[Nonviolenza] Telegrammi. 4991



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4991 del 18 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Stefano Sarfati: Lutto
2. Pasquale Pugliese: Uscire dalla follia della guerra, in Palestina e ovunque
3. L'appello a Biden per la liberazione di Leonard Peltier sottoscritto da 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America
4. Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier
5. "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente". Un appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio in occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier
6. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
7. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
8. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
9. Alberto Melloni: Addio a Giannino Piana, teologo dei temi difficili
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. L'ORA. STEFANO SARFATI: LUTTO
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo]

Mai come oggi ho sentito il bisogno di trovare le parole giuste. Sul conflitto israelo-palestinese in passato ho scritto argomentando le verita' storiche, evidenziando le contraddizioni di chi difende Israele senza se e senza ma, o di chi non vede che non e' uno scontro di culture ma banale e cinica politica di forza delle potenze in campo. Ho ripetuto come un disco rotto le stesse cose per anni finche', dopo l'operazione Piombo Fuso di dicembre 2008 (in cui a Gaza morirono non meno di 1200 persone), sono diventato afono sull'argomento.
Quindici anni dopo, con quello che e' appena successo, non trovo le parole e faccio fatica a pensare, un senso di lutto pervade ogni cosa. Lutto per le vittime israeliane, tra cui molti giovani, donne e bambini. Lutto per le vittime di Gaza rinchiuse nella loro striscia di terra senza una via d'uscita e sotto una pioggia di bombe indiscriminate che distruggono vite e palazzi, ennesima violenza su un popolo che e' sotto occupazione dal 1948 (prima egiziana e poi, dal 1967, israeliana).
Lutto per la perdita del senso di umanita'. Vittorio Arrigoni terminava le sue corrispondenze da Gaza per il Manifesto con: "restiamo umani", a indicare la vera posta in gioco.
Senso di lutto per un linguaggio e per parole che qualcuno non fa alcuna fatica a trovare, parole sbagliate, in malafede, commenti urlati a notizie prive di documentazione.
Lutto perche' quello che e' appena successo e' uno specchio che ci dice che razza di girone infernale e' il luogo da cui provengono le persone che hanno fatto quello che hanno fatto. La sorpresa che ha generato in tutti questo attacco mi ha ricordato il "perche' ci odiano tanto?" dell'11 settembre 2001. I governi israeliani che si sono succeduti, e in particolare Netanyahu, hanno fatto di tutto per soffocare i palestinesi e contemporaneamente nascondere e far dimenticare al mondo l'occupazione. Ma chi la subisce non la puo' scordare e ritorna prepotentemente alla ribalta non piu' nella veste di vittima della storia, ha imparato il linguaggio globale della politica di forza, oggi molto in voga in questa guerra mondiale a pezzi, come l'ha definita papa Francesco. Cinicamente parlando, l'attacco ha un senso politico, far ricordare al mondo che, contrariamente a quanto Netanyahu vuol far credere, mostrando la mappa di Israele che va dal Mediterraneo al Giordano, i palestinesi ci sono e adesso dimenticateli se ci riuscite.
Mentre le donne occidentali forse dicono il doppio si', alla carriera e alla famiglia, o forse ne dicono uno solo come testimonia l'invecchiamento dei paesi occidentali, le donne della Striscia di Gaza sembrano avere uno scopo principale, imposto o volontario che sia: fare figli per garantire continuita' alla resistenza di un territorio molto povero ma sovrappopolato e con un'eta' media molto giovane.
Mai come oggi ho bisogno di trovare parole e figure simboliche da far dilagare nel mondo e quella che mi parla piu' di tutte e' Donna Vita Liberta'. Intanto perche' le due parole del binomio donna-vita sono intrinsecamente legate e opposte a quelle di soldato-guerra che dominano la scena della guerra mondiale a pezzi; poi la parola liberta' fa capire che la strada non e' obbligata, si puo' cambiare, ci si puo' ribellare, si puo' sovvertire l'ordine mondiale.

2. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: USCIRE DALLA FOLLIA DELLA GUERRA, IN PALESTINA E OVUNQUE
[Riceviamo e diffondiamo]

Non si puo' trattare la guerra come un'emergenza intermittente, alla quale guardare di volta in volta con orrore sui diversi scenari, perche' e' ormai un dato permanente e globale del nostro tempo che, come nella distopia di Orwell, si va intensificando anno dopo anno. Ce lo dice da tempo papa Francesco con la sua intuizione lungimirante: siamo all'interno di una guerra mondiale a pezzetti che si vanno, ma mano, rinsaldando; ce lo dice il Conflict data program dell'Universita' di Uppsala: ci sono sul pianeta 170 conflitti armati e, tra questi, decine di guerre vere e proprie. La guerra tra Russia ed Ucraina andava avanti dal 2014, con 13.000 morti, ma noi ce ne siamo accorti solo il 24 febbraio 2022, con l'invasione russa dei territori ucraini. L'occupazione di Israele dei territori palestinesi va avanti almeno dal 1967, ma negli ultimi anni questo conflitto e' stato completamente rimosso dall'attenzione dei media, e la condizione di oppressione strutturale e militare del popolo di Palestina non vista, fino alla brutale esplosione di violenza da parte di Hamas dello scorso 7 ottobre. Con la prevedibile e brutale ritorsione violenta da parte di Israele. Eppure solo negli ultimi 15 anni, fino al settembre 2023, si contavano 6.407 morti tra i palestinesi e 308 tra gli israeliani.
Nel conflitto israelo-palestinese non si puo' stare con Hamas, organizzazione terroristica la cui leadership violenta e' una sciagura per il popolo palestinese, e non si puo' stare con il governo di Israele la cui violenza militare e militarista e' una sciagura per il popolo israeliano: "tra un'ondata e l'altra di violenza, rendiamo la vita impossibile ai cittadini di Gaza e poi ci sorprendiamo quando la situazione esplode", scrivono sulla loro pagina facebook i veterani di guerra israeliani dell'associazione Breaking the silence. Non si puo' che stare con le vittime di entrambe le parti, consapevoli che nessuna soluzione del conflitto possa venire dall'aggiungere violenza a violenza: i crimini di guerra non sanano i crimini di terrorismo, ma raddoppiano i crimini e moltiplicano le vittime. L'unica via d'uscita e' lo spezzare la catene della violenza, interrompere la sua riproduzione all'infinito.
Che cosa possiamo fare a questo scopo? Possiamo, in primo luogo, sostenere le componenti pacifiste e nonviolente presenti in entrambe le parti, che le violenze mettono nell'angolo. Cosi' come il Movimento Nonviolento italiano sostiene gli obiettori di coscienza e i pacifisti russi e ucraini, vanno sostenuti i costruttori di ponti israeliani e palestinesi, come i giovani refusnik israeliani che rifiutano il servizio militare nei territori occupati e per questo subiscono il carcere; come i movimenti palestinesi che nella prima Intifada hanno raggiunto con la lotta nonviolenta gli accordi di Oslo tra Rabin (non a caso ucciso da un estremista israeliano) e Arafat: l'unica "vittoria", per quanto parziale, e' stata conquistata con la nonviolenza, ossia con una lotta che attira a se' l'empatia e la solidarieta' dell'avversario, anziche' l'odio (come abbiamo raccontato anche qui). Non a caso in quel periodo fiorirono in Israele le organizzazioni pacifiste Peace Now, Donne in nero, Parent circle.
E poi dobbiamo incalzare le organizzazioni internazionali, dalle Nazioni Unite all'Unione Europea, affinche' svolgano il ruolo attivo di mediazione invece di soffiare sul fuoco. Senza doppi standard morali e lessicali. Se, come disse Ursula von der Leyen il 19 ottobre 2022, "Gli attacchi della Russia contro le infrastrutture civili, in particolare l'elettricita', sono crimini di guerra. Privare uomini, donne e bambini di acqua, elettricita' e riscaldamento con l'arrivo dell'inverno: questi sono atti di puro terrore. E dobbiamo chiamarlo cosi'". Allora, un anno dopo, bisogna chiamare "puro terrore" anche quello di Israele contro la popolazione civile della striscia di Gaza, condannandolo, non sostenendolo. Anche perche' ogni casa abbattuta a Gaza, ogni strage sotto le macerie, non riduce ma moltiplica il numero dei palestinesi disposti a prendere le armi. Ed e' impossibile e incredibile che il governo israeliano non lo comprenda e che nessun governo amico lo suggerisca. Occhio per occhio il mondo diventa cieco, diceva Gandhi.
Invece, in un impazzimento generale, a tutte le latitudini la guerra e' tornata ad essere un valore, le spese militari globali a schizzare sempre piu' in alto un anno dopo l'altro, guerra dopo guerra; politicamente e mediaticamente l'opinione pubblica viene aizzata a schierarsi in una propaganda di guerra continua e martellante, in cui le posizioni pacifiste che provano a indicare la ragionevolezza delle vie d'uscita sono considerate alleate del "nemico". Siamo dentro, anche e soprattutto nel nostro paese, ad uno spaventoso arretramento civile e culturale: mentre fino a poco tempo fa si elogiava e diventava punto di riferimento chi abbandonava la lotta armata e la logica di vendetta, scegliendo strade alternative, da Nelson Mandela a Yasser Arafat, oggi si esalta chi promuove la lotta armata di stato senza quartiere, da Netanyahu a Zelensky.
E' necessario, dunque, sia costruire strumenti di intervento nei conflitti, prima che degenerino in guerre, in coerenza con l'articolo 11 della Costituzione italiana: mezzi che, ripudiando la guerra, possano svolgere attivita' di interposizione e riconciliazione tra le parti in conflitto, per esempio i Corpi civili di pace. Sia ricostruire una cultura di pace e di nonviolenza a tutti i livelli, per cui cosi' com'e' condannata senza appello - sempre e comunque - la "soluzione" dei conflitti interpersonali con la violenza, sia condannata senza appello - sempre e comunque - anche la "soluzione" dei conflitti internazionali con la violenza. Perche' la guerre non risolvono davvero nessun conflitto, ma lo perpetuano e lo radicalizzano. E' l'insegnamento che alla televisione israeliana ha dato, piangendo, Jacob Argamani, papa' di Noa una delle ragazze rapite brutalmente da Hamas durante la barbarica incursione al rave ai confini di Gaza: "Facciamo pace con i nostri vicini, in ogni modo possibile. Voglio che ci sia pace; voglio che mia figlia torni. Basta guerre. Anche loro hanno vittime, anche loro hanno prigionieri e madri che piangono. Siamo due popoli per un solo Padre. Facciamo una pace vera".
Non ci sono alternative. In Palestina, in Ucraina e ovunque.

