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[Nonviolenza] Telegrammi. 4862
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4862
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sat, 10 Jun 2023 13:50:33 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4862 dell'11 giugno 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Raniero La Valle: L'algoritmo
2. "Fermare la guerra in Ucraina, fermare tutte le guerre, prima che sia troppo tardi". Una conversazione a Viterbo il 21 maggio 2022
3. Aiutiamo la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
4. Un mese di iniziative per la liberazione di Leonard Peltier
5. Una minima notizia su Leonard Peltier
6. Enrico Peyretti presenta "Per una fratellanza umana. Cristiani e musulmani uniti nella diversita'" di Paolo Branca e Antonio Cuciniello
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: L'ALGORITMO
[Dalla newsletter di "Costituente Terra" n. 120 del 7 giugno 2023 (e-mail: notizieda at costituenteterra.com, sito:www.costituenteterra.it ) riprendiamo e diffondiamo]
Cari amici,
e' saltata la diga sul Dnepr. La rovina che ne e' derivata da un lato potrebbe ostacolare la controffensiva ucraina nella zona di Kherson, dall'altro potra' togliere l'acqua potabile alla Crimea russa, assetandola. Non si puo' dire percio' a chi giovi questa catastrofe, mentre essa colpisce tutti e due, come nel giudizio di Salomone fare a pezzi il bambino voleva dire toglierlo a tutte e due le madri. In ogni caso siamo all'avvelenamento dei pozzi, al "muoia Sansone con tutti i Filistei", ai pozzi di petrolio incendiati dagli iracheni sconfitti nell'abbandonare il Kuwait nel 1991. Chi e' stato? Zelensky, la Nato, quasi tutto l'Occidente dicono che sono stati i russi, i cui soldati peraltro sono stati i primi ad essere travolti sulla riva orientale del fiume; la Russia dice che sono stati gli ucraini; il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e il segretario generale dell'ONU, Gutierrez, dicono che non si sa, che bisogna indagare.
Tutti concordano pero' nel dire che e' stato un atto di terrorismo. Pertanto, se mancano le notizie, per capire che cosa e' successo bisogna interrogare la storia e la ragione. Esse dicono che il terrorismo e' l'arma dei deboli e degli sconfitti, non dei vincitori e dei potenti che non ne hanno bisogno, essi dispongono del terrore istituzionalizzato, hanno le armi e fanno la guerra. A Hiroshima e Nagasaki fu terrore, non terrorismo, nella guerra fredda le grandi Potenze giocarono terrore contro terrore, ma sconfessarono il terrorismo. Non e' nemmeno detto che tutti i terroristi siano dei criminali e dei folli, vi ricorrono anche uomini illustri; alla fine del mandato britannico in Palestina Menachem Begin, che diverra' poi primo ministro d'Israele, si mise a capo dell'organizzazione terroristica dell'Irgum, e fece saltare in aria l'ambasciata inglese a Roma e l'albergo King David a Gerusalemme. Poi furono i palestinesi, per disperazione, a ricorrere al terrorismo dirottando gli aerei e le navi da turismo, poi con quattro temperini sugli aerei di linea gli arabi per sfidare gli Stati Uniti distrussero le Due Torri di New York; e in questa guerra c'e' gia' stato il sabotaggio agli oleodotti del Mar Baltico, che secondo il "Washington Post", avvalsosi di fonti dell'"Intelligence", e' stato organizzato dagli ucraini per bloccare l'esportazione del petrolio russo in Europa, gia' insidiata dalle sanzioni, mentre gia' dentro il territorio della Russia, a conferma del pericolo di avere la NATO ai confini, si esercita un terrorismo antirusso con armi della NATO a beneficio dell'Ucraina. In questo finale della guerra russo-ucraina e' l'Ucraina la parte piu' debole, nonostante la retorica della vittoria che le sarebbe stata procurata dalle armi inviatele da mezzo mondo, ed e' l'Ucraina che sente l'imminenza della sconfitta, a meno che non si passi alla guerra generale.
Ma e' appunto la guerra, in ogni caso, la vera matrice di questo atto di terrorismo. Sicche' la colpa e' di chi la guerra l'ha iniziata, ed e' stato Putin, e di chi non ha voluto che finisse, e sono stati molti, a cominciare dalla NATO, quando gia' nei primi giorni si era avviato un promettente negoziato ad Ankara. Ed e' responsabilita' di chi ancora non vuole che finisca. Al G7 di Hiroshima il Giappone aveva invitato il Brasile, l'India e l'Indonesia che si erano illusi di poter discutere piani di pace per l'Ucraina, e invece i Grandi non fecero che rilanciare sanzioni e guerra; poi alla conferenza sulla sicurezza dell'Indo-Pacifico a Singapore, il ministro indonesiano della Difesa ha proposto un piano assai ragionevole di ritiro dei due eserciti di 15 chilometri per parte, di un cessate il fuoco, di un intervento delle forze di pace dell'ONU nella zona cosi' smilitarizzata, e poi di un referendum indetto dalle stesse Nazioni Unite per far decidere alle popolazioni dei territori contesi con chi vogliono restare. L'autodeterminazione dei popoli! Ma subito gli hanno detto di no, a cominciare dall'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell'Unione Europea, secondo il quale non e' questa "la pace che l'Europa vuole". Ma che pace vuole l'Europa, e con quale diritto lo ha detto, senza un mandato della Commissione, del Parlamento europeo, dei governi di tutta l'Europa? E dunque chi rappresenta il Rappresentante?
Poi Zelensky ha detto che non e' il momento di trattare, ma e' quello della controffensiva, grazie a cui saranno liberati i territori perduti, anche se cio' vorra' dire che molti soldati ucraini saranno uccisi. Territori invece della vita. Poi e' arrivato il cardinale Zuppi; glielo ha mandato papa Francesco prima di andare all'ospedale per una rischiosa operazione, nonostante il rifiuto gia' ricevuto a Roma, per tentare l'impossibile, e mostrare che un cristiano non chiede la pace solo a parole, ma ci mette tutto se stesso, fino al dono della vita. E Zelensky ha risposto di nuovo di non aver bisogno di mediatori, e che l'Ucraina decide della sua guerra, e che "puo' essere solo ucraino l'algoritmo per farla finire". Il problema e' che l'algoritmo da' la sua risposta scegliendo tra una infinita quantita' di varianti, mentre Zelensky ne considera una sola, la vittoria. Solo che da questo algoritmo non dipende solo la sorte di un governante, ma di tutto un popolo, il suo, di molti altri popoli, e forse del mondo intero.
