[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 406



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 406 del 5 aprile 2022

In questo numero:
1. Ogni essere umano ha diritto alla vita
2. Esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
3. Un incontro di studio a Viterbo su tre libri di Dennis Banks, Russell Means e Leonard Peltier
4. Carol Gokee: Rise Up For Peltier Call to Action Toolkit
5. Valeria Fieramonte presenta "Fiamma partigiana all'Alfa Romeo. Il diario di Antonietta Romano e la Resistenza al Portello" di Tatiana Bertolini e Valter Molinaro
6. Valeria Fieramonte presenta "Non sono la costola di nessuno" a cura di Paola Cavallari

1. L'ORA. OGNI ESSERE UMANO HA DIRITTO ALLA VITA

Ogni essere umano ha diritto alla vita.
La guerra, che le vite umane sopprime, e' il piu' grande dei crimini, la piu' grande delle follie.
La guerra, che le vite umane sopprime, e' nemica dell'umanita'.
Abolire la guerra, salvare le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. REPETITA IUVANT. ESPOSTO CONTRO LA DECISIONE DEL GOVERNO ITALIANO DI INVIARE ARMI IN UCRAINA, COSI' CONTRIBUENDO ALLA GUERRA E ALLE STRAGI DI CUI ESSA CONSISTE, IN FLAGRANTE VIOLAZIONE DELL'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Alle competenti magistrature
ai pubblici ufficiali affinche' adempiano al loro dovere in presenza della "notitia criminis" che il presente esposto reca
alle persone di volonta' buona ed alle associazioni democratiche impegnate per salvare le vite
ai mezzi d'informazione
Oggetto: esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
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1. L'orrore
La guerra scatenata dal governo russo contro la popolazione ucraina continua ad uccidere esseri umani, giorno dopo giorno da oltre un mese ormai. Un diluvio di sangue innocente, un orrore che piu' passa il tempo e piu' cresce e si estende mettendo in pericolo l'umanita' intera.
Sembra che tutti i potenti della Terra che la guerra potrebbero far cessare salvando innumerevoli vite umane con una ferma e adeguata azione di pace, siano invece in realta' del tutto indifferenti a questa mostruosa strage di esseri umani, ed interessati piuttosto ai turpi e scellerati guadagni economici, politici e strategici che da questo abominevole eccidio si ripromettono di ricavare.
Ogni persona senziente e pensante sa che occorre far tacere le armi, negoziare un accordo, soccorrere le vittime, cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare: invece tutti i governi coinvolti preferiscono essere complici della guerra scatenata dal folle e criminale governo russo, preferiscono foraggiare la guerra di armi assassine, preferiscono favoreggiare i massacri, le distruzioni, la barbarie, preferiscono che ancora e ancora altri esseri umani innocenti muoiano.
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2. Una decisione incostituzionale ed assassina
La decisione del governo italiano di inviare armi in un paese in cui una guerra e' in corso, armando una delle parti belligeranti (la parte aggredita che legittimamente resiste all'invasione ma che ha commesso l'errore di aver scelto una sanguinosa resistenza armata anziche' una resistenza nonviolenta che sola avrebbe potuto essere efficace e vittoriosa, ed avrebbe salvato innumerevoli vite ed impedito immani distruzioni) e' immorale e illegale. Tale sciagurata decisione contribuendo alla guerra, rendendo quindi lo stato italiano effettualmente partecipe della guerra e delle uccisioni di cui essa consiste, invece di adoperarsi per la pace e per salvare le vite che la guerra minaccia e distrugge, costituisce una flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Sia chiaro una volta per tutte: soccorrere le vittime e' un dovere, provocare ulteriori uccisioni e' un crimine. Inviando armi l'Italia non salva le vite, contribuisce alle stragi ed estende la guerra, una guerra che puo' facilmente diventare un conflitto mondiale che potrebbe porre fine all'umanita', come ha piu' volte denunciato in queste settimane la voce tanto autorevole quanto inascoltata del pontefice cattolico.
Ne' vale l'argomento specioso che da molti anni - decenni, ormai - vari governi dell'Italia repubblicana hanno reiteratamente violato quel decisivo ed inequivocabile articolo della Carta che sta a fondamento del nostro ordinamento giuridico: un delitto non ne giustifica un altro.
