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[Nonviolenza] Telegrammi. 4920
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4920
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Mon, 7 Aug 2023 14:39:58 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4920 dell'8 agosto 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Movimento Nonviolento: Ucraina: Il pacifismo non e' un crimine negli Stati democratici! Venga ritirata l'accusa contro Yurii Sheliazhenko
2. Mao Valpiana: "Amico di Putin". I servizi ucraini sfondano la porta del pacifista
3. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
4. Ancora un appello per la liberazione di Leonard Peltier
5. Una minima notizia su Leonard Peltier
6. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
7. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
8. Omero Dellistorti: L'associazione
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. L'ORA. MOVIMENTO NONVIOLENTO: UCRAINA: IL PACIFISMO NON E' UN CRIMINE NEGLI STATI DEMOCRATICI! VENGA RITIRATA L'CCUSA CONTRO YURII SHELIAZHENKO
[Dal sito di "Azione nonvilenta" riprendiamo e diffondiamo]
Sosteniamo la richiesta di EBCO di un incontro urgente con il Presidente dell'Ucraina a Kiev lunedi' 7 agosto 2023 per discutere le nostre preoccupazioni e raccomandazioni, anche nel quadro della campagna internazionale ObjectWarCampaign: Russia, Bielorussia, Ucraina: Protezione e asilo per i disertori e gli obiettori di coscienza al servizio militare.
L'Ufficio Europeo per l'Obiezione di Coscienza (EBCO), l'Internazionale dei Resistenti alla Guerra (WRI), l'International Fellowship of Reconciliation (IFOR) e la Connection e.V. (Germania) condannano fermamente il fatto che Yurii Sheliazhenko, segretario esecutivo del Movimento pacifista ucraino, sia stato formalmente accusato dal governo ucraino del reato di "giustificazione dell'aggressione russa" con la sola "prova" della Dichiarazione del Movimento pacifista ucraino, adottata durante la riunione della Giornata internazionale della pace del 21 settembre 2022, intitolata "Agenda di pace per l'Ucraina e il mondo". Per di piu', la dichiarazione condanna esplicitamente l'aggressione russa.
Siamo tutti sconvolti dal fatto che il Servizio di Sicurezza dell'Ucraina abbia fatto irruzione nell'appartamento di Yurii Sheliazhenko ieri, 3 agosto 2023, e abbia condotto un'operazione illegale di perquisizione e sequestro, non trovando nulla di criminale e portando via il suo telefono, il suo computer e alcuni documenti del Movimento Pacifista Ucraino. Protestiamo con forza per le molestie subite da Yurii Sheliazhenko, che e' stato convocato per un interrogatorio il 7, 8 e 9 agosto 2023.
Ricordiamo al governo ucraino che il pacifismo non e' un crimine negli Stati democratici. Chiediamo che l'accusa contro Yurii Sheliazhenko sia immediatamente ritirata e che i diritti umani siano pienamente protetti, compresi il diritto alla liberta' di espressione e il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare, che e' inerente al diritto alla liberta' di pensiero, coscienza e religione, garantito, tra l'altro, dall'articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, nonche' dall'articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), che e' inderogabile anche in un momento di emergenza pubblica, come stabilito dall'articolo 4(2) dell'ICCPR.
Yurii Sheliazhenko e' un noto obiettore di coscienza, pacifista, difensore dei diritti umani e avvocato. Condanniamo fermamente tutte le azioni di molestia e tutti i tentativi di intimidazione contro di lui e il Movimento Pacifista Ucraino, cosi' come tutti i casi di reclutamento forzato e persino di rapimento di coscritti negli eserciti coinvolti, e tutte le persecuzioni di obiettori di coscienza, disertori e manifestanti nonviolenti contro la guerra.
2. L'ORA. MAO VALPIANA: "AMICO DI PUTIN". I SERVIZI UCRAINI SFONDANO LA PORTA DEL PACIFISTA
[Dal sito di "Azione nonvilenta" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso su "Il manifesto" il 5 agosto 2023 con il titolo "Amico di Putin. I servizi ucraini sfondano la porta del pacifista"]
"No, non apro. Mostratemi il mandato. Chiamo la polizia e il mio avvocato".
