[Nonviolenza] Telegrammi. 4428



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4428 del 3 aprile 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Severino Vardacampi: Alcune assai modeste verita' che e' pur necessario dire ancora
2. Pietro Polito: Per non finire come pesci nella rete
3. Esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
4. Carol Gokee: Rise Up For Peltier Call to Action Toolkit
5. Massimiliano Fortuna presenta "La compresenza dei morti e dei viventi" di Aldo Capitini
6. Antonello Ronca presenta "Non ho scoperto nuove terre" di Enrico Peyretti
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. L'ORA. SEVERINO VARDACAMPI: ALCUNE ASSAI MODESTE VERITA' CHE E' PUR NECESSARIO DIRE ANCORA

1. Esseri umani vengono uccisi
La guerra scatenata dal folle e criminale governo russo con l'invasione dell'Ucraina si prolunga ormai da oltre un mese, e non se ne vede la conclusione.
Ed ogni giorno che la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo si prolunga, altri esseri umani vengono uccisi.
Esseri umani le cui vite potevano essere salvate fermando la guerra ed aprendo trattative di pace.
Ma quasi nessun governo si sta adoperando per il "cessate il fuoco", quasi nessun governo si sta impegnando per vere trattative di pace, quasi nessun governo si sta impegnando per salvare le vite umane che sarebbe ancora possibile salvare.
Pressoche' tutti i governi coinvolti preferiscono che altri esseri umani muoiano. Pressoche' tutti i governi coinvolti cooperano alla guerra scatenata dal folle e criminale governo russo.
Pressoche' tutti i governi coinvolti considerano la popolazione ucraina come carne da macello, come vittima sacrificale, e da questo diluvio di sangue si ripromettono vantaggi politici, economici, strategici: piu' esseri umani muoiono e piu' i governi pensano di lucrarne profitti.
La guerra e' sempre e solo un crimine contro l'umanita'. Uccidere esseri umani e' il piu' atroce dei crimini e la piu' insensata delle follie. Siamo tutte e tutti una sola umana famiglia, ogni persona uccisa e' un tuo fratello, una tua sorella.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
2. Prima che la guerra stermini l'intera umanita'
La volonta' implicita nell'agire di pressoche' tutti i governi coinvolti e' di andare verso la guerra mondiale, verso la guerra nucleare, verso la guerra che puo' mettere fine alla civilta' umana, alla storia umana, alla presenza umana su quest'unico pianeta vivente dell'intero universo che conosciamo.
Ci puo' essere pazzia piu' grande? Ci puo' essere delitto piu' grande?
Eppure pressoche' tutti i governi coinvolti in questa guerra agiscono perche' questa estrema, irreversibile, annientatrice catastrofe accada.
Come possono essere cosi' stolti, cosi' ciechi, cosi' allucinati?
Perche' si adoperano per la morte anziche' per la vita?
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
3. Soccorrere le vittime
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone vittime della guerra, tutte le persone in fuga dalla guerra, dalle devastazioni, dalla fame, dalla paura. Tutte, tutte vanno soccorse. Tutte e tutti sono esseri umani, nostri fratelli e nostre sorelle.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Nessun essere umano deve essere abbandonato alla sofferenza e alla morte.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni guerra e' contro l'umanita' intera, ogni guerra e' nostra comune nemica, ogni guerra ha come fine ultimo di sterminarci tutte e tutti.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
4. Fermare la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo con il necessario negoziato
Il folle e criminale governo russo, che e' il primo responsabile di tanto orrore, deve essere persuaso a fermare la guerra che ha scatenato.
Deve essere persuaso a fermare la guerra. Aprendo negoziati immediati che abbiano come presupposto l'immediato "cessate il fuoco".
Il negoziato e' l'unica via per far cessare la guerra, e' l'unica via per far cessare le stragi di cui la guerra consiste.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
5. Il primo complice della guerra scatenata dal folle e criminale governo russo
Il governo statunitense e' il primo fomentatore, il primo favoreggiatore, il primo complice della guerra scatenata dal folle e criminale governo russo.
Sia chiaro: nulla mai giustifica una guerra.
Sia chiaro: la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo e' un crimine contro l'umanita', un crimine di cui il governo russo porta intera la colpa.
