[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 154



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 154 del 3 giugno 2023

In questo numero:
1. Due lutti: Daniele Lugli ed Ornella Pompeo Faracovi
2. Valeria Confalonieri, Luisa Mondo: Gli animali non fanno la guerra
3. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
4. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
5. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
6. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
7. Alcuni riferimenti utili
8. Tre tesi
9. Ripetiamo ancora una volta...

1. TESTIMONI. DUE LUTTI: DANIELE LUGLI ED ORNELLA POMPEO FARACOVI

Ci giungono oggi le notizie della morte di Daniele Lugli e della morte di Ornella Pompeo Faracovi.
La nonviolenza perde due grandi e luminosi testimoni.

2. RIFLESSIONE. VALERIA CONFALONIERI, LUISA MONDO: GLI ANIMALI NON FANNO LA GUERRA
[Riceviamo e diffondiamo]

Gli animali non fanno la guerra
"La guerra non e' una necessita' evolutiva. La biologia, a partire dall'osservazione degli animali, mostra che non siamo condannati a guerra e violenza, e pone le nostre menti di fronte a una gamma di scelte differenti" (1).
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Animali in guerra, animali e guerra
Non ci avevo mai pensato, mai. Mai. Mai.
Da sempre pacifista.
Da sempre animalista e antispecista.
Da sempre contro l'impiego degli animali non umani come cibo, oggetto di ricerca, divertimento (caccia e circhi), abbigliamento, reddito.
Eppure non mi ero mai posta il problema degli animali in guerra finche' non ho scoperto questa lapide posta a Grugliasco (Torino), fuori dalla facolta' di veterinaria, in memoria delle vittime della Grande Guerra (2).
Non e' una di quelle che, purtroppo, si trovano in molte parti d'Italia, in ricordo delle persone che hanno perso la vita: parla di truppe silenziose (cavalli, muli, asini, cammelli, elefanti, cani, gatti, piccioni viaggiatori, bovini) che non hanno scelto (ma forse nemmeno gli umani, non tutti) vittime inconsapevoli e innocenti. Ho iniziato a documentarmi, trovando una mole incredibile di materiale: resoconti, studi, video, memoriali.
Animali non umani hanno "servito" gli eserciti. Animali: nella de-umanizzazione si insidia la violenza, la possibilita' di fare l'indicibile senza rimorso e senza pieta'. Non per niente si parla di carne da macello quando ci si riferisce ai soldati mandati a morire e, non a caso, Primo Levi ha intitolato "Se questo e' un uomo" uno dei suoi libri piu' sofferti, sulla guerra e la deportazione. Il focus sugli animali non umani assume una rilevanza nel momento in cui pensiamo che la costruzione della pace chiede il rispetto di tutti gli esseri viventi. Le inibizioni morali che impediscono di commettere azioni violente tendono a essere erose in presenza di tre condizioni, prese singolarmente o nel loro insieme: quando la violenza e' autorizzata (da ordini ufficiali), quando le azioni violente sono routinizzate (da pratiche rispondenti a norme e da una precisa definizione di ruoli) e quando le vittime della violenza vengono de-umanizzate (grazie a una definizione e a un indottrinamento di carattere ideologico) (3, 4).
I tre elementi chiave sono dunque la presenza di un'autorita' che legittima le azioni compiute (e simultaneamente la deresponsabilizza); la trasformazione dei crimini in una questione di routine (familiarita' con la violenza, che si costruisce anche attraverso la trasformazione semantica e corporea del gesto crudele in una tecnica del tutto impersonale); e, infine, la de-umanizzazione delle vittime (allo stesso modo in cui si effettua una connessione semantica tra l'azione di macellare e l'atto di mutilare, col linguaggio si crea omologia tra l'animale e la vittima, escludendo quest'ultima dalla sfera degli esseri umani) (5, 6).
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Animali in guerra
Gli animali nel corso delle guerre hanno ricoperto diversi ruoli, dal supporto nella ricerca di feriti e dispersi, come i cani infermieri i cui centri di selezione e addestramento vennero istituiti anche in Italia, al ruolo di sentinella, portaordini, esploratori, traino (7); talvolta impiegati per trasportare esplosivi, esplodendo loro stessi una volta raggiunto l'obiettivo.
