[Nonviolenza] Telegrammi. 4990



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4990 del 17 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Il 17 ottobre in digiuno per la pace e la riconciliazione
2. Giannino Piana
3. Lorenzo Porta ricorda Bruno Segre
4. Raniero La Valle: E' inutile lodare Dio se si distrugge la Terra
5. Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier
6. "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente". Un appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio in occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier
7. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
8. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
9. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. L'ORA. PEPPE SINI: IL 17 OTTOBRE IN DIGIUNO PER LA PACE E LA RICONCILIAZIONE

Aderendo all'invito del Movimento Nonviolento il 17 ottobre 2023 prendero' parte anch'io al digiuno per la pace e la riconciliazione promosso dal patriarca latino di Gerusalemme.
Si cessi finalmente di uccidere.
Si restituisca la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Si faccia della misericordia il fondamento dell'agire politico.
Si riconosca finalmente ad ogni essere umano il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Si riconosca finalmente che siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. LUTTI. GIANNINO PIANA

E' deceduto Giannino Piana, teologo illustre.
Con gratitudine lo ricordiamo.

3. MAESTRI. LORENZO PORTA RICORDA BRUNO SEGRE
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Ho avuto la fortuna di frequentare e collaborare con Bruno soprattutto dalla seconda parte degli anni '90 fino ai piu' recenti anni. Ma mi sento ancora piu' fortunato perche' Bruno e' uno degli amici di piu' lontana data che mi ha conosciuto a Milano, la citta' dove sono nato e cresciuto, nei primi anni '70 quando, poco piu' che adolescente, frequentavo il Liceo Manzoni. Erano gli anni della partecipazione politica, del desiderio di capire, di aprire piste nuove e lui, di una generazione prima di me, era molto disponibile al confronto anche con i giovani che respiravano l'aria del '68 e che talvolta non mancavano di un po' di supponenza. Fu Cesare Mannucci a farmelo conoscere, l'animatore della rivista "Comunita'" dagli anni '60 ai '90, fondata da Adriano Olivetti, sposato a Loretta Valtz Mannucci, docente di Storia americana. Grazie a loro, alla figlia Erica e alla nostra comune amica Beatrice, ho potuto conoscere Bruno e frequentarlo. Lui ha aderito al Movimento di Comunita' e per diversi decenni ha lavorato all'Olivetti.
Non ci siamo visti per una parte degli anni '80 quando alla fine del 1982, nelle ultime fasi del mio servizio civile a Milano, dedicato alle persone diversamente abili nella zona Ovidio/Forlanini, ho scelto di recarmi in Sicilia a Comiso, infrangendo i codici militari, ai quali erano ancora sottoposti gli obiettori di coscienza in servizio civile. In Sicilia come in altre parti dell'Europa occidentale venivano istallati missili nucleari nelle basi Nato e, nella logica vigente dei blocchi militari, nell'Europa orientale arrivavano i missili sovietici. Il movimento mondiale per il disarmo che si sviluppo' contribui' alla prima descalata degli armamenti nucleari, favorendo il processo di Glasnost e Perestroika di Gorbaciov. Dico questo perche' poi nel corso della nostra collaborazione ho potuto approfondire con Bruno quel periodo, confrontando la fase di allora con la ancora piu' cupa fase attuale, che non vede un'adeguata resistenza alle sfide in atto. Sul piano personale fu un distacco drastico con le reti relazionali nelle quali mi ero formato a Milano. Gia' negli anni '70 avevo potuto approfondire la questione del rapporto tra ebraismo e cristianesimo con l'aiuto degli scritti che negli anni '70 e nei primi anni '80 Cesare Mannucci pubblicava sulla rivista "Comunita'": l'odio antico e l'ideologia cristiana sugli ebrei, raccolti poi nei primi anni '90 nel libro, L'odio antico. L'antisemitismo cristiano e le sue radici ( Mondadori, 1993).
Ho ritrovato Bruno a a Firenze nei primi anni '90, lui invitato ad un dibattito dal gruppo fiorentino dell'Amicizia ebraico-cristiana sull'esperienza del villaggio di Neve' Shalom-Wahat as Salam. ( d'ora in poi: il Villaggio). Era diventato da poco presidente con il compito di portare avanti il lavoro svolto da Renzo Fabris, con l'aiuto della moglie Franca Ciccolo Fabris. Ed anche Renzo, purtroppo colpito da una grave malattia, desiderava che Bruno assumesse quell'incarico.
Cosi' e' capitato di rivederci piu' frequentemente sia ai Colloqui di Camaldoli, sia agli incontri del SAE ( Segretariato attivita' ecumeniche) alla Mendola, dove mi aveva sollecitato a partecipare Miriam, la persona con la quale poi mi sono unito in matrimonio. Faceva parte di quel nucleo di persone ebree, che ha coltivato la laicita' e la necessita' del dialogo con gli altri, anche con i "nemici" e che partecipavano assiduamente a quegli incontri, ne ricordo alcuni: Amos Luzzatto, Laura Voghera, Lea Sestieri, David Bidussa, Stefano Levi Della Torre. Personalmente da loro ho imparato molto!
