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[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 571
- Subject: [Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 571
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sat, 17 Sep 2022 06:27:32 +0200
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 571 del 17 settembre 2022
In questo numero:
1. O la pace o la catastrofe dell'umanita'
2. Il 12 settembre 2022 Leonard Peltier ha compiuto 78 anni: sia finalmente liberato un uomo innocente, simbolo dell'eroica resistenza dei nativi americani e di tutti i popoli oppressi e vittima della brutale persecuzione colonialista e razzista, genocida ed ecocida
3. Marco Cinque: Leonard Peltier e' stanco
4. Prima di precipitare nell'abisso: cinque cartoline al governo, ai parlamentari, alle forze politiche antifasciste, al popolo italiano, ai movimenti democratici
1. L'ORA. O LA PACE O LA CATASTROFE DELL'UMANITA'
Chi non si accorge che piu' la guerra continua e piu' esseri umani vengono sterminati?
Chi non si accorge che piu' armi si producono e invadono il mondo e piu' esseri umani vengono uccisi?
Chi non si accorge che i governi guerrieri stanno portando l'umanita' all'apocalisse atomica?
Chi non si accorge che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'?
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
L'ora della nonviolenza e' adesso, domani potrebbe essere troppo tardi.
2. REPETITA IUVANT. IL 12 SETTEMBRE 2022 LEONARD PELTIER HA COMPIUTO 78 ANNI: SIA FINALMENTE LIBERATO UN UOMO INNOCENTE, SIMBOLO DELL'EROICA RESISTENZA DEI NATIVI AMERICANI E DI TUTTI I POPOLI OPPRESSI E VITTIMA DELLA BRUTALE PERSECUZIONE COLONIALISTA E RAZZISTA, GENOCIDA ED ECOCIDA
Il 12 settembre 2022 Leonard Peltier ha compiuto 78 anni; da 47 e' detenuto per reati che non ha commesso, condannato in un processo-farsa basato su "prove" false e su "testimonianze" altrettanto false, come gli stessi giudici e gli stessi accusatori hanno riconosciuto in prosieguo di tempo.
Ma Leonard Peltier resta in carcere, anche se e' ormai universalmente riconosciuta la sua innocenza. Affinche' gli sia restituita la liberta' occorre che il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda la grazia presidenziale, come richiesto da personalita' illustri, istituzioni autorevoli, associazioni prestigiose.
In occasione del suo genetliaco da tutto il mondo si levi la voce dell'umanita' per chiedere ancora una volta che Leonard Peltier sia liberato.
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Una minima notizia su Leonard Peltier
Come e' noto, Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Per la liberazione di Leonard Peltier, attraverso la concessione della grazia presidenziale da parte del Presidente degli Stati Uniti d'America, si sono impegnate personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, papa Francesco e il Dalai Lama, e con loro milioni di persone di tutto il mondo oltre a un gran numero di associazioni umanitarie come Amnesty International, e a molte istituzioni democratiche tra cui il Parlamento Europeo ed i sindaci di varie citta' italiane.
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In calce alleghiamo alcune informazioni essenziali su alcune delle principali iniziative in corso e una breve notizia biobibliografica per saperne di piu' sulla figura, sulla vicenda e sulla testimonianza di Leonard Peltier.
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Allegato primo: le iniziative in Italia l'11 e 12 settembre
In occasione del genetliaco di Leonard Peltier si svolgeranno iniziative per la sua liberazione in varie parti del mondo, ed ovviamente anche in Italia.
In Italia sono previsti in questi giorni incontri di solidarieta' in Piemonte, in Lombardia e nel Lazio, precisamente in Valsusa, a Milano e a Viterbo.
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
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Allegato secondo: in settembre e ottobre una delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" in Europa e in Italia
In settembre e ottobre una delegazione di native americane che guidano la mobilitazione internazionale per la liberazione di Leonard Peltier visitera' l'Europa ed anche l'Italia, incontrera' l'Onu a Ginevra ed istituzioni e associazioni in vari paesi d'Europa.
Dal primo al 5 ottobre 2022 la delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" sara' in Italia; si stanno organizzando gli incontri pubblici che in quei cinque giorni la delegazione terra' in varie citta' italiane, tra cui Torino, Genova, Milano e Roma.
Le persone, i gruppi, le comunita', le associazioni, i movimenti, le organizzazioni sindacali e politiche, le realta' ecclesiali, le istituzioni, i mezzi d'informazione che abbiano interesse ad incontrare la delegazione possono mettersi in contatto con il Comitato milanese di solidarieta' con Leonard Peltier, inviando una e-mail all'indirizzo di posta elettronica bigoni.gastone at gmail.com o telefonando al numero 3490931155 (risponde Andrea De Lotto).
La delegazione sara' composta da Jean Roach, Lona Knight e Carol Gokee, tre autorevoli donne native americane che guidano attualmente la solidarieta' con Leonard Peltier e le campagne internazionali per la sua liberazione.
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per interviste (in inglese) con la delegazione e con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
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Allegato terzo: il "cammino spirituale" che tra settembre e novembre attraversera' gli Stati Uniti d'America
Tra settembre e novembre un "cammino spirituale" per la liberazione di Leonard Peltier attraversera' tutti gli Stati Uniti d'America e si concludera' a Washington.
Per sostenere questa iniziativa e' stato promosso dall'"International Leonard Peltier Defense Committee" (per contatti: contact at whoisleonardpeltier.info) un appello che di seguito trascriviamo:
Greetings all!
Most of you know that there is a scheduled spiritual walk going to DC from Minneapolis starting September 1 and arriving in DC November 11 in support of Leonard's clemency.
They are putting a lot of good energy and strength into this walk for Leonard, that I feel the need to make sure they are accommodated for all of their work as best as possible.
I am asking each of you to help promote this walk with all of your contacts and relatives, as they still need supplies and donations and accommodations along the way.
They're off to a really great start, so if we all work together we can make sure that this gets accomplished in a good way.
#RiseupforPeltier
#FreeLeonardPeltier
1. Message from AIM re supplies:
"As the walk quickly approaches, we are asking for some much needed donations for the walk food bank, kitchen and daily supplies. Below you will see a list of our items we are currently seeking to supply the kitchen, feed the walkers with along the route and take care of daily needs. We are staging supply donations in Minneapolis for the beginning of the walk and greatly appreciate anything that can be donated. If you would like to mail or have donations delivered please send them to...
The American Indian Movement GGC
2406 County Road D West
St Paul Mn 55112-8513
If you have a food or supply donation questions please reach out here on this page or via email at leonardpeltierwalktojustice at gmail.com to set up a drop off time and date in Minneapolis.
Many thanks to all who have already contributed and to those who have committed to hosting the walk for meals along the route. If you wish to make a monetary donation please follow the PayPal link at the bottom of this post.
