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[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 503
- Subject: [Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 503
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Mon, 11 Jul 2022 06:23:40 +0200
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 503 dell'11 luglio 2022
In questo numero:
1. Insorgere nonviolentemente contro la guerra, insorgere nonviolentemente per salvare tutte le vite
2. Leggendo il libro di Roxanne Dunbar-Ortiz e Dina Gilio-Whitaker, "'All the Real Indians Died Off'. And 20 Other Myths About Native Americans". Un incontro di studio a Vetralla (Vt) nell'ambito dell'iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier
3. L'associazione "Respirare" di Viterbo si associa alla richiesta di un impegno del Parlamento italiano per la grazia presidenziale a Leonard Peltier
1. L'ORA. INSORGERE NONVIOLENTEMENTE CONTRO LA GUERRA, INSORGERE NONVIOLENTEMENTE PER SALVARE TUTTE LE VITE
Ogni vittima ha il volto di Abele.
La guerra e' nemica dell'umanita'.
Occorre insorgere nonviolentemente contro la guerra.
Occorre insorgere nonviolentemente per salvare tutte le vite.
2. REPETITA IUVANT. LEGGENDO IL LIBRO DI ROXANNE DUNBAR-ORTIZ E DINA GILIO-WHITAKER, "'ALL THE REAL INDIANS DIED OFF'. AND 20 OTHER MYTHS ABOUT NATIVE AMERICANS". UN INCONTRO DI STUDIO A VETRALLA (VT) NELL'AMBITO DELL'INIZIATIVA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Un libro prezioso: Roxanne Dunbar-Ortiz and Dina Gilio-Whitaker, "'All the Real Indians Died Off'. And 20 Other Myths About Native Americans", Beacon Press, Boston 2016, pp. XII + 208.
La mattina di domenica 10 luglio 2022 si e' svolta a Vetralla (Vt), con la partecipazione del responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, una conversazione di presentazione di questo libro la cui lettura vivamente raccomandiamo (e speriamo che sia tradotto in italiano al piu' presto).
L'incontro si e' svolto nell'ambito dell'iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi a seguito di un processo-farsa in cui fu assurdamente condannato per un crimine che non ha mai commesso sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettante false, come successivamente ammisero i suoi stessi accusatori e giudici.
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L'incontro si e' aperto, come di consueto, con un minuto di silenzio per le vittime della guerra in corso in Ucraina e in tante altre parti del mondo.
E' stata confermata ancora una volta l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni, a tutti gli eserciti e a tutte le armi.
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Le autrici di questa opera di straordinaria efficacia sono due studiose e militanti molto note ed apprezzate.
Roxanne Dunbar-Ortiz e' l'illustre storica autrice della recente ma ormai gia' classica opera pubblicata nel 2014 "An Indigenous Peoples' History of the United States", alla quale come struttura nonviolenta viterbese abbiamo dedicato un incontro di studio il mese scorso.
Dina Gilio-Whitaker e' una assai apprezzata giornalista, scrittrice e studiosa, che successivamente, nel 2019, ha pubblicato un libro di grande valore: "As Long as Grass Grows. The Indigenous Fight for Environmental Justice, from Colonization to Standing Rock", ed anche a questo libro abbiamo dedicato lo scorso mese un incontro di studio.
"'All the Real Indians Died Off'. And 20 Other Myths About Native Americans" e' un'opera intensa e appassionata, fondata su una documentazione ineccepibile e straordinariamente illuminante. Le autrici analizzano - anzi: dissezionano - ventuno stereotipi razzisti contro i nativi americani, smascherando, denunciando e contrastando le strutture di violenza implicite in questi "luoghi comuni" mille volte ripetuti; smascherando, denunciando e contrastando il "discorso dominante" e l'ideologia colonialista, genocida ed etnocida che continua a fare proseliti nella societa' bianca e che costituisce l'armamentario retorico e la "falsa coscienza" di cui si nutrono e si servono le strutture di potere e la costruzione del consenso dell'America bianca, razzista, schiavista e fascista il cui imperialismo e la cui violenza si esercitano non solo nei teatri di guerra dell'intero mondo, ma anche e innanzitutto sul fronte interno, contro le popolazioni native come contro ogni gruppo etnico e sociale sfruttato ed oppresso ed ogni organizzazione dissenziente.
Il libro si apre con una serrata ed energica introduzione, seguono i ventuno capitoli ciascuno centrato su un tema peculiare; chiudono un'ampia cronologia e un utile e accurato apparato di note per gli opportuni approfondimenti.
