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[Nonviolenza] Telegrammi. 4610
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4610
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Fri, 30 Sep 2022 17:29:37 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4610 del primo ottobre 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Opporsi sempre alla guerra, opporsi sempre a tutte le uccisioni
2. Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)
3. Stephanie Hedgecoke: Walk for Justice: Free Leonard Peltier
4. Daniela Bezzi: Rise Up Tour in difesa di Leonard Peltier: la tappa italiana comincia dalla Val Susa
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. L'ORA. OPPORSI SEMPRE ALLA GUERRA, OPPORSI SEMPRE A TUTTE LE UCCISIONI
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. REPETITA IUVANT. DIECI LIBRI PIU' UNO CHE SAREBBE BENE AVER LETTO PER CONOSCERE LA VICENDA DI LEONARD PELTIER (E QUALCHE ALTRO MINIMO SUGGERIMENTO BIBLIOGRAFICO)
Una premessa
In preparazione della visita in Italia nei primi giorni di ottobre della delegazione di tre prestigiose donne native americane, Carol Gokee, Lona Knight e Jean Roach, che rappresentano l'"International Leonard Peltier Defense Committee" e che guidano oggi la solidarieta' internazionale con Leonard Peltier, sara' utile far circolare alcune indicazioni bibliografiche utili per una conoscenza adeguata della figura, della vicenda e della testimonianza di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Carol Gokee, Anishinabe, ha diretto l'"International Leonard Peltier Defense Committee" ed e' attualmente la coordinatrice del "Rise Up Tour" che visitera' vari paesi europei ed incontrera' l'Onu a Ginevra. Impegnata da sempre per i diritti umani di tutti gli esseri umani, protettrice della Madre Terra, ha dedicato la sua vita a difendere i diritti e sostenere le lotte delle popolazioni indigene di tutto il mondo.
Lona Knight, Lakota, e' discendente di Jackson Kills Whiteman che fu uno dei pochi sopravvissuti al massacro di Wounded Knee del 1890; la sua famiglia allevava cavalli da rodeo nella riserva del fiume Cheyenne; lavora come formatrice e terapista occupandosi di traumi e lutti profondi.
Jean Roach, Lakota, e' attuale condirettrice dell'International Leonard Peltier Defense Committee ed e' una storica militante dell'American Indian Movement; madre e nonna, e' una delle superstiti dello scontro a fuoco del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge.
La parte italiana del tour europeo della delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" si svolgera' tra il primo e il 5 ottobre 2022 e fara' tappa in Valsusa, a Torino, a Milano e a Roma. Il comitato di accoglienza ha gia' organizzato diversi incontri pubblici.
Per informazioni e contatti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per informazioni e contatti con le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per interviste (in inglese) con l'"International Leonard Peltier Defense Committee" e con la delegazione che visitera' l'Europa in queste settimane: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
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Due pensieri di Leonard Peltier
Vorremmo preliminarmente riprodurre ancora una volta due estratti dall'autobiografia di Leonard Peltier.
La prima citazione e' la seguente: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'".
La seconda citazione e' la seguente: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
Vorremmo che chi si accinge a leggere quanto segue tenga costantemente presenti queste illuminanti riflessioni.
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Perche' questa minima bibliografia
Sulla vicenda di Leonard Peltier vi e' ancora non solo una grande ignoranza, ma anche una grande disinformazione.
Vi e' ovviamente la disinformazione consapevolmente diffusa da chi e' fautore - prezzolato o fanatico - della prosecuzione della violenza razzista, colonialista, rapinatrice, genocida, etnocida ed ecocida.
Ma vi e' anche la disinformazione di chi, pur animato dalle migliori intenzioni, si affida a fonti del tutto inaffidabili o largamente inadeguate.
Pertanto chi vuole adoperarsi per ottenere che a Leonard Peltier sia finalmente restituita la liberta', ha il dovere di informarsi adeguatamente.
Nelle ultime decadi del Novecento un punto di riferimento fondamentale (anche per chi scrive queste righe) e' stata l'eccellente rivista "Akwesasne Notes", di cui sarebbe piu' che opportuna una ristampa anastatica integrale.
In Italia uno storico punto di riferimento fin dagli anni '80 - e ancor oggi - e' la prestigiosa rivista "Tepee", promossa dal benemerito comitato di solidarieta' Soconas-Incomindios.
Sempre in Italia l'associazionismo solidale, le esperienze accademiche, il lavoro di studiosi e militanti - e di alcune case editrici - dagli anni '70 in poi ha prodotto e tradotto vari materiali (di assai diseguale taglio e valore, va da se') sulla cultura e sulle lotte dei nativi americani.
Le fonti migliori restano i libri: non le interviste, non gli articoli sui giornali o peggio ancora gli sproloqui sui social media (che novantanove volte su cento sono veramente l'equivalente delle chiacchiere al bar).
Sulla vicenda di Leonard Peltier sono stati tradotti in italiano i due libri fondamentali, dello stesso Leonard Peltier e di Peter Matthiessen, in edizioni da tempo esaurite; e vi e' una ancor utile sintesi degli anni Novanta.
Ma per un'adeguata contestualizzazione, e per i necessari aggiornamenti, occorre leggere anche alcuni altri libri purtroppo non ancora tradotti in italiano.
Su internet oltre il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" (www.whoisleonardpeltier.info) ve ne sono alcuni altri che presentano utili materiali ma nell'insieme non c'e' molto di adeguato ed aggiornato (ed anche il sito dell'ILPDC e' per piu' versi carente).
E' inaccettabile, omissiva, travisante e menzognera la ricostruzione proposta dall'Fbi dei tragici fatti del 26 giugno 1975 e delle successive vicende processuali nel suo sito (www.fbi.gov) con la denominazione di "Resmurs case (Reservation Murders)". Tale ricostruzione ha pero' ispirato o condizionato molti altri articoli presenti nella rete telematica, reca ovviamente anche alcuni importanti materiali documentari, e va quindi comunque letta, con il necessario discernimento.
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Undici libri che occorre aver letto
Tra i libri disponibili per conoscere la vicenda di Leonard Peltier alcuni sono di particolare rilevanza e la loro lettura costituisce tanta parte della "cassetta degli attrezzi" delle persone che si stanno impegnando per ottenere dal Presidente degli Stati Uniti d'America la grazia presidenziale che finalmente restituisca la liberta' a un uomo generoso e valoroso che e' divenuto il simbolo di tutti i popoli oppressi, vittima innocente di una persecuzione iniqua, illegale, disumana.
1. Per un'informazione introduttiva e sommaria e' ancora utile il libro di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
Semplice e chiaro, si legge agevolmente in poco tempo; la prima parte (pp. 17-92) ricostruisce la figura e la vicenda di Leonard Peltier, la seconda (pp. 95-155) presenta alcuni testi di Leonard Peltier; alle pp. 161-191 alcune riproduzioni a colori di sue opere pittoriche. Ha il pregio e il limite delle sintesi, e ovviamente non puo' tener conto dei fatti accaduti e delle ricerche e notizie emerse negli anni successivi alla sua pubblicazione.
2. Il libro fondamentale che e' semplicemente indispensabile aver letto e' quello scritto da Peter Matthiessen, che la vicenda di Leonard Peltier ricostruisce in modo assai dettagliato.
Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; la benemerita edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti cosicche' e' preferibile leggere l'edizione originale.
3. Ovviamente l'altro libro fondamentale e' quello scritto dallo stesso Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
E' un libro disponibile non solo in inglese, ma anche tradotto in francese, italiano, spagnolo e tedesco. L'edizione italiana e' esaurita da anni; quella inglese e' ancora agevolmente reperibile (come anche quelle spagnola e tedesca).
4. E' sempre utile il libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
E' anche disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
5. Semplicemente fondamentale ed indispensabile per la contestualizzazione e' il libro di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Ognuna delle voci di cui si compone reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento.
6 e 7. I due libri seguenti costituiscono di fatto un'opera unitaria articolata in due volumi, l'uno di ricostruzione storica e l'altro di ricostruzione documentaria:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022;
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
Sono due libri che occorre aver letto non solo in relazione alla persecuzione subita da Leonard Peltier, dall'American Indian Movement, dal Black Panther Party, ma anche per quanto rivelano della violenza razzista e assassina del sistema di potere dominante negli Stati Uniti d'America.
8. L'ottavo libro la cui lettura riteniamo semplicemente indispensabile e' opera di uno dei principali persecutori di Leonard Peltier, un agente speciale dell'Fbi che ebbe l'incarico di contrastare in tutti i modi l'Aim ed i suoi militanti.
E' il libro scritto da Joseph H. Trimbach e da suo figlio John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
Il libro mescola - talvolta abilmente e talaltra goffamente - verita' e mezze verita', illazioni e suggestioni, inganni e autoinganni, omissioni e ossessioni, menzogne e calunnie, al fine di sostenere la tesi che Leonard Peltier e' un assassino e l'Aim un'organizzazione terroristica.
Contiene anche molte pagine sincere e commosse, molti materiali di testimonianza personale dell'autore e di documentazione estratta dagli archivi dell'Fbi, ma tali pagine apprezzabili e tali pregevoli documentazioni sono purtroppo intrecciate a palesi sciocchezze, a interpretazioni tanto malevole quanto infondate, a enormita' scandalose. E' un libro che occorre aver letto attentamente mettendolo costantemente a confronto con gli altri libri che qui segnaliamo.
9. Ovviamente sarebbe anche opportuno avere una precisa nozione della storia del continente nordamericano dal punto di vista dei popoli nativi, e qui sovviene il bel libro di Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014, che nel 2015 e' stato premiato con l'"American Book Award".