3. DOCUMENTAZIONE. L'APPELLO A BIDEN PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER SOTTOSCRITTO DA 33 MEMBRI DEL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI D'AMERICA
[Riproduciamo il testo integrale dell'appello sottoscritto da 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America, sia democratici che repubblicani]

October 6, 2023
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave, NW
Washington, DC 20500
*
Dear President Biden:
We are writing to you regarding the nearly five-decade imprisonment of Leonard Peltier. Now, more than ever, bedrock principles of justice warrant your consideration of a grant of executive clemency or support of compassionate release at the Federal Bureau of Prisons.
Leonard Peltier, a Native American activist and citizen of the Turtle Mountain Band of Chippewa Indians (ND), is now in his 48th year of incarceration. He is 79 years old and in failing health. Mr. Peltier is serving two life sentences in a maximum-security federal prison for aiding and abetting in a case where his co-defendants were found not guilty on the grounds of self-defense.
Over the course of his incarceration, particularly in recent years, key figures involved in Mr. Peltier's prosecution have stepped forward to underscore the constitutional violations and prosecutorial misconduct that took place during the investigation and trial that led to his conviction. Gerald Heaney, the judge who presided over Mr. Peltier's 1986 appeal in the Eighth Circuit, called for his release in 1991 and again in 2000 (1), and former United States AttorneyJames Reynolds, whose office handled the prosecution and appeal of Peltier's case, has called for a commute of the remainder of his sentence and observed that "his conviction and continued incarceration is a testament to a time and a system of justice that no longer has a place in our society." (2) In addition, the United Nations Working Group on Arbitrary Detention specifically noted the anti-Indigenous bias surrounding Peltier's detention, stating simply that he "continues to be detained because he is Native American." (3)
Retired FBI Special Agent Coleen Rowley, in her letter addressed to you on December 3, 2022, raised how the "long-standing horribly wrongful oppressive treatment of Indians in the U.S." played into Peltier's case and, critically, the "FBI Family vendetta" behind the agency's opposition to clemency. (4) We recognize the grief and loss that took place in both the FBI and Tribal community on that day but also recognize this opportunity for all to move forward.
As Members of Congress, we sign this letter with a deep commitment to the crucial role we play in upholding justice for all Americans - and to also hold our government accountable when we see a case of injustice, as demonstrated by the long incarceration of Leonard Peltier. We stand with the Tribal Nations of the United States, Indigenous voices worldwide, and leading voices on human rights and criminal justice around the globe in support of Mr. Peltier's release. We applaud your commitment to criminal justice reform and your administration's work to address inequities in the criminal justice system and rectify the past wrongs of our government's treatment of Native Americans. We urge you to take the next step by granting  Mr. Peltier executive clemency or compassionate release.
Sincerely,
Seguono le firme di 33 membri del Congresso degli Stati Uniti d'America
*
Note
1. Gerald H. Heaney, U.S. Senior Cir. Judge, 8th Cir., Letter to Senator Daniel K. Inouye, Chairman, U.S. Senate Select Comm. on Indian Affairs (Apr. 18, 1991), http://www.whoisleonardpeltier.info/download/Heaney.pdf
2. James Reynolds, Former U.S. Attorney, Letter to President Joseph R. Biden (Jul. 9, 2021), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/03/From-US-Attorney-James-Reynolds.pdf.
3. United Nations Working Group on Arbitrary Detention, Opinion No. 7/2022 concerning Leonard Peltier (United States of America) (Jun. 7, 2022), https://www.ohchr.org/sites/default/files/2022-06/A-HRC-WGAD-7-2022-USA-AEV.pdf
4. Coleen Rowley, Retired FBI Special Agent, Letter to President Joseph R. Biden (Dec. 3, 2022), https://www.amnestyusa.org/wp-content/uploads/2023/04/From-Retired-FBI-Special-Agent-Coleen-Rowley.pdf