Un governo che viola la Costituzione cui ha giurato fedelta' commette un reato gravissimo.
Un governo che favoreggia la guerra e le stragi di cui essa consiste commette un reato gravissimo.
Un governo che invece di agire per salvare le vite umane compie atti il cui esito effettuale e' sopprimerle commette un reato gravissimo.
Un governo che arma la macchina della morte, che viola la legalita' costituzionale, che favoreggia la guerra e le uccisioni, deve essere tratto in giudizio - per quanto attiene all'ambito penale -, deve essere sfiduciato dal parlamento - per quanto attiene all'ambito politico ed istituzionale -, deve dimettersi - per quanto attiene all'ambito morale.
Segnaliamo tutto cio' alla magistratura affinche' intervenga per quanto di competenza.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti altri pubblici ufficiali, i quali alla ricezione del presente esposto sanno di avere il dovere di trasmettere tale "notitia criminis" alla competente autorita' giudiziaria affinche' assuma tutti i provvedimenti necessari.
Segnaliamo tutto cio' anche a molte persone di volonta' buona e a molte associazioni democratiche affinche' a loro volta assumano analoghe iniziative di segnalazione all'autorita' giudiziaria della gravita' di cio' che il governo sta facendo.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti mezzi d'informazione affinche' ne diano notizia all'opinione pubblica.
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3. Salvare le vite e' il primo dovere
Altro occorre fare: inviare aiuti umanitari al popolo ucraino, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra, dalle distruzioni, dalla fame, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: adoperarsi per l'immediato "cessate il fuoco", per l'immediata cessazione dell'aggressione russa, per immediati negoziati di pace, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: opporsi alla guerra ed impedire che essa prosegua e si estenda ancor piu': e' in pericolo l'esistenza dell'umanita' intera.
Altro occorre fare: contrastare il traffico degli strumenti di morte, sostenere l'opposizione popolare alla guerra, sostenere la resistenza popolare nonviolenta, sostenere la decisione di cessare di uccidere.
Altro occorre fare: revocare le sanzioni che invece di contrastare la guerra la favoreggiano, ed hanno come effetto reale di opprimere ancor piu' le classi sociali sfruttate e oppresse, di impoverire ancor piu' le persone gia' piu' impoverite, piu' fragili, piu' bisognose di aiuto.
Altro occorre fare: promuovere la pace, il disarmo, la nonviolenza, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
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4. La verita' della guerra, il dovere della pace
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Uccidere e' sempre un delitto.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 28 marzo 2022

3. INCONTRI. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO SU TRE LIBRI DI DENNIS BANKS, RUSSELL MEANS E LEONARD PELTIER

La mattina di sabato 2 aprile 2022 si e' svolto a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", un incontro di studio, di riflessione e di testimonianza sulla lotta dei nativi americani contro il genocidio, l'etnocidio e l'ecocidio di cui da oltre cinquecento anni continuano ad essere vittima da parte del potere colonialista e razzista bianco.
L'incontro si e' svolto nell'ambito dell'iniziativa di solidarieta' con Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano impegnato nella difesa del suo popolo, per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi.
La riflessione si e' sviluppata muovendo da tre libri, le autobiografie di tre protagonisti delle lotte dell'American Indian Movement: Dennis Banks, Russell Means e Leonard Peltier:
- Dennis Banks (and Richard Erdoes), Ojibwa Warrior. Dennis Banks and the Rise of the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 2005;
- Russell Means (with Marvin J. Wolf), Where White Men Fear to Tread. The autobiography of Russell Means, St. Martin's Griffin, New York 1995;
- Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (edited by Harvey Arden).
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L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio per le vittime della guerra in Ucraina.
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso il loro orrore per la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo contro la popolazione ucraina; espresso la loro solidarieta' a tutte le vittime della guerra; rinnovato l'appello ad inviare aiuti umanitari ed a soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone in fuga dalla guerra; espresso la piu' ferma opposizione allo scellerato invio di armi che alimentano la guerra e le stragi, mentre il piu' urgente dovere dell'umanita' intera dovrebbe essere adoperarsi per fermare la guerra, porre fine alle stragi e salvare cosi' tutte le vite che e' possibile salvare.