Il taglio e' vivacemente polemico, ma l'argomentazione e' sempre nitida e coerente, precisa e convincente; lo stile concentrato e coinvolgente. E' una lettura nutriente e illuminante, che per chi e' gia' impegnato nella lotta e nella solidarieta' offre un repertorio di esempi persuasivi e di chiare concettualizzazioni, per chi si accostasse seriamente per la prima volta a questi temi sara' l'occasione per smontare pezzo per pezzo l'intera costruzione di stereotipi e pregiudizi propalati e di violenza agita che i mass-media (in primo luogo il cinema "western", la televisione, la letteratura di consumo e il giornalismo mainstream) hanno edificato ad occultare il genocidio, l'etnocidio, l'ecocidio tuttora in corso negli Stati Uniti d'America, e ad occultare altresi' la Resistenza che i popoli nativi continuano ad opporre alla violenza razzista, colonialista ed onnidistruttiva del modo di produzione dominante, del sistema di potere bianco, dell'ideologia fascista e sterminatrice dei gruppi dirigenti statunitensi, dei potentati politici ed economici, degli apparati ideologici di stato.
Puo' essere utile a chi legge questo minimo resoconto conoscere almeno i titoli dei 21 capitoli, titoli che riportano uno per uno i "miti" contro i nativi americani imposti dai loro rapinatori e assassini ancora al potere: "I veri indiani sono tutti morti"; "Gli indiani sono nient'altro che semplici immigrati arrivati per primi nell'emisfero occidentale"; "Cristoforo Colombo ha scoperto l'America"; "La Festa del Ringraziamento dimostra che gli indiani accolsero gioiosamente i Padri Pellegrini"; "Gli indiani erano selvaggi e belluini"; "Gli indiani sono incapaci di risiedere stabilmente e non serbano memoria del passato"; "Gli europei hanno portato la civilta' agli indiani che vivevano nell'arretratezza"; "Gli Stati Uniti non hanno mai fatto una politica genocida"; "I presidenti statunitensi sono stati benevoli - o perlomeno bendisposti - nei confronti degli indiani"; "I soli veri indiani sono quelli di sangue puro, e sono ormai estinti"; "Gli Stati Uniti hanno donato agli indiani le loro riserve"; "Gli indiani sono protetti dallo stato"; "Le mascotte sportive onorano i nativi americani"; "La cultura nativa americana ormai appartiene a tutti gli americani indifferentemente"; "La maggior parte degli indiani vive dell'assistenza governativa"; "I casino' nelle riserve indiane hanno fatto diventare ricchi tutti gli indiani"; "Gli indiani sono contrari alla scienza"; "Gli indiani sono per natura predisposti all'alcolismo"; "Che problema c'e' a pensare che le donne indiane sono o principesse o squaw?"; "I nativi americano non sopportano i nomi con cui li si chiama, quali che siano"; "Gli indiani sono vittime e si meritano la nostra compassione".
Ad ognuna di queste stereotipate e insultanti asserzioni le autrici replicano in modo convincente ed esauriente.
Mettera' conto di evidenziare anche l'approccio ecofemminista delle autrici, fortemente radicato nella tradizione dei popoli nativi americani, e come questo approccio caratterizzi oggi fortemente la Resistenza dei popoli nativi americani in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra.
Il pensiero delle donne e la leadership delle donne caratterizzano infatti le lotte piu' rilevanti che i nativi americani stanno conducendo in questi anni, e sono donne le autrici della maggiore e miglior parte delle opere sia teoriche, sia storiografiche, sia documentarie e testimoniali, sia specificamente letterarie, che i popoli nativi americani stanno donando al mondo in questi anni, con una profondita' di sguardo e una capacita' propositiva tali che trovano ascolto e rispecchiamento nei movimenti indigenisti, antirazzisti, anticapitalisti, altermondialisti, pacifisti, ecologisti, femministi e nonviolenti di tutto il mondo.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso la convinzione che sia necessario che anche questo prezioso libro sia finalmente tradotto e pubblicato anche in Italia.
Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta condiviso l'appello alla Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola, e l'analogo appello al Segretario generale dell'Onu, on. Antonio Guterres, affinche' chiedano al Presidente degli Stati Uniti d'America un provvedimento di grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Le persone partecipanti all'incontro hanno altresi' rinnovato l'invito a tutte le persone di volonta' buona, alle associazioni democratiche, alle istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita', affinche' si adoperino per la liberazione di Leonard Peltier.
