[Nonviolenza] Telegrammi. 4908



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4908 del 27 luglio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Angelo Baracca
2. Daria Lucca: La storia prima di tutto. Il giornalismo di Andrea
3. Mao Valpiana: Memoria e gratitudine profonda per quattro amici della nonviolenza
4. "Azione nonviolenta": e' uscito il fascicolo su "Dalla Russia pacifista con amore"
5. Luciano Bonfrate: Non credo che avessimo torto
6. Una minima notizia su Leonard Peltier
7. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
8. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
9. Guido Caldiron presenta "I carnefici del Duce" di Eric Gobetti
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. LUTTI. ANGELO BARACCA

E' deceduto Angelo Baracca, scienziato e militante per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa del mondo vivente.
Con gratitudine lo ricordiamo.

2. MEMORIA. DARIA LUCCA: LA STORIA PRIMA DI TUTTO. IL GIORNALISMO DI ANDREA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 20 luglio 2023 riprendiamo e diffondiamo questo ricordo di Andrea Purgatori]

Andrea non c'e' piu' e si stenta a crederci. Il dolore per la sua scomparsa e' in questo momento piu' grande di tutto il resto che verra' a mancare, dove il resto sono le infinite variazioni Goldberg che lui ha regalato al mondo: scrittura, cinema, recitazione, giornalismo, amicizia, onesta', rispetto, fiducia... Non ultimo, ironia. Purgatori (per molti di noi era questo, il cognome first of all) e' stata la persona piu' allegra e ottimista conosciuta sul palcoscenico del giornalismo italiano. La sua nota risata era contagiosa. La sua scrittura "all'americana", secca ma precisa come un colpo di Colt 45, poteva sembrare fredda ma era in realta' passionale.
Soprattutto, lui e' stato, e lo era gia' a meta' degli anni '80, il simbolo del giornalismo investigativo.
Prendiamo Ustica, Dc9 Itavia sparito dai radar alle 21 del 27 giugno 1980. Andrea era gia' al Corriere, all'epoca, e quella stessa notte riceve la telefonata di un radarista di Ciampino (i radaristi allora erano militari, con tutto cio' che ne consegue) suo conoscente che gli dice: non fatevi fregare, e' stato un missile. E Andrea non si e' fatto fregare. Per anni ha tenuto duro, da solo (altri giornali furono piu' che contenti di sposare la tesi della bomba a bordo), cercando prove. Glielo confermo' ad esempio l'allora direttore del Rai, registro aeronautico, Saverio Rana, mostrandogli la ciano con le ultime battute radar del Dc9 catturate da Ciampino, dove si vedevano i famosi tre plot del caccia in manovra di attacco.
Non ha mai mollato. A meta' degli anni '80, intorno a lui e grazie a lui si sono raggruppati alcuni altri giornalisti. C'era Bruno Ruggiero, del Giorno, c'era Vittorio Ragone, dell'Unita', c'era Fiorenza Sarzanini allora al Messaggero. C'era la sottoscritta. Ognuno portava la sua competenza: nessuno sapeva leggere gli atti giudiziari come Bruno, ad esempio, o scovare gli avvocati dei militari poi incriminati, come Fiorenza. Quel gruppo - che Andrea e Marco Risi hanno magistralmente reso nel "Muro di Gomma" - e' stata una delle pochissime esperienze di giornalismo investigativo collettivo, forse l'unica, dopo le inchieste su Piazza Fontana.
Come si lavorava? A un certo punto l'Aeronautica rende pubblica la relazione del capo di stato maggiore, Pisano, sulla loro indagine interna. Settanta pagine di nulla. In due righe, a un certo punto, Pisano scrive: "Non ha trovato riscontro la segnalazione dell'ACC (soccorso aereo, ndr) di Ciampino sulla presenza di una portaerei americana". Alla faccia! Quindi c'era stata una segnalazione! In un allegato si trovano due nomi, legati a quelle due righe: il capitano Giovanni Smelzo di Martina Franca dice al telefono di averlo saputo dal maresciallo Bruschina.
E come lo trovi, un maresciallo con il solo cognome? Lo cerchi, per cominciare. Vorrei che servisse ai giovani colleghi in via di formazione: il giornalismo e' ricerca. Piace dire scavo, ma in concreto vuol dire cercare. Questo ci ha insegnato Purgatori.
A forza di cercare, una mattina davanti all'ufficio del giudice istruttore Bucarelli che stava interrogando alcuni radaristi, si comincio' a chiedere, a tutti: conoscete Bruschina ex soccorso aereo (che stranamente non era stato convocato), sapete dove sia? Alla fine uno ci disse: e' in pensione, credo viva in barca a Fiumicino.
Furono necessarie diverse gite al porto di Fiumicino, infruttuose. Finche' una mattina, uno dei boss locali si giro' e urlo' verso un tizio alto, bermuda, t-shirt, seduto nel pozzetto di un cabinato da 11 metri: "Aho' te cercano". Ed e' stato cosi' che il maresciallo Roberto Bruschina venne poi interrogato dal nuovo giudice istruttore Priore, etc etc.
Ora, tenete presente che lavorare su Ustica al tempo voleva dire lavorare da soli. Non c'erano procuratori o poliziotti che ti passavano le carte. Non c'erano manco le carte. Non c'era l'inchiesta penale. Ti dovevi trovare tutto da solo. E spesso, in contrasto con la stessa magistratura. Che ad esempio si infurio' perche' leggemmo i registri della capitaneria di Napoli prima di loro, per avere conferme sulla portaerei Saratoga. Gia', si era nel 1990 e nessuna autorita' li aveva ancora sequestrati.
Il senso del gruppo, dell'idea di Andrea, fu anche in questo. "D'inverno, il lupo solitario soccombe, il branco sopravvive", dice Sansa Stark a sua sorella. Scambiarsi opinioni, riflessioni, ma soprattutto notizie, preservava da brutte sorprese. Querele comprese. Non credo sia una coincidenza che nessuno venne mai querelato, per Ustica.
Ok, finisco qui. Con un'ultima considerazione. Nonostante il nome di Purgatori sia collegato indissolubilmente a Ustica, lui non ha mai fatto un solo gesto per chiedere la primazìa. Ci ha viceversa insegnato che nel giornalismo quel che conta e' la storia. Agli occhi del lettore deve apparire la storia che si racconta, non l'autore. E' la storia la protagonista di un articolo, di un servizio, di un video. L'autore deve stare in secondo piano. Pur essendone il regista. Ciao Andrea, mancherai.

