[Nonviolenza] Telegrammi. 4765



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4765 del 6 marzo 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Abolire la guerra, salvare le vite
2. Un appello di donne: Addio alle armi. Nel mondo con uno sguardo femminile amorevole e irriducibile
3. Ripetiamo ancora una volta...
4. Sette iniziative per la liberazione di Leonard Peltier
5. Franco Astengo: Militante e intellettuale
6. Luciana Castellina: Il ragazzo della nostra preistoria. E della storia
7. Stefano Crippa: La tua leggerezza e il tuo rigore
8. Tommaso Di Francesco: Il mago delle meraviglie, schivo e discreto
9. Pancho Pardi: In ricordo di Filippo Maone
10. Massimo Serafini: Compagni e amici nel viaggio avventuroso che e' stato il Manifesto
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'

1. L'ORA. ABOLIRE LA GUERRA, SALVARE LE VITE

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. REPETITA IUVANT. UN APPELLO DI DONNE: ADDIO ALLE ARMI. NEL MONDO CON UNO SGUARDO FEMMINILE AMOREVOLE E IRRIDUCIBILE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente appello del 2 febbraio 2023]

Per un otto marzo memorabile facciamo parlare la lingua-ragione, la lingua madre, fonte della vita, contro le non-ragioni di tutte le guerre. Da anni scriviamo e ripetiamo che gli uomini "non sanno confliggere e fanno la guerra". Assistiamo in Ucraina a una guerra sanguinosa e temeraria. A farla non e' piu' il patriarcato come l'hanno conosciuto le nostre madri e le nostre nonne. Il mondo e' cambiato, grazie alle donne, ma non abbastanza: oggi il patriarcato non c'e' piu', ma gli e' subentrata la fratria, fatta di confraternite maschili che possono includere anche sorelle. La fratria fa la guerra e non ascolta la lingua-ragione, e popoli che parlano la stessa lingua si scannano col contributo delle armi di tutti i governi aderenti alla Nato. Diciamo basta all'invio di armi di qualsiasi tipo. Basta alla guerra per procura. Basta alla devastazione dell'Ucraina. Basta col nichilismo distruttivo che prende a bersaglio i corpi delle donne e dei loro figli in tutto il mondo. Basta coi vecchi potenti che mandano al macello giovani vite, in nome dell'identita', della "democrazia" e della sicurezza dei confini.
Noi non staremo nel coro degli uomini incolti e delle donne che li seguono e li imitano. E' tempo di dire addio alle armi, a tutte le armi e a tutte le guerre. In tempo di autentica pace si confligge con le armi della parola e l'intelligenza d'amore. E' tempo di gridare il nostro desiderio di vita e liberta'.
Liberta' dalla guerra, si', ma non solo: anche in luoghi apparentemente in pace, la fratria nella sua ricerca di nuovi orizzonti di profitto e nel suo disprezzo per la fonte della vita vuole cancellare tutte le differenze e rendere il mondo un deserto asessuato di surrogati e robot che sostituiscano la ricchezza delle relazioni di corpi sessuati. Noi che amiamo la vita diciamo no alla mercificazione dei corpi con le piu' sofisticate tecnologie. Poniamo fine alla pulsione mortifera dell'ultraliberismo.
Ci piace ricordare le parole che Rosa Luxemburg scrisse in una lettera dal carcere nel 1918:
C'e' ancora molto da vivere e tanto di grande da affrontare. Stiamo assistendo all'affondare del vecchio mondo, ogni giorno ne scompare un pezzo. E' un crollo gigantesco, e molti non se ne accorgono, pensano di essere ancora sulla terraferma.
Facciamo in modo che dal crollo del vecchio mondo, retto dai paradigmi della forza, del dominio, della violenza, nasca una nuova convivenza che abbia a fondamento l'attenzione, la cura, l'amore del vivente.
Diamo vita in questo 8 marzo 2023 a iniziative che vadano in questa direzione.
A Milano ne discutiamo sabato 11 marzo alle 11,00 in un'assemblea pubblica di donne alla Casa Rossa, v. Monte Lungo 2 (MM1 Turro).
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Per contatti: addioallearmi2023 at gmail.com
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Laura Minguzzi, Silvia Baratella, Cristina Gramolini, Stella Zaltieri Pirola, Lucia Giansiracusa, Daniela Dioguardi, Roberta Trucco, Daniela Danna, Paola Mammani, Flavia Franceschini, Marilena Zirotti, Danila Giardina, Rosi Castellese, Mariella Pasinati, Anna La Mattina, Agata Schiera, Fausta Ferruzza, Virginia Dessy, Daniela Musumeci, Anna De Filippi, Stefania Macaluso, Mimma Glorioso, Eliana Romano, Bice Grillo, Ida La Porta, Francesca Traina, Anna Marrone, Mimma Grillo, Luciana Tavernini, Pina Mandolfo, Nunziatina Spatafora, Maria Castiglioni, Giovanna Minardi, Rita Calabrese, Concetta Pizzurro, Giovanna Camertoni, Roberta Vannucci, Adele Longo, Katia Ricci, Anna Potito, Rosy Daniello, Isa Solimando, Franca Fortunato, Nadia Schavecher

3. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. REPETITA IUVANT. SETTE INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier
Carissime e carissimi,
vi proponiamo sette iniziative per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' questo: in questo torno di tempo infatti sia negli Stati Uniti che a livello internazionale sta crescendo la mobilitazione, ottenendo nuove, ampie e rilevanti adesioni che possono finalmente trovare ascolto alla Casa Bianca, nelle cui mani e' il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier attraverso la concessione della grazia presidenziale.
*
1. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
La prima: scrivere a Biden e diffondere quanto piu' possibile la proposta di scrivere a Biden.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
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2. Scrivere al sindaco di Roma
La seconda: scrivere al sindaco di Roma affinche' affinche' unisca la sua voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier. La voce del sindaco di una delle citta' piu' importanti del mondo puo' trovare favorevole ascolto sia presso la Casa Bianca che presso l'opinione pubblica non solo italiana ma internazionale.
Indirizzi di posta elettronica cui scrivere: segreteria_cg at comune.roma.it, donato.iannone at comune.roma.it, segreteriavcgv.debernardini at comune.roma.it, giorgio.piccarreta at comune.roma.it, pietropaolo.mileti at comune.roma.it, gianluca.viggiano at comune.roma.it, caterina.cordella at comune.roma.it, segreteria.direzionegac at comune.roma.it, accesso.semplice at comune.roma.it, ld.gabinetto at comune.roma.it, mariagrazia.tretola at comune.roma.it, seg.gen at comune.roma.it, laura.dimeglio at comune.roma.it, patrizia.bernardini at comune.roma.it, eufrasia.cogliandro at comune.roma.it, vicesindaco at comune.roma.it, assessorato.bilancio at comune.roma.it, assessorato.ambiente at comune.roma.it, assessorato.rifiuti at comune.roma.it, assessoratodecentramento at comune.roma.it, assessoratopersonale at comune.roma.it, assessorato.politichesociali at comune.roma.it, assessorato.cultura at comune.roma.it, assessorato.sviluppoeconomico at comune.roma.it, assessorato.pariopportunita at comune.roma.it, assessorato.sport at comune.roma.it, assessorato.turismo at comune.roma.it, assessorato.grandieventi at comune.roma.it, assessorato.mobilita at comune.roma.it, assessoratoallascuola at comune.roma.it, assessoratolavoroformazione at comune.roma.it, assessorato.infrastrutture at comune.roma.it, assessorato.urbanistica at comune.roma.it, tiziana.marrone at comune.roma.it, assessorato.patrimoniocasa at comune.roma.it, presidenza.assembleacapitolina at comune.roma.it,
Modello di lettera:
Egregio Sindaco di Roma,
sicuramente conoscera' gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente sapra' anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricordera' anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Gia' lo scorso anno, su nostra sollecitazione, molti sindaci italiani (tra cui quelli di citta' importanti come Aosta, Bologna, Palermo, Pesaro...) espressero il loro sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Sarebbe di grande importanza che anche il Sindaco del Comune di Roma volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarla di voler anche lei richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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3. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani
La terza: scrivere alle ed ai parlamentari italiani affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari sono disponibili nel sito del Senato e della Camera (www.senato.it e www.camera.it).
Modello di lettera:
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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4. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo
La quarta: scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, proseguendo nell'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 e rinnovato nel 2021 dal compianto Presidente David Sassoli.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari europei sono disponibili nel sito del Parlamento Europeo (www.europarl.europa.eu).
Modello di lettera:
Egregie ed egregi parlamentari europei,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento Europeo volesse ancora una volta unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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5. Scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee"
La quinta: scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" per far sentire direttamente la nostra solidarieta' a chi e' piu' vicino a Leonard Peltier e coordina la mobilitazione per la sua liberazione
Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
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6. Scrivere direttamente a Leonard Peltier
La sesta: scrivere direttamente a Leonard Peltier.
L'indirizzo e': Leonard Peltier, #89637-132, USP Coleman I, P.O. Box 1033, Coleman, FL 33521.
Possono essere inviate solo lettere postali.
Ovviamente le lettere devono essere adeguate alla situazione. Possono bastare anche poche parole.
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7. Costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier
La settima: costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier.
Ovviamente una rete senza gerarchie o primazie, policentrica e plurale, in cui possano impegnarsi insieme persone provenienti da tutte le culture, le esperienze e le tradizioni.
Una rete di persone e realta' che si prefigga ad esempio di:
a) partecipare a iniziative comuni;
b) promuovere iniziative proprie, locali e non solo;
c) premere nonviolentemente sui media, locali e non solo, affinche' diano notizia della vicenda di Leonard Peltier e delle iniziative per la sua liberazione;
d) premere nonviolentemente sulle rappresentanze democratiche (istituzioni, associazioni, forze politiche e sindacali, esperienze della cultura e della solidarieta'...), locali e non solo, affinche' si impegnino per la liberazione di Leonard Peltier.
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E' ovvio che tutte le iniziative che proponiamo devono essere rigorosamente nonviolente, coerentemente con il fine dell'iniziativa: ottenere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Se necessaria, varia documentazione utile, in inglese e in italiano, puo' essere richiesta scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, un forte abbraccio dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.

