[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 35



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 35 del 4 febbraio 2023

In questo numero:
1. Solo la pace ferma le stragi, solo la nonviolenza salva l'umanita'
2. One Billion Rising: Iniziative 2023
3. Una lettera all'ambasciata dell'Iran in Italia
4. Tre tesi
5. Ripetiamo ancora una volta...
6. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
7. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Alcuni riferimenti utili
10. Giuliana Sgrena: "Stati Uniti e Nato hanno regalato la vittoria ai talebani" (2021)
11. Giuliana Sgrena: Si offre un dialogo che ha il sapore amaro della resa (2021)
12. Giuliana Sgrena: "Voi avete creato il caos, noi donne resisteremo" (2021)
13. Giuliana Sgrena: Criminali intervento e ritiro, ora s'interponga la pace (2021)
14. Giuliana Sgrena: Peggio del 1989: l'Urss lascio' i tank, gli Usa un futuro nero (2021)

1. L'ORA. SOLO LA PACE FERMA LE STRAGI, SOLO LA NONVIOLENZA SALVA L'UMANITA'

Abolire tutte le guerre, tutte le stragi, tutte le uccisioni.
Abolire tutte le guerre, tutti gli eserciti, tutte le armi.
Contrastare il male facendo il bene.
Sconfiggere la violenza con la nonviolenza.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

2. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING: INIZIATIVE 2023
[Dal Coordinamento Italia One Billion Rising (e-mail: obritalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

Carissime amiche e amici di One Billion Rising, ci siamo quasi.
E' straordinario immaginare quest'anno di poter tornare nelle piazze, nelle strade, nei luoghi pubblici delle citta', insieme, per tornare a danzare in sostegno e solidarieta' e ad alta voce rivendicare la fine delle molteplici atrocita' perpetrate sulle donne e sulle bambine nel mondo. Tentano di recidere, annientare la forza vitale del pianeta, non ci riusciranno.
Parlare con ragazzi e ragazze, studenti, professori, leggere, commentare i fatti di violenza, dare i nomi alle cose, questi sono i primi passi della rivoluzione di cui tutte e tutti noi portiamo la bandiera.
Le forme di arte che accompagnano l'evento OBR nel mondo si prestano ad un gioioso coinvolgimento, ma non vogliamo far mancare anche un momento di preparazione e di formazione.
Per questo motivo chiediamo di partecipare ad OBR 2023, coinvolgendo anche i giovani e le scuole, a cui poter proporre:
- un incontro, anche on line, con una o piu' classi sul tema della violenza maschile sulle donne, della durata minima di due ore
- la preparazione della coreografia del brano musicale Break the Chain
- l'esecuzione della coreografia nella settimana dal 12 al 19 febbraio 2023
- la lettura di alcuni pensieri/ componimenti realizzati dalle ragazze e dai ragazzi delle classi coinvolte
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Per facilitare l'organizzazione dell'evento vi inviamo alcune semplici indicazioni che potrete seguire:
Iscrizione al sito per segnalare il vostro evento: cliccate su http://bit.ly/Registra_il_t uo_evento_sulla_pagina_internazionale_OBR e invitate altre associazioni, gruppi, scuole, scuole di danza, amici a partecipare... piu' siamo, meglio e'!
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Attivita' sui social: vi chiediamo di pubblicare tanti contenuti (foto, video, ecc) sui social utilizzando gli hashtag ufficiali e di invitare i propri contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio. Seguite e taggate anche i profili social di One Billion Rising Italia cosi' potremo condividere i vostri post, stories, ecc.