Nel sito troverete un testo che viene dall'America su "Il mondo che chiede la pace", un articolo di Leo Matarasso sul diritto dei popoli e il racconto di un incontro tra Agnese Moro e il terrorista Bonisoli "Quale giustizia?".
Con i piu' cordiali saluti,
Costituente Terra (Raniero La Valle)
2. REPETITA IUVANT. "FERMARE LA GUERRA IN UCRAINA, FERMARE TUTTE LE GUERRE, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI". UNA CONVERSAZIONE A VITERBO IL 21 MAGGIO 2022
Nel pomeriggio di sabato 21 maggio 2022 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolto un incontro di riflessione e di testimonianza contro la guerra e le stragi di cui essa sempre e solo consiste.
Di seguito una sintesi dell'introduzione del responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini.
*
1. La guerra e' un crimine
La guerra sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani e della distruzione di beni necessari alla vita degli esseri umani.
La guerra sempre e solo e' nemica dell'umanita'.
Chi prepara, promuove, esegue, sostiene una guerra, con cio' stesso prepara, promuove, esegue e sostiene l'uccisione di esseri umani.
Chi prepara, promuove, esegue, sostiene una guerra, con cio' stesso coopera alla distruzione dell'umanita' e del mondo vivente.
A tutte le guerre occorre opporsi.
Non esiste ne' guerra giusta ne' guerra necessaria: la guerra e' sempre e solo un crimine contro l'umanita'.
Abolire la guerra occorre.
E per abolire la guerra occorre abolire altresi' gli eserciti e le armi che della guerra sono gli strumenti.
*
2. Solo la nonviolenza difende i diritti umani di tutti gli esseri umani, solo la nonviolenza si prende cura dell'intero mondo vivente
La guerra viola tutti i diritti umani, ed innanzitutto il primo e fondamentale: il diritto alla vita.
Difendere i diritti umani, difendere la democrazia, difendere la civile convivenza, richiede innanzitutto una nitida e intransigente opposizione alla guerra.
Per difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per difendere la democrazia, il diritto, la civile convivenza, l'umanita' ha una e una sola risorsa: la nonviolenza.
La nonviolenza e' l'umanita' che prende coscienza di se' e dei propri doveri.
La nonviolenza e' l'umanita' che si riconosce come un'unica famiglia.
La nonviolenza e' l'umanita' che si riconosce parte e custode dell'intero mondo vivente.
La nonviolenza e' la sola politica possibile e necessaria nell'epoca tragica aperta degli orrori di Auschwitz e di Hiroshima.
*
3. Fermare la guerra subito
Ogni giorno di guerra e' una strage di esseri umani innocenti ed inermi.
Ogni giorno di guerra l'intera umanita' viene mutilata, straziata, denegata.
Ogni giorno di guerra la barbarie divora una parte di umanita'.
Ogni giorno di guerra il male distrugge una parte della vita.
Ogni giorno di guerra avvicina l'ecatombe dell'umanita' intera.
Dinanzi alle stragi nessun'altra considerazione puo' prevalere rispetto al compito primo e ineludibile: salvare le vite, fermare immediatamente la guerra.
Dinanzi al pericolo dell'espansione della guerra che da un giorno all'altro puo' divenire mondiale e nucleare, quindi apocalittica, nessun'altra considerazione puo' prevalere rispetto al compito primo e ineludibile: salvare l'umanita', fermare immediatamente la guerra.
Ogni guerra puo' e deve essere interrotta da un negoziato. Alle armi si sostituiscano le parole. Alle stragi si sostituisca il dialogo.
Vi sara' modo nel corso del negoziato di riconoscere torti e ragioni, di trovare esiti per quanto possibili soddisfacenti, ma quello che piu' conta, quello che solo conta, e' fermare le stragi, salvare le vite, far cessare la guerra.
Prima che sia troppo tardi si fermi la guerra e si avviino negoziati di pace.
Troppe persone sono gia' morte.
L'intera umanta' e' in pericolo.
*
4. Tre dirimenti considerazioni
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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5. Alcune letture utili
Tra la caterva di pubblicazioni (quelle recenti perlopiu' di taglio giornalistico e di valore sovente infimo) consiglieremmo le seguenti in guisa di introduzione ovvero per saperne qualcosa di piu':
a) Sull'Holodomor una testimonianza letteraria straordinaria e' nel libro di Vasilij Grossman, Tutto scorre..., tradotto in italiano da Adelphi (di Grossman ovviamente occorre aver letto anche almeno Vita e destino, sempre presso Adelphi).
b) Sul sistema di potere di Putin sono ancora assai utili i tre volumi di Anna Politkovskaja pubblicati sempre da Adelphi: La Russia di Putin, Diario russo e Per questo, e la raccolta Proibito parlare edita da Mondadori.
c) Sulla Russia oggi: una sintetica introduzione e' quella di Mara Morini, La Russia di Putin, edita dal Mulino.
d) Sull'Ucraina oggi: una sintetica introduzione e' quella di Massimo Vassallo, Breve storia dell'Ucraina, edita da Mimesis.
e) Sulla guerra in corso sono particolarmente utili i tre volumi di "Limes" e i due fascicoli di "Domino" (ovviamente gli interventi sono polifonici e fin dissonanti, e di assai diversificati approcci e valore); il volume a cura di Memorial Italia, Ucraina. Assedio alla democrazia, edito da Rcs; il volume di Franco Cardini e Fabio Mini, Ucraina. La guerra e la storia, edito da PaperFirst; la raccolta di interventi di papa Francesco, Contro la guerra, edito da Rcs e Libreria editrice vaticana.