Gia' nel 1914, l'esercito britannico aveva arruolato circa 200.000 cavalli e un numero imprecisato di muli e asini; erano denutriti eppure trasportavano munizioni, artiglieria, armi da fuoco, bombe, soldati, ognuno caricato di circa 130 Kg.
In aiuto al nostro studio, abbiamo visto un documentario di Folco Quilici, Animali nella grande guerra (8, 9).
Su 74 milioni di soldati coinvolti nel conflitto (provenienti da 30 paesi) ci furono 10 milioni di morti e dispersi, 21 milioni di feriti fra cui 8 milioni di mutilati e invalidi e 8 milioni di prigionieri.
L'Italia perse 1.240.000 persone (1.780.000 secondo altre stime), di cui 651.000 militari e 589.000 civili, alle quali vanno aggiunti i 500.000 che restarono mutilati o invalidi (1.300.000 secondo altre stime) e 40.000 persone con patologie psichiche per i traumi subiti in trincea.
Allo stesso tempo furono impiegati 16.000.000 di animali: morirono 11.000.000 di cavalli, 200.000 piccioni e colombi viaggiatori, muli, asini, buoi, maiali, e oltre 100 mila cani (10, 11, 12, 13). Malgrado nella prima guerra mondiale la tecnologia stesse prendendo piede, i cavalli furono ampiamente presenti, nostalgia delle grandi cariche di cavalleria (che cedera' il passo alla guerra di posizione e all'impiego di aerei, i cavalli dei cieli. Il cavaliere Francesco Baracca mise l'immagine di un cavallo rampante sui suoi aerei e quando fu ucciso da un cecchino austriaco, il cavallino che aveva messo sulla coda del suo aereo venne ripreso da Enzo Ferrari rendendolo famoso in tutto il mondo). Tutte le nazioni coinvolte nel conflitto iniziarono a rastrellare cavalli dalle campagne e dagli allevamenti, i proprietari vennero costretti a cederli per la leva equina. In molti casi erano stati sottoposti a rozza istruzione: per essere rapidamente domati e pronti ad affrontare il nemico non c'era il tempo per un'educazione conciliante e docile. Vennero usati come strumento di trasporto, motore per i carri, compagni e all'occorrenza carne per sfamare gli uomini in trincea. I soldati, specie quelli arrivati dalle campagne, cercarono di aver cura di questi loro sfortunati compagni di battaglia come nel celebre film War Horse di Steven Spielberg (14). Piu' di 500.000 furono i muli usati dall'esercito italiano nel conflitto, imbarcati, caricati sui treni, trasportati nei punti di raduno nelle retrovie del fronte. Al mulo uno dei compiti piu' duri, trasportare sui monti, tra neve e ghiaccio, di tutto ma soprattutto parti smontate dei cannoni, armi e munizioni, pezzi di artiglieria, cibo, cucine da campo, farmaci, fieno, acqua, tende per i bivacchi. A differenza dei cavalli, i muli si muovono meglio sui sentieri impervi, non per niente definiti mulattiere (15). Quando scoppia la prima guerra mondiale, nel 1914, tutti gli eserciti si dotano anche di cani. La Germania li addestrava gia' da tempo per scopi di polizia. Venne organizzata, anche in Italia, la leva canina: i proprietari furono invitati a consegnare i loro animali a medici e veterinari militari che li controllavano, scegliendo i piu' idonei e inviandoli ai reparti addetti all'addestramento, abituandoli a non avere paura degli spari e dei rumori forti. Si insegno' loro ad abbaiare quando trovavano il ferito: saranno migliaia gli uomini salvati dai cani con pettorina della Croce Rossa, nelle file dei combattenti. Altri cani diventano animali da traino (16, 17, 18).
Possedere un animale da compagnia era anche una valvola di sfogo ai sentimenti di paura e ansia legati al conflitto. Gli ufficiali autorizzati potevano portare i loro animali al fronte. I soldati semplici adottavano gli animali che trovavano lasciati dai padroni, i "botoli", ma dovevano abbandonarli a ogni spostamento.
In Italia, nel novembre del 1918, quando i reparti italiani avanzarono verso il trentino all'inseguimento di un esercito austro-ungarico ormai al tracollo, i "cani dell'Adamello" vennero abbandonati dai soldati, che si allontanarono lasciandoli legati alla catena. Quasi tutti morirono e quelli che riuscirono a liberarsi dalle catene finirono col riunirsi in branco per cercare di procurarsi il cibo, avvicinandosi alle case e alle greggi per finire quindi uccisi dagli abitanti di Temu' e dei paesi limitrofi (19, 20).
