[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 165
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 165
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 14 Jun 2023 05:40:49 +0200
*********************
DONNA, VITA, LIBERTA'
*********************
A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 165 del 14 giugno 2023
In questo numero:
1. Carlo Sansonetti: Lavoro minorile, responsabilita' e coscienza
2. "Il manifesto": "Pace con mezzi pacifici. Cessate il fuoco e negoziati ora"
3. L'apartheid, la strage degli innocenti, i lager
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
6. Cristina Piccino: Kaouther Ben Hania, vissuti di donne nello spazio della parola
7. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Alcuni riferimenti utili
10. Tre tesi
11. Ripetiamo ancora una volta...
12. Alcune poesie di Wislawa Szymborska
1. TESTIMONIANZE. CARLO SANSONETTI: LAVORO MINORILE, RESPONSABILITA' E COSCIENZA
[Riceviamo e diffondiamo.
Per conoscere e sostenere l'esperienza di solidarieta' concreta di "Sulla strada" si visiti il sito: www.sullastrada.org]
Se, nella nostra immaginazione, arrivassimo in un paese o una citta' dove, ogni giorno, vedessimo tutti gli adulti giocare dalla mattina alla sera, senza mai andare a lavorare, ne avremmo certo una sorpresa mista a un senso di amarezza, di ribrezzo e anche di sconfitta del senso della responsabilita'.
Cosa dobbiamo pensare allora quando, nella realta', si arriva in paesi dove e' regola che tutte le bambine e tutti i bambini, invece di giocare e di andare a scuola, lavorano tutti i giorni, tutto il giorno? Non avremmo forse una sorpresa mista a un senso di amarezza, di raccapriccio e di ribellione per la sconfitta dell'ingenuita', della semplicita' e del bisogno di imparare di quelle bambine e di quei bambini? E' proprio quello che ci e' successo piu' di venti anni fa arrivando al villaggio de La Granadilla, in Guatemala. Per questo non siamo rimasti con le mani in mano, ma da allora ci siamo impegnati - e continuiamo ostinatamente a farlo! - per liberare quelle bambine e quei bambini dai meccanismi perversi delle logiche del Mercato, che li costringono ad un lavoro coatto con la polvere da sparo.
Il lavoro e' roba da adulti, non da bambini, perche' il lavoro e' una grande responsabilita': con esso non soltanto si portano i soldi per la vita della propria famiglia, ma si apportano anche valori, novita', risorse ed elementi per far crescere l'umanita' tutta.
Il capitalismo, che bada soltanto ai soldi, e' il nemico assoluto della coscienza che il lavoro e' la grande responsabilita' di far crescere non solo se stessi, la propria azienda, la propria famiglia o la propria nazione, ma proprio l'intera umanita'.
Di questa coscienza i bambini non possono (ne' debbono) essere ancora caricati!
Per questo dico che il lavoro e' roba da adulti, infatti solo gli adulti hanno avuto l'opportunita', nel tempo, di far crescere la propria coscienza in quella direzione.
Solo svolgendo il lavoro con questa coscienza arriveremo presto a distruggere i meccanismi perversi che fanno del Mercato del lavoro un ingranaggio che stritola l'essere umano per aumentare il capitale e a fare del lavoro quello che realmente e': partecipazione alla grande opera di creare un'unica umanita'.
Nella loro identita' piu' profonda, infatti, gli esseri umani non sono individui scollegati tra di loro che si realizzano ciascuno per conto proprio, ma sono popolo. Essi si realizzano pienamente solo quando diventano tutti una sola umanita'.
Non forziamo percio' i bambini ad avere questa coscienza, lasciamoli essere quello che sono: leggerezza e bellezza della vita, a cui noi dobbiamo guardare per tendere e arrivare ad esse, da adulti, attraverso quel lavoro che libera dalle schiavitu' e dalla tristezza.
2. INCONTRI E APPELLI. "IL MANIFESTO": "PACE CON MEZZI PACIFICI. CESSATE IL FUOCO E NEGOZIATI ORA"
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 giugno 2023 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Pace con mezzi pacifici. Cessate il fuoco e negoziati ora" e il sommario "Crisi ucraina. Al termine del vertice che in Austria ha riunito la societa' civile internazionale e' stata diffusa la "Dichiarazione di Vienna" per una settimana di mobilitazione globale"]
Dopo due intensi giorni di lavoro e confronto e' stata diffusa dai promotori del Vertice di Vienna per la Pace la Dichiarazione finale della societa' civile internazionale, che verra' inviata ai leader politici di tutto il mondo invitandoli ad agire in sostegno di un cessate il fuoco e di negoziati in Ucraina.
Un risultato importante - a cui hanno contribuito le realta' italiane della coalizione "Europe for Peace" tra gli organizzatori del vertice - £che permettera' al movimento pacifista internazionale di lavorare congiuntamente nei prossimi mesi a percorsi di pace giusta e possibile". Con un cammino verso la pace "che deve basarsi sui principi della sicurezza comune, del rispetto internazionale dei diritti umani e dell'autodeterminazione di tutte le comunita'. "E con un prossimo appuntamento gia' definito: nella Dichiarazione finale del vertice si legge infatti l'invito alla societa' civile di tutti i Paesi ad unirsi per la realizzazione di "una settimana di mobilitazione globale (da sabato 30 settembre a domenica 8 ottobre 2023) per un cessate il fuoco immediato e per negoziati di Pace che pongano fine a questa guerra".
*
Di seguito il testo della "Dichiarazione di Vienna per la Pace" elaborata dalle organizzazioni partecipanti al Vertice.
Noi, organizzatori del Vertice internazionale per la Pace in Ucraina, chiediamo ai leader di tutti i Paesi di agire a sostegno di un immediato cessate il fuoco e di negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina. Siamo una coalizione ampia e politicamente diversificata che rappresenta i movimenti per la Pace e la societa' civile, compresi i credenti, in molti Paesi.
Siamo fermamente uniti nella convinzione che la guerra sia un crimine contro l'umanita' e che non esista una soluzione militare alla crisi attuale. Siamo profondamente allarmati e rattristati dalla guerra. Centinaia di migliaia di persone sono state uccise e ferite, e milioni di persone sono sfollate e traumatizzate.
