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[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 131
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 131
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Thu, 11 May 2023 05:51:11 +0200
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 131 dell'11 maggio 2023
In questo numero:
1. Il volto delle persone uccise
2. Quid agendum hic et nunc: opporsi alla guerra (e alle stragi e all'ecocidio di cui consiste) con l'azione diretta nonviolenta. Un appello a chi ha orecchie per intendere
3. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa?
4. Bruna Bianchi: La Russia vuole essere un uccello di pace
5. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
6. Jennifer Bendery; The Glaring Hole In Joe Biden's Praise Of Harry Belafonte's Life Of Activism
7. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Alcuni riferimenti utili
10. Tre tesi
11. Ripetiamo ancora una volta...
1. L'ORA. IL VOLTO DELLE PERSONE UCCISE
Il volto delle persone uccise
non vedono i poteri che le uccidono
La voce delle persone uccise
non odono i poteri che le uccidono
Tutti i governi che fanno la guerra
sono assassini
Tutti gli eserciti che fanno la guerra
sono assassini
Tutti coloro che approntano le armi
sono assassini
E tutti coloro che non si oppongono alla guerra
sono complici delle stragi e del fascismo
Insorgano nonviolentemente i popoli
per abolire la guerra gli eserciti le armi
Insorgano nonviolentemente i popoli
per salvare tutte le vite
2. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM HIC ET NUNC: OPPORSI ALLA GUERRA (E ALLE STRAGI E ALL'ECOCIDIO DI CUI CONSISTE) CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA. UN APPELLO A CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE
La guerra scatenata oltre un anno fa dal folle e criminale autocrate russo contro la popolazione ucraina inerme continua a mietere vittime innocenti.
E continua a provocare nel cuore d'Europa una catastrofe ambientale di proporzioni colossali, di cui pressoche' tutti i mezzi d'informazione tacciono.
E ogni giorno che passa avvicina il pericolo del suo evolvere nella guerra atomica che puo' porre fine alla civilta' umana e devastare irreversibilmente quest'unico mondo vivente che conosciamo.
L'intera umana famiglia dovrebbe prendere coscienza dell'immane tragedia e dell'abissale minaccia, e quindi agire per far cessare immediatamente la guerra imponendo la fine delle ostilita' e l'avvio di negoziati di pace a tutti i governi impazziti e scellerati che assurdamente la guerra alimentano.
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Mentre la parte migliore della popolazione russa continua ad opporsi alla guerra e al fascismo subendo da parte del regime una repressione brutale; e mentre la parte migliore della popolazione ucraina continua a resistere con la scelta della solidarieta' e della nonviolenza all'invasione e alla barbarie, alla guerra e al militarismo, adoperandosi per salvare le vite e difendendo la democrazia e i diritti umani nell'unico modo in cui e' possibile farlo, cioe' opponendosi alle uccisioni, alla militarizzazione e alla tirannia che ne consegue; tragicamente la parte migliore delle popolazioni degli altri paesi europei non riesce o non vuole o non sa contrastare la follia guerriera e riarmista, l'imbarbarimento e la fame di universale annientamento dei propri governi che invece di adoperarsi per la pace continuano ciecamente a fare di tutto affinche' la guerra, e le stragi, e l'ecocidio, continuino, si accrescano, si estendano oltre ogni limite.
La maggior parte delle molte iniziative per la pace che pure si sono svolte in questi mesi di guerra nei paesi dell'Unione Europea hanno avuto come implicito ma effettuale denominatore comune - e mi si stringe il cuore a dirlo - di "non disturbare il manovratore", ovvero di non mettere in reali difficolta' il governo golpista della banalita' del male che con l'invio di armi e la supina obbedienza alla Nato - l'organizzazione terrorista e stragista le cui criminali responsabilita' nell'alimentare la guerra in Europa sono flagranti - ha reso l'Italia compartecipe della guerra e quindi delle stragi di esseri umani e dell'ecocidio in corso in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, articolo che si apre con parole di inequivocabile chiarezza: "L'Italia ripudia la guerra".
Invece disturbare il manovratore occorreva ed occorre; contrastare il governo belligeno e golpista occorreva ed occorre; bloccare l'illegale e criminale invio delle armi assassine occorreva ed occorre; contrastare l'azione scellerata della Nato occorreva ed occorre. Ma questo non e' stato fatto, e tante belle iniziative tanto spettacolari quanto ininfluenti, cosi' come le non molte benemerite e fin luminose azioni di solidarieta' concreta con le vittime che pure per fortuna ci sono state e sempre siano benedette, non bastano ad occultare questa dura realta'.
Eppure e' chiaro e semplice cio' che occorre fare: contrastare materialmente l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra; contrastarla con l'azione diretta nonviolenta.
Occorre bloccare le fabbriche d'armi: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di produrre altri strumenti di morte.
Occorre bloccare i trasporti di armi: occupando e paralizzando i luoghi in cui transitano gli strumenti di morte.
Occorre bloccare le strutture militari: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire in ogni attivita' di preparazione e a sostegno della guerra.
Occorre bloccare le sedi e strutture in Italia della Nato come delle forze armate degli Stati Uniti d'America: circondandole e occludendone gli ingressi cosi' impedendo loro di continuare la guerra di cui sono palesemente "magna pars".
Occorre bloccare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri coinvolti nella guerra: circondandoli e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire nell'illegale sostegno alla guerra e alle stragi e all'ecocidio in corso in Ucraina, impedendo loro di proseguire nella flagrante violazione della Costituzione della Repubblica italiana cui pure tutti i membri del governo hanno giurato fedelta'.
