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[Nonviolenza] Telegrammi. 4980
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4980
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Fri, 6 Oct 2023 15:22:14 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4980 del 7 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Adesione alla manifestazione del 7 ottobre a Roma "La via maestra" per la pace e i diritti
2. Alcune poesie di Rocco Scotellaro
3. Annamaria Rivera: Parlar male, anche a sinistra
4. Luca Kocci: Seconda Laudato si', contro i "negazionisti" con la pancia piena
5. "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente". Un appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio in occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier
6. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
7. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
8. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 7 OTTOBRE A ROMA "LA VIA MAESTRA" PER LA PACE E I DIRITTI
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" aderisce alla manifestazione nazionale "La via maestra" che si terra' a Roma il 7 ottobre 2023 per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone di volonta' buona, alle associazioni democratiche ed alle rappresentanze istituzionali che parteciperanno alla manifestazione chiediamo di dare prosecuzione all'iniziativa con alcune azioni concrete e coerenti che ancora una volta di seguito enunciamo.
*
Tre cose ci sembra che sia necessario e urgente fare: opporsi alla guerra; opporsi al razzismo; opporsi alla distruzione del mondo vivente.
1. Opporsi alla guerra
E per opporsi alla guerra occorre fare tre cose:
a) denunciare alla magistratura l'illegalita' della partecipazione italiana alla guerra e costringere il criminale governo fascista a tornare nell'alveo della Costituzione che ripudia la guerra;
b) impedire l'invio di armi assassine dall'Italia ai teatri di guerra; con l'azione diretta nonviolenta che delle armi blocchi la produzione e il trasporto;
c) presentare alle elezioni europee una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo e l'ecocidio.
2. Opporsi al razzismo
E per opporsi al razzismo occorre fare tre cose:
a) riconoscere a tutte le persone tutti i diritti umani e quindi anche il il diritto di muoversi su questo pianeta che e' l'unica casa comune dell'umanita' intera;
b) soccorrere tutte le persone in pericolo ed abolire la schiavitu' e l'apartheid tragicamente presenti in Italia; e costringere il criminale governo fascista a revocare tutte le scellerate ed infami misure razziste;
c) riconoscere a tutte le persone che giungono e che si trovano nel nostro paese il diritto di voto in tutte le elezioni: "una persona, un voto" e' il cuore della democrazia.
3. Opporsi alla distruzione del mondo vivente
E per opporsi alla distruzione del mondo vivente occorre fare tre cose:
a) contrastare il principio e l'agire intrinsecamente totalitari della massimizzazione del profitto, ovvero la dinamica interna e la ragion d'essere stessa del capitalismo, poiche' confligge coi limiti della natura e con la dignita' degli esseri viventi; solo un'economia socialista e una societa' solidale, della condivisione e del dono, e' compatibile con la vita e i diritti degli esseri umani e della biosfera;
b) riconoscere che siamo una sola umanita' costitutivamente plurale, di persone tutte diverse ed insieme tutte uguali in dignita' e diritti, riconoscendo quindi ad ogni persona lo stesso diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta', e contrastando quindi tutte le ideologie, le pratiche e i poteri che negano la dignita', l'uguaglianza di diritti e il dovere di solidarieta' che unisce tutti gli esseri umani;
c) fare del principio responsabilita' la base della politica planetaria necessaria: in difesa di tutti gli esseri umani, di tutti gli esseri viventi, dell'intero mondo vivente.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. REPETITA IUVANT. ALCUNE POESIE DI ROCCO SCOTELLARO
"E' fatto giorno, siamo entrati in giuoco anche noi / con i panni e le scarpe e le facce che avevamo".
Quante volte abbiamo ripetuto questi versi nei comizi della nostra gioventu', quando giravamo le piazze e le campagne e alla fine del comizio sempre c'era chi ci invitava a prendere un caffe' o un bicchiere di vino al bar o all'osteria, in cucina o in cantina, e si continuava a ragionare del costo della vita, degli anziani che non c'erano piu', dell'America Latina e del piano regolatore, delle fogne e del disarmo, di quanto ladro il governo, e dell'internazionale futura umanita'.
La voce e il volto di Rocco Scotellaro sono per noi ben piu' che memoria e cultura, testimonianza acuminata e commovente, esempio di studio e di lavoro, di militanza e di contemplazione, un'eredita' feconda e tormentosa, e un appello alla lotta che continua per un'umanita' di liberi ed eguali.
E' fatto giorno, siamo entrati in gioco anche noi, con i panni e le scarpe e le facce che avevamo.
*
Rocco Scotellaro, nato a Tricarico (Matera) nel 1923, mori' a Portici (Napoli) stroncato da un infarto nel 1953. Appassionato militante della sinistra, sindaco di Tricarico, amico di Carlo Levi e Manlio Rossi-Doria, impegnato nell'azione e nella riflessione meridionalista, scrittore e poeta. Opere di Rocco Scotellaro: E' fatto giorno, Mondadori, Milano 1954, 1982; Contadini del Sud, Laterza, Bari 1954; L'uva puttanella, Laterza, Bari 1955; poi le due opere in unico volume L'uva puttanella. Contadini del Sud, Laterza, Bari 1964, 2000; Uno si distrae al bivio, Basilicata, Roma-Matera 1974; Margherite e rosolacci, Mondadori, Milano 1978; Giovani soli, Basilicata, Matera 1984; Tutte le poesie 1940-1953, Mondadori, Milano 2004. Opere su Rocco Scotellaro: Franco Fortini, La poesia di Scotellaro, Basilicata, Roma-Matera 1974; AA. VV., Il sindaco poeta di Tricarico, Basilicata, Roma-Matera 1974; Franco Vitelli, Bibliografia critica su Scotellaro, Basilicata, Matera 1977; Laura Parola Sarti, Invito alla lettura di Rocco Scotellaro, Mursia, Milano 1992.
*
Campagna
[Da Rocco Scotellaro, Tutte le poesie 1940-1953, Mondadori, Milano 2004, p. 10]
Passeggiano i cieli sulla terra
e le nostre curve ombre
una nube lontano ci trascina.