Citta' e villaggi in tutta l'Ucraina, cosi' come l'ambiente naturale, sono stati distrutti. Morti e sofferenze ben piu' gravi potrebbero ancora verificarsi se il conflitto dovesse degenerare fino all'uso di armi nucleari, un rischio che oggi e' piu' alto di qualsiasi altro momento dalla crisi dei missili di Cuba. Condanniamo l'invasione illegale dell'Ucraina da parte della Russia.
Le istituzioni create per garantire la Pace e la sicurezza in Europa hanno fallito e il fallimento della diplomazia ha portato alla guerra. Ora la diplomazia e' urgentemente necessaria per porre fine al conflitto armato prima che distrugga l'Ucraina e metta in pericolo l'umanita'.
Il cammino verso la Pace deve basarsi sui principi della sicurezza comune, del rispetto internazionale dei diritti umani e dell'autodeterminazione di tutte le comunita'. Sosteniamo tutti i negoziati che possano rafforzare la logica della Pace invece dell'illogica della guerra.
Affermiamo il nostro sostegno alla societa' civile ucraina che difende i propri diritti. Ci impegniamo a rafforzare il dialogo con coloro che in Russia e Bielorussia mettono a rischio la propria vita per opporsi alla guerra e proteggere la democrazia. Invitiamo la societa' civile di tutti i Paesi a unirsi a noi in una settimana di mobilitazione globale (da sabato 30 settembre a domenica 8 ottobre 2023) per un cessate il fuoco immediato e per negoziati di Pace che pongano fine a questa guerra.
Vienna, 11 giugno 2023
3. L'ORRORE E L'INDIFFERENZA. L'APARTHEID, LA STRAGE DEGLI INNOCENTI, I LAGER
L'Italia ormai da decenni e' un regime di apartheid, di segregazione razzista e schiavista.
Si fa finta di niente, ma questa e' la scellerata, l'infame, l'abominevole realta'.
*
L'Italia ormai da decenni e' responsabile (insieme all'intera Unione Europea) della strage degli innocenti nel Mediterraneo.
Si fa finta di niente, ma questa e' la scellerata, l'infame, l'abominevole realta'.
*
L'Italia e' la principale sostenitrice delle violenze sui migranti e dei lager per migranti in Libia.
Si fa finta di niente, ma questa e' la scellerata, l'infame, l'abominevole realta'.
*
Il governo neofascista italiano sta facendo di tutto (insieme ai vertici dell'Unione Europea) per persuadere il dittatore tunisino a realizzare anche in Tunisia altri lager per migranti.
Si fa finta di niente, ma questa e' la scellerata, l'infame, l'abominevole realta'.
+
Cosa si aspetta a insorgere nonviolentemente contro la violenza razzista e stragista?
Cosa si aspetta a insorgere nonviolentemente contro la schiavitu' e i lager?
Cosa si aspetta a insorgere nonviolentemente per salvare tutte le vite?
Cosa si aspetta a insorgere nonviolentemente in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
5. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']
Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805
6. INTERVISTA. CRISTINA PICCINO: KAOUTHER BEN HANIA, VISSUTI DI DONNE NELLO SPAZIO DELLA PAROLA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 5 giugno 2023 riprendiamo e diffondiamo la seguente intervista dal titolo "Kaouther Ben Hania, vissuti di donne nello spazio della parola" e il sommario "Conversazione con la regista tunisina sul suo nuovo film, Les filles d'Olfa. La relazione madre e figlia, l'adolescenza, la violenza del patriarcato, il Daesh, la Tunisia oggi"]
Les filles d'Olfa sono due adolescenti belle, spigliate davanti alla macchina da presa, parlano della loro vita che e' campo/controcampo alle parole della madre, Olfa. E in questo intreccio di voci, a cui si aggiungono pian piano anche quelle delle altre due sorelle "fuori del quadro", solo dette, prende vita una narrazione stratificata che ci dice di una madre violenta, portatrice di un ordine patriarcale di cui a sua volta ha subito le aggressioni. Chi sono allora Olfa e le sue figlie? Donne in una Tunisia in tumulto, povere ancora piu' schiacciate dal dolore per la scelta delle sorelle maggiori di raggiungere appena adolescenti lo "stato islamico", e ora sono in prigione in Libia. Come raccontare questa storia oggi? E' da qui che parte Kaouther Ben Ania componendo i frammenti di queste vite e di queste storie in un dispositivo filmico di costante mise en abyme, in cui le sue protagoniste sono se' stesse e personaggi, e dove anche lei viene interrogata. Ne abbiamo parlato con la regista nei giorni del festival di Cannes dove Les filles d'Olfa (nelle sale italiane prossimamente) era in concorso - e ha vinto il premio per il miglior documentario.
*
- Da cosa e' nato questo film?
- Volevo raccontare una storia di donne, di madre e di figlie, indagare questo rapporto che si idealizza. Olfa e' insieme dolce e mostruosa, e' un personaggio che rappresenta uno spettro molto ampio di contraddizioni, e questo mi interessa molto al cinema. Non mi piacciono le figure manichee, penso che siamo tutti multidimensionali, che siamo al tempo stesso sublimi e sordidi. Inoltre Olfa ha piena coscienza del suo modo di essere, della sua "mostruosita'", e questo e' molto forte. Io non volevo ne' giudicarla ne' condannarla, non e' il mio ruolo, ho cercato invece di capire il perche' della sua violenza. Molto rimanda a come e' cresciuta, in una famiglia di sole donne, circondate dalla violenza al punto che ha deciso di "diventare l'uomo della famiglia" - si e' tagliata i capelli, fatta i muscoli per difendere se', la madre e le sorelle; nella giovinezza ha conosciuto solo il linguaggio della violenza e sappiamo che se si e' segnati dalla violenza si finisce per perpetuarla. Le figlie lo dicono chiaramente che non e' cattiva ma che ha fatto subire loro quello che ha subito lei.
*
- Olfa pero' e' dentro certi codici, nelle liti con le figlie maggiori preferisce il velo ai capelli blu.
- Ha introiettato il patriarcato, quando dice che e' diventata un uomo non si tratta solo dell'aspetto fisico; Olfa riproduce i codici del patriarcato che applica sulle figlie per proteggerle, e invece finisce per perderle.
*
- Lei e' presente nel film, sul set viene chiamata in causa, il suo punto di vista su Olfa e le figlie e' molto chiaro. In che modo si e' messa in gioco?