Tutti gli eserciti avevano reparti di colombi viaggiatori. Uccelli e cani avevano anche compito di sentinelle per aggressioni di tipo chimico possedendo un olfatto sensibile nei confronti del gas. Contro i topi nelle trincee furono impiegati gatti e piccoli cani non addestrati. Nei vari conflitti vennero impiegati anche zanzare, api, pipistrelli, scorpioni, mucche, elefanti, cammelli, orsi, scimmie (21, 22, 23).
Si crearono mattatoi vicino al fronte: pollame, maiali, bovini, cavalli arrivano vivi al mattatoio (non avendo mezzi per spostarli e nemmeno idonee celle frigorifere); alcuni bovini e cavalli trasportano gli altri animali per essere poi uccisi tutti assieme, tanto da esser chiamati carne in piedi. Strateghi tedeschi furono costretti a scegliere tra uso degli animali in battaglia e le necessita' alimentari (agli altri arrivavano le scatolette americane): i 22.000 cavalli da tiro del solo esercito austro-ungarico, nel marzo 1918, sono ridotti a meno di 2.000, gli asini e i muli si sono dimezzati, il bestiame e' quasi tutto requisito e mangiato (24). Viene automatico, per chi e' in guerra, paragonare la sorte degli animali a quella dei soldati, a loro volta carne da macello.
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Non solo durante i conflitti
Due conflitti mondiali non hanno portato al desiderio di pace e di integrazione e tolleranza tra tutti i viventi.
Anzi. Nel periodo tra le due guerre vennero effettuati moltissimi esperimenti bellici su animali non umani reputati sacrificabili. Al termine della grande guerra, nonostante gli Stati Uniti avessero perso circa 10.000 cani, formarono una scuola militare dove insegnavano ai cuccioli, appena svezzati, a trovare il cibo sotto ai carri armati e vennero uccisi a migliaia, nella seconda guerra mondiale, perche' dopo giorni di digiuno e con cariche esplosive fissate sul dorso e comandate a distanza, correvano a cercare da mangiare sotto i panzer tedeschi, atroce tecnica simile a quella dei cani mina russi (25).
Nel Regno Unito, a Porton Down vi e' il piu' grande centro di ricerca sulle armi e dall'anno della sua apertura, nel 1916, milioni di animali (topi, cavie, ratti, maiali, furetti, pecore e primati non umani quali uistitì e macaco rhesus) hanno sofferto vari tipi di torture per testare le armi e vederne gli effetti, per misurare la resistenza ad attacchi fisici e a condizioni avverse, per valutare farmaci e test di efficacia (tossicologia, farmacologia, fisiologia, scienze comportamentali, scienze umane), per studiare traumi e nuove tecniche chirurgiche, prima di essere "sacrificati" (26, 27, 28).
Nel 1946 vicino all'Atollo di Bikini nel Sud del Pacifico, 4000 animali, comprese pecore e capre, furono mandati alla deriva su una piccola barca e un'esplosione atomica venne fatta detonare sopra di loro in modo da valutare gli effetti di un attacco di questo tipo. Tutti gli animali rimasero uccisi o furono gravemente ustionati. L'esercito denomino' il test L'Arca Atomica (29). Negli anni successivi, nel conflitto in Iraq, i delfini sono stati impiegati dall'esercito Statunitense per ricercare le mine (come gia' ai tempi della guerra in Vietnam) (30) e proteggere arsenali nucleari (31). Anche i leoni di mare sono stati impiegati per individuare eventuali sommozzatori nemici (32).
Un drammatico esempio di come gli animali da compagnia siano usati per minacciare e ricattare le persone, viene dalla storia dell'isola Diego Garcia, colonia britannica nel mezzo dell'Oceano Indiano (33).
nel 1966 la Gran Bretagna, concesse agli Stati Uniti l'uso dell'isola a scopi militari, per 50 anni. Mentre gli americani cominciavano ad arrivare per costruire la base, il governatore incaricato della "bonifica", ordino' che tutti i cani di Diego Garcia venissero uccisi. Quasi mille animali furono radunati ed eliminati con i gas di scarico dei veicoli militari americani. La gente lo prese come un avvertimento: chi era rimasto accetto' di essere caricato sulle navi e deportato a mille miglia sulle isole Mauritius.
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Come animali non umani
