[Nonviolenza] Telegrammi. 4952



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4952 del 9 settembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Shendi Veli: La Palermo femminista reagisce
2. Monica Lanfranco: Al lupo, al lupo
3. "Il paese delle donne": "Mahsa Day", manifestazioni nazionali in ricordo di Mahsa Amini
4. A Milano, Venezia e Viterbo iniziative per la liberazione di Leonard Peltier in occasione del settantanovesimo genetliaco
5. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
6. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
7. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. L'ORA. SHENDI VELI: LA PALERMO FEMMINISTA REAGISCE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 agosto 2023 riprendiamo e diffondiamo]

"Ti rissi no", tre parole che la forma dialettale, in palermitano, rende ancora piu' efficaci: ti ho detto no. Perche' il consenso di cui tanto si parla e che molto si indaga e' in fondo una cosa semplice. Lo hanno scritto a caratteri cubitali su uno striscione le attiviste di Non Una Di Meno Palermo, dopo lo stupro di gruppo avvenuto nella loro citta'.
"A Palermo in questi giorni si parla tanto di quello che e' successo. E' una cosa positiva che ci sia attenzione sul tema della violenza di genere ma questo episodio, emerso come un fatto eccezionale, in realta' e' simile a tanti altri casi che avvengono ogni giorno. Quello che ha fatto la differenza e' il modo in cui i media lo hanno raccontato. Ne hanno svelato ogni minimo dettaglio in una forma quasi morbosa". A parlare e' Roberta Ferruggia, giovane attivista del collettivo transfemminista "Non Una di Meno Palermo", che racconta i passaggi di una mobilitazione cittadina che mercoledi' scorso ha dato vita a un'assemblea pubblica partecipata da diverse centinaia di persone.
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- Cosa vi ha spinto a convocare un'assemblea in piazza?
- Avevamo gia' lanciato degli appuntamenti pubblici nei giorni precedenti. Una "passeggiata rumorosa" organizzata in poche ore appena e' uscita la notizia e poi un presidio davanti al Tribunale, qualche giorno dopo, mentre erano in corso gli interrogatori dei giovani identificati come colpevoli. Ci siamo rese conto, anche da tutti i messaggi che sono arrivati sulle nostre pagine social, che la citta' ma anche noi stesse avevamo bisogno di un momento di confronto pubblico e collettivo. Molte reazioni di questi giorni sono state di pancia, l'obiettivo era canalizzare questo sdegno dentro un percorso cittadino ampio che metta al centro il contrasto alla violenza di genere.
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- Cosa e' emerso da questo confronto pubblico?
- Siamo rimaste colpite da come e' andata. Non solo perche' c'erano tantissime persone, molte lontane dai circuiti militanti, ma anche perche' abbiamo elaborato un punto di vista davvero condiviso. Il fatto che non si tratta di un episodio isolato ma di un fenomeno strutturale che va affrontato nelle scuole, nelle universita' e nei luoghi di lavoro. Dai fischi per strada al gender pay gap, fino al lavoro di cura non retribuito. I femminicidi e gli stupri sono solo l'apice di una piramide che e' la violenza di genere. E poi bisogna smettere di chiamarli "mostri, bestie, orchi" e riconoscere invece come la cultura dello stupro sia radicata nella societa'. E' chiaro che fa paura pensare che tuo padre, tuo fratello, il tuo compagno, tuo zio possano fare qualcosa del genere. Ma e' cosi'. Non e' una favola e non ci sono lupi cattivi.
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- Gli uomini hanno preso parola in questo momento di confronto?
- Ha parlato solo un ragazzo del Palermo Pride. Ma in piazza c'erano tantissimi maschi. In questa occasione sono rimasti piu' che altro in ascolto.
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- Che risposte sono arrivate in questi giorni dalle istituzioni?
- Questo e' stato un altro tema centrale dell'assemblea pubblica. Un assessore della giunta di Palermo ha subito proposto di incrementare la presenza delle forze dell'ordine. Ma noi non vogliamo una militarizzazione dello spazio pubblico, perche' le violenze sessuali avvengono ovunque. Stesso errore di chi ricerca la soluzione solo nei tribunali, senza dire che a volte chi denuncia una violenza viene messa a sua volta in qualche modo sotto processo.
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- Come Non Una Di Meno Palermo in quali ambiti siete attive maggiormente?
- Questo collettivo nasce intorno al 2018. Negli anni abbiamo costruito un gruppo ampio e un'ampia rete di alleanze cittadine. Noi ci occupiamo molto di salute, gestiamo uno sportello ginecologico all'interno di un ambulatorio popolare che si trova a Borgo Vecchio, dentro il centro sociale Anomalie. Qui a Palermo i consultori ci sono anche ma c'e' un grande problema di personale che manca e soprattutto di attrezzature. Poi siamo attive nelle scuole dove facciamo degli incontri di educazione sessuale e di genere. Da li' ci rendiamo conto che tra i ragazzi e le ragazze c'e' consapevolezza ma anche tanto bisogno di spazio per parlare di se', di relazioni, di quello che gli accade.
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- Avete avuto contatti con la ragazza sopravvissuta alla violenza?
- No, non la conosciamo e non abbiamo cercato in alcun modo di contattarla, per una forma di rispetto e di tutela, immaginando la pressione che stara' subendo. Ma si puo' dire che tutto quello che abbiamo fatto pubblicamente in questi giorni ha voluto essere anche un messaggio a lei, che speriamo le sia arrivato in qualche modo. Volevamo dirle che non e' e non sara' mai sola.

