[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 246



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 246 del 3 settembre 2023

In questo numero:
1. Raniero La Valle: Pace, Terra e dignita'
2. Disponibili alcuni materiali per la mobilitazione per la liberazione di Leonard Peltier. Il momento e' ora: "Free Leonard Peltier now"
3. E' l'ora di esercitare il massimo impegno per restituire la liberta' a Leonard Peltier
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
6. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
7. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
8. Alcuni riferimenti utili
9. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
10. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani

1. APPELLI. RANIERO LA VALLE: PACE, TERRA E DIGNITA'
[Dal sito www.costituenteterra.it riprendiamo e diffondiamo]

L'appello "ai Pacifici" di Michele Santoro e Raniero La Valle per la formazione di un corpo politico che dia rappresentanza al Popolo della Pace, difenda e custodisca la Terra e rivendichi la Dignita' di ogni creatura.
Pubblichiamo l'intervento che Raniero La Valle, a nome suo e di Michele Santoro, ha pronunciato all'assemblea "E se spuntasse un Arcobaleno?" tenutasi il 26 agosto 2023  alla Versiliana di Marina di Pietrasanta.
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Prima di tutto vorrei ringraziare Michele Santoro che con la sua straordinaria capacita' di convocazione e lettura degli eventi, ci ha riunito in questa grande assemblea. Siamo qui  per dare voce a un sogno, un sogno comune, suo e mio, e credo anche vostro, il sogno che finalmente appaia un Arcobaleno.  L'Arcobaleno e' un simbolo potente, perche' unisce la terra col cielo. Sul cielo noi non abbiano giurisdizione, ma sulla Terra si'; e sulla terra che cosa vorremmo che questo Arcobaleno segnasse e portasse? Vorremmo tre cose, prima di tutto la Pace; la Pace non ha nulla al di sopra di se', la pace e' sovrana, la pace non ha scambi da fare con alcuna altra cosa al mondo, e' la condizione di tutto, quella per la quale viviamo, speriamo ed amiamo. E la seconda cosa e' proprio la Terra, questa Terra che ci stanno togliendo da sotto i piedi, questa terra infuocata, questa Terra dove si rompono le acque, questa Terra dove si accendono i fuochi, dove bruciano le foreste, dove finisce l'ossigeno, questa Terra che e' la nostra madre, la dobbiamo recuperare, difendere, salvare. E la terza cosa e' la Dignita', la Dignita' delle persone che l'hanno perduta, a cui non viene riconosciuta. Pensate solamente ai migranti, non solo sono abbandonati al mare, ma prima ancora di essere lasciati al naufragio e alla morte sono negati nella loro dignita', vengono scambiati per denaro, si va a Tunisi a dire: "quanti soldi volete per non fare arrivare i migranti da noi?". Allora queste tre cose, la Pace, la Terra e la Dignita' sono le cose che noi vorremmo a questo Arcobaleno chiedere, perche' si riversino qui sulla Terra. L'Arcobaleno e' anche un segno polivalente, perche' l'Arcobaleno puo' sorgere in qualunque punto del cielo. Noi vorremmo che sorgesse qui in Italia, in Occidente, dove giacciono i nostri valori, ma puo' sorgere anche altrove; io ricordo, nel 1987, avevamo una rivista che si chiamava "Bozze", e facemmo un titolo cosi': se la Pace viene dall'Est. Allora erano altri tempi, c'era Gorbaciov, la Russia si chiamava in un altro modo, pero' in quel momento c'era la guerra atomica, c'era il pericolo dell'ecatombe nucleare, ma da li' venne la proposta di "un mondo senza armi nucleari e non violento". E quindi l'Arcobaleno puo' sorgere oltreoceano, puo' sorgere qui da noi, puo' sorgere nel Sud del mondo, o puo' sorgere all'Est.
E allora per realizzare questo sogno, Santoro ed io, insieme, facciamo un appello. Non lo facciamo solo ai pacifisti, non e' roba di pacifismo; noi abbiamo molta gratitudine per i pacifisti che hanno tenuto alta la fiamma della Pace in questi anni di guerre e di guerre. Pero' questo appello va al di la' dei pacifisti. Noi facciamo un
APPELLO
Ai Pacifici, che sono una moltitudine. Ai figli di Dio che prendono la Terra per madre, Ai resistenti perche' nessun volto sia oltraggiato e la Dignita' sia riconosciuta a tutte le creature,  Agli eredi di milioni di uomini e donne che hanno lottato per il lavoro, per l'emancipazione e per la liberta' dal dominio pubblico e privato, A quanti si ribellano al sacrificio - c'e' questa ideologia del sacrificio - ci rivolgiamo a quanti si ribellano al sacrificio degli uni per il tornaconto degli altri. Ai giovani che abbiamo perduto, a cui non abbiamo saputo garantire il futuro.
E' questo un appello che affidiamo agli organizzati e ai disorganizzati,  ai militanti di tutti i partiti, agli elettori di tutte le liste e agli assenti dalle urne, agli uomini e donne di buona volonta' e a quelli di deluse speranze, a quanti godono di buona fama e a chi soffre di  una cattiva reputazione, agli inclusi e agli scartati .
Noi ci rivolgiamo a Voi non perche' siamo da piu' di voi, ma perche' siamo Voi.
