[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 293



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 293 del 20 ottobre 2023

In questo numero:
1. L'unica via per fermare le stragi: pace, disarmo, smilitarizzazione
2. Diffondiamo l'appello a Biden per la liberazione di Leonard Peltier sottoscritto da 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America
3. Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier
4. L'associazione "Respirare" di Viterbo fa proprio e rilancia l'appello di Roma: "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente"
5. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
6. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
7. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
8. Alcuni riferimenti utili
9. Tre tesi
10. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
11. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Traudel Sattler: Autocoscienza ancora
14. Beppe Pavan: Cambiare il mondo, un ragazzo gentile alla volta

1. L'ORA. L'UNICA VIA PER FERMARE LE STRAGI: PACE, DISARMO, SMILITARIZZAZIONE

Cessare di uccidere.
Salvare le vite.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
L'unica via per fermare le stragi: pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

2. INIZIATIVE. DIFFONDIAMO L'APPELLO A BIDEN PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER SOTTOSCRITTO DA 33 MEMBRI DEL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI D'AMERICA

Di seguito riproduciamo il testo integrale dell'appello sottoscritto da 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America, sia democratici che repubblicani.
Invitiamo vivamente a diffonderlo ulteriormente.
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October 6, 2023
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave, NW
Washington, DC 20500
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Dear President Biden:
We are writing to you regarding the nearly five-decade imprisonment of Leonard Peltier. Now, more than ever, bedrock principles of justice warrant your consideration of a grant of executive clemency or support of compassionate release at the Federal Bureau of Prisons.
Leonard Peltier, a Native American activist and citizen of the Turtle Mountain Band of Chippewa Indians (ND), is now in his 48th year of incarceration. He is 79 years old and in failing health. Mr. Peltier is serving two life sentences in a maximum-security federal prison for aiding and abetting in a case where his co-defendants were found not guilty on the grounds of self-defense.
Over the course of his incarceration, particularly in recent years, key figures involved in Mr. Peltier's prosecution have stepped forward to underscore the constitutional violations and prosecutorial misconduct that took place during the investigation and trial that led to his conviction. Gerald Heaney, the judge who presided over Mr. Peltier's 1986 appeal in the Eighth Circuit, called for his release in 1991 and again in 2000 (1), and former United States AttorneyJames Reynolds, whose office handled the prosecution and appeal of Peltier's case, has called for a commute of the remainder of his sentence and observed that "his conviction and continued incarceration is a testament to a time and a system of justice that no longer has a place in our society." (2) In addition, the United Nations Working Group on Arbitrary Detention specifically noted the anti-Indigenous bias surrounding Peltier's detention, stating simply that he "continues to be detained because he is Native American." (3)
Retired FBI Special Agent Coleen Rowley, in her letter addressed to you on December 3, 2022, raised how the "long-standing horribly wrongful oppressive treatment of Indians in the U.S." played into Peltier's case and, critically, the "FBI Family vendetta" behind the agency's opposition to clemency. (4) We recognize the grief and loss that took place in both the FBI and Tribal community on that day but also recognize this opportunity for all to move forward.
As Members of Congress, we sign this letter with a deep commitment to the crucial role we play in upholding justice for all Americans - and to also hold our government accountable when we see a case of injustice, as demonstrated by the long incarceration of Leonard Peltier. We stand with the Tribal Nations of the United States, Indigenous voices worldwide, and leading voices on human rights and criminal justice around the globe in support of Mr. Peltier's release. We applaud your commitment to criminal justice reform and your administration's work to address inequities in the criminal justice system and rectify the past wrongs of our government's treatment of Native Americans. We urge you to take the next step by granting  Mr. Peltier executive clemency or compassionate release.
Sincerely,
Seguono le firme di 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America
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Note
1. Gerald H. Heaney, U.S. Senior Cir. Judge, 8th Cir., Letter to Senator Daniel K. Inouye, Chairman, U.S. Senate Select Comm. on Indian Affairs (Apr. 18, 1991), http://www.whoisleonardpeltier.info/download/Heaney.pdf
2. James Reynolds, Former U.S. Attorney, Letter to President Joseph R. Biden (Jul. 9, 2021), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/03/From-US-Attorney-James-Reynolds.pdf.
3. United Nations Working Group on Arbitrary Detention, Opinion No. 7/2022 concerning Leonard Peltier (United States of America) (Jun. 7, 2022), https://www.ohchr.org/sites/default/files/2022-06/A-HRC-WGAD-7-2022-USA-AEV.pdf
4. Coleen Rowley, Retired FBI Special Agent, Letter to President Joseph R. Biden (Dec. 3, 2022), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/04/From-Retired-FBI-Special-Agent-Coleen-Rowley.pdf

