[Nonviolenza] Telegrammi. 4707



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4707 del 7 gennaio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Tacciano le armi, parli l'umanita'
2. Ricordando David Sassoli e il suo impegno per la liberazione di Leonard Peltier
3. Una lettera all'ambasciata dell'Iran in Italia
4. Ripetiamo ancora una volta...
5. L'Associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
6. Annamaria Rivera: Nuove mercificazioni dei viventi (2020)
7. Annamaria Rivera: Un pericoloso salto all'estremo (2019)
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. L'ORA. TACCIANO LE ARMI, PARLI L'UMANITA'

Abolire la guerra, le stragi, le uccisioni.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Siamo una sola umana famiglia.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. REPETITA IUVANT. RICORDANDO DAVID SASSOLI E IL SUO IMPEGNO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

L'11 gennaio 2023 sara' il primo anniversario della scomparsa del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Nel ricordarne la luminosa testimonianza di persona buona, mite e generosa, vorremmo una volta ancora invitare chi ne ha apprezzato l'impegno morale e civile a dare seguito ad una delle sue iniziative di pace, di solidarieta', per i diritti umani di tutti gli esseri umani: l'impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
*
Da Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
*
Peraltro fin dagli anni Novanta del secolo scorso il Parlamento Europeo aveva approvato risoluzioni a tal fine.
Cosi' recitava il testo della risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
*
Peraltro, come e' noto, nel corso di quasi mezzo secolo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti, tra molti altri, sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e l'8 settembre 2022 con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
*
Nel ricordo dell'indimenticabile presidente David Sassoli rinnoviamo la richiesta di un impegno corale affinche' sia finalmente restituita la liberta' a Leonard Peltier.

3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA

All'ambasciatore dell'Iran in Italia: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir,
Egregio ambasciatore,
le saremmo assai grati se volesse trasmettere al suo governo il seguente appello.
Tutte le tradizioni di pensiero dell'umanita', quali che siano le loro fonti, convengono su queste semplici verita':
- che ogni vita umana deve essere rispettata, onorata e protetta;
- che uccidere e' sempre e solo un male;
- che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
- che rispettare e salvare le vite e' il primo dovere.
Certi del fatto che condividiate queste semplici considerazioni siamo quindi a chiedervi di impegnarvi:
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, cessino finalmente le uccisioni e le persecuzioni;
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Vi chiediamo quindi:
- di riconoscere la dignita' e i diritti delle donne, che sono gli stessi degli uomini;
- di non piu' perseguitare, ma piuttosto ascoltare ed onorare, le donne che da mesi nel vostro paese stanno chiedendo "vita e liberta'".
Queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza, sono amiche ed amici dell'umanita' e del bene comune.
E' un crimine ed una follia perseguitare ed uccidere queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere proprio di ogni ordinamento ed istituto giuridico legittimo: rispettare e proteggere le vite, la dignita' e i diritti di tutte le persone.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere di far cessare persecuzioni ed uccisioni.
Sia pace, rispetto ed amicizia fra tutte le persone, i popoli, i paesi.
Distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 30 dicembre 2022

4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO ADERISCE ALL'APPELLO RECANTE "SETTE PROPOSTE PER ESTENDERE ED INTENSIFICARE LA MOBILITAZIONE PER LA GRAZIA CHE RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER"

