[Nonviolenza] Telegrammi. 4454



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4454 del 28 aprile 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. "Con Leonard Peltier in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra". Un incontro di studio e di riflessione
2. "Col sangue degli altri". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri
3. Il primo maggio per la pace e i diritti
4. Segnalazioni librarie
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'

1. L'ORA. "CON LEONARD PELTIER IN DIFESA DEI DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI E IN DIFESA DELLA MADRE TERRA". UN INCONTRO DI STUDIO E DI RIFLESSIONE

Mercoledi' 27 aprile 2022 a Vetralla (Vt) si e' svolto un incontro di studio e di riflessione sul tema "Con Leonard Peltier in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra".
Leonard Peltier e' l'illustre attivista nativo americano da 46 anni detenuto nelle carceri statunitensi per delitti che non ha mai commesso. Per la sua liberazione si sono impegnate innumerevoli personalita' di tutto il mondo, tra cui Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu. I suoi stessi accusatori e giudici hanno successivamente riconosciuto che la sua condanna fu l'esito di un processo-farsa basato su presunte "prove" dimostratesi false e su presunte "testimonianze" rivelatesi anch'esse false. Nonostante che sia ormai unanime la consapevolezza e il riconoscimento della sua innocenza, Leonard Peltier continua ad essere assurdamente detenuto, vittima della persecuzione del razzismo bianco.
Leonard Peltier e' per il mondo intero il simbolo vivente della resistenza nonviolenta dei popoli nativi contro il genocidio, il simbolo vivente della lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, il simbolo vivente della lotta nonviolenta in difesa della Madre Terra.
All'incontro ha preso parte il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo.
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L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio per tutte le vittime delle guerre in corso, a cominciare dalle vittime della guerra scatenata dal folle e criminale governo russo contro la popolazione ucraina; e per tutte le vittime del totalitarismo, del razzismo, del colonialismo, dell'imperialismo, dello schiavismo, del maschilismo, della devastazione della biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. La guerra e' un crimine contro l'umanita'. Salvare le vite e' il primo dovere.
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Nel corso dell'incontro la vita, l'azione e la riflessione di Leonard Peltier sono state ripercorse anche attraverso la lettura e il commento di brani della sua autobiografia e del libro di Peter Matthiessen alla sua vicenda dedicato.
E' stata anche data lettura di un recente appello di Carol Gokee, coordinatrice dell'"International Leonard Peltier Defense Committee".
Una parte dell'incontro e' stata dedicata alla riflessione sulle iniziative in corso per la sua liberazione, con particolar riferimento alle iniziative promosse in Italia.
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Chiediamo ancora una volta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Chiediamo ancora una volta a tutte le istituzioni democratiche del mondo di esprimersi per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo ancora una volta a tutte le persone di volonta' buona di impegnarsi per la liberazione di Leonard Peltier.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente.
Difendere la vita.
Mitakuye Oyasin.
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Allegati in calce:
1. Alcune parole per Leonard Peltier
2. Carol Gokee: Rise Up For Peltier Call to Action Toolkit
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Allegato 1. Alcune parole per Leonard Peltier
Il testo che segue e' la stesura integrale dell'articolo "Persecuzione politica negli Usa. Non muoia in carcere Leonard Peltier" apparso su "Adista segni nuovi" n. 8 del 5 marzo 2022.
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Non muoia in carcere Leonard Peltier
Mentre vengono scritte queste righe Leonard Peltier ha 77 anni, da 46 e' in prigione in un carcere americano di massima sicurezza condannato a due ergastoli per delitti che non ha commesso (un processo-farsa con una giuria razzista lo condanno' sulla base di testimonianze false e di prove altrettanto false; gli stessi accusatori, gli stessi giudici, riconobbero successivamente che fu la condanna di un innocente, che fu una persecuzione politica. Leonard Peltier e' un perseguitato politico, perseguitato perche' e' un nativo americano che ha dedicato l'intera sua vita alla lotta in difesa del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della Madre Terra.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Leonard Peltier soffre da molti anni di gravi patologie, e recentemente ha contratto il covid. La sua vita e' in grave pericolo, ma fin qui neppure questo ha persuaso il Presidente degli Stati Uniti d'America a restituirgli la liberta' attivando l'istituto della grazia presidenziale.
Da tutto il mondo da decine d'anni si chiede che Leonard Peltier sia liberato: lo hanno chiesto Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, e con essi innumerevoli altre personalita' benemerite dell'umanita', lo hanno chiesto istituzioni democratiche come il Parlamento Europeo, lo hanno chiesto associazioni prestigiose come Amnesty International, e con esse milioni di esseri umani da tutto il mondo che hanno sottoscritto petizioni per la sua liberazione. Fin qui a nulla e' valso.