- Ho iniziato a lavorare al film nel 2016, con Olfa e le figlie abbiamo imparato a conoscerci, e siamo riuscite a costruire una relazione molto forte. Questo mi ha permesso di porre questioni non semplici in una vicenda cosi' tragica e legata all'intimita'. Ci sono stati momenti critici, e anche parecchie tensioni, alcune le ho tenute nel film. Ma il margine di sorpresa e' l'aspetto che piu' mi piace nel documentario; non si possono prevedere le reazioni dei personaggi, nella finzione tutto e' scritto, nel documentario sono loro che reagiscono e io mi adatto, sono la prima spettatrice del mio film.
*
- Quale e' stata invece la difficolta' maggiore?
- Forse creare una coerenza in una storia che era talmente complicata. Il reale non e' sceneggiato ma caotico, dovevo costruire un senso, dei legami tra gli avvenimenti che sono molti e vanno in piu' direzioni. Come dare forma a questa narrazione, renderla comprensibile allo spettatore senza fare un film di cinque ore, ottenere questa economia con un dispositivo a piu' livelli sono state le sfide del film.
*
- Le sorelle che hanno scelto il Daesh sono raccontate dalle altre due e dalla madre. La loro adesione all'ideologia radicale sembra rapida, ma questo percorso rimane fuori campo.
- Non del tutto, ne parlano appunto le piu' giovani, ma loro non ci sono, non ho le loro voci, il loro punto di vista e per onesta' intellettuale mi sono fermata alla madre e alle sorelle che danno indicazioni alle attrici che le interpretano. Ho cercato di capire le ragioni della loro radicalizzazione, credo che siano molteplici, rimandano all'infanzia e al contesto politico del momento.
*
- Pensa che dopo la rivoluzione in Tunisia i casi di radicalizzazione siano aumentati?
- Si', anche se non si deve dimenticare che nella regione ci sono stati molti sconvolgimenti tra cui l'arrivo del Daesh in Siria. Gramsci dice che quando il vecchio mondo muore e il nuovo tarda a venire nel chiaroscuro tra i due nascono i mostri; e' un po' quello che e' successo in Tunisia, c'e' stata una rivoluzione, il vecchio mondo e' morto e i frutti della rivoluzione non ci sono ancora. Queste ragazze si sono trovate nel pieno dell'adolescenza li'.
*
- Hanno mai cercato di tornare?
- Ci sono diverse interviste con loro dopo l'arresto che non ho messo nel film in cui dicono di essersi pentite; avevano 15 o 16 anni, la loro non e' stata una decisione cosciente, hanno seguito un impulso per fuggire dalla madre con l'idea di morire e andare in paradiso. Non so cosa accadra' nel loro futuro, la decisione spetta al governo tunisino ma sono storie complicate, i governi non si sentono sicuri, e' piu' facile tenere queste persone lontane.
*
- Il dispositivo del film all'inizio e' molto spiazzante per lo spettatore, questo entrare e uscire dalla storia, dai personaggi senza capire bene se si e' davanti a delle attrici o no: lo aveva in mente dall'inizio?
- Ho cominciato con un documentario classico di osservazione ma non funzionava, non c'era il passato e non sapevo come convocarlo. Non sapevo come Olfa e le figlie che sono personaggi potevano dirmi cio' che cercavo, e io avevo bisogno degli strumenti del cinema per analizzare i loro ricordi. Ho messo in scena un "reenactment" che oggi e' anche un cliche' del documentario, l'ho cambiato cercando il dialogo in un laboratorio sulla parola, sul suo uso e sul suo significato.
7. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
10. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
11. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
12. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI WISLAWA SZYMBORSKA
[Riproponiamo ancora una volta alcune poesie di Wislawa Szymborska estratte da Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009, a cura di Pietro Marchesani.
Wislawa Szymborska, poetessa, premio Nobel per la letteratura 1996, e' nata a Bnin, in Polonia, il 2 luglio 1923 ed e' deceduta a Cracovia il primo febbraio 2012; ha studiato lettere e sociologia a Cracovia; dal 1953 al 1981 collaboro' alla rivista "Vita letteraria", nel 1980, sotto lo pseudonimo di Stancykowna, alle riviste "Arka" e "Kultura"; oltre al Nobel ha ricevuto per la sua opera poetica altri importanti riconoscimenti: nel 1954 il Premio per la letteratura Citta' di Cracovia, nel 1963 il Premio del ministero della cultura polacco, nel 1991 il Premio Goethe, nel 1995 il Premio Herder e la Laurea ad honorem dell'Universita' di Poznan "Adam Mickiewicz", nel 1996 il Premio "Pen - Book of the Month Club Translation Prize". Tra le opere di Wislawa Szymborska in edizione italiana: La fiera dei miracoli, Scheiwiller, Milano 1994; Gente sul ponte, Scheiwiller, Milano 1996; La fine e l'inizio, Scheiwiller, Milano 1997; Trittico: tre poesie di Wislawa Szymborska, tre collage di Alina Kaczylska, Scheiwiller, Milano 1997; 25 poesie, Mondadori, Milano 1998; Vista con granello di sabbia, Adelphi, Milano 1998; Taccuino d'Amore, Scheiwiller, Milano 2002; Discorso all'Ufficio oggetti smarriti, Adelphi, Milano 2004; La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009]
Vietnam
Donna, come ti chiami? - Non lo so.
Quando sei nata, da dove vieni? - Non lo so.
Perche' ti sei scavata una tana sottoterra? - Non lo so.
Da quando ti nascondi qui? - Non lo so.
Perche' mi hai morso la mano? - Non lo so.
Sai che non ti faremo del male? - Non lo so.
Da che parte stai? - Non lo so.
Ora c'e' la guerra, devi scegliere. - Non lo so.
Il tuo villaggio esiste ancora? - Non lo so.
Questi sono i tuoi figli? - Si'.
*
Discorso all'Ufficio oggetti smarriti
Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord,
e anche molti dei per via dall'Est all'Ovest.
Mi si e' spenta per sempre qualche stella, svanita.
Mi e' sprofondata nel mare un'isola, e un'altra.
Non so neanche dove mai ho lasciato gli artigli,
chi gira nella mia pelliccia, chi abita il mio guscio.
Mi morirono i fratelli quando strisciai a riva
e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.
