[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 624



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 624 del 10 novembre 2022

In questo numero:
1. Solo la nonviolenza
2. Tre tesi
3. Un appello ai capigruppo parlamentari delle forze politiche democratiche della XIX legislatura per un impegno corale del Parlamento italiano per la liberazione di Leonard Peltier
4. Omero Dellistorti: Dalla casa dei morti: la collanina (il seguito del seguito di un seguito)

1. L'ORA. SOLO LA NONVIOLENZA

Occorrerebbe fare qualcosa per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo. Cosa possiamo fare?
Molto possiamo fare, scegliendo la nonviolenza.
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Occorrerebbe fare qualcosa per contrastare la segregazione e la schiavitu' in Italia. Cosa possiamo fare?
Molto possiamo fare, scegliendo la nonviolenza.
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Occorrerebbe fare qualcosa per abolire i lager libici. Cosa possiamo fare?
Molto possiamo fare, scegliendo la nonviolenza.
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Occorrerebbe fare qualcosa per fermare la guerra. Cosa possiamo fare?
Molto possiamo fare, scegliendo la nonviolenza.
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Occorrerebbe fare qualcosa per sostenere le donne afgane e iraniane in lotta. Cosa possiamo fare?
Molto possiamo fare, scegliendo la nonviolenza.
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Occorrerebbe fare qualcosa per contrastare il disastro climatico. Cosa possiamo fare?
Molto possiamo fare, scegliendo la nonviolenza.
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Solo la nonviolenza difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e il mondo vivente dalla catastrofe.

2. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

3. REPETITA IUVANT. UN APPELLO AI CAPIGRUPPO PARLAMENTARI DELLE FORZE POLITICHE DEMOCRATICHE DELLA XIX LEGISLATURA PER UN IMPEGNO CORALE DEL PARLAMENTO ITALIANO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Ai capigruppo parlamentari delle forze politiche democratiche della XIX legislatura
Oggetto: proposta di un impegno corale del Parlamento italiano nel richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, da 47 anni detenuto innocente
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
sicuramente conoscerete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente saprete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di voler essere promotori di un impegno corale del Parlamento italiano nel richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
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In calce alleghiamo alcuni minimi materiali informativi:
1. L'appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli del 2021
2. La risoluzione del Parlamento Europeo del 1999
3. Un estratto dal documento dell'Onu del 2022 che chiede la liberazione di Leonard Peltier
4. La risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022
5. Una minima notizia biografica su Leonard Peltier
6. Una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
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Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, vogliate gradire cordiali saluti,
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 30 ottobre 2022
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Da alcuni mesi e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: negli ultimi 16 mesi il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.
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Indice degli allegati
1. L'appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli del 2021
2. La risoluzione del Parlamento Europeo del 1999
3. Un estratto dal documento dell'Onu del 2022 che chiede la liberazione di Leonard Peltier
4. La risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022
5. Una minima notizia biografica su Leonard Peltier
6. Una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
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1. L'appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli del 2021
Il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 ha espresso pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
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2. La risoluzione del Parlamento Europeo del 1999
Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
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3. Un estratto dal documento dell'Onu del 2022 che chiede la liberazione di Leonard Peltier
Human Rights Council
Working Group on Arbitrary Detention
Opinions adopted by the Working Group on Arbitrary Detention at its ninety-third session, 30 March–8 April 2022
Opinion No. 7/2022 concerning Leonard Peltier (United States of America)
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1. The Working Group on Arbitrary Detention was established in resolution 1991/42 of the Commission on Human Rights. In its resolution 1997/50, the Commission extended and clarified the mandate of the Working Group. Pursuant to General Assembly resolution 60/251 and Human Rights Council decision 1/102, the Council assumed the mandate of the Commission. The Council most recently extended the mandate of the Working Group for a three-year period in its resolution 42/22.