Bottled Water
Paper Plates
Disposable Coffee Cups
Paper Bowls
Plastic eating utensils
Coffee
Granola bars
Coffee Filters
Dehydrated eggs
Small BBQ grill
Sterno
Butane
Flat top Grill Rental
Coffee Urn
Foil
Freezer bags
Saran Wrap
Food Cards or gift cards to local farmers markets
Fresh seasonal produce
Small Bagged Chip packs
Small Bagged Snack Packs
Gatorade
Electrolytes
Condiments (ketchup, mayonnaise, mustard)
Canned Vegetables
Spam
Spaghetti Sauce
Pasta Noodles
Flour
Canned Fruit
Salt and Pepper
Seasonings
Instant Gravy
Beef Bone Broth (dry and liquid)
Chicken Broth (dry or liquid)
Vegetable Stock (dry or liquid)
Cooking Oil
Canned Tuna, Salmon, or Mackerel
Dried Beans
Dried Milk
Dried Coffee Creamer
Candy
Dried Fruit
Macaroni and Cheese
Tennis Shoes
Socks
First Aid Kits
Bandages
Mole skin
Bandaids
Neosporin
Antiseptics
Patches for blisters
Lidocaine cream
Toilet Paper
Napkins
Paper towels
Dish Soap
Sponges
Bleach
Lysol Wipes
5 gallon plastic water containers for water storage
or anything you can donate"
Link below for donations
https://www.paypal.com/donate/?hosted_button_id=24H3YHAGGSZ7Y&fbclid=IwAR2tYFafb9zSDr0i5U45SW-wbZcl8TMRjUg1XHMizRFNA1rQPEqGJTwTwgU
Link to webpage http://www.aimgrandgoverningcouncil.org/LeonardPeltier.html?fs=e&s=cl
And to sign up to help at any of the locations along the route please follow this sign up link:
https://m.signupgenius.com/#!/showSignUp/10c0e4bacad2ea1ffc70-leonard
Here's a new article to help with promoting also:
https://lasentinel.net/walk-to-justice-aims-to-obtain-leonard-peltiers-release-from-prison.html?fbclid=IwAR3svRDIWid2XhlWl_MVTnXGtcfU6MY94-ua0nzArdb-2tHCSDobMGOUkEU&fs=e&s=cl
Thank You
Jean Roach Codirector
Anita Jo Shifflet Interim Codirector
International Leonard Peltier Defense Committee
www.whoisleonardpeltier.info
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Allegato quarto: per saperne di piu' sulla figura, sulla vicenda e sulla testimonianza di Leonard Peltier
Il testo che segue e' la stesura integrale dell'articolo "Persecuzione politica negli Usa. Non muoia in carcere Leonard Peltier" apparso su "Adista segni nuovi" n. 8 del 5 marzo 2022.
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Non muoia in carcere Leonard Peltier
Mentre vengono scritte queste righe Leonard Peltier ha 77 anni, da 46 e' in prigione in un carcere americano di massima sicurezza condannato a due ergastoli per delitti che non ha commesso (un processo-farsa con una giuria razzista lo condanno' sulla base di testimonianze false e di prove altrettanto false; gli stessi accusatori, gli stessi giudici, riconobbero successivamente che fu la condanna di un innocente, che fu una persecuzione politica. Leonard Peltier e' un perseguitato politico, perseguitato perche' e' un nativo americano che ha dedicato l'intera sua vita alla lotta in difesa del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della Madre Terra.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Leonard Peltier soffre da molti anni di gravi patologie, e recentemente ha contratto il covid. La sua vita e' in grave pericolo, ma fin qui neppure questo ha persuaso il Presidente degli Stati Uniti d'America a restituirgli la liberta' attivando l'istituto della grazia presidenziale.
Da tutto il mondo da decine d'anni si chiede che Leonard Peltier sia liberato: lo hanno chiesto Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, e con essi innumerevoli altre personalita' benemerite dell'umanita', lo hanno chiesto istituzioni democratiche come il Parlamento Europeo, lo hanno chiesto associazioni prestigiose come Amnesty International, e con esse milioni di esseri umani da tutto il mondo che hanno sottoscritto petizioni per la sua liberazione. Fin qui a nulla e' valso.
Perche' tanto accanimento? Perche' tanta ferocia contro Leonard Peltier? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che il sistema di potere che domina negli Stati Uniti tema a tal punto un settantasettenne gravemente malato? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli sia sempre stato negato un processo di appello che sicuramente lo avrebbe assolto? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli siano state sistematicamente negate tutte quelle misure di riduzione dell'afflittivita' della pena che lo stesso sistema carcerario americano prevede?
Scriviamolo subito: Leonard Peltier rappresenta l'intera umanita' oppressa in lotta per la comune liberazione e per la difesa dell'intero mondo vivente minacciato di distruzione dai poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.
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La vita, la lotta e la persecuzione di un indiano
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, e' ora anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
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Un uomo innocente
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
Naturalmente si puo' sostenere che le dichiarazioni di Peltier – anche se sono parole nobili e luminose come quelle che abbiamo citato - non fanno testo: anche se fosse un assassino avrebbe il diritto di negarlo.
Ma oltre le parole vi sono i fatti: ovvero il fatto elementare ed ineludibile che nessuna prova di colpevolezza e' mai emersa; gli stessi accusatori e giudici che pure ne imposero la condanna hanno successivamente ammesso che non vi e' e non vi e' mai stata alcuna prova che fu Leonard Peltier ad uccidere i due agenti dell'Fbi. Il fatto che Leonard Peltier sia stato condannato sulla sola base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, e' un'ulteriore conferma della sua innocenza.
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La solidarieta' in Italia
Anche in Italia si e' sviluppato un movimento di solidarieta' con Leonard Peltier, che nel corso dei decenni ha avuto diverse fasi legate a circostanze particolari.
Con l'elezione di Biden alla Casa Bianca nel 2021 vi e' stata una significativa ripresa delle iniziative.
Una nuova campagna - con una peculiare impostazione nonviolenta - e' stata promossa dal giugno 2021 dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo; essa ha suscitato varie rilevanti adesioni, tra cui quella del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, purtroppo recentemente scomparso.
Accogliendo e facendo propria l'iniziativa promossa dalla struttura nonviolenta viterbese, il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 ha espresso pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Anche dopo la scomparsa del compianto Presidente Sassoli, ed anche nel suo ricordo, l'iniziativa italiana per la liberazione di Leonard Peltier prosegue.
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
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Un percorso di letture per saperne di piu'
1. Un percorso minimo puo' essere il seguente.
Ovviamente occorre cominciare dall'autobiografia di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005).
Tra le opere su Leonard Peltier fondamentale e' il libro di Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994 - segnaliamo che l'edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti).
Un'agile introduzione e' il volumetto di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; contiene anche una silloge di scritti di Peltier e la riproduzione di alcune sue opere pittoriche.
Un buon lavoro recente e' il ponderoso volume di Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Particolarmente utile anche per la contestualizzazione e' l'ottima opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata (e segnaliamo che ognuna delle cento voci di cui si compone l'opera reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento).
2. Alcune ulteriori letture utili.
Per chi volesse ulteriormente approfondire vi sono vari buoni libri in inglese, purtroppo non tradotti in italiano.
Sul processo: Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
E' di qualche utilita' anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004.
Un libro che occorre aver letto - col necessario discernimento, e' ovvio – e' Joseph H. Trimbach and John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009. Trimbach e' stato uno dei quadri dell'Fbi piu coinvolti nella repressione dell'Aim e nella persecuzione di Leonard Peltier.
Sono ancora particolarmente utili anche i seguenti libri.
Rex Weyler, Blood of the Land. The Government and Corporate War against the American Indian Movement, Random House, New York 1982, 1984.
Kenneth S. Stern, Loud Hawk. The United States versus the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 1994, Red River Books, 2002.
Per la contestualizzazione cfr. anche Jeffrey Ostler, The Lakotas and the Black Hills. The Struggle for Sacred Ground, Viking Penguin, New York 2010.