3. COMPRESENZA. MAO vALPIANA: MEMORIA E GRATITUDINE PROFONDA PER QUATTRO AMICI DELLA NONVIOLENZA
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo leditoriale che apre l'ultimo fascicolo della rivista]

Stavamo lavorando alla chiusura di questo numero, quando il 31 maggio e' arrivata, improvvisa, la notizia della morte di Daniele Lugli. Da non crederci. Il nostro Presidente Emerito, la nostra guida che aveva partecipato con Capitini e Pinna alla fondazione del Movimento Nonviolento, con ancora molti progetti e impegni comuni, non c'e' piu'. La sua vita si e' fermata a 81 anni.
Dovevamo ancora elaborare il lutto per altre morti recenti di amici e protagonisti della vita del Movimento, e si aggiunge anche questa disgrazia.
Il 21 dicembre del 2022, a 78 anni, ha chiuso gli occhi definitivamente Rocco Pompeo, un altro pilastro del nostro Movimento, e ci manchera' tantissimo. Il suo nome, fin dal 1968, e' legato a quello di Aldo Capitini. Rocco, lucano di origine e toscano d'adozione (prendendo il meglio dell'una e dell'altra cultura), ha svolto ruoli importanti per la nonviolenza italiana, sia a livello nazionale che locale, a Livorno, dove ha saputo radicarsi nel quartiere Corea: democrazia aperta, federalismo, scuola pubblica, sono alcuni dei temi principali su cui ha studiato, seminato, agito. Instancabile operatore sociale ha animato il Centro Studi Nonviolenza e ha fatto da maestro e formatore per tante generazioni di giovani. Fino all'ultimo e' stato attivo nel Comitato di Coordinamento del Movimento. Ci vorra' tempo per scrivere una sua completa biografia, e per studiare il suo importante archivio, che tanta memoria custodisce.
Il 9 gennaio 2023, a 62 anni, si e' fermato il cuore di Stefano Guffanti, milanese ma veronese d'adozione, per tanti anni punto di riferimento del movimento degli obiettori, locale e nazionale, e attivissimo collaboratore della Casa per la Nonviolenza di Verona, nonche', negli anni '90, amministratore e tesoriere del Movimento Nonviolento e di Azione nonviolenta. Una bella persona, solare, positiva. Lascia un vuoto in tutti coloro che gli hanno voluto bene.
Poi il giorno 11 aprile, dopo una lunga malattia che ha affrontato con coraggio e dignita', a 59 anni si e' spento Fabio Guglielmi, il nostro webmaster, per il Movimento Nonviolento una colonna portante, una di quelle persone che non vedi perche' stanno nelle fondamenta e reggono la struttura dando stabilita'. Per il Movimento, fino all'ultimo giorno, Fabio ha fatto il fotografo, il correttore di bozze di Azione nonviolenta, sia cartacea che online, l'archivista, l'operatore video, ed e' stato l'innovatore tecnologico, ha aperto le prime caselle di posta, il primo sito e i primi profili social. Era in grado di risolvere qualsiasi guaio tecnologico, disponibile a fornire consulenze, giorno e notte.
Rocco, Stefano, Fabio, Daniele lasciano un vuoto enorme, sentiamo gia' forte la mancanza della loro umanita' e del loro prezioso lavoro per il Movimento. Gli siamo grati, anche se ora ci sentiamo orfani e fragili, ma ci daranno la forza necessaria per andare avanti.

4. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA": E' USCITO IL FASCICOLO SU "DALLA RUSSIA PACIFISTA CON AMORE"
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

E' uscito il numero 3 (anno 60, n. 657) del maggio-giugno 2023 di "Azione nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, bimestrale di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Numero 3/2023 su “Dalla Russia pacifista con amore“.