Noi vogliamo dare una rappresentanza a  tre soggetti ideali che ancora non l'hanno o l'hanno perduta, a tre  beni comuni  che tutti dovrebbero curare e difendere  in questi tempi di ferro, tre beni comuni che sono il "minimo sindacale" o il "minimo politico" da rivendicare per tutti:  Anzitutto la Pace, da cui tutto dipende, nella quale viviamo, speriamo e amiamo, una pace da istituire come ordinamento originario e sovrano come lo e' stata finora la guerra; in secondo luogo la Terra, da salvare come madre comune di tutti;  e infine la Dignita' da rispettare di ogni creatura.
Quanto alla PACE, tutti dicono di volere la pace nel mondo, ma questa non si puo' nemmeno pensare se prima non finisce questa guerra in Europa, dunque e' una seconda pace, ed e' una bugia quella di chi dice di volere la seconda pace se non vuole e impedisce la prima.
Noi sappiamo invece che LA PACE DEL MONDO e' politica, imperfetta e sempre a rischio. Essa e' assenza di violenza delle armi e di pratiche di guerra, vuol dire non  rapporti antagonistici ne' sfide militari o sanzioni genocide tra gli Stati, implica prossimita' e soccorso  nelle situazioni di distretta e di massimo rischio a tutti i popoli.
E sappiamo che l'antagonista alla pace non e' semplicemente la guerra, ma e' il sistema di guerra che ormai e' diventato il vero sovrano e "padre di tutti", tanto che comanda ogni cosa, pervade l'economia e domina la politica anche quando la guerra non c'e' o non e' dichiarata. Noi infatti siamo in guerra, ma avete forse sentito che le Camere abbiano deliberato lo stato di guerra, secondo l'art. 78 della Costituzione? E forse Mattarella ha dichiarato lo stato di guerra, secondo l'art. 87 della Costituzione? E intanto la guerra d'Ucraina non riesce a finire, benche' in essa entrambi i nemici gia' ne siano allo stesso tempo vincitori e sconfitti. Una vittoria l'ha avuta infatti l'Ucraina che e' diventata la star del mondo, e' stata adottata dalla NATO e, pur tributaria dell'Occidente, non ha perduto la sua sovranita'. Ma ha vinto pure la Russia perche' ha fronteggiato la NATO, non e' stata ridotta alla condizione di paria, come Biden voleva, ne' e' stata espulsa dal consorzio mondiale.
Tuttavia  la guerra ha anche inflitto alla Russia, all'Ucraina e all'America una severa sconfitta. Alla Russia perche' con l'aggressione ha compromesso  il suo onore. All'Ucraina perche' chi, governandola, la doveva difendere l'ha gettata in una fornace di fuoco ardente, le famiglie sono divise perche' gli uomini sono trattenuti per combattere mentre in tutti i 72 distretti di reclutamento, come e' stato rivelato,  la corruzione ha permesso a molti di sottrarsi alle armi e la controffensiva ucraina e' fallita.  Ma sconfitta e' stata anche l'America perche' non ha raggiunto i suoi scopi, ha profuso miliardi che peseranno sul suo debito, mentre viene messo in gioco il monopolio del dollaro negli scambi  mondiali, la sua vera ricchezza, ne' essa potra' conseguire quel dominio globale che si riprometteva debellando la Russia per poi far guerra alla Cina. E a pagare le spese della guerra siamo anche noi, i veri corrotti e sconfitti nel giudicarla e darne conto.
Ma se gia' sono arrivare vittorie e sconfitte,  perche' questa guerra non finisce? Non finisce perche' la guerra d'Ucraina, cosi' ben piantata nel cuore dell'Europa per rialzare la vecchia cortina sul falso confine tra Occidente ed Oriente, e' funzionale o addirittura necessaria al sistema di guerra, e percio' gli stessi negoziati sono stati proibiti.
Dunque, prima di tutto la Pace. Il secondo bene da salvare e' la TERRA. La terra e' in pericolo, essa non e' un patrimonio da sfruttare, un ecosistema da aggredire, ma la casa comune da custodire, da tornare a rendere abitabile per tutte le creature, da arricchire con i frutti del nostro lavoro e le opere del nostro ingegno. Essa e'  oggi in attesa di una nuova nascita e soffre le doglie del parto.
Infine, il terzo assillo e' LA DIGNITA', degli uomini, delle donne e di tutte le creature. La dignita' da difendere e' quella della liberta' e della ragione, del lavoro e del tenore di vita, la dignita' del migrante per diritto d'asilo e del profugo per ragioni economiche, del cittadino e dello straniero, dell'imputato e del carcerato, dell'affamato e del povero, del malato e del morente, della donna e dell'uomo e, nel loro ordine, di ogni altra creatura.
Dunque abbiamo tre beni da salvare, come i "tria bona" di cui parlano i monaci di Camaldoli, li' dove qualche giorno fa e' andato il presidente della Repubblica per ricordare il "codice di Camaldoli". Ma prima di tutto noi vogliamo la pace  e cio' che e' oltre la pace, e lo chiediamo a chi gestisce il potere, anche ai partiti. Noi non neghiamo rispetto e stima ai partiti e alle loro personalita' piu' eminenti, ma sappiamo che essi non possono affrontare la totalita' delle sfide e che in quanto partiti non sono tali da farsi carico di tutte le parti della realta'.
Percio' senza ignorare i partiti, prendiamo partito. Il nostro e' un PARTITO PRESO per la pace, la Terra e la dignita', e a queste vogliamo dare una rappresentanza, una presenza, in tutte le sedi.