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Beninteso: occorre anche continuare a dire e a fare le tante cose buone che gia' si dicono e si fanno, ed occorre sostenere le molte iniziative di pace nuove o reiterate in corso e in programma da parte di soggetti diversi, quali che siano i loro limiti e le loro fragilita', a condizione che siano iniziative rigorosamente per la pace e rigorosamente democratiche sia nel merito che nel metodo, ovvero orientate a salvare tutte le vite e realizzate in forme rigorosamente nonviolente.
Ripetiamo ancora una volta che si deve continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime; che si deve continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime; che si deve continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato; che si deve continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi e le devastazioni di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre; che si deve continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente; che si deve continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani; che si deve continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino; che si deve continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
Ma se non si passa all'azione diretta nonviolenta tutte queste cose non riusciranno a fermare la guerra. Solo l'azione diretta nonviolenta puo' riuscire ad avviare dal basso l'agire necessario, le decisioni indispensabili: la cessazione delle uccisioni, la costruzione della pace, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta, la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, il rispetto per ogni vita.
Occorre proporre, iniziare, praticare e poi generalizzare l'azione diretta nonviolenta: cominciando con la forza preziosa dei piccoli gruppi delle persone gia' persuase della nonviolenza - le persone che Gandhi chiamava "satyagrahi", le persone persuase della "forza della verita'" - e poi con la forza dell'esempio, della testimonianza che educa al bene, della lotta nonviolenta concreta e coerente, allargare progressivamente la mobilitazione fino allo sciopero generale contro la guerra, se sara' necessario arrivare fino allo sciopero generale per imporre allo stolto e criminale governo italiano di tornare a rispettare non solo l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ma il diritto alla vita di ogni essere umano.
Poi, naturalmente, anche tutto cio' potrebbe non bastare; ma occorre almeno averlo detto, occorre almeno averlo tentato.
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Le circostanze particolari in cui vivo da anni mi impediscono di essere io stesso ad organizzare le azioni dirette nonviolente che mi sembrano possibili e necessarie (e che ho sommariamente elencato sopra); l'ho fatto piu' volte in passato, ma ora mi e' obiettivamente impossibile, e non e' l'ultimo dei miei crucci.
Cosicche', non potendo fare qui e adesso di piu' e di meglio, almeno ho voluto dirle queste cose, sperando che qualcuno le ascolti. E sapendo che questo mio scritto che invita ad opporsi alla guerra, alle stragi e all'ecocidio di cui essa consiste, che invita a contrastare i mercanti di morte e la fabbrica degli omicidi, che invita a difendere il diritto alla vita di ogni vivente, ebbene, e' possibile che venga tacciato dal governo belligeno e golpista e dal solerte suo apparato propagandistico di "istigazione a delinquere", mentre a me sembra che sia piuttosto una esortazione a non delinquere, poiche' dal modesto mio punto di vista - ma anche dal punto di vista della Costituzione repubblicana - a delinquere e' piuttosto chi fa e sostiene la guerra, chi uccide, fa uccidere, fornisce gli strumenti per uccidere, coopera a uccidere e lascia uccidere gli esseri umani, chi devasta e distrugge parti sempre crescenti di quest'unico mondo vivente, di quest'unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Dixi, sed non salvavi animam meam.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.
3. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA?
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
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Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
4. TESTIMONI. BRUNA BIANCHI: LA RUSSIA VUOLE ESSERE UN UCCELLO DI PACE
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 28 luglio 2022]
Profilo dell'artista Yelena Osipova.
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"La Russia vuole essere un uccello di pace, onesto e buono". Sono parole di Yelena Osipova, l'artista di settantasei anni che e' diventata un simbolo del movimento contro la guerra (1). L'immagine dell'anziana manifestante, mentre viene tratta in arresto nei primi giorni di guerra, si e' diffusa rapidamente, suscitando sentimenti di ammirazione e di sdegno (2).
Nata l'11 novembre 1945 da genitori sopravvissuti all'assedio di Leningrado, Yelena Osipova, dopo essersi diplomata alla scuola d'arte, per trent'anni ha insegnato disegno ai bambini. Dopo la morte del suo unico figlio, si e' dimessa dall'incarico: "I bambini hanno bisogno di vedere volti sorridenti e io da allora non posso piu' sorridere" (Meduza).
Pur non avendo mai fatto parte di alcun gruppo artistico, fin dalla seconda guerra cecena Osipova ha protestato contro la politica del governo rimanendo per ore al gelo e alla pioggia nelle piazze e nelle vie di San Pietroburgo con i suoi poster, per lo piu' sola, nell'indifferenza generale. "Se le persone avessero iniziato a protestare dall'inizio, ha commentato, le cose sarebbero andate diversamente".
"Gia' nel 2014 mi era chiaro dove sarebbe andata a finire la politica di Putin verso l'Ucraina. La maggioranza dei miei poster contro la guerra risalgono a quel periodo". "Non credere alla giustizia della guerra" e' uno tra i suoi preferiti.
La sua prima mostra, allestita nel 2015, ha raccolto molte delle sue opere a partire dal 2002, al tempo della tragedia degli ostaggi al teatro Dubrovka di Mosca (3), quando si reco' di fronte alla sede dell'Assemblea legislativa di San Pietroburgo con un poster in cui era scritto: "Siamo tutti ostaggi della politica violenta, provocatrice e imperialista".
Lo scorso febbraio, immediatamente dopo l'annuncio dell'"operazione speciale", si e' recata nel centro della citta' con uno dei suoi vecchi poster.
"Il 24 febbraio, sono uscita a protestare, disperata, ma ho incontrato persone che mi hanno incoraggiata e ispirata. Tante persone erano per le strade quel giorno. Mi sono fermata presso il monumento di Caterina II e [vidi] molti che fuggivano di corsa dalla polizia lungo la prospettiva Nevskij gridando 'No alla guerra!'. Alcuni mi si avvicinarono piangendo e domandando: 'Cosa possiamo fare? Come possiamo aiutare l'Ucraina?'" (Meduza).
