[Nonviolenza] Telegrammi. 4992



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4992 del 19 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Cessare di uccidere
2. Mao Valpiana intervista Olga Karatch
3. Diffondiamo l'appello a Biden per la liberazione di Leonard Peltier sottoscritto da 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America
4. Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier
5. "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente". Un appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio in occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier
6. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
7. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
8. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
9. "Costituente Terra": Dopo Auschwitz durante Gaza
10. "Confronti": Il ritorno delle "regolarizzazioni mascherate"? Ingressi dall'estero per lavoro: nuove quantita', vecchi problemi
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'

1. L'ORA. CESSARE DI UCCIDERE

Sull'orlo dell'abisso, l'umanita' deve prendere l'unica decisione che tutte e tutti puo' salvarci: cessare di uccidere.
Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.
Riconoscere ad ogni essere umano il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. L'ORA. MAO VALPIANA INTERVISTA OLGA KARATCH
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 10 ottobre 2023 riprendiamo e diffondiamo]

Dal palco della manifestazione di Roma "La via maestra" ha gridato il suo no alla guerra e ha portato il saluto degli obiettori di coscienza russi e dei pacifisti ucraini. Olga Karatch, nonviolenta bielorussa, femminista, leader del movimento per i diritti umani, condannata a morte dal regime di Lukashenko, vive ora a Vilnius in Lituania, ed e' stata la voce internazionale della grande manifestazione della Cgil e delle tante associazioni che si sono ritrovate in Piazza San Giovanni "insieme per la Costituzione". L'abbiamo incontrata nel retropalco, al termine del suo intervento, ancora emozionata, dopo essersi abbracciata con Maurizio Landini. "Vorrei innanzitutto ringraziare la Cgil per questo invito e le associazioni italiane che sostengono concretamente la nostra lotta, come Un ponte Per ed il Movimento Nonviolento, e la Campagna internazionale ObjectWar che vuole garantire protezione e asilo a obiettori di coscienza e disertori di Russia, Bielorussia e Ucraina coinvolti nella guerra", ci ha detto.
*
- Dopo l'attacco di Hamas in Israele e la risposta su Gaza, la guerra si allarga sempre piu'.
- Oggi abbiamo tutti paura anche solo di leggere le notizie. Perche' nei telegiornali non si parla d'altro che della guerra: chi e' stato ucciso, quanti sono i feriti, la quantita' di armi che vengono impiegate. Abbiamo iniziato noi stessi a parlare in termini militari e non ce ne accorgiamo nemmeno. Ci stiamo abituando alla guerra e alle sue leggi, dove la vita di una persona non vale nulla e puo' essere facilmente sacrificata in nome di "vittorie future". Tutto e' stato stravolto. Chi si rifiuta di imbracciare le armi e non vuole andare al fronte è considerato un criminale.
*
- Cosa pensi sia necessario fare per mettere un freno a questa deriva folle?
- Bisogna sottrarsi alla guerra, non farla. Aiutare gli obiettori di coscienza e i disertori, ma e' molto impegnativo. Non sono benvenuti da nessuna parte, anche se sostenerli costa meno di qualsiasi missile e salva vite umane.
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- Qual e' la situazione degli obiettori nel tuo paese?
- In Bielorussia, la diserzione e' punita con la pena di morte e il rifiuto di arruolarsi nell'esercito comporta il carcere. Nel 2022, circa 400 uomini in Bielorussia sono stati condannati perche' renitenti alla leva. Attualmente, la polizia bielorussa ha dichiarato ricercati circa 5.000 uomini per aver tentato di sottrarsi al servizio militare in Russia o nei Paesi dell'Unione Europea.
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- Cosa chiedi di fare per sostenere la vostra azione?
- Nessuno fornisce protezione a queste persone; non hanno uno status giuridico e non hanno nemmeno un visto umanitario. I rifugiati in Lituania sono considerati una minaccia per la sicurezza nazionale e vengono inseriti in una lista nera con un divieto di ingresso nell'Ue per cinque anni, con il rischio di essere deportati in Bielorussia. Io chiedo che l'Unione Europea svolga il suo ruolo per la pace, schierandosi fermamente a favore del cessate il fuoco e attivandosi per una soluzione politica del conflitto. A partire dal fare tutti gli sforzi necessari per garantire protezione e asilo agli obiettori di coscienza e ai disertori di Russia, Bielorussia e Ucraina .
*
- Dalla manifestazione di Roma, con quali sentimenti torni a casa?
- Salviamo coloro che non sono ancora stati uccisi: bambini, donne e anziani. Vogliamo preservare la vita umana. Fermiamo la guerra con mezzi pacifici e nonviolenti. Parliamo finalmente di pace, leggiamo notizie sulla pace e togliamo i giocattoli militari ai bambini, perche' la guerra non e' un gioco. Il mio compito e' quello di garantire che coloro che non desiderano partecipare alla guerra non siano costretti a farlo, salvaguardando così i diritti umani, in particolare i diritti degli obiettori di coscienza.