5. MEMORIA. FRANCO ASTENGO: MILITANTE E INTELLETTUALE
[Dal sito del "Manifesto" riprendiamo e diffondiamo questo ricordo del 5 gennaio 2023]

La dolorosa occasione della scomparsa di Filippo Maone puo' essere utile oltre che per ricordare la sua figura di militante e di intellettuale anche per analizzare un aspetto della nostra storia che forse merita di essere posto in rilievo.
Come molti ricorderanno Filippo fu autore con Lucio Magri di uno studio sulla composizione organizzativa del PCI alla fine degli anni '60: un testo pubblicato - se non ricordo male - nel primo numero della rivista quando quello che sarebbe stato il nucleo promotore era ancora interno al partito.
Quel lavoro di indagine sociologica mostrava due elementi di grande importanza: come alla fine degli anni '60 il PCI risultasse in discesa dal punto di vista del numero degli iscritti (quindi come la "nuova" classe operaia della fabbrica fordista e dell'urbanesimo non si fosse rivolta direttamente al PCI, come del resto avevano dimostrato episodi di lotta susseguitisi nel decennio) e come mutasse la composizione sociale degli iscritti al partito emergendo in esso settori di classe media e di nuova scolarizzazione.
Un lavoro anticipatore di tendenze che poi avremmo visto emergere nei '70 successivi e che, con l'analisi della modernizzazione capitalistica sviluppata nel corso del confronto interno al PCI a partire dal convegno del Gramsci del 1962, contribuisce a farci leggere la storia del Manifesto non come quella di un gruppo "eretico" nel senso della testimonianza ma di una sede di anticipazioni di tendenze sociali e politiche che hanno comunque fornito, anche da posizioni minoritarie, un esempio di quella connessione tra analisi sociale, cultura, proposta politica che oggi si r' completamente smarrita lasciando posto, nel migliore dei casi, all'improvvisazione.