2. L'ORA. MONICA LANFRANCO: AL LUPO, AL LUPO
[Dal sito di "Noi donne" riprendiamo e diffondiamo]

Ad un gioielliere vittima di rapina, magari a mano armata, si consiglierebbe di non esporre piu' in vetrina i preziosi? Lo si accuserebbe di essere stato avventato perche' vende cose belle e costose? Lo si metterebbe in guardia perche' al processo contro i rapinatori la difesa dei malviventi potrebbe tirare in ballo qualche irregolarita' nel pagamento delle tasse del derubato, macchie di onorabilita' che rischierebbero di invalidare il processo e mandare cosi' assolti i ladri?
L'avvocata Tina Lagostena Bassi spiego' cosi' nel 1979, nel documentario Processo per stupro l'anomalia processuale nel caso di uomini che stuprano una donna, unica situazione nella quale e' la vittima a dover dimostrare di esserlo. Davanti alla polizia quando denuncia, davanti ai giudici, davanti alla sua famiglia, davanti all'opinione pubblica.
Nessuno si sogna di chiedere conto dei trascorsi di chi subisce un reato, ne' di consigliare maggiore prudenza a chi e' vittima di ingiustizia, pero' tutti, nel caso di una sola ingiustizia, l'essere stuprata, puntano lo sguardo sulla vittima non per aiutarla a reclamare i suoi diritti, ma per illuminarne le responsabilita' o le corresponsabilita' nell'essere diventata una vittima. Il dispositivo e' noto: la ragazza aveva bevuto, non era illibata, l'abbigliamento era provocante, se non usciva non la violentavano. Il mantra lo si snocciola in automatico, a scuola, nei bar, nei tribunali reali come in quelli virtuali, in tv.
"Se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi magari eviti di incorrere in determinate problematiche e poi rischi che il lupo lo trovi". Preceduta dalla precisazione "se vai a ballare hai tutto il diritto di ubriacarti" la frase che include il lupo e' stata pronunciata giorni fa, in diretta, nel programma che conduce su Mediaset, dal collega Andrea Giambruno, 42 anni, compagno della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e padre della sua bambina, la piccola che spesso la premier porta con se' quando viaggia per gli incontri internazionali. Parliamo di questo lupo, allora. Intanto una precisazione: nonostante spesso si usino gli animali per antropomorfizzarne i comportamenti e' importante ricordare che c'e' solo un animale che stupra: si chiama uomo.
Ogni altro predatore uccide per cibarsi e dare da mangiare ai cuccioli, e ogni altro animale ha rapporti sessuali perche' mosso dall'istinto riproduttivo, che si attiva in determinati momenti definiti dall'estro periodico, per propagare la specie.
Non esiste lo stupro in natura: la violenza sessuale esiste nella innaturale, e assai culturale, comunita' umana.
Anche i giovanissimi stupratori, per prendere le distanze dalla loro inumanita' mortifera, si sono raccontati come cani, hanno parlato della violentata come di una gatta. Ci vorra' del tempo, (chissa' se questo tempo mai verra') perche' prendano atto che, invece, non di cani si trattava, ma di loro stessi: di uomini, di ragazzi stupratori e non di una gatta, ma di una loro coetanea incapace di difendersi, della quale hanno fatto scempio come solo gli uomini possono fare.