f) Per una riflessione sulla pace e' ancora insuperata la vecchia antologia curata da Ernesto Balducci, Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia, edita da Principato.
g) Sulla nonviolenza i libri migliori sono ancora la raccolta di scritti di Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, pubblicata da Einaudi e piu' volte ristampata; e la raccolta di scritti di Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, edita da Protagon.
h) Come e' noto i contributi piu' rilevanti all'azione e al pensiero di pace, solidarieta', nonviolenza sono venuti dal movimento delle donne: tra i libri panoramici che suggeriremmo per un primo orientamento segnaliamo ancora una volta i seguenti: Adriana Cavarero, Franco Restaino, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009; Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre. Le donne, il genere, la guerra, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007; Monica Lanfranco, Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza delle donne, Quaderni Satyagraha - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006; Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001; Chiara Zamboni, La filosofia donna, Demetra, Colognola ai colli (Verona) 1997.
i) Per pensare i compiti dell'umanita' nel tempo presente segnaleremmo infine alcuni decisivi lavori di Guenther Anders, Hannah Arendt, Zygmunt Bauman, Simone de Beauvoir, Albert Camus, Hans Jonas, Primo Levi, Emmanuel Levinas, Rosa Luxemburg, Vandana Shiva, Simone Weil, Virginia Woolf.
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6. Una semplice, ineludibile conclusione
Cessi immediatamente la guerra: si avviino immediatamente negoziati di pace.
Si fermino immediatamente le stragi e le devastazioni in corso: si avviino immediatamente negoziati di pace.
Si revochino tutti gli atti di aggressione e di belligeranza: si avviino immediatamente negoziati di pace.
Siano soccorse, accolte, assistite tutte le persone in fuga dalla guerra e dalla fame, dalle devastazioni e dagli orrori.
Si rechino immediati aiuti umanitari alle popolazioni vittime della guerra.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
7. Un percorso di riflessione ed alcune ulteriori e piu' dettagliate proposte pratiche
In questi mesi il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha ripetutamente formulato percorsi di analisi e proposte operative.
Segnaliamo di seguito alcuni interventi di sintesi che possono essere consultati nella rete telematica, tutti pubblicati nel notiziario "La nonviolenza e' in cammino":
- "Mitakuye Oyasin". Alcune parole contro la guerra dette a Viterbo e nel viterbese il 24, 25 e 26 febbraio 2022;
- "Partecipando al digiuno contro la guerra", 2 marzo 2022;
- "A un passo dall'apocalisse atomica: cessate il fuoco". 4 marzo 2022;
- "Nulla rimane della scolara di Hiroshima". Alcune parole contro la guerra dette a Viterbo e nel viterbese il 5, 6, 7 e 9 marzo 2022;
- "Intervenga l'Onu a fermare le stragi", 10 marzo 2022;
- "Con il popolo ucraino, contro la guerra". Un discorso a Santa Barbara, 12 marzo 2022;
- "Ogni vittima ha il volto di Abele. Fermiamo la folle guerra di Putin". Un discorso il 15 marzo 2022;
- "Salvare le vite e' il primo dovere", 16 marzo 2022;
- "Quattro conseguenze della guerra in corso, e quattro cose che e' urgente fare", 18 marzo 2022;
- "Con le lacrime agli occhi. Tredici ragionamenti contro la guerra in corso in Ucraina e sui nostri doveri di esseri umani (con in appendice uno scritto di Benito D'Ippolito)", 20 marzo 2022;
- "Alcune parole dette oggi alla stazione ferroviaria", 25 marzo 2022;
- "Esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana", 28 marzo 2022;
- "Alcune parole di polvere e cenere dette da un uomo che e' vecchio in un giorno di digiuno", 6 aprile 2022;
- "Col sangue degli altri". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri, 10 aprile 2022;
- "L'umanita' intera sostenga la tregua pasquale proposta da papa Francesco e persuada ad accoglierla il governo russo aggressore, il governo ucraino e gli altri governi coinvolti nella guerra", 11 aprile 2022;
- "I giorni dell'orco", 17 aprile 2022;
- "Presidente, apra gli occhi. Il piano del governo russo e di quello americano e' ridurre l'Ucraina in macerie e l'intera Europa in miseria". Una lettera aperta al Quirinale, 29 aprile 2022;
- "Breve e franca una lettera aperta alla Presidente della Commissione Europea, affinche' voglia finalmente adoperarsi per la pace che salva le vite", 2 maggio 2022;
- "Due cose che potrebbe e dovrebbe fare l'Unione Europea per la pace che salva le vite", 6 maggio 2022;
- "Un'azione efficace, e forse la piu' efficace, per fermare la guerra e salvare innumerevoli vite: sciogliere la Nato", 8 maggio 2022.
3. APPELLI. AIUTIAMO LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) abbiamo ricevuto questo appello:
Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805
*
La Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" e' una realta' culturale e civile preziosa per ogni persona di volonta' buona, per ogni movimento impegnato in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, per ogni esperienza intellettuale, morale e politica che riflette ed agisce per la liberazione di tutte le oppresse e di tutti gli oppressi, e per la salvezza dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Preghiamo vivamente chiunque puo' sostenere materialmente la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" in questo difficile momento di farlo con generosita' e tempestivita'.
4. INIZIATIVE. UN MESE DI INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Nel mese di giugno 2023 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo promuove una serie di iniziative di riflessione, di studio, di testimonianza e di mobilitazione affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda finalmente la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
La storica struttura nonviolenta viterbese rinnova l'invito a scrivere al Presidente Biden per chiedere che Leonard Peltier torni libero.
