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[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 218
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 218
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sun, 6 Aug 2023 06:27:51 +0200
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 218 del 6 agosto 2023
In questo numero:
1. Nell'anniversario della bomba di Hiroshima un appello: insorgano nonviolentemente tutti i popoli del mondo contro tutte le guerre e tutte le stragi
2. Fermare la guerra, salvare l'umanita' e l'intero mondo vivente
3. Con la legge, contro la guerra
4. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
5. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
6. Ancora un appello per la liberazione di Leonard Peltier
7. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
8. Alcuni riferimenti utili
9. Tre tesi
10. Ripetiamo ancora una volta...
11. Giovanna Branca: Ritiro dall'Afghanistan, le colpe di Biden e Trump
12. Francesca Luci: Sempre piu' donne senza velo, in Iran torna la polizia morale
13. Ester Nemo: Cinque rifugiati subsahariani trovati senza vita al confine tra Tunisia e Libia
1. REPETITA IUVANT. NELL'ANNIVERSARIO DELLA BOMBA DI HIROSHIMA UN APPELLO: INSORGANO NONVIOLENTEMENTE TUTTI I POPOLI DEL MONDO CONTRO TUTTE LE GUERRE E TUTTE LE STRAGI
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi.
Abolire le guerre.
Abolire gli eserciti.
Abolire le armi.
*
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Condividere fra tutti gli esseri umani tutto il bene e tutti i beni.
Fare della nonviolenza il fondamento di tutte le relazioni politiche, sociali, personali.
Prendersi cura tutte e tutti di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
*
Salvare le vite e' il primo dovere.
La nonviolenza e' in cammino.
La nonviolenza e' il cammino.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nell'impegno comune per la comune salvezza.
2. L'ORA. FERMARE LA GUERRA, SALVARE L'UMANITA' E L'INTERO MONDO VIVENTE
Governi scellerati e impazziti stanno precipitando il mondo verso una guerra atomica da cui nessuno si salvera'.
Occorre che insorgano nonviolentemente i popoli, per fermare la guerra e salvare l'umanita' e l'intero mondo vivente.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe gia' in corso.
Solo la nonviolenza invera l'umanita' dell'umanita'.
3. REPETITA IUVANT. CON LA LEGGE, CONTRO LA GUERRA
Se la legge e' la difesa del debole dall'abuso del forte, la prima di tutte le leggi e' quella che dice "non uccidere".
La guerra, che sull'uccidere si fonda, che dell'uccidere consiste, che all'uccidere e' sempre intesa, e' quindi con tutta evidenza l'antilegge, l'illegalita' assoluta, il delitto supremo.
La legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica italiana, e' di una chiarezza indiscutibile: il suo articolo 11, culmine dei principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico, si apre con queste secche ed inequivocabili parole: "L'Italia ripudia la guerra".
*
Se quindi in Italia un governo appoggia una guerra, arma una guerra, fa partecipare il paese a una guerra, ebbene, quel governo e' fuorilegge.
Il governo attuale, che appoggia la guerra in corso in Ucraina, che arma la guerra in corso in Ucraina, che fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina, e' fuorilegge, e' criminale, ed e' reo di aver violato la Costituzione cui pure aveva giurato fedelta' all'atto di assumere il suo incarico.
Questo governo deve essere fermato. Questo crimine deve cessare. Sia ripristinata la legalita' che salva le vite e non le sopprime.
E' questo il significato dell'esposto che abbiamo presentato alla magistratura: chiediamo che si torni alla legalita' costituzionale che ripudia la guerra; chiediamo che cessi la complicita' italiana con la guerra e le stragi di cui essa sempre e solo consiste; chiediamo che si dimetta il governo ebbro e scellerato che ha trascinato il nostro paese in un crimine immane; chiediamo che i governanti folli e sciagurati che hanno violato la Costituzione e si sono prostituiti al male assoluto della guerra ne rispondano nelle competenti aule di giustizia.
*
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
*
Di seguito il testo integrale del nostro esposto del primo agosto 2023.
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti.
4. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
5. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.
6. REPETITA IUVANT. ANCORA UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' in prigione, condannato a vita per un crimine che non ha commesso.
Che non abbia commesso il crimine per cui e' stato condannato e' da molti anni cosa notoria.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false.
Lo stesso pubblico ministero che lo fece condannare ha successivamente chiesto la sua liberazione.
