[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 164



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 164 del 13 giugno 2023

In questo numero:
1. La controffensiva
2. Quid agendum hic et nunc: opporsi alla guerra (e alle stragi e all'ecocidio di cui consiste) con l'azione diretta nonviolenta. Un appello a chi ha orecchie per intendere
3. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa?
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
6. Alessandra Pigliaru: Lo sappiamo tutte che la violenza maschile e' sistemica
7. Sheila Jeffreys: Chi ha cucinato la cena a Adam Smith? Per una teoria economica femminista
8. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
9. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
10. Alcuni riferimenti utili
11. Tre tesi
12. Ripetiamo ancora una volta...

1. NUOVE CRONACHE DI NUSMUNDIA. LA CONTROFFENSIVA

Quelli che non stermino' l'offensiva
li sta sterminando la controffensiva.

2. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM HIC ET NUNC: OPPORSI ALLA GUERRA (E ALLE STRAGI E ALL'ECOCIDIO DI CUI CONSISTE) CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA. UN APPELLO A CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE

La guerra scatenata oltre un anno fa dal folle e criminale autocrate russo contro la popolazione ucraina inerme continua a mietere vittime innocenti.
E continua a provocare nel cuore d'Europa una catastrofe ambientale di proporzioni colossali, di cui pressoche' tutti i mezzi d'informazione tacciono.
E ogni giorno che passa avvicina il pericolo del suo evolvere nella guerra atomica che puo' porre fine alla civilta' umana e devastare irreversibilmente quest'unico mondo vivente che conosciamo.
L'intera umana famiglia dovrebbe prendere coscienza dell'immane tragedia e dell'abissale minaccia, e quindi agire per far cessare immediatamente la guerra imponendo la fine delle ostilita' e l'avvio di negoziati di pace a tutti i governi impazziti e scellerati che assurdamente la guerra alimentano.
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Mentre la parte migliore della popolazione russa continua ad opporsi alla guerra e al fascismo subendo da parte del regime una repressione brutale; e mentre la parte migliore della popolazione ucraina continua a resistere con la scelta della solidarieta' e della nonviolenza all'invasione e alla barbarie, alla guerra e al militarismo, adoperandosi per salvare le vite e difendendo la democrazia e i diritti umani nell'unico modo in cui e' possibile farlo, cioe' opponendosi alle uccisioni, alla militarizzazione e alla tirannia che ne consegue; tragicamente la parte migliore delle popolazioni degli altri paesi europei non riesce o non vuole o non sa contrastare la follia guerriera e riarmista, l'imbarbarimento e la fame di universale annientamento dei propri governi che invece di adoperarsi per la pace continuano ciecamente a fare di tutto affinche' la guerra, e le stragi, e l'ecocidio, continuino, si accrescano, si estendano oltre ogni limite.
La maggior parte delle molte iniziative per la pace che pure si sono svolte in questi mesi di guerra nei paesi dell'Unione Europea hanno avuto come implicito ma effettuale denominatore comune - e mi si stringe il cuore a dirlo - di "non disturbare il manovratore", ovvero di non mettere in reali difficolta' il governo golpista della banalita' del male che con l'invio di armi e la supina obbedienza alla Nato - l'organizzazione terrorista e stragista le cui criminali responsabilita' nell'alimentare la guerra in Europa sono flagranti - ha reso l'Italia compartecipe della guerra e quindi delle stragi di esseri umani e dell'ecocidio in corso in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, articolo che si apre con parole di inequivocabile chiarezza: "L'Italia ripudia la guerra".
Invece disturbare il manovratore occorreva ed occorre; contrastare il governo belligeno e golpista occorreva ed occorre; bloccare l'illegale e criminale invio delle armi assassine occorreva ed occorre; contrastare l'azione scellerata della Nato occorreva ed occorre. Ma questo non e' stato fatto, e tante belle iniziative tanto spettacolari quanto ininfluenti, cosi' come le non molte benemerite e fin luminose azioni di solidarieta' concreta con le vittime che pure per fortuna ci sono state e sempre siano benedette, non bastano ad occultare questa dura realta'.
Eppure e' chiaro e semplice cio' che occorre fare: contrastare materialmente l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra; contrastarla con l'azione diretta nonviolenta.
Occorre bloccare le fabbriche d'armi: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di produrre altri strumenti di morte.
Occorre bloccare i trasporti di armi: occupando e paralizzando i luoghi in cui transitano gli strumenti di morte.
