[Nonviolenza] Telegrammi. 4695



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4695 del 26 dicembre 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Elena Gianini Belotti
2. Enciclopedia delle donne: Lorenza Minoli ci ha lasciato
3. Giovanna Branca intervista Alexander Belik
4. Scriviamo alle ambasciate in Italia di Russia ed Ucraina per chiedere ai loro governi una tregua di natale
5. Una tregua di natale per far cessare la guerra
6. Chiediamo una tregua di natale che fermi le stragi e le devastazioni ed avvii negoziati di pace
7. Cessino le uccisioni: tregua di natale
8. Una lettera alle ambasciate in Italia di Russia ed Ucraina: richiesta ai vostri governi di una tregua di natale
9. Domenico Gallo: Una tregua, almeno a Natale
10. Centro delle donne di Bologna "Orlando": Lettera all'ambasciata in Italia dell'Iran. Vengano riconosciuti i diritti delle donne come diritti umani universali
11. Maurizio Molinari intervista Azar Nafisi
12. L'Associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'

1. LUTTI. ELENA GIANINI BELOTTI

E' deceduta Elena Gianini Belottti, educatrice e scrittrice, amica dell'umanita'.
Tutte e tutti leggemmo il suo libro "Dalla parte delle bambine".
Con gratitudine la ricordiamo.

2. LUTTI. ENCICLOPEDIA DELLE DONNE: LORENZA MINOLI CI HA LASCIATO
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo il seguente ricordo]

Una notizia molto triste: la nostra Lorenza Minoli, autrice della Mappa femminile della citta' di Milano, con la quale abbiamo condiviso intensi anni di lavoro, ci ha lasciato.
Siamo onorate di aver potuto fare un pezzetto di strada insieme a lei. Il suo lavoro di ricerca e' stato incredibilmente vasto e approfondito, tanto da dare, a tratti, le vertigini.
La nostra unica consolazione e' quella di essere riuscite a pubblicare l'opera a cui ha dedicato tutta se stessa in modo che potesse vederla, finalmente, realizzata. Sappiamo che ne e' stata felice.
Aveva altri progetti, avremmo voluto parlarne insieme. Invece non e' stato possibile.
Ci mancherai molto, Lorenza. Cercheremo di fare tesoro del tuo prezioso lavoro, di non disperdere quanto hai seminato.
Enciclopedia delle donne
20 dicembre 2022

3. L'ORA. GIOVANNA BRANCA INTERVISTA ALEXANDER BELIK
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo la seguente intervista originariamente apparso su "il manifesto" il 15 dicembre 2022 col titolo "L'altra Russia degli obiettori"]

