[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 606



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 606 del 23 ottobre 2022

In questo numero:
1. Contro la guerra, contro il fascismo
2. A Vetralla (Vt) si e' svolta una veglia di meditazione per la pace
3. Dichiarazione di adesione alle manifestazioni per la pace promosse da "Europe for Peace" e da innumerevoli movimenti della societa' civile il 21, 22 e 23 ottobre e il 5 novembre
4. Manifesto delle centonovanta parole
5. PeaceLink, "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, Movimento Nonviolento: 4 novembre: non festa ma lutto
6. Numerosi incontri con societa' civile ed istituzioni, grande partecipazione ed intensa commozione in occasione della visita in Italia della delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee"
7. Omero Dellistorti: La rimpatriata

1. L'ORA. CONTRO LA GUERRA, CONTRO IL FASCISMO

Contro la guerra, contro il fascismo, occorre la politica della nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. REPETITA IUVANT. A VETRALLA (VT) SI E' SVOLTA UNA VEGLIA DI MEDITAZIONE PER LA PACE

Aderendo all'appello promosso da "Europe for Peace" a promuovere iniziative per la pace, dalla sera e fino alla notte inoltrata di venerdi' 21 ottobre a Vetralla (Vt) si e' svolta una veglia silenziosa di meditazione per la pace.
Alla veglia ha preso parte anche il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo.
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L'appello promosso da "Europe for Peace" chiede innanzitutto l'immediato "cessate il fuoco" e l'avvio di trattative di pace che mettano fine alle stragi in Ucraina.
All'appello hanno aderito numerosissime associazioni della societa' civile.
Le iniziative per la pace promosse da "Europe for Peace" si svolgeranno in tutte le citta' italiane il 21, 22 e 23 ottobre; il 5 novembre si terra' una manifestazione nazionale a Roma.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. REPETITA IUVANT. DICHIARAZIONE DI ADESIONE ALLE MANIFESTAZIONI PER LA PACE PROMOSSE DA "EUROPE FOR PEACE" E DA INNUMEREVOLI MOVIMENTI DELLA SOCIETA' CIVILE IL 21, 22 E 23 OTTOBRE E IL 5 NOVEMBRE

Circostanze particolari mi impediscono di partecipare personalmente alle manifestazioni per la pace promosse da "Europe for Peace", dalla "Rete italiana per la pace e il disarmo" e da innumerevoli movimenti della societa' civile il 21, 22 e 23 ottobre in tante citta' d'Italia e il 5 novembre a Roma.
Ma a tutte queste iniziative esprimo la mia persuasa adesione e il mio pieno sostegno. E unisco la mia voce a quella di tante e tanti nell'invitare alla partecipazione ogni persona di volonta' buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione sollecita del bene comune dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Si levi la voce dell'umanita' per chiedere a tutti i governi del mondo di cessare di uccidere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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La guerra in corso in Ucraina, come tutte le guerre, sta mietendo ogni giorno nuove vittime. Ogni giorno altri esseri umani vengono uccisi. E ancor oggi nessun governo sembra disposto a impegnarsi per fermare questa ecatombe.
Ciechi e sordi fin qui i governi, sia la voce dell'umanita' intera a chiedere: cessate il fuoco.
Ciechi e sordi fin qui i governi, sia la voce dell'umanita' intera a chiedere: si avviino immediatamente negoziati di pace.
Ciechi e sordi fin qui i governi, sia la voce dell'umanita' intera a chiedere: pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti; soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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La guerra e' nemica dell'umanita' poiche' sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.
Ed e' flagrante il rischio che le guerre in corso - in Ucraina e in tante altre parti del mondo - possano intensificarsi ed estendersi fino a divenire guerre atomiche.
Ogni persona senziente e pensante sa che un conflitto atomico puo' distruggere l'intera civilta' umana.
Occorre abolire la guerra prima che la guerra annienti l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Per far cessare le stragi, per far cessare la criminale follia della guerra, per la salvezza comune dell'umanita' e del mondo vivente, ogni persona ed ogni popolo della Terra faccia sentire la sua voce.
Pace, solidarieta', condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e di tutti i beni.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. REPETITA IUVANT. MANIFESTO DELLE CENTONOVANTA PAROLE