3. REPETITA IUVANT. PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
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Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
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Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com

4. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO FA PROPRIO E RILANCIA L'APPELLO DI ROMA: "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE"

In occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente, da Roma e da altre citta' del Lazio e' stato diffuso un appello al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' all'eroe perseguitato universalmente noto come "il Nelson Mandela americano".
L'associazione "Respirare" di Viterbo fa proprio e rilancia l'appello di Roma: "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente".
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Di seguito il testo integrale dell'appello.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
Lei sa che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, ha compiuto 79 anni, dei quali gli ultimi 47 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Lei sa che Leonard Peltier e' innocente.
Lei sa che le cosiddette "testimonianze" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che anche le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che lo stesso Procuratore capo dell'accusa che ottenne la condanna di Leonard Peltier ha poi riconosciuto e dichiarato che fu un errore giudiziario e Le ha scritto per chiederLe di concedere la grazia e liberare Leonard Peltier.
Lei sa che lo scorso anno una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU ha riesaminato l'intero processo ed ha concluso che Leonard Peltier deve essere liberato.
Lei sa che milioni di persone di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: persone come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, persone come papa Francesco e il Dalai Lama.
Lei sa che innumerevoli associazioni democratiche della societa' civile di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: associazioni prestigiose come Amnesty International.
Lei sa che un gran numero di istituzioni e di rappresentanze istituzionali di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: istituzioni rilevanti come il Parlamento Europeo e rappresentanti istituzionali qualificati come i Sindaci di molte grandi citta'.
Lei sa che Leonard Peltier e' anziano e gravemente malato, e che anche dal carcere, in condizioni di estrema oppressione e sofferenza, ha costantemente continuato ad impegnarsi in difesa dei popoli oppressi, in difesa dei diritti umani, in difesa della Madre Terra, con la sua parola autorevole di martire perseguitato e di uomo di profonda spiritualita', con la poesia, con la pittura, con le attivita' educative e benefiche che con l'aiuto dei suoi sostenitori ha promosso a vantaggio dei piu' bisognosi di aiuto.
Lei ha il potere di liberare Leonard Peltier attraverso lo strumento della grazia presidenziale; Lei ha il potere di restituire la liberta' a un uomo innocente che ha subito una semisecolare crudelissima persecuzione, una lunghissima ingiustissima prigionia; Lei ha il potere di metter fine a un enorme scandalo, un'enorme assurdita', un'enorme iniquita'; Lei ha il potere di far finalmente prevalere la verita', la giustizia, l'umanita' liberando Leonard Peltier. Usi la prerogativa della grazia presidenziale e liberi finalmente Leonard Peltier: l'umanita' intera attende questo momento.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
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Questo il testo integrale dell'appello.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffonderlo ulteriormente.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 27 settembre 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

5. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
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Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
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l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
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Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
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In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

6. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

7. HERI DICEBAMUS. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

8. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

9. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

10. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

11. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI

Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

13. RIFLESSIONE. TRAUDEL SATTLER: AUTOCOSCIENZA ANCORA
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo la seguente Introduzione alla redazione aperta di Via Dogana Tre "Autocoscienza ancora", primo ottobre 2023]

