[Nonviolenza] Telegrammi. 4757



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4757 del 26 febbraio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Ogni giorno che la guerra prosegue nuove stragi vengono compiute
2. Clara Jourdan: La guerra fa parte della questione maschile
3. Movimento Nonviolento: Un anno di obiezione alla guerra. Tre attiviste nonviolente da Ucraina, Russia e Bielorussia si incontrano in Italia per un progetto comune di pace. In tour dal 20 al 26 febbraio
4. Un appello di donne: Addio alle armi. Nel mondo con uno sguardo femminile amorevole e irriducibile
5. Sette iniziative per la liberazione di Leonard Peltier
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. L'ORA. OGNI GIORNO CHE LA GUERRA PROSEGUE NUOVE STRAGI VENGONO COMPIUTE

Ogni giorno che la guerra prosegue nuove stragi vengono compiute
ogni giorno che la guerra prosegue altri esseri umani vengono uccisi.

Tutti i potenti che sostengono la guerra
sono nemici dell'intera umanita'.

Insorgere occorre nonviolentemente
per abolire la guerra
per salvare le vite
per non permettere la distruzione dell'umanita' e del mondo.

2. RIFLESSIONE. CLARA JOURDAN: LA GUERRA FA PARTE DELLA QUESTIONE MASCHILE
[Dal sito della "Libreria delle donne" di Milano riprendiamo e diffondiamo]

Introduzione all'incontro in Libreria delle donne, Milano 11 febbraio 2023: La guerra incombe piu' di ieri. Che cosa si puo' fare oggi? A quasi un anno dall'invasione dell'esercito russo in Ucraina continua ad aumentare il coinvolgimento armato di altri paesi tra cui l'Italia, nonostante sempre piu' donne e uomini stiano dicendo basta a questa e alle altre guerre che insanguinano il pianeta. Ci troviamo in una situazione molto difficile e pericolosa. Vogliamo parlarne a partire dalla consapevolezza che ogni guerra e' scatenata da uomini e colpisce tutte e tutti, cioe' che la guerra fa parte della questione maschile, dei gravi problemi causati alla convivenza civile dal sesso maschile come si esprime nella storia, e che ormai e' necessario un cambiamento, prima che sia troppo tardi. Ne discutiamo con Marco Deriu, Alberto Leiss, Alfonso Navarra: uomini impegnati nella riflessione e nell'azione contro la guerra. Introduce Clara Jourdan.
*
La guerra iniziata con l'invasione dell'esercito russo in Ucraina il 24 febbraio 2022 ha riportato all'attenzione di tutte e tutti la realta' della guerra, sempre presente nel mondo ma che tendiamo a mettere da parte, per non esserne schiacciate. A quasi un anno di distanza dall'invasione, la guerra incombe piu' di ieri, e non sappiamo cosa possiamo fare. Qui vogliamo cercare di ragionare a partire da una considerazione che alcune donne fanno da tempo ma che non e' presente nei discorsi pubblici: la guerra e' una manifestazione della questione maschile (1), cioe' dell'insieme di problemi che il sesso maschile come si esprime storicamente causa alle donne, alle creature, alla natura, alla convivenza civile, agli uomini stessi. Dei femminicidi e le altre violenze contro le donne si parla ormai spesso. E' necessario prendere coscienza che anche la guerra ne è una manifestazione, e terribile, per la devastazione che provoca in morti, vite sconvolte, citta' distrutte.