I messaggi (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
*
Per contattare il Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
5. REPETITA IUVANT. UNA MINIMA NOTIZIA SU LEONARD PELTIER
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Una bibliografia essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
6. LIBRI. ENRICO PEYRETTI PRESENTA "PER UNA FRATELLANZA UMANA. CRISTIANI E MUSULMANI UNITI NELLA DIVERSITA'" DI PAOLO BRANCA E ANTONIO CUCINIELLO
[Dal sito del Centro Studi "Sereno Regis" di Torino riprendiamo e diffondiamo questa recensione, originariamente pubblicata nella rubrica Librarsi a cura del Centro Studi Sereno Regis sulla rivista "Missioni della Consolata", gennaio-febbraio 2023, con il sommario "Cristiani e musulmani: una parola comune. Sul documento di Abu Dhabi per la fratellanza umana. A partire dal documento firmato nel febbraio 2019 da papa Francesco e dal grande imam Ahmad Al-Tayyeb, un libro che segue le recenti tappe del dialogo tra le due piu' diffuse religioni al mondo, ricco di sfide difficili, ma belle".
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' stato membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]
Paolo Branca, Antonio Cuciniello, Per una fratellanza umana. Cristiani e musulmani uniti nella diversita', Prefazione di Khaled Akasheh, Paoline, Milano-Roma 2021, pp. 128, euro 12.
*
Anche nel nostro tempo segnato da secolarizzazione e pluralismo, le religioni hanno un ruolo importante per la costruzione di un rapporto pacifico tra le culture.
Un segno di questo e' la rilevanza assunta dal Documento di Abu Dhabi, poche pagine firmate da papa Francesco e da Ahmad Al-Tayyeb, grande imam di Al-Azhar, il 4 febbraio 2019, nell'ottavo centenario dell'incontro di san Francesco d'Assisi con il sultano d'Egitto.
Ne parlano nel loro volume: Per una fratellanza umana. Cristiani e musulmani uniti nella diversita', edito da Paoline nel 2021, Paolo Branca, docente di lingua e letteratura araba, e Antonio Cuciniello, assegnista di ricerca in studi islamici, entrambi presso l'Universita' cattolica del Sacro Cuore di Milano.
I due autori rileggono quel documento sotto il profilo dei rapporti tra la Chiesa cattolica e i musulmani, e lo inquadrano nel percorso compiuto negli ultimi decenni, indicandone gli orientamenti di fondo: il dovere dell'identita', il coraggio dell'alterita', la sincerita' delle intenzioni (papa Francesco); il "proclamare con chiarezza cio' che abbiamo in comune" (Benedetto XVI); infine i quattro livelli della solidarieta' spirituale enucleati da padre Maurice Borrmans, islamista francese e missionario dei Padri Bianchi: il dialogo dei cuori; il dialogo della vita; il dialogo audace su Dio e sull'uomo; il coraggioso dialogo del silenzio, in cui Dio parla al cuore di ciascuno.
Gli autori Branca e Cuciniello ripercorrono, quindi, alcune delle tappe del dialogo islamocristiano che hanno fatto maturare il Documento di Abu Dhabi.
Scrivono della Lettera aperta a sua santita' papa Benedetto XVI inviatagli da trentotto sapienti musulmani nel 2006 dopo il suo famoso discorso di Ratisbona (per il quale il trascendentalismo islamico separava fede e ragione). In essa ribadivano che "l'unita' di Dio, la necessita' di amarlo e la necessita' di amare il prossimo sono il terreno comune tra islam e cristianesimo", ricordando che Corano 16,125 invita i musulmani al dialogo con ebrei e cristiani.
I due studiosi della Cattolica ricordano poi la lettera indirizzata nel 2007 da 138 esponenti musulmani a capi religiosi cristiani, intitolata Una parola comune tra noi e voi, citazione del Corano 3,64: "Veniamo a una parola comune tra noi e voi". In essa si sostiene che le differenze tra le religioni non devono provocare odio e conflitto, ma il "gareggiare nelle opere buone" (Corano 5,48).
Nel 2016, trecento personalita' musulmane da centoventi paesi, nella Dichiarazione di Marrakech sui diritti delle minoranze religiose nei paesi a maggioranza musulmana, auspicavano una "giurisprudenza della cittadinanza" come base comune per superare le discriminazioni religiose.
Infine, nel Documento di Abu Dhabi, breve e semplice, cristiani e musulmani hanno indicato insieme i valori che li accomunano e che appartengono anche all'etica laica delle dichiarazioni moderne dei diritti.
La fratellanza umana, in tutte le spiritualita', sostiene la dignita' di poveri, deboli, vittime.
"In nome di Dio", musulmani e cristiani riconoscono questa fraternita' e la cultura del dialogo.
Il pluralismo religioso e' parte della volonta' di Dio. I linguaggi religiosi orientano, piu' che definire. Il concetto occidentale di laicita' e' espresso col termine arabo che significa "civile", ne' militare, ne' confessionale.
In particolare, "Dio ha proibito di uccidere, perche' chiunque uccide una persona e' come se uccidesse tutta l'umanita' e chiunque ne salva una e' come se salvasse l'umanita' intera", detto ebraico, poi islamico, ora anche cristiano, che suggerisce oggi l'illiceita' di ogni guerra, incapace di realizzare giustizia.
Nel Documento sono affermati anche i diritti della donna.
Nasce un islam europeo che non e' piu' solo importato. In Italia sono 2,7 milioni i musulmani residenti, tra cittadini italiani e stranieri.
Le giovani donne musulmane a scuola studiano piu' degli uomini, rispettano i genitori, ma non si riconoscono nel modello materno: cercano un compagno di vita da pari a pari. Se mettono il velo, lo fanno per scelta.
Nello stesso 2019, la dichiarazione, Una fratellanza per la conoscenza e la cooperazione, delle maggiori rappresentanze musulmane di Italia e Francia, ha aderito al Documento di Abu Dhabi e ha istituito, in scuole e universita', consigli culturali per un patto educativo globale interreligioso.
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Mario Praz, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Sansoni, Firenze 1976 (quinta edizione accresciuta), 1982, pp. XIV + 394.
- Mario Praz, Storia della letteratura inglese, Sansoni, Firenze 1979 (undicesima edizione), 1982, pp. X + 794.