Occorre bloccare le strutture militari: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire in ogni attivita' di preparazione e a sostegno della guerra.
Occorre bloccare le sedi e strutture in Italia della Nato come delle forze armate degli Stati Uniti d'America: circondandole e occludendone gli ingressi cosi' impedendo loro di continuare la guerra di cui sono palesemente "magna pars".
Occorre bloccare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri coinvolti nella guerra: circondandoli e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire nell'illegale sostegno alla guerra e alle stragi e all'ecocidio in corso in Ucraina, impedendo loro di proseguire nella flagrante violazione della Costituzione della Repubblica italiana cui pure tutti i membri del governo hanno giurato fedelta'.
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Beninteso: occorre anche continuare a dire e a fare le tante cose buone che gia' si dicono e si fanno, ed occorre sostenere le molte iniziative di pace nuove o reiterate in corso e in programma da parte di soggetti diversi, quali che siano i loro limiti e le loro fragilita', a condizione che siano iniziative rigorosamente per la pace e rigorosamente democratiche sia nel merito che nel metodo, ovvero orientate a salvare tutte le vite e realizzate in forme rigorosamente nonviolente.
Ripetiamo ancora una volta che si deve continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime; che si deve continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime; che si deve continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato; che si deve continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi e le devastazioni di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre; che si deve continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente; che si deve continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani; che si deve continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino; che si deve continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
Ma se non si passa all'azione diretta nonviolenta tutte queste cose non riusciranno a fermare la guerra. Solo l'azione diretta nonviolenta puo' riuscire ad avviare dal basso l'agire necessario, le decisioni indispensabili: la cessazione delle uccisioni, la costruzione della pace, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta, la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, il rispetto per ogni vita.
Occorre proporre, iniziare, praticare e poi generalizzare l'azione diretta nonviolenta: cominciando con la forza preziosa dei piccoli gruppi delle persone gia' persuase della nonviolenza - le persone che Gandhi chiamava "satyagrahi", le persone persuase della "forza della verita'" - e poi con la forza dell'esempio, della testimonianza che educa al bene, della lotta nonviolenta concreta e coerente, allargare progressivamente la mobilitazione fino allo sciopero generale contro la guerra, se sara' necessario arrivare fino allo sciopero generale per imporre allo stolto e criminale governo italiano di tornare a rispettare non solo l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ma il diritto alla vita di ogni essere umano.
Poi, naturalmente, anche tutto cio' potrebbe non bastare; ma occorre almeno averlo detto, occorre almeno averlo tentato.
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Le circostanze particolari in cui vivo da anni mi impediscono di essere io stesso ad organizzare le azioni dirette nonviolente che mi sembrano possibili e necessarie (e che ho sommariamente elencato sopra); l'ho fatto piu' volte in passato, ma ora mi e' obiettivamente impossibile, e non e' l'ultimo dei miei crucci.
Cosicche', non potendo fare qui e adesso di piu' e di meglio, almeno ho voluto dirle queste cose, sperando che qualcuno le ascolti. E sapendo che questo mio scritto che invita ad opporsi alla guerra, alle stragi e all'ecocidio di cui essa consiste, che invita a contrastare i mercanti di morte e la fabbrica degli omicidi, che invita a difendere il diritto alla vita di ogni vivente, ebbene, e' possibile che venga tacciato dal governo belligeno e golpista e dal solerte suo apparato propagandistico di "istigazione a delinquere", mentre a me sembra che sia piuttosto una esortazione a non delinquere, poiche' dal modesto mio punto di vista - ma anche dal punto di vista della Costituzione repubblicana - a delinquere e' piuttosto chi fa e sostiene la guerra, chi uccide, fa uccidere, fornisce gli strumenti per uccidere, coopera a uccidere e lascia uccidere gli esseri umani, chi devasta e distrugge parti sempre crescenti di quest'unico mondo vivente, di quest'unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Dixi, sed non salvavi animam meam.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.

3. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA?

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
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Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]

3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
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ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/

5. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']

Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805

6. L'ORA. ALESSANDRA PUGLIARU: Lo SAPPIAMO TUTTE CHE LA VIOLENZA MASCHILE E' SISTEMICA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 giugno 2023 riprendiamo e diffondiamo]

Lo sapevamo tutte, che era stata ammazzata. E' cio' che da ieri in moltissime hanno scritto, inondando i social con un hashtag, quando e' stato ritrovato il corpo di Giulia Tramontano, ventinove anni, uccisa dal suo compagno. Dopo averla accoltellata e aver tentato di dare fuoco al cadavere per due volte, non riuscendoci. Il compagno ne ha poi inscenato l'allontanamento volontario in seguito a una discussione. Lo sapevamo tutte, che dopo quel confronto in cui, incinta di sette mesi, Giulia Tramontano era tornata nella loro casa di Senago (nel milanese) per chiedere conto della relazione parallela di lui appena scoperta, non era riuscita ad andare da nessuna parte. Perche' a un livello profondo e' questo un sapere che e' anzitutto un sentire, una vicinanza intima e materiale alle nostre simili, ovunque si trovino.
Che Alessandro Impagnatiello, ora in carcere, abbia confessato il femminicidio e indicato il luogo in cui aveva inteso sbarazzarsi della sua fidanzata, e di suo figlio, e' ulteriore corollario all'epilogo intuibile. Non lo ha potuto fare invece Massimiliano Carpineti, che ieri mattina ha ucciso Pierpaola Romano, perche' dopo averle sparato nell'androne di casa a Torraccia (nord est di Roma) si e' ucciso. Dividevano lo stesso ufficio, erano entrambi in polizia. Che cosa accomuna questi due femminicidi e' intanto che a commetterli sono stati degli uomini. Sono tuttavia le cronache non di "morti annunciate" ma le storie che rendono situati e incarnati i dati della violenza maschile contro le donne e che contano a oggi in Italia (dall'inizio del 2023) 47 donne uccise, di cui 38 in ambito familiare-affettivo. E se il "movente" per l'uccisione di Pierpaola Romano verra' confermato, sono 39.
E' un numero consistente, impariamo almeno a usare le parole giuste, quando ne scriviamo - a qualsiasi titolo - e ne parliamo - in ogni occasione utile - tenendo stretti gli orli di cio' su cui non si deve arretrare nemmeno di un millimetro: non c'e' "passionalita'" nella volonta' deliberata di uccidere una donna. Non c'e' una sorta di corresponsabilita' in una dinamica precisa in cui a morire e' una donna in quanto tale e per aver manifestato il desiderio di andarsene o di agire la propria liberta', anche dicendo di no, preferirei di no.
E' inaccettabile proseguire con questa solfa secondo cui ci saranno state delle avvisaglie precedenti e dunque sono le ragazze, le donne che andrebbero educate "a mettersi in salvo". Nessuna vuole ne' augura a se stessa di essere uccisa mentre e' vero che, nonostante una rivalutazione delle pene (la ministra Roccella ha annunciato ieri che in Cdm ci sara' presto un pacchetto di norme antiviolenza), nonostante le giornate internazionali in cui si fa il punto, la violenza maschile contro le donne non perde la sua fisionomia di fenomeno sistemico e strutturale. Con radici antiche che illuminano la vera questione: quella maschile, di una voracita' proprietaria cosi' prevaricante da risultare impraticabile per chiunque altro tranne che per gli stessi uomini. Anche se dire che li riguarda ormai non e' sufficiente, non basta piu'.
Nel frattempo, mentre i centri antiviolenza sono in perenne affanno, si amplifica la retorica pubblica sulla "vita" e sulla famiglia come societa' "naturale" e inscalfibile. La realta' pero' dice il contrario, e lo dice sui corpi delle donne. Bisogna chiamarli femminicidi, lo sappiamo tutte, siamo nella posizione di poterlo dire anche al presente che lo sappiamo. Da sempre.