Facebook https://www.facebook. com/obritalia
Instagram https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
Hashtag ufficiali: #1BillionRising  #RiseForFreedom #CreateTheNewCulture #RiseInSolidarity
A conclusione delle iniziative, vi chiediamo di inviare foto e video a: obritalia at gmail.com
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Loghi ufficiali: vi chiediamo, per le creativita' (locandine, cartelli) che realizzate, di utilizzare i loghi ufficiali che potete scaricare al seguente link
https://www.dropbox.com/scl/fo/lo9r4i06g268ow7x103sc/h?dl=0&rlkey=xfogpv7hpwlaup3vsxw5zsz1u
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Grafiche
In questa cartella abbiamo inserito le grafiche realizzate (cover facebook, grafiche per FB/IG) a cui ne aggiungeremo altre nei prossimi giorni allo stesso link.
Grafiche One Billion Rising
https://www.dropbox.com/scl/fo/mizfc1w1xl0nu1oywiups/h?dl=0&rlkey=c47347xou5ufqupm4jn90mv0w
Grafica t-shirt
https://www.dropbox.com/scl/fo/h2i75sias7o03r033pf25/h?dl=0&rlkey=ynxdi0h5jbjrgf3d20di36x0o
Grafica stickers
https://www.dropbox.com/scl/fo/4gt4ez978gne73gjwvnqx/h?dl=0&rlkey=4kbdd0091mchnaj1krvhzxoar
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Si puo' organizzare un flash mob durante l'evento One Billion Rising, seguendo la canzone Break the chain e il tutorial ufficiale che trovate qui http://youtu.be/_U5C ZfPydVA o creando una nuova coreografia. L'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche di ogni genere e da momenti di lettura.
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Autorizzazione One Billion Rising
Al seguente link potete scaricare l'autorizzazione copyright per utilizzo materiali e brani musicali OBR
https://www.dropbox.com/s/d7ambb5ml22dvsj/OBR%20Copyright%20Authorization%202023.pdf?dl=0
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Per quanto riguarda le letture, oltre ai brani de I Monologhi della Vagina, di seguito troverete come suggerimento alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler
"L'Ufficio della schiavitu' sessuale" http://bit.ly/ufficio_della_schiavitu_sessuale
"L'insurrezione" http://bit.ly /insurrezione
"La mia rivoluzione" http://bit.ly/la_mia_rivoluzione
"Preghiera di un uomo" http://bit.ly/preghiera_ di_un_uomo
"Fino a quando" http://bit.ly/fino_a_quando
"E poi saltavamo" http://bit.ly/e_poi_saltavamo
- la traduzione di M.G.Di Rienzo del brano musicale “Break the chain” credits Tena Clark - Musiche Tena Clark/Tim Heintz
http://bit.ly/traduzione_testo _BreakTheChain
- qui se volete potete trovare altre idee:
https://www.onebillionrising.org
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Per condividere con noi i vostri eventi e/o avere informazioni vi chiediamo di  scriverci al seguente indirizzo: obritalia at gmail.com
Ovviamente qualunque aggiunta rispetto a questo "format base" non potra' che essere gradita.
Vi chiediamo se l'idea puo' piacervi e se pensate possa avere un buon riscontro presso le scuole del vostro territorio, le vostre comunita' di riferimento.
Ringraziamo quanti di voi ci hanno anticipato gli eventi in preparazione, la prossima settimana risponderemo singolarmente a chi ci ha scritto con tutti i dettagli. Vi ricordiamo che le magliette saranno pronte non prima del 25 gennaio.
Se avete altre meravigliose idee, noi non potremo Che essere felici!
Grazie per tutto quello che potrete fare! #RiseForFreedom #RiseInSolidarity
Un abbraccio
Nicoletta Billi (333.2432777), Luisa Rizzitelli (345.4767246), Silvia Palermo (339.5028904)
Coordinamento Italia One Billion Rising