Autocoscienza ancora - si', ancora! Questa pratica congeniale alle donne che da sempre hanno la consuetudine di trovarsi tra di loro per parlare di esperienze anche intime, alla fine degli anni '60 e' diventata una pratica politica e in questo senso e' un'invenzione originaria del femminismo. La modalita' che ne sta alla base e' il riferirsi a se' e al proprio vissuto, cioe' la singola trova in se' quello da cui partire, anche senza sapere in quale direzione andra', e la presa di parola viene potenziata dalla presenza di altre.
Grazie al movimento delle donne questa modalita' ha continuato a lavorare nella societa', talvolta in modo carsico, per insorgere in modo sorprendente e in forme inaspettate, come ad esempio il Metoo scoppiato nel 2017. Un evento che non ha preso il nome di autocoscienza ma ne aveva molti ingredienti: una donna comincia a raccontare una molestia che prima della presa di coscienza poteva sembrare anche una cosa banale o comunque da tacere per vergogna, e un'altra dice: e' successo anche a me, un'altra ancora e un'altra ancora e cosi' comincia a rivelarsi la politicita' della cosa, cioe' che si tratta di un fenomeno strutturale di ricatti sessuali e di abuso di potere. La novita' e' stata il canale di comunicazione, la rete. L'altra novita', di portata storica perche' ha cambiato il senso comune, e' stata l'efficacia dell'azione: si e' rotta la complicita' anche tra uomini, e il potere finora indiscusso di un produttore cinematografico e di molti altri dopo di lui e' crollato. Il terzo elemento nuovo e' stata la portata di questa presa di parola: il Metoo e' stato come una valanga a livello globale, attraversando continenti, lingue e culture diverse.
Ultimo caso a Milano nel mondo della pubblicita' pochi mesi fa: a partire da una segnalazione di un pubblicitario e da una pagina Instagram molte donne che lavorano in questo settore hanno scritto nei social dei soprusi subiti e hanno preso coscienza che non si trattava di episodi isolati ma di un abuso di potere sistemico. Inoltre ci sono gruppi di autocoscienza nati in anni recenti, e da tempo esistono quelli costituiti da soli uomini. Abbiamo anche visto che qualche giovane attivista fa esplicito riferimento a questa pratica come una possibilita' per affrontare questioni del nostro tempo come l'eco-ansia legata alla crisi climatica o come l'intensificarsi della violenza maschile contro le donne. C'e' una nuova curiosita' nei confronti di questa pratica e qualcuna ci chiede: raccontami quell'esperienza...
Ora, non si tratta certo di proporre un modello o una tecnica, ma piuttosto di vedere l'autocoscienza come "un'inesauribile ricerca di senso, come un motore di ricerca che non ha fatto il suo tempo", come dice Manuela Fraire con una formula che mi piace.
In Italia e' stata chiamata autocoscienza, ma la pratica si e' diffusa piu' o meno nello stesso periodo in quasi tutti i paesi industrializzati, diventando un elemento costitutivo della politica delle donne. Verso la fine degli anni '60, il movimento antiautoritario sembrava anche per le donne un buon contesto per la ricerca della propria liberta'. Ed era anche il momento storico in cui le nostre costituzioni avevano promesso l'uguaglianza tra uomini e donne e non c'erano ostacoli formali all'accesso delle donne all'istruzione e al mercato del lavoro. Eppure in quel movimento antiautoritario per molte donne c'era qualcosa che non andava, c'era un disagio diffuso in quelle assemblee e manifestazioni, in quelle aule universitarie, nei rapporti intimi con i maschi... Io sono venuta un po' dopo, ma anch'io sentivo quel disagio: nelle assemblee, sempre affollatissime e infinite, le donne parlavano pochissimo. O scimmiottavi il discorso dei compagni o restavi muta come me. Negli esami universitari facevi la recita del sapere neutromaschile, e se non ci stavi alle imposizioni della cosiddetta