7. RIFLESSIONE. SHEILA JEFFREYS: CHI HA CUCINATO LA CENA A ADAM SMITH? PER UNA TEORIA ECONOMICA FEMMINISTA
[Dal sito della "Libreria delle donne di Milano" riprendiamo e diffondiamo questo resoconto, a cura di Mara Accettura, originariamente apparso su "FeministPost" il 30 maggio 2023]

In un recente seminario organizzato da Women's Declaration International nell'ambito della serie di incontri Radical Feminist Perspectives, Sheila Jeffreys - ex-docente di scienze politiche all'Universita' di Melbourne e tra le fondatrici della rete globale WDI - ha tenuto una relazione sul tema Rad Fem Economic Theory...
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Jeffrey e' partita da un suo testo del 2010, a ridosso della crisi finanziaria globale. Si intitolava "Chi ha cucinato la cena a Adam Smith", il cui pensiero ometteva completamente il lavoro non retribuito delle donne. L'homo economicus razionale, al centro del pensiero economico tradizionale, abita un mondo maschile di lavoro retribuito in cui le donne non entrano. Il lavoro delle donne e' per la maggior parte non pagato e non riconosciuto, non viene quindi misurato nei sistemi tradizionali di accounting tipo il PIL.
Come si affronta questo tema dal punto di vista del femminismo radicale e di quello marxista?
L'analisi di Jeffreys si e' incentrata sul diagramma dell'"iceberg" di Maria Mies, femminista marxista ed ecofemminista: l'economia tradizionale non tiene conto di cio' che sta sotto la linea, che e' la stragrande maggioranza di cio' che crea l'economia globale: lavoratori a domicilio, settore informale, lavoro non retribuito delle donne, lavoro minorile, lavoro domestico in generale e colonie interne (all'interno della famiglia) ed esterne (create dalla globalizzazione). "La stragrande maggioranza del lavoro delle donne non rientra nell'economia visibile. Sotto la linea c'e' anche la natura, bene libero. Il costo della pesca che distrugge l'oceano e gli ecosistemi non si vede, ed e' un esempio della distruzione nella creazione dell'economia capitalista. Quello che si vede e' sopra la linea, la vendita del pesce".
Negli anni '80 e' diventato chiaro che il lavoro di cura delle donne sovvenzionava non solo lo stipendio dell'uomo ma anche l'accumulazione del capitale. Il lavoro delle donne era oscurato con la costruzione della donna come madre, moglie, casalinga.
Le femministe marxiste e quelle radicali o materialiste affrontano la questione del lavoro non retribuito delle donne in modi molto diversi. Christine Delphy e Diana Leonard, entrambe materialiste, spiegano che le teoriche femministe socialiste o marxiste vedono il lavoro svolto dalle donne per il capitalismo e non per gli uomini. Fra le due cose c'e' una differenza sostanziale. Per il femminismo radicale invece il lavoro non retribuito e' al servizio diretto degli uomini. Secondo loro sono i capifamiglia maschi a possedere il lavoro delle donne. Non e' necessario avere mezzi di produzione. A parte il lavoro domestico ci sono moltissimi altri tipi di funzioni non retribuite che ruotano attorno alle occupazioni dei mariti - fino al lavoro necessario per garantire il loro benessere emotivo, psicofisico e sessuale - che vanno perdute nelle analisi perche' varie e intime. Dai compiti di segretariato, di hostess, di fundraising, fino all'organizzazione di occasioni sociali e al fornire sostegno morale come psicoterapeute informali. Per arrivare fino al sesso che le donne non vogliono fare, e che forse dovrebbe essere inteso come forma di lavoro non retribuito, dato che queste attivita' fuori casa hanno valore monetario.
Diana Russell scrisse: "Perche' le donne vanno dagli psicoterapeuti e gli uomini dalle prostitute?". Le donne fanno della casa una casa, sorridono, scusano, incoraggiano, simpatizzano, prestano attenzione, il che da' agli uomini un senso di appartenenza.
