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[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 420
- Subject: [Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 420
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Tue, 19 Apr 2022 07:09:31 +0200
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 420 del 19 aprile 2022
In questo numero:
1. Una conversazione per la liberazione di Leonard Peltier e contro tutte le guerre e i fascismi. Salvare le vite e' il primo dovere
2. I giorni dell'orco
3. "Col sangue degli altri". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri
4. Esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
5. Erik Ortiz: Leonard Peltier, imprisoned Native American activist, has new message for Biden in clemency push
6. Il 24 aprile la marcia Perugia-Assisi per la pace e il disarmo
7. Il 25 aprile contro la guerra e contro il fascismo
8. Il primo maggio per la pace e i diritti
1. REPETITA IUVANT. UNA CONVERSAZIONE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER E CONTRO TUTTE LE GUERRE E I FASCISMI. SALVARE LE VITE E' IL PRIMO DOVERE
La mattina di lunedi' 18 aprile 2022 a Vetralla (Vt) il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, Peppe Sini, ha tenuto una conversazione nell'ambito dell'iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri di massima sicurezza degli Stati Uniti d'America.
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Un difensore dei diritti umani, un innocente perseguitato
Leonard Peltier e' nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944; dai primi anni Settanta ha preso parte all'American Indian Movement in difesa dei diritti umani dei nativi americani; detenuto innocente da 46 anni, dal carcere ha continuato a lottare per il bene comune dell'umanita', sia aiutando moralmente e concretamente altre persone, sia sostenendo fondamentali lotte nonviolente, sia promuovendo iniziative educative ed umanitarie, sia con la sua attivita' di pittore, scrittore, poeta, testimone della dignita' umana.
Leonard Peltier fu condannato al carcere a vita, per due omicidi che non ha mai commesso, dopo un processo-farsa fondato su prove false e testimonianze altrettanto false: gli stessi suoi accusatori e gli stessi suoi giudici di allora hanno successivamente riconosciuto la sua innocenza, ma Leonard Peltier continua a subire un'ingiustissima detenzione.
Leonard Peltier sta subendo questa atroce e grottesca persecuzione perche' e' una delle voci piu' autorevoli del movimento degli indiani d'America che lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa dell'intero mondo vivente, contro la rapina, il colonialismo, il genocidio, l'etnocidio e l'ecocidio di cui i nativi americani continuano ad essere vittima da parte del potere razzista bianco.
Da tutto il mondo milioni di persone, tra cui figure indimenticabili come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, hanno chiesto e continuano a chiedere la sua liberazione.
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Un minuto di silenzio per le vittime della guerra in Ucraina
La conversazione tenutasi in questo lunedi' di pasqua a Vetralla si e' aperta con un minuto di silenzio per le vittime della guerra in Ucraina e per tutte le vittime di tutte le guerre, le dittature, i poteri criminali; per le vittime della strage degli innocenti nel Mediterraneo e per tutte le vittime del razzismo e della schiavitu', della fame e della catastrofe ambientale, della devastazione della biosfera e della rapina e dissipazione fino all'esaurimento di risorse fondamentali che potrebbero invece garantire una vita degna all'umanita' intera.
Occorre far cessare le guerre. Occorre disarmare il mondo. Occorre riconoscere ed inverare il diritto di tutti gli esseri umani alla vita, alla dignita', alla solidarieta', alla condivisione di tutto il bene e tutti i beni. Occorre rispettare e proteggere quest'unico mondo vivente unica casa comune dell'umanita' intera.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Giustizia e liberta', solidarieta' e misericordia, responsabilita' ed amore per l'umanita' e il mondo vivente.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Con Leonard Peltier in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente
Nel suo discorso il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ancora una volta ricostruito la vicenda di Leonard Peltier, l'importanza della sua figura e della sua lotta, la necessita' di un rinnovato impegno per la sua liberazione.
Ripetiamolo una volta ancora: "Leonard Peltier rappresenta l'intera umanita' oppressa in lotta per la comune liberazione e per la difesa dell'intero mondo vivente minacciato di distruzione dai poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente".
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Per saperne di piu'
Alle persone partecipanti all'incontro e' stata messa a disposizione una documentazione essenziale, comprensiva anche della minima bibliografia che qui di seguito in parte si riproduce.
Ovviamente occorre cominciare dall'autobiografia di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005).
Tra le opere su Leonard Peltier fondamentale e' il libro di Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994 - segnaliamo che l'edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti).
Un'agile introduzione e' il volumetto di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; contiene anche una silloge di scritti di Peltier e la riproduzione di alcune sue opere pittoriche.
Un buon lavoro recente e' il ponderoso volume di Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Particolarmente utile anche per la contestualizzazione e' l'ottima opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata (e segnaliamo che ognuna delle cento voci di cui si compone l'opera reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento).
Per chi volesse ulteriormente approfondire vi sono vari buoni libri in inglese, purtroppo non tradotti in italiano.