E la sua liberazione hanno chiesto milioni di persone, tra cui personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, associazioni umanitarie come Amnesty International, istituzioni come il Parlamento Europeo, la commissione giuridica ad hoc dell'Onu.
Ma Leonard Peltier e' ancora detenuto in un carcere di massima sicurezza, anche se il mondo intero sa che e' un innocente perseguitato, sa che e' un eroe dell'umanita'.
Dal carcere Leonard Peltier ha continuato a lottare per il suo popolo, per l'umanita' intera, per la Madre Terra: con la testimonianza, con la poesia, con la pittura, con opere di bene.
Ora e' vecchio e gravemente malato. Il 12 settembre compira' 79 anni.
E' assurdo che sia ancora in carcere.
E' orribile che sia ancora in carcere.
E' uno scandalo e una vergogna per l'intera umanita' che sia ancora in carcere.
*
Ancora una volta chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni esperienza d'impegno per il bene comune, ad ogni umano istituto che voglia essere fedele al compito di difendere la vita, la dignita' e i diritti degli esseri umani, di far sentire la propria voce, di chiedere ancora una volta che Leonard Peltier sia liberato.
Chiediamo ad ogni persona senziente e pensante, ad ogni esperienza della societa' civile, ad ogni istituzione democratica, di esprimere pubblicamente la richiesta che sia liberato Leonard Peltier.
Chiediamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere che conceda finalmente la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Messaggi a tal fine possono essere inviati attraverso la pagina ad hoc del sito della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
*
Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo ancora una volta due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una sintetica esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
7. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
8. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
9. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
11. AFGHANISTAN. GIOVANNA BRANCA: RITIRO DALL'AFGHANISTAN, LE COLPE DI BIDEN E TRUMP
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 2 luglio 2023 col titolo "Ritiro dall'Afghanistan, le colpe di Biden e Trump" e il sommario "Stati Uniti. Lo studio del dipartimento di Stato. Ignorata la sorte degli afghani che avevano collaborato con il governo Usa"]
"Le decisioni sia del presidente Trump che del presidente Biden per porre fine alla missione militare statunitense in Afghanistan hanno avuto serie conseguenze sulla possibilita' di sopravvivenza del governo afghano e della sua sicurezza". Con queste parole si aprono le valutazioni di uno studio del dipartimento di Stato Usa sul disastroso ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan nell'agosto 2021.
L'analisi, lunga 85 pagine ma di cui solo 24 sono accessibili - il resto rimane classificato - e' stata resa pubblica venerdi' ma esisteva gia' da mesi, tanto da essere confluita in parte in un report pubblicato dalla Casa Bianca lo scorso aprile sullo stesso argomento. Il report del governo, pero', non includeva le conclusioni piu' critiche raggiunte dal dipartimento di Stato sull'operato dell'amministrazione Biden - e perfino sullo stesso Antony Blinken, che non viene mai nominato - mentre addossava tutta la colpa a Trump, che nel febbraio 2020 a Doha aveva firmato con i Talebani l'accordo a lasciare il Paese entro il maggio dell'anno successivo.
Dopo quella decisione, si legge nel documento, l'amministrazione dell'ex presidente repubblicano non e' stata in grado o non si e' occupata di pianificare il ritiro dopo 20 anni di occupazione: "Restavano senza risposta questioni cruciali su come gli Stati Uniti avrebbero rispettato la scadenza di maggio 2021 per un pieno ritiro militare", e su come mantenere "una presenza diplomatica a Kabul". E quel che e' peggio l'amministrazione Trump non ha gestito la lunga lista di richieste arretrate "per il programma Siv (Special Immigrant Visa)", con il quale veniva garantito l'accesso al Paese ai cittadini afghani che avevano collaborato con il governo statunitense. "Cosa ne sarebbe stato di loro", oltre che di "altri afghani a rischio", era una domanda destinata a restare senza risposta anche con l'insediamento, di li' a poco, dell'amministrazione Biden.
Secondo il report del dipartimento di Stato, la principale responsabilita' del nuovo governo democratico e' stata "l'insufficiente considerazione - condivisa con l'amministrazione precedente - degli scenari peggiori", come quello che effettivamente si e' realizzato con il collasso repentino del governo Ghani (fuggito all'estero), l'inarrestabile avanzata talebana su Kabul e la presa d'assalto dell'aeroporto per fuggire da un destino ormai segnato.