L'economia tradizionale quindi ha un problema. "Non dice la verita' perche' l'uomo economico razionale, alla base del pensiero economico tradizionale maschile, non e' alla base di cio' che sta accadendo. Il lavoro non retribuito delle donne non e' razionale. Adam Smith disse: "Non e' dalla benevolenza del macellaio o del fornaio che ci aspettiamo la cena ma dal loro interesse". Certo non e' nell'interesse delle donne fare tutto questo lavoro retribuito, dice Marilyn Waring. "Se Adam Smith e' stato nutrito quotidianamente dalla signora Smith certo lui non l'ha menzionato. Certamente non fu ripagata dall'interesse che aveva nel nutrirlo".
Maria Mies ha parlato del concetto di casalinghizzazione (housewifeization). Con la globalizzazione neoliberista degli ultimi anni del '900 molti lavori sono stati casalinghizzati. Uomini e donne hanno dovuto fare piu' di un lavoro, lavori part time, pagati male, senza protezione, camuffati da imprenditoria e self-employment. Che cosa sta succedendo con l'homeworking creato dalla pandemia che ha fatto in modo che molte donne oggi lavorino a casa? Ha questo lavoro uno status superiore?
Jeffreys ha poi parlato del gendering della crisi globale finanziaria, che dimostra che l'homo oeconomicus non e' per nulla razionale. Non viene mai detto che il capitalismo finanziario e' specificamente maschile. Non ci sono molte donne ai posti top della finanza anche se progressi sono stati fatti, l'FMI ha una donna executive. "Il punto e' che gli uomini sono ritenuti responsabili della crisi globale finanziaria e credo che rappresentino non tanto la mascolinita' quotidiana ma un'ipermascolinita' resa potente dal sessismo aggressivo". Non c'e' molta analisi su questo, anche se Linda McDowell ha scritto sulla cultura che impregna il linguaggio della borsa valori: "Alzarsi la gonna" per rivelare la propria posizione. "Averlo duro" per mercato in rialzo. "Palle fuori" per transazione di successo. "Stuprare le carte" per gonfiare le spese. Come possono le donne lavorare in un ambiente del genere? Secondo lei quella cultura in parte puo' spiegare la crisi. Le donne non possono essere pari nella sfera della finanza perche' gli scambi avvengono in arene mascolinizzate tipo golf club, lapdancing club, football club. Gli executives frequentano gli strip club e secondo Jeffreys quando ci sono donne con loro non sanno dove guardare mentre le ragazze mostrano vagina e ano agli uomini. Eppure non rifiutano di andarci perche' fa parte del networking, quindi della loro chance di eguaglianza.
Quindi strip club e prostituzione sono una grossa parte di questa cultura della finanza e del business. Ma la finanza non usa solo la prostituzione per affermare l'ipermascolinita'. C'e' anche l'aspetto del rischio, che e' critico per il modo in cui la mascolinita' costruisce l'ideologia e le pratiche delle corporation, delle banche, dell'industria della finanza. E' un aspetto poco discusso dalla teoria femminista. Il modo in cui il capitalismo e' fondamentalmente costruito attraverso la mascolinita' nel suo funzionamento e' raramente menzionato. Le tre componenti dell'aggressivita', della competizione e del risk-taking sono sottolineate in studi maschili come elementi chiave nella costruzione del capitalismo in relazione alla crisi finanziaria globale e l'assunzione di rischio e' la componente piu' implicata. Ci sono studi che spiegano come nasce l'attitudine al rischio nei ragazzi e valutano risultati dannosi come assunzione di droghe, incidenti, pratiche sessuali pericolose. Questi studi analizzano anche il ruolo dello sport agonistico e di avventura tipo bungee jumping e rafting. Molte aziende stimolano il personale a fare networking attraverso questi sport. La mentalita' che creano e' fondamentale per l'assunzione dei rischi e il modo in cui il capitalismo e' stato impostato. Altre ricerche attribuiscono al testosterone la propensione al rischio. Ma una ricerca ha dimostrato che il testosterone non si alza prima di concludere un affare bensi' dopo.