Come abbiamo scritto e come approfondiremo ancora, l'essere avvezzi alla crudelta' e uccisione di esseri considerati inferiori, discriminabili e dunque sopprimibili (34) e' un meccanismo di "allenamento" alla crudelta' su piu' ampia scala. Il paragone sembra forte, addirittura esagerato, ma viene messo in luce anche da ex internati. Caso emblematico e' Edgar Kupfer-Koberwitz la cui lettera in risposta a chi gli chiede del suo non mangiar carne e' davvero illuminante: ".. rifiuto di mangiare animali perche' non posso nutrirmi con la sofferenza e con la morte di altre creature. Rifiuto di farlo perché ho sofferto tanto dolorosamente che le sofferenze degli altri mi riportano alle mie stesse sofferenze... Se nessuno mi perseguita, perche' dovrei perseguitare altri esseri o far si' che vengano perseguitati? Se nessuno mi fa del male, perche' dovrei fare del male ad altre creature o permettere che facciano loro del male? Se nessuno vuole uccidermi, perche' dovrei uccidere altre creature o permettere che vengano ferite o uccise per il mio piacere o per convenienza? Non e' naturale che io non infligga ad altre creature cio' che io spero non venga inflitto a me? Non credi che sia proprio il dovere del piu' grande, del piu' forte, del superiore di proteggere le creature piu' deboli invece di perseguitarle e di ucciderle?" (35). Ragionamento simile a quello di Theodor W. Adorno: "Forse lo schema sociale della percezione presso gli antisemiti e' fatto in modo che essi non vedono gli ebrei come uomini. L'affermazione ricorrente che i selvaggi, i negri, i giapponesi, somigliano ad animali, o a scimmie, contiene gia' la chiave del pogrom. Della cui possibilita' si decide nell'istante in cui l'occhio di un animale ferito a morte colpisce l'uomo. L'ostinazione con cui egli devia da se' quello sguardo - "non e' che un animale" - si ripete incessantemente nelle crudelta' commesse sugli uomini, in cui gli esecutori devono sempre di nuovo confermare a se stessi il "non e' che un animale", a cui non riuscivano a credere neppure nel caso dell'animale" (36).
La psicologa e psicoterapeuta Annamaria Manzoni (37) sottolinea come "la violenza che caratterizza ogni guerra non nasce dal nulla, ma ha un lungo periodo di formazione perfettamente descritto nelle parole dello psicologo canadese, Steven Pinker (38) che si raccomanda, se vogliamo capire il perche' della violenza al fine di combatterla, di studiarla in tutte le sue manifestazioni, dalle dichiarazioni di guerra tra le nazioni alle sculacciate ai bambini. In sostanza ritiene che per arrivare alle dichiarazioni di guerra, si attraversino tanti altri territori di violenza, esercitata sui piu' deboli. Pinker riprende concetti cardine di altri pensatori, tra i quali un posto d'onore va riservato ad Aldo Capitini (1899-1968), considerato il Gandhi italiano per le sue idee pacifiste, che molto aveva detto e scritto sull'argomento, fino a sostenere che l'abitudine all'uccisione degli animali avvicinasse alla cultura bellica, motivo per cui decise di diventare vegetariano nel 1932, mentre cominciavano a soffiare venti di guerra. Anche altri pacifisti, per citarne alcuni, Mahatma Gandhi, Lev Toltstoj, Tiziano Terzani, Edmondo Marcucci, Albert Schweitzer erano convinti che il rifiuto della guerra non nasca improvvisamente, ma si nutra di un atteggiamento solidale, empatico, non predatorio con tutti gli altri esseri viventi coinvolgendo ogni aspetto della vita individuale e sociale. Per tutti loro gli altri sono parimenti umani e non umani".
A questo punto appare logico come molti studi riportino dati che mostrano come la violenza rivolta agli animali non umani rappresenti un segnale predittivo del possibile scatenarsi di violenza su uomini, donne e  bambini; come la violenza sugli animali sia usata come ricatto, minaccia, esempio di quello che potrebbe succedere agli umani o "palestra" per allenare alla ferocia.
