[Nonviolenza] Il nostro Alfio, la nostra lotta. Per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa dell'intero mondo vivente



IL NOSTRO ALFIO, LA NOSTRA LOTTA. PER LA PACE, I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI, LA DIFESA DELL'INTERO MONDO VIVENTE

"Ma l'uomo intero accoglie nel suo animo
l'interessamento per tutte le forme della vita,
e per tutte batte il suo cuore"
(Benedetto Croce, La mia filosofia, p. 243)

Qualche giorno fa alla stazione ferroviaria incontro un vecchio compagno di lotte del secolo scorso, saranno venti o trent'anni che non ci vediamo, vive lontano, e' qui di passaggio.
Mi chiede dei vecchi compagni, dei comuni amici di allora. Mi accorgo di quanti siano ormai morti. Mi chiede anche di Alfio. E' morto anche lui, gli dico, dodici anni fa.
Non resta nessuno dei migliori, dice lui. Non resta nessuno, dico io. E i giovani? dice lui. Non so, dico io. E' proprio passato un secolo, dice. Un secolo, rispondo.
Lui deve fare qualcosa in citta', io devo salire sul treno che parte, ci accomiatiamo dicendoci le solite cose che si dicono sapendo che non ci si rivedra'.
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Il 30 aprile 2010, dodici anni fa, ci lasciava Alfio Pannega, ma il suo ricordo e' ancora vivo non solo nelle persone che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene, ma anche nella memoria collettiva del popolo viterbese tutto.
Perche' Alfio Pannega e' stato della citta' di Viterbo una delle figure piu' rappresentative, un testimone e un simbolo. Simbolo di una condizione sociale ed esistenziale che parlava al cuore di tutte le classi popolari, ma simbolo anche di una persuasa scelta di liberta' e di solidarieta', di appassionato impegno morale e politico per la liberazione dell'umanita', per la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, esempio di una generosita' incondizionata, maestro di poesia e di empatia. Un militante comunista e libertario. Una persona amica della nonviolenza. Un antifascista, un resistente alla guerra e alla violenza. Un amorevole accuditore del mondo vivente.
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A dodici anni dalla morte e' cresciuta ormai anche una generazione di giovani che non lo ha conosciuto personalmente, ma che puo' accostarne la testimonianza attraverso i racconti (una memoria orale prevalentemente aneddotica) di chi gli fu amico, attraverso i lavori di Antonello Ricci e dei suoi collaboratori, e soprattutto attraverso lo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti, che Alfio fa rivivere con profonda, felice, commovente immedesimazione.
Sarebbe bene raccogliere - e registrare, e trascrivere - anche le testimonianze dei tanti suoi amici, da quelli piu' antichi, ed in particolare i vecchi compagni comunisti che sono stati la sua comunita' d'ideali, di riconoscimento e di appartenenza; a quelli piu' giovani, ed in particolare i ragazzi che dagli anni Novanta condivisero con lui lungo due decadi l'esperienza del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul".
E sarebbe bene raccogliere anche le testimonianze dei tanti altri viterbesi che lo conobbero forse in modo piu' episodico ma con sincero affetto, e rispetto, e vicinanza vera.
Cosi' come sarebbe necessario ricercare e preservare le disperse tracce della sua testimonianza, delle sue riflessioni e del suo operato conservate forse ancora da varie persone amiche, prima che vadano irrimediabilmente perse (registrazioni audio e video, fotografie e manoscritti, manufatti artistici e testi pubblicistici, che metterebbe conto di raccogliere e preservare in un "Archivio Alfio Pannega" che potrebbe costituire un lascito prezioso di storia e memoria della citta', del suo popolo, delle lotte sociali e politiche del movimento delle oppresse e degli oppressi).
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Ricordando Alfio oggi, in questo 30 aprile 2022, due cose vorremmo particolarmente evidenziare del suo impegno: l'opposizione alla guerra, l'opposizione allo sfruttamento.
L'opposizione alla guerra, l'impegno per la pace e il disarmo, la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, la difesa del mondo vivente, la scelta della nonviolenza: sono stati per l'intera sua vita un impegno costante di Alfio.
Ed oggi chi vuole ricordarlo deve proseguire quell'impegno. Soccorrendo ogni persona bisognosa di aiuto; opponendosi a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, a tutte le armi; contrastando la violenza con la forza della verita', con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
L'opposizione al modo di produzione e al sistema di potere fondato sulla rapina, sullo sfruttamento e l'alienazione degli esseri umani, sulla devastazione e desertificazione della natura; e quindi l'impegno nel movimento delle oppresse e degli oppressi che si batte per una societa' di persone libere ed eguali in diritti, in cui da ciascuno sia dato secondo le sue capacita' ed a ciascuno sia dato secondo i suoi bisogni; l'impegno del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori, del movimento operaio e contadino, che lotta ad un tempo per la dignita' di ogni essere umano, per la liberazione dell'umanita' intera e per la difesa dell'intero mondo vivente.
Chi vuole ricordare Alfio Pannega deve proseguire in questo impegno, allo stesso tempo contro la dittatura del capitale astratto sulle concrete vite umane, contro la logica della massimizzazione del profitto incompatibile con i limiti della biosfera, contro il consumismo che divora il mondo derubando di una vita degna l'umanita' presente e le generazioni future; deve proseguire in questo impegno che e' insieme anche antimperialista ed anticolonialista, antifascista ed antimilitarista, antirazzista ed antispecista; deve proseguire in questo impegno socialista e libertario, ecologista e femminista, nonviolento.
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Affiorano alla memoria di chi scrive queste righe tante vicende condivise: la lotta contro la centrale nucleare a Montalto di Castro; la lotta contro i manicomi criminali; la nascita dei "comitati per la pace" contro i missili a Comiso; la lotta contro il regime della corruzione, la penetrazione dei poteri criminali e il "modello di sviluppo di servitu'" nell'Alto Lazio; l'esperienza di solidarieta' del centro sociale "Valle Faul"; l'organizzazione dell'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere della pace" ad Aviano nel 1999 per cercar di fermare i bombardamenti stragisti della Nato contro la popolazione civile in Jugoslavia; l'iniziativa vittoriosa contro il mega-aeroporto che avrebbe distrutto irreversibilmente l'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame; le iniziative antirazziste che per prime denunciarono il costituirsi di un regime di apartheid in Italia; l'iniziativa per il diritto di tutte le persone alla casa, e tante altre esperienze di lotta e di solidarieta'.
Con Alfio condividemmo la persuasione che devi cominciare tu a fare la cosa giusta, che devi essere tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo, che devi essere tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Con Alfio condividemmo la persuasione che la nonviolenza deve cominciare adesso; che la societa' solidale, della giustizia e della misericordia, deve cominciare adesso; che l'internazionale futura umanita' deve cominciare adesso.
Con Alfio condividemmo la persuasione che ogni essere umano, ogni essere vivente, l'intero mondo vivente ha diritto alla vita.
Con Alfio condividemmo la persuasione che salvare le vite e' il primo dovere.
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E' scomparso dodici anni fa.
E' ancora vivo ogni volta che una persona resiste all'ingiustizia, ogni volta che una persona ne aiuta un'altra, ogni volta che una persona insorge contro la violenza.
E' ancora vivo ogni volta che tu ti ricordi di essere un essere umano.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Allego in calce a queste righe una minima notizia su Alfio Pannega e una lettera aperta indirizzata ieri al Quirinale i cui ragionamenti credo che Alfio avrebbe condiviso.

Peppe Sini

Viterbo, 30 aprile 2022

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Da alcuni mesi e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 46 anni prigioniero innocente.

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Allegato primo. Una minima notizia su Alfio Pannega

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4456, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446.

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Allegato secondo. "Presidente, apra gli occhi. Il piano del governo russo e di quello americano e' ridurre l'Ucraina in macerie e l'intera Europa in miseria". Una lettera aperta al Quirinale

"Perche' la morte mai non rende cio' che ha tolto"
(Vincenzo Cornaro, Erotocrito, IV, 2106)

Egregio Presidente della Repubblica,
apra gli occhi: dopo oltre due mesi di orrori, la guerra scatenata contro la popolazione ucraina inerme e innocente dal folle e criminale governo russo prosegue e si estende, ogni giorno aggiungendo stragi a stragi, distruzioni a distruzioni, orrori a orrori.
L'intera umanita' e' inorridita, l'intera umanita' chiede pace e rispetto per la vita, l'intera umanita' chiede che cessi il massacro.
Ma pressoche' nessun governo sembra interessato a fermare la guerra; pressoche' nessun governo si sta adoperando per la pace.
Neanche il governo italiano, che anzi scelleratamente, oscenamente, mostruosamente coopera alla guerra, e quindi alle stragi di cui la guerra sempre e solo consiste.
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Egregio Presidente della Repubblica,
apra gli occhi: e' evidente che il piano del governo russo e di quello americano e' ridurre l'Ucraina in macerie e l'intera Europa in miseria.
E i vertici dell'Unione Europea, e molti governi europei, invece di adoperarsi per la pace, invece di impegnarsi per salvare tutte le vite che e' possibile salvare, invece di sostenere il "cessate il fuoco" e la fine delle uccisioni, invece di sostenere i negoziati che fermino le stragi e le devastazioni, stanno cooperando alla distruzione dell'Ucraina e al collasso dell'Europa.
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Egregio Presidente della Repubblica,
apra gli occhi: innumerevoli persone sono gia' state assassinate in Ucraina.
Milioni di persone hanno gia' perso ogni loro avere e sono costrette a una fuga disperata.
Ma i governi russo, americano ed europei continuano la guerra, vogliono sempre piu' morti, sempre piu' stragi, sempre piu' distruzioni, sempre piu' poverta', sempre piu' disperazione, odio, lutti, sempre piu' vittime di un'insensata orgia di sangue.
I governi russo, americano ed europei stanno agendo come pazzi assassini.
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Egregio Presidente della Repubblica,
apra gli occhi: mentre prosegue il massacro della popolazione ucraina inerme, la guerra da un momento all'altro puo' estendersi e diventare mondiale e nucleare, e distruggere l'umanita'.
E' in pericolo l'intera umanita', l'intero mondo vivente.
Ma i governi russo, americano ed europei continuano la guerra, vogliono sempre piu' morti, sempre piu' stragi, sempre piu' distruzioni, sempre piu' poverta', sempre piu' disperazione, odio, lutti, sempre piu' vittime di un'insensata orgia di sangue.
I governi russo, americano ed europei stanno agendo come pazzi assassini.
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Egregio Presidente della Repubblica,
apra gli occhi: occorre fermare la guerra prima che la guerra annienti l'umanita'.
Richiami il governo italiano al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana che ripudia la guerra.
Non avalli piu' insensate e scellerate decisioni che favoreggiano la guerra e le stragi.
Non avalli piu' insensate e scellerate decisioni che incrementano la strage degli innocenti in Ucraina ed impoveriscono sempre di piu' la stessa popolazione italiana.
Non avalli piu' insensate e scellerate decisioni che mettono in pericolo l'intera umanita'.
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Egregio Presidente della Repubblica,
apra gli occhi: occorre fermare la guerra prima che la guerra annienti l'umanita'.
Richiami il governo italiano al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana che ripudia la guerra.
Il governo italiano revochi la folle e criminale decisione di inviare armi assassine in Ucraina il cui effetto e' favoreggiare la guerra e le stragi.
Il governo italiano revochi la folle e criminale decisione delle cosiddette "sanzioni" il cui effetto e' favoreggiare la guerra e le stragi in Ucraina ed impoverire le classi popolari italiane.
Il governo italiano cessi di avallare le sciaguratissime decisioni dell'Unione Europea il cui effetto e' favoreggiare la guerra e le stragi in Ucraina ed impoverire le persone gia' sfruttate ed oppresse, rapinate ed impoverite, nell'intera Europa.
Il governo italiano cessi di avallare l'azione della Nato, ed anzi si adoperi per lo scioglimento della Nato, un'organizzazione terrorista e stragista che nel corso del tempo ha commesso innumerevoli crimini di guerra e contro l'umanita'.
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Egregio Presidente della Repubblica,
apra gli occhi: occorre soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone vittime della guerra, in Ucraina come ovunque.
Occorre inviare aiuti umanitari alla popolazione inerme vittima della guerra, in Ucraina come ovunque.
Occorre inviare forze di interposizione nonarmata e nonviolenta sotto la guida dell'Onu per fermare la guerra, in Ucraina come ovunque.
Occorre adoperarsi per il negoziato che ponga termine alla guerra, in Ucraina come ovunque.
Occorre opporsi alla guerra e alle stragi con il disarmo, con la smilitarizzazione, con la pace realizzata con mezzi di pace, con la scelta nitida e intransigente del rispetto per la vita, con la scelta della nonviolenza che invera la democrazia e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Egregio Presidente della Repubblica,
apra gli occhi: ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 29 aprile 2022

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