Sul processo: Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
E' di qualche utilita' anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004...
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Alcuni riferimenti utili
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per richieste d'informazione da parte dei media contattare: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453, Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127, Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
2. REPETITA IUVANT. I GIORNI DELL'ORCO
"Quando la guerra comincia
forse i vostri fratelli si trasformeranno
e i loro volti saranno irriconoscibili.
Ma voi dovete rimanere eguali.
Andranno in guerra, non
come ad un massacro, ma
ad un serio lavoro. Tutto
avranno dimenticato.
Ma voi nulla dovete dimenticare.
Vi verseranno grappa nella gola
come a tutti gli altri.
Ma voi dovete rimanere lucidi"
(Bertolt Brecht)
1. Il dottor Kurtz, suppongo
Non sembrano affatto interessati a far cessare le stragi i governi coinvolti nella guerra scatenata dal folle e criminale governo russo contro la popolazione ucraina.
Non c'e' stato un solo governo che abbia raccolto e sostenuto la proposta della tregua pasquale che poteva fermare la guerra: ne' quello aggressore russo, ne' quello ucraino, ne' quello americano, quello inglese e quelli dell'Unione Europea (e figurarsi i vertici razzisti e bellicisti dell'UE, ormai oscenamente indistinguibili dai vertici dell'organizzazione terrorista e stragista della Nato) che tutti cooperano allo sterminio della popolazione ucraina e alla distruzione delle citta' ucraine.
Si': cooperano allo sterminio della popolazione ucraina tutti i governi che invece di operare per la pace favoreggiano la guerra e le stragi di cui la guerra consiste. E l'autocrate Putin ne e' maestro e donno.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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2. Sull'orlo dell'abisso
Cosa vogliono tutti questi governi? Vogliono cose diverse, e' chiaro, ma per ottenerle cooperano tutti alla stessa cosa: lo sterminio della popolazione ucraina.
Cosa sono questi governi, tutti questi governi? Sono i massacratori della popolazione ucraina.
E non solo.
E' nell'ovvia dinamica escalativa della guerra che se non ci si impegna per la sua cessazione essa si espande. Da guerra locale si fa regionale, da regionale si fa continentale, da continentale mondiale. E mondiale significa nucleare. E nucleare significa che puo' distruggere l'umanita' intera.
Questo e' cio' che abbiamo di fronte: lo sterminio della popolazione ucraina, il crescente pericolo dell'annientamento atomico dell'umanita'.
C'e' solo un modo per salvare la popolazione ucraina dallo sterminio: la pace subito.
C'e' solo un modo per salvare l'umanita' intera: la pace subito.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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3. Ercole al bivio
Ci sono solo due modi in cui una guerra puo' concludersi: o facendo un deserto, o con un negoziato che porti alla pace.
I governi impazziti sembrano volere il diluvio di sangue e il deserto.
L'umanita' intera chiede il negoziato che porti alla pace.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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4. Dinanzi all'orgia dell'orco
All'orgia di violenza che sta massacrando la popolazione ucraina e sta minacciando l'apocalisse atomica occorre opporre la forza della verita': satyagraha; occorre opporre la nonviolenza: ahimsa.
All'uccisione degli esseri umani occorre opporre l'impegno a salvare la vita di tutti gli esseri umani.
Al male occorre opporre il bene.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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5. Noi senza potere
Cosa dobbiamo fare noi senza potere?
Dobbiamo esercitare il nostro potere, il potere dei senza potere.
Dobbiamo soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo inviare aiuti umanitari alla popolazione ucraina, tutti gli aiuti umanitari possibili: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo far giungere in Ucraina da tutto il mondo migliaia, milioni di persone disarmate a fare interposizione nonviolenta e soccorso umanitario, con il patrocinio e la guida dell'Onu: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo sostenere la resistenza nonviolenta della popolazione ucraina: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo sostenere l'opposizione nonviolenta della popolazione russa contraria alla guerra e al regime; l'opposizione nonviolenta che chiede giustizia e liberta', democrazia e diritti umani, legalita' e pace: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente contro la guerra e contro le armi: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per imporre ai governi assassini - il governo russo aggressore, ma anche tutti gli altri governi coinvolti nella guerra e nelle stragi di cui la guerra consiste - il cessate il fuoco e i negoziati di pace: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per far cessare l'invio di armi che alimenta la guerra e le stragi: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per fermare il riarmo che minaccia l'umanita' intera: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per far cessare le cosiddette "sanzioni" che invece di contrastare la guerra la favoreggiano, che invece di colpire gli sfruttatori e i massacratori colpiscono innanzitutto le classi sociali sfruttate ed oppresse impoverendole ancora di piu' ed esponendole a piu' gravi sofferenze e pericoli: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per lo scioglimento della Nato, un'organizzazione terrorista e stragista i cui vertici vanno processati e condannati per i crimini di guerra ed i crimini contro l'umanita' commessi negli ultimi decenni: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per imporre al governo italiano il rispetto della Costituzione italiana che ripudia la guerra: salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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6. Da quale pulpito
Capita anche a chi scrive queste righe di ricevere ogni giorno la sua razione di insulti dagli ultras della guerra sia sedicenti filorussi che sedicenti filoamericani, uniti nella convinzione marinettiana che la guerra sia la sola igiene del mondo (e quanto agli esseri umani che essa schiaccia e divora: "avanti, alo', chi more more").
