[Nonviolenza] Telegrammi. 4708



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4708 dell'8 gennaio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Cessare di uccidere, opporsi alla guerra, salvare le vite
2. Ricordando David Sassoli e il suo impegno per la liberazione di Leonard Peltier
3. Una lettera all'ambasciata dell'Iran in Italia
4. Ripetiamo ancora una volta...
5. L'Associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
6. Annamaria Rivera: La tanatopolitica e il denegare il razzismo (2018)
7. Annamaria Rivera: La bomba a tempo del razzismo 5 stelle (2017)
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. L'ORA. CESSARE DI UCCIDERE, OPPORSI ALLA GUERRA, SALVARE LE VITE

Nulla e' piu' necessario ed urgente che cessare di uccidere.
Nulla e' piu' necessario ed urgente che opporsi alla guerra.
Nulla e' piu' necessario ed urgente che salvare le vite.

2. REPETITA IUVANT. RICORDANDO DAVID SASSOLI E IL SUO IMPEGNO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

L'11 gennaio 2023 sara' il primo anniversario della scomparsa del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Nel ricordarne la luminosa testimonianza di persona buona, mite e generosa, vorremmo una volta ancora invitare chi ne ha apprezzato l'impegno morale e civile a dare seguito ad una delle sue iniziative di pace, di solidarieta', per i diritti umani di tutti gli esseri umani: l'impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
*
Da Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
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Peraltro fin dagli anni Novanta del secolo scorso il Parlamento Europeo aveva approvato risoluzioni a tal fine.
Cosi' recitava il testo della risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
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Peraltro, come e' noto, nel corso di quasi mezzo secolo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti, tra molti altri, sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e l'8 settembre 2022 con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
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Nel ricordo dell'indimenticabile presidente David Sassoli rinnoviamo la richiesta di un impegno corale affinche' sia finalmente restituita la liberta' a Leonard Peltier.

3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA

All'ambasciatore dell'Iran in Italia: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir,
Egregio ambasciatore,
le saremmo assai grati se volesse trasmettere al suo governo il seguente appello.
Tutte le tradizioni di pensiero dell'umanita', quali che siano le loro fonti, convengono su queste semplici verita':
- che ogni vita umana deve essere rispettata, onorata e protetta;
- che uccidere e' sempre e solo un male;
- che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
- che rispettare e salvare le vite e' il primo dovere.
Certi del fatto che condividiate queste semplici considerazioni siamo quindi a chiedervi di impegnarvi:
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, cessino finalmente le uccisioni e le persecuzioni;
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Vi chiediamo quindi:
- di riconoscere la dignita' e i diritti delle donne, che sono gli stessi degli uomini;
- di non piu' perseguitare, ma piuttosto ascoltare ed onorare, le donne che da mesi nel vostro paese stanno chiedendo "vita e liberta'".
Queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza, sono amiche ed amici dell'umanita' e del bene comune.
E' un crimine ed una follia perseguitare ed uccidere queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere proprio di ogni ordinamento ed istituto giuridico legittimo: rispettare e proteggere le vite, la dignita' e i diritti di tutte le persone.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere di far cessare persecuzioni ed uccisioni.
Sia pace, rispetto ed amicizia fra tutte le persone, i popoli, i paesi.
Distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 30 dicembre 2022

4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO ADERISCE ALL'APPELLO RECANTE "SETTE PROPOSTE PER ESTENDERE ED INTENSIFICARE LA MOBILITAZIONE PER LA GRAZIA CHE RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER"