6. MEMORIA. LUCIANA CASTELLINA: IL RAGAZZO DELLA NOSTRA PREISTORIA. E DELLA STORIA
[Dal sito del "Manifesto" riprendiamo e diffondiamo questo ricordo del 3 gennaio 2023]

L'ho potuto vedere ancora una volta in ospedale al mattino di sabato,e quella sua immagine gia' devastata dalla morte che stava arrivando credo mi restera' per sempre nel cuore. All'ultimo, prima che uscissi dalla stanza, e' riuscito a sorridermi e cosi' ci siamo lasciati.
Di compagni preziosi purtroppo in questi anni ne abbiamo perduti parecchi, ma Filippo per noi vecchissimi era qualcosa di speciale: compagno di battaglia gia' dieci anni prima della nascita del Manifesto ma al tempo stesso quasi coetaneo del corpo sessantottino che e' poi stato protagonista maggioritario della nostra avventura. Percio' verso di lui la tenerezza che si ha per i piu' piccoli. Anche ora che aveva passato gli 80 anni, ma era un ragazzo: nell'aspetto e nel modo di fare.
Filippo, infatti, non appartiene solo alla storia del Manifesto ma anche alla sua preistoria. Anomalo dunque nella nostra mappa generazionale, e pero' decisivo: dubito che senza di lui saremmo stati capaci di fare una rivista, ancor meno un quotidiano!
Parlo del decennio '60, quando comincio' a delinearsi nel Pci un'analisi della realta' diversa da quella propria alla maggioranza del gruppo dirigente del partito; e, di conseguenza, una diversa linea programmatica. In seguito, quelli che cominciarono a vedersi per discutere e approfondire, vennero chiamati ingraiani, mai una corrente ma solo una condivisione di idee, che la sempre piu' necessaria esigenza di chiarezza induceva a battersi in favore della legittimita' del dissenso. Fino a quando una parte di quelli che la sostenevano si spinse oltre i limiti di quanto era allora consentito nel partito - fare una propria rivista - e fummo radiati.
Io Filippo l'ho conosciuto fin dall'inizio. Era finito nel nostro giro perche' era gia' ai primi del '60 giovanissimo aiutante di Rossana, nel frattempo nominata da Togliatti responsabile della allora importantissima commissione culturale del Pci. Una collocazione da cui fu allontanato, come noi dai nostri rispettivi incarichi alle Botteghe Oscure, dopo l'XI congresso, 1966, quando Ingrao rese esplicito il dissenso. Filippo lascio' Roma e apri' una libreria al Vomero, a Napoli, la sua amatissima citta', in cui il padre era stato un dirigente comunista, morto per un infarto durante un comizio quando lui era ancora bambino.
Anche in seguito del Manifesto Filippo fu militante in anticipo, prima che nascesse. Fu infatti nel gruppetto che prese la decisione di pubblicare la rivista, ma fu grazie a lui che la rivista pote' venire alla luce. Assieme a Coga, allora poco piu' che un tipografo, ebbero l'inusitata idea di mandare la pubblicazione anziche' nelle librerie come consuetudine, nelle edicole. Cioe' in luoghi frequentati anche dai semplici militanti e non solo dagli intellettuali. Fu per questo che il numero di copie venduto sbigotti' l'Italia. E fece subito diventare "Il manifesto" un caso politico.
Determinante fu il ruolo di Filippo anche per il quotidiano, un vero miracolo, per cui negli anni vennero in tanti - Liberation dalla Francia, Die Tageszeitung dalla Germania i piu' importanti - a capire come si faceva un giornale di successo, pioniere della modernita' tecnologica e giornalistica, pur con i pochissimi soldi raccolti fra i militanti.
E pero', sia chiaro, Filippo non e' stato solo "l'editore". E' stato sempre profondamente interno, e protagonista, del pensiero "manifestino". E' facile riscontrarlo nei suoi scritti, pochi ma decisivi: basti pensare all'analisi della composizione sociale del Pci come base per rendere piu' chiari i mutamenti di linea intervenuti via via, e non certo per il meglio, scritto assieme a Lucio. Con cui ha a lungo vissuto nella Comune di piazza del Grillo, poi diventata anche sede del Manifesto. Un'altra prova di come tanti aspetti delle nostre vite siano state intrecciati.
Non solo: fu per merito e iniziativa di Filippo che nel 1999 venne alla luce una seconda rivista, quella chiamata "La rivista del manifesto", collegata al quotidiano. Duro' quasi 5 anni e vale ancor oggi la pena di rileggerla. Fu diretta da Lucio, ma ebbe un valore politico speciale: nel suo comitato editoriale si ritrovo' tutto il vecchio gruppo ingraiano, Ingrao stesso e tanti altri, piu' qualche nuovo venuto, per esempio Bertinotti.
Tutte queste informazioni sul Manifesto le trovate nel lungo articolo che Filippo scrisse per il 50mo anniversario del quotidiano e che qui ripubblichiamo. Non so perche' le sto ripetendo. E' forse perche' mi aiuta a distrarmi dal parlare di Filippo come amico/fratello, che tale per me e' stato - cosi' del resto per molti - perche' le sue qualita' umane lo hanno fatto penetrare dentro noi stessi, la persona sulla cui spalla piangere nel dolore e quella con cui spartire ogni gioia.
Per me cosi', senza interruzione, per ben 63 anni! Non avrei mai pensato di dover subire la sua perdita, la vecchiaia e' dolorosa non solo per i propri acciacchi, ma anche perche', se dura troppo, ti espone alla perdita di chi senti come una parte di te stesso. Vorrei non dover piu' scrivere necrologi.
Il primo nato del 2023 - dicono le agenzie stampa - sapete come e' stato chiamato? Filippo! Una botta di fiducia nell'avvenire per tutti noi. Penso dovremmo cercare chi e' e regalargli un abbonamento per quando sara' piu' grande!