Non stavo nella pelle, sprecavo vertebre e gambe,
me ne uscivo di senno piu' e piu' volte.
Da tempo ho chiuso su tutto cio' il mio terzo occhio,
ci ho messo una pinna sopra, ho scrollato le fronde.
Perduto, smarrito, ai quattro venti se n'e' volato.
Mi stupisco io stessa del poco di me che e' restato:
una persona singola per ora di genere umano,
che ha perso solo ieri l'ombrello sul treno.
*
Sulla morte senza esagerare
Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessiture, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure cio'
che attiene al suo mestiere:
ne' scavare una fossa,
ne' mettere insieme una bara,
ne' rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo ne' abilita'.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Piu' d'un bruco
la batte in velocita'.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo ingrato lavoro.
La cattiva volonta' non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
e', almeno finora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova.
Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza,
e' lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non e'.
Non c'e' vita
che almeno per un attimo
non sia stata immortale.
La morte
e' sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno puo' sottrarre
il tempo raggiunto.
*
La fine e l'inizio
Dopo ogni guerra
c'e' chi deve ripulire.
In fondo un po' d'ordine
da solo non si fa.
C'e' chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.
C'e' chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.
C'e' chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c'e' chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.
Non e' fotogenico,
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono gia' partite
per un'altra guerra.
Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.
C'e' chi, con la scopa in mano,
ricorda ancora com'era.
C'e' chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto li' si aggireranno altri
che troveranno il tutto
un po' noioso.
C'e' chi talvolta
dissotterrera' da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasportera' sul mucchio dei rifiuti.
Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.
Sull'erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c'e' chi deve starsene disteso
con una spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.
*
L'odio
Guardate com'e' sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l'odio.
Con quanta facilita' supera gli ostacoli.
Come gli e' facile avventarsi, agguantare.
Non e' come gli altri sentimenti.
Insieme piu' vecchio e piu' giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non e' mai un sonno eterno.
L'insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.
Religione o non religione -
purche' ci si inginocchi per il via.
Patria o no -
purche' si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all'inizio.
Poi corre tutto solo.
L'odio. L'odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti -
malaticci e fiacchi.
Da quando la fratellanza
puo' contare sulle folle?
La compassione e' mai
giunta prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verita':
sa creare bellezza.
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
Magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata.
Innegabile e' il pathos delle rovine
e l'umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
E' un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio,
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante e' pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare, aspettera'.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
- lui solo.
*
La veglia
La veglia non svanisce
come svaniscono i sogni.
Nessun brusio, nessun campanello
la scaccia,
nessun grido ne' fracasso
puo' strapparci da essa.
Torbide e ambigue
sono le immagini nei sogni,
il che puo' spiegarsi
in molti modi.
La veglia significa la veglia
ed e' un enigma maggiore.
Per i sogni ci sono chiavi.
La veglia si apre da sola
e non si lascia sbarrare.
Da essa si spargono
diplomi e stelle,
cadono giu' farfalle
e anime di vecchi ferri da stiro,
berretti senza teste
e cocci di nuvole.
Ne viene fuori un rebus
irrisolvibile.
Senza di noi non ci sarebbero sogni.
Quello senza cui non ci sarebbe veglia
e' ancora sconosciuto,
ma il prodotto della sua insonnia
si comunica a chiunque
si risvegli.
Non i sogni sono folli,
folle e' la veglia,
non fosse che per l'ostinazione
con cui si aggrappa
al corso degli eventi.
Nei sogni vive ancora
chi ci e' morto da poco,
vi gode perfino di buona salute
e ritrovata giovinezza.
La veglia depone davanti a noi
il suo corpo senza vita.
La veglia non arretra d'un passo.
La fugacita' dei sogni fa si'
che la memoria se li scrolli di dosso facilmente.
La veglia non deve temere l'oblio.
E' un osso duro.
Ci sta sul groppone,
ci pesa sul cuore,
sbarra il passo.
Non le si puo' sfuggire,
perche' ci accompagna in ogni fuga.
E non c'e' stazione
lungo il nostro viaggio
dove non ci aspetti.
*
Le tre parole piu' strane
Quando pronuncio la parola Futuro,
la prima sillaba gia' va nel passato.
Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.
Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.
*
Contributo alla statistica
Su cento persone:
che ne sanno sempre piu' degli altri
- cinquantadue;
insicuri a ogni passo
- quasi tutti gli altri;
pronti ad aiutare,
purche' la cosa non duri molto
- ben quarantanove;
buoni sempre,
perche' non sanno fare altrimenti
- quattro, be', forse cinque;
propensi ad ammirare senza invidia
- diciotto;
viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
- settantasette;
dotati per la felicita'
- al massimo poco piu' di venti;
innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
- di sicuro piu' della meta';
crudeli,
se costretti dalle circostanze
- e' meglio non saperlo
neppure approssimativamente;
quelli col senno di poi
- non molti di piu'
di quelli col senno di prima;
che dalla vita prendono solo cose
- quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;
ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
- ottantatre'
prima o poi;
degni di compassione
- novantanove;
mortali
- cento su cento.
Numero al momento invariato.
*
Fotografia dell'11 settembre
Sono saltati giu' dai piani in fiamme -
uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.
La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva
sopra la terra verso la terra.
Ognuno e' ancora un tutto
con il proprio viso
e il sangue ben nascosto.
C'e' abbastanza tempo
perche' si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.
Restano ancora nella sfera dell'aria,
nell'ambito di luoghi
che si sono appena aperti.
Solo due cose posso fare per loro -
descrivere quel volo
e non aggiungere l'ultima frase.
*
Tutto
Tutto -
una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece e' soltanto
un brandello di bufera.
*
Esempio
Una bufera
di notte ha strappato tutte le foglie dell'albero
tranne una fogliolina,
lasciata
a dondolarsi in un a solo sul ramo nudo.
Con questo esempio
la Violenza dimostra
che certo -
a volte le piace scherzare un po'.
*
Vermeer
Finche' quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.