L'associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier".
Leonard Peltier e' l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente che da 47 anni e' detenuto innocente, condannato per crimini che non ha commesso in un processo-farsa basato su cosiddette "prove" e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi false, come hanno successivamente riconosciuto gli stessi accusatori e giudici.
La sua liberazione e' stata chiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco.
Milioni di persone ed autorevoli istituzioni di tutto il mondo chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Alleghiamo in calce il testo integrale dell'appello.
L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 18 dicembre 2022
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
* * *
Allegato: testo integrale dell'appello "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
Carissime e carissimi,
vi proponiamo sette iniziative per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' questo: in questo torno di tempo infatti sia negli Stati Uniti che a livello internazionale sta crescendo la mobilitazione, ottenendo nuove, ampie e rilevanti adesioni che possono finalmente trovare ascolto alla Casa Bianca, nelle cui mani e' il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier attraverso la concessione della grazia presidenziale.
*
1. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
La prima: scrivere a Biden e diffondere quanto piu' possibile la proposta di scrivere a Biden.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
*
2. Scrivere al sindaco di Roma
La seconda: scrivere al sindaco di Roma affinche' affinche' unisca la sua voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier. La voce del sindaco di una delle citta' piu' importanti del mondo puo' trovare favorevole ascolto sia presso la Casa Bianca che presso l'opinione pubblica non solo italiana ma internazionale.
Indirizzi di posta elettronica cui scrivere: segreteria_cg at comune.roma.it, donato.iannone at comune.roma.it, segreteriavcgv.debernardini at comune.roma.it, giorgio.piccarreta at comune.roma.it, pietropaolo.mileti at comune.roma.it, gianluca.viggiano at comune.roma.it, caterina.cordella at comune.roma.it, segreteria.direzionegac at comune.roma.it, accesso.semplice at comune.roma.it, ld.gabinetto at comune.roma.it, mariagrazia.tretola at comune.roma.it, seg.gen at comune.roma.it, laura.dimeglio at comune.roma.it, patrizia.bernardini at comune.roma.it, eufrasia.cogliandro at comune.roma.it, vicesindaco at comune.roma.it, assessorato.bilancio at comune.roma.it, assessorato.ambiente at comune.roma.it, assessorato.rifiuti at comune.roma.it, assessoratodecentramento at comune.roma.it, assessoratopersonale at comune.roma.it, assessorato.politichesociali at comune.roma.it, assessorato.cultura at comune.roma.it, assessorato.sviluppoeconomico at comune.roma.it, assessorato.pariopportunita at comune.roma.it, assessorato.sport at comune.roma.it, assessorato.turismo at comune.roma.it, assessorato.grandieventi at comune.roma.it, assessorato.mobilita at comune.roma.it, assessoratoallascuola at comune.roma.it, assessoratolavoroformazione at comune.roma.it, assessorato.infrastrutture at comune.roma.it, assessorato.urbanistica at comune.roma.it, tiziana.marrone at comune.roma.it, assessorato.patrimoniocasa at comune.roma.it, presidenza.assembleacapitolina at comune.roma.it,
Modello di lettera:
Egregio Sindaco di Roma,
sicuramente conoscera' gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente sapra' anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricordera' anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Gia' lo scorso anno, su nostra sollecitazione, molti sindaci italiani (tra cui quelli di citta' importanti come Aosta, Bologna, Palermo, Pesaro...) espressero il loro sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Sarebbe di grande importanza che anche il Sindaco del Comune di Roma volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarla di voler anche lei richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
3. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani
La terza: scrivere alle ed ai parlamentari italiani affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari sono disponibili nel sito del Senato e della Camera (www.senato.it e www.camera.it).
Modello di lettera:
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
4. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo
La quarta: scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, proseguendo nell'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 e rinnovato nel 2021 dal compianto Presidente David Sassoli.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari europei sono disponibili nel sito del Parlamento Europeo (www.europarl.europa.eu).
Modello di lettera:
Egregie ed egregi parlamentari europei,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento Europeo volesse ancora una volta unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
5. Scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee"
La quinta: scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" per far sentire direttamente la nostra solidarieta' a chi e' piu' vicino a Leonard Peltier e coordina la mobilitazione per la sua liberazione
Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
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6. Scrivere direttamente a Leonard Peltier
La sesta: scrivere direttamente a Leonard Peltier.
L'indirizzo e': Leonard Peltier, #89637-132, USP Coleman I, P.O. Box 1033, Coleman, FL 33521.
Possono essere inviate solo lettere postali.
Ovviamente le lettere devono essere adeguate alla situazione. Possono bastare anche poche parole.
*
7. Costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier
La settima: costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier.
Ovviamente una rete senza gerarchie o primazie, policentrica e plurale, in cui possano impegnarsi insieme persone provenienti da tutte le culture, le esperienze e le tradizioni.
Una rete di persone e realta' che si prefigga ad esempio di:
a) partecipare a iniziative comuni;
b) promuovere iniziative proprie, locali e non solo;
c) premere nonviolentemente sui media, locali e non solo, affinche' diano notizia della vicenda di Leonard Peltier e delle iniziative per la sua liberazione;
d) premere nonviolentemente sulle rappresentanze democratiche (istituzioni, associazioni, forze politiche e sindacali, esperienze della cultura e della solidarieta'...), locali e non solo, affinche' si impegnino per la liberazione di Leonard Peltier.
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E' ovvio che tutte le iniziative che proponiamo devono essere rigorosamente nonviolente, coerentemente con il fine dell'iniziativa: ottenere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Se necessaria, varia documentazione utile, in inglese e in italiano, puo' essere richiesta scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, un forte abbraccio dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 9 dicembre 2022
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.

6. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: LA TANATOPOLITICA E IL DENEGARE IL RAZZISMO (2018)
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 14 luglio 2018]

Sono almeno 450 le vittime delle misure migranticide del governo in carica e di Salvini in specie. Alludo, ovviamente, alla guerra aperta e senza remore condotta contro le Ong che praticano ricerca e soccorso in mare e all'interdizione dei porti italiani a imbarcazioni che osino salvare vite migranti: non solo alle navi delle Ong, ma anche a quelle dell'Operazione Sophia, a un rimorchiatore battente bandiera italiana, finanche a un'imbarcazione della nostra Guardia costiera. Arrogandosi, il ministro dell'Interno, ruoli che non gli competono, fino a invocare le manette per i sopravvissuti ribellatisi alla prospettiva d'essere deportati nell'inferno libico. In realta', tutto cio' s'inscrive nel contesto di quella che, sulla scia di Michel Foucault, potrebbe definirsi tanatopolitica, configurata dalle scelte e dall'operato di buona parte d'istituzioni e Stati dell'Unione Europea.
Basta dire che, nel momento in cui scrivo, dall'inizio di quest'anno piu' di 1.422 sono gli scomparsi nel corso della traversata del Mediterraneo, cui devono aggiungersi i 46 lungo percorsi terrestri europei. E' una cifra agghiacciante se si considera il drastico calo delle partenze e degli arrivi: i primi di maggio erano diminuiti almeno del 75 per cento rispetto all'anno precedente, sicche', come documenta l'UNHCR, se nel 2017 si contava una vittima ogni otto profughi, nel 2018 siamo gia' a uno ogni sette, nonostante - ripeto - la netta riduzione dei "flussi" (come si usa dire con una brutta metafora naturalistica).
Si', il Mediterraneo e' ormai divenuto un vasto cimitero acquatico e il Canale di Sicilia ha "guadagnato" il sinistro primato di confine piu' letale al mondo. A tale primato hanno contribuito non solo la guerra contro le Ong, ma anche la fine della missione Mare Nostrum nonche' gli attuali, ripetuti tentativi, praticati dal ministro dell'Interno con inusitato cinismo, d'intralciare perfino le operazioni di salvataggio condotte dalla Guardia costiera e dalla Marina militare, che in passato avevano salvato centinaia di migliaia di vite.
Non si creda, tuttavia, che si perisca solo ingoiati dalle acque del Mare nostrum. Per merito di UNITED - rete "contro il nazionalismo, il razzismo, il fascismo e in supporto di migranti e rifugiati", la quale coinvolge ben 550 organizzazioni della societa' civile, provenienti da 48 diversi paesi europei - sappiamo che la tanatopolitica dell'Ue uccide, direttamente o indirettamente, anche in altre forme, le piu' svariate.
Attraverso un accurato monitoraggio condotto nel corso del tempo, tale rete ha compilato una lista, relativa al periodo che va dal 1993 al 2018, di ben 34.361 morti di rifugiati e migranti attribuibili alle "funeste politiche restrittive della Fortezza Europa", alla "militarizzazione delle frontiere, alle leggi sull'asilo, alle politiche di detenzione e deportazione". Questo catalogo e' assai parziale, si avverte, poiche' "molto probabilmente migliaia di vittime non sono state mai ritrovate".
L'inventario funesto ci dice che si perde la vita uccisi dalla polizia o dalle guardie di frontiera di questo o quel Paese, europeo o non. Si muore travolti, spesso intenzionalmente, da treni o camion, come accade di frequente nei pressi di Calais. Si perisce, delle volte bruciati vivi, nel corso di attacchi a centri "di accoglienza" da parte di gruppi di estrema destra. Una volta raggiunto l'agognato suolo europeo, si puo' soccombere a causa del diniego di prestazioni mediche. In non pochi casi si e' uccisi non appena toccato il suolo di Paesi quali l'Iraq e l'Afghanistan, dai quali si era fuggiti per esservi poi deportati. Si muore anche suicidi, e in gran numero, allorche' si apprende o si teme fondatamente che la propria domanda di asilo sara' rifiutata oppure a causa delle intollerabili condizioni di vita del centro "di accoglienza".
Bisognerebbe darsi la pena - come ha fatto chi scrive - di leggere un caso dopo l'altro di questa lista (meritoriamente pubblicata dal "manifesto", il 22 giugno scorso, in forma di supplemento), per immaginare quale abisso di disperazione abbia spinto circa 450 persone, fra le quali non pochi minorenni, a togliersi la vita, dopo aver coraggiosamente affrontato viaggi costellati da ogni sorta di pericoli, sofferenze e orrori (basta pensare ai lager libici).