In calce si allega il testo dei due appelli alla Presidente Metsola e al Segretario generale Guterres, e l'invito ad ogni persona di volonta' buona a un impegno comune affinche' sia restituita la liberta' all'illustre militante nativo americano da quasi mezzo secolo detenuto per delitti che non ha mai commesso, perseguitato quindi per essere uno strenuo difensore dei popoli oppressi, dell'umanita' intera e della Madre Terra.
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Allegato primo: Appello alla Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola: president at ep.europa.eu
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
il suo indimenticabile predecessore, il Presidente David Sassoli, si impegno' affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America compisse un atto di clemenza che restituisse la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi a seguito di un processo-farsa in cui fu assurdamente condannato per un crimine che non ha mai commesso sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettante false, come successivamente ammisero i suoi stessi accusatori e giudici. Nonostante la sua innocenza sia ormai da tutti riconosciuta, Leonard Peltier continua ad essere detenuto.
Con un intervento pubblicato su twitter e una dichiarazione alla stampa di cui e' disponibile la registrazione video il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
gia' nel 1994 e poi ancora nel 1999 il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Qui di seguito si trascrive integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta gia' da molti anni da prestigiose istituzioni, innumerevoli associazioni democratiche, milioni di persone di tutto il mondo tra cui illustri personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e numerosi altri Premi Nobel.
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
dia seguito all'iniziativa del Parlamento Europeo e del Presidente Sassoli, e chieda al Presidente degli Stati Uniti d'America di compiere finalmente l'atto di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Le persone partecipanti all'incontro di studio sul libro di Roxanne Dunbar-Ortiz and Dina Gilio-Whitaker, "'All the Real Indians Died Off'. And 20 Other Myths About Native Americans", incontro svoltosi a Vetralla (Vt) il 10 luglio 2022
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Allegato secondo: Appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres: sgcentral at un.org
Egregio Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres,
uniamo la nostra voce a quella di quanti hanno gia' chiesto un suo intervento presso il Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' compia un atto di clemenza restituendo la liberta' a Leonard Peltier attraverso lo strumento giuridico della grazia presidenziale.
Chiediamo questo suo intervento perche' la vicenda di Leonard Peltier riguarda l'umanita' intera.
Come Lei gia' sapra', Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, generoso e coraggioso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto per delitti che non ha commesso.
Gli stessi suoi accusatori che ne ottennero la condanna al termine di uno scandalosissimo processo-farsa basato su cosiddette "prove" dimostratesi assolutamente false e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi anch'esse assolutamente false, hanno successivamente riconosciuto che la condanna e la conseguente detenzione di Leonard Peltier e' ingiusta e persecutoria, insensata e disumana, ed hanno chiesto loro stessi la sua liberazione.
Eppure, nonostante che la sua innocenza sia ormai certezza condivisa dall'umanita' intera, Leonard Peltier - ormai anziano e con gravi problemi di salute - continua ad essere detenuto per delitti che non ha mai commesso.
Sicuramente ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo, tra le quali figure luminose come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu.
Ricordera' sicuramente anche che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, tra le quali il Parlamento Europeo con ben due risoluzioni fin dagli anni '90 del secolo scorso.
Ci e' particolarmente grato ricordare anche l'iniziativa del compianto Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, recentemente deceduto, che il 23 agosto 2021 scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni. Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years. I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gli sforzi di milioni di esseri umani, l'impegno di innumerevoli associazioni - tra cui in primo luogo Amnesty International -, il voto di autorevolissime istituzioni, non hanno ottenuto fin qui che Leonard Peltier venisse liberato.
Occorre evidentemente un'iniziativa ulteriore.
Sia Lei, che rappresenta l'Organizzazione delle Nazioni Unite, quindi l'istituzione rappresentativa di tutti i paesi e i popoli del mondo, a promuovere questa iniziativa.
Sia Lei a chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di restituire la liberta' a Leonard Peltier.
Le persone partecipanti all'incontro di studio sul libro di Roxanne Dunbar-Ortiz and Dina Gilio-Whitaker, "'All the Real Indians Died Off'. And 20 Other Myths About Native Americans", incontro svoltosi a Vetralla (Vt) il 10 luglio 2022
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Allegato terzo: Un invito a tutte le persone di volonta' buona, alle associazioni democratiche, alle istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita', affinche' si adoperino per la liberazione di Leonard Peltier
Fratelli e sorelle,
a tutte e tutti chiediamo un impegno, nelle forme che riterrete adeguate, affinche' sia restituita la liberta' a Leonard Peltier.