3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA

All'ambasciatore dell'Iran in Italia: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir,
Egregio ambasciatore,
le saremmo assai grati se volesse trasmettere al suo governo il seguente appello.
Tutte le tradizioni di pensiero dell'umanita', quali che siano le loro fonti, convengono su queste semplici verita':
- che ogni vita umana deve essere rispettata, onorata e protetta;
- che uccidere e' sempre e solo un male;
- che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
- che rispettare e salvare le vite e' il primo dovere.
Certi del fatto che condividiate queste semplici considerazioni siamo quindi a chiedervi di impegnarvi:
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, cessino finalmente le uccisioni e le persecuzioni;
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Vi chiediamo quindi:
- di riconoscere la dignita' e i diritti delle donne, che sono gli stessi degli uomini;
- di non piu' perseguitare, ma piuttosto ascoltare ed onorare, le donne che da mesi nel vostro paese stanno chiedendo "vita e liberta'".
Queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza, sono amiche ed amici dell'umanita' e del bene comune.
E' un crimine ed una follia perseguitare ed uccidere queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere proprio di ogni ordinamento ed istituto giuridico legittimo: rispettare e proteggere le vite, la dignita' e i diritti di tutte le persone.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere di far cessare persecuzioni ed uccisioni.
Sia pace, rispetto ed amicizia fra tutte le persone, i popoli, i paesi.
Distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 30 dicembre 2022

4. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

5. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. SCRIVERE AL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Proponiamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente..
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

7. L'ORA. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI

Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
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Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
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Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

8. RIFERIMENTI. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

9. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

10. AFGHANISTAN. GIULIANA SGRENA: "STATI UNITI E NATO HANNO REGALATO LA VITTORIA AI TALEBANI" (2021)
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 agosto 2021 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo ""Stati Uniti e Nato hanno regalato la vittoria ai talebani"" e il sommario "Afghanistan. Parla un dirigente di Hambastagi, l'unico partito democratico e laico del Paese: Un esito gia' scritto, non siamo sorpresi"]