E' stato grazie a Bruno che Amos Luzzatto ha accettato di fare l'introduzione al libro da me curato: "Il pregiudizio antisemitico. Una ricerca intervento nella scuola". ed. Franco Angeli, 1999. E' stato grazie anche a lui che in quel libro ho cercato di riassumere in modo chiaro le vicende tragiche dello sterminio ebraico e delle responsabilita' di chi sapeva, ma non ci credeva abbastanza, quindi rimuoveva la tragedia. Il suo piccolo e denso libro, "La Shoah" (1998) mi ha aiutato molto, come anche le letture e le riflessioni, che prima ho ricordato, sul pregiudizio antisemitico di Cesare Mannucci. Bruno mi ha aggiunto la sua storia personale di ebreo scampato alla Shoa'. Nel periodo piu' cupo della storia d'Italia e d'Europa, nel settembre del 1943, quando gli arresti, gli eccidi e le deportazioni degli ebrei si intensificano, il padre Emanuele gia' scomparso improvvisamente nel '41 a soli 51 anni, Kathleen, la madre di Bruno lavora per le case editrici Domus e Mondadori a Milano grazie alle sue competenze linguistiche, madrelingua tedesca, di padre irlandese padroneggia tre lingue: italiano, inglese e tedesco. Ricevera' un indirizzo di Ascoli Piceno della famiglia di origine di una dirigente e collega della casa editrice Domus che la convincera' ad intraprendere un viaggio difficile con Laura e Bruno, i suoi due figli, munita di documenti falsi, attraverso le linee del fronte presidiato dai tedeschi per raggiungere le forze alleate al sud. Fu poi una famiglia di uno scalpellino anarchico, Romeo De Amicis, che fu determinante per la sopravvivenza della famiglia Segre ad Ascoli, liberata dagli anglo-americani un anno dopo, nel giugno 1944 ( vedi Che razza di ebreo sono io, (ed. Casagrande 2016).
Con Bruno e' stato entusiasmante organizzare gli incontri cittadini con le delegazioni di studenti ed insegnanti del Villaggio. Al centro Stensen di Firenze riempivamo le sale e animavamo il dibattito. Lui tenace traduttore degli interventi, dall'inglese in italiano e viceversa, lo faceva spesso da solo. Arrivava fino in fondo agli incontri, chiedeva la sostituzione solo quando proprio gli emisferi cerebrali andavano in ebollizione!
Memorabile per me l'incontro a Firenze dell'ottobre 2001, lo avevamo preparato un paio di mesi prima, quando piombo' su tutti noi l'11 settembre, fu lui a darmi la notizia per telefono dell'attentato alle Torri gemelle di New York.
Sull'onda di quel tragico epocale avvenimento le richieste di partecipazione dalle scuole si moltiplicavano di giorno in giorno e con padre Brovedani, il responsabile dello "Stensen", abbiamo dovuto purtroppo far rinunciare alcuni gruppi di studenti. Non era ancora praticato il collegamento streaming a distanza.
Nella prima parte degli anni 2000, quando avevo un contratto di docenza nel Corso di laurea "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti" abbiamo lavorato insieme per realizzare una convenzione tra l'Universita' di Firenze e l'Associazione degli Amici di Neve' Shalom - Italia. Questa formalizzazione ci ha consentito di mandare studenti e studentesse al Villaggio a svolgere un'attivita' che e' loro valsa come tirocinio ed in alcuni casi ha costituito la base per le loro tesi di laurea. Ma soprattutto hanno potuto immergersi in una realta' dove non puoi vivere nella tua "zona di conforto" e ti devi aprire, ascoltare chi ha un'altra storia dalla tua e ricercare i suoi richiami in te.
Cosi' come ricordo con piacere il lavoro che abbiamo animato insieme, con l'aiuto di di un gruppo affiatato, tra cui Moni Ovadia, per invitare il coraggioso rabbino americano riformato e radicale Michael Lerner di Berkeley ( California) a Firenze e a Milano nel 2005, responsabile della rivista di cultura ebraica "Tikkun", fondata sul confronto con persone di culture e provenienze diverse.
Ma cio' che mi preme ricordare e' che lo stile di Bruno emergeva proprio nei momenti critici, nelle fasi di difficolta'. Li' vedevi la persona persuasa che il conflitto, se condotto sulla base dell'ascolto attivo, del rispetto dell'altro, anche se non giunge a breve scadenza ad una sua risoluzione, lascia qualcosa di germinativo nel metodo adottato dai soggetti in lotta tra loro, che in qualche modo puo' fare risonanza nel tempo.