Parlare di lupi, di cani, di qualunque altro animale rimuove sistematicamente il problema della violenza maschile sulle donne: che sono gli uomini, appunto.
Dire alle donne che bisogna stare sempre sobrie, che bisogna sorvegliare i bicchieri perche' ci potrebbe finire la droga dello stupro (anche se abbiamo ordinato un analcolico), che e' meglio non fidarsi degli sconosciuti (anche se quasi sempre tra gli stupratori c'e' un "amico") e' solo un pezzo del discorso, un discorso che ignora il vero pericolo, il vero problema: chi fa violenza.
Da giorni circolano due frasi interessanti: la prima e' quella del regista Gabriele Muccino che ha commentato cosi' i fatti di Palermo: "L'unica cosa da fare quando ci si trova davanti a una ragazza ubriaca e' riaccompagnarla a casa". Muccino ha dunque indicato che e' questo il comportamento che in famiglia si dovrebbe insegnare e quindi imparare. Educare i giovani maschi a trovare "naturale" accompagnare a casa una donna ubriaca, e non abusare di lei, come ovvio esito dell'ovvia capacita' degli uomini di ogni eta' di essere responsabili, adulti, normali, umani. Invece l'educazione va dalla parte opposta: si insegna che l'uomo (vero) e', per essere ritenuto e ritenersi tale, irresponsabile, privo di empatia, un vile meschino che approfitta della momentanea assenza di lucidita' di una donna per essere cosa? Virile? Potente? Funzionante dal punto di vista idraulico?
Il punto e' che moltissimi uomini, di ogni eta' e cultura, pensano che questa sia una eventualita' possibile, che stia nella "natura" del maschile: la carne e' carne, il lupo e' il lupo. Quindi occhio che siamo in agguato. Le cose stanno cosi', l'uomo e' forte, la carne debole, le donne hanno la responsabilita' di non tirare fuori la belva che sta dentro di noi.
Detto in tv dal padre di una bambina che un giorno sara' donna dovrebbe farci riflettere sul tipo di segnali educativi che mandiamo alle giovani generazioni.
La seconda frase interessante circola sui social scritta su un muro (lo so, non va bene scrivere sui muri, ma almeno in questo caso non si tratta di oscenita'): "Quando esco voglio sentirmi libera, non coraggiosa".
Parliamoci chiaro: se sei una donna ci vuole coraggio a uscire senza velo in Iran, Afghanistan, Yemen, Nigeria e in molti altri paesi dove a causa della dittatura islamica fondamentalista una ciocca di capelli fuori posto ti puo' anche costare la vita.
Ma se in Italia le donne (non solo le giovani) devono sentirsi coraggiose, quindi non libere di uscire, perche' devi mettere nel conto l'eventualita' di essere drogata, aggredita, stuprata, forse uccisa, perche', inscritto nella "natura" umana maschile c'e' il lato predatorio inarrestabile acceso dopo il tramonto, a che tipo di societa', politica, cultura stiamo dando credito e consenso?