Non potendo seguire i manifestanti, l'anziana artista e' rimasta presso il monumento con il suo poster che rappresentava una mummia, due corvi con il becco insanguinato e un adattamento di alcuni versi di Marina Cvetaeva:
"Oh mania!
Oh mummia di guerra!
Brucerai, Russia!
E' follia, follia quella che compi!".
Da allora scende in strada tutte le volte che la salute glielo permette. La schiena e le gambe le dolgono; non riesce a stare in piedi se non appoggia i suoi grandi poster a qualche sostegno e quando viene arrestata, deve essere letteralmente trascinata nelle camionette della polizia, non perche' faccia resistenza, ma perche' non potrebbe salirvi da sola.
"Il 27 febbraio sono scesa in strada con un poster che ritraeva un soldato bendato mentre la madre, togliendogli dalle mani il fucile, gli diceva: 'figlio mio, non combattere in questa guerra'. E io ho aggiunto: 'Soldato, getta le armi, non sparare - questo e' cio' che fa di te un eroe'".
In quell'occasione e' stata nuovamente arrestata. Un ulteriore arresto e' avvenuto il 2 marzo quando, allarmata per la minaccia di usare le armi nucleari, si uni' alla manifestazione contro la guerra tenendo tra le mani due grandi poster per il disarmo.
"Arresti, prigione, processi, multe, sono passata attraverso tutto questo".
La violenza ai civili, in particolare ai bambini, e il dolore delle madri sono temi ricorrenti nei suoi poster, come in quello esposto il primo maggio e accompagnato dalla scritta (OVD):
"Primo maggio: Solidarieta' internazionale
No alla guerra, no alla guerra
XXI secolo!
La morte dell'umanita' e' la conseguenza della guerra".
Una settimana dopo, il 9 maggio, giornata della vittoria, Osipova e' stata fermata sulla soglia di casa da due uomini che le hanno strappato dalle mani i suoi cartelli e le hanno impedito di raggiungere il centro cittadino per manifestare contro la guerra. "Ci sono anche persone che mi rimproverano - ha raccontato -, mi aggrediscono" e chiamano la polizia.
"Una settimana fa, presso la stazione della metropolitana Cernysevskaja dieci persone, collaboratori e collaboratrici della polizia, mi hanno aggredito [...]. Non mi hanno lasciato srotolare i miei poster e li hanno strappati [...]. E' difficile per me dire se sono piu' numerose le persone che mi aggrediscono e mi condannano o coloro che mi sostengono. Ma sicuramente la maggior parte e' indifferente, sono quelle persone che ti passano davanti senza fermarsi e senza guardare. Non vogliono pensare al futuro e ai loro figli. Il problema principale e' che tutta questa situazione sara' lasciata ai nostri figli. Dovranno rimediare a tutto cio' quando ce ne saremo andati" (Gazeta).
Ma questo Osipova non riesce a sopportarlo e continua a protestare in nome dei giovani e perche' molte persone, come lei stessa, hanno bisogno di non sentirsi sole. Da quando la guerra e' iniziata, i poster sono le uniche opere a cui si dedica e ha abbandonato quelle pittoriche, un centinaio, che ricoprono le pareti della sua casa, dal pavimento al soffitto. Opere che non ha mai voluto vendere. "Non vendo la mia arte politica, se lo facessi perderei la mia credibilita'". Eppure, l'artista, che vive in un vetusto palazzo comunale, ha una pensione di soli 6.000 rubli (104 euro), oltre a un assegno di poverta', e accetta in dono solo colori e cartone per i suoi poster.
La salute e' precaria, "posso morire in qualsiasi momento...".
"La forza mi viene da qualche parte e vado sulla scena pubblica per dire qualcosa di importante finche' ne ho ancora il tempo [...]. Anche ora, questa situazione, che e' follemente tragica, puo' essere volta al bene, cosi' che coloro che sono morti da entrambe le parti non siano morti invano. Un trattato per la proibizione delle armi nucleari dovrebbe essere adottato subito... Io cerco di credere e di dare speranza alle persone. Come si potrebbe continuare a vivere altrimenti?" (Meduza).
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Note
1. Recentemente il comune di Milano l'ha nominata cittadina onoraria.
2. Il profilo dell'artista tracciato in queste pagine si basa prevalentemente su due lunghe interviste rilasciate, la prima, il 28 marzo a Nina Petlyanova per la "Novaja Gazeta" e tradotta da "The Russian Reader" ("President, Change Course!": Yelena Osipova, The 77-Year-Old on the Frontlines of Petersburg's Anti-War Protests). therussianreader.com/2022/03/28/yelena-osipova-2/) e la seconda il 19 aprile a Evgenia Sozankova per "Meduza" ("Indifference is Our Main Problem". Artist and Activist Yelena Osipova on Russia's War against Ukraine and 20 Years of Protesting Putin's Regime, meduza.io/en/feature/2022/04/19/indifference-is-our-main-problem). Per brevita' nelle citazioni usero' come rimandi semplicemente: Meduza e Gazeta.
3. Nell'ottobre di quell'anno al teatro Dubrovka di Mosca 40 militanti armati ceceni tennero in ostaggio 850 persone. Dopo due giorni di assedio le forze speciali russe pomparono una sostanza tossica nelle sistema di ventilazione del teatro che ha ucciso 129 ostaggi e 39 militanti ceceni.
5. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
6. DOCUMENTAZIONE. JENNIFER BENDERY: THE GLARING HOLE IN JOE BIDEN'S PRAISE OF HARRY BELAFONTE'S LIFE OF ACTIVISM
[Dal sito www.huffpost.com riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 26 aprile 2023 dal titolo "The Glaring Hole In Joe Biden's Praise Of Harry Belafonte's Life Of Activism" e il sommario "The president hailed Belafonte's "legacy of outspoken advocacy," which included his fight to free Leonard Peltier. Biden could make it happen, but hasn't"]
President Joe Biden on Tuesday hailed the life of Harry Belafonte, the music legend and civil rights activist who died at the age of 96.
"He used his fame and fortune for the public good throughout his extraordinary career," Biden said in a lengthy statement. "He became a powerful ally of Dr. Martin Luther King Jr. and other giants of the Civil Rights Movement. He raised money and donated resources to post bail for activists jailed for acts of civil disobedience."
"Harry Belafonte's accomplishments are legendary and his legacy of outspoken advocacy, compassion, and respect for human dignity will endure," he continued. "He will be remembered as a great American."
But for all his praise of Belafonte's fight for justice and human rights, Biden didn't mention that Belafonte was a strong, decadeslong advocate for releasing the long-imprisoned Native American activist Leonard Peltier - something Biden could unilaterally do today if he wanted to, but hasn't.
Belafonte spent years urging former President Barack Obama to grant clemency to Peltier, who the U.S. government put in prison nearly 50 years ago after a trial riddled with misconduct and lies - and who definitely doesn't belong there anymore.
The FBI and U.S. Attorney's Office made a fall guy out of Peltier, now 78, when they convicted him for the murder of two FBI agents during a 1975 shootout on Pine Ridge Reservation in South Dakota. Their conviction fell apart when they got caught hiding exculpatory evidence, so they changed their charge to aiding and abetting whoever did murder the agents, on the grounds that Peltier was among the dozens of people present near the shootings. The FBI never did figure out who shot the agents.
During the trial, the FBI threatened and coerced witnesses into lying. Federal officials glossed over that all of Peltier's co-defendants had already been acquitted on grounds of self-defense. A juror admitted on day two that she was racist against Native Americans. She was kept on the jury anyway.
Some of the same people who helped put Peltier in prison all those years ago have since urged his release, saying they never had proof that he committed any crimes. Beyond that, Peltier's prolonged parole process has been so problematic that United Nations legal experts last year made the unusual decision to revisit his case. Over the summer, they called on Biden to release him immediately.
Throughout all of this, Peltier has maintained his innocence, a detail that has almost certainly prevented him from being paroled. He remains in a Florida penitentiary. He uses a walker now. He is blind in one eye from a partial stroke. He survived a scary bout with COVID-19 last year, and he's wrestled with serious health concerns related to diabetes and an aortic aneurysm.
Belafonte saw an ally in Obama to release Peltier from prison once and for all. In December 2012, he headlined a New York City benefit concert for Peltier, sharing the stage with folk singer Pete Seeger, rappers Common and Mos Def, and filmmaker Michael Moore. He was 85 years old at the time, gripping a cane as he addressed the crowd.
"I spoke with Leonard just before the show," Belafonte said. "[Leonard] said, 'Harry, I know how hard it's been to organize these concerts... I hope this evening is not about raising funds, but let it be about raising consciousness. Consciousness about injustice is what we have to do.'"
Four years later, in December 2016, Belafonte spoke at a Democracy Now! event in New York City and again pressed Obama to release Peltier before leaving office. He was now 89, and hunched over the podium as he spoke.
"I'll take this opportunity to publicly, once again - for the last few months, a passionate appeal has been made to President Barack Obama to use the power of the executive office to free my friend and our leader, Leonard Peltier," Belafonte said to applause.
"With the understanding that if he fails before now and the end of the year to step to the plate and do the right thing, it will be a long time before we get a chance to think about Leonard being freed," he continued. "But I think we have to just keep on, keepin' on."
Obama never did release Peltier. It's not clear why.
Worse, it's increasingly clear that the only reason that Peltier is still in prison is because the FBI simply doesn't want him to get out, ever, even as its stated argument for keeping him there is wildly outdated, misleading and flat-out wrong.
Belafonte's death comes a week after Amnesty International USA launched a new campaign aimed at pressuring Biden to release Peltier on humanitarian grounds. The group, which is typically focused on international human rights violations, has long advocated for Peltier's release and timed its new campaign with the anniversary of his conviction on April 18, 1977.
"President Biden's promises to do better on Indigenous peoples' rights and criminal justice reform ring more and more hollow every day that Leonard Peltier remains in prison," said Zeke Johnson, the national director of Campaigns & Crisis Response for Amnesty International USA.
"President Biden should read Peltier's petition for clemency and grant it before Peltier dies in custody," said Johnson. "No one should be imprisoned, let alone for nearly 50 years, when there are serious concerns about the fairness of their trial."
A White House spokesman on Tuesday did not respond to a request for comment on whether Biden is considering granting clemency to Peltier.
HuffPost routinely asks the White House about Peltier but does not get any comment. The last time HuffPost remembers getting a response was in February 2022, with this statement from a Biden spokesman: "We are aware of Mr. Peltier's request for a pardon and the outreach in support of his request. As many of you know, President Biden has a process for considering all requests for pardon or commutation, which is run through our White House Counsel's Office. I don't have more to share on Mr. Peltier's request at this time."
House Speaker Emerita Nancy Pelosi (D-Calif.) also hailed Belafonte's legacy on Tuesday, celebrating his "relentless advocacy for human rights."
"Whether standing alongside Dr. King at the March on Washington, fighting against Apartheid or mobilizing for famine relief for Africa, he answered great moral crises of his time with his fiery, passionate activism," Pelosi said in a statement.
Her spokesperson did not respond to a request for comment on whether Pelosi backs Peltier's release, an issue at the heart of Belafonte's fiery, passionate activism.
7. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
10. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
11. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 131 dell'11 maggio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 131 dell'11 maggio 2023
In questo numero:
1. Il volto delle persone uccise
2. Quid agendum hic et nunc: opporsi alla guerra (e alle stragi e all'ecocidio di cui consiste) con l'azione diretta nonviolenta. Un appello a chi ha orecchie per intendere
3. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa?
4. Bruna Bianchi: La Russia vuole essere un uccello di pace
5. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
6. Jennifer Bendery; The Glaring Hole In Joe Biden's Praise Of Harry Belafonte's Life Of Activism
7. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Alcuni riferimenti utili
10. Tre tesi
11. Ripetiamo ancora una volta...
1. L'ORA. IL VOLTO DELLE PERSONE UCCISE
Il volto delle persone uccise
non vedono i poteri che le uccidono
La voce delle persone uccise
non odono i poteri che le uccidono
Tutti i governi che fanno la guerra
sono assassini
Tutti gli eserciti che fanno la guerra
sono assassini
Tutti coloro che approntano le armi
sono assassini
E tutti coloro che non si oppongono alla guerra
sono complici delle stragi e del fascismo
Insorgano nonviolentemente i popoli
per abolire la guerra gli eserciti le armi
Insorgano nonviolentemente i popoli
per salvare tutte le vite
2. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM HIC ET NUNC: OPPORSI ALLA GUERRA (E ALLE STRAGI E ALL'ECOCIDIO DI CUI CONSISTE) CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA. UN APPELLO A CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE
La guerra scatenata oltre un anno fa dal folle e criminale autocrate russo contro la popolazione ucraina inerme continua a mietere vittime innocenti.
E continua a provocare nel cuore d'Europa una catastrofe ambientale di proporzioni colossali, di cui pressoche' tutti i mezzi d'informazione tacciono.
E ogni giorno che passa avvicina il pericolo del suo evolvere nella guerra atomica che puo' porre fine alla civilta' umana e devastare irreversibilmente quest'unico mondo vivente che conosciamo.
L'intera umana famiglia dovrebbe prendere coscienza dell'immane tragedia e dell'abissale minaccia, e quindi agire per far cessare immediatamente la guerra imponendo la fine delle ostilita' e l'avvio di negoziati di pace a tutti i governi impazziti e scellerati che assurdamente la guerra alimentano.
*
Mentre la parte migliore della popolazione russa continua ad opporsi alla guerra e al fascismo subendo da parte del regime una repressione brutale; e mentre la parte migliore della popolazione ucraina continua a resistere con la scelta della solidarieta' e della nonviolenza all'invasione e alla barbarie, alla guerra e al militarismo, adoperandosi per salvare le vite e difendendo la democrazia e i diritti umani nell'unico modo in cui e' possibile farlo, cioe' opponendosi alle uccisioni, alla militarizzazione e alla tirannia che ne consegue; tragicamente la parte migliore delle popolazioni degli altri paesi europei non riesce o non vuole o non sa contrastare la follia guerriera e riarmista, l'imbarbarimento e la fame di universale annientamento dei propri governi che invece di adoperarsi per la pace continuano ciecamente a fare di tutto affinche' la guerra, e le stragi, e l'ecocidio, continuino, si accrescano, si estendano oltre ogni limite.
La maggior parte delle molte iniziative per la pace che pure si sono svolte in questi mesi di guerra nei paesi dell'Unione Europea hanno avuto come implicito ma effettuale denominatore comune - e mi si stringe il cuore a dirlo - di "non disturbare il manovratore", ovvero di non mettere in reali difficolta' il governo golpista della banalita' del male che con l'invio di armi e la supina obbedienza alla Nato - l'organizzazione terrorista e stragista le cui criminali responsabilita' nell'alimentare la guerra in Europa sono flagranti - ha reso l'Italia compartecipe della guerra e quindi delle stragi di esseri umani e dell'ecocidio in corso in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, articolo che si apre con parole di inequivocabile chiarezza: "L'Italia ripudia la guerra".
Invece disturbare il manovratore occorreva ed occorre; contrastare il governo belligeno e golpista occorreva ed occorre; bloccare l'illegale e criminale invio delle armi assassine occorreva ed occorre; contrastare l'azione scellerata della Nato occorreva ed occorre. Ma questo non e' stato fatto, e tante belle iniziative tanto spettacolari quanto ininfluenti, cosi' come le non molte benemerite e fin luminose azioni di solidarieta' concreta con le vittime che pure per fortuna ci sono state e sempre siano benedette, non bastano ad occultare questa dura realta'.
Eppure e' chiaro e semplice cio' che occorre fare: contrastare materialmente l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra; contrastarla con l'azione diretta nonviolenta.
Occorre bloccare le fabbriche d'armi: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di produrre altri strumenti di morte.
Occorre bloccare i trasporti di armi: occupando e paralizzando i luoghi in cui transitano gli strumenti di morte.
Occorre bloccare le strutture militari: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire in ogni attivita' di preparazione e a sostegno della guerra.
Occorre bloccare le sedi e strutture in Italia della Nato come delle forze armate degli Stati Uniti d'America: circondandole e occludendone gli ingressi cosi' impedendo loro di continuare la guerra di cui sono palesemente "magna pars".
Occorre bloccare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri coinvolti nella guerra: circondandoli e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire nell'illegale sostegno alla guerra e alle stragi e all'ecocidio in corso in Ucraina, impedendo loro di proseguire nella flagrante violazione della Costituzione della Repubblica italiana cui pure tutti i membri del governo hanno giurato fedelta'.
*
Beninteso: occorre anche continuare a dire e a fare le tante cose buone che gia' si dicono e si fanno, ed occorre sostenere le molte iniziative di pace nuove o reiterate in corso e in programma da parte di soggetti diversi, quali che siano i loro limiti e le loro fragilita', a condizione che siano iniziative rigorosamente per la pace e rigorosamente democratiche sia nel merito che nel metodo, ovvero orientate a salvare tutte le vite e realizzate in forme rigorosamente nonviolente.