Nel giugno del 2007, dopo ripetuti sforzi di dialogo, decise di lasciare, dopo sedici anni, l'associazione e la carica di presidente di Amici di Neve' Shalom / Wahat as Salam - Italia perche' non vedeva piu' la nitidezza di quella ricerca di equilibrio tra le parti: la componente palestinese ed ebraica nel Villaggio, la scommessa, il "sogno" di Bruno Hussar, che lui aveva fatto suo con passione e ragione. Con rammarico lascio' l'incarico, ma quei contenuti espressi, quel dialogo con altri amici che avevano idee diverse dalle sue e' restato, non ha guastato i rapporti tra le persone, anzi le argomentazioni, gli esempi, la ricerca di trasparenza nelle relazioni tra la componente ebraica e palestinese per la pace attiva sono stati riferimenti importanti per chi ha proseguito. Poi da piu' di un anno Bruno aveva ripreso a partecipare alle riunioni dell'Associazione e lo ha fatto volentieri perche', me lo diceva: "ieri, oggi, domani essere uomini significa saper dialogare con gli avversari e il Villaggio, nonostante le difficolta', continua a ricercare questa strada". Mi aveva inviato il link del bel documentario filmato sulla storia del Villaggio a cura di Maayan Schwartz, la figlia di una coppia storica della comunita': Children of Peace ( 2022) . Oggi invece acquista spazio in epoca di conflitti armati, programmati a tavolino, la logica distruttiva amico-nemico e viene diffuso il verbo che la corsa senza freni al riarmo paga e bene!
L'attenzione ad Israele e' testimoniata nel libro antologico di scritti "Israele, la paura, la speranza" ( Garamond ed. 2014) che coprono un arco temporale di piu' di un quarantennio ( 1970-2014). Nelle diverse vicissitudini storiche fino agli eventi piu' recenti si e' schierato con i gruppi e i movimenti che lottano per proteggere la democrazia in Israele, con J. Call Europa - Italia, con Giorgio Gomel e le numerose iniziative. Ricordo quella a 50 anni dalla Guerra dei sei giorni nel 2017 a sostegno di un appello dell'organizzazione SISO ( Salva Israele, Ferma l'occupazione) firmato da 500 persone e personalita' israeliane rivolto a tutti gli ebrei della diaspora per la fine dell'occupazione dei Territori di Cisgiordania. Venne a Firenze ad una riunione organizzativa a cui la famiglia Treves dette ospitalita'.
Sempre nel libro autobiografico sopra ricordato "Che razza di ebreo sono io" Bruno dialoga con Alberto Saibene in questa lunga intervista ed emerge un amore per la laicita' appassionato che non vuole cedere alla logica delle identita' monolitiche. Anche qui Bruno sa esprimere un'autonomia di giudizio che da ebreo sa criticare l'espansione del potere religioso nella sfera dei diritti civili e politici sia in Israele, sia nel nostro paese dove ancora scorge l'ombra lunga dei Patti lateranensi nelle nuove Intese sia con la Chiesa cattolica, sia anche con i dirigenti della Comunita' ebraica. Anche se vede nelle coraggiose decisioni di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, il tentativo di superare antiche barriere.
Un confronto dei piu' difficili e' espresso nel dialogo: "Il funerale negato" (2020, ed. Una Citta') dove, all'indomani della proibizione della sepoltura della moglie non ebrea, Matilde, deceduta nel 2018, nella tomba di famiglia del piccolo cimitero ebraico di Monticelli di Ongina (Piacenza) da parte delle autorita' ebraiche di Parma, cerca di spiegare le radici di un clericalismo che porta a quelle decisioni divisorie. Solo il rabbino di Roma Riccardo Di Segni rispondera' alla sua lettera, alla quale Bruno inviera' una replica, che non ricevera' risposta. Qui ho visto Bruno soffrire, non poteva non rispondere a quel divieto che ha colto di sorpresa lui e la sua famiglia. Ci ha messo tutte le sue forze, mi chiedeva informazioni sulla vicenda dell'amica Sara Cerrini Melauri di Firenze, sposata con Tullio Melauri alla quale non e' stata consentita la sepoltura nel cimitero ebraico di Caciolle dove riposa il marito, poiche' non ebrea. Ed anche in questa circostanza, giunto quasi al novantesimo anno, ha cercato il dialogo affrontando alla radice la questione del rapporto tra laicita' e religione, a partire dalla realta' dei matrimoni misti.
Non posso non ricordare il periodo Covid e il forzato isolamento che anche lui ha dovuto attraversare, sempre con il sollecito aiuto dei suoi figli. Dovevamo vederci proprio quel 5 marzo del 2020, un appuntamento programmato. Mi telefono' un paio di giorni prima e poi, ancora, a poche ore dalla partenza, per sconsigliarmi di venire: quella notte fu estesa la zona rossa a tutta l'Italia! Ci siamo rivisti quasi un anno dopo! Ed anche nell'isolamento, e dopo la crisi Covid, si e' sempre reso disponibile a suggerire spunti per la mia attivita' di docente ed anche per i nostri giovani figli Davide ed Emanuele, entrambi impegnati nella musica (un'espressione artistica vitale per lui e per la moglie Matilde ed anche per i figli Vera, Emanuele ( chitarrista) e Lia (violista barocca) e per Giordano, neo studente di Architettura al Politecnico di Milano che alloggiava vicino a casa sua e con cui ha avuto dialoghi incoraggianti.
Questo mio ricordo vada ai figli Vera, Emanuele e Lia, ai nipoti, agli amici ed amiche di Bruno e a quelli che nelle piu' svariate forme lo hanno conosciuto.

4. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: E' INUTILE LODARE DIO SE SI DISTRUGGE LA TERRA
[Dalla newsletter di "Other news" riprendiamo e diffondiamo]

Non sono uno storico della Chiesa e non posso dire se e' gia' accaduto che un Papa scrivesse due encicliche sullo stesso argomento a distanza di qualche anno l'una dall'altra, come ha fatto Francesco con la Laudate Deum, otto anni dopo la Laudato si', due encicliche (o "esortazioni apostoliche" che siano) che cominciano addirittura con la stessa parola. Ma proprio questo e' il criterio ermeneutico per comprenderle entrambe: esse dicono che e' inutile lodare Dio se si distrugge la Terra.
E' questa infatti la massima contraddizione possibile, che smentisce radicalmente la definizione dell'uomo come "animale razionale": no, non e' la ragione il bello dell'uomo, se fa tutto contro la ragione, dalla guerra alla globalizzazione del suicidio.
Ecco dunque due encicliche scritte nel tentativo di salvare il mondo, quasi a dire che le parole non bastano se non seguono i fatti, se poi le parole sono stracciate. Non e' forse l'annuncio della salvezza il proprio del cristianesimo e di ogni religione? Ma la salvezza si gioca qui sulla Terra, anzi "in terris" come diceva Giovanni XXIII, ed ecco le terre, che sono da tutti, credenti e non credenti, gettate alla rovina.
Percio' mi pare che questa "carta" che, come scrive il teologo brasiliano Fernando Altemer Junior e', a leggerla, "come ricevere un pugno nello stomaco", rappresenti in qualche modo il culmine del pontificato di papa Francesco, non perche' aggiunge una pietra al monumento del suo magistero, ma perche' svela la vera natura del ministero petrino. Perche' fa questo, egli e' detestato da molti: la destra assatanata, invidiosa del Vangelo, dice che il papa "fra Sinodo, clima e politica si scorda di Dio"; al contrario, in questo testo come in quello precedente, egli annuncia l'amore di Dio a tutte le sue creature; non si scorda, ma anzi ricorda anche alle altre religioni, che "l'universo si sviluppa in Dio, che lo riempie tutto, quindi c'e' un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero", cioe' in tutta la natura.
Ricordo un vescovo messicano, che fu anche un meraviglioso Padre conciliare, Sergio Mendez Arceo, a cui, usando il linguaggio dell'epoca chiesi "quante anime" contasse la sua diocesi di Cuernavaca, e lui mi rispose: "E i corpi dove li mette?".
Ecco, la "Laudate Deum" cerca di salvare i corpi, corpi e anime insieme, secondo un'antropologia indivisa; cerca di salvare "il cuore della materia", il "Cristo cosmico" secondo il linguaggio di Teilhard de Chardin; e proprio questo significa la "cura delle anime", che e' il mestiere del prete.
E questa lettera del Papa fa un salto in avanti rispetto alla "Laudato si'": perche' in quell'enciclica egli volle "condividere con le sorelle e i fratelli tutti" le sue preoccupazioni per "il nostro pianeta sofferente", ma otto anni dopo deve rendersi conto che nulla e' stato fatto, che il mondo "si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura" (e dentro ci sono anche le guerre), e non si tratta piu' semplicemente di un problema "ecologico" che qualcuno pensa di poter risolvere con la sola tecnica o, con ancora piu' hybris, con "il crescente paradigma tecnocratico", ma di "un problema sociale globale che e' intimamente legato alla dignita' della vita umana".
Ebbene, questo grido della Terra e questa domanda di dignita', non fanno appello solo alla necessita' di una conversione, ma rimandano alla questione del potere. E' proprio questa la novita' della "Laudate Deum", che propone con forza il problema del potere; non che questo gia' non fosse evocato e discusso nella "Laudato si'", ma qui diventa il problema centrale e condizionante di tutto. In senso filosofico e teologico si tratta del potere dell'uomo come tale, che si pretende illimitato, e si traduce in uno "sfrenato intervento umano sulla natura", quando illimitato non e'; anzi, - e cosi' si conclude l'Esortazione papale - "un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per se stesso". Infatti pretendere di avere il potere di Dio significa non avere nessun potere, significa farsi idolo: e gli idoli, si sa, "hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano, le loro mani non palpano, i loro piedi non camminano"; i poteri che stanno distruggendo la Terra in realta' non la vedono, non ne ascoltano il grido, non ne odorano i profumi, non la sostengono cosi' che non cada loro di mano, e altrettanto fanno quanti in loro confidano.