10. Consigliamo anche un bel libro fotografico (ma con un adeguato commento scritto): Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
Il volume, di grande formato, e' aperto da una prefazione di Rigoberta Menchu', reca le fotografie di Dick Bancroft che fu presente a quasi tutte le iniziative piu' rilevanti dell'American Indian Movement, e i testi di Laura Waterman Wittstock che ricostruisce la storia e commenta i documenti fotografici con precisione e acutezza.
11. Per chi legge la lingua di Kant e di Goethe (e chi non la legge sarebbe bene l'apprendesse) c'e' un libro decisamente assai utile: Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
E' il libro piu' aggiornato, gli autori sono studiosi e militanti di grande impegno, l'opera e' strutturata in parte come panoramica ed in parte come zibaldone di materiali, molte le pagine di grande interesse; con un'apprezzabile cronologia alle pp. 3911-413, una buona bibliografia alle pp. 421-425, un ampio repertorio fotografico alle pp. 442-484.
Queste opere vanno lette tutte.
Ve ne sono poi molte altre su temi complementari e su aspetti particolari che meritano talora non solo di essere lette, ma studiate con la medesima acribia, e bastera' indicare qui qualche titolo in forma cursoria.
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Alcuni altri libri comunque utili
a) Ancora specificamente sulla vicenda di Leonard Peltier
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
Segnaliamo anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004.
Destinato a un pubblico giovanile e' l'agile libro di Elsa Solal, Leonard Peltier: Non au massacre du peuple indien, Actes Sud, Arles 2011, 2017.
b) Sulla storia delle esperienze piu' rilevanti delle organizzazioni dei nativi americani dagli anni successivi alla seconda guerra mondiale fino all'emergere dei nuovi movimenti alla fine degli anni Sessanta cfr. Daniel M. Cobb, Native Activism in Cold War America: The Struggle for Sovereignty, University Press of Kansas, Lawrence 2008.
c) Sulla storia delle lotte degli anni Settanta e particolarmente su tre momenti-chiave, l'occupazione di Alcatraz, il "Sentiero dei trattati infranti" con la conclusiva occupazione del Bia a Washington, l'occupazione e l'assedio di Wounded Knee, cfr. Paul Chaat Smith and Robert Allen Warrior, Like a Hurricane. The Indian Movement from Alcatraz to Wounded Knee, The New Press, New York 1996, 1997.
Altri libri assai utili sono:
- Vine Deloria Jr., We Talk, You Listen. New Tribes, New Turf, Macmillan, New York 1970, University of Nebraska Press - Bison Books, Lincoln and London 2007.
- Vine Deloria Jr., Behind the Trail of Broken Treaties: An Indian Declaration of Independence, Dell Publishing, New York 1974, University of Texas Press, Austin 1985.
- Bruce Johnson e Roberto Maestas, Wasi'chu. The Continuing Indian War, Monthly Review Press, New York and London 1979.
Una sintesi introduttiva, essenziale, semplice e chiara e' nel libro Troy R. Johnson, Red Power: The Native American Civil Rights Movement, Chelsea House, New York 2007.
A nostro avviso restano letture imprescindibili anche tutte le opere di Ward Churchill.
Specificamente sulla storia dell'American Indian Movement occorre ovviamente leggere anche i libri autobiografici dei suoi principali leader:
- Dennis Banks (con Richard Erdoes), Ojibwa Warrior. Dennis Banks and the Rise of the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 2005;
- Russell Means (con Marvin J. Wolf), Where White Men Fear to Tread. The autobiography of Russell Means, St. Martin's Griffin, New York 1995.
Ma cfr. anche almeno:
- Mary Crow-Dog (con Richard Erdoes), Donna Lakota. la mia vita di Sioux, Tropea, Milano 1997.
Ed ovviamente Leonard Crow Dog e Richard Erdoes, Crow Dog. Four generations of medicine men, Harper Perennial, New York 1996.
E sono da leggere anche i libri di e su alcune altre figure di uomini di spiritualita' che sono stati partecipi delle lotte considerate; alcuni di questi libri sono stati tradotti anche in italiano:
- Thomas E. Mails, Fools Crow. Capo cerimoniale dei Sioux Teton, Xenia, Milano 1997.
- Thomas E. Mails, Fools Crow: saggezza e potere, Edizioni Il punto d'incontro, Vicenza 2001.
- Harvey Arden (a cura di), Nobile Uomo Rosso, Il punto d'incontro, Vicenza 2002.
- Archie Fire Lame Deer e Richard Erdoes, Il dono del potere. Vita e insegnamenti di un uomo-medicina lakota, Edizioni Il punto d'incontro, Vicenza 2018.
- Steve Wall and Harvey Arden, Wisdomkeepers: Meetings with Native American Spiritual Elders, Atria Books - Beyond Words, New York-London-Toronto-Sydney - Hillsboro 2006.
Sulle lotte in difesa delle Colline Nere cfr. anche almeno Jeffrey Ostler, The Lakotas and the Black Hills. The Struggle for Sacred Ground, Viking Penguin, New York 2010.
Sulle persecuzioni subite dal movimento dei nativi americani e particolarmente dall'Aim cfr. anche almeno:
- Rex Weyler, Blood of the Land. The Government and Corporate War against the American Indian Movement, Random House, New York 1982, 1984;
- Kenneth S. Stern, Loud Hawk. The United States versus the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 1994, Red River Books, 2002.
Sulla terribile vicenda dell'uccisione di Anna Mae Aquash cfr. Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
Ma naturalmente e' ancora utile anche leggere il vecchio libro di Johanna Brand, L'Fbi contro l'American Indian Movement. Vita e morte di Anna Mae Aquash, Xenia, Milano 1997 (la traduzione italiana e' tarda rispetto alla pubblicazione originale del 1978, e comunque precedente al successivo processo svoltosi nei primi anni Duemila).
d) Sulle fondamentali lotte ambientali odierne guidate dai popoli nativi americani cfr. almeno:
- Winona LaDuke, All Our Relations. Native struggles for Land and Life, South End Press, Cambridge, Massachusetts, 1999, poi Haymarket Books, Chicago 2015.
- Nick Estes, Our History Is the Future. Standing Rock Versus the Dakota Access Pipeline, and the Long Tradition of Indigenous Resistance, Verso, London-New York 2019;
- Dina Gilio-Whitaker, As Long as Grass Grows. The Indigenous Fight for Environmental Justice, from Colonization to Standing Rock, Beacon Press, Boston 2019.
e) Sulla attuale e ormai pluridecennale leadership femminile e femminista del movimento dei nativi americani dopo che negli anni '70 in alcuni settori militanti si ebbero palesi derive maschiliste e militariste dagli esiti assai nocivi e fin tragici (derive provocate e indotte dalla violenza razzista persecutoria e assassina, dalla provocazione sistematica e dalla penetrante infiltrazione corruttrice e disgregatrice da parte dell'Fbi - il caso eclatante di Douglas Durham e' la punta del'iceberg - e dell'intero apparato fascista e razzista scatenato contro il movimento dei nativi americani) vi sono non solo alcuni eccellenti lavori saggistici ma anche poetici e narrativi.
E' la leadership femminile e femminista che ha consentito i piu' grandi progressi nella lotta dei nativi americani in questi ultimi decenni.
Per un avvio cfr. Barbara Alice Mann (a cura di), Daughters of Mother Earth: The Wisdom of Native American Women, Praeger, Westport - London 2006.
Un libro prezioso e' quello di Roxanne Dunbar-Ortiz and Dina Gilio-Whitaker, "All the Real Indians Died Off". And 20 Other Myths About Native Americans, Beacon Press, Boston 2016.
Ma sono da leggere almeno anche tutte le opere di Winona LaDuke.
E naturalmente sono da leggere anche le opere poetiche e narrative delle molte eccellenti scrittrici native americane.
Una buona panoramica e' nel libro di Laura Coltelli, Parole fatte d'alba. Gli scrittori indiani d'America raccontano, Castelvecchi, Roma 1995.
A mero titolo d'esempio segnaliamo, tra molte altre autrici e molte altre opere le seguenti:
- Joy Harjo, How We Became Human. New and Selected Poems: 1975–2001, W. W. Norton & Company, New York - London 2004.
- Leslie Marmon Silko, La vena turchese, Ibis, Como-Pavia 2018.
- Louise Erdrich, Il guardiano notturno, Feltrinelli, Milano 2021.
f) Una buona sintesi della riflessione oggi in corso nel movimento e' nel libro di Nick Estes, Melanie K. Yazzie, Jennifer Nez Denetdale, David Correia, Red Nation Rising. From Bordertown Violence to Native Liberation, PM Press, Oakland, California, 2021.
g) Per l'inquadramento storico sono inoltre sempre utili anche:
- Howard Zinn, Storia del popolo americano, Il Saggiatore, Milano, 2017 (un libro ormai classico del 1980 piu' volte aggiornato e ristampato).
- Aram Mattioli, Mondi perduti. Una storia dei nativi nordamericani. 1700-1910, Einaudi, Torino 2019, 2021.
- David E. Stannard, Olocausto americano. La conquista del Nuovo Mondo, Bollati Boringhieri, Torino 2001, 2021.
Ma ovviamente sulla conquista del'America cfr. anche le opere di Noam Chomsky, Giulio Girardi e Tzvetan Todorov. E naturalmente il capolavoro di Eduardo Galeano, Memoria del fuoco, Sansoni, Firenze 1989-1991.