Cosi', Yurii Sheliazenko, leader del Movimento Pacifista Ucraino, ha reagito all'irruzione nella sua casa dei servizi di sicurezza, che alle 7 di mattina del 3 agosto volevano entrare per una perquisizione. Lui non ha aperto, ha mandato subito un allarme in diretta sui social, ha registrato l'evento. Gli agenti dei servizi segreti hanno sfondato la porta e sono entrati. Hanno messo a soqquadro la piccola casa, nella periferia di Kiev, hanno sequestrato il computer e documenti cartacei; Yurii ha dovuto subire una perquisizione al limite della legalita' durante la quale gli hanno portato via con forza il cellulare Oikutel che aveva usato per registrare il rifiuto di identificazione da parte degli agenti. Dopo momenti concitati e un interrogatorio senza la presenza dell'avvocato, Yurii ha ricevuto dall'investigatore dell'SBU Novak un documento simile a una copia della sentenza del tribunale distrettuale di Pechersk del 5 luglio 2023, in cui, sulla base di congetture, si sostiene l'accusa che Yurii avrebbe pubblicamente appoggiato l'aggressione russa. Nel frattempo l'avvocato Oleg Veremiyenko ha raggiunto la casa di Yurii a perquisizione in corso. Uno dei documenti sequestrati e' l'Agenda per la pace in Ucraina e nel mondo che lo stesso Yurii aveva letto a Kyiv, davanti alla statua di Gandhi, il 2 ottobre scorso, durante la carovana di Pace Stop The War Now, promossa da Movimento Nonviolento, Un Ponte Per e Pax Christi.
Il Movimento Pacifista Ucraino, guidato da Yurii, sezione dell'Internazionale dei Resistenti alla Guerra (WRI) e dell'Ufficio Europeo per l'Obiezione di Coscienza (EBCO-BEOC), non ha mai avuto alcuna ambiguita' nel condannare la guerra, l'aggressione della Russia, l'espansione della Nato, e proporre soluzioni di pace, il cessate il fuoco, la via della diplomazia. Cosi' come Yurii ha fatto pubblicamente il 10 e 11 giugno, al Vertice dei popoli di Vienna dove ha ribadito il supporto agli obiettori di coscienza ucraini, russi e bielorussi insieme a un'ampia delegazione italiana della coalizione Europe for Peace.
"Condannando l'aggressione russa, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto un'immediata risoluzione pacifica del conflitto tra Russia e Ucraina - si legge nel documento incriminato - e ha sottolineato che le parti in conflitto devono rispettare i diritti umani e il diritto umanitario internazionale. Condividiamo questa posizione". Nella stessa Agenda viene portata avanti la tesi della resistenza nonviolenta contro l'invasione: "Prima o poi, le parti si siederanno al tavolo dei negoziati. E' sbagliato prendere le parti di uno qualsiasi degli eserciti in guerra, e' necessario stare dalla parte della pace e della giustizia".
Piu' volte Yurii ha ripetuto che la guerra di Putin e' senza dubbio malvagia, ma durante i sette anni prima dell'invasione russa in Ucraina, sia i russi che gli ucraini hanno violato l'accordo di cessare il fuoco in Donbass, in cui migliaia di persone sono state uccise: "Alcuni dicono che e' immorale smettere di armare l'Ucraina per l'autodifesa - ha dichiarato Yurii - ma io credo che sia immorale alimentare la guerra con la fornitura di armi. L'unica speranza di uscire dal circolo vizioso e' imparare a resistere agli aggressori e ai tiranni senza violenza, senza riprodurre i loro metodi e la loro follia militarista. Putin ha aggredito militarmente, ma noi non possiamo agire come se la difesa nonviolenta e la diplomazia non esistessero".
Il suo avvocato Oleg Verermiyenko ci fa sapere che qualsiasi aiuto in una situazione del genere e' benvenuto e in particolare sarebbero utili lettere di supporto che forniscano prove sul carattere e l'impegno nonviolento di Yurii. La sua persecuzione avviene in un momento generale di accanimento in Europa contro le posizioni pacifiste con un aumento dei casi legali seguiti dalla Campagna di Obiezione alla Guerra, come quello della pasionaria nonviolenta Olga Karatch che rischia di vedersi rifiutato l'asilo politico in Lituania.
3. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
*
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023
4. REPETITA IUVANT. ANCORA UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' in prigione, condannato a vita per un crimine che non ha commesso.
Che non abbia commesso il crimine per cui e' stato condannato e' da molti anni cosa notoria.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false.
Lo stesso pubblico ministero che lo fece condannare ha successivamente chiesto la sua liberazione.
E la sua liberazione hanno chiesto milioni di persone, tra cui personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, associazioni umanitarie come Amnesty International, istituzioni come il Parlamento Europeo, la commissione giuridica ad hoc dell'Onu.
Ma Leonard Peltier e' ancora detenuto in un carcere di massima sicurezza, anche se il mondo intero sa che e' un innocente perseguitato, sa che e' un eroe dell'umanita'.
Dal carcere Leonard Peltier ha continuato a lottare per il suo popolo, per l'umanita' intera, per la Madre Terra: con la testimonianza, con la poesia, con la pittura, con opere di bene.