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Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani dei tre libri, due dei quali ancora non tradotti in italiano, mentre il terzo e' stato tradotto e pubblicato a suo tempo nel nostro paese (Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005), ma e' ormai fuori catalogo da diversi anni e sarebbe piu' che opportuna se non una riedizione almeno una ristampa.
Dennis Banks (Leech Lake Reservation, Minnesota, 12 aprile 1937 - Rochester, Minnesota, 29 ottobre 2017) e' stato uno dei fondatori dell'American Indian Movement a Minneapolis nel 1968, e uno dei suoi piu' noti militanti.
Russell Means (Porcupine, Sud Dakota, 10 novembre 1939 - Porcupine, Sud Dakota, 22 ottobre 2012) e' stato uno dei piu' noti militanti dell'American Indian Movement.
Leonard Peltier (nato a Grand Forks, Nord Dakota, il 12 settembre 1944) e' uno dei piu' noti militanti dell'American Indian Movement, da 46 anni detenuto in un carcere di massima sicurezza statunitense, condannato per delitti che non ha mai commesso dopo aver subito uno scandaloso processo-farsa basato su "testimonianze" false e su "prove" altrettanto false (gli stessi accusatori e giudici hanno successivamente riconosciuto che fu condannato ingiustamente, ma ciononostante continua ad essere tenuto in prigione).
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Al termine dell'incontro le persone partecipanti hanno rinnovato la richiesta di un provvedimento di grazia da parte del presidente degli Stati Uniti d'America che finalmente restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
La richiesta di liberare Leonard Peltier nel corso dei decenni e' stata fatta da illustri personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, Desmond Tutu e milioni di persone di tutto il mondo.
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In calce alleghiamo una breve notizia sulla vicenda di Leonard Peltier apparsa lo scorso mese sulla prestigiosa agenzia di stampa "Adista".
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Allegato. Alcune parole per Leonard Peltier
Non muoia in carcere Leonard Peltier
Mentre vengono scritte queste righe Leonard Peltier ha 77 anni, da 46 e' in prigione in un carcere americano di massima sicurezza condannato a due ergastoli per delitti che non ha commesso (un processo-farsa con una giuria razzista lo condanno' sulla base di testimonianze false e di prove altrettanto false; gli stessi accusatori, gli stessi giudici, riconobbero successivamente che fu la condanna di un innocente, che fu una persecuzione politica. Leonard Peltier e' un perseguitato politico, perseguitato perche' e' un nativo americano che ha dedicato l'intera sua vita alla lotta in difesa del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della Madre Terra.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Leonard Peltier soffre da molti anni di gravi patologie, e recentemente ha contratto il covid. La sua vita e' in grave pericolo, ma fin qui neppure questo ha persuaso il Presidente degli Stati Uniti d'America a restituirgli la liberta' attivando l'istituto della grazia presidenziale.
Da tutto il mondo da decine d'anni si chiede che Leonard Peltier sia liberato: lo hanno chiesto Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, e con essi innumerevoli altre personalita' benemerite dell'umanita', lo hanno chiesto istituzioni democratiche come il Parlamento Europeo, lo hanno chiesto associazioni prestigiose come Amnesty International, e con esse milioni di esseri umani da tutto il mondo che hanno sottoscritto petizioni per la sua liberazione. Fin qui a nulla e' valso.
Perche' tanto accanimento? Perche' tanta ferocia contro Leonard Peltier? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che il sistema di potere che domina negli Stati Uniti tema a tal punto un settantasettenne gravemente malato? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli sia sempre stato negato un processo di appello che sicuramente lo avrebbe assolto? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli siano state sistematicamente negate tutte quelle misure di riduzione dell'afflittivita' della pena che lo stesso sistema carcerario americano prevede?
Scriviamolo subito: Leonard Peltier rappresenta l'intera umanita' oppressa in lotta per la comune liberazione e per la difesa dell'intero mondo vivente minacciato di distruzione dai poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.
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La vita, la lotta e la persecuzione di un indiano
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazone criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, e' ora anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
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Un uomo innocente
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
Naturalmente si puo' sostenere che le dichiarazioni di Peltier – anche se sono parole nobili e luminose come quelle che abbiamo citato - non fanno testo: anche se fosse un assassino avrebbe il diritto di negarlo.