7. MEMORIA. STEFANO CRIPPA: LA TUA LEGGEREZZA E IL TUO RIGORE
[Dal sito del "Manifesto" riprendiamo e diffondiamo questo ricordo del 5 gennaio 2023]

Filippo e' stata una presenza costante nella mia vita, anche negli anni in cui ci si frequentava di rado. Le sue telefonate mi raggiungevano nei momenti piu' impensati - spesso legati a richieste di indirizzi o telefoni di persone in qualche modo legate al manifesto e il cui ricordo si perdeva nella notte dei tempi.
Ho studiato Filippo, la sua affabilita' e apparente leggerezza con cui affrontava situazioni e persone e che in realta' nascondevano un rigore assoluto, nei giudizi e nelle decisioni. Anche nelle cose che - al momento - mi apparivano piu' banali o trascurabili.
Con mio padre Giuseppe ha condiviso i primi anni dell'avventurosa (e perigliosa) storia di questo giornale, fra cambiali da saldare e stipendi rimandati sine die. Una coppia all'apparenza mal assortita: napoletano Filippo, bergamasco Giuseppe. Non c'era una lira e le richieste di anticipi venivano liquidate con un diniego circostanziato talvolta, piu' spesso liquidate con un secco no.
Ma c'erano anche curiosi giochi di ruolo fra i due, con finti litigi inscenati per impedire a chiunque di affacciarsi dalle parti dell'amministrazione. Con Filippo ho avuto modo di lavorare sul finire degli anni Ottanta nella redazione romana dell'Indice dei libri, un'esperienza importante e che mi ha permesso di conoscerlo ancor meglio e apprezzare la sua capacita' di tessere rapporti praticamente con chiunque.
Come mi fu chiaro in un'epica serata nella sua casa di via Romeo Romei, appena sopra il tribunale, per festeggiare i suoi cinquant'anni e dove era presente buona parte della sinistra politica di quegli anni. Mi mancherai Filippo e mi mancheranno anche le tue telefonate che erano di reciproco sfotto' dopo qualche Atalanta-Napoli...