I funzionariI di Biden sono poi stati carenti nel coordinamento della risposta all'emergenza, assecondando fino all'ultimo le previsioni secondo le quali "il governo afghano e le sue forze armate avrebbero potuto difendere la citta' per settimane, se non per mesi". Quanto queste valutazioni fossero sbagliate si sarebbe visto prestissimo, ma l'errore degli ufficiali di Biden non nasceva certo dall'ingenuita': "La preparazione e pianificazione della crisi sono state parzialmente inibite dalla preoccupazione per i segnali impliciti in delle manovre che avrebbero potuto suggerire una perdita di fiducia degli Usa nei confronti del governo afghano, contribuendo in questo modo al suo collasso".
12. IRAN. FRANCESCA LUCI: SEMPRE PIU' DONNE SENZA VELO, IN IRAN TORNA LA POLIZIA MORALE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 luglio 2023 col titolo "Sempre piu' donne senza velo, in Iran torna la polizia morale" e il sommario "La legge degli ayyatollah. Nuova stretta nelle strade per chi non segue la regola dell'hijab. Governo irriso sui social. Per l'ex presidente riformista Khatami "procedure errate, il paese sofferente s'infiammera'""]
Comincia un altro round tra le donne iraniane e il regime teocratico per la conquista dei diritti civili e individuali. Torna in strada la polizia morale della Repubblica Islamica per perseguire le donne e le ragazze che non rispettano il codice di abbigliamento islamico che richiede loro di coprirsi i capelli e indossare abiti larghi. Saeid Montazer al Mahdi, portavoce delle forze dell'ordine, ha detto che "la polizia con l'istituzione di pattuglie si occupera' di coloro che incuranti delle conseguenze continuano a vestirsi fuori dalla norma. Le donne saranno avvertite di seguire le regole dell'hijab. In caso di disobbedienza, verranno denunciate al sistema giudiziario".
Dieci mesi fa la morte di Mahsa Amini, fermata per avere indossato un hijab improprio sotto custodia della polizia, aveva scatenato le proteste in tutto il Pease. Donne e ragazze hanno tagliato i loro capelli e bruciato il velo sventolandolo in aria, in segno di protesta, durante le manifestazioni anti-regime.
Molti iraniani hanno espresso indignazione e protestato contro la polizia morale e l'establishment clericale. Dopo la pesante repressione in cui piu' di 500 manifestanti sono stati uccisi e oltre 20.000 arrestati, le proteste si sono in gran parte placate all'inizio di quest'anno.
Tuttavia molte donne hanno continuato a non rispettare il codice di abbigliamento ufficiale e molte hanno smesso del tutto di coprirsi i capelli in pubblico, soprattutto nella capitale, Teheran, e in altre citta'. Dall'inizio delle ribellioni, settembre 2022, la polizia morale e' stata vista di rado pattugliare le strade, ci sono state persino alcune segnalazioni - poi smentite - che fosse stata sciolta.
Le autorita' hanno utilizzato altre misure coercitive, dall'intimidazione via sms, alla negazione dei dritti civili, alla installazione di telecamere di sorveglianza per identificare coloro che non indossavano il velo, alla chiusura delle attivita' commerciali che tolleravano le donne senza il velo. Tuttavia tutto e' stato accolto con derisione sui social media e aperta sfida per le strade.
I raduni in difesaa del codice di abbigliamento islamico ordinato da varie organizzazioni religiose, centinaia di discorsi nelle moschee, nelle occasioni ufficiali e nei talkshow televisivi non sono serviti a nulla. Ogni giorno aumenta, inarrestabile, il numero delle donne senza velo in pubblico.
Cio' irrita i conservatori che da tempo premono su governo e parlamento per affrontare la situazione in maniera piu' decisa. Giace in parlamento la proposta di una nuova legge che dovrebbe regolare l'abbigliamento delle donne in pubblico e le punizioni in caso di trasgressione. La proposta negli ultimi mesi e' stata intensamente discussa fuori dell'aula in un aspro braccio di ferro tra varie anime del regime. Una punizione lieve portera' di fatto all'abolizione della norma considerando il numero crescente di chi trasgredisce. D'altra parte non sembra che la maggioranza della popolazione potrebbe sopportare piu' l'arresto delle donne senza velo o le pene pesanti.