Prima di entrare nel merito della guerra come questione maschile, voglio precisare che non intendo escludere le donne dalle responsabilita' nel far continuare le guerre, a volte prendendo le armi ma specialmente nutrendo, curando e sostenendo i combattenti e i loro ideali, come sappiamo dalla storia e come vediamo ancora. Eppure molte femministe pensavamo come Letizia Battaglia, la fotografa impegnata morta nel 2022, che nella sua autobiografia scriveva: "Sono sicura che le donne al governo non permetterebbero la guerra" (2). Invece la permettono. Anche per il poco che e' in loro potere, come le leader di Finlandia e Svezia che di fronte all'aggressione russa all'Ucraina hanno chiesto l'ingresso dei loro paesi nella Nato, mentre forse potevano ribadirne la storica neutralita', ce lo saremmo aspettate da alcune dichiarazioni "femministe". Kaja Kallas, presidente dell'Estonia dal gennaio 2021, in una intervista del 29 aprile 2022 si dice "convinta che se ci fosse stata una donna a capo del Cremlino, questa guerra non sarebbe mai scoppiata", perche' "se hai dato vita a un essere umano, e' cosi' crudele ammazzare il figlio di un'altra donna" (3), ma lei sceglie di stare "dalla parte giusta della cortina di ferro, che e' quella della Nato". Cioe' al momento di rispondere alla guerra ha prevalso la logica delle alleanze militari. Laura Colombo commenta: "Se le donne arrivano al potere, devono radicarsi ancora piu' profondamente nella loro differenza per non perderla, e non perdere cosi' la possibilita' che davvero la guerra sia messa fuori dalla storia" (4). Purtroppo oggi che "le donne sono ovunque" (5) accade spesso che quando una donna si trova in un posto di potere tenda a stare "all'interno della logica dei rapporti di forza e di potere" (6). Su questo abbiamo riflettuto in un incontro qui in Libreria il 12 giugno 2022 (7). Stasera chiedo di concentrarci, grazie alla presenza di uomini impegnati contro la guerra - Marco Deriu e Alberto Leiss ne hanno anche discusso recentemente in un incontro dell'associazione Maschile Plurale di cui fanno parte - sulla questione maschile che pone la guerra, prima che sia troppo tardi (8).
A differenza dei millenni passati, oggi la guerra deve essere giustificata come difesa, difesa di territori, di popolazioni, di valori. Specialmente come resistenza. Questo e' effetto della fine del patriarcato, nella cui civilta' era presente la guerra di conquista. Puo' essere considerato un passo avanti, un cambiamento culturale importante, cosi' come l'aumento delle proteste popolari: quella mondiale del 15 febbraio 2003 non e' riuscita a impedire l'attacco degli Usa all'Iraq ma ha mostrato inequivocabilmente che la guerra esterna non e' piu' accettabile. Tuttavia ritenere che una guerra debba essere giusta fa si' che le guerre continuino, e vengano sostenute e alimentate da paesi "amici" (9). Invece occorre sapere, dice il papa Francesco, che "la guerra non e' mai giustificata" (10).
Come scrisse tanti anni fa Gertrude Stein (che guidava ambulanze in Francia nella prima guerra mondiale), "una guerra e' sempre perduta, sempre perduta". Da allora la situazione e' via via andata peggiorando, muore molto di piu' la popolazione che i combattenti, e a causa del progresso tecnologico e dell'economia capitalistica la pericolosita' e' aumentata enormemente. Nel 1945 l'atomica l'avevano solo gli Stati Uniti e l'hanno usata. Adesso che ce l'hanno tutti, come possiamo credere che un Putin o un altro uomo al comando sia piu' responsabile del presidente Truman che ha fatto sganciare la bomba su Hiroshima e dopo averne visto l'effetto un'altra su Nagasaki?
Una guerra e' sempre perduta non solo per la morte e distruzione che ha provocato ma per le sue conseguenze nelle relazioni tra stati. Una cosa che eternizza la pericolosita' delle guerre rilanciandole quando sono finite e' la "voglia di stravincere" (11) dei vincitori. Tutti sanno che la seconda guerra mondiale e' stata il seguito della prima, i cui vincitori con il Trattato di Versailles (1919) hanno voluto umiliare la Germania sconfitta. E non e' forse la voglia di stravincere degli Stati Uniti e della Nato che ha portato alla guerra di oggi della Russia all'Ucraina? La fine della Guerra fredda in Europa, con lo scioglimento del Patto di Varsavia (1991) e quindi la vittoria degli Stati Uniti non ha portato, come sarebbe stato sensato volendo davvero la pace, allo scioglimento della alleanza militare Nato (istituita nel 1949), il cui allargamento alla Repubblica Federale Tedesca nel 1954 aveva spinto l'Unione Sovietica a fondare nel 1955 il Patto di Varsavia. Ma nel 1991 almeno c'e' stato l'accordo di Bush con Gorbacev che la Nato non si sarebbe allargata verso est. Un impegno di pace a cui molti e molte hanno creduto perche' alla base del diritto internazionale per evitare le guerre c'e' il principio che i patti vanno rispettati (Pacta sunt servanda). Invece la voglia di stravincere ha dominato i decenni successivi: la Nato si e' ampliata piu' volte dal 1999, l'ultima nel 2020; ben 14 paesi sono entrati, di cui 10 dell'ex Patto di Varsavia, e l'Ucraina e' in trattativa. Seguendo Freud, Franco Fornari nel libro La psicoanalisi della guerra, pubblicato nel 1966 in piena guerra fredda e minaccia atomica, aveva definito la guerra come una "elaborazione paranoica del lutto" (12). Bisognava dunque saperlo che si sarebbe arrivati al punto in cui ci troviamo.