rivoluzione sessuale tutta su misura della sessualita' maschile eri frigida o inibita e comunque da mandare in psicoterapia. Questo senso di frustrazione per una liberta' promessa che si era rivelata fasulla ha portato molte donne a compiere gesti dirompenti come disertare le assemblee miste nelle universita' per trovarsi in gruppi separati e mettere in parola la propria esperienza. Un gesto con un forte impatto simbolico e pratico che ha aperto la strada per noi di pochi anni piu' giovani. Ispirate dai gruppi che si erano costituiti negli USA sotto il nome di consciousness raising, anche in Europa le donne cominciavano a trovarsi in piccoli gruppi con modalita' diverse tra di loro che comunque avevano un punto comune, la presa di coscienza a partire dal proprio vissuto. Per molti gruppi, anche per il mio, significava partire dalla propria sessualita', dall'esperienza del corpo, e la presa di parola era accompagnata dall'esplorazione del nostro corpo, usando, oltre lo speculum, anche il libro Noi e il nostro corpo di un collettivo di donne di Boston, un testo che e' stato tradotto in tante lingue. Il nostro intento era sottrarci al potere dei medici, e in generale a ogni interpretazione precostituita della differenza femminile. E' stata un'esperienza inebriante, sentivo quella specie di vertigine che ti capita quando lasci il terreno conosciuto e non hai neanche le parole per dirlo. E subito mi venne in soccorso qualcosa che per me e' stato ed e' sempre un ingrediente irrinunciabile della politica delle donne: la fiducia. Non so da dove mi venisse, penso che sia quella fiducia originaria che hai nei confronti della madre quando ti insegna a parlare. E questo mi ha dato la forza per sottrarmi alle dinamiche del potere maschile compresa l'eterosessualita' obbligatoria.
Quindi non erano le contraddizioni della societa' che mi avevano spinta a cercare liberta' e giustizia, ma contraddizioni e sentimenti che venivano dal profondo creando una vera e propria urgenza di parole da dire e da ascoltare. Dappertutto fiorivano gruppi di autocoscienza, e' stata una pratica liberatoria, in Germania dove stavo io come in Italia. E qui vorrei sottolineare che per me il femminismo italiano ha decisamente un di piu' per quanto riguarda l'elaborazione dell'autocoscienza: questa pratica, per sua natura orale, e' stata approfondita e messa a punto in forma scritta da Carla Lonzi. E' proprio da lei che vogliamo ripartire, dopo ne parleranno Marta Equi e Linda Bertelli che sono qui di fianco a me.
Certo, rispetto al femminismo delle origini ci troviamo in un mondo profondamente cambiato e pieno di nuove contraddizioni: attraverso i social network ogni angolo della vita personale viene esternalizzato, l'intimita' sembra messa in vetrina, ma parlare veramente di se' crea imbarazzo. Quando si dice trasformazione di se' viene inteso come ottimizzazione di se'... Oggi la differenza femminile viene sempre di piu' neutralizzata in nome della parita' e dell'inclusione, a partire dal linguaggio, e cosi' rischia di perdere la sua forza creativa. Le nostre emozioni vengono scippate dal capitalismo neoliberista ancora prima di essere messe in parola; il farsi della soggettivita', essenziale per l'autocoscienza, puo' essere bloccato dall'offerta di una vasta panoramica di identita' possibili.
E ora c'e' da indagare. Quali forme puo' assumere l'autocoscienza di fronte a queste sfide? Una cosa mi sembra certa: la scommessa originaria di questa pratica, il dire la propria esperienza risignificandola in una relazione di fiducia non si esaurisce ed e' una potenzialita' che ciascuna e ciascuno porta in se'. Da' un orientamento, il resto e' da inventare. E' vero, e' una pratica rischiosa a livello personale, avventurosa direi, perche' abbandoni le strade battute e le parole dette da altri ma promette un pensiero piu' originale e piu' vero.