Hambastagi e' l'unico partito laico, democratico, interetnico e indipendente esistente in Afghanistan. Conta molte donne tra iscritti e dirigenti, compresa la portavoce del partito Selay Ghaffar, conosciuta a livello internazionale e naturalmente anche in Italia. La situazione rende difficile i collegamenti con le persone piu' a rischio. Abbiamo contattato un dirigente di Hambastagi, che infatti preferisce rimanere anonimo, per sapere come stanno vivendo in questa situazione. «Stiamo sopravvivendo, ma contrariamente a quanto si pensa, non siamo scioccati o sorpresi, tutto era gia' stato orchestrato prima. Non abbiamo perso la nostra speranza e continueremo la nostra lotta", ci dice.
- Stiamo seguendo con preoccupazione quello che sta succedendo in Afghanistan...
- Sebbene, i taliban rivendichino spudoratamente la loro vittoria, facendo riferimento al credo religioso, e' chiaro che la cosiddetta vittoria e' stata loro regalata. L'imperialismo Usa insieme al suo partner criminale, la Nato, ha consegnato il futuro del nostro popolo martoriato nelle mani dei taliban, gia' loro servitori in passato. Lo scenario che prevedeva che i fondamentalisti dovessero continuare a governare in Afghanistan, dopo la partenza degli Usa, era gia' scritto perche' vogliono mantenere il nostro popolo nell'ignoranza e avere nuove opportunita' di occupare il paese in futuro.
La gente e' disperata, e tutti stanno cercando il modo per fuggire dall'inferno, chiamato Afghanistan. Le immagini dei cittadini afghani che si aggrappano e cadono dagli aerei militari americani hanno scioccato il mondo. Tuttavia, i taliban stanno cercando di dare di se' stessi un'immagine moderna, ma e' evidente che sono i vecchi mostri. Gli impiegati governativi sono senza salario da due mesi, le banche sono chiuse e non si puo' prelevare denaro; la maggior parte dei mercati e dei negozi e' chiusa; i ministeri si trovano in una situazione precaria; non ci sono piu' bombardamenti ed esplosioni perche' i loro responsabili sono al potere; la poverta' sta crescendo ulteriormente; per le strade si vedono poche donne, portano l'hijab, e quelle poche che si sono recate al lavoro sono state respinte.
- Un'alternativa era possibile?
- Si', alternative erano possibili: se i signori della guerra, i criminali, la mafia e gli uomini corrotti non fossero stati mantenuti in posti di potere; se questi criminali non avessero pennivendoli sui loro libri paga; se la sinistra e le organizzazioni popolari avessero assunto un ruolo progressista per far prendere coscienza alle masse; se il nostro popolo avesse chiesto la fine dell'occupazione Usa e della Nato, e la fine dell'intromissione delle potenze regionali come Pakistan, Iran, Arabia Saudita, Qatar e Turchia; se il popolo, soprattutto nelle grandi citta', fosse sceso in piazza per rivendicare i suoi diritti, e molti altri se.
- Come spieghi il collasso dell'esercito afghano e la rapida avanzata dei taleban?
- Il collasso dell'esercito afghano e' stato possibile per il tradimento dei burattini afghani e degli infidi politici. Molte delle unita' dell'esercito si sono arrese senza sparare un solo colpo, mentre sarebbero stati in grado di combattere per mesi. E' stato loro ordinato dai comandanti, dagli ufficiali di alto grado e dai politici di arrendersi e i soldati devono obbedire agli ordini. Tuttavia, in alcuni casi gli ordini non sono stati rispettati, come nel Badakhshan dove 20 poliziotti hanno deciso di non arrendersi per 24 ore, i taleban sono stati bloccati ma alla fine questi poliziotti hanno ricevuto l'ordine da Kabul di arrendersi altrimenti sarebbero stati bombardati. Quando si sono resi contro di essere pugnalati alle spalle, hanno lasciato le loro divise e sono fuggiti in borghese.
- Ora si vedono manifestazioni contro i taleban e i taleban che uccidono... Pensi sia possibile una resistenza organizzata?
- Si', manifestanti a Jalalabad, Kabul, Kunar e Khust hanno marciato per difendere la bandiera afghana a tre colori (nero, rosso e verde), perche' i taleban vogliono sostituirla con una bianca. E i taleban hanno sparato sulla folla, uccidendo diversi manifestanti. Dove c'e' oppressione, c'e' resistenza. Prima o poi la resistenza contro i taleban iniziera', comunque e' compito della sinistra e delle organizzazioni popolari prepararsi a guidarla.
- Che supporto hanno i taleban tra la popolazione, sono abbastanza forti per mantenere il potere?
- I taleban non hanno un appoggio popolare, ma la popolazione li teme. Si stima che i loro combattenti e membri siano circa ventimila, che non e' nulla in rapporto alla popolazione di 34 milioni. E' una situazione diffusa in tutto il mondo che l'1 per cento governi il 99 per cento della popolazione, ma un giorno la gente povera si ribellera'. I taleban resteranno al potere non per la loro forza, ma per il forte sostegno dei paesi reazionari e delle superpotenze.
- Alcuni politici chiedono ai governi occidentali di trattare con i taleban perche' i taleban sono cambiati, sono diversi da prima...
- I taleban fingono di essere cambiati, perche' questo chiedono loro i pachistani e gli iraniani, cosi' da essere riconosciuti dai governi a livello mondiale. Si presentano diversi anche in citta', perche' vogliono conquistare il cuore dei cittadini. Ma quando avranno formato il governo, riprenderanno la barbarie. Nulla e' cambiato.
- Quale sara' il ruolo di Hambastagi in questa situazione?
- Il nostro partito continuera' la sua lotta in modo ancora piu' risoluto, ma con nuovi metodi, di cui non posso dare i dettagli.