Vi proponiamo di scrivere lettere sia direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America, nelle cui mani e' il potere di concedere la grazia che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier, sia alle istituzioni, alle organizzazioni ed alle personalita' che riterrete possano trovare maggior ascolto da parte della Casa Bianca, sia ai mezzi d'informazione affinche' cessi il silenzio sulla vicenda e sulla testimonianza di Leonard Peltier e sulla lotta sua e dei popoli nativi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Ma soprattutto vi chiediamo tre cose: di informare e coscientizzare le persone con cui siete in contatto, di voler voi stessi approfondire la conoscenza della vicenda di Leonard Peltier, di mettervi in contatto sia con lui che con il comitato internazionale di solidarieta' che lo sostiene.
L'indirizzo postale di Leonard Peltier e' nel sito dell'International Leonard Peltier Defense Committe (www.whoisleonardpeltier.info). Per contattare il comitato internazionale di solidarieta' inviare una e-mail a: contact at whoisleonardpeltier.info
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
Le persone partecipanti all'incontro di studio sul libro di Roxanne Dunbar-Ortiz and Dina Gilio-Whitaker, "'All the Real Indians Died Off'. And 20 Other Myths About Native Americans", incontro svoltosi a Vetralla (Vt) il 10 luglio 2022
3. REPETITA IUVANT. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO SI ASSOCIA ALLA RICHIESTA DI UN IMPEGNO DEL PARLAMENTO ITALIANO PER LA GRAZIA PRESIDENZIALE A LEONARD PELTIER
L'associazione "Respirare" di Viterbo si associa alla richiesta di un impegno del Parlamento italiano a sollecitare il Presidente degli Stati Uniti d'America a concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e difensore dell'intero mondo vivente, da 46 anni assurdamente detenuto per reati che non ha mai commesso.
In calce riproduciamo l'appello promosso dal "comitato viterbese di solidarieta' con Leonard Peltier", appello cui diamo la nostra persuasa adesione.
Lungo quasi mezzo secolo Leonard Peltier ha subito una persecuzione e una prigionia la cui ingiustizia, la cui crudelta', la cui barbarie sono flagranti.
Condannato per delitti che non ha mai commesso, tutti, a cominciare dai suoi accusatori e giudici, hanno sempre saputo che Leonard Peltier e' del tutto innocente e che la sua detenzione e' un crimine contro l'umanita'.
Leonard Peltier e' un nativo americano impegnato in difesa del suo popolo, dei diritti umani di tutti gli esseri umani, della Madre Terra.
Dal carcere ha continuato la lotta con la pittura e con la poesia, levando la sua voce di testimone a sostegno di tutte le lotte nonviolente contro il genocidio, l'etnocidio e l'ecocidio, promuovendo iniziative educative, utilizzando i proventi delle sue opere letterarie ed artistiche per finanziare limpide e luminose iniziative di beneficenza, di assistenza, di solidarieta': da perseguitato e detenuto e' divenuto un punto di riferimento e un concreto sostegno per tante persone bisognose di aiuto, per tante iniziative volte al bene comune dell'umanita'.
Leonard Peltier e' anziano e malato, ha 77 anni di cui 46 trascorsi in carceri di massima sicurezza pur essendo del tutto innocente dei reati attribuitigli in un processo-farsa basato su scandalose "prove" false e su scandalose "testimonianze" altrettanto false.
E' nei poteri del Presidente degli Stati Uniti d'America restituirgli la liberta' attivando l'istituto della grazia presidenziale.
Nonostante la mobilitazione di milioni di persone in tutto il mondo per la liberazione di Leonard Peltier, fin qui i presidenti statunitensi succedutisi in quest'ultimo mezzo secolo non hanno voluto o saputo compiere questo semplice atto di verita' e giustizia; ebbene, che possa compierlo il presidente attuale.
Ma forse affinche' il Presidente Biden si decida occorre che questa richiesta gli sia posta non solo da innumerevoli personalita' illustri che gia' si sono espresse ripetutamente a tal fine, ma anche da istituzioni del cui parere la Casa Bianca sa di dover tenere conto: ad esempio lo fece gia' in passato il Parlamento Europeo; ebbene, il Parlamento italiano, e per esso la Presidente del Senato ed il Presidente della Camera, possono essere le voci autorevoli la cui opinione puo' costituire il decisivo apporto che sommandosi a tutti gli altri pregressi persuada il Presidente Biden a concedere la grazia a Leonard Peltier.