Carol J. Adams fa notare che "quando ci rivolgiamo a un animale parlando di carne, un essere vivente che ha una sua propria vita, che e' unico, viene trasformato in qualcosa che non ha un carattere distintivo, nessuna unicita' ne' individualita'. Invece erano esseri viventi e senzienti. Il referente assente e' cio' che separa il mangiatore di carne dall'animale e l'animale dal prodotto finale. Gli animali sono il referente assente dell'atto del mangiar carne, ma sono anche il referente assente delle immagini di donne massacrate, fatte a pezzi, consumabili".
Da numerose ricerche (39, 40, 41, 42) compiute negli Stati Uniti risulta che il 70% delle donne abusate riferisce che i maltrattanti hanno minacciato di ferire e uccidere i loro animali domestici, tanto che tra il 25 e il 50% delle donne ritarda l'abbandono per timore di quello che potrebbe succedere agli animali.
I carnefici talvolta minacciano di fare del male a un animale da compagnia per indurre la donna a restare, per punire la vittima che se ne sta andando, come metodo coercitivo per farla tornare a casa: un'azione ai danni di un animale da compagnia perpetrata dal soggetto violento puo' essere un chiaro segno di cio' che puo' capitare alla vittima. Risulta anche che la meta' degli stupratori ha commesso crudelta' verso gli animali nell'infanzia/adolescenza; nell'82% delle famiglie in cui l'ente protezione animali statunitense ha rilevato abuso/trascuratezze su animali, vi erano state indagini da parte di organismi per la tutela dell'infanzia che avevano rilevato abuso /trascuratezze sui bambini.
E' stato anche dimostrato che il maltrattamento su animali avviene quando le dimensioni fisiche della vittima sono ritenute sufficientemente piccole dall'abusante, ad esempio un bambino maltratta lucertole, un adolescente maltratta galline e gatti, un adulto soprattutto cani e gatti. In sostanza la dimensione della vittima e' sempre decisamente piu' piccola di quella del carnefice e che ci sia o meno un'arma con cui infierire non conta (43).
Ufficialmente sono appena 202 i minorenni denunciati per crimini contro gli animali dal 2015 al 2021, in Italia, ma un'indagine della Lega Anti Vivisezione dice che il 14,4% del campione ha dichiarato di aver maltrattato un animale almeno una volta (44).
Nel 2009 e' nato in Italia il progetto, Link-Italia, che svolge ricerca sul tema: "nelle discipline quali psicologia, psichiatria, criminologia e scienze investigative il termine link indica una correlazione tra il maltrattamento e uccisione di animali, violenza interpersonale e ogni altra condotta deviante, antisociale e/o criminale. Quindi il maltrattamento e l'uccisione di animali, oltre a un fenomeno da contrastare e condannare di per se', va interpretato come sintomo di una potenziale situazione esistenziale patologica e come fenomeno predittivo di contemporanee e/o successive condotte devianti, antisociali". Tra il settembre 2015 e l'ottobre 2016 l'associazione il Link-Italia ha sottoposto un questionario in sei lingue in nove carceri italiane per verificare se i detenuti avessero maltrattato e/o ucciso animali da minori o da adulti: 682 detenuti hanno compilato il questionario. Di loro, il 73%, ha assistito a maltrattamenti e/o uccisioni di animali da minorenne, il 61% ha maltrattato e/o ucciso animali da minorenne (45). Il 64% dei detenuti ha maltrattato animali da adulti e, di loro, Il 96% aveva gia' effettuato azioni simili da minorenne (46). In genere, l'abuso sull'animale corrisponde ad un abuso simile sull'uomo: abusatori che picchiano gli animali a mani nude, picchiano i figli allo stesso modo, abusatori che sparano al cane tendono a sparare anche alla moglie, aggressori che accoltellano animali accoltellano anche gli umani (47).
Un altro studio condotto negli Stati Uniti (48) mette in relazione la presenza dei mattatoi in alcune zone con il tasso di criminalita' in quelle stesse zone. Dei problemi sociali osservati in queste comunita', l'aumento della criminalita' e' stato particolarmente drammatico. I risultati indicano che l'occupazione nei mattatoi aumenta i tassi totali di arresti, arresti per violenza, crimini, arresti per stupro e altri reati sessuali.
In un articolo (49) si fa riferimento a vari studi nei quali il lavoro nei macelli e' stato messo in relazione alla comparsa di disturbi quali lo stress post-traumatico e lo stress traumatico indotto dalla perpetrazione nonche' a un aumento dei tassi di criminalita' (violenza  domestica, abuso di alcol e droghe).