1. Poiche' sembra che di fronte alla guerra, divoratrice di esseri umani, nessun governo si stia adoperando per far cessare la carneficina, occorre che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi di adoperarsi per la fine delle stragi, per la pace che salva le vite, per il ritorno al rispetto del primo diritto di ogni essere umano: il diritto a non essere ucciso, il diritto a una vita degna.
2. Poiche' tutte e tutti facciamo parte dell'unica umana famiglia che vive in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera e del quale siamo tutte e tutti insieme parte e custodi, e' responsabilita' personale e primaria di ogni essere umano agire per far cessare tutte le guerre, tutte le stragi, tutte le uccisioni.
3. Con questa persuasione partecipiamo ed invitiamo a partecipare alle manifestazioni per la pace che si terranno in ogni citta' d'Italia il 21, 22 e 23 ottobre, ed il 5 novembre a Roma.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

5. INIZIATIVE. PEACELINK, "CENTRO DI RICERCA PER LA PACE" DI VITERBO, MOVIMENTO NONVIOLENTO: 4 NOVEMBRE: NON FESTA MA LUTTO

4 novembre: non festa ma lutto
Proponiamo che il 4 novembre si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, di ieri e di oggi.
Le commemorazioni devono essere un solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze:
per ridurre drasticamente le spese militari, per abolire le testate nucleari, per fermare le fabbriche di armi.
18 ottobre 2022
PeaceLink - "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo - Movimento Nonviolento
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Vogliamo prevenire le guerre di domani. Siamo contro le guerre di oggi. Non dimentichiamo le guerre di ieri.
Le guerre di oggi sono combattute con le armi costruite ieri. Le armi costruite oggi alimenteranno le guerre di domani.
Il disarmo, a partire da noi stessi (disarmo unilaterale), e' la strategia per costruire la pace.
Fare memoria delle guerre del passato e' doveroso per non ripetere gli stessi tragici errori.
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Domenica 5 novembre si terra' a Roma una grande manifestazione per la pace, promossa dal cartello "Europe for Peace", alla quale parteciperemo. Sara' una manifestazione popolare e di popolo che chiede: "Cessate il fuoco subito - Negoziato per la pace - Mettiamo al bando le armi nuclari - Solidarietà con le vittime di tutte le guerre".
Il giorno precedente, 4 novembre, ricorre l'anniversario della fine della Prima guerra mondiale, una "inutile strage" come disse il Pontefice di allora.
Tante altre "inutili stragi" seguirono, fino alla odierna strage in Ucraina. E' la guerra nel cuore dell'Europa, che prosegue da allora.
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La data del 4 novembre viene celebrata con continuita' dal fascismo fino ad oggi, per richiamare l'unita' dell'Italia sotto il segno della guerra e dell'esercito. "Giornata dell'Unita' Nazionale e delle Forze Armate" nell'anniversario della fine di un tragico conflitto che costò al nostro paese un milione e duecentomila morti (600.000 civili e 600.000 militari): per la prima volta nella storia a morire a causa della guerra non furono solo i militari al fronte, ma in pari numero i civili vittime di bombardamenti o di stenti, malattie, epidemie causate dalla guerra stessa.
Vogliamo ricordare e onorare quei morti rinnovando l'impegno contro ogni guerra e la sua preparazione, dunque contro le guerre di oggi, contro le armi costruite per le guerre di domani. Solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise.
Meno armi piu' difesa della vita, ridurre drasticamente le spese militari e devolvere i fondi per abolire la fame, la poverta', l'inquinamento del pianeta.
Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che gravano sul bilancio dello stato italiano.
Per questo sosteniamo la richiesta che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari.
Per questo sosteniamo la Campagna "Un'altra difesa e' possibile", che prevede l'istituzione di un Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Pace, disarmo, smilitarizzazione. Tutela della vita degli umani e della Terra.
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Proponiamo che il 4 novembre si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perché convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Solo la pace salva le vite. Salvare le vite e' il primo dovere.
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Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax: 0458009803, e-mail: an at nonviolenti.org, siti: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, abruzzo at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
per contatti: e-mail: centropacevt at gmail.com, web: mailing list nonviolenza at peacelink.it

6. REPETITA IUVANT. NUMEROSI INCONTRI CON SOCIETA' CIVILE ED ISTITUZIONI, GRANDE PARTECIPAZIONE ED INTENSA COMMOZIONE IN OCCASIONE DELLA VISITA IN ITALIA DELLA DELEGAZIONE DELL'"INTERNATIONAL LEONARD PELTIER DEFENSE COMMITTEE"