Questo numero della rivista nella prima parte riporta notizie e documentazione dalla Russia pacifista che si muove contro la guerra, dagli obiettori della Bielorussia e dai nonviolenti dell'Ucraina: sono i nostri contatti nei tre paesi coinvolti nel conflitto armato, che sosteniamo con la Campagna di Obiezione alla guerra. Non ci stanchiamo di chiedere contributi finanziari per la Campagna, i fondi sono essenziali per garantire la difesa legale agli obiettori e disertori e per sostenere concretamente i nostri fratelli e sorelle russi, bielorussi, ucraini. Pubblichiamo poi i risultati della Conferenza internazionale di pace di Vienna, e il resoconto di un Seminario di lavoro del Movimento Nonviolento sui fondamenti del nostro essere e fare. L'ultima parte e' in memoria e ricordo di Daniele Lugli. Nella quarta di copertina c'e' la dichiarazione di Mauro Biani, il nostro vignettista, che ha accettato di essere anche testimone della Campagna di Obiezione alla guerra. La copertina e' stata affidata ad una giovane fumettista, Margherita Pilati. Ringraziamo entrambi.
*
In questo numero: Editoriale di Mao Valpiana; Dalla Russia con amore all'Unione Europea, Appello alle istituzioni europee dai movimenti pacifisti russi; Ne' con Putin, ne' con Prigozhin, di Darya Berg; In Russia i pacifisti sono messi fuori legge, a cura del Movimento degli Obiettori di Coscienza; La Campagna adotta il caso di Vitali Dvarashyn, di Daniele Taurino e Olga Karach; Ivan e Nikita un obiettore e un disertore, a cura della Redazione; Ero un militare ora sono un pacifista, a cura della redazione; La Campagna bielorussa "No means No", a cura di Our House; Fermiamo la guerra che si poteva evitare, intervista a Yurii Sheliazenko a cura di Mao Valpiana; Il Parlamento Europeo approva il Regolamento sulle munizioni; Da Vienna un grido di pace per i leader di tutto il mondo, di Sergio Bassoli; Pace con mezzi pacifici, Cessate il fuoco e negoziati ora!; Cronologia della Campagna di Obiezione alla guerra, a cura del Movimento Nonviolento; Identita' e ruolo del Movimento. Due giorni per conoscersi meglio; Addio a Daniele Lugli il nostro Presidente Emerito, di Mao Valpiana; Pace e disarmo un binomio inscindibile; La Nato era data morente e invece e' molto attraente, di Daniele Lugli; L'Europa per la pace: un compito per i giovani, di Elena Buccoliero; Caro Daniele, noi sappiamo che tu sei un Mago, di Elena Buccoliero; La Compresenza dei morti e dei viventi, di Daniele Lugli.
In copertina: Dalla Russia pacifista con amore, disegno di Robin Esto.
In seconda di copertina: Sommario.
In terza di copertina: 2023.
In quarta di copertina: Mauro Biani, testimone della Campagna di obiezione alla guerra.
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Direzione e amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), e-mail: an at nonviolenti.org , sito: www.azionenonviolenta.it
Per abbonarsi ad Azione nonviolenta inviare 32 euro sul ccp n. 18745455 intestato al Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona (Iban: IT 35 U 07601 11700 000018745455).
Direttamente dal sito azionenonviolenta.it tramite il bottone E-shop.
Abbonamento solo in formato elettronico, 20 euro.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una email all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