11. AFGHANISTAN. GIULIANA SGRENA: SI OFFRE UN DIALOGO CHE HA IL SAPORE AMARO DELLA RESA (2021)
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 agosto 2021 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Si offre un dialogo che ha il sapore amaro della resa" e il sommario "La polemica. Non si puo' dimenticare che i taleban (versione originale) erano stati formati, finanziati e portati al potere da Stati Uniti, Pakistan e Arabia Saudita. Sembra quasi che alla base del dialogo ci sia la concezione che, in fondo, i taleban e il terrorismo islamico, sono solo una reazione all'occupazione e alle guerre occidentali"]

La parola magica e' dialogo. Per salvare gli afghani o per lavare la coscienza di chi ha occupato per vent'anni il paese e ora fugge lasciando la situazione che aveva trovato al suo arrivo: l'emirato dei taleban. C'e' chi sostiene che bisogna trattare con il nemico, quindi i taleban. In questo caso gli Usa sono in pole position per aver negoziato (che cosa non e' del tutto chiaro, c'erano e ci sono clausole rimaste segrete) con il nuovo capo di Kabul, il mullah Abdul Ghani Baradar a Doha. Tuttavia i sostenitori del dialogo dicono con chi (taleban) ma non su che cosa trattare: per il rispetto dei diritti umani, per i diritti delle donne, per lasciare le frontiere aperte a chi vuole fuggire, per formare un governo "inclusivo" (ma per quello stanno gia' trattando l'ex-presidente Hamid Karzai e il vicepresidente tagiko Abdullah Abdullah), per accaparrarsi delle risorse minerarie? E chi dovrebbe trattare con i taleban? La comunita' internazionale (ammesso che qualcuno possa trattare per tutti), l'Onu, l'Unione Europea, gli ex-occupanti, i paesi vicini?
Non si puo' dimenticare che i taleban (versione originale) erano stati formati, finanziati e portati al potere da Stati Uniti, Pakistan e Arabia Saudita. Il Pakistan sembra il principale artefice della nuova vittoria lampo, gli interessi in ballo sono evidenti. Senza dimenticare che Russia e Cina stanno gia' trattando e da una posizione di forza perche' non hanno evacuato le proprie ambasciate, e che comunque la trattativa presuppone in qualche modo il riconoscimento dell'emirato.
Trattare nel momento in cui i taleban sono interessati a mostrare l'immagine piu' accettabile dell'emirato, per ottenere riconoscimenti a livello internazionale, cosi' la trattativa sarebbe piu' accettabile per tutti. Trattare, dopo essere scappati, per tornare e come? Senza una presenza internazionale chi garantirebbe un eventuale accordo?
Insieme alla trattativa si sostiene la necessita' del ritorno della politica, estremamente importante, ma sembra che in questo caso la politica sia intesa solo come compromesso.
Manca comunque una riflessione sul fallimento (ma quali erano i veri obiettivi?) del ventennale intervento occidentale, forse era tutto calcolato e la fuga con il ritorno dei taleban potrebbe lasciare la via aperta a un eventuale nuovo intervento "umanitario" in futuro come sostengono alcuni democratici afghani.
A parte le previsioni per un futuro certamente non roseo da qualunque parte si guardi, resta il problema del perche' dopo vent'anni i taleban che hanno subito anche emorragie verso al Qaeda e Isis, pur con l'appoggio di potenze regionali, non siano stati intaccati ed erosi nelle loro fondamenta da vent'anni di presenza occidentale. L'occupazione essenzialmente militare ed economica non si e' mai confrontata e non ha mai combattuto l'ideologia che sorregge il fondamentalismo islamico e anche il terrorismo.
Sembra quasi che alla base del prospettato dialogo con i taleban ci sia la concezione che, in fondo, sia loro che il terrorismo islamico piu' in generale, sono solo una reazione all'occupazione e alle guerre occidentali. Purtroppo questa semplificazione e' errata. Probabilmente ormai nessuno si ricorda piu' delle stragi dei Gruppi islamici armati (Gia) in Algeria negli anni '90, degli sgozzamenti e dell'uccisione delle donne che non portavano il velo per mano di combattenti reduci dall'Afghanistan, in quel paese non c'e' mai stato un intervento straniero, pero' c'era una moschea chiamata Kabul.

