[Nonviolenza] Telegrammi. 4542



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4542 del 25 luglio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Discorso dei corvi
2. Pasquale Pugliese: Un'agenda pacifista per affrontare la crisi sistemica globale. E le prossime elezioni
3. Tre lettere
4. Maurizio Biagini
5. Ezio Gribaudo
6. Claes Oldenburg
7. Eugenio Scalfari
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. L'ORA. DISCORSO DEI CORVI

Nel pomeriggio di sabato 23 luglio 2022 a Cura di Vetralla (Vt) il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha tenuto una conversazione in occasione della giornata europea di mobilitazione pacifista "Europe for Peace".
Di seguito una minima sintesi, stesa a memoria alcune ore dopo, dei temi principali del discorso tenuto come di consueto a braccio ed interloquendo dialogicamente con le persone presenti.
*
1. I corvi di Orvieto
C'e' una quartina di Toti Scialoja che chi l'ha letta non puo' piu' dimenticare, tanto ci lascia sgomenti e atterriti:
"Il sogno segreto
dei corvi di Orvieto
e' mettere a morte
i corvi di Orte".
Di cosa ci parla? Perche' e cosi' inquietante e terribile?
Perche' parla di noi, della nostra disponibilita' ad uccidere, e ad uccidere senza alcuna ragione.
I ragazzini di tutto ignari, appena sbocciati alla giovinezza, che Putin ha mandato in Ucraina ad assassinare persone innocenti ed inermi (ed a farsi massacrare dagli armamenti che gli Usa, la Nato, i governi dei paesi dell'Unione Europea avevano messo - e continuano a mettere - a disposizione dell'esercito ucraino) sono quei corvi.
Tutti i governanti che mandano armi assassine affinche' sempre piu' persone muoiano in un conflitto scellerato e insensato scatenato dal folle e criminale governo russo, sono anche loro quei corvi.
Quanti ogni giorno commettono stragi per le strade e fin nelle scuole d'America, come in ogni altra parte del mondo, anche loro sono quei corvi.
E sono quei corvi tutti coloro che si prestano e si apprestano ad uccidere altri esseri umani, in un'orgia di sangue e delirio.
Fermiamola questa follia: persuadiamo tutti i corvi di Orvieto a cessare di mettere a morte i corvi di Orte, e a liberarsi da quell'allucinato "sogno segreto" che e' insieme il male radicale e la banalita' del male.
Chi ha letto le opere immortali di Giacomo Leopardi sa che proprio perche' tutti noi esseri umani siano cosi' fragili e perituri, esposti alla paura, alla sofferenza, alla malattia, alla morte, proprio per questo dovremmo unirci in una universale solidarieta': l'umanita' intera unita contro il male e la morte, l'umanita' intera che si riconosce una sola famiglia e si persuade al mutuo soccorso, alla condivisione del bene e dei beni, al dovere di salvare le vite e difendere quest'unico mondo vivente che e' l'unica casa comune che abbiamo.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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2. Dalla parte delle vittime
L'unico punto d'osservazione da cui si vede la verita' di ogni guerra e' porsi dalla parte delle vittime.
Stando dalla parte delle vittime la verita' e' immediatamente chiara: la guerra uccide gli esseri umani, la guerra e' nemica dell'umanita'; chi promuove, ordina, esegue, sostiene e favoreggia la guerra ha deciso con cio' stesso di far morire degli esseri umani.
Ma la prima regola dell'umana convivenza, ma il primo dovere inerente alla condizione di essere umano e' salvare le vite.
Ne consegue che ogni essere umano deve opporsi alla guerra. Sempre. La guerra non ha mai ragione. La guerra e' sempre assassina. La guerra e' sempre e solo stragi e devastazioni, uccisioni e uccisioni e uccisioni, in una progressione di sangue e di orrore che tutto abbrutisce e distrugge ed annienta.
Tutte le mascherature retoriche cadono dinanzi alla nuda realta' della morte inferta, al fatto che prima degli esseri umani vivevano, respiravano, agivano, amavano, e poi sono diventati cosa inerte, ammasso di carni straziate e sbranate, carcasse e putredine, polvere e cenere, sasso, fumo, nulla.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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3. Con tutti i popoli oppressi, contro tutti i governi cannibali
La guerra in Ucraina, come ogni guerra, ci rivela una realta' abominevole.
Ogni giorno vengono uccisi degli esseri umani.
E ogni giorno i governi, tutti i governi coinvolti, armano la guerra e quindi cooperano tutti insieme a far morire altri esseri umani.
Questi governi sono cannibali. Questi governi sono assassini.
Tra essi vi e' anche il governo italiano che manda armi in Ucraina.
La solidarieta' con tutti i popoli oppressi deve necessariamente essere anche lotta contro tutti i governi che uccidono gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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4. Le armi divorano le persone