Anche se non si occupa della vicenda di Leonard Peltier e' sempre utile la lettura di Winona LaDuke, All Our Relations. Native Struggles for Land and Life, South End Press, Cambridge, Massachusetts, 1999, Haymarket Books, Chicago, Illinois, 2015.
Ovviamente vi sono molti altri libri che meriterebbero di essere letti (ed alcuni ci sono particolarmente cari), ma quelli citati possono essere sufficienti per un inquadramento adeguato.
Concludiamo citando il lavoro di un autore, Ward Churchill, che ci sembra abbia dato contributi utilissimi, e che ha subito una vera e propria persecuzione (in merito cfr. la prefazione di Barbara Alice Mann alla seconda edizione di Ward Churchill, Since Predator Came: Notes from the Struggle for American Indian Liberation, Aigis Publishing, 1995, AK Press, Oakland 2005). Tutte le opere di Ward Churchill che abbiamo letto ci sono sembrate assai utili, ed anche se su alcune questioni (il marxismo, il pacifismo, la nonviolenza) abbiamo opinioni diverse, e' indubitabile che il suo lavoro teorico e documentario, di ricerca e di dibattito, e' di grande valore, merita pieno apprezzamento e profonda gratitudine. Sarebbe bene che i suoi libri venissero finalmente tradotti anche in italiano. Per un avvio alla conoscenza della sua opera suggeriremmo di cominciare da due raccolte di suoi interventi: Ward Churchill, Acts of Rebellion, Routledge, New York and London 2003; e Ward Churchill, Wielding Words like Weapons. Selected Essays in Indigenism, 1995–2005, PM Press, Oakland 2017.
Ricordiamo infine anche che altri utili materiali sono nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del citato libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
Va da se' che non abbiamo ricordato molte opere - alcune delle quali ormai classiche - della e sulla piu' generale resistenza dei nativi americani al genocidio e all'ecocidio; fortunatamente molti sono gia' i lavori - e talora capolavori - sia narrativi che saggistici scritti da illustri autrici ed autori nativi americani, ma non era questa la sede per darne notizia.
3. DOCUMENTAZIONE. MARCO CINQUE: LEONARD PELTIER E' STANCO
[Dal sito del quotidiano "Il manifesto" (www.ilmanifesto.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 13 settembre 2022 dal titolo "Leonard Peltier e' stanco" e il sommario "Orrore giudiziario. Il simbolo della resistenza nativa e' rinchiuso da 46 anni in un carcere negli Stati Uniti dopo un processo-farsa. Il comitato che ne chiede la liberazione ora portera' la sua lotta all'Onu"]
Leonard Peltier e' chiuso in carcere da ormai 46 anni ed e' l'emblema dei prigionieri politici e delle minoranze indigene negli Stati Uniti. Di ascendenza Ojibwa Lakota, e' tra i fondatori dell'Aim (American Indian Movement) e simbolo di una resistenza che dura da piu' di 500 anni. La sua vicenda giudiziaria e' ormai arcinota, raccontata in svariati libri, film e anche in molti articoli dedicatigli da questo giornale.
Nei primi dieci giorni di ottobre di quest'anno e' previsto l'arrivo in Europa di una delegazione dell'International Leonard Peltier Defense Committee, storico comitato che da tempo si batte per la sua causa, composta da Jean Roach, Lona Knight e Carol Gokee, che saranno presenti anche in diverse citta' italiane, a partire da Milano. Il ciclo delle manifestazioni di sostegno vedra' il suo culmine a Ginevra, in un incontro con le Nazioni Unite.
Per chi non la conoscesse, la storia di Peltier vale la pena di essere ricordata. Tutto ebbe inizio il 26 giugno 1975, a Pine Ridge, territorio degli Oglala Lakota, una delle Riserve indiane piu' grandi e povere degli Stati Uniti. Erano tempi di forti tensioni e scontri, di continue aggressioni alle comunita' indigene, soprattutto da parte dei "Goons", bande armate formate in parte da nativi stessi, comprati dal governo statunitense per reprimere le lotte di rivendicazione dell'Aim.
Quel giorno, senza alcun preavviso, irruppe nella riserva un'automobile priva di targa con due uomini a bordo che diedero inizio a un conflitto armato. In seguito si scoprira' che erano agenti dell'Fbi e che il pretesto per l'irruzione fosse la ricerca di un indiano che avrebbe rubato un paio di stivali. Ovviamente erano palesi bugie e, piu' probabilmente, l'irruzione fu una sorta di provocazione che porto' sul teatro dello scontro, nel giro di pochi minuti, centinaia di agenti.
La sparatoria che ne segui' fu caotica, lasciando a terra i due agenti provocatori e un nativo. Sul nativo nessuno si prese la briga di indagare, come avveniva regolarmente anche per la gran quantita' di indigeni uccisi in quegli anni, ma per i due agenti qualcuno doveva pagarla cara. In quanto attivista dell'Aim, il trentunenne Leonard Peltier divenne cosi' il capro espiatorio perfetto.
In una successiva intervista Peltier rivelo': "Sono stato minacciato con le pistole in faccia quando ho cercato di filmare un blocco stradale di una squadra Goon; in un'altra occasione sono stato sbattuto contro un muro dai Goon, che tendevano a percepire l'intero corpo della stampa come simpatizzante dell'Aim. I freni della mia macchina furono tagliati e, in un'occasione, un fucile ad alta potenza fece un buco in un'automobile su cui viaggiavo. Ma le mie esperienze impallidiscono in confronto ai pestaggi, le bombe incendiarie e le sparatorie in auto durante quel periodo, dove almeno 28 omicidi di indiani rimangono ancora irrisolti e la tribu' Oglala Sioux ha ripetutamente presentato petizioni al governo federale per riaprire questi casi".
L'arresto di Peltier avvenne in Canada, il 6 febbraio successivo, ma l'estradizione fu ottenuta con prove cosi' fasulle che, in seguito, il governo canadese protesto' formalmente col governo statunitense. Peltier venne condannato nel 1976 a due ergastoli, dopo un processo segnato da discriminazione e pregiudizio, dove venne accusato dell'omicidio dei due agenti Ronald A. Williams e Jack R. Coler. Nonostante un accurato rapporto balistico della stessa Fbi rivelasse che i proiettili non potevano essere stati sparati dall'arma del leader dell'Aim, il destino dell'imputato Ojibwa Lakota era segnato. Il processo infatti fu una farsa che ricalco' un copione gia' scritto: la giuria era composta esclusivamente da bianchi.
Nel 2003 i giudici del Decimo Circuito dichiararono: "Gran parte del comportamento del governo nella riserva di Pine Ridge su quanto e' accaduto a proposito del Signor Peltier e' da condannare. Il governo ha trattenuto delle prove ed ha intimidito testimoni. Questi fatti sono incontestabili".
Centinaia di singoli cittadini, associazioni e comitati in tutto il mondo hanno sostenuto la causa di Peltier, raccogliendo milioni di firme e sottoscrivendo migliaia di appelli. Si sono occupate del suo caso anche personalita' come Desmond Tutu, il Dalai Lama, papa Francesco, David Sassoli, istituzioni come il Parlamento Europeo, organizzazioni come Amnesty International, artisti come Robert de Niro, Robbie Robertson, Bruce Springsteen e tanti altri. La sua tragica vicenda e' stata dettagliatamente raccontata dal regista Michael Apted, nel film documentario del 1998, Incident a Oglala.