3. INIZIATIVE. DIFFONDIAMO L'APPELLO A BIDEN PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER SOTTOSCRITTO DA 33 MEMBRI DEL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI D'AMERICA

Di seguito riproduciamo il testo integrale dell'appello sottoscritto da 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America, sia democratici che repubblicani.
Invitiamo vivamente a diffonderlo ulteriormente.
*
October 6, 2023
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave, NW
Washington, DC 20500
*
Dear President Biden:
We are writing to you regarding the nearly five-decade imprisonment of Leonard Peltier. Now, more than ever, bedrock principles of justice warrant your consideration of a grant of executive clemency or support of compassionate release at the Federal Bureau of Prisons.
Leonard Peltier, a Native American activist and citizen of the Turtle Mountain Band of Chippewa Indians (ND), is now in his 48th year of incarceration. He is 79 years old and in failing health. Mr. Peltier is serving two life sentences in a maximum-security federal prison for aiding and abetting in a case where his co-defendants were found not guilty on the grounds of self-defense.
Over the course of his incarceration, particularly in recent years, key figures involved in Mr. Peltier's prosecution have stepped forward to underscore the constitutional violations and prosecutorial misconduct that took place during the investigation and trial that led to his conviction. Gerald Heaney, the judge who presided over Mr. Peltier's 1986 appeal in the Eighth Circuit, called for his release in 1991 and again in 2000 (1), and former United States AttorneyJames Reynolds, whose office handled the prosecution and appeal of Peltier's case, has called for a commute of the remainder of his sentence and observed that "his conviction and continued incarceration is a testament to a time and a system of justice that no longer has a place in our society." (2) In addition, the United Nations Working Group on Arbitrary Detention specifically noted the anti-Indigenous bias surrounding Peltier's detention, stating simply that he "continues to be detained because he is Native American." (3)
Retired FBI Special Agent Coleen Rowley, in her letter addressed to you on December 3, 2022, raised how the "long-standing horribly wrongful oppressive treatment of Indians in the U.S." played into Peltier's case and, critically, the "FBI Family vendetta" behind the agency's opposition to clemency. (4) We recognize the grief and loss that took place in both the FBI and Tribal community on that day but also recognize this opportunity for all to move forward.
As Members of Congress, we sign this letter with a deep commitment to the crucial role we play in upholding justice for all Americans - and to also hold our government accountable when we see a case of injustice, as demonstrated by the long incarceration of Leonard Peltier. We stand with the Tribal Nations of the United States, Indigenous voices worldwide, and leading voices on human rights and criminal justice around the globe in support of Mr. Peltier's release. We applaud your commitment to criminal justice reform and your administration's work to address inequities in the criminal justice system and rectify the past wrongs of our government's treatment of Native Americans. We urge you to take the next step by granting  Mr. Peltier executive clemency or compassionate release.
Sincerely,
Seguono le firme di 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America
*
Note
1. Gerald H. Heaney, U.S. Senior Cir. Judge, 8th Cir., Letter to Senator Daniel K. Inouye, Chairman, U.S. Senate Select Comm. on Indian Affairs (Apr. 18, 1991), http://www.whoisleonardpeltier.info/download/Heaney.pdf
2. James Reynolds, Former U.S. Attorney, Letter to President Joseph R. Biden (Jul. 9, 2021), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/03/From-US-Attorney-James-Reynolds.pdf.
3. United Nations Working Group on Arbitrary Detention, Opinion No. 7/2022 concerning Leonard Peltier (United States of America) (Jun. 7, 2022), https://www.ohchr.org/sites/default/files/2022-06/A-HRC-WGAD-7-2022-USA-AEV.pdf
4. Coleen Rowley, Retired FBI Special Agent, Letter to President Joseph R. Biden (Dec. 3, 2022), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/04/From-Retired-FBI-Special-Agent-Coleen-Rowley.pdf