Le armi, senza le quali la guerra non sarebbe possibile, servono a uccidere; sono fatte solo per questo: uccidere gli esseri umani.
Le armi divorano gli esseri umani.
Ogni politica di riarmo e' quindi una politica che stermina gli esseri umani.
Solo il disarmo salva le vite.
L'unica politica decente e' il disarmo.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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5. L'apocalisse atomica: il rischio reale della fine dell'umanita'
Ogni guerra per dinamica interna puo' estendersi fino a diventare regionale e poi mondiale, ed estendendo le sue dimensioni adopera strumenti sempre piu' distruttivi.
Ogni guerra puo' diventare atomica: e se si giunge alla guerra atomica e' in pericolo l'esistenza dell'umanita' intera.
Tutti gli esseri umani sanno che una guerra atomica puo' distruggere il genere umano.
Cosa si aspetta ad abolire le armi atomiche?
Cosa si aspetta ad abolire le guerre?
Cosa si aspetta ad abolire gli eserciti e le armi?
Cosa si aspetta ad agire per salvare l'umanita' dall'annientamento?
Salvare le vite e' il primo dovere.
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6. Homo sum
Ogni essere umano sentendosi tale riconosce che tutti i suoi diritti sono accompagnati dal riconoscimento degli eguali diritti di tutti gli altri esseri umani.
La regola aurea dell'umanita' e' infatti: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
L'umanita' e' costitutivamente plurale. L'eguaglianza si fonda sulla diversita'. Ogni persona e' preziosa perche' e' unica. Ogni vita ha un valore infinito.
E' un essere umano chi e' capace di sentire il dolore degli altri. E' un essere umano chi agisce per difendere ed aiutare gli altri, e' un essere umano chi agisce per la liberazione di tutte e tutti, e' un essere umano chi agisce per la convivenza reponsabile e solidale che nessuna persona esclude, e' un essere umano chi agisce per la salvezza comune.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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7. Non pereat mundus
C'e' un vecchio adagio, tante volte ripetuto: "Fiat iustitia, pereat mundus". E' un'abominevole stoltezza.
A questa criminale ideologia dobbiamo opporci: non deve perire il mondo, perche' se perisce il mondo non resta piu' nessuna giustizia, non resta piu' niente, finisce ogni esistenza.
Salvare il mondo e' la "conditio sine qua non" perche' possa esservi anche giustizia, come del resto ogni altra cosa.
Occorre difendere quindi l'intero mondo vivente, rispettandone e proteggendone ogni sua parte, poiche' tutto e' interconnesso.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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8. Il programma di Lucrezio e Diderot, di Immanuel Kant e di Giacomo Leopardi, di Rosa Luxemburg e di Simone Weil, di Virginia Woolf e di Hannah Arendt, di Leonard Peltier e di Vandana Shiva
L'umanita' intera, ogni singola persona, ogni aggregazione sociale, sa quali siano i suoi fondamentali doveri: e il primo di essi e' salvare le vite.
Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, difendere l'intero mondo vivente.
Far cessare l'orrore del dominio della violenza, di ogni violenza.
Restituire ad ogni essere umano, ad ogni popolo, ad ogni cultura, il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Condividere tutto il bene e tutti i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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9. La nonviolenza ha voce e volto di donna
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
La "corrente calda" e l'esperienza storica maggiore della nonviolenza in cammino e' il movimento di liberazione delle donne che libera l'umanita' intera dalla prima violenza che tutte le altre genera: la violenza maschilista.
La violenza maschilista e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le altre violenze.
Solo la lotta di liberazione delle donne liberera' l'umanita' da tutte le violenze.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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10. A proposito delle imminenti elezioni
Occorre presentare liste della nonviolenza.
Con un programma essenziale centrato sulla pace e il disarmo, il rispetto e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera.
Sono anni che lo andiamo ripetendo, ripetiamolo una volta ancora: occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
11. Mitakuye Oyasin
Siamo tutti una sola famiglia.
Tutto quanto e' interconnesso.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Chi salva una vita, salva il mondo.
Salvare le vite e' il primo dovere.
* * *
Tre allegati per approfondire il ragionamento: tre minime descrizioni della nonviolenza