*********************
DONNA, VITA, LIBERTA'
*********************
A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 165 del 14 giugno 2023
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
*
Informativa sulla privacy
E' possibile consultare l'informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
DONNA, VITA, LIBERTA'
*********************
A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 165 del 14 giugno 2023
In questo numero:
1. Carlo Sansonetti: Lavoro minorile, responsabilita' e coscienza
2. "Il manifesto": "Pace con mezzi pacifici. Cessate il fuoco e negoziati ora"
3. L'apartheid, la strage degli innocenti, i lager
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
6. Cristina Piccino: Kaouther Ben Hania, vissuti di donne nello spazio della parola
7. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Alcuni riferimenti utili
10. Tre tesi
11. Ripetiamo ancora una volta...
12. Alcune poesie di Wislawa Szymborska
1. TESTIMONIANZE. CARLO SANSONETTI: LAVORO MINORILE, RESPONSABILITA' E COSCIENZA
[Riceviamo e diffondiamo.
Per conoscere e sostenere l'esperienza di solidarieta' concreta di "Sulla strada" si visiti il sito: www.sullastrada.org]
Se, nella nostra immaginazione, arrivassimo in un paese o una citta' dove, ogni giorno, vedessimo tutti gli adulti giocare dalla mattina alla sera, senza mai andare a lavorare, ne avremmo certo una sorpresa mista a un senso di amarezza, di ribrezzo e anche di sconfitta del senso della responsabilita'.
Cosa dobbiamo pensare allora quando, nella realta', si arriva in paesi dove e' regola che tutte le bambine e tutti i bambini, invece di giocare e di andare a scuola, lavorano tutti i giorni, tutto il giorno? Non avremmo forse una sorpresa mista a un senso di amarezza, di raccapriccio e di ribellione per la sconfitta dell'ingenuita', della semplicita' e del bisogno di imparare di quelle bambine e di quei bambini? E' proprio quello che ci e' successo piu' di venti anni fa arrivando al villaggio de La Granadilla, in Guatemala. Per questo non siamo rimasti con le mani in mano, ma da allora ci siamo impegnati - e continuiamo ostinatamente a farlo! - per liberare quelle bambine e quei bambini dai meccanismi perversi delle logiche del Mercato, che li costringono ad un lavoro coatto con la polvere da sparo.
Il lavoro e' roba da adulti, non da bambini, perche' il lavoro e' una grande responsabilita': con esso non soltanto si portano i soldi per la vita della propria famiglia, ma si apportano anche valori, novita', risorse ed elementi per far crescere l'umanita' tutta.
Il capitalismo, che bada soltanto ai soldi, e' il nemico assoluto della coscienza che il lavoro e' la grande responsabilita' di far crescere non solo se stessi, la propria azienda, la propria famiglia o la propria nazione, ma proprio l'intera umanita'.
Di questa coscienza i bambini non possono (ne' debbono) essere ancora caricati!
Per questo dico che il lavoro e' roba da adulti, infatti solo gli adulti hanno avuto l'opportunita', nel tempo, di far crescere la propria coscienza in quella direzione.
Solo svolgendo il lavoro con questa coscienza arriveremo presto a distruggere i meccanismi perversi che fanno del Mercato del lavoro un ingranaggio che stritola l'essere umano per aumentare il capitale e a fare del lavoro quello che realmente e': partecipazione alla grande opera di creare un'unica umanita'.
Nella loro identita' piu' profonda, infatti, gli esseri umani non sono individui scollegati tra di loro che si realizzano ciascuno per conto proprio, ma sono popolo. Essi si realizzano pienamente solo quando diventano tutti una sola umanita'.
Non forziamo percio' i bambini ad avere questa coscienza, lasciamoli essere quello che sono: leggerezza e bellezza della vita, a cui noi dobbiamo guardare per tendere e arrivare ad esse, da adulti, attraverso quel lavoro che libera dalle schiavitu' e dalla tristezza.
2. INCONTRI E APPELLI. "IL MANIFESTO": "PACE CON MEZZI PACIFICI. CESSATE IL FUOCO E NEGOZIATI ORA"
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 giugno 2023 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Pace con mezzi pacifici. Cessate il fuoco e negoziati ora" e il sommario "Crisi ucraina. Al termine del vertice che in Austria ha riunito la societa' civile internazionale e' stata diffusa la "Dichiarazione di Vienna" per una settimana di mobilitazione globale"]
Dopo due intensi giorni di lavoro e confronto e' stata diffusa dai promotori del Vertice di Vienna per la Pace la Dichiarazione finale della societa' civile internazionale, che verra' inviata ai leader politici di tutto il mondo invitandoli ad agire in sostegno di un cessate il fuoco e di negoziati in Ucraina.
Un risultato importante - a cui hanno contribuito le realta' italiane della coalizione "Europe for Peace" tra gli organizzatori del vertice - £che permettera' al movimento pacifista internazionale di lavorare congiuntamente nei prossimi mesi a percorsi di pace giusta e possibile". Con un cammino verso la pace "che deve basarsi sui principi della sicurezza comune, del rispetto internazionale dei diritti umani e dell'autodeterminazione di tutte le comunita'. "E con un prossimo appuntamento gia' definito: nella Dichiarazione finale del vertice si legge infatti l'invito alla societa' civile di tutti i Paesi ad unirsi per la realizzazione di "una settimana di mobilitazione globale (da sabato 30 settembre a domenica 8 ottobre 2023) per un cessate il fuoco immediato e per negoziati di Pace che pongano fine a questa guerra".
*
Di seguito il testo della "Dichiarazione di Vienna per la Pace" elaborata dalle organizzazioni partecipanti al Vertice.
Noi, organizzatori del Vertice internazionale per la Pace in Ucraina, chiediamo ai leader di tutti i Paesi di agire a sostegno di un immediato cessate il fuoco e di negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina. Siamo una coalizione ampia e politicamente diversificata che rappresenta i movimenti per la Pace e la societa' civile, compresi i credenti, in molti Paesi.
Siamo fermamente uniti nella convinzione che la guerra sia un crimine contro l'umanita' e che non esista una soluzione militare alla crisi attuale. Siamo profondamente allarmati e rattristati dalla guerra. Centinaia di migliaia di persone sono state uccise e ferite, e milioni di persone sono sfollate e traumatizzate.
Citta' e villaggi in tutta l'Ucraina, cosi' come l'ambiente naturale, sono stati distrutti. Morti e sofferenze ben piu' gravi potrebbero ancora verificarsi se il conflitto dovesse degenerare fino all'uso di armi nucleari, un rischio che oggi e' piu' alto di qualsiasi altro momento dalla crisi dei missili di Cuba. Condanniamo l'invasione illegale dell'Ucraina da parte della Russia.