Allora la morte e' vicina
il vento tuona giu' per le vallate
il pastore sente le annate
precipitare nel tramonto
e il belato rotondo nelle frasche.
(1948)
*
La benedizione del padre
[Op. cit., p. 34]
Oggi fanno sei anni
che tu m'hai lasciato, padre mio.
Attento, dicesti, figlio mio
in questo mondo maledetto.
Mi hanno messo le manette gia' una volta,
sto bussando alle locande per un letto
ed arrivo cosi' lontano
che tu pare non sia mai esistito.
(1948)
*
Sempre nuova e' l'alba
[Op. cit., p. 67]
Non gridatemi piu' dentro,
non soffiatemi in cuore
i vostri fiati caldi, contadini.
Beviamoci insieme una tazza colma di vino!
che all'ilare tempo della sera
s'acquieti il nostro vento disperato.
Spuntano ai pali ancora
le teste dei briganti, e la caverna -
l'oasi verde della triste speranza -
lindo conserva un guanciale di pietra...
Ma nei sentieri non si torna indietro.
Altre ali fuggiranno
dalle paglie della cova,
perche' lungo il perire dei tempi
l'alba e' nuova, e' nuova.
(1948)
*
In autunno
[Op. cit., p. 79]
Trasvolano le rondini
i mari e i deserti,
a una dimora certa
lontana tendono,
all'orizzonte forse,
dove sempre il sole
cade di sera.
(1940)
*
Il morto
[Op. cit., p. 114]
Non voglia mai far notte, mai far giorno,
e' venuto di piombo il pane al forno.
Cicala canta la canzone spasa,
il tizzone si e' spento nella casa.
S'alzano i gridi ringhiera ringhiera:
Giustizia nera, Giustizia nera.
(1951)
*
La felicita'
[Op. cit., p. 119]
Fammi felice ormai degli occhi tuoi.
Nel cielo fondo il mio occhio si perde:
non sono piu' poveri i morti di noi
che ci siamo sdraiati nel verde.
(1950)
*
I viaggi
[Op. cit., p. 142]
Vedendo una volta campagna e citta'
diciamo che torneremo a passare
per meglio vederle poi.
Ma sappiamo che non ritorneremo
perche' quelle vengono a noi
come la prima volta nell'oscurita'.
(Portici, 18 dicembre 1952)
*
Primavera
[Op. cit., p. 157]
Stanotte il cielo e' un mandorlo fiorito
e nella valle il cuculo gia' freme.
(1941)
*
Le strade vanno all'infinito
[Op. cit., p. 214]
Non finisce questo giuoco
di treni che incrociano
gli arrivi e le partenze nella sera.
Le strade vanno all'infinito.
Ma fanno lo stesso stridore
cantano un'identica canzone
ci tengono svegli.
(1947)
*
Autoritratto
[Op. cit., p. 303]
Io sono uno degli altri.
(1949)
3. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: PARLAR MALE, ANCHE A SINISTRA
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo]
Per cio' che riguarda migrazioni, diritti dei/delle migranti, razzismo e antirazzismo, il discorso pubblico italiano, anche nelle sue varianti non-razziste, spesso sembra atteggiarsi come se ogni volta fosse la prima: gli antefatti e lo sviluppo di questo o quell'accadimento, di questo o quel problema, di questa o quella rivendicazione, di questo o quel concetto sono semplicemente rimossi.
Una tale smemoratezza, per cosi' dire, non riguarda solo le retoriche pubbliche maggioritarie, ma talvolta influenza l'atteggiamento e il discorso delle minoranze attive, riflettendosi anche nel linguaggio e nel lessico, influenzati dalla vulgata mediatica e perfino dal gergo del senso comune.
Mentre li credevamo archiviati grazie a un lungo lavoro critico, tornano in auge formule e vocaboli legati a schemi interpretativi, anche spontanei, del tutto infondati. Non potendo riportarne l'intero catalogo, ci soffermiamo solo su alcuni.
*
Razza-razziale
Il razzismo e' anzitutto un'ideologia, quindi una semantica: e' costituito da parole, nozioni, concetti. Sicche' l'analisi critica, la decostruzione e la denuncia del sistema-razzismo hanno obbligatoriamente un versante lessicale e semantico. Cosi' se tu parli di discriminazione razziale, invece che razzista, puoi finire inconsapevolmente per legittimare la nozione e il paradigma di "razza", suggerendo l'idea che a essere discriminate siano persone differenti per "razza".
A incorrere in sbavature lessicali di tal genere possono essere anche locutori che si reputano antirazzisti/e, per di piu' colti/e; perfino istituzioni e associazioni deputate a contrastare il razzismo o addirittura a promuovere il rispetto di codici deontologici nel campo dell'informazione. Questo appare oggi tanto piu' paradossale se si pensa che pure in Italia, per iniziativa di un gruppo di antropologi-biologi, poi anche di antropologi culturali, e' in corso una campagna per la cancellazione di "razza" dalla Costituzione.
Sebbene la nozione di "razza" sia stata espunta anche dal campo della biologia e della genetica della popolazioni, il suo utilizzo perdura anche in ambienti intellettuali e/o perfino "di sinistra" o continua a essere utilizzata secondo un uso banale e pericoloso che non puo' essere ignorato.
*
Etnia-etnico-etnicita'
Come osserva l'antropologo Mondher Kilani, co-autore, insieme con Rene' Gallissot e Annamaria Rivera, del saggio collettaneo L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave (Dedalo, Bari 2012), l'aggettivo "etnico" suona sinistramente in espressioni quali "pulizia etnica", "guerra etnica", "odio etnico". Inoltre, sia il senso comune che una parte di media e d'intellettuali tendono a considerare i cosiddetti "gruppi etnici" come entita' quasi-naturali, connotate da ancestralita' e primordiali legami di sangue e di conseguenza ad associarli a una diversita' insuperabile. Di conseguenza "etnia" e' spesso usata come un eufemismo di "razza".