Ma sia altrettanto chiaro che tutti gli altri governi coinvolti nel conflitto potrebbero e dovrebbero agire per fermare la guerra, ed invece la quasi totalita' di essi sta facendo il contrario: favoreggia la guerra e le stragi di cui la guerra consiste, favoreggia il massacro della popolazione ucraina.
E in primo luogo gli Stati Uniti d'America.
Da decenni la politica del governo statunitense ha per scopo lo scatenamento di guerre in Europa come altrove per imporre la sua egemonia imperiale.
Attraverso la promozione, la provocazione e lo scatenamento di guerre in Europa il governo statunitense - i vari governi succedutisi nel corso del tempo - mira a devastare ed impoverire l'Europa al fine di ulteriormente asservirla.
La Nato e' il braccio armato di questa politica. E' interesse primario dei popoli europei che la Nato, organizzazione terrorista e stragista, sia sciolta, ed i suoi vertici processati e condannati per i crimini contro l'umanita' commessi in questi ultimi decenni.
Ma i governi europei sono talmente supini alla volonta' statunitense che ne fiancheggiano la politica di devastazione ed impoverimento dell'Europa, a danno dei popoli europei tutti.
Il governo statunitense e i governi europei, al seguito del governo russo, al pari del governo russo, trattano la popolazione ucraina come carne da macello e vittima sacrificale per i propri loschi affari, per i propri privilegi di classe e di ceto, per cavare i loro trenta denari dal diluvio di sangue innocente in Ucraina versato, dall'impoverimento di tutti i popoli europei.
Questi governi non sono piu' democratici. Questi governi sono assassini e complici di assassini.
Questi governi sono dimentichi del comandamento che fonda la civilta' umana: non uccidere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
6. Governi vampiri contro i loro stessi popoli
I vertici dell'Unione Europea, e i governi dei paesi dell'Unione Europea, e tra essi il governo italiano, che riforniscono di armi la guerra partecipano con cio' stesso alla guerra.
I vertici dell'Unione Europea, e i governi dei paesi dell'Unione Europea, e tra essi il governo italiano, che invece di opporsi alla guerra la favoreggiano, con cio' stesso estendono la guerra all'intera Europa e si adoperano cosi' a renderla una guerra mondiale, una guerra nucleare, una guerra apocalittica distruttrice dell'intero genere umano.
Questa politica ebbra e insensata, questa politica sciagurata e scellerata, da parte dei vertici dell'Unione Europea, e dei governi dei paesi dell'Unione Europea, e tra essi il governo italiano, impedisce di fermare la guerra, impedisce il negoziato necessario, espone l'umanita' intera al pericolo di estinzione.
Attuando questa politica i vertici dell'Unionee Europea, e i governi dei paesi dell'Unione Europea, e tra essi il governo italiano, cessano di essere democratici, cessano di essere rispettosi della legalita' interna ed internazionale, diventano golpisti.
I vertici dell'Unione Europea, e i governi dei paesi dell'Unione Europea, e tra essi il governo italiano, si fanno nemici dei loro stessi popoli, si fanno nemici dell'umanita', si pongono alla scuola e alla sequela del folle e criminale governo russo nell'intrapresa di annientarci tutte e tutti.
Insorgano nonviolentemente i popoli europei tutti per far cessare la guerra.
Insorgano nonviolentemente i popoli europei tutti per la pace, la democrazia, la legalita' che salva le vite, il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Insorgano nonviolentemente i popoli europei tutti per salvare tutte le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
7. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe
Diciamolo una volta di piu': occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per far cessare la guerra.
Diciamolo una volta di piu': occorre un'insurrezione nonviolenta di tutti i popoli europei, dall'Atlantico agli Urali, per far cessare la guerra.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
8. Solo le persone di volonta' buona e i movimenti nonviolenti stanno lottando per salvare le vite
In Ucraina, in Russia, in tutta Europa, solo le persone di volonta' buona e i movimenti nonviolenti stanno lottando per salvare le vite.
In Ucraina, in Russia, in tutta Europa, solo le persone di volonta' buona e i movimenti nonviolenti stanno soccorrendo le vittime superstiti mentre i governi forniscono armi per uccidere ancora e ancora, vanificando gli aiuti umanitari.
In Ucraina, in Russia, in tutta Europa, solo le persone di volonta' buona e i movimenti nonviolenti stanno operando per la pace.