Perche' tanto accanimento? Perche' tanta ferocia contro Leonard Peltier? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che il sistema di potere che domina negli Stati Uniti tema a tal punto un settantasettenne gravemente malato? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli sia sempre stato negato un processo di appello che sicuramente lo avrebbe assolto? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli siano state sistematicamente negate tutte quelle misure di riduzione dell'afflittivita' della pena che lo stesso sistema carcerario americano prevede?
Scriviamolo subito: Leonard Peltier rappresenta l'intera umanita' oppressa in lotta per la comune liberazione e per la difesa dell'intero mondo vivente minacciato di distruzione dai poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.
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La vita, la lotta e la persecuzione di un indiano
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, e' ora anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
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Un uomo innocente
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
Naturalmente si puo' sostenere che le dichiarazioni di Peltier – anche se sono parole nobili e luminose come quelle che abbiamo citato - non fanno testo: anche se fosse un assassino avrebbe il diritto di negarlo.
Ma oltre le parole vi sono i fatti: ovvero il fatto elementare ed ineludibile che nessuna prova di colpevolezza e' mai emersa; gli stessi accusatori e giudici che pure ne imposero la condanna hanno successivamente ammesso che non vi e' e non vi e' mai stata alcuna prova che fu Leonard Peltier ad uccidere i due agenti dell'Fbi. Il fatto che Leonard Peltier sia stato condannato sulla sola base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, e' un'ulteriore conferma della sua innocenza.
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La solidarieta' in Italia
Anche in Italia si e' sviluppato un movimento di solidarieta' con Leonard Peltier, che nel corso dei decenni ha avuto diverse fasi legate a circostanze particolari.
Con l'elezione di Biden alla Casa Bianca nel 2021 vi e' stata una significativa ripresa delle iniziative.
Una nuova campagna - con una peculiare impostazione nonviolenta - e' stata promossa dal giugno 2021 dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo; essa ha suscitato varie rilevanti adesioni, tra cui quella del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, purtroppo recentemente scomparso.
Accogliendo e facendo propria l'iniziativa promossa dalla struttura nonviolenta viterbese, il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 ha espresso pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Anche dopo la scomparsa del compianto Presidente Sassoli, ed anche nel suo ricordo, l'iniziativa italiana per la liberazione di Leonard Peltier prosegue.
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
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Un percorso di letture per saperne di piu'
1. Un percorso minimo puo' essere il seguente.
Ovviamente occorre cominciare dall'autobiografia di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005).
Tra le opere su Leonard Peltier fondamentale e' il libro di Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994 - segnaliamo che l'edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti).
Un'agile introduzione e' il volumetto di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; contiene anche una silloge di scritti di Peltier e la riproduzione di alcune sue opere pittoriche.
Un buon lavoro recente e' il ponderoso volume di Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Particolarmente utile anche per la contestualizzazione e' l'ottima opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata (e segnaliamo che ognuna delle cento voci di cui si compone l'opera reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento).
2. Alcune ulteriori letture utili.
Per chi volesse ulteriormente approfondire vi sono vari buoni libri in inglese, purtroppo non tradotti in italiano.
Sul processo: Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe. 
E' di qualche utilita' anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004.
Un libro che occorre aver letto - col necessario discernimento, e' ovvio – e' Joseph H. Trimbach and John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009. Trimbach e' stato uno dei quadri dell'Fbi piu coinvolti nella repressione dell'Aim e nella persecuzione di Leonard Peltier.
Sono ancora particolarmente utili anche i seguenti libri.
Rex Weyler, Blood of the Land. The Government and Corporate War against the American Indian Movement, Random House, New York 1982, 1984.
Kenneth S. Stern, Loud Hawk. The United States versus the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 1994, Red River Books, 2002.
Per la contestualizzazione cfr. anche Jeffrey Ostler, The Lakotas and the Black Hills. The Struggle for Sacred Ground, Viking Penguin, New York 2010.
Anche se non si occupa della vicenda di Leonard Peltier e' sempre utile la lettura di Winona LaDuke, All Our Relations. Native Struggles for Land and Life, South End Press, Cambridge, Massachusetts, 1999, Haymarket Books, Chicago, Illinois, 2015.
Ovviamente vi sono molti altri libri che meriterebbero di essere letti (ed alcuni ci sono particolarmente cari), ma quelli citati possono essere sufficienti per un inquadramento adeguato.
Concludiamo citando il lavoro di un autore, Ward Churchill, che ci sembra abbia dato contributi utilissimi, e che ha subito una vera e propria persecuzione (in merito cfr. la prefazione di Barbara Alice Mann alla seconda edizione di Ward Churchill, Since Predator Came: Notes from the Struggle for American Indian Liberation, Aigis Publishing, 1995, AK Press, Oakland 2005). Tutte le opere di Ward Churchill che abbiamo letto ci sono sembrate assai utili, ed anche se su alcune questioni (il marxismo, il pacifismo, la nonviolenza) abbiamo opinioni diverse, e' indubitabile che il suo lavoro teorico e documentario, di ricerca e di dibattito, e' di grande valore, merita pieno apprezzamento e profonda gratitudine. Sarebbe bene che i suoi libri venissero finalmente tradotti anche in italiano. Per un avvio alla conoscenza della sua opera suggeriremmo di cominciare da due raccolte di suoi interventi: Ward Churchill, Acts of Rebellion, Routledge, New York and London 2003; e Ward Churchill, Wielding Words like Weapons. Selected Essays in Indigenism, 1995–2005, PM Press, Oakland 2017.