Appena 25enne, il volto da bambino, altissimo ed esile, Alexander Belik potrebbe essere uno dei coscritti della mobilitazione annunciata a settembre da Putin, mandati a combattere, uccidere e morire in Ucraina. Invece e' coordinatore del Movimento degli Obiettori di coscienza russi, per il quale lavora dall'Estonia dove si e' trasferito il 28 marzo, a un mese dall'inizio dell'"operazione speciale" di Putin. Ieri era a Roma - ospite del Movimento Nonviolento e Un ponte per - nel cinquantennale dell'approvazione della legge sull'obiezione di coscienza in Italia. Per l'occasione, Belik insieme alle associazioni pacifiste consegnera' al Consiglio dei ministri la raccolta firme per l'appello all'Unione Europea perche' riconosca lo status di rifugiati politici agli obiettori russi, bielorussi e ucraini. Come denuncia Alfio Nicotra di Un ponte per, infatti, tutti i paesi europei con l'eccezione della Germania "hanno chiuso i propri confini agli obiettori russi", e dopo "una prima simpatia sui media" sono sparite le notizie sull'"altra Russia: quella che rifiuta di imbracciare le armi". Con la sua organizzazione sin da prima del 24 febbraio Belik fornisce consulenza a chi rifiuta la leva e la chiamata nell'esercito. Un rifiuto "consentito - spiega - dalla Costituzione russa, anche se si cerca di nasconderlo". Dunque anche nei territori occupati dell'Ucraina e illegalmente annessi alla Federazione: "Prigioni come quella di Brianka, nel Lugansk, dove venivano detenuti e torturati obiettori e disertori, e come continuano a spuntarne in gran numero dopo la mobilitazione di settembre, sono illegali per la stessa legge russa".
Uno degli obiettivi della sua organizzazione, racconta, e' quello di "creare alleanze con associazioni della societa' civile della Federazione". Da quelle dei popoli indigeni – "la maggioranza dei coscritti", una sorta di pulizia etnica di Putin - ai gruppi Lgbtq "colpite solo due settimane fa dalla legge contro la 'propaganda omosessuale'". Questioni "strettamente connesse" alle operazioni belliche: "Putin racconta ai russi di combattere nel Donbass contro l''ideologia Lgbt' occidentale".
*
- Giovanna Branca: Come e quando avete cominciato ad aiutare obiettori e renitenti alla leva?
- Alexander Belik: Sono entrato nell'organizzazione quando studiavo legge all'universita' statale di San Pietroburgo. Gia' al primo anno ho deciso che volevo lavorare nel campo dei diritti umani e loro mi hanno accolto. Da quando ho lasciato il Paese ho continuato a lavorare online come facevamo prima, quindi da quel punto di vista non e' cambiato nulla, a eccezione del fatto che non posso piu' incontrare la squadra: gli organizzatori sono sparpagliati in tutto il mondo - Buenos Aires, Madrid, stati baltici... La guerra non e' cominciata 10 mesi fa ma 9 anni fa: dal 2014 (anno della guerra nel Donbass, ndr). E' da allora che abbiamo cominciato a organizzarci. Prima dell'invasione su larga scala lavoravamo principalmente con coloro che non volevano fare il servizio militare obbligatorio: spiegavamo come fare richiesta per prestare servizio civile, per esenzioni mediche, o come restare in sicurezza senza presentarsi davanti alla Commissione militare dopo la chiamata. Dopo la mobilitazione aiutiamo anche coloro che vogliono abbandonare il servizio anche se sono gia' stati mandati nei campi di addestramento in Russia, o perfino al fronte: e' legale anche in quel caso.
*
- Giovanna Branca: A queste persone la vostra organizzazione offre consulenze online attraverso Telegram. Come funziona?
- Alexander Belik: Trasmettiamo le consulenze attraverso Telegram, che permette a tantissime persone contemporaneamente di partecipare alle chiamate. Dalla mobilitazione di settembre il nostro canale e' cresciuto esponenzialmente: da 1.500 follower a 55.000. Nei primi giorni dopo la coscrizione le chiamate raccoglievano circa un migliaio di persone ciascuna: solo nel primo giorno sono stati in 5.000 a rivolgersi a noi.
*
- Giovanna Branca: Ovd-Info riporta che dal 24 febbraio sono quasi 20.000 le persone detenute in Russia, e 400 i processi penali aperti, per aver partecipato a proteste contro la guerra in Ucraina. Che futuro vede per l'opposizione al conflitto dall'interno del Paese?
- Alexander Belik: La domanda da porsi riguarda le grandi proteste, quelle di massa, che potrebbero cominciare presto, per esempio quando Putin annuncera' la seconda mobilitazione: credo sara' un grande errore che lo seppellira'. Non sappiamo di preciso quale evento le fara' scoppiare, ma siamo convinti che ci saranno.
*
- Giovanna Branca: Putin non terra' la tradizionale conferenza di fine anno, e in molti ritengono che voglia evitare domande sulla guerra. Lei cosa ne pensa?
- Alexander Belik: Credo sia cosi', ma la questione principale non e' la conferenza stampa, quanto l'incontro con i due rami del parlamento che tutti gli anni, come da previsione costituzionale, si riuniscono per ascoltarlo - quest'anno non ci sara'. Ne' il tradizionale "incontro" in cui risponde alle domande dei cittadini. Tutti questi appuntamenti mancati secondo me indicano che sta perdendo la sua connessione con la popolazione, che la teme.
*
- Giovanna Branca: Ha percepito un cambiamento nell'opinione pubblica russa da quando e' iniziata la guerra?
- Alexander Belik: Il supporto alle politiche di Putin e' innegabile: la maggioranza della popolazione le sostiene pubblicamente, ma potrebbero anche dissentire segretamente. Ma cosa accadra' quando sara' meno del 50% della popolazione a sostenerlo, e la maggioranza dissentira' apertamente? Un grafico di Russian Field - gruppo di ricerca socio-politica che raccoglie i dati attraverso sondaggi telefonici - mostra che quel giorno si starebbe avvicinando sempre piu'. Una linea del grafico, sempre piu' in discesa, mostra il sostegno nel tempo all'"operazione speciale". La linea al di sotto indica la percentuale dei contrari. Le due linee stanno per incontrarsi. E quando accadra', credo sara' il momento in cui vedremo i cambiamenti.

4. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALLE AMBASCIATE IN ITALIA DI RUSSIA ED UCRAINA PER CHIEDERE AI LORO GOVERNI UNA TREGUA DI NATALE

Carissime e carissime,
proponiamo ad ogni persona di volonta' buona di scrivere alle ambasciate in Italia di Russia ed Ucraina per chiedere ai loro governi una tregua di natale.
Di seguito una proposta di testo.
*
All'ambasciata russa in Italia: ambrus at ambrussia.it,
All'ambasciata ucraina in Italia: emb_it at mfa.gov.ua,
Egregi ambasciatori in Italia di Russia ed Ucraina,
vi chiediamo di inoltrare la presente lettera ai vostri governi: con essa chiediamo ad entrambi di deliberare con effetto immediato una tregua di natale, che sia avvio dei negoziati di pace che pongano fine alla guerra e alle stragi e alle devastazioni di cui la guerra sempre e solo consiste.
Troppe persone sono gia' state uccise.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Distinti saluti,
Firma, luogo e data, recapito del mittente
*
A tutte e tutti grazie fin d'ora per quanto vorrete e potrete fare.
Chi salva una vita salva il mondo.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

5. L'ORA. UNA TREGUA DI NATALE PER FAR CESSARE LA GUERRA

Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. L'ORA. CHIEDIAMO UNA TREGUA DI NATALE CHE FERMI LE STRAGI E LE DEVASTAZIONI ED AVVII NEGOZIATI DI PACE

Chiediamo una tregua di natale che fermi le stragi e le devastazioni ed avvii negoziati di pace.
Ogni persona di volonta' buona, ogni civile istituto, si opponga alla guerra assassina.
Si cessi di uccidere e di lasciar uccidere; si soccorra, si accolga, si assista ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Chi condivide questo appello lo diffonda.
Facciamo sentire la voce dell'umanita'.
Facciamo cessare la guerra con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, con la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente: impediamo che la criminale follia della guerra ci avveleni, ci massacri, ci annienti.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. L'ORA. CESSINO LE UCCISIONI: TREGUA DI NATALE

Chiediamo una tregua di natale che faccia cessare tutte le uccisioni.
Chiediamo una tregua di natale che richiami tutti gli esseri umani alla loro comune umanita'.
Chiediamo una tregua di natale che sia momento di esame interiore e dialogo aperto, riconoscimento e rispetto di ogni volto e di ogni voce, riconoscimento e rispetto del vero e del bene.
Chiediamo una tregua di natale che persuada ogni persona ed ogni umano istituto al ripudio della guerra e di tutte le uccisioni.
Chiediamo una tregua di natale che persuada ogni persona ed ogni umano istituto al bene comune dell'umanita' intera.
Chiediamo una tregua di natale da cui scaturisca la fine della guerra.
Chiediamo una tregua di natale da cui scaturisca la scelta della pace, del disarmo, della smilitarizzazione dei conflitti.
Chiediamo una tregua di natale da cui scaturisca la decisione di soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Cessino le uccisioni: tregua di natale.
Chi condivide questo appello lo diffonda.