Ma oltre le parole vi sono i fatti: ovvero il fatto elementare ed ineludibile che nessuna prova di colpevolezza e' mai emersa; gli stessi accusatori e giudici che pure ne imposero la condanna hanno successivamente ammesso che non vi e' e non vi e' mai stata alcuna prova che fu Leonard Peltier ad uccidere i due agenti dell'Fbi. Il fatto che Leonard Peltier sia stato condannato sulla sola base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, e' un'ulteriore conferma della sua innocenza.
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La solidarieta' in Italia
Anche in Italia si e' sviluppato un movimento di solidarieta' con Leonard Peltier, che nel corso dei decenni ha avuto diverse fasi legate a circostanze particolari.
Con l'elezione di Biden alla Casa Bianca nel 2021 vi e' stata una significativa ripresa delle iniziative.
Una nuova campagna - con una peculiare impostazione nonviolenta - e' stata promossa dal giugno 2021 dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo; essa ha suscitato varie rilevanti adesioni, tra cui quella del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, purtroppo recentemente scomparso.
Accogliendo e facendo propria l'iniziativa promossa dalla struttura nonviolenta viterbese, il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 ha espresso pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Anche dopo la scomparsa del compianto Presidente Sassoli, ed anche nel suo ricordo, l'iniziativa italiana per la liberazione di Leonard Peltier prosegue.
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
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Un percorso di letture per saperne di piu'
1. Un percorso minimo puo' essere il seguente.
Ovviamente occorre cominciare dall'autobiografia di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005).
Tra le opere su Leonard Peltier fondamentale e' il libro di Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994 - segnaliamo che l'edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti).
Un'agile introduzione e' il volumetto di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; contiene anche una silloge di scritti di Peltier e la riproduzione di alcune sue opere pittoriche.
Un buon lavoro recente e' il ponderoso volume di Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Particolarmente utile anche per la contestualizzazione e' l'ottima opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata (e segnaliamo che ognuna delle cento voci di cui si compone l'opera reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento).
2. Alcune ulteriori letture utili.
Per chi volesse ulteriormente approfondire vi sono vari buoni libri in inglese, purtroppo non tradotti in italiano.
Sul processo: Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe. 
E' di qualche utilita' anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004.
Un libro che occorre aver letto - col necessario discernimento, e' ovvio – e' Joseph H. Trimbach and John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009. Trimbach e' stato uno dei quadri dell'Fbi piu coinvolti nella repressione dell'Aim e nella persecuzione di Leonard Peltier.
Sono ancora particolarmente utili anche i seguenti libri.
Rex Weyler, Blood of the Land. The Government and Corporate War against the American Indian Movement, Random House, New York 1982, 1984.
Kenneth S. Stern, Loud Hawk. The United States versus the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 1994, Red River Books, 2002.
Per la contestualizzazione cfr. anche Jeffrey Ostler, The Lakotas and the Black Hills. The Struggle for Sacred Ground, Viking Penguin, New York 2010.
Anche se non si occupa della vicenda di Leonard Peltier e' sempre utile la lettura di Winona LaDuke, All Our Relations. Native Struggles for Land and Life, South End Press, Cambridge, Massachusetts, 1999, Haymarket Books, Chicago, Illinois, 2015.
Ovviamente vi sono molti altri libri che meriterebbero di essere letti (ed alcuni ci sono particolarmente cari), ma quelli citati possono essere sufficienti per un inquadramento adeguato.
Concludiamo citando il lavoro di un autore, Ward Churchill, che ci sembra abbia dato contributi utilissimi, e che ha subito una vera e propria persecuzione (in merito cfr. la prefazione di Barbara Alice Mann alla seconda edizione di Ward Churchill, Since Predator Came: Notes from the Struggle for American Indian Liberation, Aigis Publishing, 1995, AK Press, Oakland 2005). Tutte le opere di Ward Churchill che abbiamo letto ci sono sembrate assai utili, ed anche se su alcune questioni (il marxismo, il pacifismo, la nonviolenza) abbiamo opinioni diverse, e' indubitabile che il suo lavoro teorico e documentario, di ricerca e di dibattito, e' di grande valore, merita pieno apprezzamento e profonda gratitudine. Sarebbe bene che i suoi libri venissero finalmente tradotti anche in italiano. Per un avvio alla conoscenza della sua opera suggeriremmo di cominciare da due raccolte di suoi interventi: Ward Churchill, Acts of Rebellion, Routledge, New York and London 2003; e Ward Churchill, Wielding Words like Weapons. Selected Essays in Indigenism, 1995–2005, PM Press, Oakland 2017.