Non aspiriamo alla stanza dei bottoni, ma la vorremmo piu' aperta e trasparente, non ci affascinano i Palazzi ma i Parlamenti. Vorremmo una scuola che non trasformi i ragazzi in capitale umano, in merce nel mercato del lavoro, in pezzi di ricambio per il mondo cosi' com'e' (1), ma in padroni della parola, coscienti e cittadini. Amiamo i valori dell'Europa e dell'Occidente ma congiunti a quelli di ogni altra tradizione e visione,  non pretendiamo un mondo a nostra misura, tanto meno uniformato al modello di "democrazia, liberta' e libera impresa", che si e' voluto esportare con le guerre umanitarie e per procura, consacrando cosi' l'"economia che uccide" e la guerra che e' incompatibile con la democrazia e che anche prima del nucleare devasta la Terra.  Non vogliamo il "decennio di competizione strategica" progettato in America fino alla "sfida culminante" con la Cina. Pensiamo a una comunita' internazionale placata e garantita da un costituzionalismo mondiale. Resistiamo al dominio e rifiutiamo la lotta per l'egemonia. Nei confronti di quanti oggi lasciamo in balia del mare e che noi, da soli o con l'Unione Europea,  respingiamo o "ricollochiamo" nei lager e nei deserti, non e' alla "sostituzione etnica" che dovremmo imprecare, ma e' piuttosto alla sostituzione etica della nostra idea di confini, di identita' e di supremazia che dovremmo provvedere.
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Il nostro è dunque un appello per dare vita a una grande
Assemblea permanente
il cui obiettivo sia una politica che prenda in mano il mondo non per farne un impero delle armi e del denaro ma per preservarlo e fare si' che la natura sia salva e che la storia continui.
Un'Assemblea permanente per rovesciare il corso delle cose presentI e preparare un altro avvenire per l'Italia e per l'Europa.
Un'Assemblea in cui tutti parlino e tutti ascoltino, un'Assemblea che mandi suoi rappresentanti in tutti i luoghi delle decisioni, che partecipi a tutte le elezioni, che abbia eco nelle universita', nelle scuole, nei palazzi del potere, e susciti nuovi pensieri e progetti alternativi cosi' nelle riunioni dei partiti come perfino nell'Assemblea dell'ONU.
Si avvicinano le elezioni europee e risuona per l'Europa la domanda gridata da papa Francesco: "Dove vai Europa?". Essa ha tradito le ragioni della sua unione abbandonando gli ideali per cui e' nata, che e' il patrimonio di quanti hanno resistito all'idea di Europa voluta da Hitler, fino al sacrificio dei maquis in Francia, dei partigiani in Italia, dei ghigliottinati e impiccati in Austria e in Germania.
E' materia di discussione se e come questo soggetto politico nascente dovra' avere un suo ruolo nel confronto elettorale, in ogni caso lo dovrebbe fare non  vivendo le elezioni come una competizione all'ultimo voto, nella consueta logica dello scontro tra amico e nemico. Perche' non dovrebbe essere possibile nella competizione elettorale muoversi come  Alexander Langer chiedeva per il confronto politico,  in modo "piu' lento, piu' profondo, piu' dolce"?  la si dovrebbe affrontare in effetti in modo inclusivo, cercando tutte le convergenze appropriate e avendo per obiettivo il cambiamento  dell'Europa, perche' si faccia protagonista dello stabilimento della pace sulla Terra.
Questo cambiamento implica anche l'aggiornamento delle culture e dei linguaggi, l'abbandono degli stereotipi e delle parole  usurate, Bisognera' rovesciare le priorita', per essere credibili, bisognera' dire non "prima Noi" ma "prima gli ultimi", perche' se si salvano gli ultimi si salvano anche i primi, bisognera' dire che ogni straniero e' cittadino,  che ogni patria straniera e' nostra patria, e ogni patria e' straniera. E dovremmo operare perche' tutto cio' si faccia ordinamento con le sue Costituzioni, le sue leggi, le sue garanzie e le sue giurisdizioni per tutta la terra.
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Infine vorrei citare un altro sogno, di David Maria Turoldo, un grande poeta e amico nostro, traendolo da una sua poesia dedicata a Rigoberta Menchu', un'india del Guatemala  che ha lottato per i diritti del suo popolo maya e delle altre minoranze oppresse, e per questo ha ricevuto nel 1992 il Premio Nobel per la pace. Rigoberta aveva raccontato questa storia in un libro intitolato "Mi Chiamo Rigoberta Menchu'" e padre Turoldo le aveva dedicato una ballata dallo stesso titolo, prendendola a simbolo del riscatto  dei poveri e della lotta per la pace.  Io vorrei citare questa ballata cambiando semplicemente il nome di Rigoberta Menchu' nel nome di Alan Kurdi, il bambino siriano di tre anni con la maglietta rossa, di etnia curda, che fu  trovato morto sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, dopo un naufragio che almeno quella volta commosse il mondo, un gommone che fu travolto e annegarono in molti, anche un suo fratello e la  mamma..  Questa famiglia, fuggita dalla guerra in Siria, non aveva ottenuto di poter emigrare in Canada, e per rifugiarsi in Europa aveva osato un tragico passaggio in mare; dunque il piccolo Alan con la maglietta rossa e' un simbolo di tutti e tre i beni che abbiamo perduto o stiamo perdendo: la pace, la Terra, e la dignita' delle persone, la dignita' sia di quanti sono rifiutati e diventano residui umani nel mare, come pane spezzato che noi abbandoniamo ai pesci dicendo: "prendete e mangiate", sia di chi li respinge e li scambia per denaro.
Leggo da padre Turoldo:

Gente, uomini che non avete importanza
voi giovani che non sapete che fare
in cosa credere
anche voi ragazzi e ragazze di tutte le citta'
avanti che diciate
tutti  "non c'e'  niente, non c'e' niente
da fare, il Palazzo non fara' mai
una crepa!"  ecco, non ridete
e neppure pensate che sia un delirio: invece
e' un sogno, un lucido
e consapevole sogno
reale e possibile!
Prima leggete "Mi chiamo
Rigoberta Menchu'"
(e qui possiamo dire mi chiamo Alan Kurdi). Poi
andate in giro per tutte le strade
portando solo la scritta "Mi chiamo
Alan Kurdi" o dicendo a tutti
appena questo, "Mi chiamo Alan"
tutti con cartelli alzati, a voce
a piena voce tutti a dire
per tutte le strade e sotto tutti
i Palazzi e le Case Bianche del mondo
e le Cattedrali e gli Episcopi
tutti a dire solo questo "Mi chiamo
Alan Kurdi", appena
uno, prima, poi due, poi cinque
e cento e mille e migliaia
a gruppi, in coro, a gran voce
da riempire le piazze, da uccidere
ogni altro fragore e poi
Il silenzio, un grande
Improvviso silenzio che faccia
paura! E il grido dopo, da solo,
come un boato: "Mi chiamo
Alan Kurdi!". Un boato
che mandi in frantumi almeno
i vetri del Palazzo, un urlo
che sovrasti perfino le voci
di tutti i predicatori. Cosi'