In una delle tante lettere scritte dal carcere Peltier denunciava: "Nelle terre indiane e in tutto il mondo ci sono uomini che lottano ogni giorno per la liberta'. L'America ha piu' gente in prigione di ogni altro Paese e il nostro sistema giudiziario e' ormai un'industria, non un mezzo per cercare la giustizia". Alla soglia degli ottant'anni, Peltier e' duramente provato e malato. Lo scorso gennaio e' anche risultato positivo al Covid, fenomeno molto frequente nelle carceri americane, cosi' la sua salute e' diventata ancor piu' precaria.
In un commovente messaggio spedito ai sostenitori della sua causa, Leonard scrisse: "Ho sacrificato tutti questi anni di vita al mio popolo. Sono stanco. Per anni ho nascosto le mie sofferenze. Ho sorriso quando volevo piangere. Ho riso quando mi sentivo morire. Ho dovuto guardare le fotografie dei miei bambini per vederli crescere. Ho perduto il piacere di stare con gli amici. Ho perduto la gioia di passeggiare nei boschi. Ho perduto la mia liberta'. Vi prego, non dimenticate che in tutto il mondo i popoli indigeni sono oppressi. Vi prego, non vi dimenticate di me, domani".
4. REPETITA IUVANT. PRIMA DI PRECIPITARE NELL'ABISSO: CINQUE CARTOLINE AL GOVERNO, AI PARLAMENTARI, ALLE FORZE POLITICHE ANTIFASCISTE, AL POPOLO ITALIANO, AI MOVIMENTI DEMOCRATICI
La prima cartolina
Il governo italiano e' attualmente in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, ma tornare alla legalita' costituzionale e al rispetto dei diritti umani e' comunque anche per esso un ineludibile dovere.
Ergo questo chiediamo:
1. revochi la sanguinaria fornitura di armi al governo ucraino che si configura come palese e illegale partecipazione alla guerra e alle stragi di cui essa consiste;
2. revochi le insensate e criminali "sanzioni" alla Russia che stanno provocando in Italia e nell'Unione Europea il crollo dell'economia e lo sprofondamento delle classi lavoratrici e popolari nella miseria e nella disperazione;
3. si impegni invece finalmente nelle relazioni internazionali per l'immediato cessate il fuoco e l'immediata apertura di negoziati di pace;
4. avvii una politica di disarmo, smilitarizzazione, denuclearizzazione, avendo come fine la salvezza dell'umanita'.
*
La seconda cartolina
Il parlamento italiano e' virtualmente sciolto, ma le ed i parlamentari, anche coloro che sicuramente non verranno rieletti, hanno ancora voce e visibilita' pubblica e possono fare buon uso di questi ultimi giorni prima del rinnovo delle Camere per rendere pubbliche alcune parole di verita', per compiere un gesto di vera giustizia ed umana pieta'.
Chiedano quindi:
1. che si revochi la sanguinaria fornitura di armi al governo ucraino che si configura come palese e illegale partecipazione alla guerra e alle stragi di cui essa consiste;
2. che si revochino le insensate e criminali "sanzioni" alla Russia che stanno provocando in Italia e nell'Unione Europea il crollo dell'economia e lo sprofondamento delle classi lavoratrici e popolari nella miseria e nella disperazione;
3. che l'Italia si impegni finalmente nelle relazioni internazionali per l'immediato cessate il fuoco e l'immediata apertura di negoziati di pace;
4. che l'Italia avvii una politica di disarmo, smilitarizzazione, denuclearizzazione, avendo come fine la salvezza dell'umanita'.
*
La terza cartolina
Le forze politiche democratiche, e quindi antifasciste, e quindi rispettose della Costituzione repubblicana, hanno il dovere di esplicitare in questa campagna elettorale:
- se vogliono la pace che salva le vite o la guerra che si nutre di stragi;
- se vogliono il benessere e il civile e solidale convivere del popolo italiano o invece proseguire nel provocare la catastrofe economica e sociale che sta riducendo il popolo italiano in miseria e servitu';
- se vogliono contribuire a evitare l'apocalisse atomica o invece favorirla.
Ebbene, se vogliono la pace, il bene comune e la prosecuzione dell'umana vicenda, allora devono dichiarare inequivocabilmente il proprio impegno affinche':
1. si revochi la sanguinaria fornitura di armi al governo ucraino che si configura come palese e illegale partecipazione alla guerra e alle stragi di cui essa consiste;
2. si revochino le insensate e criminali "sanzioni" alla Russia che stanno provocando in Italia e nell'Unione Europea il crollo dell'economia e lo sprofondamento delle classi lavoratrici e popolari nella miseria e nella disperazione;
3. l'Italia si impegni finalmente nelle relazioni internazionali per l'immediato cessate il fuoco e l'immediata apertura di negoziati di pace;
4. l'Italia avvii una politica di disarmo, smilitarizzazione, denuclearizzazione, avendo come fine la salvezza dell'umanita'.
*
La quarta cartolina
Alla popolazione italiana che il 25 settembre votera' per il rinnovo del parlamento chiediamo di votare solo per liste e candidati che si impegnino per la pace che salva le vite; di rendere pubblica questa volonta' di pace, democrazia, nonviolenza; di esprimere quindi il proprio sostegno a queste quattro semplici proposte:
1. che si revochi la sanguinaria fornitura di armi al governo ucraino che si configura come palese e illegale partecipazione alla guerra e alle stragi di cui essa consiste;
2. che si revochino le insensate e criminali "sanzioni" alla Russia che stanno provocando in Italia e nell'Unione Europea il crollo dell'economia e lo sprofondamento delle classi lavoratrici e popolari nella miseria e nella disperazione;
3. che l'Italia si impegni finalmente nelle relazioni internazionali per l'immediato cessate il fuoco e l'immediata apertura di negoziati di pace;
4. che l'Italia avvii una politica di disarmo, smilitarizzazione, denuclearizzazione, avendo come fine la salvezza dell'umanita'.
*
La quinta cartolina
Ai movimenti democratici impegnati per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani chiediamo di promuovere, sottoscrivere, diffondere dichiarazioni e appelli affinche':
1. si revochi la sanguinaria fornitura di armi al governo ucraino che si configura come palese e illegale partecipazione alla guerra e alle stragi di cui essa consiste;
2. si revochino le insensate e criminali "sanzioni" alla Russia che stanno provocando in Italia e nell'Unione Europea il crollo dell'economia e lo sprofondamento delle classi lavoratrici e popolari nella miseria e nella disperazione;
3. l'Italia si impegni finalmente nelle relazioni internazionali per l'immediato cessate il fuoco e l'immediata apertura di negoziati di pace;
4. l'Italia avvii una politica di disarmo, smilitarizzazione, denuclearizzazione, avendo come fine la salvezza dell'umanita'.
*
Il momento e' adesso
E' oggi, non domani, che occorre fermare la guerra e le stragi in Ucraina ed ovunque.
E' oggi, non domani, che occorre fermare il disastro economico e sociale in Italia e in Europa.
E' oggi, non domani, che occorre fermare l'apocalisse atomica.
Contro tutte le guerre, contro tutte le invasioni, contro tutte le aggressioni, contro tutti i fascismi.