Ricordiamo infine anche che altri utili materiali sono nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del citato libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
Va da se' che non abbiamo ricordato molte opere - alcune delle quali ormai classiche - della e sulla piu' generale resistenza dei nativi americani al genocidio e all'ecocidio; fortunatamente molti sono gia' i lavori - e talora capolavori - sia narrativi che saggistici scritti da illustri autrici ed autori nativi americani, ma non era questa la sede per darne notizia.

4. REPETITA IUVANT. CAROL GOKEE: RISE UP FOR PELTIER CALL TO ACTION TOOLKIT
[Dal comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier ("International Leonard Peltier Defense Committee", 428-A8 Farnham St. Marshall, WI. 53559, 715.209.4453, sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: Contact at whoisleonardpeltier.info) riceviamo e diffondiamo]

Ask President Biden for the Immediate Release of Leonard Peltier!
*
Call to Action Briefing
There is no doubt that our criminal justice system is imperfect, and Mr. Peltier knows firsthand just how imperfect it can be.
"I call on President Biden to commute Mr. Peltier's sentence expeditiously. It is the right thing to do." - Senator Patrick Leahy (D-Vt), longest serving member of the U.S. Senate
*
Call to Action
Contact President Biden today!
202.456.1111
Ask for the immediate release of Leonard Peliter
Call President Biden Today! 202.456.1111
Please note: The White House comment line is open from 11 a.m. to 3 p.m.
Eastern, Tuesday through Thursday.
*
Important Links:
Change.org Petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your local Representatives: https://bit.ly/housereplp
New York Times Article : Clemency for Peltier:
https://docs.google.com/document/d/1zpHhgTsR0cOQkqxlCJ-7fKoW2qJzTx9SbdoqaldBJlg/edit
Guardian Article Calling for Clemency:
https://amp.theguardian.com/commentisfree/2022/feb/02/leonard-peltier-is-americas-longest-held-indigenous-prisoner-he-should-be-freed
*
Graphics:
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Please use these graphics to post on social media outlets.
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Use images in this link above for signs and banners for art builds.
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Official Hashtags
#RiseUpForPeltier
#FreeLeonardPeltier
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Account to Tag
@POTUS
@whitehouse
@OfficialFBOP (Bureau of Prisons)
@PeltierHQ (International Leonard Peltier Defense Committee)
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Sample Facebook and Instagram Post (Copy and Paste)
Call-to-Action
Leonard Peltier, Anishinaabe and Dakota, has spent over 4 decades of his life behind bars, and recently, the prison system has failed to provide him adequate care and protection against COVID-19. His story is the epitome of the systemic abuse that continues to target Indigenous people and Movement Leaders.
We call upon President Biden to show proof of his efforts toward justice and equity by granting Executive Clemency to elder movement leader Leonard Peltier.
Call the White House and demand the release of Leonard Peltier. (202) 456-1111. Say
you support the commutation of #LeonardPeltier's sentence. He's held at USP-Coleman I in FL. Register number 89637-132
Sign the online petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your reps. Find them here: https://bit.ly/35raR
#RiseUpForPeltier
*
Here's what you need to know to #RiseUpForPeltier
On March 26, 2020 the Office of the Attorney General issued guidelines for the "Prioritization of Home Confinement as Appropriate in Response to COVID-19 Pandemic." A release to home confinement can be an immediate measure to ensure that Mr. Peltier gets the health care that he requires while the ILPDC continues to push for the commutation of his sentence.
*
Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here.
*
The International Leonard Peltier Defense Committee (ILPDC) is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michael Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough!