Si e' svolta dal primo ottobre 2022 la visita in Italia della delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" composta da tre prestigiose donne native americane, Carol Gokee, Lona Knight e Jean Roach, che guidano la campagna internazionale per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 47 anni detenuto innocente.
- Carol Gokee, Anishinabe, ha diretto l'"International Leonard Peltier Defense Committee" ed e' attualmente la coordinatrice del "Rise Up Tour" che visitera' vari paesi europei ed incontrera' l'Onu a Ginevra. Impegnata da sempre per i diritti umani di tutti gli esseri umani, protettrice della Madre Terra, ha dedicato la sua vita a difendere i diritti e sostenere le lotte delle popolazioni indigene di tutto il mondo.
- Lona Knight, Lakota, e' discendente di Jackson Kills Whiteman che fu uno dei pochi sopravvissuti al massacro di Wounded Knee del 1890; la sua famiglia allevava cavalli da rodeo nella riserva del fiume Cheyenne; lavora come formatrice e terapista occupandosi di traumi e lutti profondi.
- Jean Roach, Lakota, e' attuale condirettrice dell'International Leonard Peltier Defense Committee ed e' una storica militante dell'American Indian Movement; madre e nonna, e' una delle superstiti dello scontro a fuoco del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge.
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Prolungato il periodo in Italia della delegazione per poter effettuare piu' incontri con societa' civile ed istituzioni
La delegazione, impegnata in un tour nei principali paesi europei, proveniva da Ginevra, dove aveva incontrato l'Onu, la cui struttura giuridica ad hoc ha esaminato la vicenda di Leonard Peltier concludendo con la richiesta della sua immediata liberazione.
In Italia la delegazione ha visitato varie citta' ed incontrato personalita', movimenti, associazioni, realta' accademiche, mezzi d'informazione, forze sindacali e politiche, autorevoli rappresentanti istituzionali.
Il periodo di visita in Italia e' stato prolungato di alcuni giorni per consentire di effettuare un maggior numero di incontri in considerazione del grande interesse riscontrato e delle molte richieste di incontro da parte di associazioni ed istituzioni.
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Leonard Peltier, detenuto innocente da 47 anni, attivista, testimone e simbolo della lotta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra
Nel corso degli incontri e' stata illustrata la vicenda di Leonard Peltier e sono state illustrate anche le lotte ambientaliste e per i diritti umani in cui i nativi americani sono attualmente impegnati.
Nelle attuali lotte nonviolente negli Stati Uniti d'America e in Canada in difesa del mondo vivente e dei diritti umani di tutti gli esseri umani l'approccio profondamente ecologista e la leadership femminile e femminista del movimento dei nativi americani e' di esempio e di guida per tutte le persone sollecite del bene comune dell'umanita'.
Leonard Peltier, detenuto innocente da 47 anni, e' per il mondo intero un simbolo delle lotte dei popoli nativi e dell'umanita' intera contro ogni genocidio, contro ogni etnocidio, contro ogni ecocidio.
Leonard Peltier, detenuto innocente da 47 anni, e' per il mondo intero un simbolo delle lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
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Il mondo intero chiede la liberazione di Leonard Peltier
Leonard Peltier deve essere liberato: non solo perche' e' anziano e malato, ma anche e soprattutto perche' e' innocente dei delitti per cui e' stato condannato in un processo-farsa fondato su cosiddette "prove" dimostratesi false e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi altrettanto false. Lo stesso pubblico ministero che ne ottenne illo tempore la condanna ha successivamente riconosciuto la fallacia e la falsita' delle cosiddette "prove" e delle cosiddette "testimonianze" e lo scandaloso errore giudiziario commesso, ed ha scritto personalmente al Presidente degli Stati Uniti chiedendo la liberazione di Leonard Peltier.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', papa Francesco e il Dalai Lama.
Un anno fa l'indimenticabile Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli fece un appello pubblico - che ebbe grande rilevanza internazionale - per la concessione della grazia presidenziale da parte del Presidente degli Stati Uniti d'America.
Del resto l'intero Parlamento Europeo fin dal secolo scorso, con due risoluzioni del 1994 e del 1999, aveva gia' chiesto la liberazione dell'illustre attivista nativo americano.
Sempre lo scorso anno hanno sottoscritto l'appello per la liberazione di Leonard Peltier anche i sindaci di varie citta' italiane, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.
Alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu ha anch'essa chiesto la liberazione di Peltier.
Infine, un mese fa, l'8 settembre 2022, l'intero Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America ha chiesto all'unanimita' al Presidente Biden l'atto di grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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La grande novita' della presa di posizione unanime del partito democratico degli Stati Uniti d'America nel chiedere al Presidente Biden di concedere la grazia a Leonard Peltier
Sono sempre piu' numerosi ed autorevoli gli appelli al Presidente statunitense Biden affinche' conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Sottolineiamo particolarmente che l'8 settembre 2022 si e' aggiunto anche il voto unanime del Comitato nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America (il partito cui appartiene lo stesso presidente Biden).
Pertanto dall'Onu al Parlamento Europeo, alla maggioranza democratica del Congresso USA, la richiesta della grazia per Leonard Peltier e' ormai condivisa non solo da innumerevoli persone di volonta' buona di tutto il mondo, non solo da importantissime associazioni della societa' civile, non solo dai movimenti di liberazione, per i diritti umani e per la difesa della biosfera, ma anche dalle istituzioni piu' rappresentative. Il presidente statunitense non puo' non tenerne conto.
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Ancora un appello
Valorizzando la presenza in Italia della prestigiosa delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" invitiamo ancora una volta ogni persona di volonta' buona, ogni esperienza della societa' civile, ogni associazione democratica, ogni istituzione sollecita del bene comune dell'umanita' a far sentire la sua voce ed unirsi alla corale richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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In calce alleghiamo la seguente documentazione essenziale:
1. Una minima notizia biografica su Leonard Peltier
2. Una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
3. La risoluzione del Parlamento Europeo del 1999
4. L'appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli del 2021
5. La risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022
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Per informazioni e contatti
Per interviste (in inglese) con l'"International Leonard Peltier Defense Committee" e con la delegazione che visitera' l'Europa in queste settimane: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
Per ulteriori informazioni e contatti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per informazioni e contatti con le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Nota a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 7 ottobre 2022
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Da alcuni mesi e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: negli ultimi 16 mesi il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.
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1. Una minima notizia biografica su Leonard Peltier
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
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2. Una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
* * *
3. La risoluzione del Parlamento Europeo del 1999
Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
* * *
4. L'appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli del 2021
Il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 ha espresso pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
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5. La risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022.
The following Resolution will be considered by the Resolutions Committee at its meeting on September 8, 2022.
Submitted by:
Ruth Buffalo/ND
Patrick Hart/Chair/ND
Kari Breker/Vice Chair/ND
Adam Goldwyn/ND
Clara Pratte/AZ
Resolution to Consider an Award of Executive Clemency for Leonard Peltier
WHEREAS, Democrats have sought to use clemency powers to secure the release of those serving unduly long or unjust prison sentences; and
WHEREAS, the Obama administration commuted the sentences of more than 1,700 people serving unjust sentences after a thorough review of their individual cases and the Biden administration has so far used clemency powers for more than 75 individuals serving unjust sentences as part of a broader strategy to make the criminal justice system more fair; and
WHEREAS, the Biden administration, under the direction of Secretary Deb Haaland, is leading a historic investigation into the lasting social impacts - such as, historical and intergenerational trauma - of the federal Indian boarding school system that separated Mr. Peltier from his family at a young age; and