I. La nonviolenza non indossa il frac

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.

Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione;
sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.

La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanita' unita contro il male e la morte;
si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verita' e del bene.
Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.

Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti,
li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.

La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

*

II. Breve litania della nonviolenza

La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.

*

III. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

2. EDITORIALE. PASQUALE PUGLIESE: UN'AGENDA PACIFISTA PER AFFRONTARE LA CRISI SISTEMICA GLOBALE. E LE PROSSIME ELEZIONI
[Riceviamo e diffondiamo. Pasquale Pugliese, come e' noto, e' una delle voci piu' autorevoli della nonviolenza in Italia]

Scriveva Edgar Morin, gia' ne La testa ben fatta, che "piu' i problemi diventano multidimensionali, piu' si e' incapaci di pensare la loro multidimensionalita'; piu' la crisi progredisce, piu' progredisce l'incapacita' a pensare la crisi; piu' i problemi diventano planetari, piu' essi diventano impensati. Un'intelligenza incapace di considerare il contesto e il complesso planetario rende ciechi, incoscienti e irresponsabili" (ed. italiana, 2000) . E in effetti, la cecita', l'incoscienza e l'irresponsabilita' – oltre vent'anni dopo – sembrano essere la cifra predominante nel discorso pubblico, incapace di considerare che il precipitare della crisi politica italiana si inserisce all'interno – ed e' un effetto collaterale – della crisi sistemica, che e' insieme crisi ecologica, energetica, pandemica, bellica, alimentare, sociale e infine culturale. La crisi del pensiero, in specie politico, in Italia e' cosi' grave che non riesce a pensare la complessita' della crisi nella quale siamo immersi, ma solo a balbettare di posizionamenti elettorali sulla crisi di governo, incapace di collegare l'effetto locale – e le possibili soluzioni – alla crisi globale.
Eppure, solo poche settimane fa era stato chiesto agli studenti all'esame di maturita' di misurarsi con un ragionamento sulla complessita' di Luigi Ferrajoli, rispetto al quale la stessa politica e' incapace di interloquire adeguatamente: "Questa pandemia [e'] un campanello d'allarme che segnala tutte le altre emergenze globali, consiste nel fatto che essa si e' rivelata un effetto collaterale delle tante catastrofi ecologiche – delle deforestazioni, dell'inquinamento dell'aria, del riscaldamento climatico, delle coltivazioni e degli allevamenti intensivi – ed ha percio' svelato i nessi che legano la salute delle persone alla salute del pianeta. (...) Colpendo tutto il genere umano senza distinzioni di nazionalita' e di ricchezze, mettendo in ginocchio l'economia, alterando la vita di tutti i popoli della Terra e mostrando l'interazione tra emergenza sanitaria ed emergenza ecologica e l'interdipendenza planetaria tra tutti gli esseri umani, questa pandemia sta forse generando la consapevolezza della nostra comune fragilita' e del nostro comune destino. Essa costringe percio' a ripensare la politica e l'economia e a riflettere sul nostro passato e sul nostro futuro" (in Perche' una Costituzione della Terra?, 2021).
Un ripensamento ancora piu' necessario e urgente visto l'aggiungersi della crisi bellica precipitata anche in Europa, con l'occupazione russa dell'Ucraina, con la minaccia nucleare e con l'incapacita' della stessa Europa di svolgere l'autorevole ruolo di mediazione che le dovrebbe competere. Eppure il ripensamento e' assente, nonostante questa guerra acceleri, aggravi e alimenti tutte le altre crisi. Del resto la crisi sistemica globale e' generatrice di crescenti conflitti – l'ultimo censimento dell'Universita' di Uppsala nel 2020 mappava 169 conflitti armati, tra bassa, media e alta intensita' ("la guerra mondiale a pezzetti", ha ripetuto inascoltato papa Francesco) – per l'accaparramento dell'acqua, dei flussi energetici, delle residue terre coltivabili, delle risorse fossili e minerali... rispetto ai quali non ci si puo' preparare con piu' armi, piu' guerre e piu' politiche di potenza – secondo l'obsoleto e irrazionale riflesso pavloviano – pena anticipare con la catastrofe atomica la catastrofe ambientale, anziche' risolverla. Al contrario, semmai, ci si deve preparare cominciando proprio dal disarmo, liberando le incredibili risorse pubbliche che sono intrappolate nella corsa agli armamenti, nazionale e internazionale, e approntando strumenti di gestione dei conflitti alternativi alla guerra. La pace con mezzi pacifici, secondo Costituzione.