In attesa della nuova legge le istituzioni proposte al controllo sono rimaste per lo piu' immobili. Cosi' e' cresciuto in modo esponenziale il numero delle donne e delle ragazze che scelgono di non coprirsi la testa in pubblico. In una riunione straordinaria, il presidente Raisi ha chiesto a varie istituzioni, tra cui ministero dell'Interno, ministero dell'Orientamento, magistratura e forze di polizia, di non aspettare la nuova legge e di adempiere al loro compito legale di contrastare il fenomeno.
Cosi' e' cominciata l'offensiva del regime contro i disobbedienti. Sono tornate le pattuglie di controllo in molte citta'. Il comandante del Corpo delle guardie della rivoluzione Hossein Salami ha annunciato l'attivazione di 60mila basi islamiche nei quartieri residenziali. "Quando l'Islam mostrera' i suoi valori nei quartieri, l'hijab e la castita' fioriranno e le nostre donne influenzate dalla propaganda del nemico apriranno gli occhi e si pentiranno", ha sottolineato Salami.
Mohammad Khatami, l'ex presidente riformista, ha ammonito: "Se queste procedure sbagliate continuano, la nostra societa' sofferente si infiammera' piu' di prima".
13. TUNISIA. ESTER NEMO: CINQUE RIFUGIATI SUBSAHARIANI TROVATI SENZA VITA AL CONFINE TRA TUNISIA E LIBIA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 26 luglio 2023 col titolo "Cinque rifugiati subsahariani trovati senza vita al confine tra Tunisia e Libia" e il sommario "Nord Africa. Nel deserto si continua a morire. Appena due giorni fa il "patto di Roma". Intanto, a due anni dal golpe di Saied, a Tunisi si protesta"]
Non poteva succedere altrimenti, che altri migranti subsahariani venissero trovati senza vita al confine tra Tunisia e Libia, a pochi giorni dalla foto di una donna e sua figlia adolescente uccise dal caldo, la sete, le politiche di espulsione del governo tunisino e l'esternalizzazione europea delle frontiere.
Le agenzie hanno iniziato a rimbalzare la notizia nella notte tra lunedi' e martedi': cinque migranti subsahariani morti al confine libico-tunisino, individuati dalla guardia di frontiera di Tripoli. Lo ha reso noto il ministero degli interni tripolino (parte del governo libico riconosciuto dall'Onu), mentre sulla propria pagina Facebook il corpo militare di frontiera pubblicava il video dei migranti trovati senza vita.
Nel video una delle guardie si lancia in accuse a Tunisi, responsabile - dice - dell'espulsione di massa di subsahariani nel deserto, con temperature che superano i 50 gradi. Come se in Libia i rifugiati trovassero condizioni dignitose.
Di certo la questione e' dirimente per entrambi i paesi, a dimostrarlo le parole scambiate dal presidente tunisino Saied e dal premier di Tripoli Dbeibah, domenica a Roma, nell'incontro organizzato dalla prima ministra Meloni per fermare le partenze verso l'Europa: i due si sono promessi a vicenda l'avvio di una serie di vertici tra ministeri degli interni per discutere di sicurezza dei confini.
Intanto nel deserto si continua a morire. Le vittime fanno parte del gruppo di circa 700 migranti (secondo le stime di Human Rights Watch, confermate ieri dalla Mezzaluna rossa libica) trasportati dalle autorita' tunisine, con la forza, al confine. Senza cibo, acqua, riparo.
Difficile dire quanti ne siano gia' morti, le notizie giungono col contagocce soprattutto a settimane dall'espulsione, partita a inizio luglio dopo le violenze esplose a Sfax contro i migranti, accese dalla feroce campagna nazionalista portata avanti per mesi dallo stesso Saied. Ieri il responsabile di Cartagine "festeggiava" i due anni dal golpe istituzionale con cui il 25 luglio 2021 ha licenziato il governo, chiuso il parlamento e avviato un rapido processo di "occupazione" presidenziale delle istituzioni.