L'associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier".
Leonard Peltier e' l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente che da 47 anni e' detenuto innocente, condannato per crimini che non ha commesso in un processo-farsa basato su cosiddette "prove" e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi false, come hanno successivamente riconosciuto gli stessi accusatori e giudici.
La sua liberazione e' stata chiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco.
Milioni di persone ed autorevoli istituzioni di tutto il mondo chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Alleghiamo in calce il testo integrale dell'appello.
L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 18 dicembre 2022
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
* * *
Allegato: testo integrale dell'appello "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
Carissime e carissimi,
vi proponiamo sette iniziative per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' questo: in questo torno di tempo infatti sia negli Stati Uniti che a livello internazionale sta crescendo la mobilitazione, ottenendo nuove, ampie e rilevanti adesioni che possono finalmente trovare ascolto alla Casa Bianca, nelle cui mani e' il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier attraverso la concessione della grazia presidenziale.
*
1. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
La prima: scrivere a Biden e diffondere quanto piu' possibile la proposta di scrivere a Biden.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
*
2. Scrivere al sindaco di Roma
La seconda: scrivere al sindaco di Roma affinche' affinche' unisca la sua voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier. La voce del sindaco di una delle citta' piu' importanti del mondo puo' trovare favorevole ascolto sia presso la Casa Bianca che presso l'opinione pubblica non solo italiana ma internazionale.
Indirizzi di posta elettronica cui scrivere: segreteria_cg at comune.roma.it, donato.iannone at comune.roma.it, segreteriavcgv.debernardini at comune.roma.it, giorgio.piccarreta at comune.roma.it, pietropaolo.mileti at comune.roma.it, gianluca.viggiano at comune.roma.it, caterina.cordella at comune.roma.it, segreteria.direzionegac at comune.roma.it, accesso.semplice at comune.roma.it, ld.gabinetto at comune.roma.it, mariagrazia.tretola at comune.roma.it, seg.gen at comune.roma.it, laura.dimeglio at comune.roma.it, patrizia.bernardini at comune.roma.it, eufrasia.cogliandro at comune.roma.it, vicesindaco at comune.roma.it, assessorato.bilancio at comune.roma.it, assessorato.ambiente at comune.roma.it, assessorato.rifiuti at comune.roma.it, assessoratodecentramento at comune.roma.it, assessoratopersonale at comune.roma.it, assessorato.politichesociali at comune.roma.it, assessorato.cultura at comune.roma.it, assessorato.sviluppoeconomico at comune.roma.it, assessorato.pariopportunita at comune.roma.it, assessorato.sport at comune.roma.it, assessorato.turismo at comune.roma.it, assessorato.grandieventi at comune.roma.it, assessorato.mobilita at comune.roma.it, assessoratoallascuola at comune.roma.it, assessoratolavoroformazione at comune.roma.it, assessorato.infrastrutture at comune.roma.it, assessorato.urbanistica at comune.roma.it, tiziana.marrone at comune.roma.it, assessorato.patrimoniocasa at comune.roma.it, presidenza.assembleacapitolina at comune.roma.it,
Modello di lettera:
Egregio Sindaco di Roma,
sicuramente conoscera' gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente sapra' anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricordera' anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Gia' lo scorso anno, su nostra sollecitazione, molti sindaci italiani (tra cui quelli di citta' importanti come Aosta, Bologna, Palermo, Pesaro...) espressero il loro sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Sarebbe di grande importanza che anche il Sindaco del Comune di Roma volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarla di voler anche lei richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
3. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani
La terza: scrivere alle ed ai parlamentari italiani affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari sono disponibili nel sito del Senato e della Camera (www.senato.it e www.camera.it).
Modello di lettera:
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
4. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo
La quarta: scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, proseguendo nell'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 e rinnovato nel 2021 dal compianto Presidente David Sassoli.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari europei sono disponibili nel sito del Parlamento Europeo (www.europarl.europa.eu).
Modello di lettera:
Egregie ed egregi parlamentari europei,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento Europeo volesse ancora una volta unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
5. Scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee"
La quinta: scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" per far sentire direttamente la nostra solidarieta' a chi e' piu' vicino a Leonard Peltier e coordina la mobilitazione per la sua liberazione
Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
*
6. Scrivere direttamente a Leonard Peltier
La sesta: scrivere direttamente a Leonard Peltier.
L'indirizzo e': Leonard Peltier, #89637-132, USP Coleman I, P.O. Box 1033, Coleman, FL 33521.
Possono essere inviate solo lettere postali.
Ovviamente le lettere devono essere adeguate alla situazione. Possono bastare anche poche parole.
*
7. Costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier
La settima: costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier.
Ovviamente una rete senza gerarchie o primazie, policentrica e plurale, in cui possano impegnarsi insieme persone provenienti da tutte le culture, le esperienze e le tradizioni.
Una rete di persone e realta' che si prefigga ad esempio di:
a) partecipare a iniziative comuni;
b) promuovere iniziative proprie, locali e non solo;
c) premere nonviolentemente sui media, locali e non solo, affinche' diano notizia della vicenda di Leonard Peltier e delle iniziative per la sua liberazione;
d) premere nonviolentemente sulle rappresentanze democratiche (istituzioni, associazioni, forze politiche e sindacali, esperienze della cultura e della solidarieta'...), locali e non solo, affinche' si impegnino per la liberazione di Leonard Peltier.
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E' ovvio che tutte le iniziative che proponiamo devono essere rigorosamente nonviolente, coerentemente con il fine dell'iniziativa: ottenere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Se necessaria, varia documentazione utile, in inglese e in italiano, puo' essere richiesta scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, un forte abbraccio dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 9 dicembre 2022
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.

6. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: NUOVE MERCIFICAZIONI DEI VIVENTI (2020)
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 10 maggio 2020]

Sulla spiaggia di Camogli un capriolo corre da solo in riva al mare, a volte tuffandosi tra le onde. Queste immagini, condivise in rete sotto forma di video, forse hanno emozionato chi ha potuto vederle: per la loro poeticita', per il senso di gioiosa liberta' che evocavano. Incanto ed empatia del tutto effimeri poiche', poco dopo, qualche insensato esemplare di homo sapiens gli si e' avvicinato troppo, spaventandolo a morte, in senso letterale.
Il capriolo e' fuggito, a giusta ragione: viveva in un'area di boschi e radure ove la caccia ai suoi simili nonche' ai daini e' consentita e abituale. Percio', terrorizzata, la povera creatura ha tentato di oltrepassare un cancello: ne e' stata infilzata sicche', dopo un'ora di atroce sofferenza, e' stata pietosamente finita da un veterinario dell'Enpa. La vicenda crudele, accaduta il 14 aprile scorso, sembra una metafora della pandemia attuale, se e' vero che essa ha a che fare anche con la consueta attitudine degli umani a reificare i non-umani, così che essi non vengono percepiti e concepiti quali sono: esseri senzienti, sensibili, singolari.
La loro reificazione e' divenuta mercificazione massiva con gli allevamenti intensivi e i mattatoi automatizzati, propri delle societa' industriali-capitalistiche: strutture concentrazionarie che, favorendo il "salto di specie", rappresentano una delle cause che hanno provocato la pandemia attuale, al pari di non poche altre precedenti. Basta citare la Sars ("Sindrome respiratoria acuta grave"), che si diffuse tra il 2002 e il 2003, ugualmente provocata da un coronavirus.
Tutto cio' e' dialetticamente connesso con i processi rapidi e sempre piu' dilaganti di deforestazione, urbanizzazione, industrializzazione, anche dell'agricoltura, che sottraggono progressive porzioni di habitat agli animali detti selvatici. I quali, se sopravvivono, non possono che approssimarsi agli insediamenti umani e quindi anche agli animali "da allevamento", tra i piu' vulnerabili poiche' immunologicamente depressi a causa delle condizioni e del trattamento estremi cui sono sottoposti (fra l'altro, la somministrazione di dosi abnormi di antibiotici).
In un volume di vent'anni fa, tragicamente attuale, Homo sapiens e mucca pazza, scrivevo che chi acquista, per esempio, "carne di vitello ignora o vuole ignorare che la chiarezza di quella chair (carne umana) divenuta viande e' ottenuta costringendo il cucciolo di bovino a vivere la sua breve vita nell'immobilita' assoluta, imbottito di ogni genere di farmaci che ne invecchiano rapidamente gli organi, imprigionato in uno spazio angusto e buio".
Se le ragioni della propensione a cibarsi di "carne" vanno ricercate soprattutto sul versante del mercato e degli interessi dell'industria zootecnica, non va trascurata l'importanza della ragione simbolica: nel 1992, Jacques Derrida in Points de suspension aveva delineato la figura di una soggettivita' "carneo-fallogocentrica", propria del soggetto maschile, detentore del logos e, per l'appunto, carnivoro. Si aggiunga la crudele manipolazione di viventi che si compie con gli esperimenti di transgenesi, clonazione e cosi' via. Con gli animali-laboratorio, il ciclo maledetto che ho tratteggiato tocca il culmine. Sicche' non e' troppo azzardata l'analogia con le pratiche naziste di riduzione di corpi umani a manichini, strumenti, cavie per la realizzazione di atroci esperimenti "scientifici".
E tuttavia, in piena crisi pandemica, allorche' la consapevolezza della centralita' del tema del nostro rapporto perverso con gli ecosistemi e con i non-umani avrebbe dovuto essere largamente condivisa, tanto piu' da dotti, qualcuno si lasciava andare ad affermazioni sconcertanti. Alludo al virologo Roberto Burioni, il quale, in tv si augurava che anche "i nostri amici a quattro zampe" possano contrarre il Covid-19 perche' questo "ci permettera' di avere un notevole vantaggio nella sperimentazione dei vaccini".
Eppure e' ben noto che il modello degli esperimenti su non-umani, oltre che eticamente inaccettabile, e' ormai cosi' costoso e sorpassato da rendere assai improbabile la realizzazione di farmaci e vaccini efficaci. Tutto cio' non riguarda solo il destino dei non-umani. Un'ideologia e pratiche analoghe guidano la sacrificabilita' selettiva degli umani, i piu' vulnerabili, esposti, precari e/o alterizzati, come abbiamo constatato anche nel corso dell'attuale pandemia.
Si pensi ai decessi di massa, prevedibili, in non pochi casi colposi, nelle residenze per anziani. E si consideri la condizione dei detenuti nelle carceri o nelle prigioni extra ordinem che sono i Cpr, nonche' quella dei senzatetto, italiani e stranieri, perfino richiedenti-asilo, ma anche dei braccianti immigrati rimasti intrappolati nei ghetti, a rischio di morte per inedia... Per non dire delle stragi nel Mediterraneo, che neppure la pandemia ha arrestato. Per intaccarlo, quest'ordine perverso, ma anche per impedire che lo stato di eccezione si tramuti in forma ordinaria di governo, dovremmo radicalizzare, lucidamente e coerentemente, la critica del capitalismo globale, sempre piu' predatorio e mortifero.

7. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: UN PERICOLOSO SALTO ALL'ESTREMO (2019)
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 19 luglio 2019]

"Siamo costrette a ripetere cio' che mille volte abbiamo scritto, in libri, saggi e articoli (...): cosa sconfortante, che rafforza la tentazione di abbandonare il lavoro intellettuale per darci ad attivita' più lievi e gratificanti (...). Se idee e concetti ribaditi mille volte non lasciano tracce neppure fra chi crediamo politicamente piu' affine, occorre prendere atto che vi sono nuclei d'ideologia, d'immaginario e di senso comune che resistono a ogni tentativo di scalfirli col ragionamento". E' un'auto-citazione da un articolo del 22 maggio 2006, che oggi mi sembra piu' che mai attuale.
Infatti, di fronte alla gravita' della fase politica odierna, quel che resta della sinistra non sembra affatto all'altezza della situazione. Eppure, come ho gia' scritto e come, prima di me, ha ben argomentato Roberto Esposito, la situazione odierna presenta alcune analogie allarmanti con gli ultimi anni della Repubblica di Weimar, prima dell'ascesa al potere del nazionalsocialismo, pur se i contesti interni e internazionali sono incomparabili.
Una spia fra le tante, solo in apparenza secondaria, dell'inadeguatezza della sinistra (anche di quella "di movimento") e' costituita dal lessico che, trasposto in slogan e striscioni, rivela l'attuale poverta' delle categorie politiche. Oggi, quando la dialettica perversa fra razzismo istituzionale e razzismo "popolare", spesso istigato da formazioni neofasciste e/o dalla stessa Lega, sembra aver raggiunto il culmine, si continua pigramente a parlare di "guerra tra poveri". Per non dire della tendenza a ricondurre un fenomeno complesso com'e' il razzismo a "odio" o "paura" e della reiterazione di slogan impolitici e moraleggianti quale l'ossessivo "Restiamo umani": tanto antropocentrico quanto impolitico, come ho scritto piu' volte.
Per fare un altro esempio: in un appello recente, "Il Paese invecchia, Salvini condanna l'Italia al suicidio", ospitato da il manifesto, si deplorano, si', le infami politiche salviniane sull'immigrazione e l'asilo, ma in nome della ragione utilitaria: l'accoglienza di persone migranti e rifugiate servirebbe a contrastare il calo demografico, quindi "il declino inarrestabile dell'Italia", e a salvare "settori fondamentali della nostra economia" che si reggono sul "lavoro, spesso servile, degli operai extracomunitari" (sic). Tali argomentazioni - che, in apparenza realistiche, vorrebbero essere convincenti rispetto a chi teme "l'invasione" - in realta', sia pur involontariamente, rischiano di confermare lo status quo dello sfruttamento estremo e di evocare lo stereotipo di donne immigrate e rifugiate quali "incubatrici per la patria" altrui.
Per non dire che anche tra studiosi di sinistra, pur per molti versi meritevoli, v'e' chi sostiene che quella di Salvini sarebbe xenofobia (letteralmente: "paura dello straniero"), non gia' razzismo, poiche' prende di mira l'insieme delle persone immigrate e rifugiate, invece che i soli "neri". Curiosamente, quasi un decennio fa, qualcosa di simile aveva affermato, da presidente della Camera, Gianfranco Fini, in occasione della presentazione del Dossier Caritas-Migrantes: "Se per razzismo si intende la dichiarata superiorita' di una razza su un'altra, questo in Italia non c'e'. Ma c'e', purtroppo, tanta xenofobia".