Il roid rage (rabbia da steroidi) suggerisce che l'uomo economico razionale non e' al comando dell'economia politica internazionale. Ma e' anche un tentativo di descrivere in termini di biologia qualcosa che puo' essere spiegata politicamente e socialmente. Si dice per esempio che le donne non sono molto brave in finanza perche' hanno avversione per il rischio a causa della mancanza di testosterone. Ma donne e ragazze non sono addestrate all'assunzione dei rischi e non vengono elogiate per questo. Mascolinita' e femminilita' sono costruite socialmente e politicamente per adattarsi a posizioni diverse nella gerarchia del dominio maschile. "L'avversione al rischio e' molto positiva. All'epoca della crisi finanziaria le donne sono state chiamate a risolvere i problemi perche' la loro avversione al rischio e' utile all'interno di una economia basata sul correre grandi rischi che possono persino causare la morte".
Anche l'industria del sesso contribuisce all'ipermascolinita' dell'industria finanziaria. Negli Usa gli uomini che dovrebbero regolare l'industria finanziaria utilizzano molto questa industria. Esistono dati che riguardano l'uso di pornografia da parte di dirigenti della SEC. Jeffreys ne ha scritto anche in "La vagina industriale" e "L'imperialismo del pene", anche se all'epoca le sue osservazioni non vennero prese in considerazione. A lei interessava il modo in cui il rischio degli uomini si trasformava in onere per le donne. Le donne non erano responsabili del rischio finanziario eppure dovevano subirlo, vedi nell'economia della cura e dell'assistenza. I tagli ai servizi pubblici sono stati compensati dal lavoro delle donne.
Le donne sono un esercito di riserva di manodopera e possono essere messe alla porta quando i governi falliscono. Gli uomini hanno anche sfogato lo stress della perdita del posto di lavoro e mancanza di soldi sulle donne sotto forma di violenza. Nel 2009 diverse ricerche sottolineavano aumento di violenza domestica. Maria Mies dice che "e' necessario un cambiamento radicale dell'economia politica internazionale, mentre i liberal dicono che dobbiamo solo farci entrare piu' donne: se ci fossero piu' donne, allora gli uomini si comporterebbero meglio, sarebbe meno rischioso e cosi' via. Ma ovviamente i problemi rimangono". Mies dice che il lavoro non retribuito deve essere rispettato e si chiede come sarebbe un'economia in cui la natura sia importante, in cui le donne, i bambini, le persone siano importanti. Un'economia che non si basi sulla colonizzazione e sullo sfruttamento degli altri.
Cio' richiederebbe, ovviamente, la rivalutazione del lavoro non retribuito delle donne, in modo che, in un paradigma alternativo, le attivita' e i valori degli attori attualmente colonizzati ed emarginati vengano messi al centro perche' sono fondamentali per garantire che la vita possa continuare nella sua rigenerazione e pienezza. Finche' il lavoro non retribuito, dice l'autrice, non sara' riconosciuto, le politiche economiche nazionali e internazionali potranno continuare a adattarsi strutturalmente e a reagire alle crisi con l'aspettativa che i comportamenti antisociali degli uomini debbano essere rispettati e che le donne siano gli ammortizzatori del sistema.

8. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI

Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

9. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

10. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

11. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 164 del 13 giugno 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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