Vecchio come sono non mi curo delle vociferazioni, vorrei solo che ci si concentrasse su cio' che veramente conta: fermare la guerra e le stragi; soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; salvare tutte le vite.
Sono solo una persona amica della nonviolenza, che condivide l'appello per la pace, il disarmo e la salvezza dell'umanita' che promossero Albert Einstein e Bertrand Russell che recava queste indimenticabili parole: ricordatevi della vostra umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
3. REPETITA IUVANT. "COL SANGUE DEGLI ALTRI". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
"Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt"
(Aen., I, 462)
"Certo non l'arte di dominare sugli altri,
non l'arte di governare, di uccidere, di accumulare terra e capitale"
(Virginia Woolf, Le tre ghinee)
"Al momento di marciare molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
e' la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
e' lui stesso il nemico"
(Bertolt Brecht, Poesie di Svendborg, traduzione di Franco Fortini)
"Noi umanizziamo cio' che avviene nel mondo e in noi stessi solo parlandone,
e, in questo parlare, impariamo a diventare umani.
I greci chiamavano filantropia questa umanita' che si realizza nel dialogo dell'amicizia,
poiche' essa si manifesta nella disponibilita' a condividere il mondo con altri esseri umani"
(Hannah Arendt, L'umanita' in tempi bui)
"Ora lo vedi quanto sono scaltri:
fanno gli eroi col sangue degli altri"
(Omero Caiami Persichi, Lettere dalla clausura)
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
ogni persona senziente e pensante prova un'angoscia profonda e un indicibile orrore per la guerra e le stragi di cui e' vittima la popolazione ucraina aggredita dal folle e criminale governo russo.
L'umanita' intera dovrebbe fare quanto e' in suo potere per far cessare questa barbarie assassina, per salvare tutte le vite che e' possibile salvare, per far tacere le armi e ripristinare la pace, il diritto, la civile convivenza.
Ma mi sembra che talune decisioni del governo italiano da lei presieduto, invece di promuovere la pace e salvare le vite, contribuiscono ad alimentare la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo.
E mi sorprende, addolora ed angoscia che lei non se ne avveda.
Dovrebbe essere evidente cio' che occorre innanzitutto fare: far cessare al piu' presto la guerra; cercare di salvare tutte le vite che e' possibile salvare; promuovere negoziati di pace.
E concretamente ed immediatamente: inviare ingenti, ingentissimi aiuti umanitari alla popolazione ucraina; soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra (e dovremmo farlo anche con le persone in fuga dalle altre guerre, dalla fame, dai lager libici: invece di farle morire nel Mediterraneo); adoperarsi per disarmare il conflitto (le armi sempre e solo servono a uccidere gli esseri umani, la guerra in quanto tale e' un crimine contro l'umanita', il piu' grande dei crimini contro l'umanita'); promuovere nei luoghi del conflitto azioni di interposizione internazionale non armata e nonviolenta (sollecitando ovviamente anche l'intervento dell'Onu a tal fine); favorire il dialogo tra le parti in conflitto (giacche' ogni guerra deve pur concludersi con un negoziato, e prima si negozia prima cessano le stragi), sostituendo le parole alle armi, le ragioni alla violenza, il ragionevole compromesso alle barbare uccisioni, facendo cessare il fuoco il prima possibile e facendo riscoprire a tutti i soggetti coinvolti la semplice verita' che sono esseri umani quelli che vengono uccisi, e che uccidere degli esseri umani e' il crimine piu' mostruoso che degli esseri umani possano commettere.
Il governo italiano si sta impegnando per queste iniziative di pace e di solidarieta', di soccorso e di accoglienza, di azione diplomatica ed interposizione nonviolenta per salvare tutte le vite che e' possibile salvare? Ahime', piu' no che si'. Quel poco di buono che sta facendo in materia di aiuto umanitario e' di gran lunga sopraffatto da quel tanto di folle e scellerato che sta facendo in favore della prosecuzione e dell'estensione della guerra, e quindi per ineludibile conseguenza in favore della prosecuzione e dell'estensione delle stragi, favoreggiando di fatto la criminale follia del governo russo.
E valga il vero.