In tal modo si mostra d'ignorare la totale infondatezza della categoria di razza, ben provata da antropologi e biologi da quasi un ottantennio; e, conseguentemente, un dato di fatto evidente, analizzato da studiosi/e, me compresa, almeno da una trentina d'anni: qualunque individuo o gruppo umano possono essere razzizzati (trattati e considerati quali appartenenti a "razze" diverse); e cio' indipendentemente dalla visibilita' fenotipica e perfino da peculiarita' culturali, sociali, nazionali. A dimostrarlo sta l'antisemitismo: cosa che ha indotto Etienne Balibar, sin dal 1991 (in un articolo per "Problemi del Socialismo"), a sostenere che il razzismo attuale "puo' essere considerato, dal punto di vista formale, come antisemitismo generalizzato".
Tra la poverta' dell'analisi e delle categorie politiche, da una parte, e la capacita' di mobilitazione, dall'altra, mi sembra vi sia un rapporto dialettico. Pur di fronte ad atti tanto gravi quanto altamente simbolici quale l'arresto della coraggiosa capitana della Sea Watch 3 e la strage di profughi/e, compiuta nel lager libico di Tajoura dall'aviazione del generale Haftar, tutto cio' che si e' riusciti/e a realizzare, a Roma come altrove, sono alcuni ripetuti sit-in locali, per di piu' convocati solo da una parte del pur potenzialmente ampio movimento antirazzista.
E, almeno per ora, non sembra profilarsi alcun progetto comune di manifestazione nazionale che sia promossa da un ampio spettro di realta' associative, sindacali, politiche: neppure di fronte alla temibile prospettiva che il famigerato Decreto sicurezza-bis sia convertito in legge. Il che sancirebbe in modo definitivo il deciso inasprimento della criminalizzazione del soccorso in mare, finanziamenti ben piu' cospicui destinati ai rimpatri, un'anticostituzionale riforma del codice penale e l'estensione dei poteri delle forze di polizia. Le quali gia' oggi, incoraggiate da parole e opere del ministro dell'Interno, non poche volte mettono in atto comportamenti persecutori contro persone immigrate.
Le ragioni di un tale impasse politico risiedono, certo, nella tendenza alla frammentazione e all'egolatria di gruppo (che si tratti di associazioni o di esigue "reti"); ma anche, mi sembra, nell'insufficiente consapevolezza della gravita' della situazione politica presente.
Per tornare, pur con le opportune cautele storiche, alle analogie con gli anni del declino della Repubblica di Weimar, basterebbe riflettere su quanto l'uso salviniano della propaganda - rafforzata dalla "pornografia dei circuiti e delle reti", per usare l'espressione quasi profetica di Jean Baudrillard (L'Autre par lui-meme, 1987) - vada somigliando, anche per gli insulti, le volgarita', le rozze iperboli, a quello nazionalsocialista, divenendo, al tempo stesso, strumento di governo e di manipolazione delle masse.
Come ricorda, tra gli altri, Siegmund Ginzberg (Sindrome 1933, Feltrinelli 2019), anche per causa degli effetti della Grande Depressione, a partire dalle elezioni del 1930 molti operai, disoccupati, impiegati abbandonarono la sinistra votando in massa per i nazionalsocialisti. Oggi assistiamo a un fenomeno analogo: l'incalzante fuga di voti dall'area del centro-sinistra alla Lega. Per fare un esempio non da poco, secondo l'ipsos, quasi il 40% degli iscritti/e alla Cgil sostiene i partiti della coalizione fascio-stellata. Alle ultime elezioni europee i voti per il Carroccio avrebbero raggiunto il 18,5%. E Salvini godrebbe della simpatia del 44% degli/delle tesserati/e.