2. In accordance with its methods of work (1), on 10 December 2021 the Working Group transmitted to the Government of the United States of America a communication concerning Leonard Peltier. The Government replied to the communication on 11 February 2022. The State is a party to the International Covenant on Civil and Political Rights.
3. The Working Group regards deprivation of liberty as arbitrary in the following cases:
(a) When it is clearly impossible to invoke any legal basis justifying the deprivation of liberty (as when a person is kept in detention after the completion of his or her sentence or despite an amnesty law applicable to him or her) (category I);
(b) When the deprivation of liberty results from the exercise of the rights or freedoms guaranteed by articles 7, 13, 14, 18, 19, 20 and 21 of the Universal Declaration of Human Rights and, insofar as States parties are concerned, by articles 12, 18, 19, 21, 22, 25, 26 and 27 of the Covenant (category II);
(c) When the total or partial non-observance of the international norms relating to the right to a fair trial, established in the Universal Declaration of Human Rights and in the relevant international instruments accepted by the States concerned, is of such gravity as to give the deprivation of liberty an arbitrary character (category III);
(d) When asylum seekers, immigrants or refugees are subjected to prolonged administrative custody without the possibility of administrative or judicial review or remedy (category IV);
(e) When the deprivation of liberty constitutes a violation of international law on the grounds of discrimination based on birth, national, ethnic or social origin, language, religion, economic condition, political or other opinion, gender, sexual orientation, disability, or any other status, that aims towards or can result in ignoring the equality of human beings (category V).
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(...)
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Disposition
101. In the light of the foregoing, the Working Group renders the following opinion:
The deprivation of liberty of Leonard Peltier, being in contravention of articles 2, 7 and 9 of the Universal Declaration of Human Rights and articles 2 (1), 9 and 26 of the International Covenant on Civil and Political Rights, is arbitrary and falls within categories III and V.
102. The Working Group requests the Government of the United States to take the steps necessary to remedy the situation of Mr. Peltier without delay and bring it into conformity with the relevant international norms, including those set out in the Universal Declaration of Human Rights and the International Covenant on Civil and Political Rights.
103. The Working Group considers that, taking into account all the circumstances of the case, including the risk to Mr. Peltier's health, the appropriate remedy would be to release Mr. Peltier immediately and accord him an enforceable right to compensation and other reparations, in accordance with international law (48). In the current context of the COVID-19 pandemic and the threat that it poses in places of detention, the Working Group calls upon the Government to take urgent action to ensure the immediate release of Mr. Peltier.
104. The Working Group urges the Government to ensure a full and independent investigation of the circumstances surrounding the arbitrary detention of Mr. Peltier and to take appropriate measures against those responsible for the violation of his rights.
105. In accordance with paragraph 33 (a) of its methods of work, the Working Group refers the present case to the Special Rapporteur on torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment, the Special Rapporteur on the right of everyone to the enjoyment of the highest attainable standard of physical and mental health, the Independent Expert on the enjoyment of all human rights by older persons, and the Special Rapporteur on the rights of indigenous peoples, for appropriate action.
106. The Working Group requests the Government to disseminate the present opinion through all available means and as widely as possible.
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Follow-up procedure
107. In accordance with paragraph 20 of its methods of work, the Working Group requests the source and the Government to provide it with information on action taken in follow-up to the recommendations made in the present opinion, including:
(a) Whether Mr. Peltier been released and, if so, on what date;
(b) Whether compensation or other reparations have been made to Mr. Peltier;
(c) Whether an investigation has been conducted into the violation of Mr. Peltier's rights and, if so, the outcome of the investigation;
(d) Whether any legislative amendments or changes in practice have been made to harmonize the laws and practices of the United States with its international obligations in line with the present opinion;
(e) Whether any other action has been taken to implement the present opinion.
108. The Government is invited to inform the Working Group of any difficulties it may have encountered in implementing the recommendations made in the present opinion and whether further technical assistance is required, for example through a visit by the Working Group.