Un classico sullo sguardo ciecamente razzista dei colonizzatori e' il libro di Elemire Zolla, I letterati e lo sciamano, Bompiani, Milano 1969, 1978.
Per la concettualizzazione e' ancora fondamentale il capolavoro di Jack D. Forbes, Columbus and other Cannibals, Seven Stories Press, New York 2008 (la prima edizione e' del 1979).
Fondamentali sono anche molti libri di Vine Deloria Jr.
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Una minima postilla su alcuni libri che hanno avuto una ricezione particolarmente significativa in Italia
- John G. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi, Milano 1968, Mondadori, Milano 1973, 1977.
- Alce Nero, La sacra pipa, Rusconi, Milano 1986, 1993.
- Raymond J. DeMaille (a cura di), Il sesto antenato. I testi originali e gli insegnamenti di Alce Nero, Xenia, Milano 1996.
- Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Mondadori, Milano 1972, 1977.
- Vine Deloria jr., Custer e' morto per i vostri peccati, Jaca Book, Milano 1972, 1977.
- Stan Steiner, Uomo bianco scomparirai, Jaca Book, Milano 1977, 1994.
- N. Scott Momaday, Casa fatta di alba, Guanda, Milano 1979, pp. 208, ora anche in una nuova edizione presso Black Coffee, Firenze 2022.
- Messaggio degli Irochesi al mondo occidentale. Per un risveglio della coscienza, la Fiaccola, Ragusa 1986, 1989.
- Franco Meli (a cura di), Parole nel sangue. Poesia indiana americana contemporanea, Mondadori, Milano 1991.
Tra i libri in italiano che davano conto delle nuova consapevolezza e delle nuove lotte dei nativi americani negli anni Settanta segnaliamo particolarmente i seguenti:
- Diana Hansen (a cura di), Indiani d'America. Identita' e memoria collettiva nei documenti della nuova resistenza indiana, Savelli, Roma 1977.
- Nando Minnella, Michele Morieri, Indani oggi. La Resistenza indiana oggi: documenti e testimonianze. Con una "Guida ai campeggi nelle Riserve indiane", Gammalibri, Milano 1981.
- Bruno Bouchet (a cura di), Wovoka. Il messaggio rivoluzionario dei nativi americani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982.
Negli ultimi decenni del Novecento la casa editrice Rusconi pubblicava due prezione collane: "La sacra pipa" e "Dalla parte degli indiani" (centrate l'una sulla spiritualita' e l'altra prevalentemente su figure ottocentesche della Resistenza indiana).
Benemerita nello stesso torno di tempo anche la casa editrice Mursia.
La casa editrice milanese Xenia sul finire del Novecento ha pubblicato vari libri dedicati agli indiani d'America, di cui alcuni di grande interesse.
La casa editrice vicentina Il punto d'incontro ha pubblicato in questi ultimi vent'anni molti libri dedicati soprattutto alla spiritualita' dei nativi americani in una collana ad hoc.
Vi sono oggi varie case editrici - perlopiu' di nicchia - che pubblicano letteratura dei nativi americani in eccellenti edizioni.
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Una minima postilla sitografica
Al sito gia' indicato dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": wwww.whoisleonardpeltier.info, aggiungiamo qui alcuni altri siti utili in italiano: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
Segnaliamo infine che i fascicoli del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo (che dal giugno dello scorso anno ha promosso l'iniziativa che ha suscitato moltissime adesioni all'appello per la liberazione di Leonard Peltier da parte di personalita', movimenti, associazioni ed istituzioni - tra cui quella rilevantissima del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli - e che ha pubblicato un'ingente mole di materiale di documentazione su Leonard Peltier in inglese e in italiano, diffondendo anche in Italia i piu' qualificati interventi apparsi sulla stampa americana e i piu' rilevanti documenti di istituzioni americane, europee ed internazionali) sono disponibili nel sito di Peacelink: www.peacelink.it
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Congedo
Fermamoci qui.
E' una panoramica minima, certo, e molti altri testi potrebbero essere aggiunti; ma una nota bibliografica e' bene sia breve se si vuole sperare che venga letta e utilizzata (ovvero possibilmente induca qualche persona a procurarsi e studiare almeno qualcuno dei libri segnalati).
Naturalmente molte sono le letture possibili, ma per conoscere la vicenda di Leonard Peltier almeno i dieci libri piu' uno che abbiamo segnalato sopra occorrerebbe averli letti attentamente e tenerli ben presenti.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye oyasin.
3. DOCUMENTAZIONE. STEPHANIE HEDGECOKE: WALK FOR JUSTICE: FREE LEONARD PELTIER
[Dal sito www.workers.org riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 22 settembre 2022]
The American Indian Movement (AIM) Grand Governing Council held a rally Aug. 31 in Cedar Field Park, Minneapolis, to launch a 15-week march to demand President Joe Biden release Indigenous political prisoner, Native elder Leonard Peltier. The "Leonard Peltier's Walk to Justice" left Minneapolis for the 2,5 month march, which will arrive in Washington, D.C. Nov. 18. Rallies are planned in cities along the way. (See map: tinyurl.com/43du3dv4)
Leonard Peltier, Anishinaabe and Dakota, a member of the Turtle Mountain Band of Chippewa, who turned 78 years old Sept. 11, is recognized around the world as a political prisoner; Peltier was nominated for the 2007 Nobel Peace Prize. He has been in prison now for 46 years for a crime he did not commit. In violation of its own statutes, the U.S. government has repeatedly refused him parole.
The U.S. suppressed hundreds of thousands of pages of documents which would indicate Peltier's innocence, including ballistic evidence, in a June 1975 shoot-out at Pine Ridge Reservation in South Dakota. Two FBI agents opened fire on a tiny village, while children, elders and adults slept in their homes. In the resulting firefight, Joseph Bedell Stuntz, Lakota AIM member, and the two agents died. U.S. prosecutors publicly admitted that they do not know who actually fired the shots that killed the agents.
"The day of the shoot-out in 1975, the FBI created a narrative that some super soldier killed two FBI agents," Dr. Nick Estes of The Red Nation said to the Minneapolis rally. "They don't tell you that the vast majority of people at that shoot-out were under the age of 18." (tinyurl.com/3pcc6rsv)
An international effort grew to seek legal clemency in 1993, after all court venues to obtain his release were exhausted. In 1994 the FBI issued a memorandum outline to counter that campaign, according to Leonard Peltier Defense Council spokespersons. Former U.S. Attorney General Ramsey Clark used blunt words to describe Peltier's trial and conviction: "There was no evidence that he did it, except fabricated, circumstantial evidence, overwhelmingly misused, concealed and perverted."
Former U.S. Attorney James Reynolds, who was the government's prosecutor in Peltier's trial, sent a letter to then-President Barack Obama to urge clemency. In the letter, Reynolds argued for Peltier's Clemency Petition "as being in the best interests of justice considering the totality of all matters involved."
Worldwide supporters who have called for freedom for Leonard Peltier include Nelson Mandela and Bishop Desmond Tutu, Rev. Jesse Jackson, Coretta Scott King, Harry Belafonte, Pete Seeger, the National Congress of American Indians, Amnesty International, a working group of the U.N. Human Rights Council and thousands of activists.
4. DOCUMENTAZIONE. DANIELA BEZZI: RISE UP TOUR IN DIFESA DI LEONARD PELTIER: LA TAPPA ITALIANA COMINCIA DALLA VAL SUSA
[Dal sito www.serenoregis.org riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 29 settembre 2022]
Jean Roach, Lona Knight, Carol Goeke: sono le tre native americane che con i loro gonnelloni colorati, le valigie piene di merchandising e volantini e una rete straordinaria di supporters in tutta Europa stanno viaggiando dal 12 settembre per una tournee di sensibilizzazione che hanno chiamato Rise Up Tour ovvero Insorgiamo: tra Francia dove il sostegno e' particolarmente forte, e poi Austria, Svizzera, Germania, passando presto anche dall'Italia (dal 1 al 5 ottobre), per ribadire una volta di piu' la richiesta di clemenza per Leonard Peltier, che si trova da 47 anni detenuto per un crimine che non puo' essergli imputato, come hanno concluso le svariate indagini e processi nel corso degli anni (ne abbiamo scritto su questa stesso sito verso la fine del giugno scorso).
Tutte e tre hanno ruoli di responsabilita' all'interno dell'International Leonard Peltier Defense Committee (ILPDC) e una significativa storia alle spalle.
Jean Roach, della tribu' dei Sioux, attivista storica dell'American Indian Movement, e' una sopravvissuta di quegli stessi incidenti di Oglala (l'uccisione di due agenti dell'FBI, oltre a un dimostrante nativo) per i quali venne poi incarcerato Leonard Peltier.
Lona Knight, della tribu' dei Lakota, vanta un bis bis nonno, Jackson Kills Whiteman, che fu tra i pochi sopravvissuti al massacro di Wounded Knee e la famiglia in cui e' nata era dedita fino a pochi anni fa all'allevamento dei cavalli da rodeo nella riserva del fiume Cheyenne.
Infine Carol Gokee, originaria della tribu' Anishinabe, regione dei Grandi Laghi, e' la principale coordinatrice di questo Rise Up Tour. Attiva da sempre sul fronte dei diritti umani, si definisce "guardiana" dei diritti della terra ed e' impegnata in vari progetti sugli stessi problemi che vedono sotto assedio le popolazioni indigene del pianeta.