*
Senator Patrick Leahy (D-Vt), the longest serving member of the U.S. Senate issued a statement urging President Biden to commute Leonard Peltier's sentence stating that, "His trial was so riddled with flaws that even one of the prosecutors trying him has acknowledged that Peltier was wrongfully convicted... He is exactly the kind of individual who should be considered for clemency... I have long believed that pardons and commutations are vital tools to offer clemency and relief, particularly when our criminal justice system has been contorted to propagate injustices. I call on President Biden to commute Mr. Peltier.s sentence expeditiously. It is the right thing to do."
Read the full statement here:
https://www.leahy.senate.gov/press/comment-urging-president-biden-to-commute-leonard-peltiers-sentence
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Sample Tweets (Copy and Paste)
Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here:
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The IPLDC is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michal Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
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It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough.
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For Media Inquiries, Please Contact:
Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453
Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127
Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier’s lead attorney, 615-434-7001

5. LIBRI. VALERIA FIERAMONTE PRESENTA "FIAMMA PARTIGIANA ALL'ALFA ROMEO. IL DIARIO DI ANTONIETTA ROMANO E LA RESISTENZA AL PORTELLO" DI TATIANA BERTOLINI E VALTER MOLINARO
[Dal sito della Libera universita' delle donne (http://www.universitadelledonne.it) riprendiamo la seguente recensione]

Tatiana Bertolini e Valter Molinaro, Fiamma partigiana all'Alfa Romeo. Il diario di Antonietta Romano e la Resistenza al Portello, Glifo Associati, 2021, pp. 216, euro 15.
*
"Fiamma partigiana all'Alfa Romeo" e' un libro singolare: in parte diario (di Antonietta Romano, appunto la partigiana Fiamma), e in parte saggio, dove Valter Molinaro ricostruisce la storia della Resistenza nelle officine dell'Alfa Romeo Portello. Prodotto dall'ANPI per la Glifo Associati editore (il diario di Fiamma e' ricostruito da Tatiana Bertolini), esordisce cosi':
"oggi abbiamo giovani senza ricordi:
giovani astorici.
Generazioni rapinate del dono della memoria;
percio' incapaci, o almeno inadatte,
a credere perfino in un loro definito avvenire"
E' una frase da una poesia di Padre Turoldo, messa all'apertura del libro.
Antonietta era entrata all'Alfa a sedici anni, e grazie alla sua conoscenza del tedesco, era entrata in contatto con una segretaria di direzione collegata alla Resistenza.
Anche in virtu' di questo legame era entrata nei Gruppi di Difesa della Donna, nel Movimento dei Comunisti Cristiani, e nella 111esima Brigata Garibaldi come sappista. (Le Sap erano le Squadre di Azione Patriottica).
Il diario e' inframezzato da lunghi periodi di silenzio dovuti a motivi di sicurezza, ma ci sono note anche su momenti decisivi, come gli scioperi e i boicottaggi delle produzioni belliche del '44, che videro molti operai arrestati e inviati nei campi di sterminio di Mauthausen e Gusen, da cui, secondo l'accurata ricostruzione, nome per nome, di Molinaro, furono ben pochi quelli che tornarono. Nessuno allora sapeva nulla dei campi di sterminio. Degli operai che sparivano – la direzione diceva che erano stati mandati in prima linea a scavare trincee.
Il 20 ottobre del 1944 Fiamma descrive il terribile bombardamento dell'Alfa, la vita nei rifugi, la conta dei vivi, dei morti e delle case distrutte all'uscita...Quel 20 ottobre lei era rimasta in ufficio e dalla finestra aveva contato "36 aquiloni che risaltavano maggiormente nell'inconsueto limpido azzurro del cielo milanese".
Tenta di andare al rifugio, e a meta' scala "sentiamo che sganciano, poco distante, tutt'intorno e' diventato molto fosco, le scale danno l'impressione del crollo, tutto attorno a noi vola: scrivanie, pareti, orologiere... un grappolo di bombe caduto poco distante ci da' l'impressione del ciclone. Lo spostamento d'aria fa crollare il portone d'entrata, l'orologio a pendolo si stacca dal muro e cosi' le cartelliere, che per poco non ci colpiscono, Al buio raggiungiamo un corridoio, arriviamo cosi' presso la porta che da' alla cantina. Sto per valicarla quando un violento colpo alle spalle mi fa fare un volo di 12 gradini proiettandomi contro il Direttore... continua il bombardamento e noi attendiamo nel sottoscala con la gola arsa dalla terra e dall'odore di zolfo.