Frequente, anche in ambienti antirazzisti, e' l'abuso di locuzioni quali "societa' multietnica", "quartiere multietnico", "corteo multietnico"... Sebbene siano usate talvolta in senso intenzionalmente positivo, formule di tal genere rinviano pur sempre a "etnia": una nozione assai controversa, poiche' basata sull'idea che esistano gruppi umani fondati su qualche principio ancestrale, su qualche identita' originaria.
In realta', nei contesti discorsivi mainstream, "etnici" sono sempre gli altri e le altre, i gruppi considerati particolari e differenti dalla societa' maggioritaria, ritenuta normale, generale, universale. Non e' raro che "etnia" sia adoperata, in riferimento alle minoranze, ai rom, alle popolazioni di origine immigrata, come sostituto eufemistico di "razza". Tanto che perfino nella cronaca della migliore stampa italiana e' possibile imbattersi in locuzioni assurde e paradossali quali individui di etnia latinoamericana o addirittura di etnia cinese; mentre mai ci e' capitato di leggere di etnia europea o di etnia nordamericana.
In ogni caso, che sia per pregiudizio o per intento discriminatorio, per incompetenza o sciatteria, quando si tratta di qualificare cittadine/i di origine immigrata o appartenenti a minoranze sembra non valere il criterio neutro, o almeno simmetrico, della nazionalita'.
*
Guerra tra poveri
E' una delle retoriche piu' abusate, anche a sinistra, perfino in quella che si pretende colta. Di solito la si adopera in riferimento a due categorie di presunti belligeranti, immaginati come simmetrici, una delle quali e' costituita da qualche collettivita' di migranti o di rom.
L'abuso di questa formula e' indizio di un tabu' o di una rimozione: si ha difficolta' ad ammettere che il razzismo possa allignare tra le classi subalterne, cosi' da scatenare guerre contro i piu' poveri. Guerre asimmetriche, non solo perche' di solito gli aggressori sono i nazionali, ma anche perche' essi, per quanto disagiati possano essere, godono pur sempre del piccolo privilegio della cittadinanza italiana, che conferisce loro qualche diritto in piu'.
Un tale razzismo - che nella letteratura sociologica e' detto "ordinario" o "dei piccoli bianchi" - spesso attecchisce tra coloro che patiscono qualche forma di disagio sociale e/o di marginalita' anche spaziale. Favorito da dissennate politiche abitative, urbanistiche, piu' in generale sociali, spesso e' anche fomentato ad arte dagli imprenditori politici del razzismo.
A volte, la formula passe-partout di "guerra tra poveri" non ha la minima base che ne giustifichi l'utilizzo, come avvenne nel noto caso dei ripetuti assalti armati al Centro per rifugiati di Viale Morandi, nel sobborgo romano di Tor Sapienza, nel lontano novembre del 2014. Il tentato pogrom contro adolescenti fuggiti da guerre e altre catastrofi fu spacciato come espressione spontanea della rabbia dei residenti esasperati dal "degrado", quindi come un episodio della "guerra tra poveri". In realta', a dirigere gli assalti, cui partecipo' un numero di residenti limitato, fu una squadraccia di "fascisti del Terzo Millennio", a loro volta probabili esecutori di mandanti legati a Mafia Capitale.
Poco tempo prima, di "guerra tra poveri" si era parlato, anche a sinistra, a proposito di un crimine particolarmente odioso, accaduto il 18 settembre 2014 alla Marranella, quartiere romano del Pigneto-Tor Pignattara: il massacro a calci e pugni di Muhammad Shahzad Khan, un pakistano di ventotto anni, mite e sventurato, per mano di un bullo di quartiere, un diciassettenne romano, istigato dal padre fascista.
Numerosi sono i precedenti di questo pigro schema interpretativo. Che di volta in volta e' stato applicato ai pogrom contro i rom di Scampia (2000) e di Ponticelli (2008), istigati dalla camorra e da interessi speculativi; alla strage di camorra di Castelvolturno (2008); ai gravi fatti di Rosarno (2010), anch'essi fomentati da interessi mafioso-padronali.
Tutto cio' e' indizio di un'avversione crescente per le interpretazioni complesse, favorita dal chiacchiericcio social-mediale, che a sua volta contribuisce al crescente conformismo che caratterizza il dibattito pubblico. Il razzismo, si sa, poggia su una montagna costituita anche da cattive parole. Decostruirle e abbandonarle non e' fare esercizio astratto di "politicamente corretto" (sebbene quest'ultimo non sia poi cosi' disprezzabile come e' di gran moda da tempo far credere), bensi' intaccarne il sistema ideologico e semantico.
4. L'ORA. LUCA KOCCI: SECONDA LAUDATO SI', CONTRO I "NEGAZIONISTI" CON LA PANCIA PIENA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 5 ottobre 2023 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Seconda Laudato si', contro i "negazionisti" con la pancia piena" e il sommario "Vaticano. Sul banco degli imputati la "logica del massimo profitto al minimo costo""]
Al pianeta non servono "interventi tecnici" che seguono la logica di "rattoppare" e "rammendare", mentre "sotto sotto va avanti un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare" e che "danneggera' sempre piu' la vita di molte persone". Al pianeta e all'umanita' serve un "drastico" cambiamento del "modello occidentale" di sviluppo, modificando uno "stile di vita irresponsabile" e facendo intervenire un nuovo "multilateralismo dal basso".
L'esortazione apostolica Laudate Deum, firmata ieri da papa Bergoglio - in occasione della festa di san Francesco d'Assisi -, e' stata presentata dallo stesso pontefice come una "seconda Laudato si'", l'enciclica eco-sociale del 2015. Rispetto alla Laudato si' risulta meno dirompente (oltre che decisamente piu' breve), ma riprende con forza le denunce in essa contenute e lancia un severo monito e un nuovo appello ai governi, alle organizzazioni internazionali, alle multinazionali e "a tutte le persone di buona volonta' sulla crisi climatica" a cambiare radicalmente rotta, in particolare per contenere l'innalzamento della temperatura globale provocata soprattutto dell'impiego dei combustibili fossili, prima che sia troppo tardi.