109. The Working Group requests the source and the Government to provide the abovementioned information within six months of the date of transmission of the present opinion. However, the Working Group reserves the right to take its own action in follow-up to the opinion if new concerns in relation to the case are brought to its attention. Such action would enable the Working Group to inform the Human Rights Council of progress made in implementing its recommendations, as well as any failure to take action.
110. The Working Group recalls that the Human Rights Council has encouraged all States to cooperate with the Working Group and has requested them to take account of its views and, where necessary, to take appropriate steps to remedy the situation of persons arbitrarily deprived of their liberty, and to inform the Working Group of the steps they have taken (49).
[Adopted on 30 March 2022]
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4. La risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022
The following Resolution will be considered by the Resolutions Committee at its meeting on September 8, 2022.
Submitted by:
Ruth Buffalo/ND
Patrick Hart/Chair/ND
Kari Breker/Vice Chair/ND
Adam Goldwyn/ND
Clara Pratte/AZ
Resolution to Consider an Award of Executive Clemency for Leonard Peltier
WHEREAS, Democrats have sought to use clemency powers to secure the release of those serving unduly long or unjust prison sentences; and
WHEREAS, the Obama administration commuted the sentences of more than 1,700 people serving unjust sentences after a thorough review of their individual cases and the Biden administration has so far used clemency powers for more than 75 individuals serving unjust sentences as part of a broader strategy to make the criminal justice system more fair; and
WHEREAS, the Biden administration, under the direction of Secretary Deb Haaland, is leading a historic investigation into the lasting social impacts - such as, historical and intergenerational trauma - of the federal Indian boarding school system that separated Mr. Peltier from his family at a young age; and
WHEREAS, Mr. Peltier is 77 years old, and has served more than 45 years in federal prison - at least five years solitary confinement - in numerous prisons across the United States; and
WHEREAS, Leonard Peltier is Native American, elderly and suffers from severe health conditions, including diabetes and a lethal abdominal aortic aneurysm; life ending if ruptured; and
WHEREAS, The Department of Justice (DOJ) has issued a national response to the COVID-19 pandemic authorizing the Federal Bureau of Prisons (BOP) to release elderly inmates and those with underlying health conditions from federal prisons; Mr. Peltier is imprisoned at the Coleman Federal Correctional Complex in Florida and qualifies for early release under BOP guidelines; and
WHEREAS, Mr. Peltier was convicted and sentenced to two consecutive life sentences in 1977 for the murders of Federal Bureau of Investigation (FBI) agents Ronald Williams and Jack Coler, killed on June 26, 1975, during a confrontation with members of the American Indian Movement (AIM) on the Pine Ridge Indian reservation; Joseph Stuntz, a 23-year-old member of the Coeur d'Alene Tribe, was also killed that day, and his death was never investigated; and
WHEREAS, Mr. Peltier was extradited from Canada based on false statements of an alleged eye witness who later retracted her testimony; and
WHEREAS, many evidentiary and procedural irregularities arose during Mr. Peltier's prosecution, such as alleged key eyewitness to the shootings later retracting testimony disclosing threats against the eyewitness and family by the FBI; and
WHEREAS, a 1980 Freedom of Information Act ruling revealed to Mr. Peltier's lawyers the prosecution withheld evidence that might have impacted Mr. Peltier's case; and
WHEREAS, although legal experts have criticized the trial for its failed due process, appeals for presidential consideration of clemency by distinguished Americans and justice organizations have had no success; and
WHEREAS, this further diminishes American Indians' faith in the criminal justice system throughout the country; and