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Con questa convinzione, con questa speranza, ci uniamo all'appello al Parlamento italiano affinche' da esso scaturisca una rinnovata richiesta al presidente statunitense di liberare Leonard Peltier.
Confidiamo che almeno le ed i parlamentari piu' impegnate e impegnati per i diritti umani vogliano pronunciarsi pubblicamente al piu' presto e farsi parte diligente di questa iniziativa.
Confidiamo che almeno la Presidente del Senato ed il Presidente della Camera vogliano prendere la stessa posizione che lo scorso anno, poco prima della tragica prematura scomparsa, prese l'allora Presidente del Parlamento Europeo, l'on. David Sassoli, che cosi' si pronuncio' in merito il 23 agosto 2021 con un intervento pubblico in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Confidiamo che l'intero Parlamento italiano, nella ferma fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana e alla Dichiarazione universale dei diritti umani, voglia chiedere al Presidente Joe Biden la grazia per Leonard Peltier, in nome della giustizia e della verita', in nome dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Ad ogni persona di volonta' buona chiediamo di scrivere alle ed ai parlamentari italiani lettere in tal senso.
Ai mezzi d'informazione chiediamo di dare notizia di questa iniziativa.
Ad ogni associazione ed istituzione democratica, ad ogni movimento di solidarieta' e di difesa dei diritti umani, chiediamo di impegnarsi per la liberazione di Leonard Peltier.
L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 8 luglio 2022
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
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Proposta di un impegno del Parlamento italiano a sollecitare il Presidente degli Stati Uniti d'America a concedere la grazia a Leonard Peltier
Alla Presidente del Senato della Repubblica italiana
al Presidente della Camera dei Deputati
a tutte e tutti i parlamentari
Oggetto: proposta di un impegno del Parlamento italiano a sollecitare il Presidente degli Stati Uniti d'America a concedere la grazia a Leonard Peltier, come gia' richiesto dal Parlamento Europeo fin dagli anni Novanta e come riproposto lo scorso anno dall'allora Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli
Gentilissima Presidente del Senato,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
gentilissime e gentilissimi parlamentari,
vi scriviamo per formularvi la proposta di un impegno del Parlamento italiano a sollecitare il Presidente degli Stati Uniti d'America a concedere la grazia a Leonard Peltier, come gia' richiesto dal Parlamento Europeo fin dagli anni Novanta e come riproposto lo scorso anno dall'allora Presidente del Parlamento Europeo, il compianto David Sassoli.
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Sicuramente conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 46 anni prigioniero innocente, condannato per delitti che non ha mai commesso a seguito di un processo-farsa basato su cosiddette "testimonianze" rivelatesi del tutto false e su cosiddette "prove" rivelatesi anch'esse del tutto false, al punto che lo stesso procuratore capo che sostenne l'accusa successivamente riconobbe il terribile errore giudiziario e chiese la sua liberazione.
Nel corso di quasi mezzo secolo milioni di persone da tutto il mondo hanno chiesto che a Leonard Peltier venisse restituita la liberta', e tra essi lo hanno chiesto figure come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu ed altri Premi Nobel per la Pace.
In Italia un nuovo appello per la liberazione di Leonard Peltier e' stato promosso mesi fa da personalita' illustri come don Luigi Ciotti e padre Alex Zanotelli, dai sindaci di numerose importanti citta', da centinaia di autorevoli figure della riflessione morale, dell'impegno civile, della cultura, dell'associazionismo e delle istituzioni democratiche.
Potrebbe essere di grande valore ed effettuale importanza che anche il Parlamento italiano si unisse alle tante voci che chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America un atto di clemenza che restituisca la liberta' a un uomo innocente ormai vecchio e malato, a un uomo che anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi in una luminosa testimonianza per la dignita' umana, in una intensa attivita' artistica ed educativa, a sostegno di numerosissime iniziative nonviolente in difesa dei diritti umani e in difesa della biosfera.
Vi chiediamo quindi di farvi parte diligente di questo impegno di verita' e di giustizia.
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In questo impegno potete unirvi a precedenti autorevolissimi pronunciamenti istituzionali: come le risoluzioni del Parlamento Europeo gia' nel secolo scorso e piu' recentemente il rilevante intervento pubblico del suo non dimenticato Presidente e nostro connazionale David Sassoli.