In Ucraina, in Russia, in tutta Europa, solo le persone di volonta' buona e i movimenti nonviolenti si stanno opponendo alla guerra e alle stragi.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
9. De te fabula narratur
Opponiti al male facendo il bene.
Chi salva una vita salva il mondo.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. RIFLESSIONE. PIETRO POLITO: PER NON FINIRE COME PESCI NELLA RETE
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" riprendiamo e diffondiamo]

"Quando un bandito minaccia di sparare sulla folla se non saranno accolte le sue richieste, o peggio ha gia' cominciato e continua a sparare, il dovere di quanti hanno il potere di farlo - in questo caso la comunita' internazionale - e' quello di trattare, trattare, trattare. Trattare la cessazione della strage. Poco importa se il bandito sia considerato un criminale, o un pazzo, o un giocatore d'azzardo oppure un capo politico irresponsabile che non ha visto accogliere le sue giuste ragioni e rivendicazioni. La sola cosa che importa e' la cessazione dell'aggressione e della strage degli innocenti" (1).
Concordo con quanto scrive Luigi Ferrajoli. Come ci ha insegnato Norberto Bobbio, l'azione diplomatica e' una via imprescindibile per la costruzione della pace. Bobbio ha sempre dato la sua preferenza al pacifismo giuridico, cioe' alla via che guarda alla creazione di nuove istituzioni o al rafforzamento di quelle vecchie che hanno fornito una buona prova. Tra queste ce n'e' una, l'Organizzazione delle Nazioni Unite, che,  dopo il fallimento della Societa' delle Nazioni, costituiva per Bobbio e potrebbe costituire oggi, "il primo grande tentativo di democratizzare il sistema internazionale" (2). Bobbio ne tesse l'elogio in un articolo intitolato In lode dell'ONU e nel saggio Le Nazioni Unite dopo quarant'anni ne analizza la storia e le prospettive, senza tacerne i limiti che le impediscono di assumere il ruolo del "Terzo assente".
Numerose sono le pagine che Bobbio ha dedicato al tema del Terzo. Da un lato per uscire dall'equilibrio del terrore occorrerebbe che le grandi potenze rinunciassero alla loro forza per affidarla a un potere comune, un terzo al di sopra delle parti, che avesse l'autorevolezza e la forza per dirimere i conflitti internazionali; dall'altro non s'intravede sulla scena della storia un soggetto con simili caratteristiche.
Qual e', secondo Bobbio, il Terzo possibile? Egli guarda con maggiore o minore fiducia alle Nazioni Unite, Terzo al di sopra delle parti; all'Europa, Terzo tra le parti; alla Chiesa, alle chiese, ai movimenti religiosi e pacifisti, Terzo contro le parti. Tuttavia egli conclude che al momento attuale non si e' ancora formato il Terzo possibile da lui auspicato: per l'impotenza delle Nazioni Unite; per le divisioni dell'Europa; perche' "le varie forze variamente spirituali sono almeno sino ad ora soltanto una testimonianza o un preannunzio di un mondo diverso".
Ma, se e' certamente sconsigliabile affidare le vie della pace a coloro che, nonostante due guerre mondiali e la svolta atomica, non hanno mai considerato o non considerano piu' la guerra una via bloccata, in ogni caso e' poco prudente confidare solo nell'azione diplomatica degli stati. Le vie della pace sono soprattutto nelle nostre mani di noi "inermi" e degli "uomini di buona volonta'" che danno vita alle "forze variamente spirituali" che lavorano per la pace.
Dal punto di vista dell'educazione alla pace, significativo e' il nesso che esiste tra i movimenti per la pace e i movimenti per i diritti dell'uomo che, "procedendo di pari passo, si rafforzano a vicenda. La pace e' la condizione sine qua non per una efficace protezione dei diritti dell'uomo e nello stesso tempo la protezione dei diritti dell'uomo favorisce la pace" (3). In effetti dovrebbe essere evidente che i diritti dell'uomo - dal diritto alla vita ai diritti di liberta'; fino al diritto a vivere dignitosamente - sono minacciati, oltre che, ovviamente, dallo stato di guerra effettivo, dal solo stato di guerra potenziale.