Sono passati ormai otto anni dalla pubblicazione della Laudato si', ma e' stato fatto poco a nulla per l'ambiente, esordisce il pontefice. "Il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura", come dimostrano i "lamenti della Terra": incremento dei fenomeni climatici estremi, caldo anomalo, siccita', ma anche piogge straordinarie e inondazioni catastrofiche. Eppure, di fronte a questo scenario, molti - anche nella Chiesa - minimizzano o addirittura ridicolizzano coloro che lanciano accorate e giustificate grida di allarme, fondati su solidi dati scientifici. Si tratta di negazionisti con la pancia piena, membri di quelle elite che si arricchiscono calpestando il pianeta e schiacciando gli impoveriti e gli scartati dal sistema. Perche', spiega il papa, a distruggere la Terra sono soprattutto i ricchi ("una bassa percentuale piu' ricca della popolazione mondiale inquina di piu' rispetto al 50% di quella piu' povera") e i potenti ("la crisi climatica non e' propriamente una questione che interessi alle grandi potenze economiche, che si preoccupano di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibili").
Se nella Laudato si' i riflettori erano puntati soprattutto sul "paradigma tecnocratico", adesso sul banco degli imputati c'e' il "potere dell'uomo, per il quale la realta' non umana e' una mera risorsa al suo servizio". Un potere ispirato dalla "logica del massimo profitto al minimo costo" e che usa l'ideologia della "meritocrazia" per puntellare e perpetuare se stesso.
Si tratta allora, scrive Bergoglio, di ribaltare l'idea "che il mondo che ci circonda non e' un oggetto di sfruttamento, di uso sfrenato, di ambizione illimitata" e di ripensare radicalmente la "questione del potere", diluendola in un "multilateralismo dal basso".
Cambiare paradigma e rimettere in discussione il sistema, quindi. E intanto, nell'immediato, guardare alle prossime scadenze internazionali, a partire dalla Cop28 di Dubai (30 novembre - 12 dicembre), sebbene con un inevitabile scetticismo, determinato sia dai deludenti risultati delle precedenti Cop, sia dal fatto che il Paese organizzatore (Emirati Arabi Uniti) e' una delle "petromonarchie" che piu' investe sui combustibili fossili, principali responsabili del riscaldamento climatico. Ma anche coltivando il "sogno" che vengano presi degli impegni per il clima, purche' siano "efficienti", "vincolanti" e "facilmente monitorabili".
Conclude l'esortazione di papa Francesco: "Speriamo che quanti interverranno siano strateghi capaci di pensare al bene comune e al futuro dei loro figli, piuttosto che agli interessi di circostanza di qualche Paese o azienda".
5. REPETITA IUVANT. "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE". UN APPELLO DIFFUSO A ROMA ED IN ALTRE CITTA' DEL LAZIO IN OCCASIONE DEL SETTANTANOVESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI LEONARD PELTIER
In occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente, si sono svolte in molte citta' italiane iniziative per la sua liberazione.
A Roma ed in altre citta' del Lazio e' stato diffuso un appello al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' all'eroe perseguitato universalmente noto come "il Nelson Mandela americano".
Di seguito trascriviamo il testo dell'appello diffuso.
*
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
Lei sa che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, ha compiuto 79 anni, dei quali gli ultimi 47 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Lei sa che Leonard Peltier e' innocente.
Lei sa che le cosiddette "testimonianze" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che anche le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che lo stesso Procuratore capo dell'accusa che ottenne la condanna di Leonard Peltier ha poi riconosciuto e dichiarato che fu un errore giudiziario e Le ha scritto per chiederLe di concedere la grazia e liberare Leonard Peltier.
Lei sa che lo scorso anno una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU ha riesaminato l'intero processo ed ha concluso che Leonard Peltier deve essere liberato.
Lei sa che milioni di persone di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: persone come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, persone come papa Francesco e il Dalai Lama.
Lei sa che innumerevoli associazioni democratiche della societa' civile di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: associazioni prestigiose come Amnesty International.
Lei sa che un gran numero di istituzioni e di rappresentanze istituzionali di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: istituzioni rilevanti come il Parlamento Europeo e rappresentanti istituzionali qualificati come i Sindaci di molte grandi citta'.
Lei sa che Leonard Peltier e' anziano e gravemente malato, e che anche dal carcere, in condizioni di estrema oppressione e sofferenza, ha costantemente continuato ad impegnarsi in difesa dei popoli oppressi, in difesa dei diritti umani, in difesa della Madre Terra, con la sua parola autorevole di martire perseguitato e di uomo di profonda spiritualita', con la poesia, con la pittura, con le attivita' educative e benefiche che con l'aiuto dei suoi sostenitori ha promosso a vantaggio dei piu' bisognosi di aiuto.
Lei ha il potere di liberare Leonard Peltier attraverso lo strumento della grazia presidenziale; Lei ha il potere di restituire la liberta' a un uomo innocente che ha subito una semisecolare crudelissima persecuzione, una lunghissima ingiustissima prigionia; Lei ha il potere di metter fine a un enorme scandalo, un'enorme assurdita', un'enorme iniquita'; Lei ha il potere di far finalmente prevalere la verita', la giustizia, l'umanita' liberando Leonard Peltier. Usi la prerogativa della grazia presidenziale e liberi finalmente Leonard Peltier: l'umanita' intera attende questo momento.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
*
Questo il testo dell'appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffonderlo ulteriormente.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
6. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
*
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023
7. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
*
A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
8. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Sebastiano Timpanaro, La filologia di Giacomo Leopardi, Le Monnier, Firenze 1955, Laterza, Roma-Bari 1978, 1997, pp. XVI + 272.
- Sebastiano Timpanaro, Classicismo e illuminismo nell'Ottocento italiano, Nistri-Lischi, Pisa 1965, 1988, pp. XL + 440.
- Sebastiano Timpanaro, Aspetti e figure della cultura ottocentesca, Nistri-Lischi, Pisa 1980, pp. XVI + 480.
- Sebastiano Timpanaro, Antileopardiani e neomoderati nella sinistra italiana, Ets, Pisa 1982, pp. 346.