I soggetti che gli psicanalisti avevano in mente erano gli uomini di sesso maschile, ovvio, ma non lo dissero, pero' oggi possiamo e dobbiamo dirlo. Tornando alla voglia di stravincere, esiste anche nei conflitti interpersonali, anche nelle donne, alla fine dei loro rapporti con uomini, come ha spiegato Lia Cigarini, ma e' negli uomini di stato che impedisce la pace al termine delle guerre. C'e' una differenza sessuale anche nella voglia di stravincere. La voglia maschile di stravincere credo si agganci a un elemento simbolico che e' alla base del perpetuarsi della guerra, il valore virile del guerriero, il suo onore, e su questo potranno dire qualcosa di piu' preciso gli uomini qui presenti, in particolare Marco Deriu che ha analizzato la differenza sessuale nel suo fondamentale Dizionario critico delle nuove guerre (13).
Comunque, il cambiamento che riscontriamo in alcuni (o molti?) uomini nelle relazioni con le donne sembra venir meno quando si tratta della guerra, che resta una attivita' onorevole per gli uomini. Dai "caduti per la patria" della prima guerra mondiale (in realta' milioni di giovani uomini massacrati per spostare i confini degli stati) a tutt'oggi, un secolo dopo, la fine del patriarcato non ha intaccato l'immaginario e il sentimento di reverenza e gratitudine per il soldato. Lo possiamo vedere chiaramente per esempio nelle serie televisive americane progressiste, il grande onore che viene tributato ai militari caduti all'estero non ha l'eguale per nessuna attivita' maschile. Io sono sempre colpita di fronte a queste espressioni, che sembrano autentiche, sentite, e mi viene in mente per contrasto l'indifferenza per i caduti sul lavoro, che pure sono morti per il "paese".
Forse e' questo il punto chiave della questione maschile riguardo alla guerra, che resta un'attivita' onorevole per gli uomini. Ottant'anni fa Virginia Woolf aveva capito che e' su questo che bisogna agire, creare attivita' piu' onorevoli per gli uomini onesti (14). Gran parte degli uomini in realta' non vuole la guerra, ci vanno solo se obbligati, ma sono ben pochi quelli che trasgrediscono disertando oppure opponendosi al patriottismo ancora dominante nella cultura. Poco prima della pandemia mi e' capitato di assistere a un concerto di una banda di paese, nel mio paese di nascita: quando hanno suonato l'inno nazionale italiano e io non mi sono alzata in piedi, il mio vicino di sedia si e' indignato e con grande agitazione mi ha chiesto da dove diavolo venivo.
Guerra e patria sono strettamente legati, negli uomini, lo spiega bene Marco Deriu nella voce "Differenza sessuale" del libro citato, un libro che "nasce da una precisa consapevolezza: la guerra materiale trova un suo fondamento nella dimensione dell'immaginario. Si afferma, in primo luogo, come una possibilita' che si installa nel nostro orizzonte di pensiero, nella nostra visione delle cose". Fino a rendere la guerra un "fatto sociale totale" nella normalita' delle nostre vite, a cominciare dal linguaggio (15). Da qui comprendo come mai il "diritto alla resistenza" sia sempre invocato e indiscusso. Un diritto che in realta' suona come un obbligo, se pensiamo all'Ucraina che appena invasa avrebbe potuto arrendersi ma il suo governo ha deciso di resistere. Milioni di profughi, centinaia di migliaia di morti, citta' completamente distrutte... un'enorme catastrofe di cui non si scorge la fine. Non si poteva cercare di evitarla valutando con buon senso cosa fosse opportuno fare? invece di ubbidire all'ineluttabilita' di un diritto maschile, e all'orgoglio degli uomini al comando. Tante donne, come me, pensano che dovremmo arrenderci se la nostra citta', Milano, venisse assediata, piuttosto che morire o dover scappare in massa e lasciarla distruggere. Non siamo piu' ai tempi delle guerre di indipendenza (guerre ricordate dalla toponomastica in questa zona di Milano: l'insurrezione del 1848 in piazza Cinque Giornate, corso XXII Marzo...). Oggi occorre prendere atto che il principio ottocentesco dell'autodeterminazione dei popoli - "popoli" al plurale, cioe' distinti su base etnica, linguistica, storica, religiosa... - e' diventato pericolosissimo, quanto sedimentato nel nostro immaginario; nel Novecento abbiamo assistito alla distruzione della convivenza di intere popolazioni (penso alla ex Iugoslavia) per creare nuovi stati per ciascun "popolo", e sara' sempre peggio dato che con la globalizzazione i cosiddetti popoli si mescolano ovunque.