WHEREAS, hundreds of tribal nations have supported early release and clemency Mr. Peltier's throughout the years, and the Turtle Mountain Band of Chippewa, of which Mr. Peltier is a member, has offered housing, elderly support, and reintegration services upon Mr. Peltier's release; and
WHEREAS, petitions for Mr. Peltier's release are widespread and urgent, including those who once were part of the 1977 criminal prosecution and former U.S. Attorney James H. Reynolds, having garnered over 275,000 signatures on a petition requesting President Biden grant Mr. Peltier clemency; and
WHEREAS, Amnesty International, a global human rights organization with over 10 million members, supporters, and activists worldwide, continues the call for Mr. Peltier's release to this day; and
WHEREAS, Mr. Peltier has overwhelming support from internationally respected champions of human rights, including the late Nelson Mandela, His Holiness the Dalai Lama, Mikhail Gorbachev, Mary Robinson, former President of Ireland and United Nations High Commissioner for Human Rights, the European Parliament, the Belgian Parliament, the Italian Parliament, the Kennedy Memorial Center for Human Rights, the Rev. Jesse Jackson, Rigoberta Menchu, seven Nobel Peace Prize Laureates (including Archbishop Desmond Tutu and Shirin Ebadi), Rage Against the Machine, Pete Seeger, Carlos Santana, Harry Belafonte, Gloria Steinem, and Robert Redford, representing but a fraction of those who recognize the injustice imposed upon Mr. Peltier; and
WHEREAS, the National Caucus of Native American State Legislators, tribal nation leaders, and the National Congress of American Indians, within our representative states and beyond, have demanded Mr. Peltier's clemency and release;
THEREFORE, BE IT RESOLVED, that the DNC platform states that the President should use clemency powers "to secure the release of those serving unduly long sentences;" and
BE IT FURTHER RESOLVED, that given the overwhelming support for clemency, the constitutional due process issues underlying Mr. Peltier's prosecution, his status as an elderly inmate, and that he is an American Indian, who suffer from greater rates of health disparities and severe underlying health conditions, Mr. Peltier is a good candidate to be granted mercy and leniency; and
BE IT FURTHER RESOLVED, that it is highly appropriate that consideration of clemency for Mr. Peltier be prioritized and expedited, so that Mr. Peltier can return to his family and live his final years among his people.
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5. Una minima notizia biografica su Leonard Peltier
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
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6. Una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.

4. NUOVE STORIE CRUDELI. OMERO DELLISTORTI: DALLA CASA DEI MORTI: LA COLLANINA (IL SEGUITO DEL SEGUITO DI UN SEGUITO)

In caserma mi avevano detto che un testimone oculare, che era di sicuro Felicetto lo Scardafone, aveva detto che mi aveva visto sgozzare la Lisetta e poi buttarla nel burrone.
L'avvocato che era venuto subito appena gli avevo telefonato aveva detto che non dovevo dichiarare niente se non "mi protesto innocente" ed io innocente mi protestai. Poi mi portarono al gabbio.
*
Al gabbio e' come fuori, solo che non lavori e ti mantiene lo stato. E che non puoi uscire e ti rompi le scatole tutto il giorno finche' qualcuno non ti porta le sigarette e qualche cosa da leggere. Io mi sa che ho letto tutti i libri che ho letto mentre stavo al gabbio. Per questo dico che ci aveva ragione il compagno Pajetta che diceva che aveva fatto l'universita' a Civitavecchia.
*
Il giorno dopo venne a trovarmi la mogliaccia mia.
- Ch'hai fatto Ciarro', ch'ai fatto stavolta?
- Gnente, gnente.
- Come gnente Ciarro', hai ammazzato 'na cristiana hai ammazzato.
- Ma non che nun l'ho ammazzata, n'e' vero gnente.
. Io lo sapevo che a forza d'anna' co' le donnacce succedeva un guaio, io lo sapevo.
- Nun e' successo gnente. Me l'hai portate le sigarette?
- Sine, eccole.
- E da legge?
- Si' ma me l'hanno levato e dicono che te lo danno poi loro.
- Vabbe', e i fiji?
- Stanno bene.