8. L'ORA. UNA LETTERA ALLE AMBASCIATE IN ITALIA DI RUSSIA ED UCRAINA: RICHIESTA AI VOSTRI GOVERNI DI UNA TREGUA DI NATALE

All'ambasciata russa in Italia: ambrus at ambrussia.it,
All'ambasciata ucraina in Italia: emb_it at mfa.gov.ua,
Egregi ambasciatori in Italia di Russia ed Ucraina,
vi chiediamo di inoltrare la presente lettera ai vostri governi: con essa chiediamo ad entrambi di deliberare con effetto immediato una tregua di natale, che sia avvio dei negoziati di pace che pongano fine alla guerra e alle stragi e alle devastazioni di cui la guerra sempre e solo consiste.
Troppe persone sono gia' state uccise.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Distinti saluti,
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 22 dicembre 2022

9. RIFLESSIONE. DOMENICO GALLO: UNA TREGUA, ALMENO A NATALE
[Dal sito di "Volere la luna" riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 23 dicembre 2022]

Il viaggio trionfale di Zelensky a Washington annunzia anche ai ciechi e ai sordi che il conflitto in atto e' una guerra degli USA contro la Russia combattuta per interposta persona, anzi per interposto popolo. Zelensky ha annunciato al Congresso americano la sua indefettibile intenzione di combattere fino alla vittoria per "sconfiggere il Cremlino sul campo di battaglia". Quindi ha precisato – fra gli applausi – che: "La vittoria dell'Ucraina sara' anche la vittoria dell'America". Zelensky ha osservato: "Fra pochi giorni e' Natale. In Ucraina lo celebreremo anche a lume di candela, e non per romanticismo. Non abbiamo l'elettricita' e molti non hanno l'acqua. Ma non ci lamentiamo. La luce della nostra fede illuminera' il Natale" ed ha aggiunto che tutto cio' che gli ucraini si augurano in questo momento e' "la vittoria, solo la vittoria". Infine ha concluso augurando a tutti: "buon Natale e un buon anno nuovo vittorioso".
E' sconcertante questo augurio di buon Natale mentre si fanno squillare le trombe di guerra, senza neanche un ripensamento sullo zelo con cui prosegue il massacro in corso fra due popoli "cristiani". Eppure noi sappiamo che l'annuncio del Natale puo' inceppare anche le macchine belliche piu' poderose. Pensiamo alle tregue di Natale del 1914 di cui parla il film "Joyeux Noel. Una verita' dimenticata dalla storia" del regista francese Christian Carion (2005). Ambientato sul fronte francese, il film racconta una delle tregue spontanee che nel Natale del 1914 annunciarono al mondo che la logica di morte degli alti comandi politici e militari di Francia, Gran Bretagna e Germania poteva essere fermata da un sussulto di umanita' e che i "nemici" potevano riconoscersi "fratelli". Gli uomini schierati per uccidersi misero da parte le armi e cantarono il Natale insieme sulle note di Stille Nacht e di Adeste fideles. Celebrarono insieme la nascita di Cristo, riconoscendosi tutti come membri della stessa famiglia umana. Qualcosa di cosi' imprevisto e stupefacente che i "signori della guerra" si affrettarono a punire quei reparti. Oggi, dopo oltre cento anni, siamo costretti a rivivere di nuovo la tragedia di centinaia di migliaia di uomini schierati per uccidersi e intenti a farlo con il massimo zelo ormai da dieci mesi, senza un giorno di tregua. In prossimita' dell'avvento del Natale diventa ancora piu' scandaloso questo massacro organizzato fra due popoli fratelli che condividono la medesima fede in Cristo.
Se una tregua spontanea fu possibile nel 1914, oggi le autorita' politiche e i Governi dei paesi europei potrebbero imporre una tregua di Natale ai due contendenti, come viatico per un cessate il fuoco permanente che apra la strada alla ricerca di una pace giusta e onorevole per tutte le parti in causa.
E' questo il senso di un appello promosso da un gruppo di ambasciatori italiani non piu' in servizio, cui hanno aderito personalita' varie. Osserva l'appello:
"Tutti gli europei che si riconoscono operatori di pace vedono con angoscia aggravarsi in Ucraina la catastrofe umanitaria e l'estendersi del conflitto verso scenari devastanti, come dimostra il recente incidente in territorio polacco che ha sfiorato un confronto diretto fra Nato e Russia. Ribadiscono quindi che la via diplomatica va perseguita con ogni mezzo e si appellano alla saggezza di chi – Governi e personalita' influenti – sia in grado di mediare fra le parti in conflitto.
La strada verso la pace richiede anzitutto un cessate il fuoco. Percio', le organizzazioni e i cittadini che aderiscono all'appello, auspicano che i contendenti sospendano le ostilita' nel periodo fra il Natale cattolico (25 dicembre) e il Natale ortodosso (7 gennaio). Se una tregua simile fu possibile durante la Prima guerra mondiale fra nemici storici, non si vede perche' sia irrealizzabile oggi tra popoli slavi uniti dalla storia, dalla cultura e dal credo religioso.
Anche se gli armati di entrambe le parti potrebbero sfruttare quelle due settimane per rafforzarsi sui vari fronti di guerra, la tregua consentira' almeno ai civili inermi di vivere questo periodo – sacro a entrambi i contendenti – nel segno della pace natalizia.
Nulla impedisce, infine, di immaginare che un cessate il fuoco temporaneo persuada i contendenti a esperire ulteriori riduzioni delle ostilita', in modo da alleviare le inaudite sofferenze dei civili vittime incolpevoli di un conflitto fratricida".
Quest'anno i riti di Natale non hanno senso, checche' ne pensi il Congresso americano, se non si leva alta l'invocazione per la pace. Chiediamo ai Governi della UE e a tutte le autorita' politiche di attivarsi per richiedere una tregua, almeno nel periodo natalizio, con l'auspicio di consolidare il cessate il fuoco oltre questo periodo.