Se la comparazione, pur prudente, che ho suggerito dovesse apparire infondata, converrebbe meditare sulle stesse parole di Salvini. Tra le piu' esemplari, quelle pronunciate il 6 luglio scorso a Roma, durante una diretta Facebook: "Non sono operazioni di soccorso, queste sono operazioni pianificate di invasione del Continente europeo sponsorizzate da miliardari non da filantropi, da speculatori miliardari alla Soros, che vogliono cancellare popoli, radici, culture e tradizioni e vogliono nuovi schiavi".
E' una dichiarazione che ben sintetizza l'ispirazione nazionalsocialista del ministro factotum (ormai quasi un autocrate). Presente nel patrimonio ideologico leghista sin dagli esordi della Lega Nord, oggi e' rafforzata anche dal fatto che non pochi militanti dell'eversione nera (Forza Nuova, CasaPound...) siano confluiti nella Lega. In quell'enunciato di Salvini, infatti, sono condensati alcuni temi tipici del nazismo storico: l'ossessivo leit-motiv dell'invasione, a quel tempo soprattutto da parte di ebrei poveri, l'associazione tra gli ebrei (ricchi) e i prestatori di denaro, la denuncia del "giudaismo della finanza internazionale" quale principio di dissoluzione della nazione; cioe', tradotta nel suo gergo, di cancellazione "di popoli, radici, culture e tradizioni".
Di tale continuita' con il fascismo e il nazismo, sono prova anche atti e parole in apparenza secondari, che nondimeno hanno effetti immediati sui comportamenti collettivi. Un esempio calzante e' quello, di cui abbiamo gia' scritto, della sparata contro i "negozietti etnici": "(...) che la sera diventano ritrovo di ubriaconi, spacciatori, casinisti (...) gente che beve birra fino alle tre del mattino (...) pisciano, cagano, fan casino". Pronunciata dal ministro factotum (ormai un autocrate) l'11 ottobre 2018 dalla terrazza del Viminale e ripresa in video per una diretta Facebook, ricorda le campagne fasciste e naziste per il boicottaggio dei negozi ebraici.
So per conoscenza diretta che, in seguito alla volgare performance salviniana, v'e' chi ha ricevuto una lettera di sfratto dalla propria bottega "etnica": motivato, lo sfratto, non gia' da insolvenza nel pagamento del canone, bensi' dalle medesime accuse di Salvini - "pisciano, cagano, fan casino" -, riportate quasi letteralmente, nero su bianco, se pur in un lessico meno grezzo. E poi, affittato un nuovo locale, ha subito pesanti incursioni da parte di squadre della polizia, giustificate da nient'altro se non dal sospetto che, per l'appunto, "pisciano, cagano, fan casino".
Sappiamo bene e lo abbiamo scritto piu' volte che l'attuale deriva e' anche il frutto delle retoriche, delle politiche, dei provvedimenti legislativi realizzati nel corso del tempo anche da governi di centro-sinistra. Oggi, tuttavia, si va compiendo un pericoloso salto all'estremo. Urgente e doveroso sarebbe tentare d'intralciarlo col massimo di mobilitazione possibile.
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Inviato anche a "Micromega" dove e' stato pubblicato con il titolo "Il razzismo di Stato, il rischio del salto all'estremo, l'impotenza della sinistra".

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Carlo Cassola, Gisella, Rizzoli, Milano 1974, pp. 208.
- Pier Paolo Pasolini, Ali' dagli occhi azzurri, Garzanti, Milano 1965, 2005, Rcs Milano 2015, pp. 464.
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Maestre
- Franca Ongaro Basaglia, Una voce. Riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982, pp. X + 150.
- Franca Ongaro Basaglia, Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982, pp. VI + 290.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4707 del 7 gennaio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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