Ora e' vecchio e gravemente malato. Il 12 settembre compira' 79 anni.
E' assurdo che sia ancora in carcere.
E' orribile che sia ancora in carcere.
E' uno scandalo e una vergogna per l'intera umanita' che sia ancora in carcere.
*
Ancora una volta chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni esperienza d'impegno per il bene comune, ad ogni umano istituto che voglia essere fedele al compito di difendere la vita, la dignita' e i diritti degli esseri umani, di far sentire la propria voce, di chiedere ancora una volta che Leonard Peltier sia liberato.
Chiediamo ad ogni persona senziente e pensante, ad ogni esperienza della societa' civile, ad ogni istituzione democratica, di esprimere pubblicamente la richiesta che sia liberato Leonard Peltier.
Chiediamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere che conceda finalmente la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Messaggi a tal fine possono essere inviati attraverso la pagina ad hoc del sito della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
*
Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo ancora una volta due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una sintetica esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
5. REPETITA IUVANT. UNA MINIMA NOTIZIA SU LEONARD PELTIER
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Una bibliografia essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
6. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
*
E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
*
Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
*
A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
7. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.
8. RACCONTI DELLA CITTA' INDOLENTE. OMERO DELLISTORTI: L'ASSOCIAZIONE
"E 'l frate: Io udi' gia' dire a Bologna
del diavol vizi assai, tra' quali udi'
ch'elli e' bugiardo, e padre di menzogna"
(Inf., XXIII, 142-144)
- Buongiorno.
- Buongiorno.
- Permette una parola?
- Se non e' un cosa lunga...
- Brevissima, direi.
- Allora...
- Ecco: le andrebbe di guadagnare qualche soldino senza nessuna fatica e in modo del tutto legale?
- Ed e' possibile?
- E' possibile si'.
- E come?
- Iscrivendosi alla nostra associazione, un'associazione tutta di persone perbene e senza fini di lucro, beninteso.
- Permette una domanda, diciamo cosi', preliminare?
- Prego.
- Perche' si rivolge a me? Io neppure la conosco.
- La verita'?
- Si', la verita'.
- per il suo portamento distinto e il suo abbigliamento civile.
- Civile?
- Si', lei ha la cravatta.
- E' vero.
- E tanto basta a qualificarla.
- A qualificarmi?
- Come persona perbene idonea alla bisogna.
- Alla bisogna?
- All'iscrizione alla nostra patriottica associazione che, come credo di averle gia' detto pocanzi, e' un'associazione di persone perbene e senza fini di lucro.
- Permette una domanda ancora?
- Certamente.
- Ha detto senza fini di lucro?
- Esatto.
- Pero' retribuite gli iscritti, se ho capito bene.
- Ha capito perfettamente.
- E, mi perdoni, che senso ha?
- In che senso che senso ha?
- E' un affare in pura perdita per l'associazione, no?
- Sul piano finanziario, intende?
- Si'.
- Su quel piano si', ma su un altro piano, di gran lunga piu' importante, no.
- E sarebbe?
- Il piano morale, e' ovvio.
- Mi scusi ma non mi e' chiaro.
- Un'associazione patriottica di persone perbene non le sembra una buona cosa?
- Si'.
- E per fare una cosa buona non vale la pena di fare un investimento?
- Si', ma se non vado errato mi risulta che si investe per ricavarne un guadagno.
- Un guadagno morale.
- Ah, un guadagno morale.
- Precisamente.
- Un guadagno morale per chi?
- Per la causa, naturalmente. Per il bene della causa.
- Si', ma quale causa?
- Non gliel'ho ancora detto?
- Mi sembra di no.
- Devo essermi distratto. Voglia scusarmi.
- Prego, prego.
- Bene, bene.
- E quindi, la causa?
- Non vorrebbe prima sapere a quanto ammonta l'emolumento?
- Se vuole.
- Cento euro a settimana.
- Per fare cosa?
- Solo per essere iscritto all'associazione, un'associazione patriottica di persone tutte perbene e, noti bene, senza fini di lucro.
- Si', questo mi e' chiaro.
- Perfetto. E le interessa?
- Potrebbe.
- Ovviamente il centone settimanale e' solo la base.
- La base?
- Il minimo garantito. Se poi un socio vuol fare qualcosina di piu'...
- Qualcosina di piu' rispetto a cosa?
- Ad essere socio e basta.
- Quindi si puo' fare qualcosa di piu'?
- Si puo' sempre fare qualcosa di piu'; si chiama progresso, no?
- Progresso?
- Progresso, carriera, avanzamento, scelga lei.