Contro il militarismo, contro il razzismo, contro ogni imperialismo, contro ogni schiavitu', contro ogni devastazione, contro il maschilismo che e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
In difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
In difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 571 del 17 settembre 2022
*
Informativa sulla privacy
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Numero 571 del 17 settembre 2022
In questo numero:
1. O la pace o la catastrofe dell'umanita'
2. Il 12 settembre 2022 Leonard Peltier ha compiuto 78 anni: sia finalmente liberato un uomo innocente, simbolo dell'eroica resistenza dei nativi americani e di tutti i popoli oppressi e vittima della brutale persecuzione colonialista e razzista, genocida ed ecocida
3. Marco Cinque: Leonard Peltier e' stanco
4. Prima di precipitare nell'abisso: cinque cartoline al governo, ai parlamentari, alle forze politiche antifasciste, al popolo italiano, ai movimenti democratici
1. L'ORA. O LA PACE O LA CATASTROFE DELL'UMANITA'
Chi non si accorge che piu' la guerra continua e piu' esseri umani vengono sterminati?
Chi non si accorge che piu' armi si producono e invadono il mondo e piu' esseri umani vengono uccisi?
Chi non si accorge che i governi guerrieri stanno portando l'umanita' all'apocalisse atomica?
Chi non si accorge che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'?
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
L'ora della nonviolenza e' adesso, domani potrebbe essere troppo tardi.
2. REPETITA IUVANT. IL 12 SETTEMBRE 2022 LEONARD PELTIER HA COMPIUTO 78 ANNI: SIA FINALMENTE LIBERATO UN UOMO INNOCENTE, SIMBOLO DELL'EROICA RESISTENZA DEI NATIVI AMERICANI E DI TUTTI I POPOLI OPPRESSI E VITTIMA DELLA BRUTALE PERSECUZIONE COLONIALISTA E RAZZISTA, GENOCIDA ED ECOCIDA
Il 12 settembre 2022 Leonard Peltier ha compiuto 78 anni; da 47 e' detenuto per reati che non ha commesso, condannato in un processo-farsa basato su "prove" false e su "testimonianze" altrettanto false, come gli stessi giudici e gli stessi accusatori hanno riconosciuto in prosieguo di tempo.
Ma Leonard Peltier resta in carcere, anche se e' ormai universalmente riconosciuta la sua innocenza. Affinche' gli sia restituita la liberta' occorre che il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda la grazia presidenziale, come richiesto da personalita' illustri, istituzioni autorevoli, associazioni prestigiose.
In occasione del suo genetliaco da tutto il mondo si levi la voce dell'umanita' per chiedere ancora una volta che Leonard Peltier sia liberato.
*
Una minima notizia su Leonard Peltier
Come e' noto, Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Per la liberazione di Leonard Peltier, attraverso la concessione della grazia presidenziale da parte del Presidente degli Stati Uniti d'America, si sono impegnate personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, papa Francesco e il Dalai Lama, e con loro milioni di persone di tutto il mondo oltre a un gran numero di associazioni umanitarie come Amnesty International, e a molte istituzioni democratiche tra cui il Parlamento Europeo ed i sindaci di varie citta' italiane.
*
In calce alleghiamo alcune informazioni essenziali su alcune delle principali iniziative in corso e una breve notizia biobibliografica per saperne di piu' sulla figura, sulla vicenda e sulla testimonianza di Leonard Peltier.
* * *
Allegato primo: le iniziative in Italia l'11 e 12 settembre
In occasione del genetliaco di Leonard Peltier si svolgeranno iniziative per la sua liberazione in varie parti del mondo, ed ovviamente anche in Italia.
In Italia sono previsti in questi giorni incontri di solidarieta' in Piemonte, in Lombardia e nel Lazio, precisamente in Valsusa, a Milano e a Viterbo.
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
* * *
Allegato secondo: in settembre e ottobre una delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" in Europa e in Italia
In settembre e ottobre una delegazione di native americane che guidano la mobilitazione internazionale per la liberazione di Leonard Peltier visitera' l'Europa ed anche l'Italia, incontrera' l'Onu a Ginevra ed istituzioni e associazioni in vari paesi d'Europa.
Dal primo al 5 ottobre 2022 la delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" sara' in Italia; si stanno organizzando gli incontri pubblici che in quei cinque giorni la delegazione terra' in varie citta' italiane, tra cui Torino, Genova, Milano e Roma.
Le persone, i gruppi, le comunita', le associazioni, i movimenti, le organizzazioni sindacali e politiche, le realta' ecclesiali, le istituzioni, i mezzi d'informazione che abbiano interesse ad incontrare la delegazione possono mettersi in contatto con il Comitato milanese di solidarieta' con Leonard Peltier, inviando una e-mail all'indirizzo di posta elettronica bigoni.gastone at gmail.com o telefonando al numero 3490931155 (risponde Andrea De Lotto).
La delegazione sara' composta da Jean Roach, Lona Knight e Carol Gokee, tre autorevoli donne native americane che guidano attualmente la solidarieta' con Leonard Peltier e le campagne internazionali per la sua liberazione.
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per interviste (in inglese) con la delegazione e con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
* * *
Allegato terzo: il "cammino spirituale" che tra settembre e novembre attraversera' gli Stati Uniti d'America
Tra settembre e novembre un "cammino spirituale" per la liberazione di Leonard Peltier attraversera' tutti gli Stati Uniti d'America e si concludera' a Washington.
Per sostenere questa iniziativa e' stato promosso dall'"International Leonard Peltier Defense Committee" (per contatti: contact at whoisleonardpeltier.info) un appello che di seguito trascriviamo:
Greetings all!
Most of you know that there is a scheduled spiritual walk going to DC from Minneapolis starting September 1 and arriving in DC November 11 in support of Leonard's clemency.
They are putting a lot of good energy and strength into this walk for Leonard, that I feel the need to make sure they are accommodated for all of their work as best as possible.
I am asking each of you to help promote this walk with all of your contacts and relatives, as they still need supplies and donations and accommodations along the way.
They're off to a really great start, so if we all work together we can make sure that this gets accomplished in a good way.
#RiseupforPeltier
#FreeLeonardPeltier
1. Message from AIM re supplies:
"As the walk quickly approaches, we are asking for some much needed donations for the walk food bank, kitchen and daily supplies. Below you will see a list of our items we are currently seeking to supply the kitchen, feed the walkers with along the route and take care of daily needs. We are staging supply donations in Minneapolis for the beginning of the walk and greatly appreciate anything that can be donated. If you would like to mail or have donations delivered please send them to...
The American Indian Movement GGC
2406 County Road D West
St Paul Mn 55112-8513
If you have a food or supply donation questions please reach out here on this page or via email at leonardpeltierwalktojustice at gmail.com to set up a drop off time and date in Minneapolis.
Many thanks to all who have already contributed and to those who have committed to hosting the walk for meals along the route. If you wish to make a monetary donation please follow the PayPal link at the bottom of this post.