- Sebastiano Timpanaro, Nuovi studi sul nostro Ottocento, Nistri-Lischi, Pisa 1995, pp. XXII + 248.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4980 del 7 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Numero 4980 del 7 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Adesione alla manifestazione del 7 ottobre a Roma "La via maestra" per la pace e i diritti
2. Alcune poesie di Rocco Scotellaro
3. Annamaria Rivera: Parlar male, anche a sinistra
4. Luca Kocci: Seconda Laudato si', contro i "negazionisti" con la pancia piena
5. "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente". Un appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio in occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier
6. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
7. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
8. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 7 OTTOBRE A ROMA "LA VIA MAESTRA" PER LA PACE E I DIRITTI
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" aderisce alla manifestazione nazionale "La via maestra" che si terra' a Roma il 7 ottobre 2023 per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone di volonta' buona, alle associazioni democratiche ed alle rappresentanze istituzionali che parteciperanno alla manifestazione chiediamo di dare prosecuzione all'iniziativa con alcune azioni concrete e coerenti che ancora una volta di seguito enunciamo.
*
Tre cose ci sembra che sia necessario e urgente fare: opporsi alla guerra; opporsi al razzismo; opporsi alla distruzione del mondo vivente.
1. Opporsi alla guerra
E per opporsi alla guerra occorre fare tre cose:
a) denunciare alla magistratura l'illegalita' della partecipazione italiana alla guerra e costringere il criminale governo fascista a tornare nell'alveo della Costituzione che ripudia la guerra;
b) impedire l'invio di armi assassine dall'Italia ai teatri di guerra; con l'azione diretta nonviolenta che delle armi blocchi la produzione e il trasporto;
c) presentare alle elezioni europee una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo e l'ecocidio.
2. Opporsi al razzismo
E per opporsi al razzismo occorre fare tre cose:
a) riconoscere a tutte le persone tutti i diritti umani e quindi anche il il diritto di muoversi su questo pianeta che e' l'unica casa comune dell'umanita' intera;
b) soccorrere tutte le persone in pericolo ed abolire la schiavitu' e l'apartheid tragicamente presenti in Italia; e costringere il criminale governo fascista a revocare tutte le scellerate ed infami misure razziste;
c) riconoscere a tutte le persone che giungono e che si trovano nel nostro paese il diritto di voto in tutte le elezioni: "una persona, un voto" e' il cuore della democrazia.
3. Opporsi alla distruzione del mondo vivente
E per opporsi alla distruzione del mondo vivente occorre fare tre cose:
a) contrastare il principio e l'agire intrinsecamente totalitari della massimizzazione del profitto, ovvero la dinamica interna e la ragion d'essere stessa del capitalismo, poiche' confligge coi limiti della natura e con la dignita' degli esseri viventi; solo un'economia socialista e una societa' solidale, della condivisione e del dono, e' compatibile con la vita e i diritti degli esseri umani e della biosfera;
b) riconoscere che siamo una sola umanita' costitutivamente plurale, di persone tutte diverse ed insieme tutte uguali in dignita' e diritti, riconoscendo quindi ad ogni persona lo stesso diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta', e contrastando quindi tutte le ideologie, le pratiche e i poteri che negano la dignita', l'uguaglianza di diritti e il dovere di solidarieta' che unisce tutti gli esseri umani;
c) fare del principio responsabilita' la base della politica planetaria necessaria: in difesa di tutti gli esseri umani, di tutti gli esseri viventi, dell'intero mondo vivente.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. REPETITA IUVANT. ALCUNE POESIE DI ROCCO SCOTELLARO
"E' fatto giorno, siamo entrati in giuoco anche noi / con i panni e le scarpe e le facce che avevamo".
Quante volte abbiamo ripetuto questi versi nei comizi della nostra gioventu', quando giravamo le piazze e le campagne e alla fine del comizio sempre c'era chi ci invitava a prendere un caffe' o un bicchiere di vino al bar o all'osteria, in cucina o in cantina, e si continuava a ragionare del costo della vita, degli anziani che non c'erano piu', dell'America Latina e del piano regolatore, delle fogne e del disarmo, di quanto ladro il governo, e dell'internazionale futura umanita'.
La voce e il volto di Rocco Scotellaro sono per noi ben piu' che memoria e cultura, testimonianza acuminata e commovente, esempio di studio e di lavoro, di militanza e di contemplazione, un'eredita' feconda e tormentosa, e un appello alla lotta che continua per un'umanita' di liberi ed eguali.
E' fatto giorno, siamo entrati in gioco anche noi, con i panni e le scarpe e le facce che avevamo.
*
Rocco Scotellaro, nato a Tricarico (Matera) nel 1923, mori' a Portici (Napoli) stroncato da un infarto nel 1953. Appassionato militante della sinistra, sindaco di Tricarico, amico di Carlo Levi e Manlio Rossi-Doria, impegnato nell'azione e nella riflessione meridionalista, scrittore e poeta. Opere di Rocco Scotellaro: E' fatto giorno, Mondadori, Milano 1954, 1982; Contadini del Sud, Laterza, Bari 1954; L'uva puttanella, Laterza, Bari 1955; poi le due opere in unico volume L'uva puttanella. Contadini del Sud, Laterza, Bari 1964, 2000; Uno si distrae al bivio, Basilicata, Roma-Matera 1974; Margherite e rosolacci, Mondadori, Milano 1978; Giovani soli, Basilicata, Matera 1984; Tutte le poesie 1940-1953, Mondadori, Milano 2004. Opere su Rocco Scotellaro: Franco Fortini, La poesia di Scotellaro, Basilicata, Roma-Matera 1974; AA. VV., Il sindaco poeta di Tricarico, Basilicata, Roma-Matera 1974; Franco Vitelli, Bibliografia critica su Scotellaro, Basilicata, Matera 1977; Laura Parola Sarti, Invito alla lettura di Rocco Scotellaro, Mursia, Milano 1992.
*
Campagna
[Da Rocco Scotellaro, Tutte le poesie 1940-1953, Mondadori, Milano 2004, p. 10]
Passeggiano i cieli sulla terra
e le nostre curve ombre
una nube lontano ci trascina.
Allora la morte e' vicina
il vento tuona giu' per le vallate
il pastore sente le annate
precipitare nel tramonto
e il belato rotondo nelle frasche.