14. RIFLESSIONE. BEPPE PAVAN: CAMBIARE IL MONDO, UN RAGAZZO GENTILE ALLA VOLTA
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo questo intervento roiginariamente apparso su "Uomini in Cammino" n.2/2023 (www.maschileplurale.it)]

La frase che ho scelto per il titolo di questa presentazione mi sembra illuminante: e' l'immagine che amo evocare quando parlo della "macchia d'olio" che si allarga nel mondo ogni volta che un altro uomo si incammina consapevolmente sui sentieri del cambiamento della propria maschilita', abbandonando le forme patriarcali del possesso, del dominio, della competizione, della sopraffazione...
Il libro che vi presento si intitola Mio figlio e' femminista. Crescere uomini disertori del patriarcato (VandA ed. 2023): e' un invito a offrire al mondo bambini, adolescenti, ragazzi "empatici e capaci di essere compagni di strada nonviolenti delle donne" che incontreranno e sceglieranno. Chi scrive cosi' e' Monica Lanfranco, che non solo radica le proprie riflessioni su una ricca antologia di testi femministi, ma soprattutto ci spalanca numerose finestre sulla sua esperienza di mamma alle prese con due figli maschi da aiutare a "crescere". E la citazione con cui apre l'introduzione ce ne comunica bene il senso: "Alleviamo le nostre ragazze a combattere gli stereotipi e a perseguire i loro sogni, ma non facciamo lo stesso con i nostri ragazzi".
La dialettica che percorre tutto il libro e' tra patriarcato (da disertare) e femminismo (da affermare). A pag. 35 Monica cita la nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie che "definisce femminista una persona che crede nella piena uguaglianza tra uomini e donne. Ma come possiamo crescere dei figli femministi, ovvero crescere dei figli gentili, sicuri di se' e liberi di inseguire i propri sogni, senza modelli alternativi a quelli del patriarcato?".
Non facciamoci tentare dal chiamarcene fuori, perche' e' uno degli stereotipi patriarcali piu' radicati pensare che crescere i figli sia compito delle madri. Il libro, in realtà, non e' un esercizio di autocoscienza solo per le madri: il sottotitolo recita "crescere uomini disertori del patriarcato" e di questa necessita' siamo consapevoli noi uomini adulti che da decenni partecipiamo a gruppi di autocoscienza maschile. Ma quanti siamo consapevoli e convinti che "se i bambini e le bambine vengono separati per sesso nel gioco cosi' come nelle attivita' didattiche fin dalla scuola materna, alla fine del ciclo gli stereotipi di genere ne escono rafforzati, mentre i gruppi incoraggiati a giocare con amici e amiche del sesso opposto imparano a risolvere meglio i problemi e a comunicare in modo meno aggressivo e con piu' profondita'" (pag. 98)?
"Nessuno dei nostri figli nasce cattivo, misogino, predatore: nessun bambino o ragazzo lo e'. Sono l'esempio, i comportamenti appresi, i messaggi culturali diretti e indiretti, ad autorizzare i maschi a diventare arroganti machisti e pericolosi predatori, perche' la violenza si insegna.
La buona notizia e' che anche la nonviolenza si insegna, ed e' in questa pratica quotidiana di rispetto, senso del limite e collaborazione che si costruisce la felicita' propria e quella di chi ci sta accanto" (pag. 84).
Ah, la felicita'! Grazie, Monica, di averla evocata! Anche a me e' successo di incontrare la felicita', ed e' successo proprio quando ho scelto di abbandonare - disertare - il modello patriarcale di stare nelle relazioni che famiglia, parrocchia, seminario, fabbrica, esercito e anche sindacato avevano cercato di inculcarmi.
C'e' uno stereotipo che persiste anche all'interno dei nostri gruppi di Uomini in Cammino: e' quello che continua a identificare il femminismo con "le donne che ce l'hanno con gli uomini".
Un altro e' "lo stereotipo secondo cui il femminismo riguarda solo le donne" (pag. 125). Questo libro ci invita, invece, a considerare il femminismo come alternativa al patriarcato: "Dovremmo essere tutti femministi" e' il titolo del libro di Chimamanda Ngozi Adichie, che fa il paio con "Il femminismo e' per tutti" di bell hooks. Credo che sia un invito da prendere sul serio, perche' - conclude Monica a pag. 124 - "la parola crescere [...] contiene le due facce della stessa medaglia: cresciamo da quando usciamo dal corpo di nostra madre, e poi siamo aiutati a crescere da chi si assume questo compito, per avviarci e guidarci a costruire un'esistenza autonoma".
Non e' come affermava quel mio vicino di casa: "Io sono cosi' e non posso cambiare!". Cambiare si puo'. Cambiare conviene. Diventare femministi, disertori del patriarcato, conviene!

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 293 del 20 ottobre 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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