- E se si fa qualcosa di piu'...
- Aumenta la gratifica, va da se'.
- E cosi', tanto per dire, di quanto aumenta?
- Dipende da quel di piu', e' naturale. Piu' si fa e piu' si introita.
- Intende dire introitare...
- Denari, denari certo, cos'altro?
- Delll'ordine di grandezza...
- Dell'ordine di grandezza desiderato, piu' si fa e piu' si riceve.
- E cosa bisognerebbe fare?
- Niente di men che onesto, naturalmente. La nostra e' un'associazione...
- ... patriottica di brave eprsone e senza fini di lucro, dico bene?
- Magnificamente.
- Credo che la cosa potrebbe interessarmi.
- Lo dicevo che lei ha il giusto discernimento, si vede dalla correttezza e buon gusto dei suoi abiti.
- Grazie.
- Non c'e' di che.
- Diceva cento euro a settimana per l'iscrizione, vero?
- Esattamente.
- Non per essere pedanti, ma affinche' non ci siano equivoci: chi si iscrive all'associazione riceve, sottolineo: riceve, i cento euro settimanali, dico bene?
- Infallantemente.
- Come dice?
- Infallantemente, vuol dire sicuramente.
- Ah.
- E' solo un avverbio.
- Si', certo. Magari un po' desueto, no?
- In effetti si', un po' desueto.
- E da quando decorrerebbe...
- All'atto dell'iscrizione. All'atto dell'iscrizione cento euro nuovi di zecca.
- Nuovi di zecca? Saranno mica falsi?
- Ma no, no, e' solo un modo di dire. Sono soldi buoni.
- I soldi sono sempre buoni.
- Esatto, esatto. Lo sa? Siamo fatti per intenderci, glielo dico io.
- Immagino lei abbia un contratto in quella valigetta, no?
- Perspicacissimo.
- E immagino che si possa concludere anche subito, vero?
- Hic et nunc. E' latino, vuol dire qui e adesso.
- Si', lo so.
- Conosce il latino?
- Quel che si studiava a scuola quand'ero ragazzo.
- E magari ricorda anche qualche verso dell'Eneide?
- Si', come tutti...
- "Infandum regina iubes renovare dolorem", eh?
- Gia', e anche "Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris" e quel che segue.
- E "Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt", ricorda?
- Certo.
- Certo. Bei ricordi, vero?
- Bei ricordi. E questo contratto?
- Ah gia', quasi dimenticavo. Eccolo qua, in duplice copia, e basta una firmettina qui.
- E il conquibus?
- Come no, come no. Ecco qua il centone bello frusciante.
- Dove firmo?
- Qui, qui.
- Voila'. Serve altro?
- Nient'altro. Ecco la sua copia. Ora la lascio, e a ben rivederci.
- Un momento, scusi.
- Prego.
- Ma non sa neppure il mio indirizzo, come fa a mandarmi gli importi delle prossime settimane?
- Non si preoccupi, legga il contratto. E mi stia bene, eh? Mi stia bene, e tanti saluti.
- Ma dove va?
- Ho da fare, mi piacerebbe fermarmi a fare quattro chiacchiere, ma davvero non posso, il lavoro, sa...
- Ma, mi lascia cosi'? Io vorrei qualche altra informazione sui progressi di cui abbiamo parlato, le carriere, gli avanzamenti...
- E' tutto sul contratto, devo solo leggerlo.
- Certo, lo leggero' con attenzione.
- Lo legga, lo legga.
- Si', appena arrivo a casa.
- Guardi, lo legga subito, che forse non avra' il tempo di arrivarci a casa.
- Come dice?
- Che farebbe bene ad affrettarsi a leggere.
- Perche'?
- Sa, potrebbero anche arrivare prima di quanto lei si aspetta.
- Arrivare chi?
- Come chi? Gli incaricati.
- Gli incaricati di che?
- Di strapparle l'anima che lei ci ha appena venduto, no?
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- In viaggio con Philippe Daverio, La Puglia e i linguaggi decorativi del Trecento, Rcs, Milano 2023, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Vittorio Foa, Lettere della giovinezza. Dal carcere 1935-1943, Einaudi, Torino 1998, pp. XXXVIII + 1144.
- Vittorio Foa, Lavori in corso 1943-1946, Einaudi, Torino 1999, pp. XXVIII + 130.