Infatti, in primo luogo, l'avvenire della pace e' strettamente connesso con quello della democrazia. Il processo di democratizzazione del sistema internazionale procede di pari passo con quello di democratizzazione all'interno degli stati, in quanto un potere comune al di sopra delle parti e' tanto piu' possibile quanto piu' sono omogenee le forme di governo degli stati che ne fanno parte. Non a caso il primo articolo per la pace perpetua di Kant recita: "La costituzione civile di ogni Stato deve essere repubblicana". Inoltre, se ci si pone dal punto di vista della filosofia della storia, lo sforzo di proteggere i diritti dell'uomo, estenderli ad altri soggetti e svilupparne l'ambito, "puo' essere interpretato come un segno premonitore (signum prognosticum) del progresso morale dell’umanita'" (4).
Guardando oltre, nella stessa linea dei movimenti per la pace e dei diritti dell'uomo, si muovono i movimenti nonviolenti. Sono fautori di un'altra storia mossa da un'altra etica, l'etica del dialogo, contrapposta alla storia attuale segnata dai demoni della volonta' di potenza. Se per il filosofo-profeta (Aldo Capitini) l'ideale della nonviolenza rappresenta il "varco attuale" della storia, per il filosofo-scienziato (Bobbio) e' "il momento utopico" del suo pensiero" (5). I realisti hanno buone ragioni quando argomentano che, se pur desiderabile, una societa' integralmente nonviolenta, e' difficilmente realizzabile. Tuttavia, come non riconoscere che il passaggio dal regno della violenza a quello della nonviolenza sia il vero "salto qualitativo" per uscire dal labirinto? Il passaggio dalla riforma delle istituzioni al rinnovamento della persona.
Coloro che perseguono l'ideale della societa' nonviolenta sono gli obiettori di coscienza, cioe' coloro che non accettano nessuna giustificazione della guerra. Per gli obiettori di coscienza non esistono guerre giuste: la guerra non e' ne' un male minore, ne' un male necessario, ne' un fatto inevitabile: la guerra e' un male assoluto. Come Bobbio scriveva nel 1966, in quello che rimane il suo piu' importante saggio su questi temi, Il problema della guerra e le vie della pace, la "pratica dell'obiezione di coscienza", e' "una testimonianza reale della conquista della pace attraverso una riforma morale, una specie di prefigurazione di un'umanita' liberata dalla guerra per ragioni religiose o morali" (6). E' una via incerta, e' si' la via piu' efficace e insieme la meno attuabile, ma e' l'unica per non finire come pesci nella rete.
*
Note
1. L. Ferrajoli, Per la pace le Nazioni unite in seduta pubblica e permanente sull'Ucraina, "il manifesto", mercoledi' 16 marzo 2022, p. 15.  
2. N. Bobbio, II terzo assente. Saggi e discorsi sulla pace e la guerra, a cura di P. Polito, Torino, Edizioni Sonda, 1989, p. 224.
3. Ivi, p. 96.
4. Ivi, p. 115.
5. Ivi, p. 10.
6. N. Bobbio, II problema della pace e le vie della guerra, Bologna, Il Mulino, 1979; nella II ed. 1984 il brano si trova a p. 90.

3. REPETITA IUVANT. ESPOSTO CONTRO LA DECISIONE DEL GOVERNO ITALIANO DI INVIARE ARMI IN UCRAINA, COSI' CONTRIBUENDO ALLA GUERRA E ALLE STRAGI DI CUI ESSA CONSISTE, IN FLAGRANTE VIOLAZIONE DELL'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Alle competenti magistrature
ai pubblici ufficiali affinche' adempiano al loro dovere in presenza della "notitia criminis" che il presente esposto reca
alle persone di volonta' buona ed alle associazioni democratiche impegnate per salvare le vite
ai mezzi d'informazione
Oggetto: esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
*
1. L'orrore
La guerra scatenata dal governo russo contro la popolazione ucraina continua ad uccidere esseri umani, giorno dopo giorno da oltre un mese ormai. Un diluvio di sangue innocente, un orrore che piu' passa il tempo e piu' cresce e si estende mettendo in pericolo l'umanita' intera.
Sembra che tutti i potenti della Terra che la guerra potrebbero far cessare salvando innumerevoli vite umane con una ferma e adeguata azione di pace, siano invece in realta' del tutto indifferenti a questa mostruosa strage di esseri umani, ed interessati piuttosto ai turpi e scellerati guadagni economici, politici e strategici che da questo abominevole eccidio si ripromettono di ricavare.