Bottled Water
Paper Plates
Disposable Coffee Cups
Paper Bowls
Plastic eating utensils
Coffee
Granola bars
Coffee Filters
Dehydrated eggs
Small BBQ grill
Sterno
Butane
Flat top Grill Rental
Coffee Urn
Foil
Freezer bags
Saran Wrap
Food Cards or gift cards to local farmers markets
Fresh seasonal produce
Small Bagged Chip packs
Small Bagged Snack Packs
Gatorade
Electrolytes
Condiments (ketchup, mayonnaise, mustard)
Canned Vegetables
Spam
Spaghetti Sauce
Pasta Noodles
Flour
Canned Fruit
Salt and Pepper
Seasonings
Instant Gravy
Beef Bone Broth (dry and liquid)
Chicken Broth (dry or liquid)
Vegetable Stock (dry or liquid)
Cooking Oil
Canned Tuna, Salmon, or Mackerel
Dried Beans
Dried Milk
Dried Coffee Creamer
Candy
Dried Fruit
Macaroni and Cheese
Tennis Shoes
Socks
First Aid Kits
Bandages
Mole skin
Bandaids
Neosporin
Antiseptics
Patches for blisters
Lidocaine cream
Toilet Paper
Napkins
Paper towels
Dish Soap
Sponges
Bleach
Lysol Wipes
5 gallon plastic water containers for water storage
or anything you can donate"
Link below for donations
https://www.paypal.com/donate/?hosted_button_id=24H3YHAGGSZ7Y&fbclid=IwAR2tYFafb9zSDr0i5U45SW-wbZcl8TMRjUg1XHMizRFNA1rQPEqGJTwTwgU
Link to webpage http://www.aimgrandgoverningcouncil.org/LeonardPeltier.html?fs=e&s=cl
And to sign up to help at any of the locations along the route please follow this sign up link:
https://m.signupgenius.com/#!/showSignUp/10c0e4bacad2ea1ffc70-leonard
Here's a new article to help with promoting also:
https://lasentinel.net/walk-to-justice-aims-to-obtain-leonard-peltiers-release-from-prison.html?fbclid=IwAR3svRDIWid2XhlWl_MVTnXGtcfU6MY94-ua0nzArdb-2tHCSDobMGOUkEU&fs=e&s=cl
Thank You
Jean Roach Codirector
Anita Jo Shifflet Interim Codirector
International Leonard Peltier Defense Committee
www.whoisleonardpeltier.info
* * *
Allegato quarto: per saperne di piu' sulla figura, sulla vicenda e sulla testimonianza di Leonard Peltier
Il testo che segue e' la stesura integrale dell'articolo "Persecuzione politica negli Usa. Non muoia in carcere Leonard Peltier" apparso su "Adista segni nuovi" n. 8 del 5 marzo 2022.
*
Non muoia in carcere Leonard Peltier
Mentre vengono scritte queste righe Leonard Peltier ha 77 anni, da 46 e' in prigione in un carcere americano di massima sicurezza condannato a due ergastoli per delitti che non ha commesso (un processo-farsa con una giuria razzista lo condanno' sulla base di testimonianze false e di prove altrettanto false; gli stessi accusatori, gli stessi giudici, riconobbero successivamente che fu la condanna di un innocente, che fu una persecuzione politica. Leonard Peltier e' un perseguitato politico, perseguitato perche' e' un nativo americano che ha dedicato l'intera sua vita alla lotta in difesa del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della Madre Terra.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Leonard Peltier soffre da molti anni di gravi patologie, e recentemente ha contratto il covid. La sua vita e' in grave pericolo, ma fin qui neppure questo ha persuaso il Presidente degli Stati Uniti d'America a restituirgli la liberta' attivando l'istituto della grazia presidenziale.
Da tutto il mondo da decine d'anni si chiede che Leonard Peltier sia liberato: lo hanno chiesto Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, e con essi innumerevoli altre personalita' benemerite dell'umanita', lo hanno chiesto istituzioni democratiche come il Parlamento Europeo, lo hanno chiesto associazioni prestigiose come Amnesty International, e con esse milioni di esseri umani da tutto il mondo che hanno sottoscritto petizioni per la sua liberazione. Fin qui a nulla e' valso.
Perche' tanto accanimento? Perche' tanta ferocia contro Leonard Peltier? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che il sistema di potere che domina negli Stati Uniti tema a tal punto un settantasettenne gravemente malato? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli sia sempre stato negato un processo di appello che sicuramente lo avrebbe assolto? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli siano state sistematicamente negate tutte quelle misure di riduzione dell'afflittivita' della pena che lo stesso sistema carcerario americano prevede?
Scriviamolo subito: Leonard Peltier rappresenta l'intera umanita' oppressa in lotta per la comune liberazione e per la difesa dell'intero mondo vivente minacciato di distruzione dai poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.
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La vita, la lotta e la persecuzione di un indiano
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, e' ora anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
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Un uomo innocente
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
Naturalmente si puo' sostenere che le dichiarazioni di Peltier – anche se sono parole nobili e luminose come quelle che abbiamo citato - non fanno testo: anche se fosse un assassino avrebbe il diritto di negarlo.
Ma oltre le parole vi sono i fatti: ovvero il fatto elementare ed ineludibile che nessuna prova di colpevolezza e' mai emersa; gli stessi accusatori e giudici che pure ne imposero la condanna hanno successivamente ammesso che non vi e' e non vi e' mai stata alcuna prova che fu Leonard Peltier ad uccidere i due agenti dell'Fbi. Il fatto che Leonard Peltier sia stato condannato sulla sola base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, e' un'ulteriore conferma della sua innocenza.
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La solidarieta' in Italia
Anche in Italia si e' sviluppato un movimento di solidarieta' con Leonard Peltier, che nel corso dei decenni ha avuto diverse fasi legate a circostanze particolari.
Con l'elezione di Biden alla Casa Bianca nel 2021 vi e' stata una significativa ripresa delle iniziative.
Una nuova campagna - con una peculiare impostazione nonviolenta - e' stata promossa dal giugno 2021 dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo; essa ha suscitato varie rilevanti adesioni, tra cui quella del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, purtroppo recentemente scomparso.
Accogliendo e facendo propria l'iniziativa promossa dalla struttura nonviolenta viterbese, il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 ha espresso pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Anche dopo la scomparsa del compianto Presidente Sassoli, ed anche nel suo ricordo, l'iniziativa italiana per la liberazione di Leonard Peltier prosegue.
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
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Un percorso di letture per saperne di piu'
1. Un percorso minimo puo' essere il seguente.
Ovviamente occorre cominciare dall'autobiografia di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005).
Tra le opere su Leonard Peltier fondamentale e' il libro di Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994 - segnaliamo che l'edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti).
Un'agile introduzione e' il volumetto di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; contiene anche una silloge di scritti di Peltier e la riproduzione di alcune sue opere pittoriche.
Un buon lavoro recente e' il ponderoso volume di Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Particolarmente utile anche per la contestualizzazione e' l'ottima opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata (e segnaliamo che ognuna delle cento voci di cui si compone l'opera reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento).
2. Alcune ulteriori letture utili.
Per chi volesse ulteriormente approfondire vi sono vari buoni libri in inglese, purtroppo non tradotti in italiano.
Sul processo: Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
E' di qualche utilita' anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004.
Un libro che occorre aver letto - col necessario discernimento, e' ovvio – e' Joseph H. Trimbach and John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009. Trimbach e' stato uno dei quadri dell'Fbi piu coinvolti nella repressione dell'Aim e nella persecuzione di Leonard Peltier.
Sono ancora particolarmente utili anche i seguenti libri.
Rex Weyler, Blood of the Land. The Government and Corporate War against the American Indian Movement, Random House, New York 1982, 1984.
Kenneth S. Stern, Loud Hawk. The United States versus the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 1994, Red River Books, 2002.
Per la contestualizzazione cfr. anche Jeffrey Ostler, The Lakotas and the Black Hills. The Struggle for Sacred Ground, Viking Penguin, New York 2010.