- E allora va tutto bene, tanto esco presto che so' innocente.
- Come l'altre volte.
- Come l'altre volte, si'.
- Ma perche' l'hai ammazzata, perche'?
- Nun l'ho ammazzata.
- Perche', perche'?
- Nun l'ho ammazzata e mo' vattene.
Se ne ando'. Piagnendo. Piagneva sempre. Io non la sopporto la gente che piagne sempre. Sara' perche' so' uno che la gente la fa piagne.
*
Il giorno dopo venne a colloquio l'avvocato.
- Allora, me lo dici ch'e' successo?
- Niente.
- Hanno trovato le impronte tue.
- Che?
- Le impronte delle dita tue sul corpo della Preconcetti.
- Impossibile.
- Pero' le hanno trovate.
- Sono tutte fesserie.
- Pero' ci sono le impronte tue.
- Ma dove?
- Sul corpo.
- Sul corpo dove?
- Le scarpe e le caviglie.
- Intanto le scarpe non sono parte del corpo umano ma un utensile a fine di protezione del piede e conseguente efficientamento dell'umana locomozione.
- Ma la pianti di fare il buffone?
- E poi che c'entrano le caviglie con lo sgozzamento?
- Sono le uniche impronte trovate sul cadavere.
- Avvoca', io non l'ho ammazzata.
- Guarda che se ti devo difendere bisogna che mi ci fai capire qualche cosa.
- Non l'ho ammazzata.
- Non e' questo il punto adesso, il punto adesso e' com'e' che ci sono le impronte tue.
- E che ne so?
- Ti ci ho tirato sempre fuori dalla galera, si' o no?
- Si'.
- E allora lasciami lavorare.
- E chi dice niente.
- Ma per poter lavorare devo sapere che cavolo hai combinato.
- Non ho combinato niente.
- E le impronte?
- E che ne so?
- Guarda che cosi' non ti posso aiutare.
- Magari non sono le mie.
- Guarda che sono le tue.
- E anche fossero? E' un delitto toccare le caviglie di una donna?
- E' un delitto sgozzarla.
- E infatti io non l'ho sgozzata.
- E chi l'ha sgozzata?
- E che ne so? Io non c'ero.
- E le caviglie quando le hai toccate?
- E chi si ricorda?
- Prima o dopo che era morta?
- E che ne so?
- Il dottore dice dopo morta.
- E che ne sa il dottore?
- Guarda che cosi' ti condannano per omicidio.
- A me?
- A te.
- Non l'ho ammazzata io.
- E allora chi?
- E che ne so?
- Gianrocco, mo' basta con le fesserie, eh.
- E' quello che dico io.
- No, lo dico io.
- Lo dico pure io.
- Allora ricominciamo.
- E ricominciamo.
E questo e' quello che l'avvocato disse.
La Lisetta era stata ammazzata la notte tra lunedi' e martedi' con una rasoiata sul collo che glielo aveva mezzo segato. Le uniche impronte erano le mie, sulle scarpe e le caviglie, belle nitide. Dalle tracce sul terreno era evidente che l'avevo trascinata e buttata nello strapiombo.
- Mo' dimme qualche cosa d'utile.
- Intanto non e' uno strapiombo ma una scarpatella.
- Falla finita.
- Nun l'ho ammazzata io.
- Dimmi qualcosa di utile, per favore, senno me ne vo' e poi ti lascio al difensore d'ufficio.
- Vabbe', l'ho trovata morta per strada e per non schiacciarla l'ho scostata ed e' finita nel burrone.
- Per non schiacciarla con che, che tu la macchina non ce l'hai.
- Ero su un camion con degli amici.
- E che ci facevate sul camion?
- Tornavamo a casa.
- Dopo aver fatto che?
- Niente.
- Niente?
- Niente. E' la verita'.
- Quanti amici?
- Due.
- Sono stati loro ad ucciderla?
- No.