Ogni persona senziente e pensante sa che occorre far tacere le armi, negoziare un accordo, soccorrere le vittime, cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare: invece tutti i governi coinvolti preferiscono essere complici della guerra scatenata dal folle e criminale governo russo, preferiscono foraggiare la guerra di armi assassine, preferiscono favoreggiare i massacri, le distruzioni, la barbarie, preferiscono che ancora e ancora altri esseri umani innocenti muoiano.
*
2. Una decisione incostituzionale ed assassina
La decisione del governo italiano di inviare armi in un paese in cui una guerra e' in corso, armando una delle parti belligeranti (la parte aggredita che legittimamente resiste all'invasione ma che ha commesso l'errore di aver scelto una sanguinosa resistenza armata anziche' una resistenza nonviolenta che sola avrebbe potuto essere efficace e vittoriosa, ed avrebbe salvato innumerevoli vite ed impedito immani distruzioni) e' immorale e illegale. Tale sciagurata decisione contribuendo alla guerra, rendendo quindi lo stato italiano effettualmente partecipe della guerra e delle uccisioni di cui essa consiste, invece di adoperarsi per la pace e per salvare le vite che la guerra minaccia e distrugge, costituisce una flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Sia chiaro una volta per tutte: soccorrere le vittime e' un dovere, provocare ulteriori uccisioni e' un crimine. Inviando armi l'Italia non salva le vite, contribuisce alle stragi ed estende la guerra, una guerra che puo' facilmente diventare un conflitto mondiale che potrebbe porre fine all'umanita', come ha piu' volte denunciato in queste settimane la voce tanto autorevole quanto inascoltata del pontefice cattolico.
Ne' vale l'argomento specioso che da molti anni - decenni, ormai - vari governi dell'Italia repubblicana hanno reiteratamente violato quel decisivo ed inequivocabile articolo della Carta che sta a fondamento del nostro ordinamento giuridico: un delitto non ne giustifica un altro.
Un governo che viola la Costituzione cui ha giurato fedelta' commette un reato gravissimo.
Un governo che favoreggia la guerra e le stragi di cui essa consiste commette un reato gravissimo.
Un governo che invece di agire per salvare le vite umane compie atti il cui esito effettuale e' sopprimerle commette un reato gravissimo.
Un governo che arma la macchina della morte, che viola la legalita' costituzionale, che favoreggia la guerra e le uccisioni, deve essere tratto in giudizio - per quanto attiene all'ambito penale -, deve essere sfiduciato dal parlamento - per quanto attiene all'ambito politico ed istituzionale -, deve dimettersi - per quanto attiene all'ambito morale.
Segnaliamo tutto cio' alla magistratura affinche' intervenga per quanto di competenza.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti altri pubblici ufficiali, i quali alla ricezione del presente esposto sanno di avere il dovere di trasmettere tale "notitia criminis" alla competente autorita' giudiziaria affinche' assuma tutti i provvedimenti necessari.
Segnaliamo tutto cio' anche a molte persone di volonta' buona e a molte associazioni democratiche affinche' a loro volta assumano analoghe iniziative di segnalazione all'autorita' giudiziaria della gravita' di cio' che il governo sta facendo.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti mezzi d'informazione affinche' ne diano notizia all'opinione pubblica.
*
3. Salvare le vite e' il primo dovere
Altro occorre fare: inviare aiuti umanitari al popolo ucraino, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra, dalle distruzioni, dalla fame, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: adoperarsi per l'immediato "cessate il fuoco", per l'immediata cessazione dell'aggressione russa, per immediati negoziati di pace, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: opporsi alla guerra ed impedire che essa prosegua e si estenda ancor piu': e' in pericolo l'esistenza dell'umanita' intera.
Altro occorre fare: contrastare il traffico degli strumenti di morte, sostenere l'opposizione popolare alla guerra, sostenere la resistenza popolare nonviolenta, sostenere la decisione di cessare di uccidere.
Altro occorre fare: revocare le sanzioni che invece di contrastare la guerra la favoreggiano, ed hanno come effetto reale di opprimere ancor piu' le classi sociali sfruttate e oppresse, di impoverire ancor piu' le persone gia' piu' impoverite, piu' fragili, piu' bisognose di aiuto.