O questa complessita' interconnessa diventa il centro della campagna elettorale – con programmi e candidati all'altezza della situazione, come non e' stato finora – oppure chiunque vinca ne sara' irrimediabilmente travolto, insieme al Paese. Invece – nonostante i recenti appelli del Segretario generale dell'ONU Antonio Guterres ("Abbiamo una scelta: l'azione collettiva o il suicidio collettivo. E' tutto nelle nostre mani") e di Amnesty International ("L'immobilita' dei governi di fronte alla crisi climatica sara' la piu' grave violazione intergenerazionale dei diritti umani della storia") – l'alternativa alle prossime elezioni italiane sembra essere tra l'"Agenda Draghi" e quella di Salvini e Meloni. Due visioni che – almeno sui temi della guerra e della pace – risultano sovrapponibili: tutti coloro che vi si riconoscono hanno votato in parlamento sia l'invio delle armi al governo ucraino, sia l'aumento delle spese militari al 2% del PIL (prodotto interno lordo). Nessuno sembra avere sufficientemente chiaro che per affrontare la crisi sistemica globale nella quale siamo precipitati, con qualche possibilita' di salvezza, e' necessaria un'agenda ecologista e pacifista. Ossia radicale, in quanto capace di andare alle radici della crisi e cercarne a quel livello le soluzioni. I temi li indicano da tempo i movimenti per la pace e per la conversione ecologica dell'economia (1).
Gia' alla fine del secolo scorso, il fisico nonviolento Giovanni Salio indicava la stretta connessione di queste questioni: "cosi' come si propone un modello di difesa e di risoluzione dei conflitti ispirato alla difesa difensiva, non offensiva, non provocatoria, che ponga un limite superiore alla follia della corsa agli armamenti e alla capacita' distruttiva dei sistemi d'arma, si propone anche un modello di sviluppo sostenibile rispetto al futuro, nei confronti sia delle generazioni che verranno sia della capacita' di autorigenerazione dei sistemi" (Il potere della nonviolenza, 1995). Anche gli scienziati internazionali, gia' lo scorso dicembre, proponevano il Dividendo di pace con un taglio del 2% annuo delle spese militari globali, dal quali reperire le risorse per fare fronte alla crisi planetaria. Si tratta dunque definire un'agenda politica che non abbia un generico e residuale accenno alla pace ed all'ecologia (ossia retorica della pace e greenwashing) ma – almeno sul versante pacifista – questi precisi ed ineludibili punti programmatici fondati sulla teoria e la pratica del disarmo:
1. riconversione sociale delle spese militari, anziche' la riconversione militare degli investimenti civili che ci hanno visto affrontare la pandemia da covid-19 dopo 37 miliardi di tagli alla sanita' in quindici anni anni e – nello stesso periodo – l'aumento di oltre il 20% della spesa per gli armamenti, oggi arrivata ai 26 miliardi all'anno che diventeranno 40 con l'aumento al 2% del PIL;
2. riconversione civile dell'industria bellica, indispensabile nel paese che ha un fiorente export di armamenti – spesso in violazione o in deroga alla legge 185/90 – che alimenta decine di guerre anche nei confronti di paesi come l'Egitto (che e' il nostro primo partner bellico), dal quale invece siamo presi regolarmente in giro sul rispetto dei diritti umani e, in specifico, sulla ricerca di verita' e giustizia per l'omicidio di Giulio Regeni;
3. sottoscrizione del Trattato internazionale per la proibizione delle armi nucleari (TPNW): entrato in vigore nel 2021 perche' sottoscritto da oltre cinquanta Stati, non e' stato sottoscritto dal governo italiano, nonostante l'appello di decine di consigli comunali e nonostante il nostro paese – grazie al fatto che tra Aviano e Ghedi sono pronte ad essere lanciate decine di testate nucleari USA – sia un sicuro target nucleare, nella guerra atomica minacciata;
4. costituzione dei Corpi civili di pace, su un piano nazionale e internazionale, come strumento indispensabile per intervenire nei conflitti, prima che essi degenerino in guerre con l'arrivo di armi ed armati, come invece successo in Donbass fin dal 2014. E' lo strumento proposto e progettato da Alex Langer – e rilanciato dalle organizzazioni per la nonviolenza e il disarmo – come lezione tratta dalla guerra fratricida nella ex Jugoslavia. Che, finora non abbiamo imparato;
5. costruzione della Difesa civile non armata e nonviolenta, mettendo in fila in maniera razionale – e costituzionale – la priorita' delle minacce dalle quali e' necessario difendersi ed allocando le risorse di conseguenza: nel paese dove le temperature superano i 40 gradi ed e' oggetto – estate dopo estate – di crescenti e devastanti incendi da sud a nord, abbiamo solo 15 canadair per spegnerli e stiamo acquistando invece, da anni, ben 90 cacciabombardieri F35 capaci di appiccare incendi nucleari in giro per il mondo.
L'elenco potrebbe continuare, ma questi sono solo i primi, indispensabili, punti di un'agenda pacifista per affrontare la crisi sistemica globale. A cominciare dalle prossime elezioni italiane. Per provare a fuoriuscire dallo stato di cecita', incoscienza e irresponsabilita' nel quale siamo profondamente precipitati.
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Note
1. Se ne puo' trovare un approfondimento anche in Pasquale Pugliese, Disarmare il virus della violenza. Annotazioni per una fuoriuscita nonviolenta dall'epoca delle pandemie, GoWare, 2021.