3. L'ORA. "IL PAESE DELLE DONNE": "MAHSA DAY", MANIFESTAZIONI NAZIONALI IN RICORDO DI MAHSA AMINI
[Dal sito de "Il paese delle donne" riprendiamo e diffondiamo]

A Roma e Milano, il 16 settembre 2023, si terranno due manifestazioni nazionali, organizzate dalla comunita' iraniana in Italia, in ricordo di Mahsa Amini, la ragazza uccisa un anno fa in Iran perche' non indossava correttamente il velo islamico.
Le manifestazioni di sabato 16 settembre si terranno a Roma, con concentramento in Piazza dell'Esquilino alle ore 14, e a Milano, in corso Venezia (ingresso Planetario), alle ore 16.
Venerdì 15 settembre, in occasione della Giornata mondiale della democrazia, la societa' civile italiana, insieme alle associazioni per la liberta' e la democrazia in Iran, organizzano un'assemblea a Roma presso la sede della CGIL Nazionale in corso d'Italia n.25, alle ore 16, che sara' possibile seguire anche da remoto.

4. INIZIATIVE. A MILANO, VENEZIA E VITERBO INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER IN OCCASIONE DEL SETTANTANOVESIMO GENETLIACO

Come in varie altre parti del mondo, anche in Italia si terranno varie iniziative in occasione del 12 settembre 2023, data in cui Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, compie 79 anni, di cui 47 passati in prigione da innocente perseguitato.
Le principali iniziative in Italia di cui abbiamo fin d'ora notizia si svolgeranno a Milano, a Venezia e a Viterbo.
A Milano sono previste iniziative il 6, il 7 e il 12 settembre.
A Venezia e a Marghera varie iniziative pubbliche sono previste sabato 16 e domenica 17 settembre.
A Viterbo e nel viterbese sono previsti alcuni incontri di studio e di testimonianza tra il 5 e il 20 settembre.
Per informazioni sulle iniziative di Milano e di Venezia contattare il Comitato milanese di solidarieta' con Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com
Per informazioni sulle iniziative di Viterbo contattare il Comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
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Due cose sappiamo su Leonard Peltier
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, il 12 settembre compira' 79 anni, di cui gli ultimi 47 trascorsi in carceri di massima sicurezza, condannato all'ergastolo per un crimine che non ha mai commesso.
La sua vicenda di innocente perseguitato, di difensore del proprio popolo e di tutti i popoli, di protettore della Madre Terra, interpella l'umanita' intera: e la voce dell'umanita' intera chiede la sua liberazione.
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La prima cosa che sappiamo
La prima cosa che sappiamo di Leonard Peltier e' che e' innocente e deve essere liberato.
Fu condannato, per un delitto mai commesso, da una giuria razzista di soli bianchi peraltro manipolati da informazioni del tutto false.
Erano false le cosiddette "testimonianze" contro di lui: gli stessi accusatori hanno dovuto ammetterlo.
Ed erano false le cosiddette "prove" contro di lui: gli stessi accusatori hanno dovuto ammetterlo.
La falsita' delle cosiddette "testimonianze" e delle cosiddette "prove" e' ormai riconosciuta da tutti.
Ugualmente, e' ormai riconosciuto da tutti che Leonard Peltier e' stato condannato ingiustamente per un crimine che non ha commesso.
Lo stesso pubblico ministero che ne ottenne la condanna ha successivamente scritto al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier, riconoscendo che la condanna fu uno scandaloso errore giudiziario frutto di una ignobile persecuzione.
Un'autorevole agente dell'Fbi ora in congedo ha rivelato pubblicamente che l'Fbi impose la condanna di Leonard Peltier pur sapendo che era innocente, e che a tal fine orchestro' prove false e testimonianze false: all'epoca l'Fbi agiva secondo il famigerato piano "Cointelpro" che prevedeva la diffamazione, la persecuzione e la soppressione dei militanti per i diritti umani afroamericani e nativi americani. Sono innumerevoli i militanti afroamericani e nativi americani perseguitati, incarcerati innocenti, assassinati dalla violenza razzista di stato.
Dal carcere Leonard Peltier ha continuato a lottare per i diritti umani di tutte le oppresse e tutti gli oppressi, e in difesa dell'intero mondo vivente; contro il genocidio, l'etnocidio, l'ecocidio.