Dell'ampio catalogo riporto solo alcuni esempi, tra i piu' emblematici, tragici, non remoti. Il 22 aprile 2018, nel centro per richiedenti-asilo di Eckolstadt, in Germania, un'eritrea di diciannove anni strangola il suo bambino di sei mesi e poi s'impicca. Tra gennaio e febbraio del 2017, in Svezia, cinque adolescenti si suicidano in diversi centri per richiedenti-asilo. Il 25 aprile 2016 si uccide un diciassettenne maliano, illegittimamente rinchiuso in prigione a Loiret, in Francia. Il 16 gennaio 2012, una ventiquattrenne, preveniente dallo Sri Lanka, da' fuoco alla stanza del centro per rifugiati di Forde, in Norvegia, uccidendo se stessa e il suo bambino di due anni: la sua domanda d'asilo era stata respinta. Infatti, tra i "diniegati", come si dice in gergo burocratico, non pochi sono coloro che scelgono il modo piu' atroce di togliersi la vita facendosi torce umane: l'auto-immolazione, si sa, e' per eccellenza atto estremo di protesta e/o rivolta (si veda: A. Rivera, Il fuoco della rivolta. Torce umane dal Maghreb all'Europa, Dedalo, Bari 2012).
Che il suicidio sia uno degli esiti tragici, dal carattere strutturale, della tanatopolitica europea e' dimostrato anche da un caso assai recente. Il 4 luglio scorso 69 afghani sono deportati dalla Germania verso il loro paese di origine. Il ministro dell'Interno, Horst Seehofer, una sorta di Salvini in versione teutonica, osa compiacersi pubblicamente che cio' avvenga giusto il giorno del suo compleanno, quasi fosse un regalo. Uno dei deportati s'impicchera' non appena arrivato a Kabul. Aveva ventitre anni e, pur risiedendo in Germania sin dalla prima adolescenza, aveva visto respinta, in via definitiva, la sua domanda d'asilo.
Ho riportato questi casi per tentare di sottrarre all'indistinzione, alla riduzione a massa irrilevante, se non alla reificazione, le biografie di questi tragici eroi del nostro tempo. Sebbene insufficiente a scardinare il circolo vizioso del razzismo, ormai dilagante, l'esercizio dell'empatia, se praticato da un buon numero di cittadini/e, potrebbe contribuire almeno a incrinarlo, quel circolo vizioso che lega razzismo istituzionale, mediatico, "popolare". Certo, viviamo in un tempo infelice, quando perfino certi dotti, di sicuro antirazzisti, perlopiu' d'orientamento postcoloniale, disprezzano apertamente l'etica della compassione, che, pur se intesa nel senso piu' letterale quale partecipazione alla sofferenza altrui, a loro dire sarebbe nient'altro che un retaggio del paternalismo colonialista.
Per non dire di altri i quali, dalle colonne di un quotidiano assai di sinistra, collocandosi inconsapevolmente sulla scia del vecchio giudizio dalemiano a proposito della Lega quale "costola della sinistra", denegano o minimizzano come semplice, legittimo voto di protesta quello guadagnato da Salvini e co. grazie a elettori un tempo di sinistra. I quali esprimerebbero come possono la loro protesta, essendo anch'essi vittime, quasi quanto i migranti. Vi e' anche qualche dotto che, minimizzando il ruolo del tema immigrazione e dello stesso razzismo rispetto ai risultati elettorali, arriva a sostenere che quella minoranza d'italiani/e la quale teme di vivere in un Paese fascista e razzista sarebbe votata ad affermare solo il proprio, esclusivo "suprematismo morale".
Eppure e' tutt'altro che azzardato ipotizzare, come faccio da qualche tempo, che siamo nella fase marcescente del neoliberismo o, per dirla in altri termini, del capitalismo finanziarizzato. Intendendo quel qualificativo nel senso di cio' che, pur affetto da putredine, sopravvive annunciando un possibile esito di tipo totalitario. A tal proposito, non e' anacronistico citare Hannah Arendt, la quale ne La banalita' del male (1963) cosi' scriveva: "Certamente il fascismo e' stato gia' sconfitto una volta, ma siamo ben lungi dall'aver sradicato definitivamente questo male supremo del nostro tempo: le sue radici sono infatti profonde e si chiamano antisemitismo, razzismo, imperialismo".
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L'articolo e' uscito anche su "Micromega".

7. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: LA BOMBA A TEMPO DEL RAZZISMO 5 STELLE (2017)
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 23 giugno 2017]

Non sempre e' vero che repetita iuvant. E' da piu' di un decennio, cioe' dagli esordi degli Amici di Beppe Grillo, che andiamo analizzando gli enunciati razzisti del meta-comico e di non pochi suoi sodali, nonché le loro conseguenti prese di posizione politica. Almeno da quando (11 febbraio 2006) Grillo riportava nel proprio blog un ampio passo dal Mein Kampf contro "i giullari del parlamentarismo", corredato da un ritratto del Fuehrer.
Sei mesi dopo (20 agosto 2006), com'e' ben noto, accusava di demagogia l'allora ministro Paolo Ferrero, usando lessico e argomentazioni grossolane di puro stampo leghista, compresa una parafrasi del tipico "Se gli piacciono tanto gli immigrati, se li porti a casa sua".
Per fare un esempio piu' recente, il 20 ottobre 2014, parlando a casaccio di Ebola, Isis, "clandestini" e "buonismo", Beppe Grillo - subito sostenuto dal vice-presidente della Camera, il fine pensatore Luigi Di Maio - tratteggiava il suo programma sull'immigrazione: a tal punto rozzo e reazionario che Francesco Storace, in un tweet, avrebbe commentato che "Grillo sta saccheggiando tutte le proposte de La Destra".
Storace non ha torto, se e' vero che il M5s o almeno i suoi leader non si sono fatti scrupolo di accodarsi perfino alla campagna diffamatoria contro le Ong impegnate nell'opera di ricerca e soccorso dei profughi nel Mediterraneo: con un editoriale sul blog, firmato M5s, disinformato, cinico, denigratorio, che ha ricevuto - ça va sans dire - una valanga di commenti apertamente razzisti; e un conseguente commento di Di Maio, che ha osato definire "taxi del Mediterraneo" le imbarcazioni delle Ong, aggiungendo il classico "chi li paga?".
Insomma, nel corso del tempo il repertorio pentastellato si e' arricchito, in modo costante, di cliche', discorsi e pratiche tali da configurare una linea razzistoide - certo, non condivisa da tutti -, con venature sessiste e omofobiche, sebbene grezza e spesso modellata sulla chiacchiera ordinaria. Strutturale e' anche l'attitudine a cavalcare gli umori piu' malsani della "gente comune", titillandone l'intolleranza e il rancore a fini elettorali e di potere.
E' percio' stupefacente che oggi - a destra come a sinistra - si parli di "trasformazione", "metamorfosi", addirittura "svolta" a proposito delle sortite della sindaca Raggi e dello stesso Grillo, dopo i risultati mediocri delle recenti primarie amministrative. Ci riferiamo, in particolare, alla richiesta di Raggi di una "moratoria sui nuovi arrivi di cittadini stranieri" nella Capitale, rivolta alla Prefettura, che saggiamente ha risposto picche; nonche' al "programma" comparso sul blog grillino il 13 giugno scorso, a firma del M5s, che promette lo smantellamento dei campi-rom.
E cio' senza fare alcun cenno all'obbligo di mettere in pratica, con i fondi europei a disposizione, la Strategia nazionale d'inclusione delle popolazioni rom sinti e caminanti; viceversa, infarcendo il "programma" con i piu' tipici stereotipi antizigani. Una specialita', quest'ultima, di cui Grillo ha dato prova fin dai primordi del suo movimento, allorche' (5 ottobre 2007) definiva "una bomba a tempo" i rom di nazionalita' romena e proponeva d'interdire loro la libera circolazione nell'Ue, onde salvaguardare "i sacri confini della Patria".