Ed ecco che il Papa chiama in giudizio i poteri, "il potere reale", nazionale e internazionale, e aggiunge che "se i cittadini non controllano il potere politico - nazionale, regionale, municipale - neppure e' possibile un contrasto dei danni ambientali".
Ma non basta additare il potere come ultimo responsabile del destino della Terra, e attendersi che se ne prenda cura; il Papa va oltre, e denuncia perche' il potere non lo fa e, se non cambia, nemmeno lo puo' fare. Non pronunzia il nome del capitalismo, per non ferire le pie orecchie, ma di questo parla quando dice che le grandi potenze economiche (e non solo, perche' si tratta di tutti gli attori e artefici di questo sistema) "si preoccupano di ottenere il massimo profitto al minimo costo e nel minor tempo possibile"; ed e' chiaro percio' perche' non possono curare la Terra, ma nemmeno le "anime" e i corpi che la abitano. Ne' potranno farlo, se "i poteri economici continuano a giustificare l'attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignita' umana e sull'ambiente".
E non si tratta solo di mali imputabili ai vertici politici ed economici della societa', ma di una cultura e di una pratica che si sono contagiate a tutti i livelli della vita sociale. "I poveri stessi - scrive il Papa - a volte cadono nell'inganno di un mondo che non viene costruito per loro". E tutti sono gettati in una competizione imposta dal vangelo della "meritocrazia": "Si incrementano - scrive il Papa - idee sbagliate sulla cosiddetta 'meritocrazia', che e' diventata un 'meritato' potere umano a cui tutto deve essere sottoposto... Un conto e' un sano approccio al valore dell'impegno, alla crescita delle proprie capacita' e a un lodevole spirito di iniziativa, ma se non si cerca una reale uguaglianza di opportunita', la meritocrazia diventa facilmente un paravento che consolida ulteriormente i privilegi di pochi con maggior potere". Non sono denunce nuove nella Chiesa, almeno in quella Chiesa che ha saputo ascoltare la voce dei poveri e far camminare i piedi sulla via della pace. E' stato pubblicato in questi giorni un libro di Enrico Mauro, "Contro la societa' del sorpasso, il pensiero antimeritocratico di don Tonino Bello". In una lettera per il Natale del 1985, quel santo vescovo di Molfetta ammoniva a non fare della "schiena del prossimo strumento delle vostre scalate", e denunciava "l'economia disumana. l'esasperazione di parametri economici ridotti a criterio supremo dell'umana convivenza, le logiche di guerra (che) dai campi di battaglia hanno traslocato sui tavoli di un'economia che penalizza i poveri, il dominio assoluto della logica del profitto (che) e' la vera causa dei gravi squilibri del mondo contemporaneo (...) che partorisce l'esodo di milioni di 'dannati della terra' verso le nostre societa' opulente".
Tutto cio' dice che la causa della Terra deve avere molti difensori, al culmine e alla base di tutta la comunita' umana. Il metodo non puo' essere che quello del multilateralismo, un multilateralismo rivisitato, che coinvolga la comunita' internazionale e quelle locali, che si faccia forte dell'ONU, che non pretenda a un governo globale ma realizzi il principio della sussidiarieta', che unisca globale e locale, che sia indirizzato a un costituzionalismo mondiale, che giunga "a un multilateralismo dal basso, e non semplicemente deciso dalle elites del potere".
Una visione profetica e un realismo storico che poteva venire solo da un papa che si chiama Francesco.