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Note
1. Laura Colombo ha dedicato alla questione maschile la sua lezione all'ultimo Grande seminario di Diotima, in dialogo con Marco Deriu (Verona, 21 ottobre 2022): https://www.libreriadelledonne.it/puntodivista/la-questione-maschile-3/
2. Letizia Battaglia e Sabrina Pisu, Mi prendo il mondo ovunque sia, Feltrinelli 2020, p. 115.
3. Intervista di The Times UK, https://www.thetimes.co.uk/article/if-a-woman-was-running-russia-thered-be-no-war-in-ukraine-h9w99b087
4. Commento di Laura Colombo all'intervista a Kaja Kallas, Se le donne arrivano al potere, 29 aprile 2022, https://www.libreriadelledonne.it/puntodivista/se-le-donne-arrivano-al-potere/
5. Le donne sono ovunque e' il titolo di "Via Dogana" 111/2014, l'ultimo numero cartaceo della rivista di pratica politica della Libreria delle donne di Milano.
6. La forza delle donne. Introduzione di Laura Colombo all'incontro del 12 giugno 2022, https://www.libreriadelledonne.it/puntodivista/la-forza-delle-donne-introduzione/
7. Vedi Lia Cigarini, Le contraddizioni spingono avanti il pensiero, VD3, 19 luglio 2022, https://www.libreriadelledonne.it/puntodivista/le-contraddizioni-spingono-avanti-il-pensiero/
8. "Oggi assistiamo a una terza guerra mondiale a pezzi - ha scritto il papa Francesco - che tuttavia minacciano di diventare sempre piu' grandi, fino ad assumere la forma di un conflitto globale" (Vi chiedo in nome di Dio. Dieci preghiere per un futuro di speranza, Piemme 2022, p. 60; gran parte del capitolo "In nome di Dio chiedo che si arresti la follia della guerra": https://www.libreriadelledonne.it/puntodivista/dallastampa/papa-francesco-in-nome-di-dio-fermate-la-guerra/. Sulla disumanizzazione di questa guerra vedi Domenico Quirico su La Stampa, 4 Febbraio 2023.
9. "Mi piace la strada su cui ci troviamo: con armi e denaro dall'America, l'Ucraina combattera' la Russia fino all'ultimo uomo". A parlare e' stato il senatore repubblicano Usa Linsdey Graham, il quale ha poi ha precisato che la vittoria ucraina sulla Russia e' "un reset dell'ordine mondiale che va nel senso giusto" (Francesco Strazzari, Il commento della settimana, il manifesto, Lunedi' rosso del 9 gennaio 2023).
10. Vi chiedo in nome di Dio, cit., p. 60.
11. Prendo questa espressione dal titolo di un articolo di Lia Cigarini, che anni fa scriveva: "quando come avvocata mi trovo a difendere le donne nelle cause di separazione, le vedo agire un forte senso di rivincita nei confronti dell'uomo con cui hanno vissuto" (Voglia di stravincere, Via Dogana n. 68, 2004). Sia chiaro che la voglia di stravincere femminile puo' essere un problema, ma certo non ha a che vedere con le guerre tra stati.
12. S. Freud, Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte, 1915; Franco Fornari, La psicoanalisi della guerra, 1966 (ultima ed. 2023). Citati da Massimo Recalcati nell'articolo L'allucinazione della guerra, Doppiozero, 4 aprile 2022.
13. Editrice Missionaria Italiana, 2005, pp. 136-144.
14. Thoughts on Peace in an Air Raid, 1940; trad. it. Pensieri di pace durante un'incursione aerea, in Per le strade di Londra, Il Saggiatore, 1963.
