[Nonviolenza] Telegrammi. 4704



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4704 del 4 gennaio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Abolendo la guerra si aboliscono le stragi piu' immani; abolendo eserciti ed armi si abolisce la guerra. Salvare le vite e' il primo dovere
2. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
3. Una lettera all'ambasciata dell'Iran in Italia
4. Ripetiamo ancora una volta...
5. L'Associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
6. Annamaria Rivera: Quando Trump non era poi male... (2016, 2021)
7. Annamaria Rivera: La lunga storia ignobile dei centri di detenzione
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. L'ORA. ABOLENDO LA GUERRA SI ABOLISCONO LE STRAGI PIU' IMMANI; ABOLENDO ESERCITI ED ARMI SI ABOLISCE LA GUERRA. SALVARE LE VITE E' IL PFRIMO DOVERE

E' l'ora che l'umanita' abolisca le guerre, gli eserciti, le armi.
E' l'ora che l'umanita' si riconosca un'unica famiglia in un unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo parte e custodi.
E' l'ora che l'umanita' scelga la nonviolenza, che sola puo' salvarci dalla catastrofe.

2. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI

Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA

All'ambasciatore dell'Iran in Italia: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir,
Egregio ambasciatore,
le saremmo assai grati se volesse trasmettere al suo governo il seguente appello.
Tutte le tradizioni di pensiero dell'umanita', quali che siano le loro fonti, convengono su queste semplici verita':
- che ogni vita umana deve essere rispettata, onorata e protetta;
- che uccidere e' sempre e solo un male;
- che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
- che rispettare e salvare le vite e' il primo dovere.
Certi del fatto che condividiate queste semplici considerazioni siamo quindi a chiedervi di impegnarvi:
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, cessino finalmente le uccisioni e le persecuzioni;
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Vi chiediamo quindi:
- di riconoscere la dignita' e i diritti delle donne, che sono gli stessi degli uomini;
- di non piu' perseguitare, ma piuttosto ascoltare ed onorare, le donne che da mesi nel vostro paese stanno chiedendo "vita e liberta'".
Queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza, sono amiche ed amici dell'umanita' e del bene comune.
E' un crimine ed una follia perseguitare ed uccidere queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere proprio di ogni ordinamento ed istituto giuridico legittimo: rispettare e proteggere le vite, la dignita' e i diritti di tutte le persone.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere di far cessare persecuzioni ed uccisioni.
Sia pace, rispetto ed amicizia fra tutte le persone, i popoli, i paesi.
Distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 30 dicembre 2022

4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO ADERISCE ALL'APPELLO RECANTE "SETTE PROPOSTE PER ESTENDERE ED INTENSIFICARE LA MOBILITAZIONE PER LA GRAZIA CHE RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER"