- Mario Praz, Voce dietro la scena. Un'antologia personale, Adelphi, Milano 1980, pp. 516.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4862 dell'11 giugno 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 4862 dell'11 giugno 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Raniero La Valle: L'algoritmo
2. "Fermare la guerra in Ucraina, fermare tutte le guerre, prima che sia troppo tardi". Una conversazione a Viterbo il 21 maggio 2022
3. Aiutiamo la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
4. Un mese di iniziative per la liberazione di Leonard Peltier
5. Una minima notizia su Leonard Peltier
6. Enrico Peyretti presenta "Per una fratellanza umana. Cristiani e musulmani uniti nella diversita'" di Paolo Branca e Antonio Cuciniello
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: L'ALGORITMO
[Dalla newsletter di "Costituente Terra" n. 120 del 7 giugno 2023 (e-mail: notizieda at costituenteterra.com, sito:www.costituenteterra.it ) riprendiamo e diffondiamo]
Cari amici,
e' saltata la diga sul Dnepr. La rovina che ne e' derivata da un lato potrebbe ostacolare la controffensiva ucraina nella zona di Kherson, dall'altro potra' togliere l'acqua potabile alla Crimea russa, assetandola. Non si puo' dire percio' a chi giovi questa catastrofe, mentre essa colpisce tutti e due, come nel giudizio di Salomone fare a pezzi il bambino voleva dire toglierlo a tutte e due le madri. In ogni caso siamo all'avvelenamento dei pozzi, al "muoia Sansone con tutti i Filistei", ai pozzi di petrolio incendiati dagli iracheni sconfitti nell'abbandonare il Kuwait nel 1991. Chi e' stato? Zelensky, la Nato, quasi tutto l'Occidente dicono che sono stati i russi, i cui soldati peraltro sono stati i primi ad essere travolti sulla riva orientale del fiume; la Russia dice che sono stati gli ucraini; il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e il segretario generale dell'ONU, Gutierrez, dicono che non si sa, che bisogna indagare.
Tutti concordano pero' nel dire che e' stato un atto di terrorismo. Pertanto, se mancano le notizie, per capire che cosa e' successo bisogna interrogare la storia e la ragione. Esse dicono che il terrorismo e' l'arma dei deboli e degli sconfitti, non dei vincitori e dei potenti che non ne hanno bisogno, essi dispongono del terrore istituzionalizzato, hanno le armi e fanno la guerra. A Hiroshima e Nagasaki fu terrore, non terrorismo, nella guerra fredda le grandi Potenze giocarono terrore contro terrore, ma sconfessarono il terrorismo. Non e' nemmeno detto che tutti i terroristi siano dei criminali e dei folli, vi ricorrono anche uomini illustri; alla fine del mandato britannico in Palestina Menachem Begin, che diverra' poi primo ministro d'Israele, si mise a capo dell'organizzazione terroristica dell'Irgum, e fece saltare in aria l'ambasciata inglese a Roma e l'albergo King David a Gerusalemme. Poi furono i palestinesi, per disperazione, a ricorrere al terrorismo dirottando gli aerei e le navi da turismo, poi con quattro temperini sugli aerei di linea gli arabi per sfidare gli Stati Uniti distrussero le Due Torri di New York; e in questa guerra c'e' gia' stato il sabotaggio agli oleodotti del Mar Baltico, che secondo il "Washington Post", avvalsosi di fonti dell'"Intelligence", e' stato organizzato dagli ucraini per bloccare l'esportazione del petrolio russo in Europa, gia' insidiata dalle sanzioni, mentre gia' dentro il territorio della Russia, a conferma del pericolo di avere la NATO ai confini, si esercita un terrorismo antirusso con armi della NATO a beneficio dell'Ucraina. In questo finale della guerra russo-ucraina e' l'Ucraina la parte piu' debole, nonostante la retorica della vittoria che le sarebbe stata procurata dalle armi inviatele da mezzo mondo, ed e' l'Ucraina che sente l'imminenza della sconfitta, a meno che non si passi alla guerra generale.
Ma e' appunto la guerra, in ogni caso, la vera matrice di questo atto di terrorismo. Sicche' la colpa e' di chi la guerra l'ha iniziata, ed e' stato Putin, e di chi non ha voluto che finisse, e sono stati molti, a cominciare dalla NATO, quando gia' nei primi giorni si era avviato un promettente negoziato ad Ankara. Ed e' responsabilita' di chi ancora non vuole che finisca. Al G7 di Hiroshima il Giappone aveva invitato il Brasile, l'India e l'Indonesia che si erano illusi di poter discutere piani di pace per l'Ucraina, e invece i Grandi non fecero che rilanciare sanzioni e guerra; poi alla conferenza sulla sicurezza dell'Indo-Pacifico a Singapore, il ministro indonesiano della Difesa ha proposto un piano assai ragionevole di ritiro dei due eserciti di 15 chilometri per parte, di un cessate il fuoco, di un intervento delle forze di pace dell'ONU nella zona cosi' smilitarizzata, e poi di un referendum indetto dalle stesse Nazioni Unite per far decidere alle popolazioni dei territori contesi con chi vogliono restare. L'autodeterminazione dei popoli! Ma subito gli hanno detto di no, a cominciare dall'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell'Unione Europea, secondo il quale non e' questa "la pace che l'Europa vuole". Ma che pace vuole l'Europa, e con quale diritto lo ha detto, senza un mandato della Commissione, del Parlamento europeo, dei governi di tutta l'Europa? E dunque chi rappresenta il Rappresentante?
Poi Zelensky ha detto che non e' il momento di trattare, ma e' quello della controffensiva, grazie a cui saranno liberati i territori perduti, anche se cio' vorra' dire che molti soldati ucraini saranno uccisi. Territori invece della vita. Poi e' arrivato il cardinale Zuppi; glielo ha mandato papa Francesco prima di andare all'ospedale per una rischiosa operazione, nonostante il rifiuto gia' ricevuto a Roma, per tentare l'impossibile, e mostrare che un cristiano non chiede la pace solo a parole, ma ci mette tutto se stesso, fino al dono della vita. E Zelensky ha risposto di nuovo di non aver bisogno di mediatori, e che l'Ucraina decide della sua guerra, e che "puo' essere solo ucraino l'algoritmo per farla finire". Il problema e' che l'algoritmo da' la sua risposta scegliendo tra una infinita quantita' di varianti, mentre Zelensky ne considera una sola, la vittoria. Solo che da questo algoritmo non dipende solo la sorte di un governante, ma di tutto un popolo, il suo, di molti altri popoli, e forse del mondo intero.