A uno a uno, e insieme, a ondate
Ritmando solo il suo nome
"Mi chiamo Alan Kurdi"
Insieme, tutti, cantando
quasi fosse una cascata di acque
un fiume fresco di suoni e acque
a lavare ogni immondizia
e ristorarci di ogni avvilimento
e che doni a tutti la gioia
dei mattini che sorgono, la gioia
alla terra di essere terra
e di fiorire ancora.
*
Note
1. www.costituenteterra.it/attualita-di-don-milani/

2. MATERIALI. DISPONIBILI ALCUNI MATERIALI PER LA MOBILITAZIONE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER. IL MOMENTO E' ORA: "FREE LEONARD PELTIER NOW"

Gentilissime e gentilissimi,
vi mettiamo a disposizione alcuni materiali che ci sembra possano essere particolarmente utili per la mobilitazione per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Sono materiali che abbiamo gia' piu' volte ripubblicato nel nostro notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" nel corso degli ultimi tre anni.
Ricordiamo che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier compie 79 anni, di cui 47 passati in prigione.
In queste settimane in tutto il mondo si intensificano le iniziative per chiedere al Presidente statunitense Biden di concedere finalmente la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Elenco dei materiali disponibili:
1. Alcune parole per Leonard Peltier (una sintesi del primo marzo 2022);
2. Una lettera ai parlamentari italiani del 23 aprile 2023 che contiene anche:
2.1. la dichiarazione del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli del 23 agosto 2021;
2.2. la risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999;
2.3. un estratto dal documento dell'Onu dell'8 aprile 2022;
2.4. la risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022;
2.5. l'appello di Amnesty International dell'aprile 2023;
3. Il comunicato "Dall'Onu, dal partito democratico statunitense unanime, dall'interno dello stesso Fbi tre importanti novita' che potrebbero decisivamente contribuire alla liberazione di Leonard Peltier" del 10 febbraio 2023 recante anche:
3.1. una proposta di lettera da inviare alla Casa Bianca (con le istruzioni per inviarla attraverso la pagina web dedicata: www.whitehouse.gov/contact/ );
4. Alcune delle innumerevoli adesioni italiane (estratto del 23 gennaio 2022).
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Chi fosse interessato a riceverli ed utilizzarli ce ne faccia richiesta e provvederemo tempestivamente (e gratuitamente, e' ovvio) all'invio per e-mail.
Per richieste scrivere all'indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com