*
Gialli
- Massimo Carlotto, Il francese, Mondadori, Milano 2022, Gedi, Torino 2023, pp. 192, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Giancarlo De Cataldo, La Svedese, Einaudi, Torino 2022, Gedi, Torino 2023, pp. 240, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Gabriella Genisi, Terrarossa, Marsilio, Venezia 2022, Gedi, Torino 2023, pp. 220, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4920 dell'8 agosto 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 4920 dell'8 agosto 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Movimento Nonviolento: Ucraina: Il pacifismo non e' un crimine negli Stati democratici! Venga ritirata l'accusa contro Yurii Sheliazhenko
2. Mao Valpiana: "Amico di Putin". I servizi ucraini sfondano la porta del pacifista
3. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
4. Ancora un appello per la liberazione di Leonard Peltier
5. Una minima notizia su Leonard Peltier
6. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
7. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
8. Omero Dellistorti: L'associazione
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'
1. L'ORA. MOVIMENTO NONVIOLENTO: UCRAINA: IL PACIFISMO NON E' UN CRIMINE NEGLI STATI DEMOCRATICI! VENGA RITIRATA L'CCUSA CONTRO YURII SHELIAZHENKO
[Dal sito di "Azione nonvilenta" riprendiamo e diffondiamo]
Sosteniamo la richiesta di EBCO di un incontro urgente con il Presidente dell'Ucraina a Kiev lunedi' 7 agosto 2023 per discutere le nostre preoccupazioni e raccomandazioni, anche nel quadro della campagna internazionale ObjectWarCampaign: Russia, Bielorussia, Ucraina: Protezione e asilo per i disertori e gli obiettori di coscienza al servizio militare.
L'Ufficio Europeo per l'Obiezione di Coscienza (EBCO), l'Internazionale dei Resistenti alla Guerra (WRI), l'International Fellowship of Reconciliation (IFOR) e la Connection e.V. (Germania) condannano fermamente il fatto che Yurii Sheliazhenko, segretario esecutivo del Movimento pacifista ucraino, sia stato formalmente accusato dal governo ucraino del reato di "giustificazione dell'aggressione russa" con la sola "prova" della Dichiarazione del Movimento pacifista ucraino, adottata durante la riunione della Giornata internazionale della pace del 21 settembre 2022, intitolata "Agenda di pace per l'Ucraina e il mondo". Per di piu', la dichiarazione condanna esplicitamente l'aggressione russa.
Siamo tutti sconvolti dal fatto che il Servizio di Sicurezza dell'Ucraina abbia fatto irruzione nell'appartamento di Yurii Sheliazhenko ieri, 3 agosto 2023, e abbia condotto un'operazione illegale di perquisizione e sequestro, non trovando nulla di criminale e portando via il suo telefono, il suo computer e alcuni documenti del Movimento Pacifista Ucraino. Protestiamo con forza per le molestie subite da Yurii Sheliazhenko, che e' stato convocato per un interrogatorio il 7, 8 e 9 agosto 2023.
Ricordiamo al governo ucraino che il pacifismo non e' un crimine negli Stati democratici. Chiediamo che l'accusa contro Yurii Sheliazhenko sia immediatamente ritirata e che i diritti umani siano pienamente protetti, compresi il diritto alla liberta' di espressione e il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare, che e' inerente al diritto alla liberta' di pensiero, coscienza e religione, garantito, tra l'altro, dall'articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, nonche' dall'articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), che e' inderogabile anche in un momento di emergenza pubblica, come stabilito dall'articolo 4(2) dell'ICCPR.
Yurii Sheliazhenko e' un noto obiettore di coscienza, pacifista, difensore dei diritti umani e avvocato. Condanniamo fermamente tutte le azioni di molestia e tutti i tentativi di intimidazione contro di lui e il Movimento Pacifista Ucraino, cosi' come tutti i casi di reclutamento forzato e persino di rapimento di coscritti negli eserciti coinvolti, e tutte le persecuzioni di obiettori di coscienza, disertori e manifestanti nonviolenti contro la guerra.
2. L'ORA. MAO VALPIANA: "AMICO DI PUTIN". I SERVIZI UCRAINI SFONDANO LA PORTA DEL PACIFISTA
[Dal sito di "Azione nonvilenta" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso su "Il manifesto" il 5 agosto 2023 con il titolo "Amico di Putin. I servizi ucraini sfondano la porta del pacifista"]
"No, non apro. Mostratemi il mandato. Chiamo la polizia e il mio avvocato".