Anche se non si occupa della vicenda di Leonard Peltier e' sempre utile la lettura di Winona LaDuke, All Our Relations. Native Struggles for Land and Life, South End Press, Cambridge, Massachusetts, 1999, Haymarket Books, Chicago, Illinois, 2015.
Ovviamente vi sono molti altri libri che meriterebbero di essere letti (ed alcuni ci sono particolarmente cari), ma quelli citati possono essere sufficienti per un inquadramento adeguato.
Concludiamo citando il lavoro di un autore, Ward Churchill, che ci sembra abbia dato contributi utilissimi, e che ha subito una vera e propria persecuzione (in merito cfr. la prefazione di Barbara Alice Mann alla seconda edizione di Ward Churchill, Since Predator Came: Notes from the Struggle for American Indian Liberation, Aigis Publishing, 1995, AK Press, Oakland 2005). Tutte le opere di Ward Churchill che abbiamo letto ci sono sembrate assai utili, ed anche se su alcune questioni (il marxismo, il pacifismo, la nonviolenza) abbiamo opinioni diverse, e' indubitabile che il suo lavoro teorico e documentario, di ricerca e di dibattito, e' di grande valore, merita pieno apprezzamento e profonda gratitudine. Sarebbe bene che i suoi libri venissero finalmente tradotti anche in italiano. Per un avvio alla conoscenza della sua opera suggeriremmo di cominciare da due raccolte di suoi interventi: Ward Churchill, Acts of Rebellion, Routledge, New York and London 2003; e Ward Churchill, Wielding Words like Weapons. Selected Essays in Indigenism, 1995–2005, PM Press, Oakland 2017.
Ricordiamo infine anche che altri utili materiali sono nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del citato libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
Va da se' che non abbiamo ricordato molte opere - alcune delle quali ormai classiche - della e sulla piu' generale resistenza dei nativi americani al genocidio e all'ecocidio; fortunatamente molti sono gia' i lavori - e talora capolavori - sia narrativi che saggistici scritti da illustri autrici ed autori nativi americani, ma non era questa la sede per darne notizia.
3. DOCUMENTAZIONE. MARCO CINQUE: LEONARD PELTIER E' STANCO
[Dal sito del quotidiano "Il manifesto" (www.ilmanifesto.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 13 settembre 2022 dal titolo "Leonard Peltier e' stanco" e il sommario "Orrore giudiziario. Il simbolo della resistenza nativa e' rinchiuso da 46 anni in un carcere negli Stati Uniti dopo un processo-farsa. Il comitato che ne chiede la liberazione ora portera' la sua lotta all'Onu"]
Leonard Peltier e' chiuso in carcere da ormai 46 anni ed e' l'emblema dei prigionieri politici e delle minoranze indigene negli Stati Uniti. Di ascendenza Ojibwa Lakota, e' tra i fondatori dell'Aim (American Indian Movement) e simbolo di una resistenza che dura da piu' di 500 anni. La sua vicenda giudiziaria e' ormai arcinota, raccontata in svariati libri, film e anche in molti articoli dedicatigli da questo giornale.
Nei primi dieci giorni di ottobre di quest'anno e' previsto l'arrivo in Europa di una delegazione dell'International Leonard Peltier Defense Committee, storico comitato che da tempo si batte per la sua causa, composta da Jean Roach, Lona Knight e Carol Gokee, che saranno presenti anche in diverse citta' italiane, a partire da Milano. Il ciclo delle manifestazioni di sostegno vedra' il suo culmine a Ginevra, in un incontro con le Nazioni Unite.
Per chi non la conoscesse, la storia di Peltier vale la pena di essere ricordata. Tutto ebbe inizio il 26 giugno 1975, a Pine Ridge, territorio degli Oglala Lakota, una delle Riserve indiane piu' grandi e povere degli Stati Uniti. Erano tempi di forti tensioni e scontri, di continue aggressioni alle comunita' indigene, soprattutto da parte dei "Goons", bande armate formate in parte da nativi stessi, comprati dal governo statunitense per reprimere le lotte di rivendicazione dell'Aim.
Quel giorno, senza alcun preavviso, irruppe nella riserva un'automobile priva di targa con due uomini a bordo che diedero inizio a un conflitto armato. In seguito si scoprira' che erano agenti dell'Fbi e che il pretesto per l'irruzione fosse la ricerca di un indiano che avrebbe rubato un paio di stivali. Ovviamente erano palesi bugie e, piu' probabilmente, l'irruzione fu una sorta di provocazione che porto' sul teatro dello scontro, nel giro di pochi minuti, centinaia di agenti.
La sparatoria che ne segui' fu caotica, lasciando a terra i due agenti provocatori e un nativo. Sul nativo nessuno si prese la briga di indagare, come avveniva regolarmente anche per la gran quantita' di indigeni uccisi in quegli anni, ma per i due agenti qualcuno doveva pagarla cara. In quanto attivista dell'Aim, il trentunenne Leonard Peltier divenne cosi' il capro espiatorio perfetto.
In una successiva intervista Peltier rivelo': "Sono stato minacciato con le pistole in faccia quando ho cercato di filmare un blocco stradale di una squadra Goon; in un'altra occasione sono stato sbattuto contro un muro dai Goon, che tendevano a percepire l'intero corpo della stampa come simpatizzante dell'Aim. I freni della mia macchina furono tagliati e, in un'occasione, un fucile ad alta potenza fece un buco in un'automobile su cui viaggiavo. Ma le mie esperienze impallidiscono in confronto ai pestaggi, le bombe incendiarie e le sparatorie in auto durante quel periodo, dove almeno 28 omicidi di indiani rimangono ancora irrisolti e la tribu' Oglala Sioux ha ripetutamente presentato petizioni al governo federale per riaprire questi casi".
L'arresto di Peltier avvenne in Canada, il 6 febbraio successivo, ma l'estradizione fu ottenuta con prove cosi' fasulle che, in seguito, il governo canadese protesto' formalmente col governo statunitense. Peltier venne condannato nel 1976 a due ergastoli, dopo un processo segnato da discriminazione e pregiudizio, dove venne accusato dell'omicidio dei due agenti Ronald A. Williams e Jack R. Coler. Nonostante un accurato rapporto balistico della stessa Fbi rivelasse che i proiettili non potevano essere stati sparati dall'arma del leader dell'Aim, il destino dell'imputato Ojibwa Lakota era segnato. Il processo infatti fu una farsa che ricalco' un copione gia' scritto: la giuria era composta esclusivamente da bianchi.
Nel 2003 i giudici del Decimo Circuito dichiararono: "Gran parte del comportamento del governo nella riserva di Pine Ridge su quanto e' accaduto a proposito del Signor Peltier e' da condannare. Il governo ha trattenuto delle prove ed ha intimidito testimoni. Questi fatti sono incontestabili".
Centinaia di singoli cittadini, associazioni e comitati in tutto il mondo hanno sostenuto la causa di Peltier, raccogliendo milioni di firme e sottoscrivendo migliaia di appelli. Si sono occupate del suo caso anche personalita' come Desmond Tutu, il Dalai Lama, papa Francesco, David Sassoli, istituzioni come il Parlamento Europeo, organizzazioni come Amnesty International, artisti come Robert de Niro, Robbie Robertson, Bruce Springsteen e tanti altri. La sua tragica vicenda e' stata dettagliatamente raccontata dal regista Michael Apted, nel film documentario del 1998, Incident a Oglala.