Si aggiunga, infine, l'astensione - che in Senato vale come voto contrario - sul pur moderato disegno di legge per il conferimento della cittadinanza italiana ai minori figli di cittadini stranieri, e cio' secondo requisiti abbastanza rigidi. Una decisione politica, quella pentastellata, essa si' puramente demagogica, dato che la posta in gioco e' il superamento, almeno parziale, dell'esclusione dai benefici della cittadinanza di decine di migliaia di bambini e adolescenti: nati e/o cresciuti in Italia, educati e socializzati nel nostro Paese, nondimeno finora destinati a ereditare la condizione dei loro genitori.
Cio' che abbiamo tratteggiato finora non configura affatto una novita', meno che mai una "svolta". E' bensi' l'espressione di uno degli elementi costitutivi dell'ideologia e della strategia del M5s. Dunque, non sarebbe stato necessario essere chissa' quali raffinati analisti per cogliere da lungo tempo il cote' razzista di una parte cospicua del M5s. Perche' mai, allora, perfino taluni intellettuali non da poco lo hanno ignorato e oggi, costernati, parlano di "svolta" o di "metamorfosi"? E quale cecita' politica ha spinto parte consistente dei movimenti sociali romani, compresi militanti di lungo corso e d'eta' veneranda, ad attivarsi in favore del voto a Raggi?
Per rispondere a tali domande si potrebbe avanzare un'ipotesi. Non pochi hanno applicato al M5s il medesimo schema, interpretativo e politico, a suo tempo utilizzato da Massimo D'Alema, ma non solo da lui, per definire la Lega Nord "costola della sinistra". Uno schema populista, si potrebbe dire con un paradosso, costituito da topoi descrittivi quali: e' una formazione politica "pragmatica e non ideologica"; "con forte radicamento territoriale e popolare"; "con una composizione sociale e un elettorato eterogenei".
Questi topoi, che hanno indotto per un certo tempo taluni a denegare, sminuire o rimuovere la connotazione decisamente razzista della Lega, piu' tardi sono valsi a ignorare o minimizzare la vena di rozzezza, cinismo, opportunismo, pregiudizio, se non razzismo, che ha sempre percorso il M5s: contrastata, certo, da una sua componente, alquanto minoritaria e comunque inascoltata o risolutamente delegittimata. Per fare un solo esempio, basta ricordare le reazioni infuriate di Grillo e Casaleggio-padre contro i senatori Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi, presentatori, nel 2013, di un emendamento mirante ad abolire il reato d'immigrazione clandestina.
Come la storia c'insegna, il radicamento territoriale e popolare di una certa formazione politica e la sua composizione sociale eterogenea non ne garantiscono affatto l'immunita' da derive di destra o di estrema destra. Tanto piu' se - come nel caso del M5s - si usa affermare che le ideologie sono morte, ci si proclama "ne' di destra, ne' di sinistra", si rassicurano i fascisti del Terzo Millennio che "l'antifascismo non ci compete".
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Fonte: "Micromega", 21 giugno 2017.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Costanzo Di Girolamo, I trovatori, Bollati Boringhieri, Torino 1989, 1996, pp. XVI + 272.
- Ulrich Moelk, La lirica dei trovatori, Il Mulino, Bologna 1986, 1987, pp. 140
- Aurelio Roncaglia, La lingua dei trovatori, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1965, ristampa s. d., pp. VIII + 142.
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Maestre
- Robin Morgan, Sessualita', violenza e terrorismo, La Tartaruga, Milano 1998, 2003, pp. 250.
- Adrienne Rich, Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 1996, 2000, pp. 422.
- Bianca Guidetti Serra, Compagne, Einaudi, Torino 1977, 2 volumi, pp. XX + 662.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4708 dell'8 gennaio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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