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Con Carol ho avuto modo di parlare per telefono qualche giorno fa, quando erano appena approdate a Vincennes, ospiti d'onore dell'America Festival che si e' svolto tra il 22 e il 25 settembre: programma affollatissimo di incontri, performance musicali, oltre a una bella mostra fotografica in focus sulle condizioni di segregazione che da sempre affliggono i nativi nordamericani. Prima di Vincennes avevano gia' trascorso qualche giorno a Ginevra, per prepararsi alle audizioni che hanno luogo proprio in questi giorni presso la sede delle Nazioni Unite (27-29 settembre).
"Incontri, conferenze stampa, audizioni, che consideriamo cruciali" ha tenuto a sottolineare Carol. "Frutto di un lungo lavoro preparatorio, grazie al relatore Francisco Calli che da tempo si sta occupando di questo nostro caso presso la sede ONU di Ginevra, e grazie anche a quel pronunciamento dello Human Rights Working Group on Arbitrary Detention che verso la fine del luglio scorso ha definito chiaramente 'erronea' la detenzione che da 47 anni condanna Leonard Peltier. Non mancheranno momenti anche un po' scenografici... per esempio il 27 settembre (ovvero ieri) un'enorme Teepee verra' eretta proprio di fronte alla facciata della sede Onu, con sottofondo di percussione di tamburi da parte degli attivisti/amici che ci stanno aiutando a Ginevra, come a Parigi, Berlino, Salisburgo, Milano, Roma, una rete che si e' via via arricchita di nuove energie.
Cosa speriamo di ottenere? Ormai e' una questione di vita o di morte. Oltre alla prolungata detenzione che fiaccherebbe il fisico di chiunque (e quello di Leonard Peltier e' eccezionalmente forte) c'e' stato il Covid e piu' recentemente la diagnosi che temevamo: un tumore, ormai avanzato. E persino per avere informazioni sul decorso della malattia, per parlare con i medici, per andarlo a trovare, ci tocca subire procedure lunghissime, che addirittura richiedono il ricorso al Freedom of Information Act (legge che tutela il diritto a essere informati, ndr) il che e' inaccettabile.
Un supplizio per tutti noi, che si aggiunge alle condizioni di vera e propria tortura di questa detenzione, definita arbitraria da piu' fronti nel corso degli anni - e che pero' e' continuata fino ad ora, nonostante le ripetute richieste di clemenza ai vari Presidenti che si sono succeduti".
Sul caso di Leonard Peltier, sulla reiterata richiesta della sua liberazione, si sono espressi come e' noto in moltissimi nel corso dei decenni, da Madre Teresa e Nelson Mandela quando ancora erano vivi, al Dalai Lama, Rigoberta Manchu', oltre a scrittori, giuristi, star dello spettacolo - e solo per citare qualche nome italiano, Luisa Morgantini, Moni Ovadia, la scrittrice Vera Pegna, con videotestimonianze rintracciabili su You Tube. Per non dire della risonanza che suscito' un anno fa l'appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quando dichiaro' l'intenzione di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America, per perorare la richiesta di clemenza che avrebbe reiterato alla prima occasione d'incontro (che purtroppo non avvenne, per prematura morte...).
Una iniziativa, la sua, tutt'altro che nuova, perche' gia' in precedenza il Parlamento Europeo si era fatto promotore di analoghe richieste di liberazione, con due risoluzioni nel 1994 e nel 1999 – senza risultato.
"Ora sembra che all'interno dello stesso Partito Democratico statunitense stia crescendo una campagna di sensibilizzazione che ci auguriamo decisiva", ha sottolineato Carol in finale di telefonata. "I primi di settembre e' uscita la notizia di una risoluzione che unanimamente sollecita Joe Biden alla concessione della liberta'. Ma gia' da prima avevamo deciso di intensificare ogni possibile sforzo: con questo Rise Up Tour in Europa, in contemporanea con una epica Walk To Justice partita a fine agosto da Minneapolis, e diretta a Washington DC: oltre 1800 km attraverso una quantita' di stati. E la cosa soprattutto straordinaria e' che in entrambe queste imprese ci sono delle donne, senz'altro affiancate da tanti bravissimi compagni, ma l'iniziativa e' partita da noi: noi tre qui in Europa in questi giorni, mentre sulla marcia si stanno dando il cambio a staffetta delle compagne piu' giovani, in particolare la formidabile Rachel Thunder, oltre a Kathy Peltier (figlia di Leonard) che ci raggiungera' verso la meta' di ottobre a Parigi...".
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E veniamo al programma italiano di questo Rise Up Tour, che come gia' detto iniziera' proprio dal Val Susa, anzi dall'opposizione italo-francese al TAV, perche' prima di superare le Alpi la Delegazione Rise Up verra' accolta a Modane dagli attivisti dell'Associazione Vivre e Agir en Maurienne, che solo poche settimane fa sono riusciti a bloccare il passaggio delle betoniere dirette al cantiere che sta devastando il fondo valle, affiancati da parecchi NoTav provenienti dalla Val Susa e anche da Torino.
Un passaggio quello in Val di Susa, che per le tre native sara' l'incontro con una lotta totalmente sorella della loro stessa lotta, contro l'estrattivismo che condanna risorse vitali e territori - e particolarmente significativa e' stata la decisione dei vari Comitati NoTav di intitolare il Presidio di San Didero proprio a Leonard Peltier, cosa che e' successa l'11 settembre scorso in coincidenza con il suo compleanno.
L'altro tema in comune e' la detenzione come arma di soppressione politica: Peltier, come Assange, come Nicoletta Dosio, come Emilio Scalzo, come le detenute che solo da pochi giorni hanno interrotto l'ennesimo sciopero della fame in questi giorni alle Vallette - per non parlare di Modena, di Rebibbia, dell'india, dell'Iran, della Russia, della Birmania, "ovunque nel mondo il carcere e' ormai chiaramente un'arma di annientamento del dissenso", secondo la definizione della stessa Carol Gokee.
Ed ecco dunque che, subito dopo le audizioni di Ginevra che si concluderanno il 29 settembre, le nostre tre native si troveranno accolte da Philippe Delhomme e altri compagni del collettivo Vivre et Agir en Maurienne per una visita a quei territori cosi' irreparabilmente devastati dalla Grande Opera, con conseguenze talmente gravi sulle falde acquifere, da motivare l'interrogazione parlamentare recentemente promossa da Gabriel Amard (Deputato del Nupes, da sempre impegnato sulla salvaguardia dell'acqua come fondamentale bene comune) con il sostegno di altri 87 colleghi.
Saranno dunque questi i temi degli incontri programmati il primo ottobre al Zero Festival di Saint Jean de Maurienne (11 di mattina) e poi al Presidio di San Didero (nel pomeriggio) e il giorno successivo al CSA Manituana di Torino, che vedra' presenti in forze le Mamme in Piazza per la Liberta' del Dissenso, le Fomne valsusine, l'Assemblea NoTav Torino e Cintura e tanti altri.
Da Torino a Milano, la stessa sera del 2 ottobre, eccole ospiti dell'Ateneo Libertario in zona Precotto e il giorno successivo presso la centralissima Casa dei Diritti di Via de Amicis e poi ancora alla Biblioteca di Chiesa Rossa, in zona Abbiategrasso.
E infine Roma, per gli ultimi due giorni di questa intensa tappa italiana: gli incontri sono stati curati da Sibilla Drisaldi che anni fa ha condiviso con Giuliano Bottali la traduzione di quel bellissimo diario di prigionia dal titolo "La mia danza del sole", purtroppo ormai introvabile: un libro che vide la luce grazie all'interessamento di Ramsey Clark (consulente legale di Leonard Peltier oltre che ex Ministro della Giustizia degli Stati Uniti) e che speriamo di vedere presto ristampato. Oltre agli incontri con varie associazioni nelle sedi dei Municipi 7 e 8 di Roma, la delegazione delle tre native trovera' un'accoglienza particolarmente interessata la mattina del 5 ottobre, presso il Corso di Studi sugli Indiani d'America dell'Universita' La Sapienza, in zona San Lorenzo.
Il tour europeo proseguira' poi in Germania per concludersi il 15 e 16 ottobre di nuovo a Parigi con un intero week end di eventi, organizzati dal CSIA-Nitissinan (Comitato di solidarieta' con gli Indiani d’America) nell'ambito della 42ma edizione della "Giornata internazionale di solidarieta' con i popoli indigeni delle Americhe". E sara' in quell'occasione che anche la figlia di Leonard Peltier, Kathy, raggiungera' dagli Stati Uniti le compagne Joan, Lona e Carol, per le battute finali di questo Rise Up Tour "che stiamo vivendo, ogni giorno che passa, come una preghiera: speriamo davvero, che con l'energia anzi lo spirito che stiamo ricevendo da tutti quanti voi, Leonard Peltier possa concludere la sua vita finalmente in pace e fuori di prigione".
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Donatella Della Porta, Movimenti collettivi e sistema politico in Italia. 1960-1995, Laterza, Roma-Bari 1996, pp. VIII + 216.
- Giovanni Lodi, Uniti e diversi, Unicopli, Milano 1984, pp. 160.
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Gialli
- Javier Cercas, Indipendenza, Guanda, Milano 2021, Gedi, Roma 2022, pp. 398, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e varie altre testate).
- Sandrone Dazieri, Uccidi il padre, Mondadori, MIlano 2014, 2015, Rcs, Milano 2022, pp. 576, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Maestre
- Cristina Demaria, Teorie di genere. Femminismo, critica postcoloniale e semiotica, Bompiani, Milano 2003, pp. 352.