Altro occorre fare: promuovere la pace, il disarmo, la nonviolenza, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
*
4. La verita' della guerra, il dovere della pace
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Uccidere e' sempre un delitto.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 28 marzo 2022

4. REPETITA IUVANT. CAROL GOKEE: RISE UP FOR PELTIER CALL TO ACTION TOOLKIT
[Dal comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier ("International Leonard Peltier Defense Committee", 428-A8 Farnham St. Marshall, WI. 53559, 715.209.4453, sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: Contact at whoisleonardpeltier.info) riceviamo e diffondiamo]

Ask President Biden for the Immediate Release of Leonard Peltier!
*
Call to Action Briefing
There is no doubt that our criminal justice system is imperfect, and Mr. Peltier knows firsthand just how imperfect it can be.
"I call on President Biden to commute Mr. Peltier's sentence expeditiously. It is the right thing to do." - Senator Patrick Leahy (D-Vt), longest serving member of the U.S. Senate
*
Call to Action
Contact President Biden today!
202.456.1111
Ask for the immediate release of Leonard Peliter
Call President Biden Today! 202.456.1111
Please note: The White House comment line is open from 11 a.m. to 3 p.m.
Eastern, Tuesday through Thursday.
*
Important Links:
Change.org Petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your local Representatives: https://bit.ly/housereplp
New York Times Article : Clemency for Peltier:
https://docs.google.com/document/d/1zpHhgTsR0cOQkqxlCJ-7fKoW2qJzTx9SbdoqaldBJlg/edit
Guardian Article Calling for Clemency:
https://amp.theguardian.com/commentisfree/2022/feb/02/leonard-peltier-is-americas-longest-held-indigenous-prisoner-he-should-be-freed
*
Graphics:
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Use images in this link above for signs and banners for art builds.
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Official Hashtags
#RiseUpForPeltier
#FreeLeonardPeltier
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Account to Tag
@POTUS
@whitehouse
@OfficialFBOP (Bureau of Prisons)
@PeltierHQ (International Leonard Peltier Defense Committee)
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Sample Facebook and Instagram Post (Copy and Paste)
Call-to-Action
Leonard Peltier, Anishinaabe and Dakota, has spent over 4 decades of his life behind bars, and recently, the prison system has failed to provide him adequate care and protection against COVID-19. His story is the epitome of the systemic abuse that continues to target Indigenous people and Movement Leaders.
We call upon President Biden to show proof of his efforts toward justice and equity by granting Executive Clemency to elder movement leader Leonard Peltier.
Call the White House and demand the release of Leonard Peltier. (202) 456-1111. Say
you support the commutation of #LeonardPeltier's sentence. He's held at USP-Coleman I in FL. Register number 89637-132
Sign the online petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your reps. Find them here: https://bit.ly/35raR
#RiseUpForPeltier
*
Here's what you need to know to #RiseUpForPeltier
On March 26, 2020 the Office of the Attorney General issued guidelines for the "Prioritization of Home Confinement as Appropriate in Response to COVID-19 Pandemic." A release to home confinement can be an immediate measure to ensure that Mr. Peltier gets the health care that he requires while the ILPDC continues to push for the commutation of his sentence.
*
Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here.
*
The International Leonard Peltier Defense Committee (ILPDC) is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michael Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough!
*
Senator Patrick Leahy (D-Vt), the longest serving member of the U.S. Senate issued a statement urging President Biden to commute Leonard Peltier's sentence stating that, "His trial was so riddled with flaws that even one of the prosecutors trying him has acknowledged that Peltier was wrongfully convicted... He is exactly the kind of individual who should be considered for clemency... I have long believed that pardons and commutations are vital tools to offer clemency and relief, particularly when our criminal justice system has been contorted to propagate injustices. I call on President Biden to commute Mr. Peltier.s sentence expeditiously. It is the right thing to do."
Read the full statement here:
https://www.leahy.senate.gov/press/comment-urging-president-biden-to-commute-leonard-peltiers-sentence
*
Sample Tweets (Copy and Paste)
Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here:
*
The IPLDC is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michal Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
*
It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough.
*
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For Media Inquiries, Please Contact:
Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453
Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127
Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier’s lead attorney, 615-434-7001

5. LIBRI. MASSIMILIANO FORTUNA PRESENTA "LA COMPRESENZA DEI MORTI E DEI VIVENTI" Di ALDO CAPITINI
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" riprendiamo e diffondiamo]

Aldo Capitini, La compresenza dei morti e dei viventi, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 2022, pp. 439, euro 28.