Le istituzioni create per garantire la Pace e la sicurezza in Europa hanno fallito e il fallimento della diplomazia ha portato alla guerra. Ora la diplomazia e' urgentemente necessaria per porre fine al conflitto armato prima che distrugga l'Ucraina e metta in pericolo l'umanita'.
Il cammino verso la Pace deve basarsi sui principi della sicurezza comune, del rispetto internazionale dei diritti umani e dell'autodeterminazione di tutte le comunita'. Sosteniamo tutti i negoziati che possano rafforzare la logica della Pace invece dell'illogica della guerra.
Affermiamo il nostro sostegno alla societa' civile ucraina che difende i propri diritti. Ci impegniamo a rafforzare il dialogo con coloro che in Russia e Bielorussia mettono a rischio la propria vita per opporsi alla guerra e proteggere la democrazia. Invitiamo la societa' civile di tutti i Paesi a unirsi a noi in una settimana di mobilitazione globale (da sabato 30 settembre a domenica 8 ottobre 2023) per un cessate il fuoco immediato e per negoziati di Pace che pongano fine a questa guerra.
Vienna, 11 giugno 2023
3. L'ORRORE E L'INDIFFERENZA. L'APARTHEID, LA STRAGE DEGLI INNOCENTI, I LAGER
L'Italia ormai da decenni e' un regime di apartheid, di segregazione razzista e schiavista.
Si fa finta di niente, ma questa e' la scellerata, l'infame, l'abominevole realta'.
*
L'Italia ormai da decenni e' responsabile (insieme all'intera Unione Europea) della strage degli innocenti nel Mediterraneo.
Si fa finta di niente, ma questa e' la scellerata, l'infame, l'abominevole realta'.
*
L'Italia e' la principale sostenitrice delle violenze sui migranti e dei lager per migranti in Libia.
Si fa finta di niente, ma questa e' la scellerata, l'infame, l'abominevole realta'.
*
Il governo neofascista italiano sta facendo di tutto (insieme ai vertici dell'Unione Europea) per persuadere il dittatore tunisino a realizzare anche in Tunisia altri lager per migranti.
Si fa finta di niente, ma questa e' la scellerata, l'infame, l'abominevole realta'.
+
Cosa si aspetta a insorgere nonviolentemente contro la violenza razzista e stragista?
Cosa si aspetta a insorgere nonviolentemente contro la schiavitu' e i lager?
Cosa si aspetta a insorgere nonviolentemente per salvare tutte le vite?
Cosa si aspetta a insorgere nonviolentemente in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
5. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']
Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805
6. INTERVISTA. CRISTINA PICCINO: KAOUTHER BEN HANIA, VISSUTI DI DONNE NELLO SPAZIO DELLA PAROLA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 5 giugno 2023 riprendiamo e diffondiamo la seguente intervista dal titolo "Kaouther Ben Hania, vissuti di donne nello spazio della parola" e il sommario "Conversazione con la regista tunisina sul suo nuovo film, Les filles d'Olfa. La relazione madre e figlia, l'adolescenza, la violenza del patriarcato, il Daesh, la Tunisia oggi"]
Les filles d'Olfa sono due adolescenti belle, spigliate davanti alla macchina da presa, parlano della loro vita che e' campo/controcampo alle parole della madre, Olfa. E in questo intreccio di voci, a cui si aggiungono pian piano anche quelle delle altre due sorelle "fuori del quadro", solo dette, prende vita una narrazione stratificata che ci dice di una madre violenta, portatrice di un ordine patriarcale di cui a sua volta ha subito le aggressioni. Chi sono allora Olfa e le sue figlie? Donne in una Tunisia in tumulto, povere ancora piu' schiacciate dal dolore per la scelta delle sorelle maggiori di raggiungere appena adolescenti lo "stato islamico", e ora sono in prigione in Libia. Come raccontare questa storia oggi? E' da qui che parte Kaouther Ben Ania componendo i frammenti di queste vite e di queste storie in un dispositivo filmico di costante mise en abyme, in cui le sue protagoniste sono se' stesse e personaggi, e dove anche lei viene interrogata. Ne abbiamo parlato con la regista nei giorni del festival di Cannes dove Les filles d'Olfa (nelle sale italiane prossimamente) era in concorso - e ha vinto il premio per il miglior documentario.
*
- Da cosa e' nato questo film?
- Volevo raccontare una storia di donne, di madre e di figlie, indagare questo rapporto che si idealizza. Olfa e' insieme dolce e mostruosa, e' un personaggio che rappresenta uno spettro molto ampio di contraddizioni, e questo mi interessa molto al cinema. Non mi piacciono le figure manichee, penso che siamo tutti multidimensionali, che siamo al tempo stesso sublimi e sordidi. Inoltre Olfa ha piena coscienza del suo modo di essere, della sua "mostruosita'", e questo e' molto forte. Io non volevo ne' giudicarla ne' condannarla, non e' il mio ruolo, ho cercato invece di capire il perche' della sua violenza. Molto rimanda a come e' cresciuta, in una famiglia di sole donne, circondate dalla violenza al punto che ha deciso di "diventare l'uomo della famiglia" - si e' tagliata i capelli, fatta i muscoli per difendere se', la madre e le sorelle; nella giovinezza ha conosciuto solo il linguaggio della violenza e sappiamo che se si e' segnati dalla violenza si finisce per perpetuarla. Le figlie lo dicono chiaramente che non e' cattiva ma che ha fatto subire loro quello che ha subito lei.
*
- Olfa pero' e' dentro certi codici, nelle liti con le figlie maggiori preferisce il velo ai capelli blu.
- Ha introiettato il patriarcato, quando dice che e' diventata un uomo non si tratta solo dell'aspetto fisico; Olfa riproduce i codici del patriarcato che applica sulle figlie per proteggerle, e invece finisce per perderle.
*
- Lei e' presente nel film, sul set viene chiamata in causa, il suo punto di vista su Olfa e le figlie e' molto chiaro. In che modo si e' messa in gioco?