3. REPETITA IUVANT. E' L'ORA DI ESERCITARE IL MASSIMO IMPEGNO PER RESTITUIRE LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER

Tra pochi giorni, il 12 settembre 2023, Leonard Peltier compira' 79 anni, la maggior parte dei quali passati in carcere, criminalmente ed assurdamente condannato per un delitto che non ha mai commesso.
Leonard Peltier e' l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
La sua liberazione e' stata richiesta da innumerevoli personalita' benemerite dell'umanita', tra cui numerosi Premi Nobel, figure come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta; e' stata richiesta da Amnesty International e dal Parlamento Europeo; e' stata richiesta da milioni di esseri umani, innumerevoli associazioni ed istituzioni, tra cui una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU.
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A tutte le persone di volonta' buona, a tutte le associazioni democratiche, a tutti i mezzi di comunicazione sociale, a tutte le istituzioni ordinate al bene comune dell'umanita' chiediamo di esercitare adesso il massimo impegno per persuadere il Presidente degli Stati Uniti d'America a concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Facciamo conoscere ovunque e a chiunque la figura e la vicenda di Leonard Peltier.
Scriviamo alla Casa Bianca - attraverso la pagina web www.whitehouse.gov/contact/ - per chiedere la liberazione di Leonard Peltier; un messaggio semplice e chiaro puo' essere il seguente: "Free Leonard Peltier".
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Facciamo sentire la voce dell'umanita'.
Giustizia e liberta' per Leonard Peltier.
Giustizia e liberta' per tutti gli esseri umani oppressi e perseguitati.
Giustizia e liberta' per l'umanita' intera.
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Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo in particolare i seguenti testi.
Innanzitutto l'autobiografia di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005).
Tra le opere su Leonard Peltier fondamentale e' il libro di Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994 - segnaliamo che l'edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti).
Un'agile introduzione e' il volumetto di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; contiene anche una silloge di scritti di Peltier e la riproduzione di alcune sue opere pittoriche.
Un buon lavoro recente e' il ponderoso volume di Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Particolarmente utile anche per la contestualizzazione e' l'ottima opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata (e segnaliamo che ognuna delle cento voci di cui si compone l'opera reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento).
Per chi volesse ulteriormente approfondire vi sono vari buoni libri in inglese, purtroppo non tradotti in italiano.
Sul processo: Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
E' di qualche utilita' anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004.
Un libro che occorre aver letto - col necessario discernimento, e' ovvio – e' Joseph H. Trimbach and John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009. Joseph H. Trimbach e' stato uno dei quadri dell'Fbi piu coinvolti nella repressione dell'Aim e nella persecuzione di Leonard Peltier.
Ed occorre aver letto anche i seguenti due libri: Ward Churchill & Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022, pp. XIV + XXVI + 510; e Ward Churchill & Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022, pp. LXXXVIII + 468.
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Nella rete telematica e' disponibile in italiano una sintetica esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".

4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]

3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/

5. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
*
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

6. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
*
E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
*
Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
*
A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

7. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

8. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

9. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

10. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI

Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 246 del 3 settembre 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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