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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
1. l'irragionevole e sciagurata decisione delle cosiddette "sanzioni" non solo non ha fermato la guerra, non solo non ha inceppato la macchina delle stragi, non solo non ha dissuaso il governo russo dal perseverare nella sua furia onnicida, ma ha invece imposto nuove sofferenze e ulteriore poverta' alle classi popolari, alle persone e alle famiglie gia' piu' sfruttate, rapinate, emarginate ed oppresse del nostro stesso paese. E non solo: l'annunciata decisione di tornare alle centrali a carbone e addirittura alle centrali nucleari (decisione che il governo pretenderebbe di imporre come esito necessitato delle predette "sanzioni"), danneggia gravemente ed irreversibilmente l'umanita' intera e l'intero mondo vivente.
Sembra che il governo non si renda conto della sofferenza e della poverta' di milioni e milioni di italiane ed italiani che queste decisioni stanno precipitando in ulteriori sofferenze, ulteriore impoverimento, ulteriore paura, umiliazione ed angoscia.
Sembra che il governo non si renda conto della sofferenza e della poverta' di miliardi di esseri umani che sono gia' oggi vittime della crisi climatica, delle devastazioni ambientali e della fame (oltre che delle guerre e dei regimi antidemocratici e fin terroristi che si servono anche di armi italiane per esercitare la loro disumana violenza sulle popolazioni inermi).
2. La folle e criminale decisione di inviare armi in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della nostra Costituzione, fa entrare l'Italia sia de jure che de facto nella guerra in corso, cosi' accrescendola ed estendendola, cosi' contribuendo a nuove uccisioni e nuove devastazioni, cosi' cooperando a provocare nuove stragi , nuovi orrori e nuove indicibili sofferenze alla popolazione ucraina gia' cosi' crudelmente martoriata.
Sembra che il governo non si renda conto delle concrete conseguenze di tale decisione. Tale decisione non solo fa aumentare le violenze e le uccisioni in Ucraina, ma contribuisce a provocare un allargamento della guerra con il conseguente pericolo di una guerra nucleare che puo' distruggere l'intera umanita'.
Nessuno ha il diritto di mettere in pericolo l'esistenza dell'intera umanita'. Occorre fermare la guerra scatenata dalla criminale follia del governo russo, non favoreggiarla e farla crescere fino ad esiti apocalittici. Peraltro il fatto che l'Italia dopo anni ed anni non abbia ancora ratificato il trattato dell'Onu per la proibizione delle armi nucleari, e' tragicamente sintomatico della perdurante, assurda cecita' del governo e del parlamento del nostro paese.
3. Ed e' grottesca e insensata la decisione di espellere alcuni diplomatici russi dal nostro paese, mentre invece occorrerebbe valorizzare il piu' possibile tutti i canali diplomatici per arrivare il prima possibile al negoziato che solo puo' porre termine alla guerra e alle stragi.
Sembra che il governo non si renda minimamente conto di quali siano le uniche vere vie praticabili e le uniche vere azioni virtuose necessarie per porre fine alla guerra e alle stragi di cui essa consiste.
4. Nulla aggiungo sull'insensatezza del riarmo; sulla delittuosita' dell'aumento delle spese militari quando invece il nostro paese ha estremo bisogno di incrementare le spese sociali; sull'abissale stoltezza di scelte energetiche che contribuiscono all'avvelenamento e alla desertificazione della biosfera.
5. E nulla aggiungo sul triste e tristo fatto che l'Italia non si e' minimamente dissociata dalle decisioni scellerate degli Stati Uniti d'America che mirano a devastare ed impoverire l'intera Europa per meglio asservirla, della Nato terrorista e stragista che degli Usa e' braccio armato, dei vertici razzisti e bellicisti dell'Unione Europea; decisioni che contribuiscono a far massacrare la popolazione ucraina, che contribuiscono a trascinare l'umanita' in una esiziale guerra mondiale, che impoveriscono e ancor piu' opprimono tutti i popoli europei, che accelerano la catastrofe ambientale.
6. Aggiungo invece che non so se lei abbia mai avuto occasione di averne notizia, ma nella legislazione del nostro paese gia' da molti anni e' entrata - anche se purtroppo finora senza le necessarie e urgenti realizzazioni pratiche - la "difesa civile non armata e nonviolenta". E' questa l'alternativa alla guerra, e' questa la risorsa che puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe: cosi' come occorre un'immediata conversione ecologica dell'economia, occorre un'immediata conversione nonviolenta della politica della difesa e della sicurezza comune.
Occorre sostenere la resistenza nonviolenta della popolazione ucraina all'invasione, alla guerra, alle stragi.
Occorre sostenere l'opposizione nonviolenta della popolazione russa alla guerra e al regime.
Occorre sostituire alla "difesa armata" che non difende ma uccide, la difesa popolare nonviolenta che salva le vite e riconosce e rispetta ed invera i diritti umani di tutti gli esseri umani.
La nonviolenza - scrisse Aldo Capitini - e' il varco attuale della storia.
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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei ha piu' volte dichiarato di volersi impegnare per la pace. Parole benedette.
