[Nonviolenza] Telegrammi. 4984



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4984 dell'11 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Fanno
2. Enrico Peyretti: Meditazione sulla guerra
3. "Azione nonviolenta": Il premio Nobel per la pace 2023 a Narges Mohammadi, attivista iraniana in lotta contro l'oppressione del regime
4. Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier
5. "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente". Un appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio in occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier
6. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
7. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
8. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. L'ORA. FANNO

I.

Fanno la guerra agli stati, alle organizzazioni, alle ideologie
e ammazzano gli esseri umani

Dicono di volere giustizia e liberta' sicurezza e benessere
e ammazzano gli esseri umani

Pretendono di possedere la pura l'assoluta la totale verita'
e ammazzano gli esseri umani

II.

Abolire tutti gli eserciti
distruggere tutte le armi
salvare tutte le vite

Pace disarmo smilitarizzazione
ogni essere umano ha diritto alla vita alla dignita' alla solidarieta'
solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe

2. L'ORA. ENRICO PEYRETTI: MEDITAZIONE SULLA GUERRA
[Riceviamo e diffondiamo.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' stato membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]

Siamo offesi dalla guerra, ripetutamente, sempre piu' gravemente. La guerra e' attivita' che si attribuisce la licenza e la volonta' di uccidere vite umane, e distruggere strumenti di vita. Si giustifica con vari motivi, oppure nemmeno si giustifica.
Perche' e' male uccidere? Tanto si muore, prima o poi! Perche' non posso accettare che tu anticipi con violenza la mia morte, o io la tua, per qualche nostra forte ragione?
La morte data, inflitta, anticipata, procurata da un umano ad un suo simile, e' semplice volonta' di tagliare, per un proprio utile, la continuita' indefinita di quella vita, che e' la sua infinita dignita'.
Ogni vita, infatti, e' mortale, prima o poi, ma tende a continuare indefinitamente. La vita consiste, piu' o meno, nella volonta' di respirare, di continuare a cercare e agire, in comunicazione e rispetto, riconoscimento, con le altre vite simili. Non e' infinita, la vita, ma tende all'infinito.
C'e' una istanza di infinito, nella vita. Tagliarla per volonta' di potenza e di utilita' offende e contraddice radicalmente la vita di tutti, delle vittime, ma altrettanto di chi uccide. L'omicidio, e l'omicidio organizzato in guerra, e' la contraddizione e falsificazione dell'esistenza, in quanto nega e toglie la profonda tensione della nostra esistenza all'apertura totale.
Forse ancor piu' dell'omicida privato, chiuso nella miseria della sua ottica iper-egoista, scissa dall'alterita', o nella perdita di controllo di se', e' gravemente anti-umano, anti-vita, lo stato armato, "sovrano" [che cioe' non riconosce nulla al di sopra di se'] e l'esercito ossessivamente attrezzato e allenato per uccidere vite umane. Non piu' sovrano, invece, un popolo diventa umano tra gli altri e con gli altri. Solo nel conflitto delle sovranita', la difesa e' guerra. Nella societa' dei popoli, diritti e doveri costituzionali difendono,  come nella societa' di persone, senza guerra.
La capacita' di guerra, la disponibilita' professionale alla guerra, la minaccia di guerra, il fare attivamente la guerra, offende tutti noi, non importa da quale parte siamo, o per chi parteggiamo. Difendere la vita con la morte distrugge il significato della vita. Se interrompo la tua vita, se la voglio cacciare nel nulla, sono io che caccio nel nulla la mia vita. Il vincitore e' morto come uomo.
Si', Gandhi giustifica come necessita', e persino dovere, dare la morte a chi sta dando ad altri la morte; giustifica la morte inevitabile, se assolutamente e immediatamente non c'e' alcun altro modo, data a chi sta dando morte. (Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi 1996, p. 69-70; Young India, 4 novembre 1926). Ma uccidere non diventa mai lecito. Quel caso singolo, estremo, non giustifica l'attrezzatura immensa per uccidere molti, travolgendo innocentissimi.
Quando, in tutte le culture umane, pensiamo alla morte, non vediamo oltre. Non abbiamo certezze, ma sempre abbiamo avuto attese, speranze, immagini, promesse, desideri. La nostra vita ha una istanza profondissima di continuita': percio' respiriamo e ci nutriamo, ci difendiamo, ci aiutiamo. La morte tagliera' ogni continuita'? Non ne abbiamo certezza. Ma e' certo che dare la morte ad una vita e' un atto contro ogni aspirazione della vita. Forse un Oltre, amico della vita, accoglie l'ucciso, ma l'uccisore non e' amico della vita: egli restringe orribilmente ogni possibilita' di vita alla misura della propria sopraffazione. E' violazione cosmica, l'uccidere.
Eppure la nube nera che oscura i cieli di tutti (e sono cieli intimi ad ognuno), cioe' la guerra, festival della morte, torna a piu' riprese ad offenderci, a farci piu' che soffrire: ad accusarci, a svergognarci, umiliarci. Tutti! Perche' tutti, in qualche modo, l'abbiamo tollerata, mantenuta. Soltanto assumendola come colpa, come rovescio dell'umanita', possiamo distaccarci dalla guerra.
E' possibile? Miseria e grandezza dell'umanita'. Miseria, e anche grandezza. Respirare, stare in piedi, vivere, tutto cio' vuole non finire. La pretesa umana puo' essere distruttiva di cio' che ci pare ostacolo, vede anche altri umani come ostacolo. Ma l'istinto di non-finire puo' superare anche la nostra distruttivita', che sempre distrugge anche il distruttore. Proprio il bisogno di vita ci puo' liberare dall'uso stolto della morte, della guerra. Ragione, parola, pazienza, costruttivita', godimento della bellezza, comunicazione tra le nostre vite, fanno vivere. Sono forme di aiuto, siamo tutti bisognosi di aiuto. Dare aiuto e' amore. Esiste la guerra, ma anche l'amore esiste, l'umile concreto amore del dare il passo all'altro. Chi crede in Dio crede che e' amore, non potere. Il bisogno di vita vincera' sulla morte, sulla guerra, sulle violenze spicciole. E' un lungo imparare, emergere, e' la storia, il cammino umano. Diamoci la mano. La vita e' per tutti. Gli uccisi ci supplicano.