*
La compresenza dei morti e dei viventi e' la summa del pensiero filosofico-religioso di Aldo Capitini. Pubblicata per la prima volta da Il Saggiatore nel 1966, due anni prima della morte del suo autore, e' stata poi riedita nel volume Scritti filosofici e religiosi (Protagon, 1994) curato da Mario Martini, appassionato studioso di Capitini, che negli ultimi decenni si e' speso come nessun altro per promuovere la conoscenza dell'opera e della vita di quello che si puo' senza dubbio considerare il piu' importante pensatore della nonviolenza nell'Italia del Novecento. Piu' di recente, nel 2018, la Compresenza e' riapparsa per le edizioni de Il Ponte, con una introduzione di Giancarlo Gaeta.
Tuttavia queste pagine continuano senza dubbio a essere ancora poco frequentate e poco conosciute e le tre edizioni citate sono ormai reperibili soltanto nelle biblioteche.
Rappresenta dunque un'ottima notizia la riproposizione della Compresenza da parte della Libreria Editrice Fiorentina, nella quale il testo di Capitini e' preceduto da una presentazione di Giuseppe Moscati e da due contributi di Gabriella Falcicchio e Daniele Taurino, che accompagnano alla lettura delle pagine capitiniane, pagine dense di pensiero e ardue per certi aspetti, la cui conoscenza e' pero' indispensabile se si e' interessati a intendere in tutta la sua portata e in tutta la sua complessita' la prospettiva religiosa di Capitini, che non rappresenta certo un'appendice secondaria o un aspetto trascurabile della ricerca per la pace che ha improntato tutta la sua vita.
Non e' possibile infatti ignorare la tensione escatologica che sottende l'intera opera di Capitini e che nella Compresenza trova compiuta espressione, anche se era gia' chiaramente affiorata in diverse pagine dei libri precedenti. La prassi nonviolenta che Capitini teorizza e mette in atto non si riduce a un metodo di lotta circoscritto all'ambito politico e sociale, ma poggia su una prospettiva metafisica nutrita dalla speranza nell'avvento di una realta' ultima, totalmente liberata dai vincoli del dolore e della morte. In altre parole, non si comprende Capitini se non si prende sul serio la sua visione religiosa, al centro della quale sta la fede nella compresenza dei morti e dei viventi.

6. LIBRI. ANTONELLO RONCA PRESENTA "NON HO SCOPERTO NUOVE TERRE" DI ENRICO PEYRETTI
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" riprendiamo e diffondiamo]

Enrico Peyretti, Non ho scoperto nuove terre, Edizioni Mille, Torino 2022, pp. 102, euro 11.
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L'ultimo libretto di Enrico Peyretti rientra all'interno di quel filone della produzione dell'autore che potremmo definire sapienziale, cioe' di riflessione su temi di varia umanita', a differenza del filone militante, piu' esplicitamente dedicato ai temi della pace e della nonviolenza, o della chiesa e della societa'. Un filone "minore", ma fino a un certo punto, come sanno i lettori di "Rocca", rivista sulla quale Peyretti, a cadenza mensile da decenni, tiene la rubrica intitolata "Fatti e segni", di cui sono qui raccolti alcuni pezzi pubblicati dal 2017 al 2021.
Il metodo lo racconta lui stesso: "Quando hai concepito un'idea devi partorirla. Sia giorno o notte, seduto o in strada, devi interrompere quello che stai facendo, devi parlarne, o scriverla, anche in scarabocchi sul taccuino, o su un fogliaccio, perche' l'idea non voli via, forse senza ritorno". E' probabile che siano nati sul taccuino i pezzi di varia lunghezza, da meno di una riga ("A pensar male si fa male. E basta", p. 38), in forma aforistica, talora anche molto riuscita, a pezzi di maggior respiro (di un paio di pagine, corrispondenti alla paginata della rivista), raccolti nella seconda parte del libro.
Si favoleggia che fin da giovane Peyretti giri con un taccuino in tasca, che raccoglie ormai in diverse scatole. Come dire che la scrittura e' fatica, rigore, artigianato, quotidianita'. Qualche (rara) volta i pezzi si ispirano a un fatto ("Nel suo passeggino, un bimbo cinese, di pochi mesi. Gli sorrido e gli faccio ciao. Mi risponde con un bel sorriso. L'umanita' e' una sola", p. 30), piu' spesso sono riflessioni senza tempo, pur ancorate alla quotidianita' delle relazioni. Il tono e' didascalico: "Avere imparato (ricevuto) obbliga a insegnare (rendere ad altri)".