- Sicuro?
- Sicuro. Siamo stati sempre insieme.
- Possono testimoniare in tuo favore?
- Non penso proprio che vogliano essere coinvolti.
- Dimmi chi sono che ci parlo io.
- La regola e' che non si fanno nomi.
- Se non avete fatto niente...
- Non si fanno nomi e basta, e' la regola delle regole.
- Fregatene della regola.
- Non posso fregarmene, io sto qua dentro e se infrango la regola delle regole duro poco. Qua dentro non si scherza su certe cose, non e' come la' fuori.
- E' stata una trappola?
- Come?
- Una trappola. Per incastrarti.
- Non credo. Non lo so. Potrebbe anche, pero' non penso.
- Nel burrone ce l'hai buttata tu.
- Quale burrone, e' una scarpatella.
- Nel burrone ce l'hai buttata tu, si' o no?
- E' cascata, io l'ho solo spostata sul ciglio della strada.
- Ce l'hai buttata tu.
- E allora?
- Per capire. Ce l'hai buttata tu.
- Vabbe'. E allora?
- Come minimo gia' e' occultamento di cadavere.
- Ma quale occultamento, che da sopra si vede tutto. E' una scarpatella, si vede tutto. Nessun occultamento.
- E allora che e'?
- E che ne so, l'avvocato sei tu.
- Stavolta e' tosta.
- Apposta t'ho chiamato quando m'hanno portato in caserma.
- Vedremo che si puo' fare. Intanto dimmi chi sono i due che erano con te.
- Non possumus.
- Perche'?
- Perche' non posso, fidati. Te l'ho spiegato prima, no?
- Certo che non mi aiuti ad aiutarti.
- Un aiuto te lo do', grosso come una casa: ti dico chi e' l'assassino.
- E chi e'?
- Felicetto Scardamoni detto Scardafone.
- Cioe' quello che ti accusa.
- Certo.
- E come lo sai?
- Perche' quando l'ho buttata giu' nella scarpata lui non c'era. E allora come faceva a sapere che stava li'?
- E che ne sai?
- Se c'era lo vedevo, ma io non l'ho visto.
- Ma lui dice che ti ha visto.
- E dov'era?
- Li' vicino.
- E che ce stava a fa'?
- Passava.
- A quell'ora di notte?
- Non era piu' notte e a quell'ora lui ci passa sempre li' che va a lavorare.
- Bum.
- Cosi' ha detto.
- Bum.
- A verbale.
- Bum.
- Che bum e bum, questa e' una testimonianza.
- Si', di uno fascista, infame e spia che ha pure ammazzato la moglie. E che mi ha pure dato fuoco alla bottega, per dirsela tutta. Te lo dovresti ricordare, no?
- E pero' e' una testimonianza.
- Che si smonta in quattro e quattr'otto, avvoca'.
- Ma non c'e' solo la testimonianza.
- Ah no?
- Intanto ci sono le impronte.
- Che pero' con lo sgozzamento non c'entrano.
- Sono le uniche impronte trovate, e sono le tue.
- Parapaponzi.
- Le impronte e la testimonianza, Gianrocco.
- Parapaponziponzippero.
- La smetti di fare il pagliaccio?
- Papapaponziponzippa'.
- E poi ci sono le altre testimonianze.
- Che?
- Le altre testimonianze.
- Hai detto che era una sola.
- Che dice che ti ha visto ammazzare la Preconcetti si', ma hanno interrogato pure tua moglie.
- E che c'entra lei?
- Ha detto che la notte tra lunedi' e martedi' non eri a casa.
- E allora? Ero al bar, sto sempre al bar la notte quando non rientro a casa.
- Hanno interrogato pure il barista e gli avventori che erano li' la notte tra lunedi' e martedi', e tutti hanno detto che tu non c'eri.
- 'Sti giuda.
- Cosi' hanno detto.
- 'Sti giuda maledetti.