Ripetiamo ancora una volta che si deve continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime; che si deve continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime; che si deve continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato; che si deve continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi e le devastazioni di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre; che si deve continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente; che si deve continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani; che si deve continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino; che si deve continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
Ma se non si passa all'azione diretta nonviolenta tutte queste cose non riusciranno a fermare la guerra. Solo l'azione diretta nonviolenta puo' riuscire ad avviare dal basso l'agire necessario, le decisioni indispensabili: la cessazione delle uccisioni, la costruzione della pace, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta, la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, il rispetto per ogni vita.
Occorre proporre, iniziare, praticare e poi generalizzare l'azione diretta nonviolenta: cominciando con la forza preziosa dei piccoli gruppi delle persone gia' persuase della nonviolenza - le persone che Gandhi chiamava "satyagrahi", le persone persuase della "forza della verita'" - e poi con la forza dell'esempio, della testimonianza che educa al bene, della lotta nonviolenta concreta e coerente, allargare progressivamente la mobilitazione fino allo sciopero generale contro la guerra, se sara' necessario arrivare fino allo sciopero generale per imporre allo stolto e criminale governo italiano di tornare a rispettare non solo l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ma il diritto alla vita di ogni essere umano.
Poi, naturalmente, anche tutto cio' potrebbe non bastare; ma occorre almeno averlo detto, occorre almeno averlo tentato.
*
Le circostanze particolari in cui vivo da anni mi impediscono di essere io stesso ad organizzare le azioni dirette nonviolente che mi sembrano possibili e necessarie (e che ho sommariamente elencato sopra); l'ho fatto piu' volte in passato, ma ora mi e' obiettivamente impossibile, e non e' l'ultimo dei miei crucci.
Cosicche', non potendo fare qui e adesso di piu' e di meglio, almeno ho voluto dirle queste cose, sperando che qualcuno le ascolti. E sapendo che questo mio scritto che invita ad opporsi alla guerra, alle stragi e all'ecocidio di cui essa consiste, che invita a contrastare i mercanti di morte e la fabbrica degli omicidi, che invita a difendere il diritto alla vita di ogni vivente, ebbene, e' possibile che venga tacciato dal governo belligeno e golpista e dal solerte suo apparato propagandistico di "istigazione a delinquere", mentre a me sembra che sia piuttosto una esortazione a non delinquere, poiche' dal modesto mio punto di vista - ma anche dal punto di vista della Costituzione repubblicana - a delinquere e' piuttosto chi fa e sostiene la guerra, chi uccide, fa uccidere, fornisce gli strumenti per uccidere, coopera a uccidere e lascia uccidere gli esseri umani, chi devasta e distrugge parti sempre crescenti di quest'unico mondo vivente, di quest'unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Dixi, sed non salvavi animam meam.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.
3. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA?
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
4. TESTIMONI. BRUNA BIANCHI: LA RUSSIA VUOLE ESSERE UN UCCELLO DI PACE
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 28 luglio 2022]
Profilo dell'artista Yelena Osipova.
*
"La Russia vuole essere un uccello di pace, onesto e buono". Sono parole di Yelena Osipova, l'artista di settantasei anni che e' diventata un simbolo del movimento contro la guerra (1). L'immagine dell'anziana manifestante, mentre viene tratta in arresto nei primi giorni di guerra, si e' diffusa rapidamente, suscitando sentimenti di ammirazione e di sdegno (2).
Nata l'11 novembre 1945 da genitori sopravvissuti all'assedio di Leningrado, Yelena Osipova, dopo essersi diplomata alla scuola d'arte, per trent'anni ha insegnato disegno ai bambini. Dopo la morte del suo unico figlio, si e' dimessa dall'incarico: "I bambini hanno bisogno di vedere volti sorridenti e io da allora non posso piu' sorridere" (Meduza).
Pur non avendo mai fatto parte di alcun gruppo artistico, fin dalla seconda guerra cecena Osipova ha protestato contro la politica del governo rimanendo per ore al gelo e alla pioggia nelle piazze e nelle vie di San Pietroburgo con i suoi poster, per lo piu' sola, nell'indifferenza generale. "Se le persone avessero iniziato a protestare dall'inizio, ha commentato, le cose sarebbero andate diversamente".
"Gia' nel 2014 mi era chiaro dove sarebbe andata a finire la politica di Putin verso l'Ucraina. La maggioranza dei miei poster contro la guerra risalgono a quel periodo". "Non credere alla giustizia della guerra" e' uno tra i suoi preferiti.
La sua prima mostra, allestita nel 2015, ha raccolto molte delle sue opere a partire dal 2002, al tempo della tragedia degli ostaggi al teatro Dubrovka di Mosca (3), quando si reco' di fronte alla sede dell'Assemblea legislativa di San Pietroburgo con un poster in cui era scritto: "Siamo tutti ostaggi della politica violenta, provocatrice e imperialista".
Lo scorso febbraio, immediatamente dopo l'annuncio dell'"operazione speciale", si e' recata nel centro della citta' con uno dei suoi vecchi poster.
"Il 24 febbraio, sono uscita a protestare, disperata, ma ho incontrato persone che mi hanno incoraggiata e ispirata. Tante persone erano per le strade quel giorno. Mi sono fermata presso il monumento di Caterina II e [vidi] molti che fuggivano di corsa dalla polizia lungo la prospettiva Nevskij gridando 'No alla guerra!'. Alcuni mi si avvicinarono piangendo e domandando: 'Cosa possiamo fare? Come possiamo aiutare l'Ucraina?'" (Meduza).
Non potendo seguire i manifestanti, l'anziana artista e' rimasta presso il monumento con il suo poster che rappresentava una mummia, due corvi con il becco insanguinato e un adattamento di alcuni versi di Marina Cvetaeva:
"Oh mania!
Oh mummia di guerra!
Brucerai, Russia!
E' follia, follia quella che compi!".
Da allora scende in strada tutte le volte che la salute glielo permette. La schiena e le gambe le dolgono; non riesce a stare in piedi se non appoggia i suoi grandi poster a qualche sostegno e quando viene arrestata, deve essere letteralmente trascinata nelle camionette della polizia, non perche' faccia resistenza, ma perche' non potrebbe salirvi da sola.
"Il 27 febbraio sono scesa in strada con un poster che ritraeva un soldato bendato mentre la madre, togliendogli dalle mani il fucile, gli diceva: 'figlio mio, non combattere in questa guerra'. E io ho aggiunto: 'Soldato, getta le armi, non sparare - questo e' cio' che fa di te un eroe'".
In quell'occasione e' stata nuovamente arrestata. Un ulteriore arresto e' avvenuto il 2 marzo quando, allarmata per la minaccia di usare le armi nucleari, si uni' alla manifestazione contro la guerra tenendo tra le mani due grandi poster per il disarmo.
"Arresti, prigione, processi, multe, sono passata attraverso tutto questo".
La violenza ai civili, in particolare ai bambini, e il dolore delle madri sono temi ricorrenti nei suoi poster, come in quello esposto il primo maggio e accompagnato dalla scritta (OVD):
"Primo maggio: Solidarieta' internazionale
No alla guerra, no alla guerra
XXI secolo!
La morte dell'umanita' e' la conseguenza della guerra".
Una settimana dopo, il 9 maggio, giornata della vittoria, Osipova e' stata fermata sulla soglia di casa da due uomini che le hanno strappato dalle mani i suoi cartelli e le hanno impedito di raggiungere il centro cittadino per manifestare contro la guerra. "Ci sono anche persone che mi rimproverano - ha raccontato -, mi aggrediscono" e chiamano la polizia.
"Una settimana fa, presso la stazione della metropolitana Cernysevskaja dieci persone, collaboratori e collaboratrici della polizia, mi hanno aggredito [...]. Non mi hanno lasciato srotolare i miei poster e li hanno strappati [...]. E' difficile per me dire se sono piu' numerose le persone che mi aggrediscono e mi condannano o coloro che mi sostengono. Ma sicuramente la maggior parte e' indifferente, sono quelle persone che ti passano davanti senza fermarsi e senza guardare. Non vogliono pensare al futuro e ai loro figli. Il problema principale e' che tutta questa situazione sara' lasciata ai nostri figli. Dovranno rimediare a tutto cio' quando ce ne saremo andati" (Gazeta).
Ma questo Osipova non riesce a sopportarlo e continua a protestare in nome dei giovani e perche' molte persone, come lei stessa, hanno bisogno di non sentirsi sole. Da quando la guerra e' iniziata, i poster sono le uniche opere a cui si dedica e ha abbandonato quelle pittoriche, un centinaio, che ricoprono le pareti della sua casa, dal pavimento al soffitto. Opere che non ha mai voluto vendere. "Non vendo la mia arte politica, se lo facessi perderei la mia credibilita'". Eppure, l'artista, che vive in un vetusto palazzo comunale, ha una pensione di soli 6.000 rubli (104 euro), oltre a un assegno di poverta', e accetta in dono solo colori e cartone per i suoi poster.
La salute e' precaria, "posso morire in qualsiasi momento...".
"La forza mi viene da qualche parte e vado sulla scena pubblica per dire qualcosa di importante finche' ne ho ancora il tempo [...]. Anche ora, questa situazione, che e' follemente tragica, puo' essere volta al bene, cosi' che coloro che sono morti da entrambe le parti non siano morti invano. Un trattato per la proibizione delle armi nucleari dovrebbe essere adottato subito... Io cerco di credere e di dare speranza alle persone. Come si potrebbe continuare a vivere altrimenti?" (Meduza).
*
Note
1. Recentemente il comune di Milano l'ha nominata cittadina onoraria.
2. Il profilo dell'artista tracciato in queste pagine si basa prevalentemente su due lunghe interviste rilasciate, la prima, il 28 marzo a Nina Petlyanova per la "Novaja Gazeta" e tradotta da "The Russian Reader" ("President, Change Course!": Yelena Osipova, The 77-Year-Old on the Frontlines of Petersburg's Anti-War Protests). therussianreader.com/2022/03/28/yelena-osipova-2/) e la seconda il 19 aprile a Evgenia Sozankova per "Meduza" ("Indifference is Our Main Problem". Artist and Activist Yelena Osipova on Russia's War against Ukraine and 20 Years of Protesting Putin's Regime, meduza.io/en/feature/2022/04/19/indifference-is-our-main-problem). Per brevita' nelle citazioni usero' come rimandi semplicemente: Meduza e Gazeta.
3. Nell'ottobre di quell'anno al teatro Dubrovka di Mosca 40 militanti armati ceceni tennero in ostaggio 850 persone. Dopo due giorni di assedio le forze speciali russe pomparono una sostanza tossica nelle sistema di ventilazione del teatro che ha ucciso 129 ostaggi e 39 militanti ceceni.
5. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
6. DOCUMENTAZIONE. JENNIFER BENDERY: THE GLARING HOLE IN JOE BIDEN'S PRAISE OF HARRY BELAFONTE'S LIFE OF ACTIVISM
[Dal sito www.huffpost.com riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 26 aprile 2023 dal titolo "The Glaring Hole In Joe Biden's Praise Of Harry Belafonte's Life Of Activism" e il sommario "The president hailed Belafonte's "legacy of outspoken advocacy," which included his fight to free Leonard Peltier. Biden could make it happen, but hasn't"]
President Joe Biden on Tuesday hailed the life of Harry Belafonte, the music legend and civil rights activist who died at the age of 96.