3. L'ORA. "AZIONE NONVIOLENTA": IL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2023 A NARGES MOHAMMADI, ATTIVISTA IRANIANA IN LOTTA CONTRO L'OPPRESSIONE DEL REGIME
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Il Premio Nobel per la Pace 2023 e' stato assegnato all'attivista iraniana Narges Mohammadi "per la sua lotta contro l'oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la liberta' per tutti".
Nel 2009 la Fondazione Alexander Langer le aveva attribuito il Premio Internazionale Alexander Langer riconoscendo il suo impegno per la difesa dei diritti umani e della liberta' di espressione.
Narges oggi non e' una donna libera. Attualmente sta scontando una condanna a dieci anni di carcere nella famigerata prigione Evin di Teheran accusata di diffusione di propaganda antistatale. Narges non solo ha pagato il suo impegno con la perdita della liberta' e le torture ma anche con la separazione dal marito e dai suoi due figli, oggi in esilio in Francia, che l'attivista non vede di persona da otto anni. Negli anni Narges e' stata arrestata 13 volte e condannata cinque volte per un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate.
"Se le autorita' iraniane prenderanno la giusta decisione la rilasceranno cosi' che potra' essere qui per ritirare il premio a dicembre", ha detto la presidente del comitato dei Nobel di Oslo Berit Reiss-Andersen. Il Premio Nobel a Narges Mohammadi, ha aggiunto, "e' anche un riconoscimento alle centinaia di migliaia di persone che hanno protestato contro le politiche di discriminazione e oppressione contro le donne del regime teocratico".
Nell'occasione del Premio Nobel per la pace 2023, ripubblichiamo un articolo di Narges che usci' su "Azione nonviolenta" nel gennaio 2010: piu' attuale che mai.
*
L'articolo di Narges che usci' su "Azione nonviolenta" nel gennaio 2020
Iran. Una giovane donna sfida il regime
L'impegno contro la guerra e la violenza per restituire dignita' al popolo iraniano
Narges Mohammadi e' un'attivista pacifista iraniana. Ha ricevuto il Premio Langer 2009. E' una delle tante vittime della repressione del regime di Teheran.
Pubblichiamo questa sua intensa e profonda lettera aperta che ha avuto il coraggio di scrivere a Mahmud Ahmadinejad, il Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran. Narges e' una testimone e amica della nonviolenza.
Egr. Dott. Ahmadinejad,
sono Narges Mohammadi, giornalista, laureata in fisica, moglie di Taghi Rahmani e madre di due gemelli di soli tre anni. Sono un'attivista del Centro dei Difensori dei Diritti Umani in Iran, che e' stato recentemente chiuso illegalmente, nonche' del Consiglio Nazionale della Pace. Da quando e' stata messa al bando la stampa democratica iraniana, il 22 settembre 2001, fino al 19 novembre 2009, sono stata impiegata, con un contratto regolare, presso la Societa' per le Ispezioni Ingegneristiche facendo parte del gruppo specialistico per ispezione industriale e mineraria. Il 19 novembre 2009 sono stata licenziata. Questo e' un breve curriculum di una donna 36enne iraniana. E' bene che lei sappia che il mio ordine di licenziamento, prima di essere notificato a me, ha seguito un iter attraverso le forze di sicurezza. Nel mese di khordad 1387 (maggio-giugno 2008), tornando da una riunione dei difensori dei diritti umani e degli esperti delle Nazioni Unite, tenutasi a Vienna, sono stata convocata e interrogata dagli agenti del Ministero dell'Intelligence del Suo Governo. L'8 maggio 2009, quando stavo per recarmi in Guatemala per partecipare ad un convegno internazionale delle donne, mi e' stato illegalmente impedito di lasciare il Paese, e non ero stata accusata di alcun reato, e infatti non sono mai stata chiamata in giudizio come imputata. Il mio passaporto e' stato sequestrato all'aeroporto e da allora non ho un passaporto. Per questo motivo ho dovuto un'altra volta presentarmi agli agenti dell'intelligence i quali mi hanno chiesto apertamente di abbandonare le mie attivita' nel Consiglio Nazionale della Pace e nel Centro dei Difensori dei Diritti Umani; in caso contrario la minaccia era di ricevere restrizioni ancora piu' severe.
Il 18 giugno scorso, cioe' sei giorni dopo le recenti elezioni, sono stata nuovamente minacciata per telefono da un agente dell'intelligence: se avessi proseguito con la minima attivita' e non avessi lasciato Teheran, sarei stata arrestata insieme ai miei piccoli bambini. Piu' tardi, in un'altra convocazione gli agenti, come ultimo avvertimento, mi hanno riferito che se non avessi lasciato il Centro dei Difensori dei Diritti Umani e il Consiglio Nazionale della Pace e non avessi interrotto tutti i rapporti con il Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, sarei stata licenziata e arrestata.
In settembre, dopo essere stata accettata per un corso di specializzazione, ho chiesto al Ministero dell'Intelligence di restituirmi il mio passaporto, mi e' stato detto che il Ministero aveva un parere negativo su di me e che non avrei potuto partecipare al corso se non avessi cambiato idea sulle loro proposte.
E alla fine, in data 19 novembre 2009, l'amministratore delegato dell'azienda dove lavoravo mi ha informata di aver avuto richiesta di licenziarmi; quando ho chiesto una lecita spiegazione, mi sono sentita dire che era una decisione dettata dall'alto. Mi consiglio' di approfittare dell'ultima occasione e parlare con gli agenti per non farmi licenziare; anche lui a sua volta mi aveva chiesto di porre fine alle mie attivita'. Quando ho spiegato i miei punti di vista egli mi confermo' che doveva licenziarmi.
Sono stata licenziata lo stesso giorno, in meno di un'ora.
Ora vorrei dirle quello che penso.
Mi ricordo quando, dopo una stagione di riforme, Lei e' diventato il Presidente della Repubblica, ha fatto tante promesse di "amore" e di generosita' e ha detto che portava al tavolo degli iraniani gli utili del petrolio. Mentre quello che testimoniano questi tempi amari e' una espressione opposta, cioe' la vendetta, la violenza nella sua forma piu' nuda e cruda.
Sicuramente non sono poche le persone alle quali da anni e' stata negata la possibilita' di studiare ed io sono una goccia in questo mare tempestato di ingiustizia e oppressione. Parlo di donne e di uomini che per le loro idee diverse da quelle del regime hanno subito privazioni pesanti e le loro famiglie sono state vittime di gravi e illimitate violenze. Allora, forse dovevo tacere e vergognarmi di parlare di cose che erano accadute a me.
Pero', dobbiamo parlare e scrivere dei nostri diritti costituzionali e non tacere, fino al giorno in cui nel nostro paese il diritto allo studio e il diritto al lavoro vengano considerati come diritti di persone e non come uno strumento di minaccia nelle mani di un regime.
Quindi, mi sono permessa di chiedere: per quale colpa i miei piccoli bambini devono essere vittime delle vendette del regime.
Il padre di questi bambini e' stato 15 anni nelle carceri di questo regime ma continua ad essere un attivista civile, politico e rispettoso delle leggi. Per essere stato incarcerato diverse volte dai primi anni della Repubblica Islamica, egli non ha potuto portare a termine i suoi studi di storia presso l'Universita' di Tabriz, e a causa dei lunghissimi periodi di detenzione non ha mai potuto avere un impiego. Forse e' facile parlarne, ma vivere cosi' ed essere privati di ogni diritto in questo dissestato paese e' davvero difficile.
Ed io, che non sono stata riconosciuta colpevole da nessun tribunale e sono soltanto un'attivista di diritti umani e una pacifista, ora devo subire vari generi di privazioni volute dal Ministero dell'Intelligence, che invece dovrebbe salvaguardare la sicurezza dei cittadini.
Essere attivisti di diritti umani e dedicarsi alla pace puo' essere considerata una tale colpa imperdonabile da privarci del diritto di avere un pezzo di pane?
Se un regime aspira al governo di Imam Ali, sa che Imam Ali non ha mai privato un oppositore dei mezzi di sostentamento. Mentre le mie attivita' sono nell'ambito dei diritti umani, e il nostro scopo nel Centro per i Diritti Umani e' di migliorare la situazione dei diritti umani in Iran. E Lei ben sa che in tutte le societa' i pacifisti sono rispettati e ammirati e non oggetto di umiliazioni e minacce.
Sono le nostre attivita' per alleviare un po' il dolore delle famiglie dei detenuti a provocare una tale ira del regime o le nostre attivita' pacifiche nell'ambito del Consiglio Nazionale della Pace, contro ogni forma di violenza, pesano tanto ai signori del potere?
La vera domanda e': il suo "amore" promesso piu' di quattro anni fa riguarda solo la limitata cerchia di persone che La circondano?
Non crede che questo suo modo di trattare i propri connazionali, appartenenti a qualsiasi gruppo o ideologia, sara' considerato dal popolo iraniano e dalla storia come una grande e imperdonabile ingiustizia? Togliere il pane dalla bocca dei nostri bambini innocenti e' una dimostrazione di generosita' ("amore") di questo regime e un segno di governare secondo i principi di Imam Ali?
Io ho lavorato 8 anni in un campo di ispezioni ingegneristiche dell'industria in Iran, anche su progetti nazionali importanti; lettere elogiative conservate nella mia pratica lavorativa testimoniano un ottimo svolgimento del lavoro che mi e' stato affidato. Nonostante i responsabili dei progetti per i quali ho lavorato fossero soddisfatti della mia attivita' lavorativa svolta, sono stata licenziata nel giro di un'ora solo perche' non ho accettato le proposte del Ministero dell'Intelligence del Suo Governo.
Non crede che trattare cosi' un connazionale non e' soltanto illegale ma e' anche vile, immorale e disumano, mentre gli iraniani sono famosi per essere magnanimi e gagliardi?
In conclusione, mentre posso pensare, scrivere ed esprimere il mio pensiero liberamente e lontano dalle torture, che e' cio' che conta, sono convinta: che il Centro dei Difensori dei Diritti Umani e il Consiglio Nazionale della Pace sono associazioni sociali e legali in Iran, che hanno avuto l'approvazione del fiero popolo iraniano; che per me e' un grande onore collaborarci e servirle; e anche che il Premio Nobel per la Pace Signora Ebadi e' una donna molto coraggiosa che ha dedicato la propria vita alle attivita' per la pace e per i diritti umani; che collaborare con i pacifisti del mondo non e' criticabile e condannabile ma, al contrario, e' di grande pregio. La pace e la difesa dei diritti umani contro le guerre e le violenze fanno parte dei grandi obiettivi della storia dell'umanita', al raggiungimento dei quali io mi dedichero' sempre di piu'.
Narges Mohammadi

4. REPETITA IUVANT. PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
*
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
*
Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com

5. REPETITA IUVANT. "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE". UN APPELLO DIFFUSO A ROMA ED IN ALTRE CITTA' DEL LAZIO IN OCCASIONE DEL SETTANTANOVESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI LEONARD PELTIER

In occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente, si sono svolte in molte citta' italiane iniziative per la sua liberazione.
A Roma ed in altre citta' del Lazio e' stato diffuso un appello al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' all'eroe perseguitato universalmente noto come "il Nelson Mandela americano".
Di seguito trascriviamo il testo dell'appello diffuso.
*
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
Lei sa che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, ha compiuto 79 anni, dei quali gli ultimi 47 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Lei sa che Leonard Peltier e' innocente.
Lei sa che le cosiddette "testimonianze" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che anche le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che lo stesso Procuratore capo dell'accusa che ottenne la condanna di Leonard Peltier ha poi riconosciuto e dichiarato che fu un errore giudiziario e Le ha scritto per chiederLe di concedere la grazia e liberare Leonard Peltier.
Lei sa che lo scorso anno una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU ha riesaminato l'intero processo ed ha concluso che Leonard Peltier deve essere liberato.
Lei sa che milioni di persone di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: persone come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, persone come papa Francesco e il Dalai Lama.
Lei sa che innumerevoli associazioni democratiche della societa' civile di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: associazioni prestigiose come Amnesty International.
Lei sa che un gran numero di istituzioni e di rappresentanze istituzionali di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: istituzioni rilevanti come il Parlamento Europeo e rappresentanti istituzionali qualificati come i Sindaci di molte grandi citta'.
Lei sa che Leonard Peltier e' anziano e gravemente malato, e che anche dal carcere, in condizioni di estrema oppressione e sofferenza, ha costantemente continuato ad impegnarsi in difesa dei popoli oppressi, in difesa dei diritti umani, in difesa della Madre Terra, con la sua parola autorevole di martire perseguitato e di uomo di profonda spiritualita', con la poesia, con la pittura, con le attivita' educative e benefiche che con l'aiuto dei suoi sostenitori ha promosso a vantaggio dei piu' bisognosi di aiuto.
Lei ha il potere di liberare Leonard Peltier attraverso lo strumento della grazia presidenziale; Lei ha il potere di restituire la liberta' a un uomo innocente che ha subito una semisecolare crudelissima persecuzione, una lunghissima ingiustissima prigionia; Lei ha il potere di metter fine a un enorme scandalo, un'enorme assurdita', un'enorme iniquita'; Lei ha il potere di far finalmente prevalere la verita', la giustizia, l'umanita' liberando Leonard Peltier. Usi la prerogativa della grazia presidenziale e liberi finalmente Leonard Peltier: l'umanita' intera attende questo momento.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
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Questo il testo dell'appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffonderlo ulteriormente.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/

6. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
*
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

7. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

8. HERI DICEBAMUS. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Eleonora Ala, Giappone. Cinema. Grandi registi e paradigmi senza tempo, Rcs, Milano 2023, pp. 128, euro 9,99.
- Alessio Zuddas, La guerra d'Indocina, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
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Gialli
- Petros Markaris, L'omicidio e' denaro, La nave di Teseo, Milano 2022, Gedi, Torino 2023, pp. 272, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Claudia Pineiro, Elena lo sa, Feltrinelli, Milano 2007, Gedi, Torino 2023, pp. 160, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
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Maestre
- Fatema Mernissi, La terrazza proibita. Vita nell'harem, Giunti, Firenze 1996, 2001, pp. 236,
- Fatema Mernissi, L'harem e l'Occidente, Giunti, Firenze 2000, pp. 192.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4984 dell'11 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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