L'associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier".
Leonard Peltier e' l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente che da 47 anni e' detenuto innocente, condannato per crimini che non ha commesso in un processo-farsa basato su cosiddette "prove" e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi false, come hanno successivamente riconosciuto gli stessi accusatori e giudici.
La sua liberazione e' stata chiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco.
Milioni di persone ed autorevoli istituzioni di tutto il mondo chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Alleghiamo in calce il testo integrale dell'appello.
L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 18 dicembre 2022
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
* * *
Allegato: testo integrale dell'appello "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
Carissime e carissimi,
vi proponiamo sette iniziative per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' questo: in questo torno di tempo infatti sia negli Stati Uniti che a livello internazionale sta crescendo la mobilitazione, ottenendo nuove, ampie e rilevanti adesioni che possono finalmente trovare ascolto alla Casa Bianca, nelle cui mani e' il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier attraverso la concessione della grazia presidenziale.
*
1. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
La prima: scrivere a Biden e diffondere quanto piu' possibile la proposta di scrivere a Biden.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
*
2. Scrivere al sindaco di Roma
La seconda: scrivere al sindaco di Roma affinche' affinche' unisca la sua voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier. La voce del sindaco di una delle citta' piu' importanti del mondo puo' trovare favorevole ascolto sia presso la Casa Bianca che presso l'opinione pubblica non solo italiana ma internazionale.
Indirizzi di posta elettronica cui scrivere: segreteria_cg at comune.roma.it, donato.iannone at comune.roma.it, segreteriavcgv.debernardini at comune.roma.it, giorgio.piccarreta at comune.roma.it, pietropaolo.mileti at comune.roma.it, gianluca.viggiano at comune.roma.it, caterina.cordella at comune.roma.it, segreteria.direzionegac at comune.roma.it, accesso.semplice at comune.roma.it, ld.gabinetto at comune.roma.it, mariagrazia.tretola at comune.roma.it, seg.gen at comune.roma.it, laura.dimeglio at comune.roma.it, patrizia.bernardini at comune.roma.it, eufrasia.cogliandro at comune.roma.it, vicesindaco at comune.roma.it, assessorato.bilancio at comune.roma.it, assessorato.ambiente at comune.roma.it, assessorato.rifiuti at comune.roma.it, assessoratodecentramento at comune.roma.it, assessoratopersonale at comune.roma.it, assessorato.politichesociali at comune.roma.it, assessorato.cultura at comune.roma.it, assessorato.sviluppoeconomico at comune.roma.it, assessorato.pariopportunita at comune.roma.it, assessorato.sport at comune.roma.it, assessorato.turismo at comune.roma.it, assessorato.grandieventi at comune.roma.it, assessorato.mobilita at comune.roma.it, assessoratoallascuola at comune.roma.it, assessoratolavoroformazione at comune.roma.it, assessorato.infrastrutture at comune.roma.it, assessorato.urbanistica at comune.roma.it, tiziana.marrone at comune.roma.it, assessorato.patrimoniocasa at comune.roma.it, presidenza.assembleacapitolina at comune.roma.it,
Modello di lettera:
Egregio Sindaco di Roma,
sicuramente conoscera' gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente sapra' anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricordera' anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Gia' lo scorso anno, su nostra sollecitazione, molti sindaci italiani (tra cui quelli di citta' importanti come Aosta, Bologna, Palermo, Pesaro...) espressero il loro sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Sarebbe di grande importanza che anche il Sindaco del Comune di Roma volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarla di voler anche lei richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
3. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani
La terza: scrivere alle ed ai parlamentari italiani affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari sono disponibili nel sito del Senato e della Camera (www.senato.it e www.camera.it).
Modello di lettera:
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
4. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo
La quarta: scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, proseguendo nell'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 e rinnovato nel 2021 dal compianto Presidente David Sassoli.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari europei sono disponibili nel sito del Parlamento Europeo (www.europarl.europa.eu).
Modello di lettera:
Egregie ed egregi parlamentari europei,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento Europeo volesse ancora una volta unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
5. Scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee"
La quinta: scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" per far sentire direttamente la nostra solidarieta' a chi e' piu' vicino a Leonard Peltier e coordina la mobilitazione per la sua liberazione
Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
*
6. Scrivere direttamente a Leonard Peltier
La sesta: scrivere direttamente a Leonard Peltier.
L'indirizzo e': Leonard Peltier, #89637-132, USP Coleman I, P.O. Box 1033, Coleman, FL 33521.
Possono essere inviate solo lettere postali.
Ovviamente le lettere devono essere adeguate alla situazione. Possono bastare anche poche parole.
*
7. Costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier
La settima: costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier.
Ovviamente una rete senza gerarchie o primazie, policentrica e plurale, in cui possano impegnarsi insieme persone provenienti da tutte le culture, le esperienze e le tradizioni.
Una rete di persone e realta' che si prefigga ad esempio di:
a) partecipare a iniziative comuni;
b) promuovere iniziative proprie, locali e non solo;
c) premere nonviolentemente sui media, locali e non solo, affinche' diano notizia della vicenda di Leonard Peltier e delle iniziative per la sua liberazione;
d) premere nonviolentemente sulle rappresentanze democratiche (istituzioni, associazioni, forze politiche e sindacali, esperienze della cultura e della solidarieta'...), locali e non solo, affinche' si impegnino per la liberazione di Leonard Peltier.
*
E' ovvio che tutte le iniziative che proponiamo devono essere rigorosamente nonviolente, coerentemente con il fine dell'iniziativa: ottenere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Se necessaria, varia documentazione utile, in inglese e in italiano, puo' essere richiesta scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, un forte abbraccio dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 9 dicembre 2022
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.

6. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: QUANDO TRUMP NON ERA POI MALE (2016, 2021)
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 20 gennaio 2021, che riproduce integralmente un intervento gia' apparso sul blog dell'autrice nel sito di "Micromega" il 16 novembre 2016]

Potrebbe definirsi revisionismo (inteso in senso lato) l'insieme di reazioni e giudizi indulgenti che l'elezione di Donald Trump ha suscitato tra politici non di destra e perfino tra intellettuali di sinistra: in questo secondo caso, col ricorso a paragoni storico-politici alquanto avventati e con l'aspettativa paradossale che a sconfiggere neoliberismo e interventismo guerrafondaio sara' l'aggressivo affarista senza scrupoli, grande evasore fiscale, amico di Putin e di altri simili despoti.
E' davvero arduo negare che il profilo politico di Trump sia quello di un reazionario nel senso piu' pieno del termine: un melange d'ignoranza e disonesta', razzismo e sessismo, ottusita' e volgarita', condito con l'inclinazione al complottismo, allo sciovinismo wasp, al suprematismo bianco. Non per caso, il Ku Klux Klan ha annunciato una propria parata per la vittoria, che si svolgera' il prossimo 3 dicembre in North Carolina. Non per caso, tra i primi nominati alla Casa Bianca v'e', nel ruolo-chiave di consigliere strategico, l'uomo d'affari Steve Bannon: razzista, sessista, omofobo, antisemita, anti-musulmano, dichiaratamente suprematista, affiliato ad Alt-Right (Destra Alternativa). Insomma, e' come se in Italia un incarico simile fosse stato affidato a qualche esponente di Forza Nuova o di Casa Pound.
Ricordo che, dopo gli attentati di Parigi e San Bernardino, il miliardario newyorkese prestato alla politica invoco' la "chiusura totale e completa" delle frontiere statunitensi per le persone di fede musulmana. Piu' tardi defini' i messicani come pusher, criminali e stupratori. Da settembre a oggi, ormai presidente, non fa che insistere sul progetto di blindare ancor piu' la frontiera con il Messico e di espellere tre milioni di "clandestini". Quanto al disprezzo per le donne, i gay, i disabili, talmente ampio e' il catalogo delle sue dichiarazioni pubbliche oltraggiose che per contenerlo ci vorrebbe qualche tomo. Basta aggiungere, infine, che qualche anno fa arrivo' a sostenere che la teoria scientifica del riscaldamento globale e' stata inventata "dai cinesi per i cinesi, al fine di contrastare la competitivita' dell'industria manifatturiera statunitense".
Cio' detto sommariamente, non sorprende affatto che a inebriarsi per la vittoria di "Pannocchia" sia stato Grillo: "Trump ha fatto un VDay pazzesco [...]. Ci sono delle quasi similitudini fra questa storia americana e il MoVimento".
E, per quanto ridicola, non stupisce troppo la dichiarazione di Renzi: "Aspettiamo a giudicare. Non diamo un giudizio da Italietta: quel muro c'e' da qualcosa come vent'anni, puo' non piacere ma e' cosi'".
Sconcerta, invece, che alcuni intellettuali di sinistra sottovalutino il cupo scenario che va profilandosi dopo la vittoria di un tal ultra-reazionario. Sulla stessa scia di Slavoj Zizek - ormai cantore dello "stile di vita dell'Europa occidentale" e fustigatore delle "anime belle" di sinistra, che praticano tolleranza e solidarieta' e osano rivendicare l'apertura delle frontiere - anche alcuni intellettuali italiani si producono in analisi bislacche, pretese come astute e materialiste, in realta' riducibili al seguente sofisma: Trump e' stato capace di rappresentare il disagio sociale crescente (cosa indimostrabile, anche perche' negli Usa milioni di cittadini sono esclusi dal diritto di voto); le nostre sinistre non ne sono piu' in grado; ergo, occorre imparare da lui, senza demonizzarlo.
In alcuni casi, il sofisma contiene qualche inciso che minimizza il razzismo e parteggia per un'immigrazione "controllata". Sostenere che nulla abbia a che vedere col razzismo, ma solo col disagio sociale, il fatto che gente "comune" accenda roghi o innalzi barricate contro gruppi di rifugiati/e, apostrofandoli/e coi piu' classici insulti razzisti, significa dimenticare che i pogrom nazisti furono, anch'essi, favoriti da condizioni di disagio sociale.
Insomma, provoca sgomento constatare la sottovalutazione dello scenario che si profila dopo la vittoria di Trump: pulizia etnica di massa, normalizzazione del discorso politico incitante all'odio dei "diversi", semplificazione delle pratiche stragiste delle forze dell'ordine ai danni degli afroamericani, per non dire delle annunciate misure contro la liberta' delle donne, a iniziare dalla cancellazione o revisione delle norme sull'interruzione volontaria della gravidanza.
Quanto al piano internazionale, basta citare l'imminente trasferimento dell'ambasciata Usa a Gerusalemme, "capitale d'Israele, una e indivisibile", secondo Trump, e la sua rassicurazione a Netanyahu, nel corso della campagna elettorale, che gli Stati Uniti non metteranno in discussione la legittimita' degli insediamenti dei coloni.
Per inciso: dopo la vittoria di Trump, in ogni parte del Paese, su muri e vetrine vanno moltiplicandosi le svastiche e i Sieg Heil. Nel contempo, s'intensificano la caccia ai non-bianchi e, in particolare, le aggressioni ai danni di giovani musulmane, con relativo strappo dell'hijab (un semplice foulard, ricordo). Sicche' del tutto inopportuno e' oggi dedicarsi alla vecchia e sommaria condanna dei "veli" indossati da donne musulmane, dei quali si negano i significati molteplici e variabili, talora di tipo reattivo e/o identitario.
Per riprendere il filo del discorso, non e' solo negli Stati Uniti che i danni della presidenza Trump si rendono visibili fin da ora. In Europa le destre estreme, gia' notevolmente in crescita, si sono ancor piu' ringalluzzite. Dal Front National di Marine Le Pen all'Ukip di Nigel Farage, dalla Lega Nord di Salvini ad Alba Dorata, il partito neonazista greco, e' tutto un tripudio: tutt'altro che infondato giacche' la vittoria di Trump non puo' che favorire la gia' galoppante avanzata dell'internazionale revanscista e razzista.
Di fronte a prospettive cosi' fosche, invece che avventurarsi in spericolate analogie storico-politiche, si farebbe bene a riflettere sulla storia dell'avvento dei fascismi in Europa e a compiere almeno un'iniziativa politica meritoria: manifestare la nostra solidarieta' attiva verso il movimento di protesta statunitense contro l'elezione di Trump, che va allargandosi, piu' o meno duramente represso.
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Articolo gia' pubblicato sul blog di Micromega e qui ripreso con il consenso dell'autrice (16 novembre 2016).

7. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: LA LUNGA STORIA IGNOBILE DEI CENTI DI DETENZIONE
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 13 gennaio 2021]

Fra i tanti difetti e mancanze, il deludente decreto-legge col quale il governo Conte-bis ha tardivamente modificato le due famigerate leggi di conio salviniano (la n. 132 del 1 dicembre 2018, e la n. 77 dell'8 agosto 2019), v'e' il fatto che esso abbia conservato il mostro giuridico della detenzione amministrativa, sia pur riducendo la durata del "trattenimento" da centottanta a novanta giorni: prolungabili di un mese per chi provenga da Paesi che abbiano stipulato con l'Italia accordi di "riammissione".
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Novanta giorni
Per rendersi conto di quanto limitata sia una tale "riforma", e' sufficiente considerare che la pur famigerata legge detta Bossi-Fini (la n. 189 del 30 luglio 2002) prolungo' l'arco di tempo della detenzione amministrativa da trenta a novanta giorni, per l'appunto. E non solo: il decreto "riformista" del governo Conte-bis prevede anche la possibilita' alternativa di trattenere persone migranti irregolari, destinate all'espulsione, non gia' in un Cpr (Centro per il rimpatrio), bensi' in una struttura di polizia, per condurle da li' direttamente in aeroporto. Non sono molti/e coloro che se ne sono pubblicamente scandalizzati/e. E non tutti/e hanno ricordato, in tale occasione, che la detenzione amministrativa, palesemente anticostituzionale, riservata alle persone immigrate irregolari, quindi destinate all'espulsione, fu istituita ufficialmente, per la prima volta nella storia repubblicana, da un governo di centro-sinistra, il Prodi-uno, con la pubblicazione del disegno di legge governativo sull'immigrazione (19 febbraio 1997), che poi sarebbe stato convertito nella legge del 6 marzo 1998, n. 40, detta Turco-Napolitano, seguita, il 25 luglio 1998, dal "Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero".
Sin dalla loro istituzione fino a oggi, tali lager per migranti (denominati dapprima Cpta, poi Cie, infine Cpr) sono caratterizzati perlopiu' da pessime o problematiche condizioni igieniche, strutturali, logistiche; dalla presenza occhiuta, talvolta aggressiva, delle forze dell'ordine; nonche' dalla possibilita' assai limitata (in taluni casi inesistente) di avere contatti con l'esterno. Chiusi, in non pochi casi, da mura o da piu' ordini di sbarre (si pensi a quello di Ponte Galeria, vicino Roma), rappresentano la perfetta materializzazione non solo dell'istituzione totale, ma anche di un sistema di controllo che arriva fino a privare gli individui della liberta' personale non in ragione di un reato commesso, ma del loro semplice status. La loro natura spuria ed extra-legale, il loro carattere d'eccezione permanente sono illustrati dal costante ricorso - piu' che nelle carceri - alla pratica di somministrare agli internati, il piu' delle volte a loro insaputa, psicofarmaci e neurolettici. Spesso le condizioni di vita imposte agli "ospiti" dei Centri sono al limite dell'umanamente sopportabile e non manca la pratica delle violenze e dei pestaggi punitivi. Ma non si tratta di un'eccezione italiana: sanzionati dagli accordi di Schengen e di Dublino, i centri di detenzione sono divenuti un vero e proprio sistema, che ricopre l'intero territorio dell'Unione europea, un sistema che quotidianamente produce rivolte, atti di autolesionismo, suicidi e violenze di ogni genere.
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Sotto sorveglianza
