[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 172



*********************
DONNA, VITA, LIBERTA'
*********************
A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 172 del 21 giugno 2023

In questo numero:
1. Enrico Calamai: Respingere significa uccidere
2. "Tutte le vittime...". Alcune parole dette a Viterbo la mattina del 3 luglio 2016
3. Nel ricordo di David Sassoli, dall'Italia corale la richiesta della liberazione di Leonard Peltier, da 47 anni detenuto innocente
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
6. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
7. Di terracotta e di fibre intrecciate alcuni semplici camminati masticati pensieri per l'otto marzo dell'anno 2020
8. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
9. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
10. Alcuni riferimenti utili
11. Tre tesi
12. Ripetiamo ancora una volta...

1. L'ORA. ENRICO CALAMAI: RESPINGERE SIGNIFICA UCCIDERE
[Dal quotidiano "il manifesto" del 18 giugno 2023 riprendiamo e diffondiamo]

Non ci sono piu' parole in grado di dar voce al dolore e alla rabbia di fronte a quest'ultima, immane strage di migranti, peraltro prevedibile e prevista. Non ci sono piu' parole perche' inevitabile si affaccia l'idea che altre analoghe stragi seguiranno, di cui molte neanche percepite dall'opinione pubblica, perche' avvenute nel nulla mediatico in cui a partire dall'esternalizzazione delle frontiere, sempre piu' a Sud, si attua ormai il momento tragico del respingimento che spesso vuol dire condanna a morte.
Dobbiamo ripetercelo, anche se a rischio di non venir ascoltati: siamo di fronte alla sistematica attuazione di una linea politica concordata dall'intera compagine dell'Unione Europea, sempre piu' divisa e declinata quanto ad orizzonte in chiave atlantica, come deterrente del flusso di migranti che continua a voler varcare i confini dell'Europa Fortezza. Come d'altronde avviene in America del Nord e in Australia.
Ripetiamolo ancora una volta: la globalizzazione non e' stata e non e' l'internazionalizzazione degli esseri umani e delle loro lotte contro le disuguaglianze; la "globalizzazione reale" non e' altro che il neocolonialismo che il mondo occidentale ha avviato a partire dalla fine della Guerra Fredda e che ancora tenta di imporre a quanta piu' parte possibile del resto del mondo, ricorrendo in un modo o nell'altro ancora una volta alla guerra per modificare gli equilibri geopolitici a proprio favore.
I migranti, che da quelle guerre e dalla loro miseria da noi provocata arrivano, ne sono l'altra faccia, coloro cui non e' piu' neanche dato attestarsi sulla soglia della poverta' a casa loro, perche' saccheggiamo le loro risorse naturali, sfruttiamo la loro mano d'opera, devastiamo il loro ambiente, finanziamo guerre, dittature o governi corrotti che ci fanno comodo.
I migranti sono l'altra faccia di un mondo orwelliano, in cui si fa la guerra per la pace, in cui le vittime sono i colpevoli, in cui il nostro benessere posa sulla legge della giungla tutto intorno a noi.
Occorre dirselo: nulla e' piu' contrario oggi ai diritti umani del neoliberismo, non a caso prodotto, come in un laboratorio politico, a partire dal secolo scorso con i colpi di Stato in Cile e in Argentina. Perche' un sistema politico che fa del profitto individuale il suo unico dio e della riduzione della spesa pubblica (tranne che per le armi, beninteso) il suo Vangelo, non puo' accogliere le nude vite di chi viene da noi depredato: sono, nel migliore dei casi, cioe' se muoiono nel viaggio, dei vuoti a perdere, nel peggiore, cioe' se malgrado tutto arrivano, i sovversivi che accampano diritti: il diritto a venir salvati, il diritto a venir assistiti, il diritto all'inclusione in un mondo che dei diritti si riempie la bocca, salvo poi calpestarli appena puo'.
Dobbiamo ripeterlo: le singole morti, i singoli naufragi non sono altro che i tasselli attraverso cui si attua una politica concordata tra i Governi dell'Occidente tutto: l'adozione di un complesso di misure pattizie, di controllo delle frontiere o di omissione di soccorso che, attraverso anche la creazione di un sistema di campi di concentramento a macchia di leopardo, hanno esclusivamente finalita' di deterrenza nei confronti dei flussi migratori che noi stessi provochiamo, costi quello che costi, in termini di vite umane.
E' per dare un nome a questo aberrante nuovo operare degli Stati che e' stato coniato il termine migranticidio, che si richiama, quanto alla carica di orrore che suscita, a quello di genocidio, nelle cui categorie, tassativamente elencate, non puo' essere incluso. Dipende da noi trovare la forza per opporvisi, se non in nome del sempre piu' attualissimo quanto dimenticato monito "Socialismo o barbarie", almeno in nome di quell'etica socratica che accompagna le democrazie fin dal loro primo apparire.