Ma purtroppo cio' che sta facendo il suo governo e' l'esatto contrario di cio' che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
Lei ha ripetutamente espresso il suo orrore per le stragi e il vivo desiderio che cessino al piu' presto. Parole benedette.
Ma purtroppo cio' che sta facendo il suo governo e' l'esatto contrario di cio' che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
Lei ha piu' volte chiesto che tacciano le armi e si avviino negoziati di pace. parole benedette.
Ma purtroppo cio' che sta facendo il suo governo e' l'esatto contrario di cio' che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
credo che anche lei converra' che non e' possibile opporsi al male aggiungendo altro male, che non e' possibile opporsi alla violenza aggiungendo ulteriore violenza, che non e' possibile opporsi alle stragi provocando altre stragi.
Credo che anche lei sia consapevole del fatto che la popolazione ucraina ha estremo bisogno di aiuti umanitari che salvino le vite, non di ulteriori armi che provocano sempre e solo ulteriori stragi ed ulteriori devastazioni.
Tutti i retori esaltatori della guerra, tutti i governanti che armano la guerra, occultano la tragica realta': la tragica realta' e' che ogni nuovo giorno di guerra altri esseri umani vengono massacrati in Ucraina. La tragica realta' e' che chi non si adopera per la pace e' complice dei massacri. La tragica realta' e' che i governanti ben protetti si esibiscono in pose gladiatorie e in discorsi roboanti dinanzi alle telecamere nei loro eleganti salotti, e la popolazione ucraina inerme muore sotto le bombe.
Tutti i retori esaltatori della guerra, tutti i governanti che armano la guerra, cooperano all'uccisione di esseri umani inermi e innocenti, contribuiscono alla prosecuzione del massacro del popolo ucraino vittima della criminale follia del governo russo, trascinano l'umanita' verso l'abisso.
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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
La prego con tutto il cuore di voler riconsiderare quanto il suo governo ha fatto e sta facendo, e di revocare al piu' presto le decisioni piu' sciagurate.
Mi permetta di ripeterlo una volta di piu': dobbiamo far cessare immediatamente il massacro del popolo ucraino; dobbiamo far cessare immediatamente la guerra onnicida; ogni vittima ha il volto di Abele; salvare le vite e' il primo dovere.
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Augurandole ogni bene, voglia credermi il suo fraterno, sincero ed angosciato amico
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 10 aprile 2022
4. REPETITA IUVANT. ESPOSTO CONTRO LA DECISIONE DEL GOVERNO ITALIANO DI INVIARE ARMI IN UCRAINA, COSI' CONTRIBUENDO ALLA GUERRA E ALLE STRAGI DI CUI ESSA CONSISTE, IN FLAGRANTE VIOLAZIONE DELL'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Alle competenti magistrature
ai pubblici ufficiali affinche' adempiano al loro dovere in presenza della "notitia criminis" che il presente esposto reca
alle persone di volonta' buona ed alle associazioni democratiche impegnate per salvare le vite
ai mezzi d'informazione
Oggetto: esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
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1. L'orrore
La guerra scatenata dal governo russo contro la popolazione ucraina continua ad uccidere esseri umani, giorno dopo giorno da oltre un mese ormai. Un diluvio di sangue innocente, un orrore che piu' passa il tempo e piu' cresce e si estende mettendo in pericolo l'umanita' intera.
Sembra che tutti i potenti della Terra che la guerra potrebbero far cessare salvando innumerevoli vite umane con una ferma e adeguata azione di pace, siano invece in realta' del tutto indifferenti a questa mostruosa strage di esseri umani, ed interessati piuttosto ai turpi e scellerati guadagni economici, politici e strategici che da questo abominevole eccidio si ripromettono di ricavare.
Ogni persona senziente e pensante sa che occorre far tacere le armi, negoziare un accordo, soccorrere le vittime, cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare: invece tutti i governi coinvolti preferiscono essere complici della guerra scatenata dal folle e criminale governo russo, preferiscono foraggiare la guerra di armi assassine, preferiscono favoreggiare i massacri, le distruzioni, la barbarie, preferiscono che ancora e ancora altri esseri umani innocenti muoiano.
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2. Una decisione incostituzionale ed assassina
La decisione del governo italiano di inviare armi in un paese in cui una guerra e' in corso, armando una delle parti belligeranti (la parte aggredita che legittimamente resiste all'invasione ma che ha commesso l'errore di aver scelto una sanguinosa resistenza armata anziche' una resistenza nonviolenta che sola avrebbe potuto essere efficace e vittoriosa, ed avrebbe salvato innumerevoli vite ed impedito immani distruzioni) e' immorale e illegale. Tale sciagurata decisione contribuendo alla guerra, rendendo quindi lo stato italiano effettualmente partecipe della guerra e delle uccisioni di cui essa consiste, invece di adoperarsi per la pace e per salvare le vite che la guerra minaccia e distrugge, costituisce una flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Sia chiaro una volta per tutte: soccorrere le vittime e' un dovere, provocare ulteriori uccisioni e' un crimine. Inviando armi l'Italia non salva le vite, contribuisce alle stragi ed estende la guerra, una guerra che puo' facilmente diventare un conflitto mondiale che potrebbe porre fine all'umanita', come ha piu' volte denunciato in queste settimane la voce tanto autorevole quanto inascoltata del pontefice cattolico.