Nel sito troverete un testo che viene dall'America su "Il mondo che chiede la pace", un articolo di Leo Matarasso sul diritto dei popoli e il racconto di un incontro tra Agnese Moro e il terrorista Bonisoli "Quale giustizia?".
Con i piu' cordiali saluti,
Costituente Terra (Raniero La Valle)
2. REPETITA IUVANT. "FERMARE LA GUERRA IN UCRAINA, FERMARE TUTTE LE GUERRE, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI". UNA CONVERSAZIONE A VITERBO IL 21 MAGGIO 2022
Nel pomeriggio di sabato 21 maggio 2022 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolto un incontro di riflessione e di testimonianza contro la guerra e le stragi di cui essa sempre e solo consiste.
Di seguito una sintesi dell'introduzione del responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini.
*
1. La guerra e' un crimine
La guerra sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani e della distruzione di beni necessari alla vita degli esseri umani.
La guerra sempre e solo e' nemica dell'umanita'.
Chi prepara, promuove, esegue, sostiene una guerra, con cio' stesso prepara, promuove, esegue e sostiene l'uccisione di esseri umani.
Chi prepara, promuove, esegue, sostiene una guerra, con cio' stesso coopera alla distruzione dell'umanita' e del mondo vivente.
A tutte le guerre occorre opporsi.
Non esiste ne' guerra giusta ne' guerra necessaria: la guerra e' sempre e solo un crimine contro l'umanita'.
Abolire la guerra occorre.
E per abolire la guerra occorre abolire altresi' gli eserciti e le armi che della guerra sono gli strumenti.
*
2. Solo la nonviolenza difende i diritti umani di tutti gli esseri umani, solo la nonviolenza si prende cura dell'intero mondo vivente
La guerra viola tutti i diritti umani, ed innanzitutto il primo e fondamentale: il diritto alla vita.
Difendere i diritti umani, difendere la democrazia, difendere la civile convivenza, richiede innanzitutto una nitida e intransigente opposizione alla guerra.
Per difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per difendere la democrazia, il diritto, la civile convivenza, l'umanita' ha una e una sola risorsa: la nonviolenza.
La nonviolenza e' l'umanita' che prende coscienza di se' e dei propri doveri.
La nonviolenza e' l'umanita' che si riconosce come un'unica famiglia.
La nonviolenza e' l'umanita' che si riconosce parte e custode dell'intero mondo vivente.
La nonviolenza e' la sola politica possibile e necessaria nell'epoca tragica aperta degli orrori di Auschwitz e di Hiroshima.
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3. Fermare la guerra subito
Ogni giorno di guerra e' una strage di esseri umani innocenti ed inermi.
Ogni giorno di guerra l'intera umanita' viene mutilata, straziata, denegata.
Ogni giorno di guerra la barbarie divora una parte di umanita'.
Ogni giorno di guerra il male distrugge una parte della vita.
Ogni giorno di guerra avvicina l'ecatombe dell'umanita' intera.
Dinanzi alle stragi nessun'altra considerazione puo' prevalere rispetto al compito primo e ineludibile: salvare le vite, fermare immediatamente la guerra.
Dinanzi al pericolo dell'espansione della guerra che da un giorno all'altro puo' divenire mondiale e nucleare, quindi apocalittica, nessun'altra considerazione puo' prevalere rispetto al compito primo e ineludibile: salvare l'umanita', fermare immediatamente la guerra.
Ogni guerra puo' e deve essere interrotta da un negoziato. Alle armi si sostituiscano le parole. Alle stragi si sostituisca il dialogo.
Vi sara' modo nel corso del negoziato di riconoscere torti e ragioni, di trovare esiti per quanto possibili soddisfacenti, ma quello che piu' conta, quello che solo conta, e' fermare le stragi, salvare le vite, far cessare la guerra.
Prima che sia troppo tardi si fermi la guerra e si avviino negoziati di pace.
Troppe persone sono gia' morte.
L'intera umanta' e' in pericolo.
*
4. Tre dirimenti considerazioni
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
*
5. Alcune letture utili
Tra la caterva di pubblicazioni (quelle recenti perlopiu' di taglio giornalistico e di valore sovente infimo) consiglieremmo le seguenti in guisa di introduzione ovvero per saperne qualcosa di piu':
a) Sull'Holodomor una testimonianza letteraria straordinaria e' nel libro di Vasilij Grossman, Tutto scorre..., tradotto in italiano da Adelphi (di Grossman ovviamente occorre aver letto anche almeno Vita e destino, sempre presso Adelphi).
b) Sul sistema di potere di Putin sono ancora assai utili i tre volumi di Anna Politkovskaja pubblicati sempre da Adelphi: La Russia di Putin, Diario russo e Per questo, e la raccolta Proibito parlare edita da Mondadori.
c) Sulla Russia oggi: una sintetica introduzione e' quella di Mara Morini, La Russia di Putin, edita dal Mulino.
d) Sull'Ucraina oggi: una sintetica introduzione e' quella di Massimo Vassallo, Breve storia dell'Ucraina, edita da Mimesis.
e) Sulla guerra in corso sono particolarmente utili i tre volumi di "Limes" e i due fascicoli di "Domino" (ovviamente gli interventi sono polifonici e fin dissonanti, e di assai diversificati approcci e valore); il volume a cura di Memorial Italia, Ucraina. Assedio alla democrazia, edito da Rcs; il volume di Franco Cardini e Fabio Mini, Ucraina. La guerra e la storia, edito da PaperFirst; la raccolta di interventi di papa Francesco, Contro la guerra, edito da Rcs e Libreria editrice vaticana.