In una delle tante lettere scritte dal carcere Peltier denunciava: "Nelle terre indiane e in tutto il mondo ci sono uomini che lottano ogni giorno per la liberta'. L'America ha piu' gente in prigione di ogni altro Paese e il nostro sistema giudiziario e' ormai un'industria, non un mezzo per cercare la giustizia". Alla soglia degli ottant'anni, Peltier e' duramente provato e malato. Lo scorso gennaio e' anche risultato positivo al Covid, fenomeno molto frequente nelle carceri americane, cosi' la sua salute e' diventata ancor piu' precaria.
In un commovente messaggio spedito ai sostenitori della sua causa, Leonard scrisse: "Ho sacrificato tutti questi anni di vita al mio popolo. Sono stanco. Per anni ho nascosto le mie sofferenze. Ho sorriso quando volevo piangere. Ho riso quando mi sentivo morire. Ho dovuto guardare le fotografie dei miei bambini per vederli crescere. Ho perduto il piacere di stare con gli amici. Ho perduto la gioia di passeggiare nei boschi. Ho perduto la mia liberta'. Vi prego, non dimenticate che in tutto il mondo i popoli indigeni sono oppressi. Vi prego, non vi dimenticate di me, domani".
4. REPETITA IUVANT. PRIMA DI PRECIPITARE NELL'ABISSO: CINQUE CARTOLINE AL GOVERNO, AI PARLAMENTARI, ALLE FORZE POLITICHE ANTIFASCISTE, AL POPOLO ITALIANO, AI MOVIMENTI DEMOCRATICI
La prima cartolina
Il governo italiano e' attualmente in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, ma tornare alla legalita' costituzionale e al rispetto dei diritti umani e' comunque anche per esso un ineludibile dovere.
Ergo questo chiediamo:
1. revochi la sanguinaria fornitura di armi al governo ucraino che si configura come palese e illegale partecipazione alla guerra e alle stragi di cui essa consiste;
2. revochi le insensate e criminali "sanzioni" alla Russia che stanno provocando in Italia e nell'Unione Europea il crollo dell'economia e lo sprofondamento delle classi lavoratrici e popolari nella miseria e nella disperazione;
3. si impegni invece finalmente nelle relazioni internazionali per l'immediato cessate il fuoco e l'immediata apertura di negoziati di pace;
4. avvii una politica di disarmo, smilitarizzazione, denuclearizzazione, avendo come fine la salvezza dell'umanita'.
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La seconda cartolina
Il parlamento italiano e' virtualmente sciolto, ma le ed i parlamentari, anche coloro che sicuramente non verranno rieletti, hanno ancora voce e visibilita' pubblica e possono fare buon uso di questi ultimi giorni prima del rinnovo delle Camere per rendere pubbliche alcune parole di verita', per compiere un gesto di vera giustizia ed umana pieta'.
Chiedano quindi:
1. che si revochi la sanguinaria fornitura di armi al governo ucraino che si configura come palese e illegale partecipazione alla guerra e alle stragi di cui essa consiste;
2. che si revochino le insensate e criminali "sanzioni" alla Russia che stanno provocando in Italia e nell'Unione Europea il crollo dell'economia e lo sprofondamento delle classi lavoratrici e popolari nella miseria e nella disperazione;
3. che l'Italia si impegni finalmente nelle relazioni internazionali per l'immediato cessate il fuoco e l'immediata apertura di negoziati di pace;
4. che l'Italia avvii una politica di disarmo, smilitarizzazione, denuclearizzazione, avendo come fine la salvezza dell'umanita'.
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La terza cartolina
Le forze politiche democratiche, e quindi antifasciste, e quindi rispettose della Costituzione repubblicana, hanno il dovere di esplicitare in questa campagna elettorale:
- se vogliono la pace che salva le vite o la guerra che si nutre di stragi;
- se vogliono il benessere e il civile e solidale convivere del popolo italiano o invece proseguire nel provocare la catastrofe economica e sociale che sta riducendo il popolo italiano in miseria e servitu';
- se vogliono contribuire a evitare l'apocalisse atomica o invece favorirla.
Ebbene, se vogliono la pace, il bene comune e la prosecuzione dell'umana vicenda, allora devono dichiarare inequivocabilmente il proprio impegno affinche':
1. si revochi la sanguinaria fornitura di armi al governo ucraino che si configura come palese e illegale partecipazione alla guerra e alle stragi di cui essa consiste;
2. si revochino le insensate e criminali "sanzioni" alla Russia che stanno provocando in Italia e nell'Unione Europea il crollo dell'economia e lo sprofondamento delle classi lavoratrici e popolari nella miseria e nella disperazione;
3. l'Italia si impegni finalmente nelle relazioni internazionali per l'immediato cessate il fuoco e l'immediata apertura di negoziati di pace;
4. l'Italia avvii una politica di disarmo, smilitarizzazione, denuclearizzazione, avendo come fine la salvezza dell'umanita'.
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La quarta cartolina
Alla popolazione italiana che il 25 settembre votera' per il rinnovo del parlamento chiediamo di votare solo per liste e candidati che si impegnino per la pace che salva le vite; di rendere pubblica questa volonta' di pace, democrazia, nonviolenza; di esprimere quindi il proprio sostegno a queste quattro semplici proposte:
1. che si revochi la sanguinaria fornitura di armi al governo ucraino che si configura come palese e illegale partecipazione alla guerra e alle stragi di cui essa consiste;
2. che si revochino le insensate e criminali "sanzioni" alla Russia che stanno provocando in Italia e nell'Unione Europea il crollo dell'economia e lo sprofondamento delle classi lavoratrici e popolari nella miseria e nella disperazione;
3. che l'Italia si impegni finalmente nelle relazioni internazionali per l'immediato cessate il fuoco e l'immediata apertura di negoziati di pace;
4. che l'Italia avvii una politica di disarmo, smilitarizzazione, denuclearizzazione, avendo come fine la salvezza dell'umanita'.
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La quinta cartolina
Ai movimenti democratici impegnati per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani chiediamo di promuovere, sottoscrivere, diffondere dichiarazioni e appelli affinche':
1. si revochi la sanguinaria fornitura di armi al governo ucraino che si configura come palese e illegale partecipazione alla guerra e alle stragi di cui essa consiste;
2. si revochino le insensate e criminali "sanzioni" alla Russia che stanno provocando in Italia e nell'Unione Europea il crollo dell'economia e lo sprofondamento delle classi lavoratrici e popolari nella miseria e nella disperazione;
3. l'Italia si impegni finalmente nelle relazioni internazionali per l'immediato cessate il fuoco e l'immediata apertura di negoziati di pace;
4. l'Italia avvii una politica di disarmo, smilitarizzazione, denuclearizzazione, avendo come fine la salvezza dell'umanita'.
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Il momento e' adesso
E' oggi, non domani, che occorre fermare la guerra e le stragi in Ucraina ed ovunque.
E' oggi, non domani, che occorre fermare il disastro economico e sociale in Italia e in Europa.
E' oggi, non domani, che occorre fermare l'apocalisse atomica.
Contro tutte le guerre, contro tutte le invasioni, contro tutte le aggressioni, contro tutti i fascismi.
Contro il militarismo, contro il razzismo, contro ogni imperialismo, contro ogni schiavitu', contro ogni devastazione, contro il maschilismo che e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
In difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
In difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 571 del 17 settembre 2022
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