(1948)
*
La benedizione del padre
[Op. cit., p. 34]
Oggi fanno sei anni
che tu m'hai lasciato, padre mio.
Attento, dicesti, figlio mio
in questo mondo maledetto.
Mi hanno messo le manette gia' una volta,
sto bussando alle locande per un letto
ed arrivo cosi' lontano
che tu pare non sia mai esistito.
(1948)
*
Sempre nuova e' l'alba
[Op. cit., p. 67]
Non gridatemi piu' dentro,
non soffiatemi in cuore
i vostri fiati caldi, contadini.
Beviamoci insieme una tazza colma di vino!
che all'ilare tempo della sera
s'acquieti il nostro vento disperato.
Spuntano ai pali ancora
le teste dei briganti, e la caverna -
l'oasi verde della triste speranza -
lindo conserva un guanciale di pietra...
Ma nei sentieri non si torna indietro.
Altre ali fuggiranno
dalle paglie della cova,
perche' lungo il perire dei tempi
l'alba e' nuova, e' nuova.
(1948)
*
In autunno
[Op. cit., p. 79]
Trasvolano le rondini
i mari e i deserti,
a una dimora certa
lontana tendono,
all'orizzonte forse,
dove sempre il sole
cade di sera.
(1940)
*
Il morto
[Op. cit., p. 114]
Non voglia mai far notte, mai far giorno,
e' venuto di piombo il pane al forno.
Cicala canta la canzone spasa,
il tizzone si e' spento nella casa.
S'alzano i gridi ringhiera ringhiera:
Giustizia nera, Giustizia nera.
(1951)
*
La felicita'
[Op. cit., p. 119]
Fammi felice ormai degli occhi tuoi.
Nel cielo fondo il mio occhio si perde:
non sono piu' poveri i morti di noi
che ci siamo sdraiati nel verde.
(1950)
*
I viaggi
[Op. cit., p. 142]
Vedendo una volta campagna e citta'
diciamo che torneremo a passare
per meglio vederle poi.
Ma sappiamo che non ritorneremo
perche' quelle vengono a noi
come la prima volta nell'oscurita'.
(Portici, 18 dicembre 1952)
*
Primavera
[Op. cit., p. 157]
Stanotte il cielo e' un mandorlo fiorito
e nella valle il cuculo gia' freme.
(1941)
*
Le strade vanno all'infinito
[Op. cit., p. 214]
Non finisce questo giuoco
di treni che incrociano
gli arrivi e le partenze nella sera.
Le strade vanno all'infinito.
Ma fanno lo stesso stridore
cantano un'identica canzone
ci tengono svegli.
(1947)
*
Autoritratto
[Op. cit., p. 303]
Io sono uno degli altri.
(1949)
3. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: PARLAR MALE, ANCHE A SINISTRA
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo]
Per cio' che riguarda migrazioni, diritti dei/delle migranti, razzismo e antirazzismo, il discorso pubblico italiano, anche nelle sue varianti non-razziste, spesso sembra atteggiarsi come se ogni volta fosse la prima: gli antefatti e lo sviluppo di questo o quell'accadimento, di questo o quel problema, di questa o quella rivendicazione, di questo o quel concetto sono semplicemente rimossi.
Una tale smemoratezza, per cosi' dire, non riguarda solo le retoriche pubbliche maggioritarie, ma talvolta influenza l'atteggiamento e il discorso delle minoranze attive, riflettendosi anche nel linguaggio e nel lessico, influenzati dalla vulgata mediatica e perfino dal gergo del senso comune.
Mentre li credevamo archiviati grazie a un lungo lavoro critico, tornano in auge formule e vocaboli legati a schemi interpretativi, anche spontanei, del tutto infondati. Non potendo riportarne l'intero catalogo, ci soffermiamo solo su alcuni.
*
Razza-razziale
Il razzismo e' anzitutto un'ideologia, quindi una semantica: e' costituito da parole, nozioni, concetti. Sicche' l'analisi critica, la decostruzione e la denuncia del sistema-razzismo hanno obbligatoriamente un versante lessicale e semantico. Cosi' se tu parli di discriminazione razziale, invece che razzista, puoi finire inconsapevolmente per legittimare la nozione e il paradigma di "razza", suggerendo l'idea che a essere discriminate siano persone differenti per "razza".
A incorrere in sbavature lessicali di tal genere possono essere anche locutori che si reputano antirazzisti/e, per di piu' colti/e; perfino istituzioni e associazioni deputate a contrastare il razzismo o addirittura a promuovere il rispetto di codici deontologici nel campo dell'informazione. Questo appare oggi tanto piu' paradossale se si pensa che pure in Italia, per iniziativa di un gruppo di antropologi-biologi, poi anche di antropologi culturali, e' in corso una campagna per la cancellazione di "razza" dalla Costituzione.
Sebbene la nozione di "razza" sia stata espunta anche dal campo della biologia e della genetica della popolazioni, il suo utilizzo perdura anche in ambienti intellettuali e/o perfino "di sinistra" o continua a essere utilizzata secondo un uso banale e pericoloso che non puo' essere ignorato.
*
Etnia-etnico-etnicita'
Come osserva l'antropologo Mondher Kilani, co-autore, insieme con Rene' Gallissot e Annamaria Rivera, del saggio collettaneo L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave (Dedalo, Bari 2012), l'aggettivo "etnico" suona sinistramente in espressioni quali "pulizia etnica", "guerra etnica", "odio etnico". Inoltre, sia il senso comune che una parte di media e d'intellettuali tendono a considerare i cosiddetti "gruppi etnici" come entita' quasi-naturali, connotate da ancestralita' e primordiali legami di sangue e di conseguenza ad associarli a una diversita' insuperabile. Di conseguenza "etnia" e' spesso usata come un eufemismo di "razza".
Frequente, anche in ambienti antirazzisti, e' l'abuso di locuzioni quali "societa' multietnica", "quartiere multietnico", "corteo multietnico"... Sebbene siano usate talvolta in senso intenzionalmente positivo, formule di tal genere rinviano pur sempre a "etnia": una nozione assai controversa, poiche' basata sull'idea che esistano gruppi umani fondati su qualche principio ancestrale, su qualche identita' originaria.