3. MATERIALI. TRE LETTERE

I. Appello alla Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola: president at ep.europa.eu
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
il suo indimenticabile predecessore, il Presidente David Sassoli, si impegno' affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America compisse un atto di clemenza che restituisse la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi a seguito di un processo-farsa in cui fu assurdamente condannato per un crimine che non ha mai commesso sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettante false, come successivamente ammisero i suoi stessi accusatori e giudici. Nonostante la sua innocenza sia ormai da tutti riconosciuta, Leonard Peltier continua ad essere detenuto.
Con un intervento pubblicato su twitter e una dichiarazione alla stampa di cui e' disponibile la registrazione video il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
gia' nel 1994 e poi ancora nel 1999 il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Qui di seguito si trascrive integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta gia' da molti anni da prestigiose istituzioni, innumerevoli associazioni democratiche, milioni di persone di tutto il mondo tra cui illustri personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e numerosi altri Premi Nobel.
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
dia seguito all'iniziativa del Parlamento Europeo e del Presidente Sassoli, e chieda al Presidente degli Stati Uniti d'America di compiere finalmente l'atto di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
II. Appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres: sgcentral at un.org
Egregio Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres,
uniamo la nostra voce a quella di quanti hanno gia' chiesto un suo intervento presso il Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' compia un atto di clemenza restituendo la liberta' a Leonard Peltier attraverso lo strumento giuridico della grazia presidenziale.
Chiediamo questo suo intervento perche' la vicenda di Leonard Peltier riguarda l'umanita' intera.
Come Lei gia' sapra', Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, generoso e coraggioso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto per delitti che non ha commesso.
Gli stessi suoi accusatori che ne ottennero la condanna al termine di uno scandalosissimo processo-farsa basato su cosiddette "prove" dimostratesi assolutamente false e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi anch'esse assolutamente false, hanno successivamente riconosciuto che la condanna e la conseguente detenzione di Leonard Peltier e' ingiusta e persecutoria, insensata e disumana, ed hanno chiesto loro stessi la sua liberazione.
Eppure, nonostante che la sua innocenza sia ormai certezza condivisa dall'umanita' intera, Leonard Peltier - ormai anziano e con gravi problemi di salute - continua ad essere detenuto per delitti che non ha mai commesso.
Sicuramente ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo, tra le quali figure luminose come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu.
Ricordera' sicuramente anche che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, tra le quali il Parlamento Europeo con ben due risoluzioni fin dagli anni '90 del secolo scorso.