4. REPETITA IUVANT. PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
*
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
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Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com

5. REPETITA IUVANT. "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE". UN APPELLO DIFFUSO A ROMA ED IN ALTRE CITTA' DEL LAZIO IN OCCASIONE DEL SETTANTANOVESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI LEONARD PELTIER

In occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente, si sono svolte in molte citta' italiane iniziative per la sua liberazione.
A Roma ed in altre citta' del Lazio e' stato diffuso un appello al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' all'eroe perseguitato universalmente noto come "il Nelson Mandela americano".
Di seguito trascriviamo il testo dell'appello diffuso.
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Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
Lei sa che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, ha compiuto 79 anni, dei quali gli ultimi 47 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Lei sa che Leonard Peltier e' innocente.
Lei sa che le cosiddette "testimonianze" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che anche le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che lo stesso Procuratore capo dell'accusa che ottenne la condanna di Leonard Peltier ha poi riconosciuto e dichiarato che fu un errore giudiziario e Le ha scritto per chiederLe di concedere la grazia e liberare Leonard Peltier.
Lei sa che lo scorso anno una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU ha riesaminato l'intero processo ed ha concluso che Leonard Peltier deve essere liberato.
Lei sa che milioni di persone di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: persone come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, persone come papa Francesco e il Dalai Lama.
Lei sa che innumerevoli associazioni democratiche della societa' civile di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: associazioni prestigiose come Amnesty International.
Lei sa che un gran numero di istituzioni e di rappresentanze istituzionali di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: istituzioni rilevanti come il Parlamento Europeo e rappresentanti istituzionali qualificati come i Sindaci di molte grandi citta'.
Lei sa che Leonard Peltier e' anziano e gravemente malato, e che anche dal carcere, in condizioni di estrema oppressione e sofferenza, ha costantemente continuato ad impegnarsi in difesa dei popoli oppressi, in difesa dei diritti umani, in difesa della Madre Terra, con la sua parola autorevole di martire perseguitato e di uomo di profonda spiritualita', con la poesia, con la pittura, con le attivita' educative e benefiche che con l'aiuto dei suoi sostenitori ha promosso a vantaggio dei piu' bisognosi di aiuto.
Lei ha il potere di liberare Leonard Peltier attraverso lo strumento della grazia presidenziale; Lei ha il potere di restituire la liberta' a un uomo innocente che ha subito una semisecolare crudelissima persecuzione, una lunghissima ingiustissima prigionia; Lei ha il potere di metter fine a un enorme scandalo, un'enorme assurdita', un'enorme iniquita'; Lei ha il potere di far finalmente prevalere la verita', la giustizia, l'umanita' liberando Leonard Peltier. Usi la prerogativa della grazia presidenziale e liberi finalmente Leonard Peltier: l'umanita' intera attende questo momento.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
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Questo il testo dell'appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffonderlo ulteriormente.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/

6. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
*
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

7. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

8. HERI DICEBAMUS. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

9. RIFLESSIONE. "COSTITUENTE TERRA": DOPO AUSCHWITZ DURANTE GAZA
[Dalla newsletter di "Costituente Terra" n. 134 del 16 ottobre 2023 (e-mail: notizieda at costituenteterra.com, sito:www.costituenteterra.it ) riprendiamo e diffondiamo]
 
Cari amici,
abituati da secoli a pensare all'onnipotenza di Dio e alla sua bonta' nei termini antropomorfici non ancora riletti dal Vangelo, dopo la Shoa' un grande intellettuale ebreo, Hans Jonas, pose un problema nuovo, quale potesse essere "il concetto di Dio dopo Auschwitz", perche' dopo che non aveva impedito Auschwitz non si poteva piu' dire che Dio fosse allo stesso tempo buono e onnipotente.
Mentre nuovi eccidi si perpetravano in America Latina, dal cuore della Teologia della Liberazione erompeva un'altra domanda, quale concetto di Dio potesse sussistere durante El Mozote, il Salvador e le nuove Shoa'.
Oggi la domanda e' quale concetto di Dio professare  durante Gaza: forse un Dio che ispirasse le genti a piangere su Gerusalemme e su Gaza, e ispirasse Israele a fermarsi sul ciglio dell'abisso, a non ucciderne mille per uno, a rimettere in comunione la Terra e l'umana dignita'.
Con i piu' cordiali saluti,
Costituente Terra