In realta', nei contesti discorsivi mainstream, "etnici" sono sempre gli altri e le altre, i gruppi considerati particolari e differenti dalla societa' maggioritaria, ritenuta normale, generale, universale. Non e' raro che "etnia" sia adoperata, in riferimento alle minoranze, ai rom, alle popolazioni di origine immigrata, come sostituto eufemistico di "razza". Tanto che perfino nella cronaca della migliore stampa italiana e' possibile imbattersi in locuzioni assurde e paradossali quali individui di etnia latinoamericana o addirittura di etnia cinese; mentre mai ci e' capitato di leggere di etnia europea o di etnia nordamericana.
In ogni caso, che sia per pregiudizio o per intento discriminatorio, per incompetenza o sciatteria, quando si tratta di qualificare cittadine/i di origine immigrata o appartenenti a minoranze sembra non valere il criterio neutro, o almeno simmetrico, della nazionalita'.
*
Guerra tra poveri
E' una delle retoriche piu' abusate, anche a sinistra, perfino in quella che si pretende colta. Di solito la si adopera in riferimento a due categorie di presunti belligeranti, immaginati come simmetrici, una delle quali e' costituita da qualche collettivita' di migranti o di rom.
L'abuso di questa formula e' indizio di un tabu' o di una rimozione: si ha difficolta' ad ammettere che il razzismo possa allignare tra le classi subalterne, cosi' da scatenare guerre contro i piu' poveri. Guerre asimmetriche, non solo perche' di solito gli aggressori sono i nazionali, ma anche perche' essi, per quanto disagiati possano essere, godono pur sempre del piccolo privilegio della cittadinanza italiana, che conferisce loro qualche diritto in piu'.
Un tale razzismo - che nella letteratura sociologica e' detto "ordinario" o "dei piccoli bianchi" - spesso attecchisce tra coloro che patiscono qualche forma di disagio sociale e/o di marginalita' anche spaziale. Favorito da dissennate politiche abitative, urbanistiche, piu' in generale sociali, spesso e' anche fomentato ad arte dagli imprenditori politici del razzismo.
A volte, la formula passe-partout di "guerra tra poveri" non ha la minima base che ne giustifichi l'utilizzo, come avvenne nel noto caso dei ripetuti assalti armati al Centro per rifugiati di Viale Morandi, nel sobborgo romano di Tor Sapienza, nel lontano novembre del 2014. Il tentato pogrom contro adolescenti fuggiti da guerre e altre catastrofi fu spacciato come espressione spontanea della rabbia dei residenti esasperati dal "degrado", quindi come un episodio della "guerra tra poveri". In realta', a dirigere gli assalti, cui partecipo' un numero di residenti limitato, fu una squadraccia di "fascisti del Terzo Millennio", a loro volta probabili esecutori di mandanti legati a Mafia Capitale.
Poco tempo prima, di "guerra tra poveri" si era parlato, anche a sinistra, a proposito di un crimine particolarmente odioso, accaduto il 18 settembre 2014 alla Marranella, quartiere romano del Pigneto-Tor Pignattara: il massacro a calci e pugni di Muhammad Shahzad Khan, un pakistano di ventotto anni, mite e sventurato, per mano di un bullo di quartiere, un diciassettenne romano, istigato dal padre fascista.
Numerosi sono i precedenti di questo pigro schema interpretativo. Che di volta in volta e' stato applicato ai pogrom contro i rom di Scampia (2000) e di Ponticelli (2008), istigati dalla camorra e da interessi speculativi; alla strage di camorra di Castelvolturno (2008); ai gravi fatti di Rosarno (2010), anch'essi fomentati da interessi mafioso-padronali.
Tutto cio' e' indizio di un'avversione crescente per le interpretazioni complesse, favorita dal chiacchiericcio social-mediale, che a sua volta contribuisce al crescente conformismo che caratterizza il dibattito pubblico. Il razzismo, si sa, poggia su una montagna costituita anche da cattive parole. Decostruirle e abbandonarle non e' fare esercizio astratto di "politicamente corretto" (sebbene quest'ultimo non sia poi cosi' disprezzabile come e' di gran moda da tempo far credere), bensi' intaccarne il sistema ideologico e semantico.
4. L'ORA. LUCA KOCCI: SECONDA LAUDATO SI', CONTRO I "NEGAZIONISTI" CON LA PANCIA PIENA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 5 ottobre 2023 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Seconda Laudato si', contro i "negazionisti" con la pancia piena" e il sommario "Vaticano. Sul banco degli imputati la "logica del massimo profitto al minimo costo""]
Al pianeta non servono "interventi tecnici" che seguono la logica di "rattoppare" e "rammendare", mentre "sotto sotto va avanti un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare" e che "danneggera' sempre piu' la vita di molte persone". Al pianeta e all'umanita' serve un "drastico" cambiamento del "modello occidentale" di sviluppo, modificando uno "stile di vita irresponsabile" e facendo intervenire un nuovo "multilateralismo dal basso".
L'esortazione apostolica Laudate Deum, firmata ieri da papa Bergoglio - in occasione della festa di san Francesco d'Assisi -, e' stata presentata dallo stesso pontefice come una "seconda Laudato si'", l'enciclica eco-sociale del 2015. Rispetto alla Laudato si' risulta meno dirompente (oltre che decisamente piu' breve), ma riprende con forza le denunce in essa contenute e lancia un severo monito e un nuovo appello ai governi, alle organizzazioni internazionali, alle multinazionali e "a tutte le persone di buona volonta' sulla crisi climatica" a cambiare radicalmente rotta, in particolare per contenere l'innalzamento della temperatura globale provocata soprattutto dell'impiego dei combustibili fossili, prima che sia troppo tardi.
