[Nonviolenza] Poche parole dette la mattina del primo maggio 2022 tra vecchi amici in ricordo di Alfio Pannega



POCHE PAROLE DETTE LA MATTINA DEL PRIMO MAGGIO 2022 TRA VECCHI AMICI IN RICORDO DI ALFIO PANNEGA

"Ancora una volta spiego' che 'compagno' e' una parola di origine latina
il cui significato e' 'la persona che condivide il suo pane con gli altri'"
(Annibale Scarpante, Breve commento alle Etimologie di Isidoro di Siviglia)

Ricorreva ieri il dodicesimo anniversario della morte di Alfio Pannega.
In questo primo maggio lo ricordiamo ancora, cosi' come lo salutammo il primo maggio di dodici anni fa al cimitero di Viterbo.
Lo ricordiamo uomo buono e forte, allegro e gentile, saggio e virtuoso.
Lo ricordiamo compagno di lotte necessarie.
Lo ricordiamo esempio dell'umanita' come dovrebbe essere.
Sempre visse la poverta' dei giusti. Sempre visse senza opprimere nessuno. Sempre lotto' contro tutte le oppressioni.
Fu poeta e militante, operaio e contadino, comunista e libertario, consapevole amico della nonviolenza, soave e fiero combattente nonviolento.
Tutti i suoi beni sempre condivise. Alla sua sobria mensa sempre tutti accolse. Si prese sempre cura di chi chiedeva aiuto. Si prese sempre cura di animali e piante. Amava il mondo di un sapiente amore, con cuore appassionato e mente limpida.
Lo ricordiamo oggi, in questo giorno di lotta e di memoria del dolore, in questo giorno in cui il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori, il movimento delle oppresse e degli oppressi, rinnova il ricordo delle vittime uccise da rapina e sfruttamento, uccise da miseria e schiavitu', uccise dal fascismo quotidiano del sistema del profitto disumano, che degli esseri umani spezza e nega la dignita' per trasformarli in merci, in macchine, in oggetti, in scarti, in fumo.
Lo ricordiamo oggi, proletario in lotta contro guerra e sfruttamento, in lotta contro tutte le ingiustizie, in lotta contro tutte le violenze.
Lo ricordiamo oggi, e lo portiamo ancora e ancora nelle nostre lotte di oggi e nelle lotte di domani, le lotte necessarie per far si' che ogni essere umano possa vivere un'esistenza degna e solidale, condividendo tutto il bene e tutti i beni.
E ricordando Alfio proseguiamo nell'impegno per la pace e la giustizia, contro tutte le guerre e le oppressioni che fanno scempio dell'umanita'.
E ricordando Alfio proseguiamo nella lotta nonviolenta affinche' cessi della violenza il regno e della fame.
E ricordando Alfio proseguiamo nel movimento di liberazione che l'umanita' intera porti in salvo.
E ricordando Alfio proseguiamo nella certezza che l'umanita' merita di essere libera e felice.
Compagne e compagni, nessuno si arrenda alla paura, all'odio, alla violenza.
Compagne e compagni, continui la lotta per il lavoro, per la pace e il pane.
Compagne e compagni, difendere occorre tutti i diritti di tutte le persone, cosi' delle viventi come delle venture.
Compagne e compagni, difendere occorre quest'unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi; abolire per sempre le uccisioni.
Nessuna vittima sia dimenticata.
Nessuna persona sia abbandonata.
Spezzare le catene, condividere il pane.
Sia la misericordia la legge condivisa.
La generosita' sia norma della vita.
Da ciascuno sia dato secondo le sue capacita', a ciascuno secondo i suoi bisogni sia donato.
E' qui, e' ora, nella nostra lotta, l'internazionale futura umanita'.
In questa lotta nonviolenta e' ancora vivo il nostro compagno Alfio Pannega.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
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Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4457, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446.

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

Viterbo, primo maggio 2022

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Da alcuni mesi e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 46 anni prigioniero innocente.

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