12. AFGHANISTAN. GIULIANA SGRENA: "VOI AVETE CREATO IL CAOS, NOI DONNE RESISTEREMO" (2021)
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 agosto 2021 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Voi avete creato il caos, noi donne resisteremo" e il sommario "Afghanistan. Intervista a una delle attiviste di Rawa, la storica Associazione rivoluzionaria delle afghane fondata nel 1977: E' un macabro scherzo sostenere che democrazia e diritti di genere fossero gli obiettivi degli Usa e della Nato. La mentalita' dei taliban non e' cambiata e non cambiera' mai. Continueremo a lottare per un Afghanistan libero indipendente, laico, democratico e giusto"]

Le donne sono le vittime predestinate dell'emirato instaurato a Kabul. Molte cercano di fuggire, giustamente, altre continueranno a lottare nel loro paese. Tra quelle che restano vi sono le attiviste di Rawa.
Abbiamo sentito una di loro (per motivi di sicurezza non possiamo indicare il nome). "Siamo preoccupate perche' non sappiamo come evolvera' la situazione. Non e' la prima volta che ci troviamo ad affrontare una guerra, lo abbiamo fatto dal '92 al '96 e, ancora peggio, dal '96 al 2001, ma siamo sopravvissute. E' quasi impossibile provare ad analizzare questo scenario e predire il futuro ma siamo sicure che le forze al potere continueranno a formare e alimentare criminali fanatici, a perpetrare la guerra, e noi continueremo la nostra lotta e a trovare il modo di difenderci, vivendo e lavorando clandestinamente in Afghanistan».
- Ora tutto il mondo sembra preoccupato per la sorte delle donne afghane...
- Le donne hanno sempre sofferto negli ultimi 40 anni. La violenza e' stata tremenda, le donne venivano pubblicamente giustiziate e lapidate dai taliban, le scuole delle ragazze bruciate, stupri, rapimenti, matrimoni forzati e prematuri sono continuati per anni. Anche di recente le scuole per ragazze e i reparti di maternita' negli ospedali sono stati attaccati con bombe, numerosi bambini sono morti prima di vedere la luce e alcune madri uccise non hanno potuto vedere i loro figli. Centri di istruzione sono stati attaccati provocando la morte degli studenti. Sale per matrimoni sono saltate per aria.
Con alcuni progetti "appariscenti", superficiali, privi di contenuto e di una falsa liberta', gli Usa hanno ingannato il nostro popolo e il mondo. Le loro preoccupazioni sono false e demagogiche. Sapevano cosa stava succedendo, ma hanno continuato a sostenere fondamentalisti misogini e reazionari e hanno riconsegnato il paese a una banda di terroristi barbari. E' un macabro scherzo sostenere che "diritti delle donne", "democrazia", "costruzione della nazione", etc. facevano parte degli obiettivi degli Usa e della Nato. Gli Usa erano in Afghanistan per destabilizzare la regione e per mostrarsi piu' potenti dei loro rivali, in particolare le potenze emergenti come Cina e Russia e colpire le loro economie con guerre regionali.
- Molti appelli internazionali chiedono ai taliban di aprire le frontiere per chi vuole lasciare il paese. Qual e' il modo migliore per aiutarvi?
- Viviamo un momento estremamente difficile e pensiamo che le persone, le cui vite sono in pericolo, debbano poter lasciare il paese. Tuttavia, fuggire dal paese non e' mai la soluzione, occorre rimanere e lottare contro il regime. Ci sono molti modi per aiutare gli afghani e in particolare le donne. Noi abbiamo bisogno che il popolo italiano faccia sentire la propria voce contro le politiche guerrafondaie degli Usa e dei loro alleati e appoggi e rafforzi la lotta del popolo afghano contro la barbarie. La comunita' internazionale deve chiedere conto ai governi che hanno tradito il popolo afghano e metterli di fronte alle loro responsabilita'.
Devono denunciare il gioco sporco di Usa, Nato e Onu, hanno creato il caos e poi hanno dichiarato guerra. Una volta occupato il paese, hanno creato ulteriori conflitti e hanno lasciato solo rovine e un caos totale. Noi chiediamo ai paesi occidentali di non riconoscere il regime dei taliban anche se raccontano di essere cambiati rispetto al passato. E poi i sostegni finanziari devono essere impiegati per aiutare gli sfollati interni che stanno soffrendo senza tende, cibo, vestiti, toilette e minime cure sanitarie.
- Eravate pronte ad affrontare questa situazione? Come immaginate il futuro?
- Avevamo previsto questa evoluzione. Ma non cosi' repentina. I taliban sono entrati a Kabul in poche ore. L'11 ottobre 2001, all'inizio dell'occupazione, Rawa aveva dichiarato: "La continuazione degli attacchi Usa e l'aumento delle vittime civili non solo giustificheranno i taliban, ma causeranno un rafforzamento delle forze fondamentaliste nella regione e nel mondo". Questa occupazione ha portato solo bagni di sangue, distruzione e caos. Ha trasformato il nostro paese nel piu' corrotto, meno sicuro, infestato dalla mafia della droga e un luogo pericoloso soprattutto per le donne. Tutte le forze imperialiste invadono paesi per i loro interessi strategici, politici e finanziari ma attraverso menzogne e false immagini di un Afghanistan "liberato" hanno cercato di nascondere i reali motivi.
Negli ultimi 20 anni, Rawa ha chiesto la fine dell'occupazione Usa/Nato, per poter decidere il nostro futuro. Il futuro e' molto cupo. E per le donne tornare sotto il burqa dopo vent'anni e' quasi impossibile. I taliban cercano di prendere tempo per organizzarsi. Tutto e' successo cosi' velocemente, ora devono costituire un governo, la loro intelligence e istituire il Ministero per la propagazione della virtu' e la prevenzione del vizio, responsabile del controllo di tutti i dettagli: lunghezza della barba, vestiti e il Mahram (maschio accompagnatore) per le donne. I taliban dicono che non sono contro i diritti delle donne nel quadro della sharia (legge islamica). Ma la sharia e' vaga e interpretata in modo diverso dai regimi islamici secondo la propria agenda politica. I taliban vogliono il riconoscimento dell'Occidente e cercano di darsi una immagine piu' accettabile. Forse tra qualche mese diranno che indiranno elezioni, che credono nella giustizia e nella democrazia! Queste false promesse non cambieranno la loro natura e resteranno fondamentalisti islamici: misogini, disumani, barbari, reazionari, antidemocratici, antiprogressisti.
La mentalita' dei taliban non e' cambiata e non cambiera' mai. Noi continueremo a lottare per un Afghanistan indipendente, libero, laico, democratico e giusto. Queste aspirazioni appaiono molto difficili da realizzare perche' siamo circondati da nemici potenti, che hanno i loro interessi da realizzare. Le forze democratiche sono sempre state eliminate e questo rende la nostra lotta ancora piu' ardua ma siamo convinte che la resistenza esiste, diventera' piu' forte e le prossime generazioni alla fine vinceranno. Abbiamo sempre detto che nessuna nazione puo' esportare i "diritti delle donne" o la "democrazia". Crediamo che le donne afghane continueranno la lotta e nessuna oppressione, tirannia o violenza potra' fermare la resistenza.