2. REPETITA IUVANT. "TUTTE LE VITTIME...". ALCUNE PAROLE DETTE A VITERBO LA MATTINA DEL 3 LUGLIO 2016

Tutte le vittime fanno parte dell'unica umanita'.
E cosi' ogni uccisione ci colpisce tutte e tutti.
Nessuna causa, nessuna ragione, nessun sistema di valori, nessuna visione del mondo puo' giustificare l'uccisione di un essere umano, poiche' sottrarre la vita a un essere umano, ridurre una persona a corpo inerte, a muto oggetto, a polvere e nulla, con cio' stesso rompe ogni patto di convivenza, distrugge ogni forma di civilta', travolge ed annienta ogni valore, ogni ragione, ogni significato.
*
Gli esseri umani hanno sempre saputo che il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto a non essere ucciso, poiche' senza questo diritto nessun altro diritto si da', e quindi cade ogni patto sociale, ogni forma di convivenza, ogni barlume di civilta'.
Gli esseri umani hanno sempre saputo che rispettare, aiutare e salvare le vite e' il primo comune dovere.
Gli esseri umani hanno sempre saputo che occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; che l'ospitalita', l'accudimento, il prendersi cura del bene dell'altra persona e' il primo istituto civile, l'inizio reale dell'umanizzazione dell'umanita'.
Poiche' ogni essere umano sente, e quindi sa, che l'unica speranza di essere rispettato nel suo diritto a vivere consiste nel suo proprio impegno a rispettare il diritto a vivere degli altri esseri umani; senza del quale impegno vi e' solo l'orrore della guerra di tutti contro tutti, del massacro insensato che puo' trovar fine soltanto con l'universale ecatombe: il delirio del dittatore che cosi' acutamente indago' Elias Canetti.
Tutto cio' gli esseri umani lo hanno sempre saputo, ma mille poteri vampiri e mille sofismi assassini li hanno ottenebrati ed indotti a dilaniarsi senza pieta'. E questo strazio tuttora perdura.
*
Ma nell'epoca aperta da Auschwitz e da Hiroshima, l'epoca dell'organizzazione scientifica e burocratica della disumanizzazione genocida, l'epoca delle armi in grado di cancellare l'intera civilta' umana, quella che Guenther Anders ha chiamato "l'eta' atomica" e che e' il tempo in cui viviamo le nostre vite sospese, non possiamo piu' sottrarci a questa necessaria coscienza, a questa decisiva responsabilita', alla scelta morale e politica fondamentale: non uccidere. Il comandamento "Non uccidere" deve divenire il principio e il criterio del nostro agire, se vogliamo evitare il rischio ogni giorno crescente dell'annichilimento totale dell'umanita'.
*
Occorre illuminare tutte le intelligenze, risvegliare tutte le coscienze: persuadere ogni essere umano del suo diritto alla vita (ed alla dignita', ed alla solidarieta') e quindi dell'eguale diritto alla vita (ed alla dignita', ed alla solidarieta') di ogni altro essere umano.
Ed occorre avviare le azioni costruttive indispensabili ed urgenti.
Innanzitutto il disarmo: poiche' le armi servono a uccidere gli esseri umani.
Innanzitutto la smilitarizzazione: dei conflitti, dei territori, delle societa' e delle culture; all'organizzazione sociale (ed alla formazione della personalita') modellata sulla guerra, sulla gerarchia, sullo sfruttamento e sull'inimicizia occorre opporre e sostituire il paradigma della pace, dell'eguaglianza di diritti, della cooperazione e della condivisione dei beni.
All'adorazione irrazionale della violenza occorre opporre e sostituire la scelta razionale della nonviolenza.
*
E' proprio riconoscendo il carattere fragile e perituro della nostra esistenza che possiamo e dobbiamo scegliere, come indicava Giacomo Leopardi, la piena solidarieta' fra tutti gli esseri umani.
E' proprio riconoscendo l'essenziale pluralita' e la peculiare capacita' creativa degli esseri umani che possiamo e dobbiamo scegliere la via indicata da Hannah Arendt.
E' proprio riconoscendo che secoli di barbarie maschilista e militarista ci hanno portato sull'orlo dell'abisso che possiamo e dobbiamo scegliere la via indicata da Virginia Woolf.
Ponendoci all'ascolto e alla sequela delle grandi figure del nostro tempo testimoni della dignita' umana, da Primo Levi a Nelson Mandela, da Rosa Luxemburg a Germaine Tillion, da Mohandas Gandhi a Martin Luther King, da Simone de Beauvoir a Danilo Dolci, da Dorothy Day a Bianca Guidetti Serra, a innumerevoli altre tutte egualmente luminose.
Ponendoci all'ascolto e alla scuola delle grandi pensatrici e dei grandi pensatori dell'epoca nostra, da Hannah Arendt a Simone Weil, da Emmanuel Levinas a Ernesto Balducci, da Martin Buber a Michel Foucault, da Edith Stein ad Hans Jonas, da Luce Fabbri a Franca Ongaro Basaglia, a tante altre e tanti altri egualmente illuminanti, dalla scuola di Francoforte al movimento femminista.
Occorre scegliere la via del dialogo, della comprensione, della convivenza, del mutuo soccorso, del bene comune.
*
Nel dire il nostro dolore per le sorelle ed i fratelli trucidati, nel dire il nostro orrore per ogni assassinio, in nome di tutte le vittime, in nome dell'umanita' intera, noi chiediamo che cessi questo insensato massacro.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro la guerra e contro tutte le uccisioni.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro il razzismo e contro tutte le persecuzioni.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro il maschilismo e contro tutte le oppressioni.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro ogni ideologia e prassi terrorista e totalitaria, in difesa della dignita' umana.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro ogni ideologia e prassi imperialista e schiavista, in difesa della dignita' umana.
Che ogni persona di volonta' buona si metta all'opera contro ogni ideologia e prassi ecocida, in difesa di quest'unico mondo vivente, casa comune dell'umanita'.
Vi e' una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