5. REPETITA IUVANT. PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
*
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
*
Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com

6. REPETITA IUVANT. "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE". UN APPELLO DIFFUSO A ROMA ED IN ALTRE CITTA' DEL LAZIO IN OCCASIONE DEL SETTANTANOVESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI LEONARD PELTIER

In occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente, si sono svolte in molte citta' italiane iniziative per la sua liberazione.
A Roma ed in altre citta' del Lazio e' stato diffuso un appello al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' all'eroe perseguitato universalmente noto come "il Nelson Mandela americano".
Di seguito trascriviamo il testo dell'appello diffuso.
*
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
Lei sa che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, ha compiuto 79 anni, dei quali gli ultimi 47 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Lei sa che Leonard Peltier e' innocente.
Lei sa che le cosiddette "testimonianze" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che anche le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che lo stesso Procuratore capo dell'accusa che ottenne la condanna di Leonard Peltier ha poi riconosciuto e dichiarato che fu un errore giudiziario e Le ha scritto per chiederLe di concedere la grazia e liberare Leonard Peltier.
Lei sa che lo scorso anno una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU ha riesaminato l'intero processo ed ha concluso che Leonard Peltier deve essere liberato.
Lei sa che milioni di persone di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: persone come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, persone come papa Francesco e il Dalai Lama.
Lei sa che innumerevoli associazioni democratiche della societa' civile di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: associazioni prestigiose come Amnesty International.
Lei sa che un gran numero di istituzioni e di rappresentanze istituzionali di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: istituzioni rilevanti come il Parlamento Europeo e rappresentanti istituzionali qualificati come i Sindaci di molte grandi citta'.
Lei sa che Leonard Peltier e' anziano e gravemente malato, e che anche dal carcere, in condizioni di estrema oppressione e sofferenza, ha costantemente continuato ad impegnarsi in difesa dei popoli oppressi, in difesa dei diritti umani, in difesa della Madre Terra, con la sua parola autorevole di martire perseguitato e di uomo di profonda spiritualita', con la poesia, con la pittura, con le attivita' educative e benefiche che con l'aiuto dei suoi sostenitori ha promosso a vantaggio dei piu' bisognosi di aiuto.
Lei ha il potere di liberare Leonard Peltier attraverso lo strumento della grazia presidenziale; Lei ha il potere di restituire la liberta' a un uomo innocente che ha subito una semisecolare crudelissima persecuzione, una lunghissima ingiustissima prigionia; Lei ha il potere di metter fine a un enorme scandalo, un'enorme assurdita', un'enorme iniquita'; Lei ha il potere di far finalmente prevalere la verita', la giustizia, l'umanita' liberando Leonard Peltier. Usi la prerogativa della grazia presidenziale e liberi finalmente Leonard Peltier: l'umanita' intera attende questo momento.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
*
Questo il testo dell'appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffonderlo ulteriormente.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/

7. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
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Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
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l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
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Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
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In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

8. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

9. HERI DICEBAMUS. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Rossella Bertolasi, Giappone. Osaka e l'Honshu. E altre bellezze dell'arcipelago, Rcs, Milano 2023, pp. 128, euro 9,99.
- In viaggio con Philippe Daverio, Il romanico e il fascino dell'architettura medievale, Rcs, Milano 2023, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riedizioni
- Paul Auster, Mr Vertigo, Einaudi, Torino 1995, 2015, Rcs, Milano 2023, pp. X + 294, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Michela Murgia, Ave Mary, Einaudi, Torino 2011, 2018, Mondadori, Milano 2023, pp. 172, euro 8,90 (in supplemento a vari periodici).

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4990 del 17 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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