WHEREAS, Mr. Peltier is 77 years old, and has served more than 45 years in federal prison - at least five years solitary confinement - in numerous prisons across the United States; and
WHEREAS, Leonard Peltier is Native American, elderly and suffers from severe health conditions, including diabetes and a lethal abdominal aortic aneurysm; life ending if ruptured; and
WHEREAS, The Department of Justice (DOJ) has issued a national response to the COVID-19 pandemic authorizing the Federal Bureau of Prisons (BOP) to release elderly inmates and those with underlying health conditions from federal prisons; Mr. Peltier is imprisoned at the Coleman Federal Correctional Complex in Florida and qualifies for early release under BOP guidelines; and
WHEREAS, Mr. Peltier was convicted and sentenced to two consecutive life sentences in 1977 for the murders of Federal Bureau of Investigation (FBI) agents Ronald Williams and Jack Coler, killed on June 26, 1975, during a confrontation with members of the American Indian Movement (AIM) on the Pine Ridge Indian reservation; Joseph Stuntz, a 23-year-old member of the Coeur d'Alene Tribe, was also killed that day, and his death was never investigated; and
WHEREAS, Mr. Peltier was extradited from Canada based on false statements of an alleged eye witness who later retracted her testimony; and
WHEREAS, many evidentiary and procedural irregularities arose during Mr. Peltier's prosecution, such as alleged key eyewitness to the shootings later retracting testimony disclosing threats against the eyewitness and family by the FBI; and
WHEREAS, a 1980 Freedom of Information Act ruling revealed to Mr. Peltier's lawyers the prosecution withheld evidence that might have impacted Mr. Peltier's case; and
WHEREAS, although legal experts have criticized the trial for its failed due process, appeals for presidential consideration of clemency by distinguished Americans and justice organizations have had no success; and
WHEREAS, this further diminishes American Indians' faith in the criminal justice system throughout the country; and
WHEREAS, hundreds of tribal nations have supported early release and clemency Mr. Peltier's throughout the years, and the Turtle Mountain Band of Chippewa, of which Mr. Peltier is a member, has offered housing, elderly support, and reintegration services upon Mr. Peltier's release; and
WHEREAS, petitions for Mr. Peltier's release are widespread and urgent, including those who once were part of the 1977 criminal prosecution and former U.S. Attorney James H. Reynolds, having garnered over 275,000 signatures on a petition requesting President Biden grant Mr. Peltier clemency; and
WHEREAS, Amnesty International, a global human rights organization with over 10 million members, supporters, and activists worldwide, continues the call for Mr. Peltier's release to this day; and
WHEREAS, Mr. Peltier has overwhelming support from internationally respected champions of human rights, including the late Nelson Mandela, His Holiness the Dalai Lama, Mikhail Gorbachev, Mary Robinson, former President of Ireland and United Nations High Commissioner for Human Rights, the European Parliament, the Belgian Parliament, the Italian Parliament, the Kennedy Memorial Center for Human Rights, the Rev. Jesse Jackson, Rigoberta Menchu, seven Nobel Peace Prize Laureates (including Archbishop Desmond Tutu and Shirin Ebadi), Rage Against the Machine, Pete Seeger, Carlos Santana, Harry Belafonte, Gloria Steinem, and Robert Redford, representing but a fraction of those who recognize the injustice imposed upon Mr. Peltier; and
WHEREAS, the National Caucus of Native American State Legislators, tribal nation leaders, and the National Congress of American Indians, within our representative states and beyond, have demanded Mr. Peltier's clemency and release;
THEREFORE, BE IT RESOLVED, that the DNC platform states that the President should use clemency powers "to secure the release of those serving unduly long sentences;" and
BE IT FURTHER RESOLVED, that given the overwhelming support for clemency, the constitutional due process issues underlying Mr. Peltier's prosecution, his status as an elderly inmate, and that he is an American Indian, who suffer from greater rates of health disparities and severe underlying health conditions, Mr. Peltier is a good candidate to be granted mercy and leniency; and
BE IT FURTHER RESOLVED, that it is highly appropriate that consideration of clemency for Mr. Peltier be prioritized and expedited, so that Mr. Peltier can return to his family and live his final years among his people.