15. Dizionario critico, cit., Introduzione, p. 11 ss.

3. INCONTRI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: UN ANNO DI OBIEZIONE ALLA GUERRA. TRE ATTIVISTE NONVIOLENTE DA UCRAINA, RUSSIA E BIELORUSSIA SI INCONTRANO IN ITALIA PER UN PROGETTO COMUNE DI PACE. N TOUR DAL 20 AL 26 FEBBRAIO
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Un anno di obiezione alla guerra. Tre attiviste nonviolente da Ucraina, Russia e Bielorussia si incontrano in Italia per un progetto comune di pace. In tour dal 20 al 26 febbraio.
Nell'ambito della mobilitazione "Europe for Peace", ad un anno dall'invasione dell'Ucraina, il Movimento Nonviolento ospita in Italia tre esponenti dei movimenti per la pace e la nonviolenza dei paesi coinvolti nel conflitto:
Kateryna Lanko (Ukrainian Pacifist Movement – Ucraina)
Darya Berg (Go by the forest – Russia)
Olga Karach (Our House – Bielorussia)
Sono tre donne pacifiste che rappresentano i movimenti nonviolenti e degli obiettori di coscienza dei rispettivi paesi (i maschi non possono uscire dai confini a causa del reclutamento militare).
Anche in Ucraina, in Russia, in Bielorussia c'e' chi crede nella nonviolenza come possibilita' di resistenza civile, chi rifiuta la guerra, chi pratica l'obiezione di coscienza, chi diserta e vuole gia' oggi costruire la pace. Ci vuole ancora piu' forza per difendersi senza armi in mano, per amare la propria patria senza odiare quella altrui. Le tre dirigenti pacifiste, che gia' lavorano insieme da tempo, si incontrano per la prima volta in Italia, non potendolo fare nei loro paesi.
Con la mobilitazione Europe for Peace diciamo che un anno di guerra e' troppo, chiediamo il cessate il fuoco, il dialogo e i negoziati di pace per costruire un'Europa sicura e pacifica per tutti. Con le Carovane di pace Stop The War Now abbiamo portato aiuti umanitari alle vittime e incontrato le associazioni della societa' civile che lavorano per la pace e il rispetto dei diritti umani. Con la Campagna internazionale Object War Campaign! sosteniamo gli obiettori e i disertori e chiediamo che siano aperte le frontiere per garantire loro protezione e asilo.
Le date del Tour:
Fiumicino, lunedi' 20 febbraio
Roma, martedi' 21 febbraio
Roma, mercoledi' 22 febbraio
Modena, giovedi' 23 febbraio
Ferrara, giovedi' 23 febbraio
Verona, venerdi' 24 febbraio
Milano, sabato 25 febbraio
Brescia, domenica 26 febbraio
La nostra vicinanza a chi, pur dentro il conflitto, ha scelto la nonviolenza, si manifesta concretamente con il sostegno legale che offriamo agli obiettori di coscienza sotto processo. I nonviolenti russi e ucraini sono le uniche voci delle due parti che stanno dialogando tra di loro, che creano un ponte su cui puo' transitare la pace, che lavorano per la crescita della nonviolenza organizzata.
Il Movimento Nonviolento ha come programma l'opposizione integrale alla guerra e alla sua preparazione. Lavoriamo per la diffusione del pensiero e della pratica della nonviolenza; a livello internazionale siamo parte attiva delle reti EBCO-BEOC (Ufficio Europeo per l'Obiezione di Coscienza) e WRI (Internazionale dei Resistenti alla Guerra) con le quali stiamo tenendo i contatti con gli attivisti per la pace in Ucraina, Russia e Bielorussia.