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Costruire il cambiamento
Il nostro resoconto volge al termine. Siamo senza speranza? No, assolutamente no.
Il numero di persone contrarie alla guerra, alla produzione e commercio di armi e' in costante aumento, la difesa delle persone piu' fragili e' un imperativo etico, la consapevolezza della necessita' di difendere l'ambiente sta portando molti giovani ad un cambiamento radicale di abitudini, anche alimentari.
Ci piace citare il progetto europeo PARENT (50), che si propone di contrastare la violenza maschile promuovendo fin dalla gravidanza la partecipazione attiva dei padri al ruolo di cura, partendo dall'idea che promuovendo la parita' di genere e un'equa condivisione tra uomini e donne dei carichi di lavoro familiare non retribuito, sia possibile contribuire a produrre un cambiamento culturale di fondo della societa', creando i presupposti per la fine di ogni tipo di discriminazione, sfruttamento e violenza verso le donne. E non solo. Gli obiettivi specifici sono di promuovere un cambiamento, nelle pratiche e nella cultura, sui ruoli di genere nella cura, ridurre i divari fra i Paesi dell'UE nel coinvolgimento dei padri nelle cure paterne e i congedi, in una ottica di co-parenting, migliorare la percezione dell'importanza del coinvolgimento degli uomini nelle strategie per combattere la violenza maschile, promuovere la paternita' partecipe, sensibilizzare sui temi della violenza contro le donne e i/le bambini/e.
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Conclusione
Negli ultimi anni il concetto di intersezionalita' si e' ampiamente diffuso nel dibattito accademico e politico e nel linguaggio comune. Indica la sovrapposizione, intersezione, di diverse identita' sociali: etnia, genere, orientamento sessuale, disabilita', eta', religione, tutti fattori che non possono piu' esser visti come a se stanti, perche' le persone non rientrano in un'unica categoria sociale e allo stesso modo le discriminazioni si confondono su diversi livelli. Il pensiero intersezionale e' stato recentemente esteso a questioni ambientali, come quella dei cambiamenti climatici, dei diritti animali e dei trasporti.
L'elenco e' potenzialmente sconfinato.
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Note
1. Dal materiale di Science for peace (Fondazione Veronesi) per la scuola.
2. Fino al 1939 si chiamava cosi', si sperava restasse l'unica di tale portata e solo quando ebbe inizio la successiva venne definita prima guerra mondiale.
3. Zygmunt Bauman, Modernita' e Olocausto, 1989.
4. Herbert Kelman, Kelman HC, Violence without moral restraint: Reflections on the dehumanization of victims and victimizers. Journal of Social Issues. 1973; 29 (4): 25-61.
5. Adriano Favole, Resti di umanita', Vita sociale del corpo dopo la morte, Laterza.
6. Ana Cristina Vargas, Colombia.
7. www.associazioneapaca.eu/i-cani-nella-grande-guerra-il-cane-ambulanza/
8. www.mymovies.it/film/2015/animalinellagrandeguerra/
9. www.lav.it/news/animali-nella-grande-guerra#:~:text=Nella%20Grande%20Guerra%20furono%20undici,di%20soldati%20di%20tutta%20Europa
10. www.associazioneapaca.eu/i-cani-nella-grande-guerra-i-numeri-di-una-carneficina/
11. www.associazioneapaca.eu/i-cani-nella-grande-guerra-lo-scempio-dei-cani-delladamello/
12. www.associazioneapaca.eu/i-cani-nella-grande-guerra-cani-presi-agli-esquimesi-e-portati-sui-vosgi/
13. www.associazioneapaca.eu/i-cani-nella-grande-guerra-cani-da-traino-meglio-dei-muli/
14. it.wikipedia.org/wiki/War_Horse_(film) tratto dall'omonimo libro di Michael Morpurgo.
15. Lucio Fabi, Il bravo soldato mulo: Storie di uomini e di animali nella Grande Guerra, 2017.
16. Federico Torresan, Cani soldato eroi dimenticati della Grande Guerra. Storia e immagini del cane militare nella prima guerra mondiale, 2018.
17. Giovanni Todaro, Uomini e cani in guerra. Dagli egizi fino alla Tripolitania italiana, 2012.
18. https://www.storiaememoriadibologna.it/i-cani-in-guerra-1073-evento
19. Folco Quilici, Umili eroi, Mondadori.
20. www.associazioneapaca.eu/i-cani-nella-grande-guerra-lo-scempio-dei-cani-delladamello/