13. AFGHANISTAN. GIULIANA SGRENA: CRIMINALI INTERVENTO E RITIRO, ORA S'INTERPONGA LA PACE (2021)
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 agosto 2021 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Criminali intervento e ritiro, ora s'interponga la pace" e il sommario "Venti anni di guerra. Abbandonare ora la popolazione afghana, la societa' civile, le donne, gli orfani, e' da codardi"]

E' un crimine di guerra: intervenire in un paese con il pretesto di eliminare i responsabili dell'attacco dell'11 settembre 2001, che, ricordiamo, non erano afghani ma sauditi, provocando migliaia di morti (stranieri e, soprattutto, afghani). I responsabili dell'attacco erano legati a Osama bin Laden, che ha vissuto in Afghanistan ma e' stato ucciso in una situazione discutibile in Pakistan nel 2011, Comunque l'intervento occidentale in Afghanistan non ha sgominato al Qaeda tanto meno la sua costola evoluta nello Stato Islamico. L'intervento occidentale non ha eliminato i taleban, li ha solo allontanati dal potere nel 2001 facilitandone poi il ritorno nel 2021. Del resto gli Stati Uniti e loro alleati avevano addestrato, organizzato, finanziato - insieme ad Arabia Saudita e Pakistan - i taleban perche' potessero arrivare al potere, controllare tutto il paese e permettere l'arrivo del gas turkmeno a Karachi. I tagiki di Massud si erano opposti con l'Alleanza del nord impedendo che i taleban prendessero anche il Panshir assumendo il controllo totale del passaggio degli oleodotti. L'Afghanistan e' importante - anche se ora si sminuisce l'importanza - anche strategicamente perche' confina con la Cina, l'Iran, il Pakistan e le ex repubbliche sovietiche passate sotto il controllo della Nato.
Fallito l'obiettivo, perso l'interesse perche' gli Usa combattono la Cina e la Russia su altri terreni, le spese militari (85 miliardi per gli Usa, 8,5 per l'Italia) e i morti sul terreno hanno indotto Biden a mantenere il programma di ritiro di Trump.
Non regge, come molti sostengono, il paragone con Saigon, dove gli americani sono stati messi in fuga dai viet-cong che hanno assunto il potere e ricostruito un paese dalle fondamenta, in Afghanistan l'assedio militare occidentale ha allontanato temporaneamente i taleban dal potere ma non sono mai stati combattuti ideologicamente e questo e' dimostrato dal loro rapido avanzamento nella riconquista del paese. L'esercito - addestrato dagli occidentali - si e' arreso senza colpo ferire, il presidente e' fuggito - per evitare un bagno di sangue - la popolazione civile e' in ostaggio dei taleban.
Le uniche similitudini con la guerra in Vietnam sono la durata, 20 anni, e il numero di profughi. Ma i profughi afghani non avranno lo stesso sostegno e accoglienza dei boat people vietnamiti. Allora lo scontro era ideologico, oggi nessuno e' in grado di costruire una barriera nei confronti dell'islamismo piu' radicale, oscurantista e feroce. Gli Usa avevano gia' trattato con i taleban a Doha, promettendo loro il ritorno al potere in coabitazione con il presidente Ghani. Si e' visto da subito che i taleban non accettavano condizioni e infatti non le hanno rispettate visto che avevano la strada spianata verso Kabul. Coloro che ancora vogliono sostenere che i taleban sono cambiati, che, come dicono nei loro volantini, rispetteranno gli occidentali e la popolazione, sono stati smentiti dai fatti. Dove sono arrivati hanno ucciso e saccheggiato. Il fatto che non ci sia nessuna opposizione - per scelta o per incapacita' - gioca a favore dei taleban, che possono vantare una sorta di "egemonia". Tra chi si arrende e chi si oppone la sorte peggiore ovviamente tocchera' a chi si oppone, gli stessi che si sono opposti all'occupazione straniera, che lottano per una societa' democratica costruita dal basso.
Abbandonare ora la popolazione afghana, la societa' civile, le donne, gli orfani, e' da codardi. Noi che ci siamo sempre opposti alla guerra, agli interventi militari, alla cooperazione che ha favorito solo i corrotti, che abbiamo dato sostegno alle associazioni realmente bisognose di aiuto, avremmo dovuto - e forse potremmo ancora farlo - dire che bisogna restare in Afghanistan, non come e' stato fatto negli ultimi vent'anni, ma come forza di interposizione che impedisca il saccheggio, la violenza e il terrore imposto dai taleban. Non basta, come stanno facendo molti appelli, chiedere di aprire le frontiere all'esodo, l'Afghanistan e' di tutti gli afghani e non dei taleban. Non possiamo lasciare l'Afghanistan senza testimoni, dovremmo chiedere l'apertura delle frontiere per permettere l'entrata di forze pacifiche che si oppongono ai metodi dei taleban. Mi ricordo come erano contrariati dalla presenza di testimoni stranieri quando ero stata a Kabul alla fine degli anni '90.
E poi, e' incredibile che la Rai, servizio pubblico pagato dai cittadini, non abbia mandato un inviato per seguire gli eventi epocali e si affidi alle corrispondenze da Istanbul, anche se ormai l'aeroporto di Kabul e' in mano ai turchi e gli italiani si affidino alla Turkish Airlines per l'evacuazione dei propri cittadini e collaboratori afghani.

14. AFGHANISTAN. GIULIANA SGRENA: PGGIO DEL 1989: L'URSS LASCIO' I TANK, GLi USA UN FUTURO NERO (2021)
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 15 agosto 2021 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Peggio del 1989: l'Urss lascio' i tank, gli Usa un futuro nero" e il sommario "Afghanistan. La peggiore prospettiva e' all'orizzonte: la presa del potere assoluto da parte dei Talebani. Vent'anni fa le donne si liberavano del burqa, oggi il loro sogno di liberta' e' un ricordo"]