10. DOCUMENTAZIONE. "CONFRONTI": IL FRITORNO DELLE "REGOLARIZZAZIONI MASCHERATE"? INGRESSI DALL'ESTERO PER LAVORO: NUOVE QUANTITA', VECCHI PROBLEMI
[Riceviamo e diffondiamo]

Anticipazioni del Dossier Statistico Immigrazione 2023 a cura di IDOS, in collaborazione con Centro Studi Confronti e Istituto di Studi Politici "S. Pio V".
L'Italia affronta problemi legati all'invecchiamento della popolazione, con la previsione di un deficit di 7,8 milioni di lavoratori entro il 2050, amplificato dalle politiche restrittive sull'immigrazione degli ultimi 12 anni, che hanno causato carenze di manodopera in settori cruciali. Il governo ha approvato un piano triennale per l'ingresso di 452.000 lavoratori stranieri, ma questo rimane insufficiente. Normative obsolete mettono a rischio i diritti dei lavoratori immigrati, richiedendo urgentemente una nuova visione delle migrazioni per lavoro.
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Roma, 17 ottobre 2023 – Confronti. In un contesto di cronico invecchiamento dell'Italia, per compensare la diminuzione della popolazione in eta' lavorativa (-7,8 milioni entro il 2050) sarebbero necessari ogni anno almeno 280mila nuovi ingressi dall'estero fino al 2050. Eppure, le pervicaci politiche di chiusura verso i migranti ne hanno di fatto bloccato i canali di ingresso per lavoro da 12 anni, alimentando la crisi di manodopera in comparti vitali dell'economia nazionale e svilendone il contributo alla tenuta demografica del Paese.
Il 27 settembre 2023 il governo ha approvato la "Programmazione dei flussi d'ingresso legale in Italia dei lavoratori stranieri per il triennio 2023-2025", dopo 18 anni dall'ultima pianificazione triennale, che per il 2004-2006, pero', pianificava anche le politiche di integrazione, questa volta non contemplate. Saranno ammessi in Italia complessivamente 452mila lavoratori stranieri: 136.000 nel 2023, 151.000 nel 2024 e 165.000 nel 2025.
Il provvedimento, varato su forte pressione dei datori di lavoro (in grave carenza di manodopera sin dalla crisi pandemica), segna una discontinuita' rispetto a 12 anni di paralisi, tuttavia e' ancora molto lontano dal coprire l'effettivo fabbisogno (stimato dal governo in 833.000 lavoratori nello stesso triennio: 274.800 per il 2023, 277.600 per il 2024 e in 280.600 per il 2025) e - in mancanza di una riforma del meccanismo a cui soggiacciono, da oltre 20 anni, gli ingressi e le permanenze per lavoro dall'estero - e' soggetto alle stesse gravi distorsioni osservate lungo questo intero periodo.
Il cosiddetto "Decreto Cutro" di inizio 2023, infatti, pur avendo previsto alcune aperture e migliorie procedurali (semplificazioni per il rilascio del nulla osta al lavoro, asseverazioni non necessarie se la domanda e' presentata tramite organizzazioni datoriali, possibili quote riservate a singole categorie di lavoratori, marginali ingressi "fuori quota" di cittadini di Paesi con cui l'Italia abbia sottoscritto accordi di rimpatrio o di stranieri che completino riconosciute attivita' di formazione all'estero, ingressi riservati al settore domestico e dell'assistenza ecc.), non ha toccato l'impianto che da ormai 35 anni (ovvero dal Testo Unico sull'Immigrazione del 1998, passando attraverso i rigidi inasprimenti della legge Bossi-Fini del 2002) regola, in maniera del tutto irrealistica, l'incontro tra domanda e offerta di lavoro per i migranti.
Non solo, infatti, l'ingresso di un lavoratore straniero dall'estero e' soggetto a previa chiamata nominativa "al buio" da parte del datore di lavoro che sta in Italia (il quale deve formalizzare un'opzione individuale senza mai aver conosciuto di persona il suo futuro dipendente), il che e' tanto piu' assurdo se si pensa che 3 lavoratori stranieri ogni 4 in Italia sono impiegati in aziende medio-piccole, per lo piu' a conduzione familiare, o presso le famiglie, come collaboratori domestici e badanti (ovvero in contesti in cui e' importante un rapporto di fiducia instaurato previamente); ma il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno sono rigidamente vincolati, rispettivamente, alla sottoscrizione e alla vigenza di un contratto di lavoro: una saldatura quanto più' anacronistica, tanto piu' che il mercato del lavoro e' divenuto, in questo quarto di secolo, piu' flessibile e precario per tutti.