Ne' vale l'argomento specioso che da molti anni - decenni, ormai - vari governi dell'Italia repubblicana hanno reiteratamente violato quel decisivo ed inequivocabile articolo della Carta che sta a fondamento del nostro ordinamento giuridico: un delitto non ne giustifica un altro.
Un governo che viola la Costituzione cui ha giurato fedelta' commette un reato gravissimo.
Un governo che favoreggia la guerra e le stragi di cui essa consiste commette un reato gravissimo.
Un governo che invece di agire per salvare le vite umane compie atti il cui esito effettuale e' sopprimerle commette un reato gravissimo.
Un governo che arma la macchina della morte, che viola la legalita' costituzionale, che favoreggia la guerra e le uccisioni, deve essere tratto in giudizio - per quanto attiene all'ambito penale -, deve essere sfiduciato dal parlamento - per quanto attiene all'ambito politico ed istituzionale -, deve dimettersi - per quanto attiene all'ambito morale.
Segnaliamo tutto cio' alla magistratura affinche' intervenga per quanto di competenza.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti altri pubblici ufficiali, i quali alla ricezione del presente esposto sanno di avere il dovere di trasmettere tale "notitia criminis" alla competente autorita' giudiziaria affinche' assuma tutti i provvedimenti necessari.
Segnaliamo tutto cio' anche a molte persone di volonta' buona e a molte associazioni democratiche affinche' a loro volta assumano analoghe iniziative di segnalazione all'autorita' giudiziaria della gravita' di cio' che il governo sta facendo.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti mezzi d'informazione affinche' ne diano notizia all'opinione pubblica.
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3. Salvare le vite e' il primo dovere
Altro occorre fare: inviare aiuti umanitari al popolo ucraino, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra, dalle distruzioni, dalla fame, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: adoperarsi per l'immediato "cessate il fuoco", per l'immediata cessazione dell'aggressione russa, per immediati negoziati di pace, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: opporsi alla guerra ed impedire che essa prosegua e si estenda ancor piu': e' in pericolo l'esistenza dell'umanita' intera.
Altro occorre fare: contrastare il traffico degli strumenti di morte, sostenere l'opposizione popolare alla guerra, sostenere la resistenza popolare nonviolenta, sostenere la decisione di cessare di uccidere.
Altro occorre fare: revocare le sanzioni che invece di contrastare la guerra la favoreggiano, ed hanno come effetto reale di opprimere ancor piu' le classi sociali sfruttate e oppresse, di impoverire ancor piu' le persone gia' piu' impoverite, piu' fragili, piu' bisognose di aiuto.
Altro occorre fare: promuovere la pace, il disarmo, la nonviolenza, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
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4. La verita' della guerra, il dovere della pace
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Uccidere e' sempre un delitto.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 28 marzo 2022
5. DOCUMENTAZIONE. ERIK ORTIZ: LEONARD PELTIER, IMPRISONED NATIVE AMERICAN ACTIVIST, HAS NEW MESSAGE FOR BIDEN IN CLEMENCY PUSH
[Dal sito www.nbcnews.com riprendiamo il seguente articolo del 24 marzo 2022.
Erik Ortiz is a staff writer for NBC News focusing on racial injustice and social inequality]
Leonard Peltier, imprisoned Native American activist, has new message for Biden in clemency push
Peltier, 77, has been held since 1977 for the deaths of two FBI agents. He maintains his innocence, and supporters say he deserves to be released on compassionate grounds.
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Leonard Peltier, the Native American activist who has been imprisoned for nearly half a century for the murders of two FBI agents he has always maintained he didn't commit, is hopeful he'll have a chance to clear his name before he dies.
Peltier, 77, wants President Joe Biden to review his case and grant him clemency so he won't die in prison.
He's not looking for a presidential pardon, because it would be granted for a crime he insists he is innocent of.
Instead, he wants a new trial.
"If I get into court, if the judge is fair, how are they going to answer all of that?" he said of evidence that was withheld from the 1977 proceedings. "I want to get a trial."
Recent calls from Peltier's supporters and family for him to be released have noted his failing health, including a recent bout of Covid-19.
"They're going to try and make me die here," Peltier said by phone Wednesday from his federal prison in Central Florida, his first media interview since 2016. "I have a last few years, and I got to fight."
Peltier's family says he is struggling with diabetes, hypertension, partial blindness from a stroke and an abdominal aortic aneurysm and that he tested positive for Covid in late January at the Federal Correctional Complex Coleman's high-security facility.
