioni, peraltro).
Un forte abbraccio,
Baldassarre
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 317 del 13 novembre 2023
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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