Ricordiamo infine anche che altri utili materiali sono nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del citato libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
Va da se' che non abbiamo ricordato molte opere - alcune delle quali ormai classiche - della e sulla piu' generale resistenza dei nativi americani al genocidio e all'ecocidio; fortunatamente molti sono gia' i lavori - e talora capolavori - sia narrativi che saggistici scritti da illustri autrici ed autori nativi americani, ma non era questa la sede per darne notizia.
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Allegato 2. Carol Gokee: Rise Up For Peltier Call to Action Toolkit
Ask President Biden for the Immediate Release of Leonard Peltier!
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Call to Action Briefing
There is no doubt that our criminal justice system is imperfect, and Mr. Peltier knows firsthand just how imperfect it can be.
"I call on President Biden to commute Mr. Peltier's sentence expeditiously. It is the right thing to do." - Senator Patrick Leahy (D-Vt), longest serving member of the U.S. Senate
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Call to Action
Contact President Biden today!
202.456.1111
Ask for the immediate release of Leonard Peliter
Call President Biden Today! 202.456.1111
Please note: The White House comment line is open from 11 a.m. to 3 p.m.
Eastern, Tuesday through Thursday.
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Important Links:
Change.org Petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your local Representatives: https://bit.ly/housereplp
New York Times Article : Clemency for Peltier:
https://docs.google.com/document/d/1zpHhgTsR0cOQkqxlCJ-7fKoW2qJzTx9SbdoqaldBJlg/edit
Guardian Article Calling for Clemency:
https://amp.theguardian.com/commentisfree/2022/feb/02/leonard-peltier-is-americas-longest-held-indigenous-prisoner-he-should-be-freed
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Graphics:
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#RiseUpForPeltier
#FreeLeonardPeltier
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@POTUS
@whitehouse
@OfficialFBOP (Bureau of Prisons)
@PeltierHQ (International Leonard Peltier Defense Committee)
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Sample Facebook and Instagram Post (Copy and Paste)
Call-to-Action
Leonard Peltier, Anishinaabe and Dakota, has spent over 4 decades of his life behind bars, and recently, the prison system has failed to provide him adequate care and protection against COVID-19. His story is the epitome of the systemic abuse that continues to target Indigenous people and Movement Leaders.
We call upon President Biden to show proof of his efforts toward justice and equity by granting Executive Clemency to elder movement leader Leonard Peltier.
Call the White House and demand the release of Leonard Peltier. (202) 456-1111. Say
you support the commutation of #LeonardPeltier's sentence. He's held at USP-Coleman I in FL. Register number 89637-132
Sign the online petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your reps. Find them here: https://bit.ly/35raR
#RiseUpForPeltier
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Here's what you need to know to #RiseUpForPeltier
On March 26, 2020 the Office of the Attorney General issued guidelines for the "Prioritization of Home Confinement as Appropriate in Response to COVID-19 Pandemic." A release to home confinement can be an immediate measure to ensure that Mr. Peltier gets the health care that he requires while the ILPDC continues to push for the commutation of his sentence.
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Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here.
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The International Leonard Peltier Defense Committee (ILPDC) is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michael Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough!
*
Senator Patrick Leahy (D-Vt), the longest serving member of the U.S. Senate issued a statement urging President Biden to commute Leonard Peltier's sentence stating that, "His trial was so riddled with flaws that even one of the prosecutors trying him has acknowledged that Peltier was wrongfully convicted... He is exactly the kind of individual who should be considered for clemency... I have long believed that pardons and commutations are vital tools to offer clemency and relief, particularly when our criminal justice system has been contorted to propagate injustices. I call on President Biden to commute Mr. Peltier.s sentence expeditiously. It is the right thing to do."
Read the full statement here:
https://www.leahy.senate.gov/press/comment-urging-president-biden-to-commute-leonard-peltiers-sentence
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Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here:
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The IPLDC is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michal Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
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It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough.
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For Media Inquiries, Please Contact:
Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453
Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127
Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001