Peltier said he was vaccinated against the coronavirus before he tested positive and that his chest, neck and head had hurt for a few days. He got a booster shot after he left 10 days of quarantine, he said.
The roughest part, he said, was being isolated and not receiving adequate care. He felt "cold," and "the food was bad," he said, adding, "That was worse than getting Covid."
Having spent years in prison mulling over his case and the various legal rulings, Peltier said there is evidence he'd like to present to show he didn't fire the bullets that killed the agents in a chaotic shootout on the Pine Ridge Indian Reservation in South Dakota in June 1975.
"My lawyer said if I were tried today, they would never get away with it," he said.
His attorney, Kevin Sharp, a former federal judge, said Peltier has exhausted his appeals and that there remains no actual process for him to get a new trial unless federal prosecutors decide to reopen the case.
"They wouldn't do that, because there's no evidence to convict him on," Sharp said. "He was convicted on aiding and abetting murder, but who did he aid and abet? His co-defendants were acquitted based on self-defense."
Over the decades, criminal justice reform advocates have continued to highlight his arrest and conviction, saying it symbolizes systemic problems with how Native Americans are treated in the justice system, as well as imprisoned at higher rates by the federal government compared to other racial groups.
Human rights organizations and prominent political and religious figures, including Pope Francis and the Dalai Lama and other Nobel Peace Prize recipients, such as Nelson Mandela and Bishop Desmond Tutu, are reported to have called for Peltier's release.
Peltier's case has drawn scrutiny from those living on the Pine Ridge reservation, as well as members of his tribe, the Turtle Mountain Band of Chippewa. Other Native American activists and groups also believe Peltier is innocent and was made a scapegoat by the federal government in its pursuit to hold someone accountable for the agents' deaths.
But he has consistently been denied parole — in 2009, federal prosecutors said he was "an unrepentant, cold-blooded murderer" — and he isn't eligible again until 2024. In October, 11 members of Congress petitioned the Biden administration to grant clemency based on compassionate grounds.
Rep. Raul Grijalva, D-Ariz., a clemency supporter, said he spoke with Peltier by phone after he learned Peltier had Covid. Grijalva's office said last month that Peltier described "difficulties receiving adequate medical attention and gaining access to basic needs, like water."
The Justice Department's Bureau of Prisons declined to comment on Peltier's case, citing privacy and security reasons. It said that it makes "every effort" to ensure the safety of inmates and that at Coleman, every inmate is given access to drinking water, adequate medical care and food.
Sharp said he believes Peltier's age, health and recent illness make him a prime candidate for release and that his clean and nonviolent prison record also indicates he isn't a threat to the public.
The number of inmates with Covid at federal prisons reached its peak around the time Peltier contracted the coronavirus, with close to 10,000 of them testing positive, according to Justice Department data. Active cases have dropped to about 100 this week, but Sharp believes Peltier is still at risk.
"Leonard Peltier is incapable of protecting himself. And if you're not going to do it, BOP, let him go home," Sharp said, referring to the Bureau of Prisons. "This is where justice and mercy meet. Grant him clemency and send him home."
It's unclear how familiar Biden is with Peltier's case, which has spawned hundreds of pages of FBI files; several books, including his own memoir, published in 1999; and the 1992 documentary "Incident at Oglala," which was narrated by Robert Redford.
The FBI said in a statement Thursday that it remains "resolute against the commutation of Leonard Peltier's sentence" and that "we must never forget or put aside that Peltier intentionally and mercilessly murdered these two young men and has never expressed remorse for his ruthless actions."
The White House did not respond to a request for comment.
Asked in January whether Biden was reviewing a request to commute Peltier's sentence, White House press secretary Jen Psaki told reporters, "I don't have anything to predict for you."
In recent weeks, Democrats have tried to appeal to Biden. The Democratic National Committee's Native American Caucus wrote in a letter last week that Peltier's continued incarceration "symbolizes the decades-old racial injustice towards Native Americans," HuffPost reported.
The encounter that led Peltier to prison involved a pair of FBI agents, Jack Coler and Ron Williams, who went onto a compound on the Pine Ridge reservation to arrest a man on a federal warrant in connection with the theft of a pair of cowboy boots, according to the agency's investigative files.
Leonard Peltier, American Indian Movement leader, is led across Oakalla Prison to a waiting helicopter, on Dec. 17, 1976, on Burnaby, British Columbia.Bettmann Archive
Peltier was a member of the American Indian Movement, a grassroots activist organization that began in Minneapolis in the 1960s to challenge police brutality and the oppression of Native Americans' rights. He was at Pine Ridge in 1975 in the wake of a drawn-out protest two years earlier at Wounded Knee, South Dakota, where armed American Indian Movement activists and Oglala Sioux tribal members had occupied the town and clashed with federal law enforcement officers. Two activists were killed.
On the day Coler and Williams were at Pine Ridge, they radioed that they had come under fire. It's unclear who pulled the trigger first; the FBI said the men were in a shootout that lasted 10 minutes. Both men were killed by bullets fired at close range. According to the FBI, Peltier was identified as the only person in possession of a weapon that could fire the type of bullet that killed them.