La cartina geografica dell'Afghanistan che segna in rosso l'avanzata dei taleban fa venire i brividi. La prospettiva che i taleban potessero entrare nel governo gia' rappresentava un futuro nefasto per il paese, ma ora c'e' di peggio: la presa del potere assoluto da parte dei cosiddetti studenti coranici.
Che non siano cambiati rispetto a piu' di vent'anni fa lo si vede nelle zone occupate: in quella che era considerata la Svizzera dell'Afghanistan, Bamyan, i teleban sono entrati, promettendo ai locali rispetto se avessero accettato il loro controllo e invece hanno razziato i loro raccolti, soprattutto quelli delle albicocche che insieme all'uva di Kandahar sono prodotti di eccellenza in Afghanistan.
Anche se scettica la popolazione non e' in grado di opporsi all'avanzata dell'orda islamica, anche perche' i soldati sono i primi ad arrendersi.
Vent'anni fa arrivando in Afghanistan, lungo le strade c'erano i carri armati abbandonati dall'Armata rossa in ritirata nel 1989. Avevamo visitato a Kabul anche quella che era la mastodontica ambasciata dell'Unione Sovietica, occupata poi da senzatetto.
Allora ci aveva sorpreso la speranza suscitata dall'intervento americano tra le donne, non perche' credessero alla "liberazione dal burqa" uno degli slogan piu' ipocriti che hanno accompagnato l'avanzata delle truppe occidentali, ma perche', allora come adesso e purtroppo a ragione, pensavano che non potesse esserci niente di peggio dei taleban. Come dar loro torto avendo visitato Kabul al tempo dei taleban?
Una manifestazione di donne che si toglievano il burqa e pensavano che non l'avrebbero piu' indossato era stata gioiosa, le donne mostravano i loro visi squamati per la mancanza di sole, che ha ridotto anche la produzione di vitamina D.
Non sono certo serviti vent'anni perche' l'intervento militare si rivelasse nei suoi intenti di occupazione e di sfruttamento. Eppure e' drammatico pensare che oggi la partenza delle truppe Usa non potra' essere festeggiata perche' l'Afghanistan sta sprofondando in un futuro ancora, se possibile, piu' funesto di quello lasciato dal sovietici nell'89.
Le truppe occidentali non lasceranno carri armati per le strade dell'Afghanistan, ora i mezzi di occupazione sono piu' moderni e la fuga piu' organizzata. Ma lasceranno migliaia di vittime, un paese devastato, i corrotti sempre piu' corrotti, i signori della guerra sempre piu' ricchi, le enormi ville pacchiane e superprotette lo stanno a testimoniare.
I soldi dei donatori non sono andati alla povera gente e non sono serviti a finanziare progetti di ricostruzione: la ricostruzione e' compito degli afghani afferma, ipocritamente, oggi Biden che segue il progetto di ritiro di Trump.
Invece la distruzione e' in gran parte opera di Stati Uniti e alleati. Quella afghana e' la guerra piu' lunga combattuta dagli Usa e il suo fallimento e' accompagnato dal fallimento della societa' afghana nella capacita' di costruire un'alternativa democratica per la guida del paese.
Con i taleban gli USA hanno raggiunto un accordo per la loro uscita di scena, non per dare un futuro al paese, non poteva essere diversamente: con i nemici si negozia una tregua non la pace. In questo caso non c'e' stata nemmeno la tregua, l'annuncio del ritiro degli americani e alleati ha dato il via alla riscossa dei taleban.
L'11 settembre sara' piu' lugubre del passato: gli americani potranno dimenticare tutti i soldati lasciati sul campo? I miliardi spesi per distruggere un paese?
L'intervento era iniziato per sconfiggere i sostenitori di al Qaeda, i taleban, ora termina con il ritorno dei taleban e la presenza di altri jihadisti piu' trucidi, quelli dell'Isis.
Ma le vittime principali non sono i militari caduti, sono gli afghani tutti, la popolazione sempre piu' impoverita e oggi preda anche della pandemia senza risorse per contrastarla, le donne che avevano sperato nella loro liberazione che hanno pagato a duro prezzo negli ultimi anni la loro rivendicazione di diritti e che ora tornano in clandestinita'.
I responsabili non sono solo gli Stati Uniti ma tutti coloro che hanno inviato truppe in Afghanistan, che hanno dato speranze di liberta' a un popolo da decenni in guerra, che ora abbandonano la popolazione civile inerme a nuovi predatori (Russia, Cina e Turchia) che cercheranno di occupare il vuoto lasciato dal ritiro.
Responsabile sono anche l'Italia e l'Europa che spudoratamente chiede il rientro di tutti i profughi afghani, per riconsegnarli a un regime oscurantista e medioevale che li aveva costretti alla fuga. Come potremo ancora guardare negli occhi le/gli afghane/i incontrate/i negli ultimi anni per promettere loro un piccolo aiuto agli orfani, alle bambine, alle donne?
Come interrompere gli studi alle ragazze, come negare loro il diritto di cantare e suonare, come impedire loro di uscire di casa dopo che avevano assaporato uno spicchio di liberta' e dire loro che forse, purtroppo, dovranno tornare a guardare il mondo a quadretti da dietro il burqa?

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 35 del 4 febbraio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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