2. REPETITA IUVANT. "COL SANGUE DEGLI ALTRI". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

"Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt"
(Aen., I, 462)

"Certo non l'arte di dominare sugli altri,
non l'arte di governare, di uccidere, di accumulare terra e capitale"
(Virginia Woolf, Le tre ghinee)

"Al momento di marciare molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
e' la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
e' lui stesso il nemico"
(Bertolt Brecht, Poesie di Svendborg, traduzione di Franco Fortini)

"Noi umanizziamo cio' che avviene nel mondo e in noi stessi solo parlandone,
e, in questo parlare, impariamo a diventare umani.
I greci chiamavano filantropia questa umanita' che si realizza nel dialogo dell'amicizia,
poiche' essa si manifesta nella disponibilita' a condividere il mondo con altri esseri umani"
(Hannah Arendt, L'umanita' in tempi bui)

"Ora lo vedi quanto sono scaltri:
fanno gli eroi col sangue degli altri"
(Omero Caiami Persichi, Lettere dalla clausura)

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
ogni persona senziente e pensante prova un'angoscia profonda e un indicibile orrore per la guerra e le stragi di cui e' vittima la popolazione ucraina aggredita dal folle e criminale governo russo.
L'umanita' intera dovrebbe fare quanto e' in suo potere per far cessare questa barbarie assassina, per salvare tutte le vite che e' possibile salvare, per far tacere le armi e ripristinare la pace, il diritto, la civile convivenza.
Ma mi sembra che talune decisioni del governo italiano da lei presieduto, invece di promuovere la pace e salvare le vite, contribuiscono ad alimentare la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo.
E mi sorprende, addolora ed angoscia che lei non se ne avveda.
Dovrebbe essere evidente cio' che occorre innanzitutto fare: far cessare al piu' presto la guerra; cercare di salvare tutte le vite che e' possibile salvare; promuovere negoziati di pace.
E concretamente ed immediatamente: inviare ingenti, ingentissimi aiuti umanitari alla popolazione ucraina; soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra (e dovremmo farlo anche con le persone in fuga dalle altre guerre, dalla fame, dai lager libici: invece di farle morire nel Mediterraneo); adoperarsi per disarmare il conflitto (le armi sempre e solo servono a uccidere gli esseri umani, la guerra in quanto tale e' un crimine contro l'umanita', il piu' grande dei crimini contro l'umanita'); promuovere nei luoghi del conflitto azioni di interposizione internazionale non armata e nonviolenta (sollecitando ovviamente anche l'intervento dell'Onu a tal fine); favorire il dialogo tra le parti in conflitto (giacche' ogni guerra deve pur concludersi con un negoziato, e prima si negozia prima cessano le stragi), sostituendo le parole alle armi, le ragioni alla violenza, il ragionevole compromesso alle barbare uccisioni, facendo cessare il fuoco il prima possibile e facendo riscoprire a tutti i soggetti coinvolti la semplice verita' che sono esseri umani quelli che vengono uccisi, e che uccidere degli esseri umani e' il crimine piu' mostruoso che degli esseri umani possano commettere.
Il governo italiano si sta impegnando per queste iniziative di pace e di solidarieta', di soccorso e di accoglienza, di azione diplomatica ed interposizione nonviolenta per salvare tutte le vite che e' possibile salvare? Ahime', piu' no che si'. Quel poco di buono che sta facendo in materia di aiuto umanitario e' di gran lunga sopraffatto da quel tanto di folle e scellerato che sta facendo in favore della prosecuzione e dell'estensione della guerra, e quindi per ineludibile conseguenza in favore della prosecuzione e dell'estensione delle stragi, favoreggiando di fatto la criminale follia del governo russo.
E valga il vero.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