Due anni lunghi, fatti di decimazione delle opposizioni a suon di arresti, riduzione drastica della liberta' di stampa e - appunto - nazionalismo populista. Ma anche di scioperi, proteste e manifestazioni di solidarieta' con i migranti: ieri l'ultima, centinaia di persone hanno sfidato i 45 gradi di Tunisi per protestare contro il golpe e chiedere il rilascio dei prigionieri politici.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 218 del 6 agosto 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 218 del 6 agosto 2023
In questo numero:
1. Nell'anniversario della bomba di Hiroshima un appello: insorgano nonviolentemente tutti i popoli del mondo contro tutte le guerre e tutte le stragi
2. Fermare la guerra, salvare l'umanita' e l'intero mondo vivente
3. Con la legge, contro la guerra
4. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
5. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
6. Ancora un appello per la liberazione di Leonard Peltier
7. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
8. Alcuni riferimenti utili
9. Tre tesi
10. Ripetiamo ancora una volta...
11. Giovanna Branca: Ritiro dall'Afghanistan, le colpe di Biden e Trump
12. Francesca Luci: Sempre piu' donne senza velo, in Iran torna la polizia morale
13. Ester Nemo: Cinque rifugiati subsahariani trovati senza vita al confine tra Tunisia e Libia
1. REPETITA IUVANT. NELL'ANNIVERSARIO DELLA BOMBA DI HIROSHIMA UN APPELLO: INSORGANO NONVIOLENTEMENTE TUTTI I POPOLI DEL MONDO CONTRO TUTTE LE GUERRE E TUTTE LE STRAGI
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi.
Abolire le guerre.
Abolire gli eserciti.
Abolire le armi.
*
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Condividere fra tutti gli esseri umani tutto il bene e tutti i beni.
Fare della nonviolenza il fondamento di tutte le relazioni politiche, sociali, personali.
Prendersi cura tutte e tutti di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
*
Salvare le vite e' il primo dovere.
La nonviolenza e' in cammino.
La nonviolenza e' il cammino.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nell'impegno comune per la comune salvezza.
2. L'ORA. FERMARE LA GUERRA, SALVARE L'UMANITA' E L'INTERO MONDO VIVENTE
Governi scellerati e impazziti stanno precipitando il mondo verso una guerra atomica da cui nessuno si salvera'.
Occorre che insorgano nonviolentemente i popoli, per fermare la guerra e salvare l'umanita' e l'intero mondo vivente.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe gia' in corso.
Solo la nonviolenza invera l'umanita' dell'umanita'.
3. REPETITA IUVANT. CON LA LEGGE, CONTRO LA GUERRA
Se la legge e' la difesa del debole dall'abuso del forte, la prima di tutte le leggi e' quella che dice "non uccidere".
La guerra, che sull'uccidere si fonda, che dell'uccidere consiste, che all'uccidere e' sempre intesa, e' quindi con tutta evidenza l'antilegge, l'illegalita' assoluta, il delitto supremo.
La legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica italiana, e' di una chiarezza indiscutibile: il suo articolo 11, culmine dei principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico, si apre con queste secche ed inequivocabili parole: "L'Italia ripudia la guerra".
*
Se quindi in Italia un governo appoggia una guerra, arma una guerra, fa partecipare il paese a una guerra, ebbene, quel governo e' fuorilegge.
Il governo attuale, che appoggia la guerra in corso in Ucraina, che arma la guerra in corso in Ucraina, che fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina, e' fuorilegge, e' criminale, ed e' reo di aver violato la Costituzione cui pure aveva giurato fedelta' all'atto di assumere il suo incarico.
Questo governo deve essere fermato. Questo crimine deve cessare. Sia ripristinata la legalita' che salva le vite e non le sopprime.
E' questo il significato dell'esposto che abbiamo presentato alla magistratura: chiediamo che si torni alla legalita' costituzionale che ripudia la guerra; chiediamo che cessi la complicita' italiana con la guerra e le stragi di cui essa sempre e solo consiste; chiediamo che si dimetta il governo ebbro e scellerato che ha trascinato il nostro paese in un crimine immane; chiediamo che i governanti folli e sciagurati che hanno violato la Costituzione e si sono prostituiti al male assoluto della guerra ne rispondano nelle competenti aule di giustizia.
*
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
*
Di seguito il testo integrale del nostro esposto del primo agosto 2023.
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti.
4. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
*
E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
*
Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
*
A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
5. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.
6. REPETITA IUVANT. ANCORA UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' in prigione, condannato a vita per un crimine che non ha commesso.
Che non abbia commesso il crimine per cui e' stato condannato e' da molti anni cosa notoria.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false.
Lo stesso pubblico ministero che lo fece condannare ha successivamente chiesto la sua liberazione.