5. STORIE DI ERRANTI. LUCIANO BONFRATE: NON CREDO CHE AVESSIMO TORTO

I.

Non credo che avessimo torto

la nostra sconfitta non ha dimostrato
che le nostre ragioni fossero sbagliate
non ha dimostrato
che fosse sbagliato il nostro agire

nelle poche cose buone di oggi
trovo i frutti dei semi che spargemmo allora
donando di noi stessi il cuore e il lampo
la stessa cosa il dolce e l'amaro

nelle cose che oggi vengono spacciate
per scoperte novissime e inaspettate
trovo solo l'eco offuscato
di cio' che dicemmo e facemmo allora

non credo che avessimo torto

*

II.

Sciocchezze?
tante ne vedemmo e non riuscimmo a contrastare
orrori?
tutti li combattemmo

che del nostro essere e pensare e fare
non resti nessuna memoria
non depone contro di noi
ma contro chi vinse

vinse il capitale e la societa' dello spettacolo
che tutto riduce a merce e fantasmi
vinse la frusta e la chiacchiera di chi si era arreso
che tutto riduce a piaghe ed ipnosi e puerilita'

vinse il fascismo ben travestito
che dura ancora e ogni giorno fa strage
delle oppresse e degli oppressi
e sbrana e divora quest'unico mondo

sciocchezze?
tante ne vedemmo e non riuscimmo a contrastare
orrori?
tutti li combattemmo

*

III.

Non e' vero che siamo soli e ridicoli
come tutti i superstiti rancidi e iracondi
come tutti i vecchi testardi goffi e stolti
non e' vero che siamo per sempre sconfitti

altre ed altri verranno come noi e di noi migliori
migliori perche' le nostre lotte
persone migliori le avranno rese
che ne abbiano o no memoria

altre ed altri verranno a proseguire
la lotta che lasciamo interrotta
ed impregiudicata
tra chi divora il mondo e chi vuole salvarlo

altre ed altri verranno e sono gia' qui
ogni giorno ne sento la voce che chiama alla lotta e alla liberazione
ogni giorno li vedo rinascere nel dolore e nella rivolta
ogni giorno riscoprono dentro di se' le ragioni della resistenza nostra

Non e' vero che siamo soli e ridicoli
come tutti i superstiti rancidi e iracondi
come tutti i vecchi testardi goffi e stolti
non e' vero che siamo per sempre sconfitti

*

IV.