1. l'irragionevole e sciagurata decisione delle cosiddette "sanzioni" non solo non ha fermato la guerra, non solo non ha inceppato la macchina delle stragi, non solo non ha dissuaso il governo russo dal perseverare nella sua furia onnicida, ma ha invece imposto nuove sofferenze e ulteriore poverta' alle classi popolari, alle persone e alle famiglie gia' piu' sfruttate, rapinate, emarginate ed oppresse del nostro stesso paese. E non solo: l'annunciata decisione di tornare alle centrali a carbone e addirittura alle centrali nucleari (decisione che il governo pretenderebbe di imporre come esito necessitato delle predette "sanzioni"), danneggia gravemente ed irreversibilmente l'umanita' intera e l'intero mondo vivente.
Sembra che il governo non si renda conto della sofferenza e della poverta' di milioni e milioni di italiane ed italiani che queste decisioni stanno precipitando in ulteriori sofferenze, ulteriore impoverimento, ulteriore paura, umiliazione ed angoscia.
Sembra che il governo non si renda conto  della sofferenza e della poverta' di miliardi di esseri umani che sono gia' oggi vittime della crisi climatica, delle devastazioni ambientali e della fame (oltre che delle guerre e dei regimi antidemocratici e fin terroristi che si servono anche di armi italiane per esercitare la loro disumana violenza sulle popolazioni inermi).
2. La folle e criminale decisione di inviare armi in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della nostra Costituzione, fa entrare l'Italia sia de jure che de facto nella guerra in corso, cosi' accrescendola ed estendendola, cosi' contribuendo a nuove uccisioni e nuove devastazioni, cosi' cooperando a provocare nuove stragi , nuovi orrori e nuove indicibili sofferenze alla popolazione ucraina gia' cosi' crudelmente martoriata.
Sembra che il governo non si renda conto delle concrete conseguenze di tale decisione. Tale decisione non solo fa aumentare le violenze e le uccisioni in Ucraina, ma contribuisce a provocare un allargamento della guerra con il conseguente pericolo di una guerra nucleare che puo' distruggere l'intera umanita'.
Nessuno ha il diritto di mettere in pericolo l'esistenza dell'intera umanita'. Occorre fermare la guerra scatenata dalla criminale follia del governo russo, non favoreggiarla e farla crescere fino ad esiti apocalittici. Peraltro il fatto che l'Italia dopo anni ed anni non abbia ancora ratificato il trattato dell'Onu per la proibizione delle armi nucleari, e' tragicamente sintomatico della perdurante, assurda cecita' del governo e del parlamento del nostro paese.
3. Ed e' grottesca e insensata la decisione di espellere alcuni diplomatici russi dal nostro paese, mentre invece occorrerebbe valorizzare il piu' possibile tutti i canali diplomatici per arrivare il prima possibile al negoziato che solo puo' porre termine alla guerra e alle stragi.
Sembra che il governo non si renda minimamente conto di quali siano le uniche vere vie praticabili e le uniche vere azioni virtuose necessarie per porre fine alla guerra e alle stragi di cui essa consiste.
4. Nulla aggiungo sull'insensatezza del riarmo; sulla delittuosita' dell'aumento delle spese militari quando invece il nostro paese ha estremo bisogno di incrementare le spese sociali; sull'abissale stoltezza di scelte energetiche che contribuiscono all'avvelenamento e alla desertificazione della biosfera.
5. E nulla aggiungo sul triste e tristo fatto che l'Italia non si e' minimamente dissociata dalle decisioni scellerate degli Stati Uniti d'America che mirano a devastare ed impoverire l'intera Europa per meglio asservirla, della Nato terrorista e stragista che degli Usa e' braccio armato, dei vertici razzisti e bellicisti dell'Unione Europea; decisioni che contribuiscono a far massacrare la popolazione ucraina, che contribuiscono a trascinare l'umanita' in una esiziale guerra mondiale, che impoveriscono e ancor piu' opprimono tutti i popoli europei, che accelerano la catastrofe ambientale.
6. Aggiungo invece che non so se lei abbia mai avuto occasione di averne notizia, ma nella legislazione del nostro paese gia' da molti anni e' entrata - anche se purtroppo finora senza le necessarie e urgenti realizzazioni pratiche - la "difesa civile non armata e nonviolenta". E' questa l'alternativa alla guerra, e' questa la risorsa che puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe: cosi' come occorre un'immediata conversione ecologica dell'economia, occorre un'immediata conversione nonviolenta della politica della difesa e della sicurezza comune.