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Campagna di Obiezione alla guerra in Russia, Bielorussia, Ucraina
Sostieni le iniziative di pace in Italia, Russia, Ucraina con la Campagna "Obiezione alla guerra con un versamento all'IBAN IT35 U 07601 11700 0000 18745455, intestato al Movimento Nonviolento, causale "Obiezione alla guerra"
Kateryna Lanko vive a Kyiv, e' impegnata nel lavoro di formazione alla nonviolenza e sostegno agli obiettori di coscienza. E' stata la voce del pacifismo ucraino trasmessa in video alla manifestazione nazionale Europe for Peace dei 100 mila di piazza San Giovanni a Roma il 5 novembre 2022. Il Movimento Pacifista Ucraino (UPM) sostiene i diritti umani alla pace e all'obiezione di coscienza al servizio militare, per lavorare, ricercare, educare alla gestione pacifica dei conflitti, al disarmo, alla cultura della pace, per rafforzare lo stile di vita nonviolento e il controllo civile democratico contro il militarismo. https://ebco-beoc.org/sites/ebco-beoc.org/files/Presentation_Ukrainian%20Pacifist%20Movement.pdf
Darya Berg e' una giovane attivista russa dell'organizzazione "Go By the Forest" che ha lo scopo di aiutare il maggior numero possibile di persone ad evitare di essere coinvolte nella sanguinosa guerra della Russia in Ucraina. Fin dai primi giorni della mobilitazione per l'invasione russa dell'Ucraina, ha svolto lavoro di informazione e propaganda per aiutare le persone a sottrarsi al servizio di leva, a lasciare il Paese legalmente o illegalmente, a trovare asilo all'estero. Nel marzo 2022 e' stata costretta a lasciare la Russia a causa della sua posizione contraria alla guerra ma il suo attivismo nonviolento continua dall'esilio in Georgia. https://iditelesom.org/en/
Olga Karach e' un'attivista, giornalista e politica bielorussa. Direttrice di Our House che ha fondato nel dicembre 2002 come giornale autoprodotto a Vitebsk. Licenziata per attivismo politico, nel 2014, Our House e' stata registrata in Lituania come organizzazione con il nome di Centro internazionale per le iniziative civili. Dopo la guerra scatenata dalla Russia contro l'Ucraina, continua a monitorare le violazioni dei diritti umani in collaborazione con altre organizzazioni. Tra queste violazioni assume un peso sempre maggiore quella del diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare, aggravata da programmi di militarizzazione di ragazzi e giovani minorenni. https://news.house/
La Campagna di "Obiezione alla guerra" e' stata lanciata dal Movimento Nonviolento subito dopo il 24 febbraio, all'indomani dell'attacco russo all'Ucraina: una dichiarazione di sostegno concreto agli obiettori di coscienza delle due parti.
"Sono concretamente solidale con gli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori russi e ucraini; chiedo che vengano lasciati espatriare, riconoscendo loro lo status internazionale di rifugiati".
La Campagna "Obiezione alla guerra" chiede anche ai giovani del nostro paese di assumersi una responsabilita' personale, dichiarandosi preventivamente obiettori verso possibili future avventure militari italiane: "Considerando che la leva obbligatoria nel nostro Paese e' solo sospesa e che tale sospensione resta a discrezione del potere esecutivo di Governo, dichiaro fin da questo momento la mia obiezione di coscienza. Non sono disponibile in alcun modo a nessuna chiamata alle armi".
I fondi raccolti con la Campagna sono utilizzati per sostenere concretamente le azioni dei movimenti pacifisti russi e ucraini, per diffondere gli strumenti comunicativi, per assicurare la difesa legale ai perseguitati, per aiutare i condannati o gli esuli, per organizzare le campagne di pressione politica, per rafforzare la rete internazionale della nonviolenza organizzata.
Dona anche tu per la Campagna di Obiezione alla guerra!

4. REPETITA IUVANT. UN APPELLO DI DONNE: ADDIO ALLE ARMI. NEL MONDO CON UNO SGUARDO FEMMINILE AMOREVOLE E IRRIDUCIBILE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente appello del 2 febbraio 2022]

Per un otto marzo memorabile facciamo parlare la lingua-ragione, la lingua madre, fonte della vita, contro le non-ragioni di tutte le guerre. Da anni scriviamo e ripetiamo che gli uomini "non sanno confliggere e fanno la guerra". Assistiamo in Ucraina a una guerra sanguinosa e temeraria. A farla non e' piu' il patriarcato come l'hanno conosciuto le nostre madri e le nostre nonne. Il mondo e' cambiato, grazie alle donne, ma non abbastanza: oggi il patriarcato non c'e' piu', ma gli e' subentrata la fratria, fatta di confraternite maschili che possono includere anche sorelle. La fratria fa la guerra e non ascolta la lingua-ragione, e popoli che parlano la stessa lingua si scannano col contributo delle armi di tutti i governi aderenti alla Nato. Diciamo basta all'invio di armi di qualsiasi tipo. Basta alla guerra per procura. Basta alla devastazione dell'Ucraina. Basta col nichilismo distruttivo che prende a bersaglio i corpi delle donne e dei loro figli in tutto il mondo. Basta coi vecchi potenti che mandano al macello giovani vite, in nome dell'identita', della "democrazia" e della sicurezza dei confini.