Conviene ricordare, inoltre, che di fatto vi sono "trattenute" non solo persone immigrate "irregolari" delle quali non e' possibile eseguire l'immediata espulsione tramite accompagnamento alla frontiera, ma anche quelle il cui permesso di soggiorno sia stato revocato o annullato, oppure non abbiano potuto richiederlo o rinnovarlo nei termini stabiliti. In realta', la detenzione dei/delle migranti irregolari non e' funzionale solo a rendere possibile l'espulsione, ma e' divenuta anche una misura di sicurezza per tenere sotto sorveglianza una categoria di persone considerata problematica se non pericolosa, nonche' foriera d'insicurezza sociale. Spesso alle persone internate si proibisce di parlare con avvocati e di telefonare ai propri parenti. E, se protestano insieme con i loro compagni di detenzione, ne ricavano pestaggi da parte delle forze dell'ordine. Si puo' allora comprendere facilmente perche' mai rivolte, scioperi della fame, tentativi di fuga disperati, atti di autolesionismo, suicidi e tentativi di suicidio siano tutt'oggi routine quotidiana dei lager italiani. Nondimeno, da nessun governo italiano e' stato mai messo in discussione un simile mostro giuridico: reso ancor piu' mostruoso durante il quarto governo Berlusconi, allorche' con il decreto-legge n. 89 del 23 giugno 2011, il periodo massimo di detenzione nei Cie fu elevato da sei a ben diciotto mesi. Anzi, esso e' divenuto un sistema il quale, con nomi diversi e variabili nel corso del tempo, ricopre ormai l'intero territorio europeo. Eppure in tali strutture sono internate persone che non hanno commesso alcun reato, che non hanno subito alcun processo, che non lo subiranno in futuro (secondo la legge italiana l'ingresso irregolare non e' un crimine, bensi' un'infrazione amministrativa); e che nondimeno sono private perfino di quella personalita' giuridica che un normale detenuto non perde del tutto.
Come scrissi a suo tempo, i Centri di permanenza temporanea e assistenza - cosi' furono nominati inizialmente con un grottesco ossimoro eufemistico - sono figli di un imbarazzo linguistico che lascia trapelare cattiva coscienza o, per lo meno, forte disagio politico. Perche' mai, infatti, piuttosto che definirli per cio' che sono, cioe' centri di detenzione, si ricorse a un goffo stratagemma semantico? Perche' chi li aveva concepiti sapeva bene che in uno stato di diritto e' possibile comminare una pena detentiva solo a chi sia stato definitivamente condannato per taluni reati penali; e che, comunque, ogni forma di limitazione della liberta' personale deve essere conseguente a un atto giudiziario. Lo stesso puo' dirsi dell'espediente di denominare gli/le internati/e come ospiti o addirittura utenti: altri due eufemismi volti a occultare la violazione di tali principi indiscutibili, le pesanti limitazioni arbitrarie della liberta' personale, le violenze, anche estreme, perpetrate dai "guardiani" di tali lager ai danni degli/delle ospiti. V'e' addirittura chi arriva a crederli e/o a definirli "centri di accoglienza", il che induce parte dell'opinione pubblica a scandalizzarsi allorche' vi si manifestino proteste e rivolte, il che accade spesso.
La lezione impartita da un "governo amico" sarebbe stata poi ben appresa e, ovviamente, radicalizzata dai governi di destra, i quali, privi di ogni remora politica, ideologica, semantica, li avrebbero denominati ben piu' realisticamente Cie, cioe' Centri d'identificazione ed espulsione, prolungando progressivamente il tempo di detenzione. Nessuna remora avrebbero mostrato neppure i ministri dell'Interno e della Giustizia di un governo detto di centro-sinistra: la loro legge, la n. 46, detta Minniti-Orlando, ha rinominato i lager come CPR, cioe' Centri di permanenza per il rimpatrio. E non solo: nonostante il palese fallimento della detenzione amministrativa e i suoi orrori, essa stabiliva che occorresse "garantire l'ampliamento della rete dei centri".