8. MEMORIA. TOMMASO DI FRANCESCO: IL MAGO DELLE MERAVIGLIE, SCHIVO E DISCRETO
[Dal sito del "Manifesto" riprendiamo e diffondiamo questo ricordo del 3 gennaio 2023]

Il 2022 si e' chiuso con una notizia infausta per il manifesto: nella sera del 31 dicembre e' morto il nostro Filippo Maone, tra le figure che hanno fondato la nostra esperienza ormai da piu' di 51 anni, con Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Lucio Magri, Luciana Castellina, Valentino Parlato, Aldo Natoli.
Lo saluteremo domani nella sala dei Valdesi a Roma. E tutto il collettivo del giornale abbraccia i familiari, le compagne e i compagni e quelli che gli hanno voluto bene. Sara' un addio collettivo. Ora vorrei il soccorso della memoria personale per scavare nel rapporto che ho avuto con Filippo, per restituire il sentire profondo, il rispetto che avevo per il suo modo originale di agire che ha influito fortemente su di me.
Difficile parlare di lui. Perche' appariva discreto, perfino schivo, quasi in disparte. In realta' Filippo era soltanto rigoroso, puntiglioso, attento alla verifica degli eventi politici e culturali che aveva avviato con coraggio. Un carattere forte che non aveva bisogno della competizione e dell'auto-rappresentazione.
Lui aveva "semplicemente" avviato la macchina del quotidiano comunista che prese le mosse il 28 aprile del 1971 e prima, aveva promosso la rivista Il Manifesto, nata nell'estate del 1969 con l'editoriale "Praga e' sola", che prendeva le distanze dal Pci ma dentro, con una originale internita' nella volonta' di aprire un dibattito sul comunismo nel partito - sforzo che sarebbe stato bollato di "frazionismo" e "radiato" con il gruppo che la promuoveva - e che invece anticipava la riflessione necessaria per salvare ancora dalla rovina un patrimonio straordinario di lotta e di pensiero, di fronte alle trasformazioni in atto e ai nuovi movimenti, a partire da quello degli studenti.
Filippo fu l'anima concreta di questo lavorio fondativo. Che continuo', nonostante le tante divisioni e rotture, con il sapiente sostegno al giornale quotidiano di fronte a mille difficolta': la stampa, la teletrasmissione, la sottoscrizione, la prima pubblicita' - Rio mare, "il tonno extraparlamentare" la defini' Stefano Benni. Filippo costruiva, era dietro ogni concretezza, soccorreva ogni iniziativa "impossibile": avrebbe addirittura ri-edito la Rivista del Manifesto negli anni 2000 intorno al dibattito sul millennio e le alternative che si aprivano promosso da Rossanda, Ingrao e Magri.
Lui non se ne vantava, si limitava a sorridere con il suo volto mediterraneo. Era presente, appassionato e responsabile, anzi "il responsabile", ma quasi nascosto. Per questo a lui con devozione ho dedicato un epigramma e una favola. L'epigramma dice: "Alla sbarra mancava/ il presidente Mao, non e' mancato per dieci anni/ alla sbarra Maone", parafrasando i rovesci della stagione cinese di Deng che avrebbe volentieri portato Mao a processo con la cosiddetta "banda dei quattro" tutti promotori della lungimirante e fallita Rivoluzione culturale. Ma e' la favola (nel libro I Rabdomanti, manifestolibri) che meglio racconta Filippo, scritta per un evento privato, quasi effimero: Rossana Rossanda era tornata a Roma, dopo la permanenza a Parigi, in una nuova casa insieme all'inseparabile gatta nera Mefis. Che un brutto giorno scappo' per una porta inavvertitamente aperta. Tutti furono chiamati a cercarla, ma nessuno ci riusciva, Mefis era introvabile.
A quel punto c'era una sola cosa da fare: chiamare Filippo. Che con metodo e affetto rassicuro' Rossana disperata e per molte notti si apposto' nel giardino della casa chiamando la gatta che, alla fine, grazie a quella presenza, penso' di tornare. La "magia" di un mago, che ho chiamato Polifone, di un ipotetico circo delle meraviglie. Ecco cos'e' stato Filippo Maone: il mago che aveva tenuto insieme tutte le nostre esperienze nel suo immaginario, praticando l'obiettivo dei programmi enunciati, passo dopo passo, dentro la realta', oltre questa realta'. Ciao Filippo.