4. REPETITA IUVANT. PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
*
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
*
Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com

5. REPETITA IUVANT. "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE". UN APPELLO DIFFUSO A ROMA ED IN ALTRE CITTA' DEL LAZIO IN OCCASIONE DEL SETTANTANOVESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI LEONARD PELTIER

In occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente, si sono svolte in molte citta' italiane iniziative per la sua liberazione.
A Roma ed in altre citta' del Lazio e' stato diffuso un appello al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' all'eroe perseguitato universalmente noto come "il Nelson Mandela americano".
Di seguito trascriviamo il testo dell'appello diffuso.
*
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
Lei sa che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, ha compiuto 79 anni, dei quali gli ultimi 47 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Lei sa che Leonard Peltier e' innocente.
Lei sa che le cosiddette "testimonianze" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che anche le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che lo stesso Procuratore capo dell'accusa che ottenne la condanna di Leonard Peltier ha poi riconosciuto e dichiarato che fu un errore giudiziario e Le ha scritto per chiederLe di concedere la grazia e liberare Leonard Peltier.
Lei sa che lo scorso anno una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU ha riesaminato l'intero processo ed ha concluso che Leonard Peltier deve essere liberato.
Lei sa che milioni di persone di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: persone come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, persone come papa Francesco e il Dalai Lama.
Lei sa che innumerevoli associazioni democratiche della societa' civile di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: associazioni prestigiose come Amnesty International.
Lei sa che un gran numero di istituzioni e di rappresentanze istituzionali di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: istituzioni rilevanti come il Parlamento Europeo e rappresentanti istituzionali qualificati come i Sindaci di molte grandi citta'.
Lei sa che Leonard Peltier e' anziano e gravemente malato, e che anche dal carcere, in condizioni di estrema oppressione e sofferenza, ha costantemente continuato ad impegnarsi in difesa dei popoli oppressi, in difesa dei diritti umani, in difesa della Madre Terra, con la sua parola autorevole di martire perseguitato e di uomo di profonda spiritualita', con la poesia, con la pittura, con le attivita' educative e benefiche che con l'aiuto dei suoi sostenitori ha promosso a vantaggio dei piu' bisognosi di aiuto.
Lei ha il potere di liberare Leonard Peltier attraverso lo strumento della grazia presidenziale; Lei ha il potere di restituire la liberta' a un uomo innocente che ha subito una semisecolare crudelissima persecuzione, una lunghissima ingiustissima prigionia; Lei ha il potere di metter fine a un enorme scandalo, un'enorme assurdita', un'enorme iniquita'; Lei ha il potere di far finalmente prevalere la verita', la giustizia, l'umanita' liberando Leonard Peltier. Usi la prerogativa della grazia presidenziale e liberi finalmente Leonard Peltier: l'umanita' intera attende questo momento.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
*
Questo il testo dell'appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffonderlo ulteriormente.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/

6. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
*
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

7. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
*
E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
*
Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
*
A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

8. HERI DICEBAMUS. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

9. MAESTRI. ALBERTO MELLONI: ADDIO A GIANNINO PIANA, TEOLOGO DEI TEMI DIFFICILI
[Dal "Corriere della Sera" del 13 ottobre 2023 riprendiamo e diffondiamo]

Con Giannino Piana, morto ieri ad Arona (Novara) a 84 anni, scompare un protagonista della teologia morale italiana. Nato nel 1939 a Ornavasso (Verbania), professore di seminario, presidente dell'associazione dei teologi morali con Damiano Mongillo, Carlo Molari, Enrico Chiavacci, apparteneva alla generazione che vedeva nei problemi etici non un invito a nascondersi nel caso per caso, ma una domanda che fa capire di piu' la/le verita' della fede. Ed era un prete (avrebbe lasciato il ministero solo nel 2000) che a lungo aveva cercato di attrezzare la Chiesa con grandi manuali (uno in 6 volumi lo diresse con Tullo Goffi) e agili "garzantine" (come il Nuovo dizionario di teologia morale del 1990), necessarie ad orientare un clero come quello italiano, alla cui formazione intellettuale l'episcopato ha sempre creduto poco e i Papi ancor meno.
Dopo i Principi di morale religiosa diretti con Carlo Caffarra nel 1973, Piana aveva iniziato a interrogarsi su autonomia ed emancipazione: bisognava infatti decidere se l'insofferenza della modernita' per un'etica prescrittiva andava curata vagheggiando un ritorno o domandandosi, come e' sempre stato nella storia cristiana, come riconiugare il rapporto fra fede e morale.
Negli anni Ottanta questa sua capacita' di interrogare e farsi interrogare lo rende inviso alle autorita' e sensibile alle questioni complesse, come quella dalla penitenza, che rischiava di svanire insieme alla confessione auricolare. Avrebbe a lungo riflettuto sulla figura del prete (un suo saggio e' sul sito "Viandanti" che contribui' a far nascere): non da un anno, ma ancora un anno fa, sul "Mulino", spiegava la necessita' della revisione della prassi del celibato del clero latino (dalla quale sono esonerati nella Chiesa cattolica solo gli orientali e gli ex anglicani).
Diventato professore a Urbino, avrebbe discusso su quella cattedra i temi etici dell'economia, dell'ecologia, della bioetica, con la convinzione che il problema non fosse mai quello di rendere la fede piu' palatabile, ma quello di cogliere nelle contraddizioni del tempo domande alle quali la fede puo' rispondere solo ripartendo dalla liberta' evangelica.
Visibile e mai taciuta la sua sofferenza e insofferenza per il clima ecclesiale di eta' wojtyliana, espresso dalla politica dottrinale del cardinale Ratzinger, prefetto della dottrina della fede, e dalla dottrina politica del cardinale Ruini, presidente della Cei. Lo si leggeva sulla stampa che lo ospitava ("Jesus", fra gli altri), negli editori che lo pubblicavano (da ultimo Cittadella), nelle collane che dirigeva (come le Cronache teologiche di Marietti, pensate con Pino Ruggieri). Come diceva la Lettera dei 63, che sottoscrisse alla fine degli anni Ottanta, l'estensione del magistero nel campo etico andava messa "in rapporto al cuore del messaggio evangelico" e per farlo serviva una teologia che non si accontentasse di commentatore un magistero che amava chiamarsi "definitivo".
Questa teologia Piana la esercitera' su temi difficili, come quello dell'amore fra persone dello stesso sesso, che per lui andava riconosciuto come segno che "l'avvento della salvezza" scardina ogni paradigma nel quale sia negata "la percezione di ogni soggetto umano come persona redenta dal Signore".

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Paolo Di Stefano, Riccardo Iacona, Mai piu' Vajont 1963/2023. Una storia che ci parla ancora,Rcs, Milano 2023, pp. 224, euro 14,50 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Gianna Fregonara, Orsola Riva, Non sparate sulla scuola, Rcs, Milano 2023, pp. 176, euro 14 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riedizioni
- Javier Marias, Tutte le anime, Einaudi, Torino, 1999, 2002, Rcs, Milano 2023, pp. VI + 234, euro 9,90.
- Georges Simenon, Le sorelle Lacroix, Adelphi, Milano 2022, Gedi, Torino 2023, pp. 170, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4991 del 18 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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