Cosi', Yurii Sheliazenko, leader del Movimento Pacifista Ucraino, ha reagito all'irruzione nella sua casa dei servizi di sicurezza, che alle 7 di mattina del 3 agosto volevano entrare per una perquisizione. Lui non ha aperto, ha mandato subito un allarme in diretta sui social, ha registrato l'evento. Gli agenti dei servizi segreti hanno sfondato la porta e sono entrati. Hanno messo a soqquadro la piccola casa, nella periferia di Kiev, hanno sequestrato il computer e documenti cartacei; Yurii ha dovuto subire una perquisizione al limite della legalita' durante la quale gli hanno portato via con forza il cellulare Oikutel che aveva usato per registrare il rifiuto di identificazione da parte degli agenti. Dopo momenti concitati e un interrogatorio senza la presenza dell'avvocato, Yurii ha ricevuto dall'investigatore dell'SBU Novak un documento simile a una copia della sentenza del tribunale distrettuale di Pechersk del 5 luglio 2023, in cui, sulla base di congetture, si sostiene l'accusa che Yurii avrebbe pubblicamente appoggiato l'aggressione russa. Nel frattempo l'avvocato Oleg Veremiyenko ha raggiunto la casa di Yurii a perquisizione in corso. Uno dei documenti sequestrati e' l'Agenda per la pace in Ucraina e nel mondo che lo stesso Yurii aveva letto a Kyiv, davanti alla statua di Gandhi, il 2 ottobre scorso, durante la carovana di Pace Stop The War Now, promossa da Movimento Nonviolento, Un Ponte Per e Pax Christi.
Il Movimento Pacifista Ucraino, guidato da Yurii, sezione dell'Internazionale dei Resistenti alla Guerra (WRI) e dell'Ufficio Europeo per l'Obiezione di Coscienza (EBCO-BEOC), non ha mai avuto alcuna ambiguita' nel condannare la guerra, l'aggressione della Russia, l'espansione della Nato, e proporre soluzioni di pace, il cessate il fuoco, la via della diplomazia. Cosi' come Yurii ha fatto pubblicamente il 10 e 11 giugno, al Vertice dei popoli di Vienna dove ha ribadito il supporto agli obiettori di coscienza ucraini, russi e bielorussi insieme a un'ampia delegazione italiana della coalizione Europe for Peace.
"Condannando l'aggressione russa, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto un'immediata risoluzione pacifica del conflitto tra Russia e Ucraina - si legge nel documento incriminato - e ha sottolineato che le parti in conflitto devono rispettare i diritti umani e il diritto umanitario internazionale. Condividiamo questa posizione". Nella stessa Agenda viene portata avanti la tesi della resistenza nonviolenta contro l'invasione: "Prima o poi, le parti si siederanno al tavolo dei negoziati. E' sbagliato prendere le parti di uno qualsiasi degli eserciti in guerra, e' necessario stare dalla parte della pace e della giustizia".
Piu' volte Yurii ha ripetuto che la guerra di Putin e' senza dubbio malvagia, ma durante i sette anni prima dell'invasione russa in Ucraina, sia i russi che gli ucraini hanno violato l'accordo di cessare il fuoco in Donbass, in cui migliaia di persone sono state uccise: "Alcuni dicono che e' immorale smettere di armare l'Ucraina per l'autodifesa - ha dichiarato Yurii - ma io credo che sia immorale alimentare la guerra con la fornitura di armi. L'unica speranza di uscire dal circolo vizioso e' imparare a resistere agli aggressori e ai tiranni senza violenza, senza riprodurre i loro metodi e la loro follia militarista. Putin ha aggredito militarmente, ma noi non possiamo agire come se la difesa nonviolenta e la diplomazia non esistessero".
Il suo avvocato Oleg Verermiyenko ci fa sapere che qualsiasi aiuto in una situazione del genere e' benvenuto e in particolare sarebbero utili lettere di supporto che forniscano prove sul carattere e l'impegno nonviolento di Yurii. La sua persecuzione avviene in un momento generale di accanimento in Europa contro le posizioni pacifiste con un aumento dei casi legali seguiti dalla Campagna di Obiezione alla Guerra, come quello della pasionaria nonviolenta Olga Karatch che rischia di vedersi rifiutato l'asilo politico in Lituania.
3. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
*
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023
4. REPETITA IUVANT. ANCORA UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' in prigione, condannato a vita per un crimine che non ha commesso.
Che non abbia commesso il crimine per cui e' stato condannato e' da molti anni cosa notoria.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false.
Lo stesso pubblico ministero che lo fece condannare ha successivamente chiesto la sua liberazione.
E la sua liberazione hanno chiesto milioni di persone, tra cui personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, associazioni umanitarie come Amnesty International, istituzioni come il Parlamento Europeo, la commissione giuridica ad hoc dell'Onu.
Ma Leonard Peltier e' ancora detenuto in un carcere di massima sicurezza, anche se il mondo intero sa che e' un innocente perseguitato, sa che e' un eroe dell'umanita'.
Dal carcere Leonard Peltier ha continuato a lottare per il suo popolo, per l'umanita' intera, per la Madre Terra: con la testimonianza, con la poesia, con la pittura, con opere di bene.