- C'eri o non c'eri?
- No che non c'ero, non c'ero no, te l'ho gia' detto dov'ero. Pero' 'sti giuda dovevano dire che c'ero, non si tradiscono gli amici.
- E poi c'e' la collanina.
- Che?
- La collanina della Preconcetti. I carabinieri hanno perquisito casa tua e l'hanno trovata nel cassetto del comodino tuo.
- Non e' vero.
- E' a verbale.
- Non e' vero, ce l'hanno messa loro.
- E' a verbale.
- Io non ho preso nessuna collanina. La Lisetta l'ho solo buttata nella scarpata per non doverla schiacciare col camion. Un gesto umanitario.
- Pero' la collanina l'hanno trovata a casa tua, nel cassetto del comodino tuo.
- Io non ho preso nessuna collanina.
- Ma l'hai capito o no quanto sei messo male?
- Mo' l'ho capito si', 'sti giuda.
- Adesso me lo dici chi erano gli altri due sul camion con te? E' l'unico alibi possibile.
- No che non te lo dico.
- Eravate andati a fare un lavoretto, no?
- Si', ma non l'abbiamo fatto.
- E perche'?
- Perche' il camion si e' fermato, pioveva a dirotto, abbiamo perso un sacco di tempo, poi abbiamo capito che mancava la benzina, abbiamo aspettato che spiovesse, poi uno e' andato a prendere la benzina con una tanica al distributore piu' vicino che erano comunque bei chilometri e quando e' tornato ormai era troppo tardi per il lavoretto cosi' abbiamo girato per tornare al paese. Amen.
- E per strada avete trovato il cadavere della Preconcetti.
- Preciso sputato.
- E per non investirlo sei sceso, l'hai presa per le caviglie, l'hai trascinato sul ciglio e l'hai buttata di sotto, nel precipizio.
- Non era un precipizio, era una scarpatella. Il resto e' verita'.
- Non regge.
- Lo so, la verita' non regge mai.
- E la collanina a casa tua?
- Ce l'hanno portata i carabinieri, sicuro come una messa.
- Tua moglie dice di no, che l'aveva gia' vista prima che arrivassero i carabinieri.
- Che?
- Cosi' ha detto, e' a verbale.
- Come se non lo sapessi come li fanno i verbali.
- Lo so pur'io come fanno i verbali, ma gliel'ho chiesto pur'io a tua moglie e ha detto anche a me che la collanina era li', e che lei l'aveva gia' vista prima che arrivassero i carabinieri.
- Allora m'hanno proprio incastrato.
- Se non sei stato tu, mi sa di si'.
- Non sono stato io.
- E allora si', t'hanno incastrato. E adesso me lo dici chi c'era sul camion?
- None.
- E allora spiegami come faccio a difenderti.
- E che ne so, mica fo l'avvocato.
- Allora facciamo cosi', ci rivediamo domani sperando che la notte ti porti consiglio.
- La notte porta solo la crisi della presenza, avvoca'.
- E che significa?
- Niente, e' una cosa che ho letto una volta.
Si alzo' e se ne ando'. Fanno cosi' gli avvocati, che gliene frega a loro, loro pensano solo ai soldi. Come tutti. Pero' mi lascio' un stecca di sigarette, una scatola di minerva e un giallo che ci aveva dentro la cartella, che gli avvocati ci hanno sempre 'ste cartelle belle zeppe di ogni bendidio; era un giallo che parlava di quello che nottetempo per le fumose vie di Londra sventrava il gentil sesso a ripetizione. Bel regalo, si'. Ma meglio di niente.
*
In cella eravamo in due ma quell'altro era uno tranquillo. Per fortuna.
La catenina. La catenina. Che oltretutto gliel'avevo regalata io alla Lisetta.
Adesso bisognava ragionare. E ragionare alla svelta.
(Segue)

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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 624 del 10 novembre 2022
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