3. REPETITA IUVANT. NEL RICORDO DI DAVID SASSOLI, DALL'ITALIA CORALE LA RICHIESTA DELLA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER, DA 47 ANNI DETENUTO INNOCENTE

Ai destinatari di questo appello chiediamo di diffonderlo ulteriormente: facciamo sentire la voce dell'umanita'.
*
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' detenuto innocente in un carcere di massima sicurezza statunitense.
Condannato all'ergastolo da una giuria razzista, e' stato dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false, e che le cosiddette "prove" contro di lui erano anch'esse false.
Lo stesso pubblico ministero che sostenne l'accusa contro di lui ha successivamente riconosciuto l'errore giudiziario e chiesto la sua liberazione.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli prestigiose personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e Shirin Ebadi, papa Francesco e il compianto presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Due anni fa proprio David Sassoli fu autorevole voce di una rinnovata campagna per la liberazione di Leonard Peltier che coinvolse innumerevoli persone, associazioni ed istituzioni italiane, tra cui i sindaci di alcune delle principali citta'.
L'Onu ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier.
Amnesty International ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier.
Tutte queste voci chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, un simbolo della lotta dei popoli oppressi in difesa dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente, un uomo generoso e coraggioso, un uomo ferocemente perseguitato, un uomo ingiustamente imprigionato da quasi mezzo secolo, un uomo innocente ormai vecchio e malato.
*
Nell'imminenza dell'anniversario dello scontro a fuoco di Oglala del 26 giugno 1975, in cui furono uccisi due agenti dell'Fbi e un giovane militante dell'American Indian Movement (scontro a fuoco che faceva seguito a decine di omicidi di nativi americani da parte degli squadroni della morte sostenuti dall'Fbi nell'ambito di una scellerata campagna di persecuzione e di omicidi mirati intesa a reprimere il movimento di resistenza dei nativi americani), si svolgeranno in alcune citta' d'Italia iniziative per la liberazione di Leonard Peltier e di solidarieta' con i popoli nativi americani in lotta contro il genocidio, l'etnocidio e l'ecocidio, per difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e la Madre Terra.
Mitakuye Oyasin.
Free Leonard Peltier.
*
I messaggi per richiedere al Presidente statunitense Biden la grazia presidenziale (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
*
Per contattare il Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier visitare il sito: www.whoisleonardpeltier.info, e/o scrivere alla e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
*
Per una informazione essenziale sulla figura e la lotta di Leonard Peltier segnaliamo alcuni testi fondamentali:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info).
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una breve ma precisa esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".

4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]

3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/

5. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']

Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805

6. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

7. REPETITA IUVANT. DI TERRACOTTA E DI FIBRE INTRECCIATE ALCUNI SEMPLICI CAMMINATI MASTICATI PENSIERI PER L'OTTO MARZO DELL'ANNO 2020