Tornata la calma comincia la processione dei feriti che vengono ricoverati nel rifugio per ricevere i primi soccorsi: entra un frate che impartisce la benedizione. Do' la prima occhiata intorno: il luogo non sembra piu' lo stesso: vedo volti attoniti, rossi di terra, capelli bianchi completamente, abiti laceri... sotto le macerie c'e' un uomo... lavoriamo per liberarlo. E' morto: la faccia composta a quiete mostra un rivolo di sangue lungo la tempia.
Notiamo prima di uscire dalla ditta molti preti che entrano a dare gli ultimi conforti: La terra attorno e' coperta di polvere rossa e quasi a ogni metro sono esplose bombe (sia pure di piccolo calibro).
Molti passanti nel vederci ci fermano, ma noi restiamo chiusi nel silenzio. E doveva essere ben tragica la visione del nostro gruppo: quattro individui dal volto color terracotta, capelli bianchi – per le macerie o perche' hanno cambiato colore – uno ferito alla testa, l'altro zoppicante, una collega con volto e mani sanguinanti, io che trascinavo a fatica un piede...
Arrivo a casa, mio padre non c'e'. Ecco che verso sera ritorna, piu' morto che vivo per la paura di trovarsi di fronte il cadavere di sua figlia...".
E' il diario scritto da una diciannovenne, di fresca immediatezza anche se in un italiano ancora scolastico. Vale la pena di leggerlo, fa capire molte cose della quotidianita' della guerra.
Il 25 aprile del 1945 Fiamma sara' la prima a entrare in fabbrica col tricolore del CLN. In seguito, dopo la grande delusione seguita alla chiusura del suo minuscolo Partito dei Comunisti Cristiani, girera' le scuole per parlare della guerra e del valore della democrazia.
Il successivo saggio di Valter Molinaro fa una accurata ricostruzione di quel che e' stata l'Alfa Romeo negli ultimi anni di guerra, riccamente corredata da documenti dell'epoca. Molto interessante e' il rapporto tra operai e direzione, in tutte le sue sfumature. Si parla della fame, della borsa nera, vi e' registrato intero l'intervento del generale tedesco Zimmermann di "saluto agli operai".
E' ricostruito anche il contesto storico tra il 25 luglio del 1943 e la Liberazione.
All'arresto di Mussolini non si procede a allontanare dai posti chiave dello stato i fascisti né sono indette libere elezioni. Il governo italiano si arrende senza avvisare formalmente i tedeschi, da un giorno all'altro diventati nemici. I militari sono lasciati senza direttive in una sorta di "si salvi chi puo'". Il Re fugge lasciando Roma in balia dei tedeschi. Badoglio per non essere penalizzato alla fine della guerra, si decide solo dopo un mese, il 13 ottobre del 1943, a dichiarare guerra alla Germania. Nasce la Resistenza armata. Napoli si liberera' da sola alla fine di settembre...
Un libro da leggere, avvincente piu' di un romanzo.

6. LIBRI. VALERIA FIERAMONTE PRESENTA "NON SONO LA COSTOLA DI NESSUNO" A CURA DI PAOLA CAVALLARI
[Dal sito della Libera universita' delle donne (http://www.universitadelledonne.it) riprendiamo la seguente recensione]

Paola Cavallari (a cura di), Non sono la costola di nessuno. Letture sul peccato di Eva, Gabrielli editori, 2020, euro 16.
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Questo libro dal polemico titolo: "Non sono la costola di nessuno", proprio ci voleva. E non solo perche' la curatrice, Paola Cavallari, ha il merito di avere promosso l'Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne, ma perche' nei saggi presentati alla lettura, l'antico mito di Adamo ed Eva, in qualche modo fondativo, almeno in questa area del mondo, di nostri modi di sentire ormai quasi inconsci, viene analizzato e rimesso su piedi che finalmente camminano verso una maggiore parita' tra i sessi.
Vi troviamo finalmente una donna che non e' "peccatrice" perche' disobbedisce all'uomo, quando percepisce un'ingiustizia rispetto al suo modo di sentire, ma piuttosto pecca se abdica a se stessa, se manca di autonomia, di autostima e di coraggio per dire no "a differenti forme di servitu' domestica, sociale, politica e religiosa".