7. QUASI UN'ALLEGORIA. OMERO DELLISTORTI: LA RIMPATRIATA

I.
Ero entrato in pasticceria per comprarmi diecimilalire di paste. Quando sono troppo triste faccio cosi', mi compro diecimilalire di paste, vo a mettermi su una panchina e me le pappo tutte una dopo l'altra finche' non sono finite.
Diecimilalire di paste. Io fo cosi'.
Ero appena entrato che uno che stava seduto a un tavolino mi dice: "Ciampico', ma sei mica tu?".
A me mi e' sempre scocciato che mi chiamano Ciampicone. Pero' c'era un sacco di gente perche' era una pasticceria famosa e c'era sempre un sacco di gente, cosi' non dissi niente.
E quello, invece di piantarla, dice un'altra volta: "Ciampico', ma sei tu o no?".
Cosi' mi tocco' girarmi perche' si erano girati tutti quelli che stavano li'.
Era Ghijottino, che lo chiamavano cosi', via, che lo capite da soli perche' lo chiamavano cosi'.
- E allora?, dico io.
- Che non mi riconosci?, dice lui.
- Certo che t'ho riconosciuto, ma e' da cafoni dire i nomi della gente.
- Ah.
- Eh.
- E che ci fai qui?
- Che si fa in una pasticceria?
- No, dicevo che fai qui a Milano.
- Compro le paste, no?
- Questo lo vedo. In pasticceria...
- Appunto.
- Mica mica che ci hai cinque minuti?
- No.
- Si' che ce li hai, e' che non mi vuoi dare soddisfazione.
- Adesso sono impegnato.
- E che impegno ci hai, uno che sta a comprare le paste in pasticceria che impegno ci ha?
- L'impegno di comprare le paste in pasticceria.
- Dicevo dopo.
- Dopo che?
- Dopo che hai comprato le paste.
- Sono impegnato.
- A strafogarti le paste.
- Bravo, vedi che se ci pensi ci arrivi.
Intanto la gente che era li' ci guardavano tutti e si divertivano. La gente e' proprio scema, si diverte con niente e non lo sa quello che rischia.
*
II.
A me se c'e' una cosa che non mi va di fare e' andare nei negozi a comprare le cose.
La spesa la faccio sempre al supermercato che non devi dire niente a nessuno, fai tutto da te, arrivi alla cassa, paghi, esci, ecchissenefrega.
Invece mia moglie mi aveva fatto una barba cosi' a dire che dovevo comprare le paste per il compleanno della Ninetta che poi sarebbe la fijaccia nostra che altro che le paste, le frustate col sale e l'aceto si meriterebbe per tutti i guai che ci ha fatto passare la Ninetta nostra.
Pero' mia moglie l'aveva fatta lunga come la camicia de Meo e alla fine per non doverle scoppiare la capoccia mi era toccato andarci a comprarle 'ste paste della malora, che oltretutto mi piacciono pure a me cosi' me le scelgo e poi sono sicuro che ci sono quelle giuste, che la cosa peggio delle paste e' quando le comprano gli altri e comprano sempre quelle sbagliate che a me non mi sconfinferano. La gente non capisce proprio un colpo. Un colpo, non lo capisce. La gente e' cosi'.
E allora ero li' in quella bottega, che poi era la piu' rinomata di Milano che gia' a me di stare a Milano mi fa schifo che io mica sono milanese ma ci sono dovuto venire per forza perche' e' una citta' bella grossa e se uno preferisce averci la sua praivaci la cosa meglio e' una citta' bella grossa che non ti conosce nessuno, non come al paese.
Insomma ero li'. E chi ti entra? Ciampicone. Che gli possa pigliare un colpo. Ciampicone qui a Milano.
Che facevo, facevo finta di niente? Uscivo senza comprare niente dopo che era mezz'ora che facevo la fila? Ero li' che non sapevo che fare quando una voce fa: "Ciampico', ma sei tu o no?".
Che mi fulmini un fulmine se non era la voce di Ghijottino. E che, tutto il paese s'era trasferito a Milano?
*
III.
Io veramente ero li' per Corvaccione. Che alla fine s'era saputo che stava a Milano. Uno fugge, fugge, ma alla fine lo riacchiappano sempre.
Corvaccione, che eravamo pure amici da fiji. E adesso invece m'avevano mandato a Milano per lui. Il lavoro e' lavoro.
Non e' che dovevo recuperare i soldi; vent'anni dopo che vuoi recuperare. Dovevo solo punire. Per l'esempio. L'esempio ci vuole senno' la societa' si disgrega. Mi avevano mandato li' per l'esempio, e io li' ero, che aspettavo il momento buono.
Era uscito di casa a piedi e a piedi lo avevo seguito. S'era ficcato dentro 'sta pasticceria che pareva il palazzo del duca tutte luci e vetrate e stava li' che faceva la fila, cosi' m'ero messo a ceccia e aspettavo, e intanto mi ero fatto portare un caffettino alla sinfaso' che qui a Milano non sanno fare neppure il caffe', figurarsi il resto. E' che sono restati barbari, mica come da noi che ci abbiamo avuto gli etruschi, la Magnagrecia e l'Impero romano.
Cosi' aspettavo tranquilo tranquillo e col cucchiaino giravo quello schifo di caffe' che io non me lo bevo neanche morto.
Quando vedo uno che mi pare di conoscerlo e infatti lo conoscevo perche' era Ciampicone. Li' per li' ci sono restato come un baccala', e allora senza pensarci un minuto ho detto: "Ciampico', ma sei tu o no?".
Ecco, e' cominciato tutto cosi'. Le cose grosse cominciano sempre cosi', come quelle piccole: per caso.

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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 606 del 23 ottobre 2022
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