1. La catastrofe
La societa' umana fondata sul dominio di un genere sull'altro mi sembra ormai giunta alla sua catastrofe.
La societa' umana fondata sullo sfruttamento illimitato della limitata natura mi sembra ormai giunta alla sua catastrofe.
La societa' umana fondata sulla violenza come primo e supremo regolatore dei conflitti mi sembra ormai giunta alla sua catastrofe.
*
2. La cooperazione
Solo riconoscendo che siamo un'unica umanita' in un unico mondo vivente possiamo salvarci.
Solo riconoscendo che in quanto umanita' non siamo altra cosa dal mondo vivente, ma ne siamo insieme parte e custodi, possiamo salvarci.
Solo riconoscendo che occorre porre a fondamento del nostro agire la solidarieta', la responsabilita' e la condivisione possiamo salvarci.
*
3. La storia come storia della resistenza e della liberazione
Di tutti i movimenti storici che si sono adoperati in pro dell'umanita' intera solo il movimento di liberazione delle donne ha sempre lottato contro il dominio di una parte dell'umanita' su un'altra.
Di tutti i movimenti storici che si sono adoperati in pro dell'umanita' intera solo il movimento di liberazione delle donne ha sempre lottato in difesa del mondo vivente, ha sempre agito per affermare la vita e non per imporre la morte.
Di tutti i movimenti storici che si sono adoperati in pro dell'umanita' intera solo il movimento di liberazione delle donne ha sempre lottato contro la violenza.
*
4. La politica prima
Giunti a questo crinale apocalittico si disvela che solo la scelta nitida e intransigente della nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
La nonviolenza che e' femminista, ecologista, socialista e libertaria, poiche' afferma la diversita', la dignita' e la liberta' di ogni persona, l'eguaglianza di diritti di tutte, il rispetto per la vita e per ogni vita, il dovere del recare aiuto e del condividere il bene ed i beni.
La nonviolenza che e' femminista, ecologista, socialista e libertaria, poiche' serba memoria di tutte le vittime, a tutte le vittime presta soccorso, lotta affinche' non vi siano mai piu' vittime.
*
5. Hic et nunc
Salvare le vite.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, oppporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
*
6. L'otto marzo
L'otto marzo e' il giorno in cui l'umanita' fa memoria della presa di coscienza da parte di tutte le oppresse e tutti gli oppressi del fatto cruciale che la violenza maschile e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze, e che quindi solo abolendo la violenza maschile l'umanita' potra' essere libera, solidale, responsabile, felice.
L'otto marzo e' il giorno in cui tutte le oppresse e tutti gli oppressi fanno appello a tutte le persone senzienti e pensanti - e quindi all'umanita' intera - affinche' sia contrastata ed abolita la violenza maschile, e l'umanita' possa finalmente essere umana.
L'otto marzo e' il giorno di lotta che convoca a lottare ogni giorno contro ogni oppressione per la comune liberazione, l'otto marzo e' il giorno di festa che prefigura la liberazione comune, la convivenza che invera l'umanita' dell'umanita', la vittoria della nonviolenza sulla violenza.
*
7. Clara, Rosa e le altre
A Clara Zetkin, a Rosa Luxemburg e a tutte le altre la nostra gratitudine.
A tutte le donne che lottando contro il maschilismo hanno lottato, lottano e lotteranno per la liberazione dell'umanita' intera la nostra gratitudine.
Ed anche a tutti gli uomini che hanno saputo, sanno e sapranno porsi all'ascolto, alla scuola e alla sequela del movimento di liberazione delle donne la nostra gratitudine.
*
8. Il pane e le rose
Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' in cammino.
Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' il cammino.
Il pane e le rose, un solo mondo vivente, una sola umanita'.
*
9. Il miracolo
Mettere al mondo il mondo. Tenere acceso il fuoco nella notte. Condividere il pane e la casa. Ascoltare e parlare. Prendersi cura.
Sapere di essere l'altra persona di ogni altra persona. Agisci verso le altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere. Chi salva una vita salva il mondo. Compilo tu il miracolo del bene.
*
10. Ogni giorno
La nonviolenza sei tu quando ti opponi alla violenza. La nonviolenza sei tu quando fai la cosa giusta. La nonviolenza sei tu quando aiuti chi soffre. Ogni giorno e' l'otto marzo.
Nessuna illusione, nessuna menzogna, nessuna vilta'. Riconoscimento, riconoscenza, misericordia. Ogni giorno e' l'otto marzo.
La violenza maschile, l'ideologia maschilista, il sistema di potere maschile, l'onnidistruttiva oppressione maschile che lacera, mutila, dimidia e strazia l'umanita' intera e devasta e avvelena e distrugge l'intero mondo vivente puo' e deve essere contrastata e sconfitta. L'umanita' puo' essere libera e solidale: per questo lotta il movimento di liberazione delle donne, per questo lotta ogni persona di volonta' buona. Ogni giorno e' l'otto marzo.

8. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI

Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

9. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

10. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

11. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

*********************
DONNA, VITA, LIBERTA'
*********************
A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 172 del 21 giugno 2023
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
*
Informativa sulla privacy
E' possibile consultare l'informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com