10. APPELLI. CENTRO DELLE DONNE DI BOLOGNA "ORLANDO": LETTERA ALL'AMBASCIATA IN ITALIA DELL'IRAN. VENGANO RICONOSCIUTI I DIRITTI DELLE DONNE COME DIRITTI UMANI UNIVERSALI
[Attraverso la mailing list di "Scienza Medicina Istituzioni Politica Societa'" riceviamo e diffondiamo. Invitiamo ad aderire all'iniziativa]

Ill.mo Signor Ambasciatore dell'Iran Mr Seyed Mohammad Ali Hosseini: iranemb.rom at mfa.gov.ir, segr.console at consolatoiran.it,
desideriamo manifestare il nostro dolore nell'apprendere che, ancora una volta, una ragazzina di 14 anni e' stata torturata ed uccisa in Iran per essersi tolta il velo.
La preghiamo, in nome della comune pieta' umana, di volersi adoperare perche' ovunque, in ogni angolo della Terra, siano rispettate le coscienze e l'incolumita' di ogni persona e che vengano riconosciuti i diritti delle donne come diritti umani universali.
Grazie. Cordiali saluti.

11. L'ORA. MAURIZIO MOLINARI INTERVISTA AZAR NAFISI
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo la seguente intervista originariamente apparsa su "La Repubblica" il 9 dicembre 2022 col titolo "Azar Nafisi: Le donne iraniane vittime di apartheid. Ma il regime cadra'"]