E la sua liberazione hanno chiesto milioni di persone, tra cui personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, associazioni umanitarie come Amnesty International, istituzioni come il Parlamento Europeo, la commissione giuridica ad hoc dell'Onu.
Ma Leonard Peltier e' ancora detenuto in un carcere di massima sicurezza, anche se il mondo intero sa che e' un innocente perseguitato, sa che e' un eroe dell'umanita'.
Dal carcere Leonard Peltier ha continuato a lottare per il suo popolo, per l'umanita' intera, per la Madre Terra: con la testimonianza, con la poesia, con la pittura, con opere di bene.
Ora e' vecchio e gravemente malato. Il 12 settembre compira' 79 anni.
E' assurdo che sia ancora in carcere.
E' orribile che sia ancora in carcere.
E' uno scandalo e una vergogna per l'intera umanita' che sia ancora in carcere.
*
Ancora una volta chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni esperienza d'impegno per il bene comune, ad ogni umano istituto che voglia essere fedele al compito di difendere la vita, la dignita' e i diritti degli esseri umani, di far sentire la propria voce, di chiedere ancora una volta che Leonard Peltier sia liberato.
Chiediamo ad ogni persona senziente e pensante, ad ogni esperienza della societa' civile, ad ogni istituzione democratica, di esprimere pubblicamente la richiesta che sia liberato Leonard Peltier.
Chiediamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere che conceda finalmente la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Messaggi a tal fine possono essere inviati attraverso la pagina ad hoc del sito della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
*
Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo ancora una volta due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una sintetica esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
7. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
8. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
9. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
11. AFGHANISTAN. GIOVANNA BRANCA: RITIRO DALL'AFGHANISTAN, LE COLPE DI BIDEN E TRUMP
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 2 luglio 2023 col titolo "Ritiro dall'Afghanistan, le colpe di Biden e Trump" e il sommario "Stati Uniti. Lo studio del dipartimento di Stato. Ignorata la sorte degli afghani che avevano collaborato con il governo Usa"]
"Le decisioni sia del presidente Trump che del presidente Biden per porre fine alla missione militare statunitense in Afghanistan hanno avuto serie conseguenze sulla possibilita' di sopravvivenza del governo afghano e della sua sicurezza". Con queste parole si aprono le valutazioni di uno studio del dipartimento di Stato Usa sul disastroso ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan nell'agosto 2021.
L'analisi, lunga 85 pagine ma di cui solo 24 sono accessibili - il resto rimane classificato - e' stata resa pubblica venerdi' ma esisteva gia' da mesi, tanto da essere confluita in parte in un report pubblicato dalla Casa Bianca lo scorso aprile sullo stesso argomento. Il report del governo, pero', non includeva le conclusioni piu' critiche raggiunte dal dipartimento di Stato sull'operato dell'amministrazione Biden - e perfino sullo stesso Antony Blinken, che non viene mai nominato - mentre addossava tutta la colpa a Trump, che nel febbraio 2020 a Doha aveva firmato con i Talebani l'accordo a lasciare il Paese entro il maggio dell'anno successivo.
Dopo quella decisione, si legge nel documento, l'amministrazione dell'ex presidente repubblicano non e' stata in grado o non si e' occupata di pianificare il ritiro dopo 20 anni di occupazione: "Restavano senza risposta questioni cruciali su come gli Stati Uniti avrebbero rispettato la scadenza di maggio 2021 per un pieno ritiro militare", e su come mantenere "una presenza diplomatica a Kabul". E quel che e' peggio l'amministrazione Trump non ha gestito la lunga lista di richieste arretrate "per il programma Siv (Special Immigrant Visa)", con il quale veniva garantito l'accesso al Paese ai cittadini afghani che avevano collaborato con il governo statunitense. "Cosa ne sarebbe stato di loro", oltre che di "altri afghani a rischio", era una domanda destinata a restare senza risposta anche con l'insediamento, di li' a poco, dell'amministrazione Biden.
Secondo il report del dipartimento di Stato, la principale responsabilita' del nuovo governo democratico e' stata "l'insufficiente considerazione - condivisa con l'amministrazione precedente - degli scenari peggiori", come quello che effettivamente si e' realizzato con il collasso repentino del governo Ghani (fuggito all'estero), l'inarrestabile avanzata talebana su Kabul e la presa d'assalto dell'aeroporto per fuggire da un destino ormai segnato.