Ora e' vecchio e gravemente malato. Il 12 settembre compira' 79 anni.
E' assurdo che sia ancora in carcere.
E' orribile che sia ancora in carcere.
E' uno scandalo e una vergogna per l'intera umanita' che sia ancora in carcere.
*
Ancora una volta chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni esperienza d'impegno per il bene comune, ad ogni umano istituto che voglia essere fedele al compito di difendere la vita, la dignita' e i diritti degli esseri umani, di far sentire la propria voce, di chiedere ancora una volta che Leonard Peltier sia liberato.
Chiediamo ad ogni persona senziente e pensante, ad ogni esperienza della societa' civile, ad ogni istituzione democratica, di esprimere pubblicamente la richiesta che sia liberato Leonard Peltier.
Chiediamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere che conceda finalmente la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Messaggi a tal fine possono essere inviati attraverso la pagina ad hoc del sito della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
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Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo ancora una volta due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una sintetica esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
5. REPETITA IUVANT. UNA MINIMA NOTIZIA SU LEONARD PELTIER
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Una bibliografia essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
6. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
7. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.
8. RACCONTI DELLA CITTA' INDOLENTE. OMERO DELLISTORTI: L'ASSOCIAZIONE
"E 'l frate: Io udi' gia' dire a Bologna
del diavol vizi assai, tra' quali udi'
ch'elli e' bugiardo, e padre di menzogna"
(Inf., XXIII, 142-144)
- Buongiorno.
- Buongiorno.
- Permette una parola?
- Se non e' un cosa lunga...
- Brevissima, direi.
- Allora...
- Ecco: le andrebbe di guadagnare qualche soldino senza nessuna fatica e in modo del tutto legale?
- Ed e' possibile?
- E' possibile si'.
- E come?
- Iscrivendosi alla nostra associazione, un'associazione tutta di persone perbene e senza fini di lucro, beninteso.
- Permette una domanda, diciamo cosi', preliminare?
- Prego.
- Perche' si rivolge a me? Io neppure la conosco.
- La verita'?
- Si', la verita'.
- per il suo portamento distinto e il suo abbigliamento civile.
- Civile?
- Si', lei ha la cravatta.
- E' vero.
- E tanto basta a qualificarla.
- A qualificarmi?
- Come persona perbene idonea alla bisogna.
- Alla bisogna?
- All'iscrizione alla nostra patriottica associazione che, come credo di averle gia' detto pocanzi, e' un'associazione di persone perbene e senza fini di lucro.
- Permette una domanda ancora?
- Certamente.
- Ha detto senza fini di lucro?
- Esatto.
- Pero' retribuite gli iscritti, se ho capito bene.
- Ha capito perfettamente.
- E, mi perdoni, che senso ha?
- In che senso che senso ha?
- E' un affare in pura perdita per l'associazione, no?
- Sul piano finanziario, intende?
- Si'.
- Su quel piano si', ma su un altro piano, di gran lunga piu' importante, no.
- E sarebbe?
- Il piano morale, e' ovvio.
- Mi scusi ma non mi e' chiaro.
- Un'associazione patriottica di persone perbene non le sembra una buona cosa?
- Si'.
- E per fare una cosa buona non vale la pena di fare un investimento?
- Si', ma se non vado errato mi risulta che si investe per ricavarne un guadagno.
- Un guadagno morale.
- Ah, un guadagno morale.
- Precisamente.
- Un guadagno morale per chi?
- Per la causa, naturalmente. Per il bene della causa.
- Si', ma quale causa?
- Non gliel'ho ancora detto?
- Mi sembra di no.
- Devo essermi distratto. Voglia scusarmi.
- Prego, prego.
- Bene, bene.
- E quindi, la causa?
- Non vorrebbe prima sapere a quanto ammonta l'emolumento?
- Se vuole.
- Cento euro a settimana.
- Per fare cosa?
- Solo per essere iscritto all'associazione, un'associazione patriottica di persone tutte perbene e, noti bene, senza fini di lucro.
- Si', questo mi e' chiaro.
- Perfetto. E le interessa?
- Potrebbe.
- Ovviamente il centone settimanale e' solo la base.
- La base?
- Il minimo garantito. Se poi un socio vuol fare qualcosina di piu'...
- Qualcosina di piu' rispetto a cosa?
- Ad essere socio e basta.
- Quindi si puo' fare qualcosa di piu'?
- Si puo' sempre fare qualcosa di piu'; si chiama progresso, no?
- Progresso?
- Progresso, carriera, avanzamento, scelga lei.
- E se si fa qualcosa di piu'...
- Aumenta la gratifica, va da se'.