In questa triste sera del mondo

puo' ancora risorgere puo' ancora vincere
l'umanita' che sogna la giustizia
che lotta per mettere in comune
tutto il bene e tutti i beni

le guerre il razzismo il femminicidio
la devastazione del mondo vivente
la riduzione in schiavitu' di classi e di popoli interi
possono ancora essere aboliti

chiamiamo ancora comunismo inverare la liberta' di tutti e di ciascuno
condividere il pane dare ad ogni persona secondo i suoi bisogni rispettare
la vita la dignita' i diritti di ogni essere che vive
la vita la dignita' i diritti dell'intero mondo vivente

in questa triste sera del mondo

*

V.

Chiamiamo nonviolenza il nostro cammino
in questo deserto in questa notte oscura

chiamiamo nonviolenza
prendersi cura di ogni persona
prendersi cura del respiro del mondo
pulire le acque essere lievi sulla terra
condividere il riparo ascoltare le parole
amare il silenzio e non farsi illusioni

chiamiamo nonviolenza
resistere al male senza fare altro male
opporsi sempre a tutte le violenze
nulla desiderare donare comprensione
abolire la fame e il sistema che la provoca
serbare memoria di tutte le vittime

chiamiamo nonviolenza
cessare di uccidere
costruire la pace e la giustizia
con la compassione che tutto risana
di tutto dubitare
dire la verita'

chiamiamo nonviolenza il nostro cammino
in questo labirinto in questa ingente selva

*

VI.

Una e' l'umanita' unico il mondo
tu tutto rispetta tu tutto soccorri

contrasta il maschilismo il fascismo la guerra
contrasta il capitale gli eserciti le armi
tutte le gerarchie contrasta
tutti i poteri e tutte le obbedienze

opponiti a tutte le menzogne e le oppressioni
a tutte le vilta' e le rassegnazioni
che non resisti tu chi resistera'?
se non insorgi tu chi insorgera'?

tu porta ovunque la parola che guarisce
tu porta ovunque la fiaccola che illumina
tu porta ovunque del dolore testimonianza
tu porta ovunque il conflitto che rivela

oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi
salvare le vite e' il primo dovere

6. REPETITA IUVANT. UNA MINIMA NOTIZIA SU LEONARD PELTIER

Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Una bibliografia essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.

7. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
*
E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
*
Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

8. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

9. LIBRI. GUIDO CALDIRON PRESENTA "I CARNEFICI DEL DUCE" DI ERIC GOBETTI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 luglio 2023 riprendiamo e diffondiamo la seguente recensione dal titolo "Crimini 'ordinari' di una storia violenta, l'eta' del fascismo" e il sommario "Storia e memoria. 'I carnefici del Duce' di Eric Gobetti, pubblicato da Laterza. Nelle guerre coloniali come nel Secondo conflitto mondiale una parte considerevole della societa' italiana fu coinvolta nella brutalita' del regime"]