Ci e' particolarmente grato ricordare anche l'iniziativa del compianto Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, recentemente deceduto, che il 23 agosto 2021 scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni. Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years. I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gli sforzi di milioni di esseri umani, l'impegno di innumerevoli associazioni - tra cui in primo luogo Amnesty International -, il voto di autorevolissime istituzioni, non hanno ottenuto fin qui che Leonard Peltier venisse liberato.
Occorre evidentemente un'iniziativa ulteriore.
Sia Lei, che rappresenta l'Organizzazione delle Nazioni Unite, quindi l'istituzione rappresentativa di tutti i paesi e i popoli del mondo, a promuovere questa iniziativa.
Sia Lei a chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di restituire la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
III. Un invito a tutte le persone di volonta' buona, alle associazioni democratiche, alle istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita', affinche' si adoperino per la liberazione di Leonard Peltier
Fratelli e sorelle,
a tutte e tutti chiediamo un impegno, nelle forme che riterrete adeguate, affinche' sia restituita la liberta' a Leonard Peltier.
Vi proponiamo di scrivere lettere sia direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America, nelle cui mani e' il potere di concedere la grazia che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier, sia alle istituzioni, alle organizzazioni ed alle personalita' che riterrete possano trovare maggior ascolto da parte della Casa Bianca, sia ai mezzi d'informazione affinche' cessi il silenzio sulla vicenda e sulla testimonianza di Leonard Peltier e sulla lotta sua e dei popoli nativi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Ma soprattutto vi chiediamo tre cose: di informare e coscientizzare le persone con cui siete in contatto, di voler voi stessi approfondire la conoscenza della vicenda di Leonard Peltier, di mettervi in contatto sia con lui che con il comitato internazionale di solidarieta' che lo sostiene.
L'indirizzo postale di Leonard Peltier e' nel sito dell'International Leonard Peltier Defense Committe (www.whoisleonardpeltier.info). Per contattare il comitato internazionale di solidarieta' inviare una e-mail a: contact at whoisleonardpeltier.info
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

4. LUTTI. MAURIZIO BIAGINI

E' deceduto Maurizio Biagini, pittore.
Con gratitudine lo ricordiamo.

5. LUTTI. EZIO GRIBAUDO

E' deceduto Ezio Gribaudo, artista ed editore.
Con gratitudine lo ricordiamo.

6. LUTTI. CLAES OLDENBURG

E' deceduto  Claes Oldenburg. artista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

7. LUTTI. EUGENIO SCALFARI

E' deceduto  Eugenio Scalfari, giornalista, saggista e molto altro ancora.
Con gratitudine lo ricordiamo.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Salvatore Lupo, Mafia, Treccani, 2022, pp. 102, euro 10.
- Laura Edith Savoy, Tracce. Memoria, storia e razza ne paesaggio americano, Black Coffee, Firenze 2022, pp. 240, euro 18.
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Riletture
- Sergio Battaglia, Gli Apache, Xenia, Milano 1998, pp. II + 126.
- Giuseppe Farinelli, Tutte le poesie di Giulio Gianelli, Ipl, Milano 1973, pp. 424.
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Maestre
- Margarete Buber Neumann, Da Potsdam a Mosca, Il Saggiatore, Milano 1966.
- Margarete Buber-Neumann, Prigioniera di Stalin e Hitler, Il Mulino, Bologna 1994, 2005, pp. XVIII + 424.
- Margarete Buber-Neumann, Milena, l'amica di Kafka, Adelphi, Milano 1986, 1999, pp. 312.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4542 del 25 luglio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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