- E cosi', tanto per dire, di quanto aumenta?
- Dipende da quel di piu', e' naturale. Piu' si fa e piu' si introita.
- Intende dire introitare...
- Denari, denari certo, cos'altro?
- Delll'ordine di grandezza...
- Dell'ordine di grandezza desiderato, piu' si fa e piu' si riceve.
- E cosa bisognerebbe fare?
- Niente di men che onesto, naturalmente. La nostra e' un'associazione...
- ... patriottica di brave eprsone e senza fini di lucro, dico bene?
- Magnificamente.
- Credo che la cosa potrebbe interessarmi.
- Lo dicevo che lei ha il giusto discernimento, si vede dalla correttezza e buon gusto dei suoi abiti.
- Grazie.
- Non c'e' di che.
- Diceva cento euro a settimana per l'iscrizione, vero?
- Esattamente.
- Non per essere pedanti, ma affinche' non ci siano equivoci: chi si iscrive all'associazione riceve, sottolineo: riceve, i cento euro settimanali, dico bene?
- Infallantemente.
- Come dice?
- Infallantemente, vuol dire sicuramente.
- Ah.
- E' solo un avverbio.
- Si', certo. Magari un po' desueto, no?
- In effetti si', un po' desueto.
- E da quando decorrerebbe...
- All'atto dell'iscrizione. All'atto dell'iscrizione cento euro nuovi di zecca.
- Nuovi di zecca? Saranno mica falsi?
- Ma no, no, e' solo un modo di dire. Sono soldi buoni.
- I soldi sono sempre buoni.
- Esatto, esatto. Lo sa? Siamo fatti per intenderci, glielo dico io.
- Immagino lei abbia un contratto in quella valigetta, no?
- Perspicacissimo.
- E immagino che si possa concludere anche subito, vero?
- Hic et nunc. E' latino, vuol dire qui e adesso.
- Si', lo so.
- Conosce il latino?
- Quel che si studiava a scuola quand'ero ragazzo.
- E magari ricorda anche qualche verso dell'Eneide?
- Si', come tutti...
- "Infandum regina iubes renovare dolorem", eh?
- Gia', e anche "Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris" e quel che segue.
- E "Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt", ricorda?
- Certo.
- Certo. Bei ricordi, vero?
- Bei ricordi. E questo contratto?
- Ah gia', quasi dimenticavo. Eccolo qua, in duplice copia, e basta una firmettina qui.
- E il conquibus?
- Come no, come no. Ecco qua il centone bello frusciante.
- Dove firmo?
- Qui, qui.
- Voila'. Serve altro?
- Nient'altro. Ecco la sua copia. Ora la lascio, e a ben rivederci.
- Un momento, scusi.
- Prego.
- Ma non sa neppure il mio indirizzo, come fa a mandarmi gli importi delle prossime settimane?
- Non si preoccupi, legga il contratto. E mi stia bene, eh? Mi stia bene, e tanti saluti.
- Ma dove va?
- Ho da fare, mi piacerebbe fermarmi a fare quattro chiacchiere, ma davvero non posso, il lavoro, sa...
- Ma, mi lascia cosi'? Io vorrei qualche altra informazione sui progressi di cui abbiamo parlato, le carriere, gli avanzamenti...
- E' tutto sul contratto, devo solo leggerlo.
- Certo, lo leggero' con attenzione.
- Lo legga, lo legga.
- Si', appena arrivo a casa.
- Guardi, lo legga subito, che forse non avra' il tempo di arrivarci a casa.
- Come dice?
- Che farebbe bene ad affrettarsi a leggere.
- Perche'?
- Sa, potrebbero anche arrivare prima di quanto lei si aspetta.
- Arrivare chi?
- Come chi? Gli incaricati.
- Gli incaricati di che?
- Di strapparle l'anima che lei ci ha appena venduto, no?
9. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- In viaggio con Philippe Daverio, La Puglia e i linguaggi decorativi del Trecento, Rcs, Milano 2023, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Vittorio Foa, Lettere della giovinezza. Dal carcere 1935-1943, Einaudi, Torino 1998, pp. XXXVIII + 1144.
- Vittorio Foa, Lavori in corso 1943-1946, Einaudi, Torino 1999, pp. XXVIII + 130.
*
Gialli
- Massimo Carlotto, Il francese, Mondadori, Milano 2022, Gedi, Torino 2023, pp. 192, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Giancarlo De Cataldo, La Svedese, Einaudi, Torino 2022, Gedi, Torino 2023, pp. 240, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Gabriella Genisi, Terrarossa, Marsilio, Venezia 2022, Gedi, Torino 2023, pp. 220, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4920 dell'8 agosto 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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