"L'Iran di oggi e' come il Sudafrica dell'apartheid, da noi il razzismo e' contro le donne ma il regime perdera' anche questa volta". Azar Nafisi, scrittrice iraniana in esilio ed autrice di best seller come "Leggere Lolita a Teheran", coglie l'occasione della sua presenza a Roma per "Piu' libri piu' liberi" e viene in visita alla redazione del nostro giornale. Si unisce alla riunione di redazione. Si informa sugli ultimi eventi in Iran e poi sottolinea l'importanza del ruolo della libera stampa nei Paesi democratici "perche' fa sentire le donne meno sole". E nell'intervista che segue, con voce tenue ma ferma, spiega quale e' la genesi del coraggio di chi sfida la teocrazia iraniana togliendosi il "velo dell'oppressione".
*
- Maurizio Molinari: Perche' una donna trova dentro di se' la forza di sfidare l'hijab?
- Azar Nafisi: Perche' questo e' un regime che sfida e ha sfidato la nostra stessa esistenza di donne. Non e' solo una questione politica. e' una questione esistenziale e fin dall'inizio della Repubblica Islamica, prima di avere la nuova costituzione loro hanno cancellato le leggi di protezione familiare che davano alle donne diritti e protezione a casa e fuori. L'ayatollah Khomeini l'8 marzo 1979 provo' a rendere il velo obbligatorio. Ma all'epoca decine di migliaia di donne scesero in piazza. Il loro slogan era "la liberta' non e' ne' orientale ne' occidentale, la liberta' e' globale". Questo accadde all'inizio della rivoluzione e come donna la sensazione fu che stavo perdendo me stessa. Se non potevo scegliere cosa indossare, come parlare, come sentire, come connettermi con altra gente, allora avrebbe significato che non ero piu' io. Quindi mi sento di dire che le donne stanno lottando per la loro vita.
*
- Maurizio Molinari: Che rapporto avevano le donne col velo prima della Repubblica Islamica?
- Azar Nafisi: Il governo non se ne occupava, non metteva bocca su quel che le donne indossavano. Eravamo libere. Avevo parenti che lo indossavano a cui eravamo molto vicini ed erano donne brillanti e intelligenti come tutto il resto delle donne iraniane. Non c'erano problemi. Mia nonna era una musulmana ortodossa e mia madre non indossava mai il velo. Eppure, vivevano fianco a fianco. Mia nonna diceva che il vero Islam non forza le donne a indossare il velo.
*
- Maurizio Molinari: Perche' per la teocrazia iraniana il velo obbligatorio e' cosi' importante?
- Azar Nafisi: E' un efficace mezzo di controllo. In pratica ci dicono "non possiedi te stessa", "non possiedi il tuo corpo: siamo noi i tuoi padroni, ti diciamo cosa fare". E' una lotta per il potere. Questo e' il motivo per cui oggi indossare il velo e' diventato un simbolo, una dichiarazione a favore o contro il regime. Il regime e' un sistema totalitario, che impone una divisa ai suoi cittadini, che controlla attraverso la repressione e ci porta via la nostra identita' nazionale e individuale.
*
- Maurizio Molinari: Questa e' la genesi della rivolta delle donne?
- Azar Nafisi: Quello per cui stiamo lottando non e' a favore o contro il velo, ma liberta' di espressione e liberta' di scelta.
*
- Maurizio Molinari: Chiunque venga in Iran percepisce immediatamente l'energia delle donne. Il loro carattere e' una peculiarita' del Paese. Dove si origina?