f) Per una riflessione sulla pace e' ancora insuperata la vecchia antologia curata da Ernesto Balducci, Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia, edita da Principato.
g) Sulla nonviolenza i libri migliori sono ancora la raccolta di scritti di Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, pubblicata da Einaudi e piu' volte ristampata; e la raccolta di scritti di Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, edita da Protagon.
h) Come e' noto i contributi piu' rilevanti all'azione e al pensiero di pace, solidarieta', nonviolenza sono venuti dal movimento delle donne: tra i libri panoramici che suggeriremmo per un primo orientamento segnaliamo ancora una volta i seguenti: Adriana Cavarero, Franco Restaino, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009; Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre. Le donne, il genere, la guerra, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007; Monica Lanfranco, Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza delle donne, Quaderni Satyagraha - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006; Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001; Chiara Zamboni, La filosofia donna, Demetra, Colognola ai colli (Verona) 1997.
i) Per pensare i compiti dell'umanita' nel tempo presente segnaleremmo infine alcuni decisivi lavori di Guenther Anders, Hannah Arendt, Zygmunt Bauman, Simone de Beauvoir, Albert Camus, Hans Jonas, Primo Levi, Emmanuel Levinas, Rosa Luxemburg, Vandana Shiva, Simone Weil, Virginia Woolf.
*
6. Una semplice, ineludibile conclusione
Cessi immediatamente la guerra: si avviino immediatamente negoziati di pace.
Si fermino immediatamente le stragi e le devastazioni in corso: si avviino immediatamente negoziati di pace.
Si revochino tutti gli atti di aggressione e di belligeranza: si avviino immediatamente negoziati di pace.
Siano soccorse, accolte, assistite tutte le persone in fuga dalla guerra e dalla fame, dalle devastazioni e dagli orrori.
Si rechino immediati aiuti umanitari alle popolazioni vittime della guerra.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
7. Un percorso di riflessione ed alcune ulteriori e piu' dettagliate proposte pratiche
In questi mesi il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha ripetutamente formulato percorsi di analisi e proposte operative.
Segnaliamo di seguito alcuni interventi di sintesi che possono essere consultati nella rete telematica, tutti pubblicati nel notiziario "La nonviolenza e' in cammino":
- "Mitakuye Oyasin". Alcune parole contro la guerra dette a Viterbo e nel viterbese il 24, 25 e 26 febbraio 2022;
- "Partecipando al digiuno contro la guerra", 2 marzo 2022;
- "A un passo dall'apocalisse atomica: cessate il fuoco". 4 marzo 2022;
- "Nulla rimane della scolara di Hiroshima". Alcune parole contro la guerra dette a Viterbo e nel viterbese il 5, 6, 7 e 9 marzo 2022;
- "Intervenga l'Onu a fermare le stragi", 10 marzo 2022;
- "Con il popolo ucraino, contro la guerra". Un discorso a Santa Barbara, 12 marzo 2022;
- "Ogni vittima ha il volto di Abele. Fermiamo la folle guerra di Putin". Un discorso il 15 marzo 2022;
- "Salvare le vite e' il primo dovere", 16 marzo 2022;
- "Quattro conseguenze della guerra in corso, e quattro cose che e' urgente fare", 18 marzo 2022;
- "Con le lacrime agli occhi. Tredici ragionamenti contro la guerra in corso in Ucraina e sui nostri doveri di esseri umani (con in appendice uno scritto di Benito D'Ippolito)", 20 marzo 2022;
- "Alcune parole dette oggi alla stazione ferroviaria", 25 marzo 2022;
- "Esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana", 28 marzo 2022;
- "Alcune parole di polvere e cenere dette da un uomo che e' vecchio in un giorno di digiuno", 6 aprile 2022;
- "Col sangue degli altri". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri, 10 aprile 2022;
- "L'umanita' intera sostenga la tregua pasquale proposta da papa Francesco e persuada ad accoglierla il governo russo aggressore, il governo ucraino e gli altri governi coinvolti nella guerra", 11 aprile 2022;
- "I giorni dell'orco", 17 aprile 2022;
- "Presidente, apra gli occhi. Il piano del governo russo e di quello americano e' ridurre l'Ucraina in macerie e l'intera Europa in miseria". Una lettera aperta al Quirinale, 29 aprile 2022;
- "Breve e franca una lettera aperta alla Presidente della Commissione Europea, affinche' voglia finalmente adoperarsi per la pace che salva le vite", 2 maggio 2022;
- "Due cose che potrebbe e dovrebbe fare l'Unione Europea per la pace che salva le vite", 6 maggio 2022;
- "Un'azione efficace, e forse la piu' efficace, per fermare la guerra e salvare innumerevoli vite: sciogliere la Nato", 8 maggio 2022.
3. APPELLI. AIUTIAMO LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) abbiamo ricevuto questo appello:
Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805
*
La Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" e' una realta' culturale e civile preziosa per ogni persona di volonta' buona, per ogni movimento impegnato in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, per ogni esperienza intellettuale, morale e politica che riflette ed agisce per la liberazione di tutte le oppresse e di tutti gli oppressi, e per la salvezza dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Preghiamo vivamente chiunque puo' sostenere materialmente la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" in questo difficile momento di farlo con generosita' e tempestivita'.
4. INIZIATIVE. UN MESE DI INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Nel mese di giugno 2023 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo promuove una serie di iniziative di riflessione, di studio, di testimonianza e di mobilitazione affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda finalmente la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
La storica struttura nonviolenta viterbese rinnova l'invito a scrivere al Presidente Biden per chiedere che Leonard Peltier torni libero.