Sono passati ormai otto anni dalla pubblicazione della Laudato si', ma e' stato fatto poco a nulla per l'ambiente, esordisce il pontefice. "Il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura", come dimostrano i "lamenti della Terra": incremento dei fenomeni climatici estremi, caldo anomalo, siccita', ma anche piogge straordinarie e inondazioni catastrofiche. Eppure, di fronte a questo scenario, molti - anche nella Chiesa - minimizzano o addirittura ridicolizzano coloro che lanciano accorate e giustificate grida di allarme, fondati su solidi dati scientifici. Si tratta di negazionisti con la pancia piena, membri di quelle elite che si arricchiscono calpestando il pianeta e schiacciando gli impoveriti e gli scartati dal sistema. Perche', spiega il papa, a distruggere la Terra sono soprattutto i ricchi ("una bassa percentuale piu' ricca della popolazione mondiale inquina di piu' rispetto al 50% di quella piu' povera") e i potenti ("la crisi climatica non e' propriamente una questione che interessi alle grandi potenze economiche, che si preoccupano di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibili").
Se nella Laudato si' i riflettori erano puntati soprattutto sul "paradigma tecnocratico", adesso sul banco degli imputati c'e' il "potere dell'uomo, per il quale la realta' non umana e' una mera risorsa al suo servizio". Un potere ispirato dalla "logica del massimo profitto al minimo costo" e che usa l'ideologia della "meritocrazia" per puntellare e perpetuare se stesso.
Si tratta allora, scrive Bergoglio, di ribaltare l'idea "che il mondo che ci circonda non e' un oggetto di sfruttamento, di uso sfrenato, di ambizione illimitata" e di ripensare radicalmente la "questione del potere", diluendola in un "multilateralismo dal basso".
Cambiare paradigma e rimettere in discussione il sistema, quindi. E intanto, nell'immediato, guardare alle prossime scadenze internazionali, a partire dalla Cop28 di Dubai (30 novembre - 12 dicembre), sebbene con un inevitabile scetticismo, determinato sia dai deludenti risultati delle precedenti Cop, sia dal fatto che il Paese organizzatore (Emirati Arabi Uniti) e' una delle "petromonarchie" che piu' investe sui combustibili fossili, principali responsabili del riscaldamento climatico. Ma anche coltivando il "sogno" che vengano presi degli impegni per il clima, purche' siano "efficienti", "vincolanti" e "facilmente monitorabili".
Conclude l'esortazione di papa Francesco: "Speriamo che quanti interverranno siano strateghi capaci di pensare al bene comune e al futuro dei loro figli, piuttosto che agli interessi di circostanza di qualche Paese o azienda".
5. REPETITA IUVANT. "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE". UN APPELLO DIFFUSO A ROMA ED IN ALTRE CITTA' DEL LAZIO IN OCCASIONE DEL SETTANTANOVESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI LEONARD PELTIER
In occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente, si sono svolte in molte citta' italiane iniziative per la sua liberazione.
A Roma ed in altre citta' del Lazio e' stato diffuso un appello al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' all'eroe perseguitato universalmente noto come "il Nelson Mandela americano".
Di seguito trascriviamo il testo dell'appello diffuso.
*
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
Lei sa che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, ha compiuto 79 anni, dei quali gli ultimi 47 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Lei sa che Leonard Peltier e' innocente.
Lei sa che le cosiddette "testimonianze" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che anche le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che lo stesso Procuratore capo dell'accusa che ottenne la condanna di Leonard Peltier ha poi riconosciuto e dichiarato che fu un errore giudiziario e Le ha scritto per chiederLe di concedere la grazia e liberare Leonard Peltier.
Lei sa che lo scorso anno una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU ha riesaminato l'intero processo ed ha concluso che Leonard Peltier deve essere liberato.
Lei sa che milioni di persone di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: persone come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, persone come papa Francesco e il Dalai Lama.
Lei sa che innumerevoli associazioni democratiche della societa' civile di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: associazioni prestigiose come Amnesty International.
Lei sa che un gran numero di istituzioni e di rappresentanze istituzionali di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: istituzioni rilevanti come il Parlamento Europeo e rappresentanti istituzionali qualificati come i Sindaci di molte grandi citta'.
Lei sa che Leonard Peltier e' anziano e gravemente malato, e che anche dal carcere, in condizioni di estrema oppressione e sofferenza, ha costantemente continuato ad impegnarsi in difesa dei popoli oppressi, in difesa dei diritti umani, in difesa della Madre Terra, con la sua parola autorevole di martire perseguitato e di uomo di profonda spiritualita', con la poesia, con la pittura, con le attivita' educative e benefiche che con l'aiuto dei suoi sostenitori ha promosso a vantaggio dei piu' bisognosi di aiuto.
Lei ha il potere di liberare Leonard Peltier attraverso lo strumento della grazia presidenziale; Lei ha il potere di restituire la liberta' a un uomo innocente che ha subito una semisecolare crudelissima persecuzione, una lunghissima ingiustissima prigionia; Lei ha il potere di metter fine a un enorme scandalo, un'enorme assurdita', un'enorme iniquita'; Lei ha il potere di far finalmente prevalere la verita', la giustizia, l'umanita' liberando Leonard Peltier. Usi la prerogativa della grazia presidenziale e liberi finalmente Leonard Peltier: l'umanita' intera attende questo momento.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
*
Questo il testo dell'appello diffuso a Roma ed in altre citta' del Lazio.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffonderlo ulteriormente.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
6. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023
7. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
*
E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
*
Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
*
A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
8. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Sebastiano Timpanaro, La filologia di Giacomo Leopardi, Le Monnier, Firenze 1955, Laterza, Roma-Bari 1978, 1997, pp. XVI + 272.
- Sebastiano Timpanaro, Classicismo e illuminismo nell'Ottocento italiano, Nistri-Lischi, Pisa 1965, 1988, pp. XL + 440.
- Sebastiano Timpanaro, Aspetti e figure della cultura ottocentesca, Nistri-Lischi, Pisa 1980, pp. XVI + 480.
- Sebastiano Timpanaro, Antileopardiani e neomoderati nella sinistra italiana, Ets, Pisa 1982, pp. 346.
- Sebastiano Timpanaro, Nuovi studi sul nostro Ottocento, Nistri-Lischi, Pisa 1995, pp. XXII + 248.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4980 del 7 ottobre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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