Dal carcere, lungo quasi mezzo secolo, Leonard Peltier, con la sua strenua resistenza, con luminosi atti simbolici, con la scrittura, con la poesia, con la pittura, con la pratica religiosa, con le limpide posizioni morali, sociali e politiche, con iniziative benefiche ed educative realizzate con i fondi raccolti in suo nome, ha continuato a lottare per la salvezza del suo popolo e di tutti i popoli nativi, per il bene comune dell'umanita', per la protezione della biosfera.
Da decenni e' noto nel mondo come "il Nelson Mandela americano".
E tra i primi a chiedere la sua liberazione vi fu proprio anche Nelson Mandela.
Dopo quasi mezzo secolo di ingiusta detenzione, la liberazione di Leonard Peltier, un uomo innocente ed eroico, e' nelle mani del Presidente degli Stati Uniti d'America, che e' l'unica persona che puo' concedere la grazia presidenziale che finalmente gli restituirebbe la liberta'.
Gia' Clinton a suo tempo sembro' essere intenzionato a concedergli la grazia, ma all'epoca l'FBI organizzo' una vera e propria campagna di intimidazione del Presidente degli Stati Uniti e Clinton cedette all'effettuale minaccia, all'evidente ricatto.
Successivamente sembro' che Obama potesse compiere questo atto di verita' e giustizia, ma giunto al termine del mandato presidenziale anche Obama rinuncio': la capacita' di intimidazione dei persecutori di Leonard Peltier era ancora superiore al sentimento di giustizia e alla volonta' di verita' della Casa Bianca?
Ora Biden potrebbe finalmente restituire la liberta' a Leonard Peltier; il suo mandato scade nel 2024: in qualunque momento puo' concedere la grazia presidenziale, ma finora non l'ha fatto. Occorre dunque accrescere ed intensificare la mobilitazione nonviolenta che lo persuada a compiere questo atto di verita' e di giustizia, di dignita' e di umanita'.
Nel frattempo la richiesta di liberare Leonard Peltier si e' fatta sempre piu' forte e piu' vasta in tutto il mondo.
Nel corso degli anni la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, e numerose altre personalita' insignite del Premio Nobel per la Pace.
Tra le personalita' piu' note e rappresentative a livello internazionale si sono espresse per la liberazione di Leonard Peltier anche Papa Francesco e il Dalai Lama.
Il Parlamento Europeo ripetutamente, nel 1994 e nel 1999, ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier, e di nuovo nel 2021 l'allora Presidente del Parlamento Europeo, l'indimenticabile David Sassoli prematuramente scomparso, ha espresso il suo impegno per la liberazione di Leonard Peltier.
Nel 2022 una Commissione giuridica ad hoc dell'Onu, dopo aver riesaminato gli atti processuali, ha chiesto anch'essa la liberazione di Leonard Peltier.
Sempre lo scorso anno il Comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito che esprime l'attuale Presidente degli Stati Uniti d'America) con voto unanime ha chiesto che Leonard Peltier sia liberato.
Amnesty International ha reiteratamente promosso appelli per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In Italia personalita' autorevolissime, da don Luigi Ciotti a padre Alex Zanotelli, da Luisa Morgantini a Moni Ovadia, a innumerevoli altre figure della cultura e dell'arte, delle religioni e delle scienze, della riflessione filosofica e morale e dell'impegno sociale e civile hanno chiesto che Leonard Peltier sia finalmente liberato.
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La seconda cosa che sappiamo
La seconda cosa che sappiamo e' che la liberazione di Leonard Peltier sarebbe un enorme aiuto alle lotte dei popoli nativi contro il genocidio, contro l'etnocidio, contro l'ecocidio. Essa infatti darebbe un contributo straordinario ad ogni lotta per la verita' e la giustizia, ad ogni lotta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ad ogni lotta in difesa della Madre Terra e di tutti gli esseri viventi.
E sarebbe un enorme aiuto all'umanita' intera che lotta per la vita contro poteri avidi e assassini che stanno distruggendo innumerevoli vite umane e le fonti stesse della vita.
La liberazione di Leonard Peltier sarebbe una vittoria per l'umanita' intera, e un grande segno di speranza in questi tempi bui.