9. MEMORIA. PANCHO PARDI: IN RICORDO DI FILIPPO MAONE
[Dal sito di "Micromega" riprendiamo e diffondiamo questo ricordo del 3 gennaio 2023]

Filippo Maone, napoletano, fondatore del Manifesto, e' morto all'eta' di 83 anni la sera del 31 dicembre al Policlinico di Roma, dove era stato ricoverato per un ictus improvviso. Il Manifesto di oggi gli dedica due pagine di ricordi di Luciana Castellina, Massimo Serafini e Tommaso Di Francesco, e ripubblica il suo articolo uscito per i 50 anni del quotidiano, con una bella fotografia che lo ritrae sorridente. Conoscevo Filippo da almeno trent'anni, forse piu', attraverso l'amicizia di Luciana. Era un amico simpatico, riservato, discreto e ironico. Della sua vita di giornalista gli era rimasta l'abitudine di ascoltare tutte le mattine la rassegna stampa di Radio Radicale, che gli forniva materiale per commenti pungenti e divertiti sui personaggi del giorno che distribuiva dopo agli amici. Aveva i suoi bersagli preferiti su cui indugiava con una cattiveria temperata dalla bonomia partenopea e dal tratto signorile. In un mondo di lotte politiche dove, da tutti i lati, il settarismo era quasi necessario, Filippo non era affatto settario. Quando insisteva con la critica su persone e atteggiamenti non lo faceva mai con ostilita' preconcetta; anzi si divertiva a volte, per stupire l'interlocutore, a trovare nei nemici giurati qualche pezzo di ragionamento convincente. Ma il ghirigoro ellittico con cui cingeva l'oggetto della polemica obbediva piu' che altro a un'esigenza di stile, pari a quella che avrebbe messo nel rifinire un perfido corsivo. Da qui l'ammirazione incondizionata, e condivisa da chi lo stava ascoltando, per quelli di Luigi Pintor.
Filippo era una persona buona e affettuosa. Gli piaceva condividere l'allegria. Si interessava degli altri. Gli piaceva vestire con cura. Gli piaceva viaggiare e con tutti i compagni sparsi per il mondo non gli mancavano le mete da raggiungere. Filippo era aperto e disponibile alle esperienze altrui. Quando cominciarono i Girotondi contro Berlusconi nel 2002 fu subito attento e non manifesto' mai la sufficienza un po' snobistica dimostrata da altri. Aveva l'atteggiamento del vecchio zio, appena un po' distaccato ma sinceramente interessato alla fortuna dei nipoti. La sera prima della grande manifestazione del 14 settembre 2002, che riempi' oltremisura piazza San Giovanni e tutti gli spazi adiacenti, cenammo proprio a casa sua con una cena preparata da lui e il giorno dopo ci abbracciammo in piazza.
Tutti i compagni e gli amici lo ricordano domani 4 gennaio, alle ore 11, all'Aula Magna della Facolta' Valdese, via Pietro Cossa 40, nei pressi di piazza Cavour a Roma. E' un'occasione triste ma addolcita dalla possibilita' di testimoniare l'affetto corale che ha sempre meritato.

10. MEMORIA. MASSIMO SERAFINI: COMPAGNI E AMICI NEL VIAGGIO AVVENTUROSO CHE E' STATO IL MANIFESTO
[Dal sito del "Manifesto" riprendiamo e diffondiamo questo ricordo del 3 gennaio 2023]