21. rivistanatura.com/la-guerra-degli-animali-13-specie-sui-campi-battaglia%E2%80%8B/
22. www.nev.it/nev/2022/05/05/animali-in-guerra/
23. Giorgio Bergamino e Gianni Palitta, animali in guerra, 2021.
24. www.storiaememoriadibologna.it/animali-al-fronte.-protagonisti-oscuri-della-grand-1074-evento
25. www.associazioneapaca.eu/i-cani-nella-grande-guerra-le-stragi-dopo-la-fine-del-conflitto/
26. www.animal-ethics.org/la-ricerca-militare-sugli-animali/
27. ogigia.altervista.org/Portale/articoli/24-segreti/1918-porton-down-l-oscuro-segreto-circa-le-armi-chimiche-del-regno-unito
28. www.animal-ethics.org/la-ricerca-militare-sugli-animali/
29. Folco Quilici, umili eroi, 2016.
30. www.eticamente.net/26527/delfini-addestrati-dallesercito-per-la-ricerca-di-mine-lennesimo-sfruttamento-delluomo.html
31. www.difesaonline.it/mondo-militare/il-pi%C3%B9-grande-arsenale-nucleare-del-mondo-protetto-da-delfini
32. www.agi.it/estero/cane_eroe_isis_al_baghdadi_trump-6465833/news/2019-11-01/
33. informare.over-blog.it/article-il-delirio-anglosassone-lo-sconvolgente-caso-di-diego-garcia-120289812.html
34. www.associazioneapaca.eu/i-cani-nella-grande-guerra-linfamia-e-la-propaganda/
35. www.agoravox.it/Edgar-Kupfer-Diari-Caro-amico-mi.html
36. Theodor W. Adorno. Minima Moralia (1951).
37. comune-info.net/autori/annamaria-manzoni/
38. Steven Pinker, Il declino della violenza.
39. Animal Cruelty Task Force of Southern Arizona. www.act-az.org/education.html
40. Ascione F. (2001): "Animal abuse and youth violence". Juvenile Justice Bulletin, U.S.Department of Justice, Office of Juvenile Justice and Delinquency Prevention, Purdue University Press.
41. Ascione F., Weber C.V., Wood D. S. (1997): "The Abuse of Animals and Domestic Violence: A National Survey of Shelters for WomenWho Are Battered", Society and Animals, 5 (3).
42. Hutton J.S. (1981): "Animal abuse as a diagnostic approach in so cial work: a pilot study", Paper presented at the International Conference on the Human/Companion Animal Bond, Philadelphia, Pa.
43. Ascione F., Thompson T.M., Black T. (1997): "Childhood cruelty to animals: Assessing cruelty dimensions and motivations", Anthrozoos, 170–177.
44. www.vita.it/it/article/2023/04/19/il-fascino-della-sofferenza-perche-i-ragazzini-maltrattano-gli-animali/166473/
45. Il 41% ha dichiarato di averlo fatto per sfogare la propria rabbia e frustrazione, il 29% come senso di rivalsa rispetto a vissuti alienanti ed esistenziali, il 23% per un difficile rapporto col padre e l'8% con l'ambiente familiare in generale, il  17% per omologazione e/o senso di appartenenza al gruppo dei pari, il 10% per incapacita' a relazionarsi nel giusto modo con un animale, il 10% ha indicato varie motivazioni tra le quali iniziazioni malavitose.
46. Il 35% ha dichiarato di averlo fatto come parte integrante di un'altra condotta deviante e/o criminale tipo trasporto di droga nel ventre degli animali o violenza domestica sulle partner o atti persecutori, il 27% a fine economico tipo bracconaggio, allevamento illegale e combattimenti, il 22% nel corso di un comportamento euforico dovuto all'uso di sostanze, il 19% per sadismo, il 6% in contesto di zoomafia.
47. Sorcinelli Francesca, Manganaro Alberto, Tettamanti Massimo, Abusi su animali e abusi su umani, Rivista italiana di criminologia, 2012.
48. animalstudies.msu.edu/Slaughterhouses_and_Increased_Crime_Rates.pdf
49. metro.co.uk/2017/12/31/how-killing-animals-everyday-leaves-slaughterhouse-workers-traumatised-7175087/
50. www.epicentro.iss.it/materno/progetto-parent

3. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]

3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/

4. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']

Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805

5. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI

Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

6. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

7. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

8. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

9. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 154 del 3 giugno 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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