- Ho iniziato a lavorare al film nel 2016, con Olfa e le figlie abbiamo imparato a conoscerci, e siamo riuscite a costruire una relazione molto forte. Questo mi ha permesso di porre questioni non semplici in una vicenda cosi' tragica e legata all'intimita'. Ci sono stati momenti critici, e anche parecchie tensioni, alcune le ho tenute nel film. Ma il margine di sorpresa e' l'aspetto che piu' mi piace nel documentario; non si possono prevedere le reazioni dei personaggi, nella finzione tutto e' scritto, nel documentario sono loro che reagiscono e io mi adatto, sono la prima spettatrice del mio film.
*
- Quale e' stata invece la difficolta' maggiore?
- Forse creare una coerenza in una storia che era talmente complicata. Il reale non e' sceneggiato ma caotico, dovevo costruire un senso, dei legami tra gli avvenimenti che sono molti e vanno in piu' direzioni. Come dare forma a questa narrazione, renderla comprensibile allo spettatore senza fare un film di cinque ore, ottenere questa economia con un dispositivo a piu' livelli sono state le sfide del film.
*
- Le sorelle che hanno scelto il Daesh sono raccontate dalle altre due e dalla madre. La loro adesione all'ideologia radicale sembra rapida, ma questo percorso rimane fuori campo.
- Non del tutto, ne parlano appunto le piu' giovani, ma loro non ci sono, non ho le loro voci, il loro punto di vista e per onesta' intellettuale mi sono fermata alla madre e alle sorelle che danno indicazioni alle attrici che le interpretano. Ho cercato di capire le ragioni della loro radicalizzazione, credo che siano molteplici, rimandano all'infanzia e al contesto politico del momento.
*
- Pensa che dopo la rivoluzione in Tunisia i casi di radicalizzazione siano aumentati?
- Si', anche se non si deve dimenticare che nella regione ci sono stati molti sconvolgimenti tra cui l'arrivo del Daesh in Siria. Gramsci dice che quando il vecchio mondo muore e il nuovo tarda a venire nel chiaroscuro tra i due nascono i mostri; e' un po' quello che e' successo in Tunisia, c'e' stata una rivoluzione, il vecchio mondo e' morto e i frutti della rivoluzione non ci sono ancora. Queste ragazze si sono trovate nel pieno dell'adolescenza li'.
*
- Hanno mai cercato di tornare?
- Ci sono diverse interviste con loro dopo l'arresto che non ho messo nel film in cui dicono di essersi pentite; avevano 15 o 16 anni, la loro non e' stata una decisione cosciente, hanno seguito un impulso per fuggire dalla madre con l'idea di morire e andare in paradiso. Non so cosa accadra' nel loro futuro, la decisione spetta al governo tunisino ma sono storie complicate, i governi non si sentono sicuri, e' piu' facile tenere queste persone lontane.
*
- Il dispositivo del film all'inizio e' molto spiazzante per lo spettatore, questo entrare e uscire dalla storia, dai personaggi senza capire bene se si e' davanti a delle attrici o no: lo aveva in mente dall'inizio?
- Ho cominciato con un documentario classico di osservazione ma non funzionava, non c'era il passato e non sapevo come convocarlo. Non sapevo come Olfa e le figlie che sono personaggi potevano dirmi cio' che cercavo, e io avevo bisogno degli strumenti del cinema per analizzare i loro ricordi. Ho messo in scena un "reenactment" che oggi e' anche un cliche' del documentario, l'ho cambiato cercando il dialogo in un laboratorio sulla parola, sul suo uso e sul suo significato.
7. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
10. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
11. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
12. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI WISLAWA SZYMBORSKA
[Riproponiamo ancora una volta alcune poesie di Wislawa Szymborska estratte da Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009, a cura di Pietro Marchesani.
Wislawa Szymborska, poetessa, premio Nobel per la letteratura 1996, e' nata a Bnin, in Polonia, il 2 luglio 1923 ed e' deceduta a Cracovia il primo febbraio 2012; ha studiato lettere e sociologia a Cracovia; dal 1953 al 1981 collaboro' alla rivista "Vita letteraria", nel 1980, sotto lo pseudonimo di Stancykowna, alle riviste "Arka" e "Kultura"; oltre al Nobel ha ricevuto per la sua opera poetica altri importanti riconoscimenti: nel 1954 il Premio per la letteratura Citta' di Cracovia, nel 1963 il Premio del ministero della cultura polacco, nel 1991 il Premio Goethe, nel 1995 il Premio Herder e la Laurea ad honorem dell'Universita' di Poznan "Adam Mickiewicz", nel 1996 il Premio "Pen - Book of the Month Club Translation Prize". Tra le opere di Wislawa Szymborska in edizione italiana: La fiera dei miracoli, Scheiwiller, Milano 1994; Gente sul ponte, Scheiwiller, Milano 1996; La fine e l'inizio, Scheiwiller, Milano 1997; Trittico: tre poesie di Wislawa Szymborska, tre collage di Alina Kaczylska, Scheiwiller, Milano 1997; 25 poesie, Mondadori, Milano 1998; Vista con granello di sabbia, Adelphi, Milano 1998; Taccuino d'Amore, Scheiwiller, Milano 2002; Discorso all'Ufficio oggetti smarriti, Adelphi, Milano 2004; La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009]
Vietnam
Donna, come ti chiami? - Non lo so.
Quando sei nata, da dove vieni? - Non lo so.
Perche' ti sei scavata una tana sottoterra? - Non lo so.
Da quando ti nascondi qui? - Non lo so.
Perche' mi hai morso la mano? - Non lo so.
Sai che non ti faremo del male? - Non lo so.
Da che parte stai? - Non lo so.
Ora c'e' la guerra, devi scegliere. - Non lo so.
Il tuo villaggio esiste ancora? - Non lo so.
Questi sono i tuoi figli? - Si'.
*
Discorso all'Ufficio oggetti smarriti
Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord,
e anche molti dei per via dall'Est all'Ovest.
Mi si e' spenta per sempre qualche stella, svanita.
Mi e' sprofondata nel mare un'isola, e un'altra.
Non so neanche dove mai ho lasciato gli artigli,
chi gira nella mia pelliccia, chi abita il mio guscio.
Mi morirono i fratelli quando strisciai a riva
e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.
Non stavo nella pelle, sprecavo vertebre e gambe,
me ne uscivo di senno piu' e piu' volte.