Dozens of people participated in the gunfight; at trial, two co-defendants were acquitted after they claimed self-defense. When Peltier was tried separately in 1977, no witnesses were presented who could identify him as the shooter, and unbeknown to his defense lawyers at the time, the federal government had withheld a ballistics report indicating the fatal bullets didn't come from his weapon, Sharp said.
"My co-defendants were found not guilty in self-defense, and I'm the one doing all this time," Peltier said.
The FBI maintains his conviction was "rightly and fairly obtained" and "has withstood numerous appeals to multiple courts, including the U.S. Supreme Court."
The incident is seen as an emblematic struggle between Native Americans and the federal government, particularly on Indigenous lands, and it has long rankled Indigenous activists who say the killing of a Native American man in the shootout was never formally investigated.
Over the years, former FBI agents have pushed back against Peltier's claim of innocence and bid for clemency. When Peltier's family sought help from President Bill Clinton, then-FBI Director Louis Freeh wrote in a letter that "ignoring for a moment, the extreme and remorseless brutality of the acts themselves, our employees see Peltier's crimes as a complete affront to our cherished system of government under the rule of law."
In a rare public demonstration by members of the FBI, about 500 active and retired agents and staff members marched to the White House to protest any action by Clinton.
But last year, retired federal prosecutor James Reynolds, who supervised Peltier's post-trial sentencing and appeals, broke from the federal government's position.
He wrote in a letter to Biden that "we were not able to prove that Mr. Peltier personally committed any offense on the Pine Ridge Reservation." He also underscored a long-held belief that Peltier was treated differently at the time because of a "broken relationship between Native Americans and the government" and that he was prosecuted with "minimal evidence" that "I strongly doubt would be upheld in any court today."
Peltier said Wednesday he was grateful for Reynolds' letter.
"If I could say to him: 'Thank you for finally coming forward... I thank you for your courage, and I hope that you can prevent this from ever happening to anyone else.'"
Two of Peltier's adult children said in interviews that they would like a meeting with the White House now so Biden can understand his case and why they believe his release is warranted.
"I know that Joe and Jill Biden are compassionate to the Native peoples," said his daughter Kathy Peltier, who lives in Los Angeles. "I think seeing the family would make them see him as a real person, and we can explain what he's facing so it hits a little harder for them."
Kathy Peltier said she had been hopeful that past administrations would listen. But the presidencies of Clinton, George W. Bush, Barack Obama and Donald Trump came and went.
In December 2016, Leonard Peltier's youngest son, Wahacanka Paul Shields-Peltier, died on a trip to Washington, D.C., advocating for his father's release. He was 41.
He died in the waning days of Obama's second term, when the family remained optimistic that the president would grant Peltier clemency.
With the loss of her brother and the realization that her father would never get to see him again, Kathy Peltier was in shock.
Kathy Peltier said that on the day Obama left office after having commuted hundreds of sentences - by far the most of any recent president - she turned off her phone and refused to leave her bedroom.
"I shut out the world," she said.
Kathy Peltier, 46, has known her father only as a federal prisoner. She said it has been difficult to come to terms with how he has missed out on his family's lives. He has six surviving children and a dozen great-grandchildren.
Peltier's oldest son, Chauncey Peltier, 56, who lives in Oregon, previously saw his father in 2015, when he visited him in prison. To channel his emotions, Leonard Peltier took up oil painting featuring Native American themes and iconography.
"The family prays every day and hopes he gets to go home, but some of us aren't hopeful it will ever happen," he said. "In his children's eyes, Leonard wasn't the only one robbed."
Leonard Peltier hasn't painted in a couple of years amid Covid restrictions in prison. But, he said, the art studio will be opening up again, and he hopes to pick up a brush in the next week.
To all of his supporters, including those who have helped with his legal defense, he said, he is thankful they haven't forgotten him and hopes their messages to the White House are heard.
"One of the elders, when I was convicted and I was going to leave the courtroom, she stood by the railing and said: 'They don't know who they did this to. We will be here the rest of our lives,'" Peltier said. "And they have been."
"I would love to go home," he added. "My family wants to take care of me. My tribe wants to take care of me."
6. INIZIATIVE. IL 24 APRILE LA MARCIA PERUGIA-ASSISI PER LA PACE E IL DISARMO
Si svolgera' il 24 aprile la marcia Perugia-Assisi per la pace e il disarmo.
Ovunque si promuova la partecipazione.
7. INIZIATIVE. IL 25 APRILE CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL FASCISMO
Si manifesti ovunque il 25 aprile contro la guerra e contro il fascismo.
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
8. INIZIATIVE. IL PRIMO MAGGIO PER LA PACE E I DIRITTI
Si manifesti ovunque il primo maggio per la pace e i diritti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 420 del 19 aprile 2022
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