Non si tratta solo di smentire la vulgata che vuole gli italiani "brava gente" e che, allo stesso modo, assolve i nostri soldati dall'aver compiuto alcuna atrocita' prima e durante la Seconda guerra mondiale proprio in virtu' di un'attitudine perfino eccessivamente troppo empatica verso il prossimo. L'indagine che compie Eric Gobetti ne I carnefici del Duce (Laterza, pp. 176, euro 18) ha un obiettivo ben piu' articolato e originale: comprendere in che misura la lunga stagione del fascismo, protrattasi dal 1922 fino all'epilogo nella Rsi a Salo' tra il settembre 1943 e l'aprile 1945, e le conseguenze di tutto cio', abbia invece plasmato in senso inverso la societa' e il carattere nazionale dell'epoca.
L'analisi di Gobetti e' netta e indica come, accanto alle violenze del Ventennio, quelle commesse dagli italiani all'estero, nelle colonie come durante il conflitto mondiale, siano "la conseguenza di una specifica ideologia, di un'idea di societa' basata sul nazionalismo, sul razzismo, sulla violenza e sulla brutalita' come sinonimo di forza e potenza". In questo senso, quei crimini non sono l'effetto dell'azione di poche mele marce particolarmente malvagie e crudeli, ne' una parentesi incomprensibile della nostra storia "naturalmente" buona.
Sono piuttosto il risultato di logiche militari, culturali e politiche che hanno raggiunto il loro apice nel nostro Paese col fascismo: "l'applicazione pratica di un sistema di pensiero basato su una graduatoria di razze, nazioni e generi".
In modo meticoloso, e sulla scorta degli studi in tal senso che hanno aperto la strada ad un'altra visione delle vicende patrie - su tutti, il lavoro sul tragico capitolo del colonialismo in terra d'Africa di Angelo Del Boca -, Gobetti fa emergere, accanto ai criminali di guerra piu' noti, ma mai passati per un tribunale a causa della "mancata Norimberga italiana" e dell'assenza di una reale epurazione dopo il 1945, i carnefici ordinari che si resero responsabili, anche se con ruoli differenti, della medesima barbarie.
Del resto, i dati che enumera il giovane ricercatore sono impressionanti e lasciano poco spazio al dubbio. Gobetti sottolinea come durante la Seconda guerra mondiale si calcola che circa 850mila militari italiani siano stati impiegati con compiti di occupazione e contro i partigiani locali in Francia, nei Balcani e nelle isole del Mediterraneo. Circa la meta' delle truppe di terra disponibili. Questo, mentre altre centinaia di migliaia di soldati hanno partecipato in precedenza alle operazioni in Libia, in Spagna, in Etiopia e nelle altre colonie africane. "Percio', sommando ai militari di leva le forze di polizia, i volontari, i funzionari civili, gli impiegati, i coloni e le rispettive famiglie, possiamo dire che buona parte della societa' italiana e' stata coinvolta, direttamente o indirettamente, in questa storia di violenza".
E, malgrado i risultati delle ricerche in tal senso non siano mai stati fatti propri dalle nostre istituzioni, neppure a oltre settant'anni dai fatti, dalla Jugoslavia alla Grecia, dall'Etiopia alla Libia, emerge come "una quantita' enorme di persone, almeno un milione fra resistenti e vittime inermi, sono morte a causa della politica espansionistica condotta dal regime fascista". Percio', l'oppressione delle popolazioni soggette alle occupazioni italiane in epoca fascista non e' un fenomeno marginale o estemporaneo, ma, come suggerisce Gobetti, "e' storia di tutti, fa parte o dovrebbe fare parte a pieno titolo della storia d'Italia".
Il carattere di massa di questo lungo capitolo segnato dalla violenza sembra suggerire qualche ragione supplementare alla volonta', emersa fin dall'immediato dopoguerra, in un contesto rapidamente dominato dallo scontro della Guerra fredda come dalla necessita' di scagionare alcuni individui di potere direttamente coinvolti negli eccidi, e pero' ancora attiva, di lasciare che tutto cio' scivoli sempre piu' nell'oblio. Malgrado quanto ribadisce Gobetti nelle sue conclusioni, vale a dire che "se la responsabilita' dei singoli crimini resta individuale, la colpa globale e' dunque dell'intero Paese, e dell'ideologia nella quale si riconosceva".

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- AA. VV., La Russia non deve morire, volume monografico di "Domino. Rivista sul mondo che cambia", n. 7, luglio 2023, G.O.L., Milano 2023, pp. 144, euro 10.
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Riedizioni
- Diario di Izumi Shikibu, Marsilio, Venezia 2008, Gedi, Torino 2023, pp. 126, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Joyce Carol Oates, Sorella, mio unico amore, La nave di Teseo, Milano 2022, Rcs, Milano 2023, pp. 690, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Gialli
- Louise Penny, Natura morta, Einaudi, Torino 2022, Gedi, Torino 2023, pp. 352, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4908 del 27 luglio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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