Ma chi sono i maestri di Peyretti? In mancanza di indice analitico, abbiamo raccolto alcuni nomi sfogliando il libro: Bobbio, ovviamente, di cui l'autore ha pubblicato parte della corrispondenza con lui, Gandhi, Capitini, Pontara, Mancini, cioe' i grandi maestri della nonviolenza, Tolstoj e Pier Cesare Bori (l'amico filosofo quacchero), e poi papa Francesco (parecchio citato), don Mazzolari, padre Calati, don Michele Do, e ancora l'amato Kant della Pace perpetua (a cui e' dedicato un lungo pezzo in due puntate), i francesi Mounier e Maritain, e Nanni Salio.
Ma c'e' un maestro che li precede: la vita. Ancora una volta, en passant, Peyretti ricorda l'episodio fondante dell'intera sua riflessione sulla nonviolenza (in altri luoghi ne ha parlato piu' estesamente): "A nove anni, ultimi giorni di guerra, non mi impedirono di vedere dalla finestra tre uomini passar vivi e tornar morti su un carro trainato da un asino, ingiustamente fucilati. Ho imparato per sempre".
Tra i temi e' possibile far emergere come filo rosso, come ha fatto Pietro Polito nella presentazione del libro avvenuta al Centro Studi Sereno Regis il 24 marzo scorso, quello della fede come interrogazione. Una fede difficile da definire, certo non intesa in senso confessionale. Ma se la fede e' ricerca, cammino, dubbio ecc., come puo' essere anche una persuasione? E come puo' arrivare a affermazioni che non lasciano dubbi quali: "Solo il disarmo e' razionale" oppure "La pace armata e' guerra" (titoli di due pezzi del libro)? Anche la nonviolenza puo' trasformarsi in dogma? Interrogativi emersi nella discussione, che restano aperti, ma fanno pensare.
Oltre alla fede e alla nonviolenza, di quali altri temi parla questo libretto? Ne propongo tre, solo apparentemente meno "elevati":
- La gentilezza ("Vale piu' una gentilezza che cento devozioni. Difficilmente salvero' un bambino che sta per affogare. Piu' facilmente posso cercare di consolare una persona triste", p. 24);
- l'alba ("Amo molto l'alba... Amo soprattutto quel suo primo chiarore... Ecco: quell'ora breve e sospesa, quella luce di bellezza e non di forza, un manto leggero sopra tutte le cose, non e' forse come la speranza?", p. 48);
- e infine la vecchiaia in corrispondenza col tema dei bambini: un nonno chiede ai nipotini che cosa imparino dai nonni e i nonni dai nipotini, una risponde: "I nipotini imparano dai nonni il passato e i nonni imparano dai nipotini il presente", l'altro invece risponde: "I bambini imparano a diventare grandi e i nonni a diventare bambini" (p. 27). Ecco allora il bilancio del vecchio che prova a diventare bambino: "Non ho scoperto nuove terre, ma ho raccolto buoni frutti dai campi attraversati e tutto ho cercato di rendere ai passanti sulla mia vita" (p. 21).

7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Angela Davis, Autobiografia di una rivoluzionaria, Garzanti, Milano 1975, pp. 416.
- Emilia Ferreiro, Vigencia de Jean Piaget, siglo xxi editores, Mexico 1999, pp. 136.
- Leonard Peltier, Mi vida es mi danza del sol, Txalaparta, Tafalla 2002, pp. 240.
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Classici
- Simone de Beauvoir, La ceremonie des adieux. Suivi de Entretiens avec Jean-Paul Sartre aout-septembre 1974, Gallimard, Paris 1981, 2001, pp. 640.
- Miguel de Cervantes Saavedra, Tutte le opere, Mursia, Milano 1972, 1978, 2 voll. per pp. XII + 1310 (vol. I) e pp. VI + 1266 (vol. II).
- Herman Melville, Opere scelte, Mondadori, Milano 1972, 1975, 2 voll. per pp. XLII + 1208 (vol. I) + pp. XLII + 1094 (vol. II).

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4428 del 3 aprile 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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