I funzionariI di Biden sono poi stati carenti nel coordinamento della risposta all'emergenza, assecondando fino all'ultimo le previsioni secondo le quali "il governo afghano e le sue forze armate avrebbero potuto difendere la citta' per settimane, se non per mesi". Quanto queste valutazioni fossero sbagliate si sarebbe visto prestissimo, ma l'errore degli ufficiali di Biden non nasceva certo dall'ingenuita': "La preparazione e pianificazione della crisi sono state parzialmente inibite dalla preoccupazione per i segnali impliciti in delle manovre che avrebbero potuto suggerire una perdita di fiducia degli Usa nei confronti del governo afghano, contribuendo in questo modo al suo collasso".
12. IRAN. FRANCESCA LUCI: SEMPRE PIU' DONNE SENZA VELO, IN IRAN TORNA LA POLIZIA MORALE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 luglio 2023 col titolo "Sempre piu' donne senza velo, in Iran torna la polizia morale" e il sommario "La legge degli ayyatollah. Nuova stretta nelle strade per chi non segue la regola dell'hijab. Governo irriso sui social. Per l'ex presidente riformista Khatami "procedure errate, il paese sofferente s'infiammera'""]
Comincia un altro round tra le donne iraniane e il regime teocratico per la conquista dei diritti civili e individuali. Torna in strada la polizia morale della Repubblica Islamica per perseguire le donne e le ragazze che non rispettano il codice di abbigliamento islamico che richiede loro di coprirsi i capelli e indossare abiti larghi. Saeid Montazer al Mahdi, portavoce delle forze dell'ordine, ha detto che "la polizia con l'istituzione di pattuglie si occupera' di coloro che incuranti delle conseguenze continuano a vestirsi fuori dalla norma. Le donne saranno avvertite di seguire le regole dell'hijab. In caso di disobbedienza, verranno denunciate al sistema giudiziario".
Dieci mesi fa la morte di Mahsa Amini, fermata per avere indossato un hijab improprio sotto custodia della polizia, aveva scatenato le proteste in tutto il Pease. Donne e ragazze hanno tagliato i loro capelli e bruciato il velo sventolandolo in aria, in segno di protesta, durante le manifestazioni anti-regime.
Molti iraniani hanno espresso indignazione e protestato contro la polizia morale e l'establishment clericale. Dopo la pesante repressione in cui piu' di 500 manifestanti sono stati uccisi e oltre 20.000 arrestati, le proteste si sono in gran parte placate all'inizio di quest'anno.
Tuttavia molte donne hanno continuato a non rispettare il codice di abbigliamento ufficiale e molte hanno smesso del tutto di coprirsi i capelli in pubblico, soprattutto nella capitale, Teheran, e in altre citta'. Dall'inizio delle ribellioni, settembre 2022, la polizia morale e' stata vista di rado pattugliare le strade, ci sono state persino alcune segnalazioni - poi smentite - che fosse stata sciolta.
Le autorita' hanno utilizzato altre misure coercitive, dall'intimidazione via sms, alla negazione dei dritti civili, alla installazione di telecamere di sorveglianza per identificare coloro che non indossavano il velo, alla chiusura delle attivita' commerciali che tolleravano le donne senza il velo. Tuttavia tutto e' stato accolto con derisione sui social media e aperta sfida per le strade.
I raduni in difesaa del codice di abbigliamento islamico ordinato da varie organizzazioni religiose, centinaia di discorsi nelle moschee, nelle occasioni ufficiali e nei talkshow televisivi non sono serviti a nulla. Ogni giorno aumenta, inarrestabile, il numero delle donne senza velo in pubblico.
Cio' irrita i conservatori che da tempo premono su governo e parlamento per affrontare la situazione in maniera piu' decisa. Giace in parlamento la proposta di una nuova legge che dovrebbe regolare l'abbigliamento delle donne in pubblico e le punizioni in caso di trasgressione. La proposta negli ultimi mesi e' stata intensamente discussa fuori dell'aula in un aspro braccio di ferro tra varie anime del regime. Una punizione lieve portera' di fatto all'abolizione della norma considerando il numero crescente di chi trasgredisce. D'altra parte non sembra che la maggioranza della popolazione potrebbe sopportare piu' l'arresto delle donne senza velo o le pene pesanti.