Occorre quindi che tutte le persone di volonta' buona, tutte le associazioni democratiche della societa' civile mondiale, tutte le istituzioni intese al bene comune dell'umanita', esercitino la piu' profonda e persuasa pressione nonviolenta per la sua liberazione.
Il momento e' ora: il 12 settembre puo' essere una data dall'evidente valore simbolico per estendere ed intensificare l'impegno.
Il Presidente Biden si avvia a concludere il suo mandato nel 2024: ha fatto molte cose errate, e fin tragicamente errate, ma e' questo il momento in cui puo' fare finalmente una cosa giusta: restituire la liberta' a Leonard Peltier. Persuadiamolo a concedere la grazia.
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Due riflessioni di Leonard Peltier: la prima
"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
*
Due riflessioni di Leonard Peltier: la seconda
"Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
*
Una bibliografia essenziale
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
*
Alcuni materiali disponibili per l'approfondimento
1. Alcune parole per Leonard Peltier (una sintesi del primo marzo 2022);
2. Una lettera ai parlamentari italiani del 23 aprile 2023 che contiene anche:
2.1. la dichiarazione del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli del 23 agosto 2021;
2.2. la risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999;
2.3. un estratto dal documento dell'Onu dell'8 aprile 2022;
2.4. la risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022;
2.5. l'appello di Amnesty International dell'aprile 2023;
3. Il comunicato "Dall'Onu, dal partito democratico statunitense unanime, dall'interno dello stesso Fbi tre importanti novita' che potrebbero decisivamente contribuire alla liberazione di Leonard Peltier" del 10 febbraio 2023 recante anche:
3.1. una proposta di lettera da inviare alla Casa Bianca (con le istruzioni per inviarla attraverso la pagina web dedicata: www.whitehouse.gov/contact/ );
4. Alcune delle innumerevoli adesioni italiane (estratto del 23 gennaio 2022).
Chi fosse interessato a riceverli ed utilizzarli ce ne faccia richiesta e provvederemo tempestivamente (e gratuitamente, e' ovvio) all'invio per e-mail.
Per richieste scrivere all'indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
*
Giustizia e liberta' per Leonard Peltier.
Giustizia e liberta' per l'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.

5. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
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In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

6. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

7. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Friedrich Engels, La guerra dei contadini in Germania, Editori Riuniti, Roma 1976, pp. 152.
- Frantz Fanon, I dannati della terra, Einaudi, Torino 1962, 1976, pp. XXX + 250.
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Fantascienza
- AA. VV., Coloni dell'universo, Mondadori, Milano 2023, pp. 432, euro 7,90.
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Gialli
- Cristina Cassar Scalia, L'uomo del porto, Einaudi, Torino 2021, 2022, Gedi, Torino 2023, pp. 336, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
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Strumenti di lavoro
- Adriana Cavarero, Franco Restaino, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009, pp. VI + 266.
- Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre. Le donne, il genere, la guerra, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994, pp. 256.
- Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. VIII + 170.
- Monica Lanfranco, Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003, pp. 290.
- Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza delle donne, Quaderni Satyagraha - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006, pp. 288.
- Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001, pp. 272.
- Chiara Zamboni, La filosofia donna, Demetra, Colognola ai colli (Verona) 1997, pp. 160.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4952 del 9 settembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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