- Elena Dundovich, Francesca Gori, Emanuela Guercetti (a cura di), Gulag. Storia e memoria, Feltrinelli, Milano 2004, pp. 320.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4610 del primo ottobre 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
Numero 4610 del primo ottobre 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Opporsi sempre alla guerra, opporsi sempre a tutte le uccisioni
2. Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)
3. Stephanie Hedgecoke: Walk for Justice: Free Leonard Peltier
4. Daniela Bezzi: Rise Up Tour in difesa di Leonard Peltier: la tappa italiana comincia dalla Val Susa
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. L'ORA. OPPORSI SEMPRE ALLA GUERRA, OPPORSI SEMPRE A TUTTE LE UCCISIONI
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. REPETITA IUVANT. DIECI LIBRI PIU' UNO CHE SAREBBE BENE AVER LETTO PER CONOSCERE LA VICENDA DI LEONARD PELTIER (E QUALCHE ALTRO MINIMO SUGGERIMENTO BIBLIOGRAFICO)
Una premessa
In preparazione della visita in Italia nei primi giorni di ottobre della delegazione di tre prestigiose donne native americane, Carol Gokee, Lona Knight e Jean Roach, che rappresentano l'"International Leonard Peltier Defense Committee" e che guidano oggi la solidarieta' internazionale con Leonard Peltier, sara' utile far circolare alcune indicazioni bibliografiche utili per una conoscenza adeguata della figura, della vicenda e della testimonianza di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Carol Gokee, Anishinabe, ha diretto l'"International Leonard Peltier Defense Committee" ed e' attualmente la coordinatrice del "Rise Up Tour" che visitera' vari paesi europei ed incontrera' l'Onu a Ginevra. Impegnata da sempre per i diritti umani di tutti gli esseri umani, protettrice della Madre Terra, ha dedicato la sua vita a difendere i diritti e sostenere le lotte delle popolazioni indigene di tutto il mondo.
Lona Knight, Lakota, e' discendente di Jackson Kills Whiteman che fu uno dei pochi sopravvissuti al massacro di Wounded Knee del 1890; la sua famiglia allevava cavalli da rodeo nella riserva del fiume Cheyenne; lavora come formatrice e terapista occupandosi di traumi e lutti profondi.
Jean Roach, Lakota, e' attuale condirettrice dell'International Leonard Peltier Defense Committee ed e' una storica militante dell'American Indian Movement; madre e nonna, e' una delle superstiti dello scontro a fuoco del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge.
La parte italiana del tour europeo della delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" si svolgera' tra il primo e il 5 ottobre 2022 e fara' tappa in Valsusa, a Torino, a Milano e a Roma. Il comitato di accoglienza ha gia' organizzato diversi incontri pubblici.
Per informazioni e contatti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per informazioni e contatti con le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per interviste (in inglese) con l'"International Leonard Peltier Defense Committee" e con la delegazione che visitera' l'Europa in queste settimane: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
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Due pensieri di Leonard Peltier
Vorremmo preliminarmente riprodurre ancora una volta due estratti dall'autobiografia di Leonard Peltier.
La prima citazione e' la seguente: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'".
La seconda citazione e' la seguente: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
Vorremmo che chi si accinge a leggere quanto segue tenga costantemente presenti queste illuminanti riflessioni.
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Perche' questa minima bibliografia
Sulla vicenda di Leonard Peltier vi e' ancora non solo una grande ignoranza, ma anche una grande disinformazione.
Vi e' ovviamente la disinformazione consapevolmente diffusa da chi e' fautore - prezzolato o fanatico - della prosecuzione della violenza razzista, colonialista, rapinatrice, genocida, etnocida ed ecocida.
Ma vi e' anche la disinformazione di chi, pur animato dalle migliori intenzioni, si affida a fonti del tutto inaffidabili o largamente inadeguate.
Pertanto chi vuole adoperarsi per ottenere che a Leonard Peltier sia finalmente restituita la liberta', ha il dovere di informarsi adeguatamente.
Nelle ultime decadi del Novecento un punto di riferimento fondamentale (anche per chi scrive queste righe) e' stata l'eccellente rivista "Akwesasne Notes", di cui sarebbe piu' che opportuna una ristampa anastatica integrale.
In Italia uno storico punto di riferimento fin dagli anni '80 - e ancor oggi - e' la prestigiosa rivista "Tepee", promossa dal benemerito comitato di solidarieta' Soconas-Incomindios.
Sempre in Italia l'associazionismo solidale, le esperienze accademiche, il lavoro di studiosi e militanti - e di alcune case editrici - dagli anni '70 in poi ha prodotto e tradotto vari materiali (di assai diseguale taglio e valore, va da se') sulla cultura e sulle lotte dei nativi americani.
Le fonti migliori restano i libri: non le interviste, non gli articoli sui giornali o peggio ancora gli sproloqui sui social media (che novantanove volte su cento sono veramente l'equivalente delle chiacchiere al bar).
Sulla vicenda di Leonard Peltier sono stati tradotti in italiano i due libri fondamentali, dello stesso Leonard Peltier e di Peter Matthiessen, in edizioni da tempo esaurite; e vi e' una ancor utile sintesi degli anni Novanta.
Ma per un'adeguata contestualizzazione, e per i necessari aggiornamenti, occorre leggere anche alcuni altri libri purtroppo non ancora tradotti in italiano.
Su internet oltre il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" (www.whoisleonardpeltier.info) ve ne sono alcuni altri che presentano utili materiali ma nell'insieme non c'e' molto di adeguato ed aggiornato (ed anche il sito dell'ILPDC e' per piu' versi carente).
E' inaccettabile, omissiva, travisante e menzognera la ricostruzione proposta dall'Fbi dei tragici fatti del 26 giugno 1975 e delle successive vicende processuali nel suo sito (www.fbi.gov) con la denominazione di "Resmurs case (Reservation Murders)". Tale ricostruzione ha pero' ispirato o condizionato molti altri articoli presenti nella rete telematica, reca ovviamente anche alcuni importanti materiali documentari, e va quindi comunque letta, con il necessario discernimento.
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Undici libri che occorre aver letto
Tra i libri disponibili per conoscere la vicenda di Leonard Peltier alcuni sono di particolare rilevanza e la loro lettura costituisce tanta parte della "cassetta degli attrezzi" delle persone che si stanno impegnando per ottenere dal Presidente degli Stati Uniti d'America la grazia presidenziale che finalmente restituisca la liberta' a un uomo generoso e valoroso che e' divenuto il simbolo di tutti i popoli oppressi, vittima innocente di una persecuzione iniqua, illegale, disumana.
1. Per un'informazione introduttiva e sommaria e' ancora utile il libro di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
Semplice e chiaro, si legge agevolmente in poco tempo; la prima parte (pp. 17-92) ricostruisce la figura e la vicenda di Leonard Peltier, la seconda (pp. 95-155) presenta alcuni testi di Leonard Peltier; alle pp. 161-191 alcune riproduzioni a colori di sue opere pittoriche. Ha il pregio e il limite delle sintesi, e ovviamente non puo' tener conto dei fatti accaduti e delle ricerche e notizie emerse negli anni successivi alla sua pubblicazione.
2. Il libro fondamentale che e' semplicemente indispensabile aver letto e' quello scritto da Peter Matthiessen, che la vicenda di Leonard Peltier ricostruisce in modo assai dettagliato.
Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; la benemerita edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti cosicche' e' preferibile leggere l'edizione originale.
3. Ovviamente l'altro libro fondamentale e' quello scritto dallo stesso Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
E' un libro disponibile non solo in inglese, ma anche tradotto in francese, italiano, spagnolo e tedesco. L'edizione italiana e' esaurita da anni; quella inglese e' ancora agevolmente reperibile (come anche quelle spagnola e tedesca).
4. E' sempre utile il libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
E' anche disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
5. Semplicemente fondamentale ed indispensabile per la contestualizzazione e' il libro di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Ognuna delle voci di cui si compone reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento.
6 e 7. I due libri seguenti costituiscono di fatto un'opera unitaria articolata in due volumi, l'uno di ricostruzione storica e l'altro di ricostruzione documentaria:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022;
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
Sono due libri che occorre aver letto non solo in relazione alla persecuzione subita da Leonard Peltier, dall'American Indian Movement, dal Black Panther Party, ma anche per quanto rivelano della violenza razzista e assassina del sistema di potere dominante negli Stati Uniti d'America.
8. L'ottavo libro la cui lettura riteniamo semplicemente indispensabile e' opera di uno dei principali persecutori di Leonard Peltier, un agente speciale dell'Fbi che ebbe l'incarico di contrastare in tutti i modi l'Aim ed i suoi militanti.
E' il libro scritto da Joseph H. Trimbach e da suo figlio John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
Il libro mescola - talvolta abilmente e talaltra goffamente - verita' e mezze verita', illazioni e suggestioni, inganni e autoinganni, omissioni e ossessioni, menzogne e calunnie, al fine di sostenere la tesi che Leonard Peltier e' un assassino e l'Aim un'organizzazione terroristica.
Contiene anche molte pagine sincere e commosse, molti materiali di testimonianza personale dell'autore e di documentazione estratta dagli archivi dell'Fbi, ma tali pagine apprezzabili e tali pregevoli documentazioni sono purtroppo intrecciate a palesi sciocchezze, a interpretazioni tanto malevole quanto infondate, a enormita' scandalose. E' un libro che occorre aver letto attentamente mettendolo costantemente a confronto con gli altri libri che qui segnaliamo.
9. Ovviamente sarebbe anche opportuno avere una precisa nozione della storia del continente nordamericano dal punto di vista dei popoli nativi, e qui sovviene il bel libro di Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014, che nel 2015 e' stato premiato con l'"American Book Award".