Se a cio' si aggiunge che la stessa legge del 2002 ha abolito il permesso di ingresso per ricerca lavoro, grazie al quale un immigrato poteva soggiornare in Italia per un anno, a spese di una struttura "sponsor", per cercare direttamente un'occupazione nel Paese, non stupisce che l'impraticabilita' di un simile meccanismo abbia alimentato un utilizzo improprio delle quote d'ingresso stabilite dai Decreti flussi: fingendo la chiamata dall'estero del lavoratore gia' alle proprie dipendenze, sono state sistematicamente usate come una "regolarizzazione mascherata", paradossalmente piu' rapida e semplice della stessa procedura di regolarizzazione del 2020. Quest'ultima, oltremodo lenta e macchinosa negli esiti, se si considera che, a ben 3 anni dalla presentazione delle domande, ne ha portate ad esito definitivo meno della meta': il 31% (circa 65.200 su un totale di 207.500) con il rilascio di un permesso per lavoro e il 15% con un rigetto. Si tratta, evidentemente, di meccanismi e procedure funzionali alla creazione e al mantenimento di un sistema che rende strutturalmente fragile e ricattabile la posizione dei lavoratori immigrati, esponendoli al rischio di sfruttamento.
Anche quando e' regolarmente impiegata, la manodopera straniera in Italia e' spesso relegata a lavori precari, faticosi, sottopagati e rischiosi per la salute. Quasi due occupati stranieri su tre svolgono mansioni operaie o di bassa qualifica, una quota doppia rispetto agli italiani. Il prevalente impiego in attivita' di questo tipo si riflette in retribuzioni inferiori di ben un quarto rispetto alla media. Questa compressione salariale ha peraltro ridotto la capacita' di risparmio, scesa dal 38% del reddito nel 2017 al 27% nel 2022, tanto piu' che circa un lavoratore straniero su cinque e' impiegato in part-time involontario, contro solo uno su dieci tra gli italiani (condizione che spesso nasconde ore complementari lavorate in nero). "In uno scenario - rileva Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS - in cui il rapido e strutturale invecchiamento della popolazione autoctona, insieme alla fuga delle leve piu' giovani e qualificate dall'Italia, contrae sempre piu' la base occupazionale, mettendo a repentaglio produttivita' e competitivita' del Paese, e' fondamentale, per il bene comune oltre che degli immigrati, accantonare un impianto normativo sorpassato e vizioso, puntando su una riforma dei meccanismi regolari di ingresso dei lavoratori stranieri e di incontro con la domanda di lavoro interna piu' realistico e aderente all'effettivo funzionamento del mercato, basato, in via complementare, anche su meccanismi di regolarizzazione permanente su base individuale e sulla reintroduzione dell'ingresso per un anno per ricerca di lavoro mediante uno sponsor".
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Il Dossier Statistico Immigrazione 2023 sara' presentato il 26 ottobre, alle ore 10.30,  a Roma presso il Nuovo Teatro Orione (via Tortona 7) e in contemporanea in tutte le regioni.
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Maggiori informazioni, a breve, sul sito www.dossierimmigrazione.it
Ufficio stampa: Eleonora de Nardis tel.: 333.3033936
E-mail: eledenardis at yahoo.it
comunicazione at dossierimmigrazione.it

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Luca Jourdan, Congo. La grande guerra africana, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
- Tommaso Ricciardelli e Giuseppe Rotundo, I boss di Latina, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
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Riletture
- Giuliana Sgrena, Alla scuola dei taleban, Manifestolibri, Roma 2002, pp. 176; Eadem, Il fronte Iraq, Manifestolibri, Milano 2004, pp. 184.
- Giuliana Sgrena, Il prezzo del velo, Feltrinelli, Milano 2008, pp. 160.

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

13. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4992 del 19 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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