I messaggi (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
*
Per contattare il Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
5. REPETITA IUVANT. UNA MINIMA NOTIZIA SU LEONARD PELTIER
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Una bibliografia essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
6. LIBRI. ENRICO PEYRETTI PRESENTA "PER UNA FRATELLANZA UMANA. CRISTIANI E MUSULMANI UNITI NELLA DIVERSITA'" DI PAOLO BRANCA E ANTONIO CUCINIELLO
[Dal sito del Centro Studi "Sereno Regis" di Torino riprendiamo e diffondiamo questa recensione, originariamente pubblicata nella rubrica Librarsi a cura del Centro Studi Sereno Regis sulla rivista "Missioni della Consolata", gennaio-febbraio 2023, con il sommario "Cristiani e musulmani: una parola comune. Sul documento di Abu Dhabi per la fratellanza umana. A partire dal documento firmato nel febbraio 2019 da papa Francesco e dal grande imam Ahmad Al-Tayyeb, un libro che segue le recenti tappe del dialogo tra le due piu' diffuse religioni al mondo, ricco di sfide difficili, ma belle".
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' stato membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]
Paolo Branca, Antonio Cuciniello, Per una fratellanza umana. Cristiani e musulmani uniti nella diversita', Prefazione di Khaled Akasheh, Paoline, Milano-Roma 2021, pp. 128, euro 12.
*
Anche nel nostro tempo segnato da secolarizzazione e pluralismo, le religioni hanno un ruolo importante per la costruzione di un rapporto pacifico tra le culture.
Un segno di questo e' la rilevanza assunta dal Documento di Abu Dhabi, poche pagine firmate da papa Francesco e da Ahmad Al-Tayyeb, grande imam di Al-Azhar, il 4 febbraio 2019, nell'ottavo centenario dell'incontro di san Francesco d'Assisi con il sultano d'Egitto.
Ne parlano nel loro volume: Per una fratellanza umana. Cristiani e musulmani uniti nella diversita', edito da Paoline nel 2021, Paolo Branca, docente di lingua e letteratura araba, e Antonio Cuciniello, assegnista di ricerca in studi islamici, entrambi presso l'Universita' cattolica del Sacro Cuore di Milano.
I due autori rileggono quel documento sotto il profilo dei rapporti tra la Chiesa cattolica e i musulmani, e lo inquadrano nel percorso compiuto negli ultimi decenni, indicandone gli orientamenti di fondo: il dovere dell'identita', il coraggio dell'alterita', la sincerita' delle intenzioni (papa Francesco); il "proclamare con chiarezza cio' che abbiamo in comune" (Benedetto XVI); infine i quattro livelli della solidarieta' spirituale enucleati da padre Maurice Borrmans, islamista francese e missionario dei Padri Bianchi: il dialogo dei cuori; il dialogo della vita; il dialogo audace su Dio e sull'uomo; il coraggioso dialogo del silenzio, in cui Dio parla al cuore di ciascuno.
Gli autori Branca e Cuciniello ripercorrono, quindi, alcune delle tappe del dialogo islamocristiano che hanno fatto maturare il Documento di Abu Dhabi.
Scrivono della Lettera aperta a sua santita' papa Benedetto XVI inviatagli da trentotto sapienti musulmani nel 2006 dopo il suo famoso discorso di Ratisbona (per il quale il trascendentalismo islamico separava fede e ragione). In essa ribadivano che "l'unita' di Dio, la necessita' di amarlo e la necessita' di amare il prossimo sono il terreno comune tra islam e cristianesimo", ricordando che Corano 16,125 invita i musulmani al dialogo con ebrei e cristiani.
I due studiosi della Cattolica ricordano poi la lettera indirizzata nel 2007 da 138 esponenti musulmani a capi religiosi cristiani, intitolata Una parola comune tra noi e voi, citazione del Corano 3,64: "Veniamo a una parola comune tra noi e voi". In essa si sostiene che le differenze tra le religioni non devono provocare odio e conflitto, ma il "gareggiare nelle opere buone" (Corano 5,48).
Nel 2016, trecento personalita' musulmane da centoventi paesi, nella Dichiarazione di Marrakech sui diritti delle minoranze religiose nei paesi a maggioranza musulmana, auspicavano una "giurisprudenza della cittadinanza" come base comune per superare le discriminazioni religiose.
Infine, nel Documento di Abu Dhabi, breve e semplice, cristiani e musulmani hanno indicato insieme i valori che li accomunano e che appartengono anche all'etica laica delle dichiarazioni moderne dei diritti.
La fratellanza umana, in tutte le spiritualita', sostiene la dignita' di poveri, deboli, vittime.
"In nome di Dio", musulmani e cristiani riconoscono questa fraternita' e la cultura del dialogo.
Il pluralismo religioso e' parte della volonta' di Dio. I linguaggi religiosi orientano, piu' che definire. Il concetto occidentale di laicita' e' espresso col termine arabo che significa "civile", ne' militare, ne' confessionale.
In particolare, "Dio ha proibito di uccidere, perche' chiunque uccide una persona e' come se uccidesse tutta l'umanita' e chiunque ne salva una e' come se salvasse l'umanita' intera", detto ebraico, poi islamico, ora anche cristiano, che suggerisce oggi l'illiceita' di ogni guerra, incapace di realizzare giustizia.
Nel Documento sono affermati anche i diritti della donna.
Nasce un islam europeo che non e' piu' solo importato. In Italia sono 2,7 milioni i musulmani residenti, tra cittadini italiani e stranieri.
Le giovani donne musulmane a scuola studiano piu' degli uomini, rispettano i genitori, ma non si riconoscono nel modello materno: cercano un compagno di vita da pari a pari. Se mettono il velo, lo fanno per scelta.
Nello stesso 2019, la dichiarazione, Una fratellanza per la conoscenza e la cooperazione, delle maggiori rappresentanze musulmane di Italia e Francia, ha aderito al Documento di Abu Dhabi e ha istituito, in scuole e universita', consigli culturali per un patto educativo globale interreligioso.
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Mario Praz, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Sansoni, Firenze 1976 (quinta edizione accresciuta), 1982, pp. XIV + 394.
- Mario Praz, Storia della letteratura inglese, Sansoni, Firenze 1979 (undicesima edizione), 1982, pp. X + 794.
- Mario Praz, Voce dietro la scena. Un'antologia personale, Adelphi, Milano 1980, pp. 516.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4862 dell'11 giugno 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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