10. Consigliamo anche un bel libro fotografico (ma con un adeguato commento scritto): Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
Il volume, di grande formato, e' aperto da una prefazione di Rigoberta Menchu', reca le fotografie di Dick Bancroft che fu presente a quasi tutte le iniziative piu' rilevanti dell'American Indian Movement, e i testi di Laura Waterman Wittstock che ricostruisce la storia e commenta i documenti fotografici con precisione e acutezza.
11. Per chi legge la lingua di Kant e di Goethe (e chi non la legge sarebbe bene l'apprendesse) c'e' un libro decisamente assai utile: Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
E' il libro piu' aggiornato, gli autori sono studiosi e militanti di grande impegno, l'opera e' strutturata in parte come panoramica ed in parte come zibaldone di materiali, molte le pagine di grande interesse; con un'apprezzabile cronologia alle pp. 3911-413, una buona bibliografia alle pp. 421-425, un ampio repertorio fotografico alle pp. 442-484.
Queste opere vanno lette tutte.
Ve ne sono poi molte altre su temi complementari e su aspetti particolari che meritano talora non solo di essere lette, ma studiate con la medesima acribia, e bastera' indicare qui qualche titolo in forma cursoria.
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Alcuni altri libri comunque utili
a) Ancora specificamente sulla vicenda di Leonard Peltier
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
Segnaliamo anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004.
Destinato a un pubblico giovanile e' l'agile libro di Elsa Solal, Leonard Peltier: Non au massacre du peuple indien, Actes Sud, Arles 2011, 2017.
b) Sulla storia delle esperienze piu' rilevanti delle organizzazioni dei nativi americani dagli anni successivi alla seconda guerra mondiale fino all'emergere dei nuovi movimenti alla fine degli anni Sessanta cfr. Daniel M. Cobb, Native Activism in Cold War America: The Struggle for Sovereignty, University Press of Kansas, Lawrence 2008.
c) Sulla storia delle lotte degli anni Settanta e particolarmente su tre momenti-chiave, l'occupazione di Alcatraz, il "Sentiero dei trattati infranti" con la conclusiva occupazione del Bia a Washington, l'occupazione e l'assedio di Wounded Knee, cfr. Paul Chaat Smith and Robert Allen Warrior, Like a Hurricane. The Indian Movement from Alcatraz to Wounded Knee, The New Press, New York 1996, 1997.
Altri libri assai utili sono:
- Vine Deloria Jr., We Talk, You Listen. New Tribes, New Turf, Macmillan, New York 1970, University of Nebraska Press - Bison Books, Lincoln and London 2007.
- Vine Deloria Jr., Behind the Trail of Broken Treaties: An Indian Declaration of Independence, Dell Publishing, New York 1974, University of Texas Press, Austin 1985.
- Bruce Johnson e Roberto Maestas, Wasi'chu. The Continuing Indian War, Monthly Review Press, New York and London 1979.
Una sintesi introduttiva, essenziale, semplice e chiara e' nel libro Troy R. Johnson, Red Power: The Native American Civil Rights Movement, Chelsea House, New York 2007.
A nostro avviso restano letture imprescindibili anche tutte le opere di Ward Churchill.
Specificamente sulla storia dell'American Indian Movement occorre ovviamente leggere anche i libri autobiografici dei suoi principali leader:
- Dennis Banks (con Richard Erdoes), Ojibwa Warrior. Dennis Banks and the Rise of the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 2005;
- Russell Means (con Marvin J. Wolf), Where White Men Fear to Tread. The autobiography of Russell Means, St. Martin's Griffin, New York 1995.
Ma cfr. anche almeno:
- Mary Crow-Dog (con Richard Erdoes), Donna Lakota. la mia vita di Sioux, Tropea, Milano 1997.
Ed ovviamente Leonard Crow Dog e Richard Erdoes, Crow Dog. Four generations of medicine men, Harper Perennial, New York 1996.
E sono da leggere anche i libri di e su alcune altre figure di uomini di spiritualita' che sono stati partecipi delle lotte considerate; alcuni di questi libri sono stati tradotti anche in italiano:
- Thomas E. Mails, Fools Crow. Capo cerimoniale dei Sioux Teton, Xenia, Milano 1997.
- Thomas E. Mails, Fools Crow: saggezza e potere, Edizioni Il punto d'incontro, Vicenza 2001.
- Harvey Arden (a cura di), Nobile Uomo Rosso, Il punto d'incontro, Vicenza 2002.
- Archie Fire Lame Deer e Richard Erdoes, Il dono del potere. Vita e insegnamenti di un uomo-medicina lakota, Edizioni Il punto d'incontro, Vicenza 2018.
- Steve Wall and Harvey Arden, Wisdomkeepers: Meetings with Native American Spiritual Elders, Atria Books - Beyond Words, New York-London-Toronto-Sydney - Hillsboro 2006.
Sulle lotte in difesa delle Colline Nere cfr. anche almeno Jeffrey Ostler, The Lakotas and the Black Hills. The Struggle for Sacred Ground, Viking Penguin, New York 2010.
Sulle persecuzioni subite dal movimento dei nativi americani e particolarmente dall'Aim cfr. anche almeno:
- Rex Weyler, Blood of the Land. The Government and Corporate War against the American Indian Movement, Random House, New York 1982, 1984;
- Kenneth S. Stern, Loud Hawk. The United States versus the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 1994, Red River Books, 2002.
Sulla terribile vicenda dell'uccisione di Anna Mae Aquash cfr. Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
Ma naturalmente e' ancora utile anche leggere il vecchio libro di Johanna Brand, L'Fbi contro l'American Indian Movement. Vita e morte di Anna Mae Aquash, Xenia, Milano 1997 (la traduzione italiana e' tarda rispetto alla pubblicazione originale del 1978, e comunque precedente al successivo processo svoltosi nei primi anni Duemila).
d) Sulle fondamentali lotte ambientali odierne guidate dai popoli nativi americani cfr. almeno:
- Winona LaDuke, All Our Relations. Native struggles for Land and Life, South End Press, Cambridge, Massachusetts, 1999, poi Haymarket Books, Chicago 2015.
- Nick Estes, Our History Is the Future. Standing Rock Versus the Dakota Access Pipeline, and the Long Tradition of Indigenous Resistance, Verso, London-New York 2019;
- Dina Gilio-Whitaker, As Long as Grass Grows. The Indigenous Fight for Environmental Justice, from Colonization to Standing Rock, Beacon Press, Boston 2019.
e) Sulla attuale e ormai pluridecennale leadership femminile e femminista del movimento dei nativi americani dopo che negli anni '70 in alcuni settori militanti si ebbero palesi derive maschiliste e militariste dagli esiti assai nocivi e fin tragici (derive provocate e indotte dalla violenza razzista persecutoria e assassina, dalla provocazione sistematica e dalla penetrante infiltrazione corruttrice e disgregatrice da parte dell'Fbi - il caso eclatante di Douglas Durham e' la punta del'iceberg - e dell'intero apparato fascista e razzista scatenato contro il movimento dei nativi americani) vi sono non solo alcuni eccellenti lavori saggistici ma anche poetici e narrativi.
E' la leadership femminile e femminista che ha consentito i piu' grandi progressi nella lotta dei nativi americani in questi ultimi decenni.
Per un avvio cfr. Barbara Alice Mann (a cura di), Daughters of Mother Earth: The Wisdom of Native American Women, Praeger, Westport - London 2006.
Un libro prezioso e' quello di Roxanne Dunbar-Ortiz and Dina Gilio-Whitaker, "All the Real Indians Died Off". And 20 Other Myths About Native Americans, Beacon Press, Boston 2016.
Ma sono da leggere almeno anche tutte le opere di Winona LaDuke.
E naturalmente sono da leggere anche le opere poetiche e narrative delle molte eccellenti scrittrici native americane.
Una buona panoramica e' nel libro di Laura Coltelli, Parole fatte d'alba. Gli scrittori indiani d'America raccontano, Castelvecchi, Roma 1995.
A mero titolo d'esempio segnaliamo, tra molte altre autrici e molte altre opere le seguenti:
- Joy Harjo, How We Became Human. New and Selected Poems: 1975–2001, W. W. Norton & Company, New York - London 2004.
- Leslie Marmon Silko, La vena turchese, Ibis, Como-Pavia 2018.
- Louise Erdrich, Il guardiano notturno, Feltrinelli, Milano 2021.
f) Una buona sintesi della riflessione oggi in corso nel movimento e' nel libro di Nick Estes, Melanie K. Yazzie, Jennifer Nez Denetdale, David Correia, Red Nation Rising. From Bordertown Violence to Native Liberation, PM Press, Oakland, California, 2021.
g) Per l'inquadramento storico sono inoltre sempre utili anche:
- Howard Zinn, Storia del popolo americano, Il Saggiatore, Milano, 2017 (un libro ormai classico del 1980 piu' volte aggiornato e ristampato).
- Aram Mattioli, Mondi perduti. Una storia dei nativi nordamericani. 1700-1910, Einaudi, Torino 2019, 2021.
- David E. Stannard, Olocausto americano. La conquista del Nuovo Mondo, Bollati Boringhieri, Torino 2001, 2021.
Ma ovviamente sulla conquista del'America cfr. anche le opere di Noam Chomsky, Giulio Girardi e Tzvetan Todorov. E naturalmente il capolavoro di Eduardo Galeano, Memoria del fuoco, Sansoni, Firenze 1989-1991.
Un classico sullo sguardo ciecamente razzista dei colonizzatori e' il libro di Elemire Zolla, I letterati e lo sciamano, Bompiani, Milano 1969, 1978.