Noi non staremo nel coro degli uomini incolti e delle donne che li seguono e li imitano. E' tempo di dire addio alle armi, a tutte le armi e a tutte le guerre. In tempo di autentica pace si confligge con le armi della parola e l'intelligenza d'amore. E' tempo di gridare il nostro desiderio di vita e liberta'.
Liberta' dalla guerra, si', ma non solo: anche in luoghi apparentemente in pace, la fratria nella sua ricerca di nuovi orizzonti di profitto e nel suo disprezzo per la fonte della vita vuole cancellare tutte le differenze e rendere il mondo un deserto asessuato di surrogati e robot che sostituiscano la ricchezza delle relazioni di corpi sessuati. Noi che amiamo la vita diciamo no alla mercificazione dei corpi con le piu' sofisticate tecnologie. Poniamo fine alla pulsione mortifera dell'ultraliberismo.
Ci piace ricordare le parole che Rosa Luxemburg scrisse in una lettera dal carcere nel 1918:
C'e' ancora molto da vivere e tanto di grande da affrontare. Stiamo assistendo all'affondare del vecchio mondo, ogni giorno ne scompare un pezzo. E' un crollo gigantesco, e molti non se ne accorgono, pensano di essere ancora sulla terraferma.
Facciamo in modo che dal crollo del vecchio mondo, retto dai paradigmi della forza, del dominio, della violenza, nasca una nuova convivenza che abbia a fondamento l'attenzione, la cura, l'amore del vivente.
Diamo vita in questo 8 marzo 2023 a iniziative che vadano in questa direzione.
A Milano ne discutiamo sabato 11 marzo alle 11,00 in un'assemblea pubblica di donne alla Casa Rossa, v. Monte Lungo 2 (MM1 Turro).
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Per contatti: addioallearmi2023 at gmail.com
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Laura Minguzzi, Silvia Baratella, Cristina Gramolini, Stella Zaltieri Pirola, Lucia Giansiracusa, Daniela Dioguardi, Roberta Trucco, Daniela Danna, Paola Mammani, Flavia Franceschini, Marilena Zirotti, Danila Giardina, Rosi Castellese, Mariella Pasinati, Anna La Mattina, Agata Schiera, Fausta Ferruzza, Virginia Dessy, Daniela Musumeci, Anna De Filippi, Stefania Macaluso, Mimma Glorioso, Eliana Romano, Bice Grillo, Ida La Porta, Francesca Traina, Anna Marrone, Mimma Grillo, Luciana Tavernini, Pina Mandolfo, Nunziatina Spatafora, Maria Castiglioni, Giovanna Minardi, Rita Calabrese, Concetta Pizzurro, Giovanna Camertoni, Roberta Vannucci, Adele Longo, Katia Ricci, Anna Potito, Rosy Daniello, Isa Solimando, Franca Fortunato, Nadia Schavecher

5. REPETITA IUVANT. SETTE INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier
Carissime e carissimi,
vi proponiamo sette iniziative per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' questo: in questo torno di tempo infatti sia negli Stati Uniti che a livello internazionale sta crescendo la mobilitazione, ottenendo nuove, ampie e rilevanti adesioni che possono finalmente trovare ascolto alla Casa Bianca, nelle cui mani e' il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier attraverso la concessione della grazia presidenziale.
*
1. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
La prima: scrivere a Biden e diffondere quanto piu' possibile la proposta di scrivere a Biden.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
*
2. Scrivere al sindaco di Roma
La seconda: scrivere al sindaco di Roma affinche' affinche' unisca la sua voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier. La voce del sindaco di una delle citta' piu' importanti del mondo puo' trovare favorevole ascolto sia presso la Casa Bianca che presso l'opinione pubblica non solo italiana ma internazionale.