Occorre sostenere la resistenza nonviolenta della popolazione ucraina all'invasione, alla guerra, alle stragi.
Occorre sostenere l'opposizione nonviolenta della popolazione russa alla guerra e al regime.
Occorre sostituire alla "difesa armata" che non difende ma uccide, la difesa popolare nonviolenta che salva le vite e riconosce e rispetta ed invera i diritti umani di tutti gli esseri umani.
La nonviolenza - scrisse Aldo Capitini - e' il varco attuale della storia.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei ha piu' volte dichiarato di volersi impegnare per la pace. Parole benedette.
Ma purtroppo cio' che sta facendo il suo governo e' l'esatto contrario di cio' che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
Lei ha ripetutamente espresso il suo orrore per le stragi e il vivo desiderio che cessino al piu' presto. Parole benedette.
Ma purtroppo cio' che sta facendo il suo governo e' l'esatto contrario di cio' che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
Lei ha piu' volte chiesto che tacciano le armi e si avviino negoziati di pace. parole benedette.
Ma purtroppo cio' che sta facendo il suo governo e' l'esatto contrario di cio' che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
credo che anche lei converra' che non e' possibile opporsi al male aggiungendo altro male, che non e' possibile opporsi alla violenza aggiungendo ulteriore violenza, che non e' possibile opporsi alle stragi provocando altre stragi.
Credo che anche lei sia consapevole del fatto che la popolazione ucraina ha estremo bisogno di aiuti umanitari che salvino le vite, non di ulteriori armi che provocano sempre e solo ulteriori stragi ed ulteriori devastazioni.
Tutti i retori esaltatori della guerra, tutti i governanti che armano la guerra, occultano la tragica realta': la tragica realta' e' che ogni nuovo giorno di guerra altri esseri umani vengono massacrati in Ucraina. La tragica realta' e' che chi non si adopera per la pace e' complice dei massacri. La tragica realta' e' che i governanti ben protetti si esibiscono in pose gladiatorie e in discorsi roboanti dinanzi alle telecamere nei loro eleganti salotti, e la popolazione ucraina inerme muore sotto le bombe.
Tutti i retori esaltatori della guerra, tutti i governanti che armano la guerra, cooperano all'uccisione di esseri umani inermi e innocenti, contribuiscono alla prosecuzione del massacro del popolo ucraino vittima della criminale follia del governo russo, trascinano l'umanita' verso l'abisso.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
La prego con tutto il cuore di voler riconsiderare quanto il suo governo ha fatto e sta facendo, e di revocare al piu' presto le decisioni piu' sciagurate.
Mi permetta di ripeterlo una volta di piu': dobbiamo far cessare immediatamente il massacro del popolo ucraino; dobbiamo far cessare immediatamente la guerra onnicida; ogni vittima ha il volto di Abele; salvare le vite e' il primo dovere.
*
Augurandole ogni bene, voglia credermi il suo fraterno, sincero ed angosciato amico
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 10 aprile 2022

3. INIZIATIVE. IL PRIMO MAGGIO PER LA PACE E I DIRITTI

Si manifesti ovunque il primo maggio per la pace e i diritti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Mario Patucchi, Morire di lavoro, Gedi, Torino 2022, pp. 160, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
*
Riletture
- Baltasar Gracian, Agudeza y arte de ingenio, Castalia, Madrid 1969, 1981-1988, 2 voll. per pp. 280 + 280.
*
Strumenti
- Aldo Carotenuto (a cura di), Dizionario Bompiani degli psicologi contemporanei, Bompiani, Milano 1992, pp. 308.
- Pier Aldo Rovatti (a cura di), Dizionario Bompiani dei filosofi contemporanei, Bompiani, Milano 1990, pp. 430.

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

6. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4454 del 28 aprile 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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