Per la concettualizzazione e' ancora fondamentale il capolavoro di Jack D. Forbes, Columbus and other Cannibals, Seven Stories Press, New York 2008 (la prima edizione e' del 1979).
Fondamentali sono anche molti libri di Vine Deloria Jr.
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Una minima postilla su alcuni libri che hanno avuto una ricezione particolarmente significativa in Italia
- John G. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi, Milano 1968, Mondadori, Milano 1973, 1977.
- Alce Nero, La sacra pipa, Rusconi, Milano 1986, 1993.
- Raymond J. DeMaille (a cura di), Il sesto antenato. I testi originali e gli insegnamenti di Alce Nero, Xenia, Milano 1996.
- Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Mondadori, Milano 1972, 1977.
- Vine Deloria jr., Custer e' morto per i vostri peccati, Jaca Book, Milano 1972, 1977.
- Stan Steiner, Uomo bianco scomparirai, Jaca Book, Milano 1977, 1994.
- N. Scott Momaday, Casa fatta di alba, Guanda, Milano 1979, pp. 208, ora anche in una nuova edizione presso Black Coffee, Firenze 2022.
- Messaggio degli Irochesi al mondo occidentale. Per un risveglio della coscienza, la Fiaccola, Ragusa 1986, 1989.
- Franco Meli (a cura di), Parole nel sangue. Poesia indiana americana contemporanea, Mondadori, Milano 1991.
Tra i libri in italiano che davano conto delle nuova consapevolezza e delle nuove lotte dei nativi americani negli anni Settanta segnaliamo particolarmente i seguenti:
- Diana Hansen (a cura di), Indiani d'America. Identita' e memoria collettiva nei documenti della nuova resistenza indiana, Savelli, Roma 1977.
- Nando Minnella, Michele Morieri, Indani oggi. La Resistenza indiana oggi: documenti e testimonianze. Con una "Guida ai campeggi nelle Riserve indiane", Gammalibri, Milano 1981.
- Bruno Bouchet (a cura di), Wovoka. Il messaggio rivoluzionario dei nativi americani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982.
Negli ultimi decenni del Novecento la casa editrice Rusconi pubblicava due prezione collane: "La sacra pipa" e "Dalla parte degli indiani" (centrate l'una sulla spiritualita' e l'altra prevalentemente su figure ottocentesche della Resistenza indiana).
Benemerita nello stesso torno di tempo anche la casa editrice Mursia.
La casa editrice milanese Xenia sul finire del Novecento ha pubblicato vari libri dedicati agli indiani d'America, di cui alcuni di grande interesse.
La casa editrice vicentina Il punto d'incontro ha pubblicato in questi ultimi vent'anni molti libri dedicati soprattutto alla spiritualita' dei nativi americani in una collana ad hoc.
Vi sono oggi varie case editrici - perlopiu' di nicchia - che pubblicano letteratura dei nativi americani in eccellenti edizioni.
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Una minima postilla sitografica
Al sito gia' indicato dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": wwww.whoisleonardpeltier.info, aggiungiamo qui alcuni altri siti utili in italiano: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
Segnaliamo infine che i fascicoli del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo (che dal giugno dello scorso anno ha promosso l'iniziativa che ha suscitato moltissime adesioni all'appello per la liberazione di Leonard Peltier da parte di personalita', movimenti, associazioni ed istituzioni - tra cui quella rilevantissima del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli - e che ha pubblicato un'ingente mole di materiale di documentazione su Leonard Peltier in inglese e in italiano, diffondendo anche in Italia i piu' qualificati interventi apparsi sulla stampa americana e i piu' rilevanti documenti di istituzioni americane, europee ed internazionali) sono disponibili nel sito di Peacelink: www.peacelink.it
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Congedo
Fermamoci qui.
E' una panoramica minima, certo, e molti altri testi potrebbero essere aggiunti; ma una nota bibliografica e' bene sia breve se si vuole sperare che venga letta e utilizzata (ovvero possibilmente induca qualche persona a procurarsi e studiare almeno qualcuno dei libri segnalati).
Naturalmente molte sono le letture possibili, ma per conoscere la vicenda di Leonard Peltier almeno i dieci libri piu' uno che abbiamo segnalato sopra occorrerebbe averli letti attentamente e tenerli ben presenti.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye oyasin.
3. DOCUMENTAZIONE. STEPHANIE HEDGECOKE: WALK FOR JUSTICE: FREE LEONARD PELTIER
[Dal sito www.workers.org riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 22 settembre 2022]
The American Indian Movement (AIM) Grand Governing Council held a rally Aug. 31 in Cedar Field Park, Minneapolis, to launch a 15-week march to demand President Joe Biden release Indigenous political prisoner, Native elder Leonard Peltier. The "Leonard Peltier's Walk to Justice" left Minneapolis for the 2,5 month march, which will arrive in Washington, D.C. Nov. 18. Rallies are planned in cities along the way. (See map: tinyurl.com/43du3dv4)
Leonard Peltier, Anishinaabe and Dakota, a member of the Turtle Mountain Band of Chippewa, who turned 78 years old Sept. 11, is recognized around the world as a political prisoner; Peltier was nominated for the 2007 Nobel Peace Prize. He has been in prison now for 46 years for a crime he did not commit. In violation of its own statutes, the U.S. government has repeatedly refused him parole.
The U.S. suppressed hundreds of thousands of pages of documents which would indicate Peltier's innocence, including ballistic evidence, in a June 1975 shoot-out at Pine Ridge Reservation in South Dakota. Two FBI agents opened fire on a tiny village, while children, elders and adults slept in their homes. In the resulting firefight, Joseph Bedell Stuntz, Lakota AIM member, and the two agents died. U.S. prosecutors publicly admitted that they do not know who actually fired the shots that killed the agents.
"The day of the shoot-out in 1975, the FBI created a narrative that some super soldier killed two FBI agents," Dr. Nick Estes of The Red Nation said to the Minneapolis rally. "They don't tell you that the vast majority of people at that shoot-out were under the age of 18." (tinyurl.com/3pcc6rsv)
An international effort grew to seek legal clemency in 1993, after all court venues to obtain his release were exhausted. In 1994 the FBI issued a memorandum outline to counter that campaign, according to Leonard Peltier Defense Council spokespersons. Former U.S. Attorney General Ramsey Clark used blunt words to describe Peltier's trial and conviction: "There was no evidence that he did it, except fabricated, circumstantial evidence, overwhelmingly misused, concealed and perverted."
Former U.S. Attorney James Reynolds, who was the government's prosecutor in Peltier's trial, sent a letter to then-President Barack Obama to urge clemency. In the letter, Reynolds argued for Peltier's Clemency Petition "as being in the best interests of justice considering the totality of all matters involved."
Worldwide supporters who have called for freedom for Leonard Peltier include Nelson Mandela and Bishop Desmond Tutu, Rev. Jesse Jackson, Coretta Scott King, Harry Belafonte, Pete Seeger, the National Congress of American Indians, Amnesty International, a working group of the U.N. Human Rights Council and thousands of activists.
4. DOCUMENTAZIONE. DANIELA BEZZI: RISE UP TOUR IN DIFESA DI LEONARD PELTIER: LA TAPPA ITALIANA COMINCIA DALLA VAL SUSA
[Dal sito www.serenoregis.org riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 29 settembre 2022]
Jean Roach, Lona Knight, Carol Goeke: sono le tre native americane che con i loro gonnelloni colorati, le valigie piene di merchandising e volantini e una rete straordinaria di supporters in tutta Europa stanno viaggiando dal 12 settembre per una tournee di sensibilizzazione che hanno chiamato Rise Up Tour ovvero Insorgiamo: tra Francia dove il sostegno e' particolarmente forte, e poi Austria, Svizzera, Germania, passando presto anche dall'Italia (dal 1 al 5 ottobre), per ribadire una volta di piu' la richiesta di clemenza per Leonard Peltier, che si trova da 47 anni detenuto per un crimine che non puo' essergli imputato, come hanno concluso le svariate indagini e processi nel corso degli anni (ne abbiamo scritto su questa stesso sito verso la fine del giugno scorso).
Tutte e tre hanno ruoli di responsabilita' all'interno dell'International Leonard Peltier Defense Committee (ILPDC) e una significativa storia alle spalle.
Jean Roach, della tribu' dei Sioux, attivista storica dell'American Indian Movement, e' una sopravvissuta di quegli stessi incidenti di Oglala (l'uccisione di due agenti dell'FBI, oltre a un dimostrante nativo) per i quali venne poi incarcerato Leonard Peltier.
Lona Knight, della tribu' dei Lakota, vanta un bis bis nonno, Jackson Kills Whiteman, che fu tra i pochi sopravvissuti al massacro di Wounded Knee e la famiglia in cui e' nata era dedita fino a pochi anni fa all'allevamento dei cavalli da rodeo nella riserva del fiume Cheyenne.
Infine Carol Gokee, originaria della tribu' Anishinabe, regione dei Grandi Laghi, e' la principale coordinatrice di questo Rise Up Tour. Attiva da sempre sul fronte dei diritti umani, si definisce "guardiana" dei diritti della terra ed e' impegnata in vari progetti sugli stessi problemi che vedono sotto assedio le popolazioni indigene del pianeta.