- Azar Nasifi: L'Iran ha una storia antica che va indietro fino alla cultura romana. Gli iraniani sono un mix culturale, ma restano fedeli all'immagine dell'Iran nella sua interezza, l'Iran preislamico e post-islamico. Questo gli da' un senso di identita'. Attraverso i secoli, per esempio, gli iraniani hanno continuato a festeggiare il Capodanno secondo la tradizione zoroastriana. All'inizio Khomeini e gli altri leader religiosi provarono a dire che era sbagliato. Ma gli iraniani non hanno ascoltato. E infatti si festeggia il 21 marzo, secondo il calendario zoroastriano e anche con piu' clamore, proprio perche' il governo diceva che non si doveva fare. Questo sfidare il governo, non solo politicamente, ma in termini culturali e di identita' nazionale, va avanti da 43 anni.
*
- Maurizio Molinari: E ora come fa la rivolta a continuare?
- Azar Nafisi: Questa generazione, paradossalmente, e' quella dei figli della rivoluzione. Non hanno visto come era prima. Eppure, le loro mamme, nonne e bisnonne lo ricordano bene. E a casa vedono che ci sono due Iran, quello privato e quello pubblico imposto dalla Repubblica Islamica. E' questa giovane generazione che non vede futuro per se' stessa all'interno del sistema.
*
- Maurizio Molinari: Perche' il regime non riesce a domarla con la repressione?
- Azar Nafisi: Non riesce perche' l'unica lingua che usa e' la forza. Per questo regime, come per qualunque altro regime totalitario, riforme significa rivoluzione. Non possono cedere di un millimetro perche' poi si vorra' di piu' e di piu'. Non puoi essere un po' conciliante, devi essere totalitario. Vedono la loro sopravvivenza nell'eliminazione delle voci del popolo iraniano. Come ho gia' detto, questa non e' una lotta politica, ma esistenziale. Per il regime come per il popolo e' una lotta per la sopravvivenza. Se fosse stata solo una rivolta politica, sarebbe stato facile prendere i leader dei gruppi politici ed ucciderli.
*
- Maurizio Molinari: E invece e' una battaglia per i diritti...
- Azar Nafisi: L'Iran di oggi e' come il Sudafrica dell'apartheid. Il razzismo in Sudafrica era contro i neri, in Iran oggi e' contro le donne. Ci sono migliaia di persone che scendono in piazza e non puoi certo ucciderle tutte. E anche se ne uccidi qualcuna ce ne sono ancora altre. E in questo modo il regime sta spingendo se' stesso contro il muro. Non puo' farcela. Implodera' come avvenuto con il Sudafrica davanti alla sfida di Nelson Mandela.
*
- Maurizio Molinari: Come vede l'ondeggiare del regime? Parlano con voci diverse, fanno timide aperture ma poi tornano indietro. Che succede a Teheran?
- Azar Nafisi: Le contraddizioni ci sono state fin dall'inizio all'interno del regime e con le proteste delle donne ci sono state anche defezioni interne al regime. Anche queste crepe ricordano il Sudafrica dell'apartheid, quando l'elite bianca inizio' a dividersi.
*
- Maurizio Molinari: Come possono le democrazie aiutare le donne iraniane?
- Azar Nafisi: Parlando di loro. Perche' il regime gli dice in continuazione che sono sole, nessuno al mondo si interessa a loro. E' una guerra psicologica. Se l'opinione pubblica nei Paesi liberi parla di loro, compie l'opera piu' decisiva, importante. Non farle sentire sole. Per questo sono importanti eventi di solidarieta' come quello in programma domenica al Teatro Parenti di Milano che voi avete organizzato.
*
- Maurizio Molinari: Perche' alla fine degli anni Novanta lascio' l'Iran?
- Azar Nafisi: Avevo raggiunto il punto in cui non potevo restare, dovevo essere sincera con me stessa. Non potevo vivere con quella censura, mi faceva odiare me stessa. Compresi che venendo via avrei potuto avere un ruolo e dare voce all'altro Iran ma mi sono anche sentita in colpa. E cio' e' vero anche ora, perche' vivo al sicuro. Mentre queste giovani persone vengono uccise ogni giorno. Il mio cuore si spezza ogni giorno.

12. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO ADERISCE ALL'APPELLO RECANTE "SETTE PROPOSTE PER ESTENDERE ED INTENSIFICARE LA MOBILITAZIONE PER LA GRAZIA CHE RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER"

L'associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier".
Leonard Peltier e' l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente che da 47 anni e' detenuto innocente, condannato per crimini che non ha commesso in un processo-farsa basato su cosiddette "prove" e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi false, come hanno successivamente riconosciuto gli stessi accusatori e giudici.
La sua liberazione e' stata chiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco.
Milioni di persone ed autorevoli istituzioni di tutto il mondo chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Alleghiamo in calce il testo integrale dell'appello.
L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 18 dicembre 2022
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
* * *
Allegato: testo integrale dell'appello "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
Carissime e carissimi,
vi proponiamo sette iniziative per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' questo: in questo torno di tempo infatti sia negli Stati Uniti che a livello internazionale sta crescendo la mobilitazione, ottenendo nuove, ampie e rilevanti adesioni che possono finalmente trovare ascolto alla Casa Bianca, nelle cui mani e' il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier attraverso la concessione della grazia presidenziale.
*
1. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
La prima: scrivere a Biden e diffondere quanto piu' possibile la proposta di scrivere a Biden.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
*
2. Scrivere al sindaco di Roma
La seconda: scrivere al sindaco di Roma affinche' affinche' unisca la sua voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier. La voce del sindaco di una delle citta' piu' importanti del mondo puo' trovare favorevole ascolto sia presso la Casa Bianca che presso l'opinione pubblica non solo italiana ma internazionale.
Indirizzi di posta elettronica cui scrivere: segreteria_cg at comune.roma.it, donato.iannone at comune.roma.it, segreteriavcgv.debernardini at comune.roma.it, giorgio.piccarreta at comune.roma.it, pietropaolo.mileti at comune.roma.it, gianluca.viggiano at comune.roma.it, caterina.cordella at comune.roma.it, segreteria.direzionegac at comune.roma.it, accesso.semplice at comune.roma.it, ld.gabinetto at comune.roma.it, mariagrazia.tretola at comune.roma.it, seg.gen at comune.roma.it, laura.dimeglio at comune.roma.it, patrizia.bernardini at comune.roma.it, eufrasia.cogliandro at comune.roma.it, vicesindaco at comune.roma.it, assessorato.bilancio at comune.roma.it, assessorato.ambiente at comune.roma.it, assessorato.rifiuti at comune.roma.it, assessoratodecentramento at comune.roma.it, assessoratopersonale at comune.roma.it, assessorato.politichesociali at comune.roma.it, assessorato.cultura at comune.roma.it, assessorato.sviluppoeconomico at comune.roma.it, assessorato.pariopportunita at comune.roma.it, assessorato.sport at comune.roma.it, assessorato.turismo at comune.roma.it, assessorato.grandieventi at comune.roma.it, assessorato.mobilita at comune.roma.it, assessoratoallascuola at comune.roma.it, assessoratolavoroformazione at comune.roma.it, assessorato.infrastrutture at comune.roma.it, assessorato.urbanistica at comune.roma.it, tiziana.marrone at comune.roma.it, assessorato.patrimoniocasa at comune.roma.it, presidenza.assembleacapitolina at comune.roma.it,
Modello di lettera:
Egregio Sindaco di Roma,
sicuramente conoscera' gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente sapra' anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricordera' anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Gia' lo scorso anno, su nostra sollecitazione, molti sindaci italiani (tra cui quelli di citta' importanti come Aosta, Bologna, Palermo, Pesaro...) espressero il loro sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Sarebbe di grande importanza che anche il Sindaco del Comune di Roma volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarla di voler anche lei richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
3. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani
La terza: scrivere alle ed ai parlamentari italiani affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari sono disponibili nel sito del Senato e della Camera (www.senato.it e www.camera.it).
Modello di lettera:
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
4. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo
La quarta: scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, proseguendo nell'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 e rinnovato nel 2021 dal compianto Presidente David Sassoli.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari europei sono disponibili nel sito del Parlamento Europeo (www.europarl.europa.eu).
Modello di lettera:
Egregie ed egregi parlamentari europei,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento Europeo volesse ancora una volta unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
5. Scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee"
La quinta: scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" per far sentire direttamente la nostra solidarieta' a chi e' piu' vicino a Leonard Peltier e coordina la mobilitazione per la sua liberazione
Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
*
6. Scrivere direttamente a Leonard Peltier
La sesta: scrivere direttamente a Leonard Peltier.
L'indirizzo e': Leonard Peltier, #89637-132, USP Coleman I, P.O. Box 1033, Coleman, FL 33521.
Possono essere inviate solo lettere postali.
Ovviamente le lettere devono essere adeguate alla situazione. Possono bastare anche poche parole.
*
7. Costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier
La settima: costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier.
Ovviamente una rete senza gerarchie o primazie, policentrica e plurale, in cui possano impegnarsi insieme persone provenienti da tutte le culture, le esperienze e le tradizioni.
Una rete di persone e realta' che si prefigga ad esempio di:
a) partecipare a iniziative comuni;
b) promuovere iniziative proprie, locali e non solo;
c) premere nonviolentemente sui media, locali e non solo, affinche' diano notizia della vicenda di Leonard Peltier e delle iniziative per la sua liberazione;
d) premere nonviolentemente sulle rappresentanze democratiche (istituzioni, associazioni, forze politiche e sindacali, esperienze della cultura e della solidarieta'...), locali e non solo, affinche' si impegnino per la liberazione di Leonard Peltier.
*
E' ovvio che tutte le iniziative che proponiamo devono essere rigorosamente nonviolente, coerentemente con il fine dell'iniziativa: ottenere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Se necessaria, varia documentazione utile, in inglese e in italiano, puo' essere richiesta scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, un forte abbraccio dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 9 dicembre 2022
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.

13. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- AA. VV., Umano, troppo umano, volume monografico di "Domino. Rivista sul mondo che cambia", n. 9, dicembre 2022, G.O.L., Milano 2022, pp. 144, euro 10.
*
Riletture
- Bertolt Brecht, Scritti sulla letteratura e sull'arte, Einaudi, Torino 1973, 1975, pp. XVIII + 348.
*
Riedizioni
- Aldo Tollini, Lo zen. Storia, scuole, testi, Einaudi, Torino 2012, Rcs, Milano 2022, pp. 612, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

15. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4695 del 26 dicembre 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com