Da tempo ho chiuso su tutto cio' il mio terzo occhio,
ci ho messo una pinna sopra, ho scrollato le fronde.
Perduto, smarrito, ai quattro venti se n'e' volato.
Mi stupisco io stessa del poco di me che e' restato:
una persona singola per ora di genere umano,
che ha perso solo ieri l'ombrello sul treno.
*
Sulla morte senza esagerare
Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessiture, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure cio'
che attiene al suo mestiere:
ne' scavare una fossa,
ne' mettere insieme una bara,
ne' rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo ne' abilita'.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Piu' d'un bruco
la batte in velocita'.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo ingrato lavoro.
La cattiva volonta' non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
e', almeno finora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova.
Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza,
e' lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non e'.
Non c'e' vita
che almeno per un attimo
non sia stata immortale.
La morte
e' sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno puo' sottrarre
il tempo raggiunto.
*
La fine e l'inizio
Dopo ogni guerra
c'e' chi deve ripulire.
In fondo un po' d'ordine
da solo non si fa.
C'e' chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.
C'e' chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.
C'e' chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c'e' chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.
Non e' fotogenico,
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono gia' partite
per un'altra guerra.
Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.
C'e' chi, con la scopa in mano,
ricorda ancora com'era.
C'e' chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto li' si aggireranno altri
che troveranno il tutto
un po' noioso.
C'e' chi talvolta
dissotterrera' da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasportera' sul mucchio dei rifiuti.
Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.
Sull'erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c'e' chi deve starsene disteso
con una spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.
*
L'odio
Guardate com'e' sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l'odio.
Con quanta facilita' supera gli ostacoli.
Come gli e' facile avventarsi, agguantare.
Non e' come gli altri sentimenti.
Insieme piu' vecchio e piu' giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non e' mai un sonno eterno.
L'insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.
Religione o non religione -
purche' ci si inginocchi per il via.
Patria o no -
purche' si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all'inizio.
Poi corre tutto solo.
L'odio. L'odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti -
malaticci e fiacchi.
Da quando la fratellanza
puo' contare sulle folle?
La compassione e' mai
giunta prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verita':
sa creare bellezza.
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
Magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata.
Innegabile e' il pathos delle rovine
e l'umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
E' un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio,
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante e' pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare, aspettera'.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
- lui solo.
*
La veglia
La veglia non svanisce
come svaniscono i sogni.
Nessun brusio, nessun campanello
la scaccia,
nessun grido ne' fracasso
puo' strapparci da essa.
Torbide e ambigue
sono le immagini nei sogni,
il che puo' spiegarsi
in molti modi.
La veglia significa la veglia
ed e' un enigma maggiore.
Per i sogni ci sono chiavi.
La veglia si apre da sola
e non si lascia sbarrare.
Da essa si spargono
diplomi e stelle,
cadono giu' farfalle
e anime di vecchi ferri da stiro,
berretti senza teste
e cocci di nuvole.
Ne viene fuori un rebus
irrisolvibile.
Senza di noi non ci sarebbero sogni.
Quello senza cui non ci sarebbe veglia
e' ancora sconosciuto,
ma il prodotto della sua insonnia
si comunica a chiunque
si risvegli.
Non i sogni sono folli,
folle e' la veglia,
non fosse che per l'ostinazione
con cui si aggrappa
al corso degli eventi.
Nei sogni vive ancora
chi ci e' morto da poco,
vi gode perfino di buona salute
e ritrovata giovinezza.
La veglia depone davanti a noi
il suo corpo senza vita.
La veglia non arretra d'un passo.
La fugacita' dei sogni fa si'
che la memoria se li scrolli di dosso facilmente.
La veglia non deve temere l'oblio.
E' un osso duro.
Ci sta sul groppone,
ci pesa sul cuore,
sbarra il passo.
Non le si puo' sfuggire,
perche' ci accompagna in ogni fuga.
E non c'e' stazione
lungo il nostro viaggio
dove non ci aspetti.
*
Le tre parole piu' strane
Quando pronuncio la parola Futuro,
la prima sillaba gia' va nel passato.
Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.
Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.
*
Contributo alla statistica
Su cento persone:
che ne sanno sempre piu' degli altri
- cinquantadue;
insicuri a ogni passo
- quasi tutti gli altri;
pronti ad aiutare,
purche' la cosa non duri molto
- ben quarantanove;
buoni sempre,
perche' non sanno fare altrimenti
- quattro, be', forse cinque;
propensi ad ammirare senza invidia
- diciotto;
viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
- settantasette;
dotati per la felicita'
- al massimo poco piu' di venti;
innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
- di sicuro piu' della meta';
crudeli,
se costretti dalle circostanze
- e' meglio non saperlo
neppure approssimativamente;
quelli col senno di poi
- non molti di piu'
di quelli col senno di prima;
che dalla vita prendono solo cose
- quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;
ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
- ottantatre'
prima o poi;
degni di compassione
- novantanove;
mortali
- cento su cento.
Numero al momento invariato.
*
Fotografia dell'11 settembre
Sono saltati giu' dai piani in fiamme -
uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.
La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva
sopra la terra verso la terra.
Ognuno e' ancora un tutto
con il proprio viso
e il sangue ben nascosto.
C'e' abbastanza tempo
perche' si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.
Restano ancora nella sfera dell'aria,
nell'ambito di luoghi
che si sono appena aperti.
Solo due cose posso fare per loro -
descrivere quel volo
e non aggiungere l'ultima frase.
*
Tutto
Tutto -
una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece e' soltanto
un brandello di bufera.
*
Esempio
Una bufera
di notte ha strappato tutte le foglie dell'albero
tranne una fogliolina,
lasciata
a dondolarsi in un a solo sul ramo nudo.
Con questo esempio
la Violenza dimostra
che certo -
a volte le piace scherzare un po'.
*
Vermeer
Finche' quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.
*********************
DONNA, VITA, LIBERTA'
*********************
A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 165 del 14 giugno 2023
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
*
Informativa sulla privacy
E' possibile consultare l'informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
- Prev by Date: [Nonviolenza] Telegrammi. 4865
- Next by Date: [Nonviolenza] Telegrammi. 4866
- Previous by thread: [Nonviolenza] Telegrammi. 4865
- Next by thread: [Nonviolenza] Telegrammi. 4866
- Indice: