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[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 174
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 174
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Fri, 23 Jun 2023 06:05:29 +0200
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 174 del 23 giugno 2023
In questo numero:
1. Olga Karach: Chiediamo all'Unione Europea che Dvarashyn Vitali sia riconosciuto come rifugiato politico. Petizione diffusa in Italia dalla Campagna di obiezione alla guerra: sosteniamo gli obiettori di coscienza bielorussi
2. Movimento Nonviolento: Sostegno internazionale urgente. Obiezione di coscienza anche in Bielorussia
3. Nel ricordo di David Sassoli, dall'Italia corale la richiesta della liberazione di Leonard Peltier, da 47 anni detenuto innocente
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
6. Blues del treno della morte
7. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
8. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
9. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
10. Alcuni riferimenti utili
11. Tre tesi
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Omero Dellistorti: Carissimo
1. APPELLI. OLGA KARACH: CHIEDIAMO ALL'UNIONE EUROPEA CHE DVARASHYN VITALI SIA RICONOSCIUTO COME RIFUGIATO POLITICO. PETIZIONE DIFFUSA IN ITALIA DALLA CAMPAGNA DI OBIEZIONE ALLA GUERRA: SOSTENIAMO GLI OBIETTORI DI COSCIENZA BIELORUSSI
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo.
Olga Karach e' fondatrice e coordinatrice dell'associazione pacifista e per i diritti umani bielorussa "Our House", La Nostra Casa. Attualmente vive esule in Lituania, da dove sostiene la campagna nonviolenta a difesa degli obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva]
Dvarashyn Vitali, nato il 12 agosto 1969, si e' diplomato presso la Scuola militare di aviazione e tecnica di Vasylkiv nel 1990 ed e' entrato nell'esercito. Tuttavia, avendo maturato negli anni una coscienza critica, ha deciso di rifiutare di prendere le armi e si e' dimesso volontariamente dal servizio, lasciando l'esercito il 15 luglio 1998. Da allora, ha condotto una vita pacifica e ha evitato qualsiasi coinvolgimento con l'esercito o con altre strutture armate.
Nel 2020 Vitali ha anche partecipato alle proteste bielorusse contro le elezioni presidenziali truccate dal regime di Lokashenko. Si e' impegnato in molti dibattiti sui social media come oppositore del regime. Inoltre, Vitali, insieme ad altri, ha dato vita ad azioni nonviolente bloccando le strade di Vitebsk per impedire il passaggio dei furgoni della polizia che arrestavano manifestanti pacifici e disarmati.
Quando e' iniziata la guerra in Ucraina, Vitali temeva che, in quanto ex militare, sarebbe stato mobilitato con la forza nell'esercito bielorusso e inviato a combattere in Ucraina. L'8 marzo 2022 e' partito come profugo per la Lituania e da allora non e' piu' tornato in Bielorussia per paura di essere arruolato con la forza. Purtroppo, i suoi timori non sono infondati perche' in Bielorussia, dall'inizio della guerra su larga scala in Ucraina, sono in corso controlli su persone idonee alla leva, le cui finalita' non sono chiare. Inoltre, pochi giorni dopo la partenza di Vitali per la Lituania, alcuni agenti di polizia si sono presentati al suo indirizzo registrato nella citta' di Vitebsk con un mandato di perquisizione e di arresto. Come spiegato alla madre di Vitali dagli agenti di polizia, cio' era dovuto a un procedimento penale avviato contro Vitali nella citta' di Baranovichi per aver definito su Facebook le forze dell'ordine bielorusse "assassini e boia".
Da allora, Vitali non e' piu' tornato nella Repubblica di Bielorussia e non ha fatto visita alla sua famiglia a causa delle preoccupazioni per la sua liberta' e la sua vita, oltre che per il timore di essere arruolato nell'esercito. Fino a poco tempo fa, Vitali aveva un permesso di soggiorno lituano e lavorava come autista nella citta' di Mazeikiai. Il 26 aprile 2023 il suo permesso di soggiorno e' stato revocato, unicamente per il fatto di aver prestato servizio nell'esercito bielorusso 20 anni fa, e lo stesso Vitali e' considerato una persona "indesiderabile" sul territorio lituano, con un divieto di ingresso in tutta l'Unione Europea di 5 anni, a causa del suo precedente servizio militare.
Vitali ha presentato ricorso a un tribunale lituano. L'esito sara' noto il 27 giugno 2023.
Quando l'organizzazione pacifista bielorussa Our House ha lanciato la campagna "No significa No" per sostenere il diritto degli obiettori di coscienza di non imbracciare le armi, Vitali si e' impegnato attivamente. Ha partecipato a diverse azioni di protesta davanti all'ambasciata bielorussa a Vilnius, sostenendo il diritto di essere obiettore di coscienza.
Video e foto della sua partecipazione alla Giornata internazionale degli obiettori di coscienza del 15 maggio 2023 e dell'azione di solidarieta' del 22 gennaio 2023 sono stati condivisi sui canali Telegram in una pubblicazione del 16 maggio 2023. Ora Vitali rischia una condanna fino a 7 anni in un carcere bielorusso perche' viene pubblicamente ritratto mentre partecipa ad iniziative pacifiste.
L'11 giugno 2023, i funzionari dei servizi di migrazione e di frontiera lituani hanno tentato di espellere con la forza Vitali in Bielorussia, il che avrebbe comportato la sua automatica incarcerazione per il suo coinvolgimento nella campagna "No Means No".
Il 15 giugno 2023 Vitali ha preparato e presentato tutti i documenti necessari per richiedere lo status di rifugiato politico in Lituania.
Il 19 giugno 2023 la Migrazione lituana ha deportato Vitali in un campo profughi a 100 chilometri da Vilnius, che e' essenzialmente una struttura simile a una prigione, poiche' esiste gia' una decisione di migrazione che vieta il suo ingresso in Lituania.
Stanno sottoponendo questo obiettore di coscienza a maltrattamenti basati unicamente sulla sua passata esperienza militare:
1. Gli viene vietato di entrare in Lituania per 5 anni e nell'Unione Europea per 3 anni, ma in pratica si tratta di un divieto a vita.
2. Ha fatto richiesta di asilo politico, il che significa che gli e' vietato lavorare legalmente in Lituania, come dimostrato dalla prassi passata, almeno per il prossimo anno. Considerando che il governo lituano non fornisce alcuna assistenza, come cibo, alloggio, ecc. la migrazione condanna Vitali a morire di fame o lo costringe a violare le leggi della Lituania e a lavorare illegalmente.
3. Da ieri lo stanno mandando con la forza in un campo profughi dalle condizioni pessime, in pratica una prigione, in attesa di una decisione sul suo status di rifugiato politico. In sostanza, sara' confinato in una struttura simile a una prigione per un anno o piu'.
4. Detenuto al campo profughi, perde la stanza in cui viveva perche' non potra' piu' permettersi di pagare l'affitto. Questo significa che, se anche venisse rilasciato, si ritroverebbe senza casa per qualche tempo. Purtroppo non abbiamo un rifugio per gli obiettori di coscienza.
5. Il rischio di espulsione in Bielorussia e di incarcerazione per la sua partecipazione ad azioni a sostegno degli obiettori di coscienza bielorussi permane.
Dal 19 giugno 2023 la Migrazione ha concesso a Vitali un avvocato gratuito per appellarsi alla decisione. Tuttavia, l'avvocato gratuito non risponde alle sue chiamate da due giorni.
Il 20 giugno 2023 Vitali viene rinchiuso da solo in una stanza che si potrebbe definire una cella di prigione. Le finestre sono sbarrate. Il cibo gli viene fornito senza cucchiaio e forchetta. Nella cella, chiusa dall'esterno, dove Vitali e' detenuto, il pulsante di chiamata e' stato disattivato, quindi se dovesse avere un problema cardiaco all'interno della cella, non sarebbe in grado di chiamare i soccorsi e potrebbe morire. Ha provato a premere il pulsante per controllare, ma non e' arrivato nessuno.
Chiediamo ad organizzazioni internazionali come il BEOC o Amnesty International di domandare il permesso di ispezionare le condizioni di vita nel campo e di visitare Vitali.
Gia' da tempo lavoriamo per migliorare la situazione nei campi profughi, dove le persone sono tenute in condizioni deplorevoli.
Inoltre, sono necessarie risorse per sostenere Vitali, tra cui almeno un avvocato di fiducia, e spese di sostentamento.
Chiediamo il vostro sostegno e la vostra solidarieta'. Sarebbe molto apprezzato se la vostra organizzazione potesse inviare lettere di sostegno a Vitali e alla sua posizione di coscienza.
Gli errori giovanili, commessi sotto l'influenza della propaganda militarista, in particolare il servizio militare, non dovrebbero servire come base per il divieto di ingresso nell'UE, la deportazione in Bielorussia, il rifiuto del permesso di soggiorno o la cancellazione dello status di rifugiato.
Dobbiamo fare in modo che gli uomini bielorussi abbiano la possibilita' di rifiutare l'arruolamento obbligatorio, di rifiutare le armi ed evitare di essere mobilitati nell'esercito bielorusso per la campagna in Ucraina.
Chiediamo il vostro aiuto: inviate una lettera di sostegno al nostro amico obiettore di coscienza bielorusso, che rischia di scontare una lunga pena detentiva in Bielorussia per azioni a sostegno degli obiettori di coscienza bielorussi.
Vi invitiamo a inviare una lettera di sostegno al Dipartimento per le migrazioni lituano all'indirizzo info at migracija.gov.lt, con CC al Centro internazionale per le iniziative civili "Our House" all'indirizzo info at nash-dom.info. Il vostro sostegno sara' molto apprezzato.
Cari saluti,
Olga Karach per "Our House"
Vilnius, 20 giugno 2023
2. SOLIDARIETA'. MOVIMENTO NONVIOLENTO: SOSTEGNO INTERNAZIONALE URGENTE. OBIEZIONE DI COSCIENZA ANCHE IN BIELORUSSIA
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]
Dopo l'Ucraina e la Russia, anche la Bielorussia registra i primi casi di obiettori di coscienza politici che rifiutano di partecipare alla mobilitazione militare per la guerra in corso.
Dvarashyn Vitali e' un obiettore sostenuto dai movimenti nonviolenti che sta affrontando la prospettiva di scontare una lunga pena detentiva in Bielorussia.
Vitali, classe 1969, nel 1990 era entrato nell'esercito. Tuttavia, dopo aver maturato una coscienza antimilitarista, ha preso la decisione di rifiutarsi di imbracciare le armi e si e'è dimesso volontariamente dal servizio, lasciando l'esercito il 15 luglio 1998. Da allora ha condotto una vita pacifica ed ha evitato qualsiasi coinvolgimento con il mondo militare.
Nel 2020 Vitali ha anche partecipato alle proteste bielorusse contro le elezioni falsificate dal regime di Lukashenko. Vitali, insieme ad altri del movimento democratico, ha bloccato le strade di Vitebsk per impedire il passaggio dei furgoni della polizia che arrestavano manifestanti disarmati.
Quando inizio' la guerra in Ucraina, Vitali temeva che, in quanto ex militare, sarebbe stato mobilitato con la forza nell'esercito bielorusso e mandato a combattere in Ucraina. Si e' rifugiato in Lituania l'8 marzo 2022 e da allora non e' piu' tornato in Bielorussia, per paura di essere arruolato con la forza. Pochi giorni dopo la partenza di Vitali per la Lituania, gli agenti di polizia sono arrivati al suo indirizzo registrato nella citta' di Vitebsk con un mandato di perquisizione e arresto. Come spiegato alla madre di Vitali dagli agenti di polizia, cio' era dovuto a un procedimento penale avviato contro Vitali nella citta' di Baranovichi per aver definito le forze dell'ordine bielorusse "assassini e carnefici" su Facebook.
Il 15 giugno 2023, l'associazione pacifista bielorussa Our House ha preparato e presentato tutti i documenti necessari affinche' Vitali possa richiedere lo status di rifugiato politico in Lituania.
Il 19 giugno 2023 l'Ufficio migrazione lituano ha rinchiuso Vitali a forza in un campo profughi a 100 chilometri da Vilnius, che e' essenzialmente una struttura simile a una prigione; lo stanno sottoponendo a maltrattamenti basati unicamente sulla sua passata esperienza militare. Ci sono le sbarre alle finestre, gli hanno fornito del cibo ma e' costretto a mangiare senza cucchiaio e forchetta, perche' messo in isolamento.
Permane il rischio della sua espulsione dalla Lituania e deportazione in Bielorussia per la sua partecipazione ad azioni a sostegno degli obiettori di coscienza.
Our House chiede il nostro sostegno, che come Movimento Nonviolento stiamo gia' dando con la Campagna di Obiezione alla guerra.
Siamo invitati ad inviare lettere di sostegno a favore di Vitali e della sua posizione di coscienza.
Vi invitiamo a inviare una lettera di sostegno al Dipartimento della migrazione lituano all'indirizzo info at migracija.gov.lt con CC al Centro internazionale per le iniziative civili "Our House" all'indirizzo info at nash-dom.info
Il nostro supporto sarà molto apprezzato.
Info e aggiornamenti su https://news.house
Movimento Nonviolento
20 giugno 2023
3. REPETITA IUVANT. NEL RICORDO DI DAVID SASSOLI, DALL'ITALIA CORALE LA RICHIESTA DELLA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER, DA 47 ANNI DETENUTO INNOCENTE
Ai destinatari di questo appello chiediamo di diffonderlo ulteriormente: facciamo sentire la voce dell'umanita'.
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Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' detenuto innocente in un carcere di massima sicurezza statunitense.
Condannato all'ergastolo da una giuria razzista, e' stato dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false, e che le cosiddette "prove" contro di lui erano anch'esse false.
Lo stesso pubblico ministero che sostenne l'accusa contro di lui ha successivamente riconosciuto l'errore giudiziario e chiesto la sua liberazione.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli prestigiose personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e Shirin Ebadi, papa Francesco e il compianto presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Due anni fa proprio David Sassoli fu autorevole voce di una rinnovata campagna per la liberazione di Leonard Peltier che coinvolse innumerevoli persone, associazioni ed istituzioni italiane, tra cui i sindaci di alcune delle principali citta'.
L'Onu ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier.
Amnesty International ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier.
Tutte queste voci chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, un simbolo della lotta dei popoli oppressi in difesa dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente, un uomo generoso e coraggioso, un uomo ferocemente perseguitato, un uomo ingiustamente imprigionato da quasi mezzo secolo, un uomo innocente ormai vecchio e malato.
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Nell'imminenza dell'anniversario dello scontro a fuoco di Oglala del 26 giugno 1975, in cui furono uccisi due agenti dell'Fbi e un giovane militante dell'American Indian Movement (scontro a fuoco che faceva seguito a decine di omicidi di nativi americani da parte degli squadroni della morte sostenuti dall'Fbi nell'ambito di una scellerata campagna di persecuzione e di omicidi mirati intesa a reprimere il movimento di resistenza dei nativi americani), si svolgeranno in alcune citta' d'Italia iniziative per la liberazione di Leonard Peltier e di solidarieta' con i popoli nativi americani in lotta contro il genocidio, l'etnocidio e l'ecocidio, per difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e la Madre Terra.
Mitakuye Oyasin.
Free Leonard Peltier.
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I messaggi per richiedere al Presidente statunitense Biden la grazia presidenziale (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
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Per contattare il Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier visitare il sito: www.whoisleonardpeltier.info, e/o scrivere alla e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
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Per una informazione essenziale sulla figura e la lotta di Leonard Peltier segnaliamo alcuni testi fondamentali:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info).
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una breve ma precisa esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
5. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']
Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805
6. REPETITA IUVANT. BLUES DEL TRENO DELLA MORTE
[Raccontava nella presentazione parlata l'anonimo autore di questo blues che aveva cominciato il suo impegno politico quando aveva quattordici anni, bloccando treni occupando binari in nome della dignita' di ogni essere umano; e aggiungeva che da allora non aveva piu' smesso di lottare, e sempre piu' si era accostato alla nonviolenza all'ascolto di Mohandas Gandhi, di Martin Luther King, del movimento delle donne; e affermava di pensare che se in Europa nella prima meta' del Novecento tanta piu' gente si fosse messa sui binari, tante stragi e tanti orrori sarebbero stati evitati; poi tossiva, si schiariva la voce, cominciava a maltrattare la chitarra, e diceva, accennando una subito soffocata intonazione, all'incirca le parole seguenti (la traduzione, frettolosa, è del nostro collaboratore Benito D'Ippolito - che e' anche l'estensore di questa breve nota di presentazione)]
E tu fermalo il treno della morte
col tuo corpo disarmato sui binari
con la voce che si oppone all'urlo roco
delle bombe, delle fruste al vile schiocco.
E tu fermalo il treno della morte
sono pochi gli oppressori, innumerevoli
le vittime, non possono arrestarci
se tutti insieme ce li riprendiamo i diritti, la terra, la vita.
E tu fermalo il treno della morte
con la tua persona fragile sconfiggi
gli apparati e gli strumenti della guerra
e salva il mondo con la tua persona fragile.
E tu fermalo il treno della morte
perche' tu, cosi' indifeso, puoi fermarlo
col tuo corpo, la tua voce, la speranza
che sa unire tante braccia, e sa fermarlo
maledetto il treno nero della morte.
E tu fermalo e cosi' ferma la guerra.
7. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
8. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
9. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
10. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
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11. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
13. NELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: CARISSIMO
- Carissimo...
- Ci conosciamo?
- Come? Non ti ricordi di me?
- Chiedo scusa, ma la mia memoria...
- Non importa, non importa, s'invecchia, si sa...
- Gia', s'invecchia...
- Io pero' di te mi ricordo, mi ricordo bene. Come mai io mi ricordo? Forse perche' mi sono mantenuto piu' giovane, eh?
- Forse.
- E allora, come butta?
- Non saprei.
- E che fai di bello?
- Niente, le solite cose...
- Ah che lo sapevo, sei sempre lo stesso, eh?
- piu' o meno.
- Piu' o meno, che forza, piu' o meno. Ma piu' o meno?
- Piu' meno che piu'.
- Piu' meno che piu', eh? Dai che sei sempre lo stesso.
- Diciamo cosi'.
- E che ci fai qui? Eh, che ci fai?
- Niente, aspetto il treno.
- E certo, e che ci vuoi fare qui alla stazione? Si aspetta il treno, no?
- Si'.
- Per Roma.
- Per Roma, si'.
- Cosi' vai a Roma, eh?
- No, scendo prima.
- Ci avrei scommesso, ci avrei giurato, scendi prima, e' chiaro.
- Si', scendo prima.
- Allora prendi questo treno qua, eh?
- Eh.
- Quando parte, tra cinque minuti, eh?
- Credo di si'.
- E allora bisogna che sali, no?
- Si'.
- Sono proprio contento d'averti rivisto, sai?
- Anch'io, si'.
- E, a proposito, non so se te l'ho gia' detto... ma no che non te l'ho gia' detto, saranno trenta, quarant'anni che non ci si vede...
- Eh, saranno.
- Te lo dico adesso allora: ci ho un cancro.
- Ah.
- Eh.
- Mi dispiace...
- Anche a me, anche a me.
- Non so che dire, se posso fare qualcosa...
- In effetti potresti.
- Ah si'? Allora dimmi.
- Dovrei fare una Tac, ma dovrei farla subito, se aspetto la lista d'attesa della Asl sono gia' morto prima.
- Gia'.
- Cosi' dovrei andare privatamente.
- Certo.
- E non ci ho il becco di un quattrino.
- Ah.
- Sono malattie costose.
- Certo.
- E allora, se potessi darmi una mano...
- Volentieri, se posso...
- Duecento euro. Ecco, adesso l'ho detto.
- Ah, ecco. Lo farei volentieri. Pero' non ce li ho.
- Possibile?
- Eh si'.
- Magari ci hai un bancomat, una carta di credito...
- Veramente non ce li ho, ne' il bancomat ne' la carta di credito.
- Sei sempre lo stesso, il solito selvaggio, come da giovane, eh?
- Eh.
- Facciamo cosi', usiamo lo smartphone, eh?
- Sarebbe il telefonino?
- E certo che sarebbe il telefonino, non dirmi...
- Non ce l'ho il telefonino.
- Non ci hai neanche il telefonino?
- No.
- Quindi non mi aiuti.
- No, aspetta, vedo quello che ho nel portafogli.
- Ecco, bravo, guarda nel portafogli. Ma pensa, saranno trent'anni o quaranta che non ci si vede...
- Ci ho solo questi, ma mi servono.
- Facciamo cosi', mezzi per uno e via.
- Non posso, ci devo arrivare alla fine del mese. Posso darti questi.
- Vorresti dirmi che tu arrivi alla fine del mese con questi quattro spiccioli?
- Eh.
- E non ci hai niente in banca.
- Non ce l'ho un conto in banca.
- Ma come campi?
- Cosi', come sempre.
- Ma a settant'anni...
- Eh.
- E per tutta la vita hai campato cosi'.
- Eh.
- Mannaggia.
- E che ci vuoi fare?
- Niente ci posso fare, pero' mi dispiace.
- E di che?
- Come di che? Che ti sei rovinato la vita cosi'.
- E perche' rovinato? E' andata cosi' e basta. E comunque sono ancora vivo.
- Se e' per questo sono ancora vivo anch'io, con tutto che ci ho il cancro. Pero' almeno un po' me la sono goduta la vita. Niente di che, ma insomma un po' me la sono goduta.
- Mi fa piacere che un po' te la sei goduta e mi dispiace che adesso ci hai il cancro. Ma adesso il treno sta per pertire, devo proprio salire. Li prendi 'sti soldi? Dai, prendili.
- Meglio di niente, certo che da te mi aspettavo... ma vabbe', non fa niente, via.
- Mi dispiace.
- Pure a me, una volta eravamo amici ma adesso neppure ti ricordi piu' chi sono...
- Mi dispiace, mi dispiace veramente.
- E a me no? Sali, sali adesso che parte.
- Allora ciao, e in bocca al lupo per tutto.
- Come no, come no... Ciao. Ciao. Ecco, il treno e' partito. Neppure mi ha chiesto chi ero. La gente e' proprio fessa. Venti euro, meglio che niente, me li gioco subito al gratta e vinci qui al bar della stazione. E poi cerchiamo un altro cliente.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 174 del 23 giugno 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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Numero 174 del 23 giugno 2023
In questo numero:
1. Olga Karach: Chiediamo all'Unione Europea che Dvarashyn Vitali sia riconosciuto come rifugiato politico. Petizione diffusa in Italia dalla Campagna di obiezione alla guerra: sosteniamo gli obiettori di coscienza bielorussi
2. Movimento Nonviolento: Sostegno internazionale urgente. Obiezione di coscienza anche in Bielorussia
3. Nel ricordo di David Sassoli, dall'Italia corale la richiesta della liberazione di Leonard Peltier, da 47 anni detenuto innocente
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
6. Blues del treno della morte
7. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
8. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
9. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
10. Alcuni riferimenti utili
11. Tre tesi
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Omero Dellistorti: Carissimo
1. APPELLI. OLGA KARACH: CHIEDIAMO ALL'UNIONE EUROPEA CHE DVARASHYN VITALI SIA RICONOSCIUTO COME RIFUGIATO POLITICO. PETIZIONE DIFFUSA IN ITALIA DALLA CAMPAGNA DI OBIEZIONE ALLA GUERRA: SOSTENIAMO GLI OBIETTORI DI COSCIENZA BIELORUSSI
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo.
Olga Karach e' fondatrice e coordinatrice dell'associazione pacifista e per i diritti umani bielorussa "Our House", La Nostra Casa. Attualmente vive esule in Lituania, da dove sostiene la campagna nonviolenta a difesa degli obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva]
Dvarashyn Vitali, nato il 12 agosto 1969, si e' diplomato presso la Scuola militare di aviazione e tecnica di Vasylkiv nel 1990 ed e' entrato nell'esercito. Tuttavia, avendo maturato negli anni una coscienza critica, ha deciso di rifiutare di prendere le armi e si e' dimesso volontariamente dal servizio, lasciando l'esercito il 15 luglio 1998. Da allora, ha condotto una vita pacifica e ha evitato qualsiasi coinvolgimento con l'esercito o con altre strutture armate.
Nel 2020 Vitali ha anche partecipato alle proteste bielorusse contro le elezioni presidenziali truccate dal regime di Lokashenko. Si e' impegnato in molti dibattiti sui social media come oppositore del regime. Inoltre, Vitali, insieme ad altri, ha dato vita ad azioni nonviolente bloccando le strade di Vitebsk per impedire il passaggio dei furgoni della polizia che arrestavano manifestanti pacifici e disarmati.
Quando e' iniziata la guerra in Ucraina, Vitali temeva che, in quanto ex militare, sarebbe stato mobilitato con la forza nell'esercito bielorusso e inviato a combattere in Ucraina. L'8 marzo 2022 e' partito come profugo per la Lituania e da allora non e' piu' tornato in Bielorussia per paura di essere arruolato con la forza. Purtroppo, i suoi timori non sono infondati perche' in Bielorussia, dall'inizio della guerra su larga scala in Ucraina, sono in corso controlli su persone idonee alla leva, le cui finalita' non sono chiare. Inoltre, pochi giorni dopo la partenza di Vitali per la Lituania, alcuni agenti di polizia si sono presentati al suo indirizzo registrato nella citta' di Vitebsk con un mandato di perquisizione e di arresto. Come spiegato alla madre di Vitali dagli agenti di polizia, cio' era dovuto a un procedimento penale avviato contro Vitali nella citta' di Baranovichi per aver definito su Facebook le forze dell'ordine bielorusse "assassini e boia".
Da allora, Vitali non e' piu' tornato nella Repubblica di Bielorussia e non ha fatto visita alla sua famiglia a causa delle preoccupazioni per la sua liberta' e la sua vita, oltre che per il timore di essere arruolato nell'esercito. Fino a poco tempo fa, Vitali aveva un permesso di soggiorno lituano e lavorava come autista nella citta' di Mazeikiai. Il 26 aprile 2023 il suo permesso di soggiorno e' stato revocato, unicamente per il fatto di aver prestato servizio nell'esercito bielorusso 20 anni fa, e lo stesso Vitali e' considerato una persona "indesiderabile" sul territorio lituano, con un divieto di ingresso in tutta l'Unione Europea di 5 anni, a causa del suo precedente servizio militare.
Vitali ha presentato ricorso a un tribunale lituano. L'esito sara' noto il 27 giugno 2023.
Quando l'organizzazione pacifista bielorussa Our House ha lanciato la campagna "No significa No" per sostenere il diritto degli obiettori di coscienza di non imbracciare le armi, Vitali si e' impegnato attivamente. Ha partecipato a diverse azioni di protesta davanti all'ambasciata bielorussa a Vilnius, sostenendo il diritto di essere obiettore di coscienza.
Video e foto della sua partecipazione alla Giornata internazionale degli obiettori di coscienza del 15 maggio 2023 e dell'azione di solidarieta' del 22 gennaio 2023 sono stati condivisi sui canali Telegram in una pubblicazione del 16 maggio 2023. Ora Vitali rischia una condanna fino a 7 anni in un carcere bielorusso perche' viene pubblicamente ritratto mentre partecipa ad iniziative pacifiste.
L'11 giugno 2023, i funzionari dei servizi di migrazione e di frontiera lituani hanno tentato di espellere con la forza Vitali in Bielorussia, il che avrebbe comportato la sua automatica incarcerazione per il suo coinvolgimento nella campagna "No Means No".
Il 15 giugno 2023 Vitali ha preparato e presentato tutti i documenti necessari per richiedere lo status di rifugiato politico in Lituania.
Il 19 giugno 2023 la Migrazione lituana ha deportato Vitali in un campo profughi a 100 chilometri da Vilnius, che e' essenzialmente una struttura simile a una prigione, poiche' esiste gia' una decisione di migrazione che vieta il suo ingresso in Lituania.
Stanno sottoponendo questo obiettore di coscienza a maltrattamenti basati unicamente sulla sua passata esperienza militare:
1. Gli viene vietato di entrare in Lituania per 5 anni e nell'Unione Europea per 3 anni, ma in pratica si tratta di un divieto a vita.
2. Ha fatto richiesta di asilo politico, il che significa che gli e' vietato lavorare legalmente in Lituania, come dimostrato dalla prassi passata, almeno per il prossimo anno. Considerando che il governo lituano non fornisce alcuna assistenza, come cibo, alloggio, ecc. la migrazione condanna Vitali a morire di fame o lo costringe a violare le leggi della Lituania e a lavorare illegalmente.
3. Da ieri lo stanno mandando con la forza in un campo profughi dalle condizioni pessime, in pratica una prigione, in attesa di una decisione sul suo status di rifugiato politico. In sostanza, sara' confinato in una struttura simile a una prigione per un anno o piu'.
4. Detenuto al campo profughi, perde la stanza in cui viveva perche' non potra' piu' permettersi di pagare l'affitto. Questo significa che, se anche venisse rilasciato, si ritroverebbe senza casa per qualche tempo. Purtroppo non abbiamo un rifugio per gli obiettori di coscienza.
5. Il rischio di espulsione in Bielorussia e di incarcerazione per la sua partecipazione ad azioni a sostegno degli obiettori di coscienza bielorussi permane.
Dal 19 giugno 2023 la Migrazione ha concesso a Vitali un avvocato gratuito per appellarsi alla decisione. Tuttavia, l'avvocato gratuito non risponde alle sue chiamate da due giorni.
Il 20 giugno 2023 Vitali viene rinchiuso da solo in una stanza che si potrebbe definire una cella di prigione. Le finestre sono sbarrate. Il cibo gli viene fornito senza cucchiaio e forchetta. Nella cella, chiusa dall'esterno, dove Vitali e' detenuto, il pulsante di chiamata e' stato disattivato, quindi se dovesse avere un problema cardiaco all'interno della cella, non sarebbe in grado di chiamare i soccorsi e potrebbe morire. Ha provato a premere il pulsante per controllare, ma non e' arrivato nessuno.
Chiediamo ad organizzazioni internazionali come il BEOC o Amnesty International di domandare il permesso di ispezionare le condizioni di vita nel campo e di visitare Vitali.
Gia' da tempo lavoriamo per migliorare la situazione nei campi profughi, dove le persone sono tenute in condizioni deplorevoli.
Inoltre, sono necessarie risorse per sostenere Vitali, tra cui almeno un avvocato di fiducia, e spese di sostentamento.
Chiediamo il vostro sostegno e la vostra solidarieta'. Sarebbe molto apprezzato se la vostra organizzazione potesse inviare lettere di sostegno a Vitali e alla sua posizione di coscienza.
Gli errori giovanili, commessi sotto l'influenza della propaganda militarista, in particolare il servizio militare, non dovrebbero servire come base per il divieto di ingresso nell'UE, la deportazione in Bielorussia, il rifiuto del permesso di soggiorno o la cancellazione dello status di rifugiato.
Dobbiamo fare in modo che gli uomini bielorussi abbiano la possibilita' di rifiutare l'arruolamento obbligatorio, di rifiutare le armi ed evitare di essere mobilitati nell'esercito bielorusso per la campagna in Ucraina.
Chiediamo il vostro aiuto: inviate una lettera di sostegno al nostro amico obiettore di coscienza bielorusso, che rischia di scontare una lunga pena detentiva in Bielorussia per azioni a sostegno degli obiettori di coscienza bielorussi.
Vi invitiamo a inviare una lettera di sostegno al Dipartimento per le migrazioni lituano all'indirizzo info at migracija.gov.lt, con CC al Centro internazionale per le iniziative civili "Our House" all'indirizzo info at nash-dom.info. Il vostro sostegno sara' molto apprezzato.
Cari saluti,
Olga Karach per "Our House"
Vilnius, 20 giugno 2023
2. SOLIDARIETA'. MOVIMENTO NONVIOLENTO: SOSTEGNO INTERNAZIONALE URGENTE. OBIEZIONE DI COSCIENZA ANCHE IN BIELORUSSIA
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]
Dopo l'Ucraina e la Russia, anche la Bielorussia registra i primi casi di obiettori di coscienza politici che rifiutano di partecipare alla mobilitazione militare per la guerra in corso.
Dvarashyn Vitali e' un obiettore sostenuto dai movimenti nonviolenti che sta affrontando la prospettiva di scontare una lunga pena detentiva in Bielorussia.
Vitali, classe 1969, nel 1990 era entrato nell'esercito. Tuttavia, dopo aver maturato una coscienza antimilitarista, ha preso la decisione di rifiutarsi di imbracciare le armi e si e'è dimesso volontariamente dal servizio, lasciando l'esercito il 15 luglio 1998. Da allora ha condotto una vita pacifica ed ha evitato qualsiasi coinvolgimento con il mondo militare.
Nel 2020 Vitali ha anche partecipato alle proteste bielorusse contro le elezioni falsificate dal regime di Lukashenko. Vitali, insieme ad altri del movimento democratico, ha bloccato le strade di Vitebsk per impedire il passaggio dei furgoni della polizia che arrestavano manifestanti disarmati.
Quando inizio' la guerra in Ucraina, Vitali temeva che, in quanto ex militare, sarebbe stato mobilitato con la forza nell'esercito bielorusso e mandato a combattere in Ucraina. Si e' rifugiato in Lituania l'8 marzo 2022 e da allora non e' piu' tornato in Bielorussia, per paura di essere arruolato con la forza. Pochi giorni dopo la partenza di Vitali per la Lituania, gli agenti di polizia sono arrivati al suo indirizzo registrato nella citta' di Vitebsk con un mandato di perquisizione e arresto. Come spiegato alla madre di Vitali dagli agenti di polizia, cio' era dovuto a un procedimento penale avviato contro Vitali nella citta' di Baranovichi per aver definito le forze dell'ordine bielorusse "assassini e carnefici" su Facebook.
Il 15 giugno 2023, l'associazione pacifista bielorussa Our House ha preparato e presentato tutti i documenti necessari affinche' Vitali possa richiedere lo status di rifugiato politico in Lituania.
Il 19 giugno 2023 l'Ufficio migrazione lituano ha rinchiuso Vitali a forza in un campo profughi a 100 chilometri da Vilnius, che e' essenzialmente una struttura simile a una prigione; lo stanno sottoponendo a maltrattamenti basati unicamente sulla sua passata esperienza militare. Ci sono le sbarre alle finestre, gli hanno fornito del cibo ma e' costretto a mangiare senza cucchiaio e forchetta, perche' messo in isolamento.
Permane il rischio della sua espulsione dalla Lituania e deportazione in Bielorussia per la sua partecipazione ad azioni a sostegno degli obiettori di coscienza.
Our House chiede il nostro sostegno, che come Movimento Nonviolento stiamo gia' dando con la Campagna di Obiezione alla guerra.
Siamo invitati ad inviare lettere di sostegno a favore di Vitali e della sua posizione di coscienza.
Vi invitiamo a inviare una lettera di sostegno al Dipartimento della migrazione lituano all'indirizzo info at migracija.gov.lt con CC al Centro internazionale per le iniziative civili "Our House" all'indirizzo info at nash-dom.info
Il nostro supporto sarà molto apprezzato.
Info e aggiornamenti su https://news.house
Movimento Nonviolento
20 giugno 2023
3. REPETITA IUVANT. NEL RICORDO DI DAVID SASSOLI, DALL'ITALIA CORALE LA RICHIESTA DELLA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER, DA 47 ANNI DETENUTO INNOCENTE
Ai destinatari di questo appello chiediamo di diffonderlo ulteriormente: facciamo sentire la voce dell'umanita'.
*
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' detenuto innocente in un carcere di massima sicurezza statunitense.
Condannato all'ergastolo da una giuria razzista, e' stato dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false, e che le cosiddette "prove" contro di lui erano anch'esse false.
Lo stesso pubblico ministero che sostenne l'accusa contro di lui ha successivamente riconosciuto l'errore giudiziario e chiesto la sua liberazione.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli prestigiose personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e Shirin Ebadi, papa Francesco e il compianto presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Due anni fa proprio David Sassoli fu autorevole voce di una rinnovata campagna per la liberazione di Leonard Peltier che coinvolse innumerevoli persone, associazioni ed istituzioni italiane, tra cui i sindaci di alcune delle principali citta'.
L'Onu ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier.
Amnesty International ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier.
Tutte queste voci chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, un simbolo della lotta dei popoli oppressi in difesa dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente, un uomo generoso e coraggioso, un uomo ferocemente perseguitato, un uomo ingiustamente imprigionato da quasi mezzo secolo, un uomo innocente ormai vecchio e malato.
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Nell'imminenza dell'anniversario dello scontro a fuoco di Oglala del 26 giugno 1975, in cui furono uccisi due agenti dell'Fbi e un giovane militante dell'American Indian Movement (scontro a fuoco che faceva seguito a decine di omicidi di nativi americani da parte degli squadroni della morte sostenuti dall'Fbi nell'ambito di una scellerata campagna di persecuzione e di omicidi mirati intesa a reprimere il movimento di resistenza dei nativi americani), si svolgeranno in alcune citta' d'Italia iniziative per la liberazione di Leonard Peltier e di solidarieta' con i popoli nativi americani in lotta contro il genocidio, l'etnocidio e l'ecocidio, per difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e la Madre Terra.
Mitakuye Oyasin.
Free Leonard Peltier.
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I messaggi per richiedere al Presidente statunitense Biden la grazia presidenziale (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
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Per contattare il Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier visitare il sito: www.whoisleonardpeltier.info, e/o scrivere alla e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
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Per una informazione essenziale sulla figura e la lotta di Leonard Peltier segnaliamo alcuni testi fondamentali:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info).
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una breve ma precisa esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
5. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']
Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805
6. REPETITA IUVANT. BLUES DEL TRENO DELLA MORTE
[Raccontava nella presentazione parlata l'anonimo autore di questo blues che aveva cominciato il suo impegno politico quando aveva quattordici anni, bloccando treni occupando binari in nome della dignita' di ogni essere umano; e aggiungeva che da allora non aveva piu' smesso di lottare, e sempre piu' si era accostato alla nonviolenza all'ascolto di Mohandas Gandhi, di Martin Luther King, del movimento delle donne; e affermava di pensare che se in Europa nella prima meta' del Novecento tanta piu' gente si fosse messa sui binari, tante stragi e tanti orrori sarebbero stati evitati; poi tossiva, si schiariva la voce, cominciava a maltrattare la chitarra, e diceva, accennando una subito soffocata intonazione, all'incirca le parole seguenti (la traduzione, frettolosa, è del nostro collaboratore Benito D'Ippolito - che e' anche l'estensore di questa breve nota di presentazione)]
E tu fermalo il treno della morte
col tuo corpo disarmato sui binari
con la voce che si oppone all'urlo roco
delle bombe, delle fruste al vile schiocco.
E tu fermalo il treno della morte
sono pochi gli oppressori, innumerevoli
le vittime, non possono arrestarci
se tutti insieme ce li riprendiamo i diritti, la terra, la vita.
E tu fermalo il treno della morte
con la tua persona fragile sconfiggi
gli apparati e gli strumenti della guerra
e salva il mondo con la tua persona fragile.
E tu fermalo il treno della morte
perche' tu, cosi' indifeso, puoi fermarlo
col tuo corpo, la tua voce, la speranza
che sa unire tante braccia, e sa fermarlo
maledetto il treno nero della morte.
E tu fermalo e cosi' ferma la guerra.
7. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
8. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
9. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
10. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
11. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
13. NELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: CARISSIMO
- Carissimo...
- Ci conosciamo?
- Come? Non ti ricordi di me?
- Chiedo scusa, ma la mia memoria...
- Non importa, non importa, s'invecchia, si sa...
- Gia', s'invecchia...
- Io pero' di te mi ricordo, mi ricordo bene. Come mai io mi ricordo? Forse perche' mi sono mantenuto piu' giovane, eh?
- Forse.
- E allora, come butta?
- Non saprei.
- E che fai di bello?
- Niente, le solite cose...
- Ah che lo sapevo, sei sempre lo stesso, eh?
- piu' o meno.
- Piu' o meno, che forza, piu' o meno. Ma piu' o meno?
- Piu' meno che piu'.
- Piu' meno che piu', eh? Dai che sei sempre lo stesso.
- Diciamo cosi'.
- E che ci fai qui? Eh, che ci fai?
- Niente, aspetto il treno.
- E certo, e che ci vuoi fare qui alla stazione? Si aspetta il treno, no?
- Si'.
- Per Roma.
- Per Roma, si'.
- Cosi' vai a Roma, eh?
- No, scendo prima.
- Ci avrei scommesso, ci avrei giurato, scendi prima, e' chiaro.
- Si', scendo prima.
- Allora prendi questo treno qua, eh?
- Eh.
- Quando parte, tra cinque minuti, eh?
- Credo di si'.
- E allora bisogna che sali, no?
- Si'.
- Sono proprio contento d'averti rivisto, sai?
- Anch'io, si'.
- E, a proposito, non so se te l'ho gia' detto... ma no che non te l'ho gia' detto, saranno trenta, quarant'anni che non ci si vede...
- Eh, saranno.
- Te lo dico adesso allora: ci ho un cancro.
- Ah.
- Eh.
- Mi dispiace...
- Anche a me, anche a me.
- Non so che dire, se posso fare qualcosa...
- In effetti potresti.
- Ah si'? Allora dimmi.
- Dovrei fare una Tac, ma dovrei farla subito, se aspetto la lista d'attesa della Asl sono gia' morto prima.
- Gia'.
- Cosi' dovrei andare privatamente.
- Certo.
- E non ci ho il becco di un quattrino.
- Ah.
- Sono malattie costose.
- Certo.
- E allora, se potessi darmi una mano...
- Volentieri, se posso...
- Duecento euro. Ecco, adesso l'ho detto.
- Ah, ecco. Lo farei volentieri. Pero' non ce li ho.
- Possibile?
- Eh si'.
- Magari ci hai un bancomat, una carta di credito...
- Veramente non ce li ho, ne' il bancomat ne' la carta di credito.
- Sei sempre lo stesso, il solito selvaggio, come da giovane, eh?
- Eh.
- Facciamo cosi', usiamo lo smartphone, eh?
- Sarebbe il telefonino?
- E certo che sarebbe il telefonino, non dirmi...
- Non ce l'ho il telefonino.
- Non ci hai neanche il telefonino?
- No.
- Quindi non mi aiuti.
- No, aspetta, vedo quello che ho nel portafogli.
- Ecco, bravo, guarda nel portafogli. Ma pensa, saranno trent'anni o quaranta che non ci si vede...
- Ci ho solo questi, ma mi servono.
- Facciamo cosi', mezzi per uno e via.
- Non posso, ci devo arrivare alla fine del mese. Posso darti questi.
- Vorresti dirmi che tu arrivi alla fine del mese con questi quattro spiccioli?
- Eh.
- E non ci hai niente in banca.
- Non ce l'ho un conto in banca.
- Ma come campi?
- Cosi', come sempre.
- Ma a settant'anni...
- Eh.
- E per tutta la vita hai campato cosi'.
- Eh.
- Mannaggia.
- E che ci vuoi fare?
- Niente ci posso fare, pero' mi dispiace.
- E di che?
- Come di che? Che ti sei rovinato la vita cosi'.
- E perche' rovinato? E' andata cosi' e basta. E comunque sono ancora vivo.
- Se e' per questo sono ancora vivo anch'io, con tutto che ci ho il cancro. Pero' almeno un po' me la sono goduta la vita. Niente di che, ma insomma un po' me la sono goduta.
- Mi fa piacere che un po' te la sei goduta e mi dispiace che adesso ci hai il cancro. Ma adesso il treno sta per pertire, devo proprio salire. Li prendi 'sti soldi? Dai, prendili.
- Meglio di niente, certo che da te mi aspettavo... ma vabbe', non fa niente, via.
- Mi dispiace.
- Pure a me, una volta eravamo amici ma adesso neppure ti ricordi piu' chi sono...
- Mi dispiace, mi dispiace veramente.
- E a me no? Sali, sali adesso che parte.
- Allora ciao, e in bocca al lupo per tutto.
- Come no, come no... Ciao. Ciao. Ecco, il treno e' partito. Neppure mi ha chiesto chi ero. La gente e' proprio fessa. Venti euro, meglio che niente, me li gioco subito al gratta e vinci qui al bar della stazione. E poi cerchiamo un altro cliente.
*********************
DONNA, VITA, LIBERTA'
*********************
A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 174 del 23 giugno 2023
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
*
Informativa sulla privacy
E' possibile consultare l'informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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