E se si trattasse di eccesso di orgoglio? Secondo Cavallari non e' cosi' quando "si tratta di persone gia' relegate ai margini della significativita'... per queste persone il linguaggio della perdita di se', come rinuncia all'amor sui, funziona in modo ideologico per derubarle del potere, mantenendole in una posizione subordinata a vantaggio di coloro che dominano".
Insomma, la disobbedienza sarebbe in questo caso vista come una virtu', come la ricerca di una via diversa dalla norma imposta dalle societa' patriarcali. Nell'archetipo cattolico Eva (che vuol dire vita) e' considerata la principale responsabile del Peccato Originale. Poco meno di un'adescatrice e tentatrice quasi al pari del serpente (anzi talora persino di piu'), e non e' un caso che la patristica cattolica trabocchi di misoginia, e imponga alle donne il silenzio perche' le loro critiche e recriminazioni di sesso comunque subalterno tolgono l'uomo dal piedistallo che ha eretto a se stesso di essere piu' simile a Dio, per non parlare della blasfema pretesa di voler essere come Dio.
Ma Eva e' leale, non incolpa Adamo, che invece crea le premesse delle logiche del capro espiatorio, non cerca scappatoie, dice la verita': "il serpente mi ha ingannata e ho mangiato", ammette il proprio sbaglio, assume la propria responsabilita'. Di piu', denunciando il serpente come ingannevole in realta' conferma l'immagine di un divino positivo.
Adamo invece si defila, come se non ci fosse, come del resto per la creazione di Eva, non a lui dovuta e avvenuta mentre dormiva. Adamo e' fin dall'inizio sleale nei confronti di Eva, evita ogni responsabilita', ma tale slealta' risulta tuttavia premiata nel succedersi dell'iconografia religiosa.
Ho scritto dice la verita', a proposito di Eva, perche' il termine usato nel testo "fa la verita'" mi sembra in verita' un po' eccessivo. Dopotutto la verita' e' rimasta per secoli e millenni quella di Adamo, sua e' la "colonizzazione del desiderio femminile", e' riuscito a fare di quest'ultimo un vassallo volontario, probabilmente anche perche' le continue gravidanze hanno impegnato le donne altrove, in logiche di cura e accudimento piuttosto che di potere.
Sappiamo pero' quanto l'assenza di potere, spesso anche quasi sempre neanche cercato, abbia pesato sul destino femminile.
Secondo le autrici di alcuni dei saggi contenuti nel libro, il peccato originale e' stato dunque in primo luogo un peccato contro Eva.
Si tratta di un vero rovesciamento dell'iconografia religiosa dominante, che punta a raggiungere un risultato molto importante: la visione di un Adamo e di una Eva non piu' costretti a svicolare dal potere con sotterfugi e inganni, ma resi capaci di stare pienamente uno di fronte all'altro in una parita' che non esclude ma rende arricchente la differenza di genere.
Non mi occupo di questioni religiose e puo' darsi anche che alcune cose non le abbia capite: mi pare importantissimo che le autrici, e con loro immagino anche gli uomini autori di alcuni testi, chiedano finalmente alla Chiesa di modificare un discorso che e' ancora spesso profondamente ingiurioso nei confronti delle donne, impregnato di odio. Nessuna autocritica si e' ancora levata dalle stanze del magistero cattolico, circa per esempio la caccia alle streghe, un fenomeno durato secoli e impregnato di odio isterico contro il genere femminile.
"La smemoratezza e il trasformismo dei teologi su un passato cosparso di abomini misogini appaiono molto interessati" afferma Paola Cavallari. Qualche nota di maggiore serenita' e speranza viene proprio dai testi maschili (forse perche' se lo possono maggiormente permettere): "La Chiesa, con l'Evangelo che annunciava, - scrive Paolo Ricca - avrebbe potuto diventare protagonista nel processo di emancipazione della donna. Cosi' non e' stato. Siamo nel XXI secolo: e' troppo presto per sperare che questa emancipazione avvenga finalmente nella Chiesa, dopo che e' avvenuta, almeno parzialmente, nella societa'?".

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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 406 del 5 aprile 2022
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