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Con Carol ho avuto modo di parlare per telefono qualche giorno fa, quando erano appena approdate a Vincennes, ospiti d'onore dell'America Festival che si e' svolto tra il 22 e il 25 settembre: programma affollatissimo di incontri, performance musicali, oltre a una bella mostra fotografica in focus sulle condizioni di segregazione che da sempre affliggono i nativi nordamericani. Prima di Vincennes avevano gia' trascorso qualche giorno a Ginevra, per prepararsi alle audizioni che hanno luogo proprio in questi giorni presso la sede delle Nazioni Unite (27-29 settembre).
"Incontri, conferenze stampa, audizioni, che consideriamo cruciali" ha tenuto a sottolineare Carol. "Frutto di un lungo lavoro preparatorio, grazie al relatore Francisco Calli che da tempo si sta occupando di questo nostro caso presso la sede ONU di Ginevra, e grazie anche a quel pronunciamento dello Human Rights Working Group on Arbitrary Detention che verso la fine del luglio scorso ha definito chiaramente 'erronea' la detenzione che da 47 anni condanna Leonard Peltier. Non mancheranno momenti anche un po' scenografici... per esempio il 27 settembre (ovvero ieri) un'enorme Teepee verra' eretta proprio di fronte alla facciata della sede Onu, con sottofondo di percussione di tamburi da parte degli attivisti/amici che ci stanno aiutando a Ginevra, come a Parigi, Berlino, Salisburgo, Milano, Roma, una rete che si e' via via arricchita di nuove energie.
Cosa speriamo di ottenere? Ormai e' una questione di vita o di morte. Oltre alla prolungata detenzione che fiaccherebbe il fisico di chiunque (e quello di Leonard Peltier e' eccezionalmente forte) c'e' stato il Covid e piu' recentemente la diagnosi che temevamo: un tumore, ormai avanzato. E persino per avere informazioni sul decorso della malattia, per parlare con i medici, per andarlo a trovare, ci tocca subire procedure lunghissime, che addirittura richiedono il ricorso al Freedom of Information Act (legge che tutela il diritto a essere informati, ndr) il che e' inaccettabile.
Un supplizio per tutti noi, che si aggiunge alle condizioni di vera e propria tortura di questa detenzione, definita arbitraria da piu' fronti nel corso degli anni - e che pero' e' continuata fino ad ora, nonostante le ripetute richieste di clemenza ai vari Presidenti che si sono succeduti".
Sul caso di Leonard Peltier, sulla reiterata richiesta della sua liberazione, si sono espressi come e' noto in moltissimi nel corso dei decenni, da Madre Teresa e Nelson Mandela quando ancora erano vivi, al Dalai Lama, Rigoberta Manchu', oltre a scrittori, giuristi, star dello spettacolo - e solo per citare qualche nome italiano, Luisa Morgantini, Moni Ovadia, la scrittrice Vera Pegna, con videotestimonianze rintracciabili su You Tube. Per non dire della risonanza che suscito' un anno fa l'appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quando dichiaro' l'intenzione di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America, per perorare la richiesta di clemenza che avrebbe reiterato alla prima occasione d'incontro (che purtroppo non avvenne, per prematura morte...).
Una iniziativa, la sua, tutt'altro che nuova, perche' gia' in precedenza il Parlamento Europeo si era fatto promotore di analoghe richieste di liberazione, con due risoluzioni nel 1994 e nel 1999 – senza risultato.
"Ora sembra che all'interno dello stesso Partito Democratico statunitense stia crescendo una campagna di sensibilizzazione che ci auguriamo decisiva", ha sottolineato Carol in finale di telefonata. "I primi di settembre e' uscita la notizia di una risoluzione che unanimamente sollecita Joe Biden alla concessione della liberta'. Ma gia' da prima avevamo deciso di intensificare ogni possibile sforzo: con questo Rise Up Tour in Europa, in contemporanea con una epica Walk To Justice partita a fine agosto da Minneapolis, e diretta a Washington DC: oltre 1800 km attraverso una quantita' di stati. E la cosa soprattutto straordinaria e' che in entrambe queste imprese ci sono delle donne, senz'altro affiancate da tanti bravissimi compagni, ma l'iniziativa e' partita da noi: noi tre qui in Europa in questi giorni, mentre sulla marcia si stanno dando il cambio a staffetta delle compagne piu' giovani, in particolare la formidabile Rachel Thunder, oltre a Kathy Peltier (figlia di Leonard) che ci raggiungera' verso la meta' di ottobre a Parigi...".
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E veniamo al programma italiano di questo Rise Up Tour, che come gia' detto iniziera' proprio dal Val Susa, anzi dall'opposizione italo-francese al TAV, perche' prima di superare le Alpi la Delegazione Rise Up verra' accolta a Modane dagli attivisti dell'Associazione Vivre e Agir en Maurienne, che solo poche settimane fa sono riusciti a bloccare il passaggio delle betoniere dirette al cantiere che sta devastando il fondo valle, affiancati da parecchi NoTav provenienti dalla Val Susa e anche da Torino.
Un passaggio quello in Val di Susa, che per le tre native sara' l'incontro con una lotta totalmente sorella della loro stessa lotta, contro l'estrattivismo che condanna risorse vitali e territori - e particolarmente significativa e' stata la decisione dei vari Comitati NoTav di intitolare il Presidio di San Didero proprio a Leonard Peltier, cosa che e' successa l'11 settembre scorso in coincidenza con il suo compleanno.
L'altro tema in comune e' la detenzione come arma di soppressione politica: Peltier, come Assange, come Nicoletta Dosio, come Emilio Scalzo, come le detenute che solo da pochi giorni hanno interrotto l'ennesimo sciopero della fame in questi giorni alle Vallette - per non parlare di Modena, di Rebibbia, dell'india, dell'Iran, della Russia, della Birmania, "ovunque nel mondo il carcere e' ormai chiaramente un'arma di annientamento del dissenso", secondo la definizione della stessa Carol Gokee.
Ed ecco dunque che, subito dopo le audizioni di Ginevra che si concluderanno il 29 settembre, le nostre tre native si troveranno accolte da Philippe Delhomme e altri compagni del collettivo Vivre et Agir en Maurienne per una visita a quei territori cosi' irreparabilmente devastati dalla Grande Opera, con conseguenze talmente gravi sulle falde acquifere, da motivare l'interrogazione parlamentare recentemente promossa da Gabriel Amard (Deputato del Nupes, da sempre impegnato sulla salvaguardia dell'acqua come fondamentale bene comune) con il sostegno di altri 87 colleghi.
Saranno dunque questi i temi degli incontri programmati il primo ottobre al Zero Festival di Saint Jean de Maurienne (11 di mattina) e poi al Presidio di San Didero (nel pomeriggio) e il giorno successivo al CSA Manituana di Torino, che vedra' presenti in forze le Mamme in Piazza per la Liberta' del Dissenso, le Fomne valsusine, l'Assemblea NoTav Torino e Cintura e tanti altri.
Da Torino a Milano, la stessa sera del 2 ottobre, eccole ospiti dell'Ateneo Libertario in zona Precotto e il giorno successivo presso la centralissima Casa dei Diritti di Via de Amicis e poi ancora alla Biblioteca di Chiesa Rossa, in zona Abbiategrasso.
E infine Roma, per gli ultimi due giorni di questa intensa tappa italiana: gli incontri sono stati curati da Sibilla Drisaldi che anni fa ha condiviso con Giuliano Bottali la traduzione di quel bellissimo diario di prigionia dal titolo "La mia danza del sole", purtroppo ormai introvabile: un libro che vide la luce grazie all'interessamento di Ramsey Clark (consulente legale di Leonard Peltier oltre che ex Ministro della Giustizia degli Stati Uniti) e che speriamo di vedere presto ristampato. Oltre agli incontri con varie associazioni nelle sedi dei Municipi 7 e 8 di Roma, la delegazione delle tre native trovera' un'accoglienza particolarmente interessata la mattina del 5 ottobre, presso il Corso di Studi sugli Indiani d'America dell'Universita' La Sapienza, in zona San Lorenzo.
Il tour europeo proseguira' poi in Germania per concludersi il 15 e 16 ottobre di nuovo a Parigi con un intero week end di eventi, organizzati dal CSIA-Nitissinan (Comitato di solidarieta' con gli Indiani d’America) nell'ambito della 42ma edizione della "Giornata internazionale di solidarieta' con i popoli indigeni delle Americhe". E sara' in quell'occasione che anche la figlia di Leonard Peltier, Kathy, raggiungera' dagli Stati Uniti le compagne Joan, Lona e Carol, per le battute finali di questo Rise Up Tour "che stiamo vivendo, ogni giorno che passa, come una preghiera: speriamo davvero, che con l'energia anzi lo spirito che stiamo ricevendo da tutti quanti voi, Leonard Peltier possa concludere la sua vita finalmente in pace e fuori di prigione".
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Donatella Della Porta, Movimenti collettivi e sistema politico in Italia. 1960-1995, Laterza, Roma-Bari 1996, pp. VIII + 216.
- Giovanni Lodi, Uniti e diversi, Unicopli, Milano 1984, pp. 160.
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Gialli
- Javier Cercas, Indipendenza, Guanda, Milano 2021, Gedi, Roma 2022, pp. 398, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e varie altre testate).
- Sandrone Dazieri, Uccidi il padre, Mondadori, MIlano 2014, 2015, Rcs, Milano 2022, pp. 576, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Maestre
- Cristina Demaria, Teorie di genere. Femminismo, critica postcoloniale e semiotica, Bompiani, Milano 2003, pp. 352.
- Elena Dundovich, Francesca Gori, Emanuela Guercetti (a cura di), Gulag. Storia e memoria, Feltrinelli, Milano 2004, pp. 320.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4610 del primo ottobre 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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