Indirizzi di posta elettronica cui scrivere: segreteria_cg at comune.roma.it, donato.iannone at comune.roma.it, segreteriavcgv.debernardini at comune.roma.it, giorgio.piccarreta at comune.roma.it, pietropaolo.mileti at comune.roma.it, gianluca.viggiano at comune.roma.it, caterina.cordella at comune.roma.it, segreteria.direzionegac at comune.roma.it, accesso.semplice at comune.roma.it, ld.gabinetto at comune.roma.it, mariagrazia.tretola at comune.roma.it, seg.gen at comune.roma.it, laura.dimeglio at comune.roma.it, patrizia.bernardini at comune.roma.it, eufrasia.cogliandro at comune.roma.it, vicesindaco at comune.roma.it, assessorato.bilancio at comune.roma.it, assessorato.ambiente at comune.roma.it, assessorato.rifiuti at comune.roma.it, assessoratodecentramento at comune.roma.it, assessoratopersonale at comune.roma.it, assessorato.politichesociali at comune.roma.it, assessorato.cultura at comune.roma.it, assessorato.sviluppoeconomico at comune.roma.it, assessorato.pariopportunita at comune.roma.it, assessorato.sport at comune.roma.it, assessorato.turismo at comune.roma.it, assessorato.grandieventi at comune.roma.it, assessorato.mobilita at comune.roma.it, assessoratoallascuola at comune.roma.it, assessoratolavoroformazione at comune.roma.it, assessorato.infrastrutture at comune.roma.it, assessorato.urbanistica at comune.roma.it, tiziana.marrone at comune.roma.it, assessorato.patrimoniocasa at comune.roma.it, presidenza.assembleacapitolina at comune.roma.it,
Modello di lettera:
Egregio Sindaco di Roma,
sicuramente conoscera' gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente sapra' anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricordera' anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Gia' lo scorso anno, su nostra sollecitazione, molti sindaci italiani (tra cui quelli di citta' importanti come Aosta, Bologna, Palermo, Pesaro...) espressero il loro sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Sarebbe di grande importanza che anche il Sindaco del Comune di Roma volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarla di voler anche lei richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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3. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani
La terza: scrivere alle ed ai parlamentari italiani affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari sono disponibili nel sito del Senato e della Camera (www.senato.it e www.camera.it).
Modello di lettera:
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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4. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo
La quarta: scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, proseguendo nell'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 e rinnovato nel 2021 dal compianto Presidente David Sassoli.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari europei sono disponibili nel sito del Parlamento Europeo (www.europarl.europa.eu).
Modello di lettera:
Egregie ed egregi parlamentari europei,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento Europeo volesse ancora una volta unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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5. Scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee"
La quinta: scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" per far sentire direttamente la nostra solidarieta' a chi e' piu' vicino a Leonard Peltier e coordina la mobilitazione per la sua liberazione
Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
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6. Scrivere direttamente a Leonard Peltier
La sesta: scrivere direttamente a Leonard Peltier.
L'indirizzo e': Leonard Peltier, #89637-132, USP Coleman I, P.O. Box 1033, Coleman, FL 33521.
Possono essere inviate solo lettere postali.
Ovviamente le lettere devono essere adeguate alla situazione. Possono bastare anche poche parole.
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7. Costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier
La settima: costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier.
Ovviamente una rete senza gerarchie o primazie, policentrica e plurale, in cui possano impegnarsi insieme persone provenienti da tutte le culture, le esperienze e le tradizioni.
Una rete di persone e realta' che si prefigga ad esempio di:
a) partecipare a iniziative comuni;
b) promuovere iniziative proprie, locali e non solo;
c) premere nonviolentemente sui media, locali e non solo, affinche' diano notizia della vicenda di Leonard Peltier e delle iniziative per la sua liberazione;
d) premere nonviolentemente sulle rappresentanze democratiche (istituzioni, associazioni, forze politiche e sindacali, esperienze della cultura e della solidarieta'...), locali e non solo, affinche' si impegnino per la liberazione di Leonard Peltier.
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E' ovvio che tutte le iniziative che proponiamo devono essere rigorosamente nonviolente, coerentemente con il fine dell'iniziativa: ottenere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Se necessaria, varia documentazione utile, in inglese e in italiano, puo' essere richiesta scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, un forte abbraccio dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Valeria Ando', La violenza, Rcs, Milano 2023, pp. 180, euro 6,90 (nella collana "Greco. Lingua, storia e cultura di una grande civilta'", in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Wilma Mankiller, Michael Wallis, Mankiller capo Cherokee racconta la sua gente, Mursia, Milano 1995, pp. 324.
- Ruth Underhill, Il popolo della terra. I Navajo, Mursia, Milano 1987, 1999, pp. 224.
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Letterature
- Fausta Garavini, La letteratura occitanica moderna, Sansoni-Accademia, Firenze-Milano 1970, pp. 280.
- Luciana Stegagno Picchio, La letteratura brasiliana, Sansoni-Accademia, Firenze-Milano 1972, pp. 702.
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Maestre
- Martha C. Nussbaum, Giustizia sociale e dignita' umana, Il Mulino, Bologna 2002, 2012, pp. 150.

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4757 del 26 febbraio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com