Gia' nel 1994 e poi ancora nel 1999 il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Qui di seguito ancora una volta si trascrive integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
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E circa un anno fa il compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, accogliendo un appello promosso da numerose personalita' dell'impegno morale e civile, si impegnava pubblicamente per la liberazione di Leonard Peltier.
In una conferenza stampa poi riassunta in un video e in un tweet, il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 cosi' si esprimeva:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
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Gentilissima Presidente del Senato,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
gentilissime e gentilissimi parlamentari,
confidiamo nella vostra attenzione e nel vostro conseguente impegno per questa causa umanitaria.
Augurandovi ogni bene,
il comitato viterbese di solidarieta' con Leonard Peltier
Viterbo, primo luglio 2022
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Post scriptum: una minima notizia ed una bibliografia essenziale su Leonard Peltier
Leonard Peltier ha 77 anni, da 46 e' in prigione in un carcere americano di massima sicurezza condannato a due ergastoli per delitti che non ha commesso (un processo-farsa con una giuria razzista lo condanno' sulla base di testimonianze false e di prove altrettanto false; gli stessi accusatori, gli stessi giudici, riconobbero successivamente che fu la condanna di un innocente, che fu una persecuzione politica).
Ha scritto nella sua autobiografia: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Leonard Peltier soffre da molti anni di gravi patologie, e recentemente ha contratto il covid.
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Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante dell'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano.
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, all'inizio del 2022 ha contratto anche il covid; la sua salute e' gravemente compromessa.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
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Ha scritto nella sua autobiografia: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
Naturalmente si puo' sostenere che le dichiarazioni di Peltier - anche se sono parole nobili e luminose come quelle che abbiamo citato - non fanno testo: anche se fosse un assassino avrebbe il diritto di negarlo.
Ma oltre le parole vi sono i fatti: ovvero il fatto elementare ed ineludibile che nessuna prova di colpevolezza e' mai emersa; gli stessi accusatori e giudici che pure ne imposero la condanna hanno successivamente ammesso che non vi e' e non vi e' mai stata alcuna prova che fu Leonard Peltier ad uccidere i due agenti dell'Fbi. Il fatto che Leonard Peltier sia stato condannato sulla sola base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, e' un'ulteriore conferma della sua innocenza.
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Una bibliografia essenziale
Ovviamente occorre cominciare dall'autobiografia di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005).
Tra le opere su Leonard Peltier fondamentale e' il libro di Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994 - segnaliamo che l'edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti).
Un'agile introduzione e' il volumetto di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; contiene anche una silloge di scritti di Peltier e la riproduzione di alcune sue opere pittoriche.
Un buon lavoro recente e' il ponderoso volume di Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Particolarmente utile anche per la contestualizzazione e' l'ottima opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata (e segnaliamo che ognuna delle cento voci di cui si compone l'opera reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento).
Per chi volesse ulteriormente approfondire vi sono vari buoni libri in inglese, purtroppo non tradotti in italiano.
Sul processo: Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
E' di qualche utilita' anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004.
Un libro che occorre aver letto - col necessario discernimento, e' ovvio – e' Joseph H. Trimbach and John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009. Trimbach e' stato uno dei quadri dell'Fbi piu coinvolti nella repressione dell'Aim e nella persecuzione di Leonard Peltier.
Sono ancora particolarmente utili anche i seguenti libri: Rex Weyler, Blood of the Land. The Government and Corporate War against the American Indian Movement, Random House, New York 1982, 1984; Kenneth S. Stern, Loud Hawk. The United States versus the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 1994, Red River Books, 2002. Per la contestualizzazione cfr. anche Jeffrey Ostler, The Lakotas and the Black Hills. The Struggle for Sacred Ground, Viking Penguin, New York 2010.
Assai utili letture sono anche il libro di Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006; e il fondamentale libro (recentemente opportunamente ristampato) di Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022 (di Ward Churchill occorrerebbe leggere anche diversi altri libri, tutti preziosi e illuminanti).
Un ottimo libro che ricostruisce la storia nordamericana dal punto di vista dei popoli nativi e' quello di Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014; un classico della storiografia nordamericana, tradotto in italiano, e' il volume di Howard Zinn, Storia del popolo americano, Il Saggiatore, Milano, piu' volte aggiornato e ristampato.
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 503 dell'11 luglio 2022
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