"He used his fame and fortune for the public good throughout his extraordinary career," Biden said in a lengthy statement. "He became a powerful ally of Dr. Martin Luther King Jr. and other giants of the Civil Rights Movement. He raised money and donated resources to post bail for activists jailed for acts of civil disobedience."
"Harry Belafonte's accomplishments are legendary and his legacy of outspoken advocacy, compassion, and respect for human dignity will endure," he continued. "He will be remembered as a great American."
But for all his praise of Belafonte's fight for justice and human rights, Biden didn't mention that Belafonte was a strong, decadeslong advocate for releasing the long-imprisoned Native American activist Leonard Peltier - something Biden could unilaterally do today if he wanted to, but hasn't.
Belafonte spent years urging former President Barack Obama to grant clemency to Peltier, who the U.S. government put in prison nearly 50 years ago after a trial riddled with misconduct and lies - and who definitely doesn't belong there anymore.
The FBI and U.S. Attorney's Office made a fall guy out of Peltier, now 78, when they convicted him for the murder of two FBI agents during a 1975 shootout on Pine Ridge Reservation in South Dakota. Their conviction fell apart when they got caught hiding exculpatory evidence, so they changed their charge to aiding and abetting whoever did murder the agents, on the grounds that Peltier was among the dozens of people present near the shootings. The FBI never did figure out who shot the agents.
During the trial, the FBI threatened and coerced witnesses into lying. Federal officials glossed over that all of Peltier's co-defendants had already been acquitted on grounds of self-defense. A juror admitted on day two that she was racist against Native Americans. She was kept on the jury anyway.
Some of the same people who helped put Peltier in prison all those years ago have since urged his release, saying they never had proof that he committed any crimes. Beyond that, Peltier's prolonged parole process has been so problematic that United Nations legal experts last year made the unusual decision to revisit his case. Over the summer, they called on Biden to release him immediately.
Throughout all of this, Peltier has maintained his innocence, a detail that has almost certainly prevented him from being paroled. He remains in a Florida penitentiary. He uses a walker now. He is blind in one eye from a partial stroke. He survived a scary bout with COVID-19 last year, and he's wrestled with serious health concerns related to diabetes and an aortic aneurysm.
Belafonte saw an ally in Obama to release Peltier from prison once and for all. In December 2012, he headlined a New York City benefit concert for Peltier, sharing the stage with folk singer Pete Seeger, rappers Common and Mos Def, and filmmaker Michael Moore. He was 85 years old at the time, gripping a cane as he addressed the crowd.
"I spoke with Leonard just before the show," Belafonte said. "[Leonard] said, 'Harry, I know how hard it's been to organize these concerts... I hope this evening is not about raising funds, but let it be about raising consciousness. Consciousness about injustice is what we have to do.'"
Four years later, in December 2016, Belafonte spoke at a Democracy Now! event in New York City and again pressed Obama to release Peltier before leaving office. He was now 89, and hunched over the podium as he spoke.
"I'll take this opportunity to publicly, once again - for the last few months, a passionate appeal has been made to President Barack Obama to use the power of the executive office to free my friend and our leader, Leonard Peltier," Belafonte said to applause.
"With the understanding that if he fails before now and the end of the year to step to the plate and do the right thing, it will be a long time before we get a chance to think about Leonard being freed," he continued. "But I think we have to just keep on, keepin' on."
Obama never did release Peltier. It's not clear why.
Worse, it's increasingly clear that the only reason that Peltier is still in prison is because the FBI simply doesn't want him to get out, ever, even as its stated argument for keeping him there is wildly outdated, misleading and flat-out wrong.
Belafonte's death comes a week after Amnesty International USA launched a new campaign aimed at pressuring Biden to release Peltier on humanitarian grounds. The group, which is typically focused on international human rights violations, has long advocated for Peltier's release and timed its new campaign with the anniversary of his conviction on April 18, 1977.
"President Biden's promises to do better on Indigenous peoples' rights and criminal justice reform ring more and more hollow every day that Leonard Peltier remains in prison," said Zeke Johnson, the national director of Campaigns & Crisis Response for Amnesty International USA.
"President Biden should read Peltier's petition for clemency and grant it before Peltier dies in custody," said Johnson. "No one should be imprisoned, let alone for nearly 50 years, when there are serious concerns about the fairness of their trial."
A White House spokesman on Tuesday did not respond to a request for comment on whether Biden is considering granting clemency to Peltier.
HuffPost routinely asks the White House about Peltier but does not get any comment. The last time HuffPost remembers getting a response was in February 2022, with this statement from a Biden spokesman: "We are aware of Mr. Peltier's request for a pardon and the outreach in support of his request. As many of you know, President Biden has a process for considering all requests for pardon or commutation, which is run through our White House Counsel's Office. I don't have more to share on Mr. Peltier's request at this time."
House Speaker Emerita Nancy Pelosi (D-Calif.) also hailed Belafonte's legacy on Tuesday, celebrating his "relentless advocacy for human rights."
"Whether standing alongside Dr. King at the March on Washington, fighting against Apartheid or mobilizing for famine relief for Africa, he answered great moral crises of his time with his fiery, passionate activism," Pelosi said in a statement.
Her spokesperson did not respond to a request for comment on whether Pelosi backs Peltier's release, an issue at the heart of Belafonte's fiery, passionate activism.
7. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
10. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
11. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*********************
DONNA, VITA, LIBERTA'
*********************
A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 131 dell'11 maggio 2023
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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