Gia' mi paralizza l'idea di scrivere per ricordarti, soprattutto pensare che non vedro' piu' quel sorriso ironico, la vivacita' dei tuoi occhi. Cinquantadue anni in cui ho condiviso con te amicizia, ideali, passioni, gioie e inevitabili dolori sono tantissimi, ma l'idea che non ne seguiranno altri mi risulta inaccettabile, non assumibile neanche a me che sono un romagnolo della Vergine e quindi guidato da una razionalita' spesso alcolica.
Che dire di Filippo? E' stato un mio grande amico, una persona con cui stavo bene, mi dava gioia vederlo, discutere, progettare, scherzare, soprattutto darci una mano quando arrivavano i momenti duri della vita.
Un'amicizia resa possibile per l'essere stati compagni di quel viaggio avventuroso ed affascinante che e' stato il Manifesto, un movimento politico comunista che si e' raccolto prima attorno a una rivista mensile e poi che fondo' un suo giornale quotidiano che ancora oggi ogni giorno e' in edicola continuando a definirsi quotidiano comunista.
Molte cose sono cambiate da allora, ma sempre ci siamo detti che ne e' valsa la pena essere parte di quella impresa collettiva, che non era fuori dalla realta' tentare di convincere l'intero movimento operaio italiano e il Pci in particolare a rifondarsi, spostarsi a sinistra, pensare che un altro comunismo era ed e' possibile, assumersi la responsabilita' di convincere la popolazione a realizzarlo.
Soprattutto oggi che i fascisti sono al governo e in ognuno dei piccoli frammenti in cui si e' divisa la sinistra ci si sente impotenti ad arginarli. Eri una persona curiosa, non dogmatica, ti stuzzicava discutere di ambientalismo. Una sera dopo un'animata discussione sulla riconversione ecologica dell'economia mi rimproverasti "e' la societa' e non l'economia da riconvertire, se no caro Massimo ci si illude di poter insegnare ai padroni quello che devono fare". E che dire delle tue discussioni con Marina e le sue amiche sul femminismo, come dimenticarsi di quel pomeriggio nella casa di Rossana a Parigi quando ti azzuffavi con Marina sulla gestazione per altri e Rossana ti zitti' dicendo: "Cosa vuoi spiegarci tu di maternita' che sei un uomo?!".
Ci piaceva stare insieme. In fondo la sicurezza che saremmo diventati amici nacque quando nel '70 sul maggiolino andammo a Verbania a sostenere la lotta dei lavoratori della Rodiatoce e fummo tamponati a Stresa. Ti piaceva viaggiare e spesso prendevi la direzione di dove avevo spostato la mia vita al punto che quando sono andato a vivere nell'isola canaria di Fuerteventura, venivi a trovarmi e ripetevi a me e Marina che la stanza in cui dormivi era la tua e non quello degli ospiti.
Nei nostri incontri non c'era solo nostalgia del passato, ma una gran voglia di continuare a pensare al futuro, trovare idee utili e soprattutto convincenti all'idea del cambiamento. Non ti sei mai rassegnato alla sconfitta e soprattutto alla divisione fra le compagne e compagni del cosiddetto gruppo storico fondatore del Manifesto.
Molti non sanno che fosti tu a progettare la seconda rivista del Manifesto, La pensasti e proponesti proprio nella sala della tua casa. E' forse uno dei rari momenti in cui la sinistra comunista italiana ha lavorato per oltre un anno insieme. Solo te caro Filippo potevi convincere il gruppo storico del Manifesto di cui eri parte con il resto della sinistra comunista. Che fantastica immagine quelle riunioni di redazione con te Rossana, Lucio, Luigi, Luciana, Valentino, insieme a Ingrao, Tortorella, Chiarante, Aresta, Santostasi, Bertinotti. Ciao caro Filippo.

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Concetta Cataldo, la tecnica, Rcs, Milano 2023, pp. 180, euro 6,90 (nella collana "Greco. Lingua, storia e cultura di una grande civilta'", in supplemento al "Corriere della sera").
- Ettore Gobbato, La guerra nell'ex Jugoslavia, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
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Riletture
- Frank B. Linderman, Plenty Coups, Capo dei Crow. La vita di un grande Indiano, Mauna Kea Edizioni, 2022, pp. 228, euro 16.
- Ernest Wallace, E. Adamson Hoebel, I Comanche. Signori delle Pianure Meridionali, Mursia, Milano 1988, 2007, pp. 328 (+ 16 pp. di illustrazioni fuori testo).
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Riedizioni
- Vittorino Andreoli, La gioia di vivere. A piccoli passi verso la saggezza, Rizzoli, Milano 2016. 2018, Gedi, Torino 2023, pp. 314, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Volker Reinhardt, Il Rinascimento in Italia, Il Mulino, Bologna 2004, Rcs, Milano 2023, pp. 144, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

13. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4765 del 6 marzo 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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