In attesa della nuova legge le istituzioni proposte al controllo sono rimaste per lo piu' immobili. Cosi' e' cresciuto in modo esponenziale il numero delle donne e delle ragazze che scelgono di non coprirsi la testa in pubblico. In una riunione straordinaria, il presidente Raisi ha chiesto a varie istituzioni, tra cui ministero dell'Interno, ministero dell'Orientamento, magistratura e forze di polizia, di non aspettare la nuova legge e di adempiere al loro compito legale di contrastare il fenomeno.
Cosi' e' cominciata l'offensiva del regime contro i disobbedienti. Sono tornate le pattuglie di controllo in molte citta'. Il comandante del Corpo delle guardie della rivoluzione Hossein Salami ha annunciato l'attivazione di 60mila basi islamiche nei quartieri residenziali. "Quando l'Islam mostrera' i suoi valori nei quartieri, l'hijab e la castita' fioriranno e le nostre donne influenzate dalla propaganda del nemico apriranno gli occhi e si pentiranno", ha sottolineato Salami.
Mohammad Khatami, l'ex presidente riformista, ha ammonito: "Se queste procedure sbagliate continuano, la nostra societa' sofferente si infiammera' piu' di prima".
13. TUNISIA. ESTER NEMO: CINQUE RIFUGIATI SUBSAHARIANI TROVATI SENZA VITA AL CONFINE TRA TUNISIA E LIBIA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 26 luglio 2023 col titolo "Cinque rifugiati subsahariani trovati senza vita al confine tra Tunisia e Libia" e il sommario "Nord Africa. Nel deserto si continua a morire. Appena due giorni fa il "patto di Roma". Intanto, a due anni dal golpe di Saied, a Tunisi si protesta"]
Non poteva succedere altrimenti, che altri migranti subsahariani venissero trovati senza vita al confine tra Tunisia e Libia, a pochi giorni dalla foto di una donna e sua figlia adolescente uccise dal caldo, la sete, le politiche di espulsione del governo tunisino e l'esternalizzazione europea delle frontiere.
Le agenzie hanno iniziato a rimbalzare la notizia nella notte tra lunedi' e martedi': cinque migranti subsahariani morti al confine libico-tunisino, individuati dalla guardia di frontiera di Tripoli. Lo ha reso noto il ministero degli interni tripolino (parte del governo libico riconosciuto dall'Onu), mentre sulla propria pagina Facebook il corpo militare di frontiera pubblicava il video dei migranti trovati senza vita.
Nel video una delle guardie si lancia in accuse a Tunisi, responsabile - dice - dell'espulsione di massa di subsahariani nel deserto, con temperature che superano i 50 gradi. Come se in Libia i rifugiati trovassero condizioni dignitose.
Di certo la questione e' dirimente per entrambi i paesi, a dimostrarlo le parole scambiate dal presidente tunisino Saied e dal premier di Tripoli Dbeibah, domenica a Roma, nell'incontro organizzato dalla prima ministra Meloni per fermare le partenze verso l'Europa: i due si sono promessi a vicenda l'avvio di una serie di vertici tra ministeri degli interni per discutere di sicurezza dei confini.
Intanto nel deserto si continua a morire. Le vittime fanno parte del gruppo di circa 700 migranti (secondo le stime di Human Rights Watch, confermate ieri dalla Mezzaluna rossa libica) trasportati dalle autorita' tunisine, con la forza, al confine. Senza cibo, acqua, riparo.
Difficile dire quanti ne siano gia' morti, le notizie giungono col contagocce soprattutto a settimane dall'espulsione, partita a inizio luglio dopo le violenze esplose a Sfax contro i migranti, accese dalla feroce campagna nazionalista portata avanti per mesi dallo stesso Saied. Ieri il responsabile di Cartagine "festeggiava" i due anni dal golpe istituzionale con cui il 25 luglio 2021 ha licenziato il governo, chiuso il parlamento e avviato un rapido processo di "occupazione" presidenziale delle istituzioni.
Due anni lunghi, fatti di decimazione delle opposizioni a suon di arresti, riduzione drastica della liberta' di stampa e - appunto - nazionalismo populista. Ma anche di scioperi, proteste e manifestazioni di solidarieta' con i migranti: ieri l'ultima, centinaia di persone hanno sfidato i 45 gradi di Tunisi per protestare contro il golpe e chiedere il rilascio dei prigionieri politici.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 218 del 6 agosto 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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Informativa sulla privacy
E' possibile consultare l'informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
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