Che tali strutture quasi-concentrazionarie - come le defini' a suo tempo Etienne Balibar - fossero/siano anche mortifere, oltre che illegittime secondo la Costituzione italiana, apparve subito in modo lampante. Infatti, fin dagli esordi i Cpta (poi detti abitualmente Cpt) iniziarono a mietere vittime. La prima fu Amin Saber: internato nel Cpt di Caltanissetta, in contrada di Pian del Lago, nel corso di una rivolta fu ucciso probabilmente con una pallottola. Poco dopo, il primo agosto 1998, fu la volta di Abdeleh Saler: dopo una protesta collettiva nel Centro di Lampedusa in cui era stato segregato, fu condotto nel carcere di Agrigento ove, dopo averlo pestato, gli somministrarono una dose letale di psicofarmaci.
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A Ponte Galeria
Ancor piu' struggente il caso di Mohamed Ben Said, tunisino di 39 anni, morto la notte di Natale del 1999. Dopo aver scontato una piccola pena carceraria per un reato minore, fu condotto nel Cpt di Ponte Galeria, dove perfino secondo l'illegittima legge 40 non sarebbe dovuto stare: per giorni e giorni aveva gridato, non creduto da alcuno (se non dai suoi compagni di sventura), d'essere inespellibile poiche' sposato con una cittadina italiana. La mandibola fratturata, probabilmente a causa del trattamento subito in carcere, aveva insistentemente reclamato cure mediche, mai ricevute. In risposta alle sue proteste, gli fu somministrata una tal dose di psicofarmaci da risultare esiziale. Mentre era moribondo, invano i suoi compagni di "permanenza temporanea e assistenza" chiesero aiuto disperatamente per ore e ore: le porte erano sbarrate dall'esterno e nessuno accorse. Fu quando ormai Mohamed era morto che qualcuno trovo' il suo certificato di matrimonio. Pochi giorni dopo, nel corso della notte fra il 28 e il 29 dicembre di quello stesso anno, nel Centro "Serraino Vulpitta" di Trapani, onde reprimere un tentativo di fuga, le forze dell'ordine chiusero in una camerata dodici migranti, bloccandoli dall'esterno con una sbarra di ferro. Nell'intento di farsi aprire, uno degli internati diede fuoco a un materasso, provocando un incendio: tre di loro persero la vita subito, carbonizzati; altri tre, soccorsi e ricoverati all'Ospedale Civico di Palermo, morirono più tardi, dopo un'atroce agonia. Per queste morti l'ex prefetto di Trapani, Leonardo Cerenzia, fu rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio colposo plurimo: quel Centro, come tutti, era, infatti, caratterizzato da gravi carenze strutturali e dalla violazione delle piu' elementari norme antincendio, per non dire della lentezza e inadeguatezza dei soccorsi. Tali orrori, che ho riportato sinteticamente, accadevano nel corso di "governi amici": il primo governo Prodi e i due successivi governi D'Alema.
Intanto, i "trattamenti inumani e degradanti", le rivolte, gli incendi, le violenze e le morti sospette continuano tutt'oggi, come se l'esperienza negativa di ventidue anni fosse passata invano. Eppure (o forse proprio per questo) occorre intensificare e allargare la lotta contro queste strutture quasi-concentrazionarie.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Giovanni Landi, Cosa nostra, Rcs, Milano 2022, pp. 160.
- Theodore Roszak, Gabriel e Daniel Cohn-Bendit, Guido Viale e altri, La delinquenza accademica, e/o, Roma 2021, pp. 142, euro 8.
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Riletture
- Fausto M. Martini, Tutte le poesie, Ipl, Milano 1969, pp. 244.
- Marco Massignan, I Navajo. La via della bellezza, Xenia, Milano 1999, pp. II + 126.
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Riedizioni
- Piero Angela, Ti amero' per sempre. La scienza dell'amore, Rai, Roma 2055, Mondadori, Milano 2005, 2017, pp. VIII + 200, euro 8,90.
- Andrea Camilleri, Un filo di fumo, Sellerio, Palermo 1997, Gedi, Torino 2022, pp. 128, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4704 del 4 gennaio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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