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[Nonviolenza] Telegrammi. 4427
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4427
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Fri, 1 Apr 2022 17:55:19 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4427 del 2 aprile 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Osvaldo Caffianchi: Solo l'orrore mi fa scrivere ancora
2. Comitato delle madri dei soldati russi: Noi madri dei soldati russi...
3. Esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
4. Daniele Lugli: Il mestiere delle armi
5. Carol Gokee: Rise Up For Peltier Call to Action Toolkit
6. Papa Francesco: Discorso alle delegazioni dei popoli indigeni del Canada
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. L'ORA. OSVALDO CAFFIANCHI: SOLO L'ORRORE MI FA SCRIVERE ANCORA
I.
Solo l'orrore mi fa scrivere ancora
e so che la parole non fermano le stragi
ma e' con le parole che le persone pensano
e solo quando pensano smettono di uccidere.
Il mondo e' governato da assassini
e' un palcoscenico e un campo di battaglia
bevono sangue tutti i governanti
non c'e' un padrone che non sia un vampiro.
La guerra e' il cuore della loro vita
vivono per distruggere e sbranare
progresso chiamano l'assassinare
virtu' lo scempio delle altrui esistenze.
La guerra ed il fascismo sono una cosa sola
razzismo e maschilismo e disprezzo per la vita
rapace desiderio di artigliare tutto
e tutto divorare e tutto defecare.
Io so soltanto questo che sono esseri umani
quelli che muoiono uccisi dalle guerre
che sono esseri umani gli assassinati tutti
e sono esseri umani anche i loro assassini.
Io so soltanto questo che il primo tuo dovere
e' di salvare tutte le vite
e quindi opporti a tutte le guerre
a tutte le armi e a tutti gli armati.
II.
Provo a scrivere una volta ancora
quello che tutti dovrebbero sapere
e basterebbe che aprissero gli occhi
e basterebbe si scrutassero nel cuore.
La guerra consiste sempre e solo
nell'uccidere gli esseri umani
i nostri fratelli le sorelle nostre
la guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Non vi sara' salvezza per l'umanita'
non vi sara' una vita finalmente degna
se l'umanita' non abolira' la guerra
prima che la guerra l'umanita' divori.
Le armi che servono soltanto
a uccidere gli esseri umani
sono nemiche dell'umanita'
il loro unico fine e' di annientarci.
Chiunque non si oppone alle uccisioni
delle uccisioni si e' gia' fatto complice
chiunque arma le mani assassine
e' un assassino al pari del sicario.
Dovere di ogni essere umano
e' salvare tutte le vite
far cessare tutte le guerre
distruggere tutte le armi.
Dovere di ogni essere umano
e' soccorrere accogliere assistere
ogni persona bisognosa di aiuto
salvare tutte le vite.
Dovere di ogni essere umano
e' riconoscere in ogni essere umano
il proprio fratello la propria sorella
e salvare tutte le vite.
2. DOCUMENTAZIONE. COMITATO DELLE MADRI DEI SOLDATI RUSSI: NOI MADRI DEI SOLDATI RUSSI...
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo questo comunicato del 24 febbraio 2022.
L'appello e' preceduto nel sito dalla seguente scheda: "Il Comitato delle madri dei soldati, un gruppo di madri e attiviste per i diritti umani, e' sorto nel 1989 a Mosca per difendere i giovani coscritti dalle violenze e dagli abusi perpetrati nell'organizzazione militare ed e' stato il movimento sociale piu' duraturo e rispettato della Russia post-sovietica. La sua azione si e' sviluppata in due direzioni: l'assistenza ai singoli soldati e la pressione per l'abolizione della coscrizione, il controllo civile sull'esercito e smilitarizzazione del sistema giudiziario. Un primo successo fu ottenuto con il congedo di 180.000 giovani soldati perche' potessero finire gli studi. Il Comitato crebbe rapidamente diffondendosi in tutta la Russia e aumento' la sua influenza nel corso della guerra con la Cecenia del 1994-1996 soprattutto quando, nel marzo 1995, organizzarono la "Marcia della compassione" da Mosca a Grozny. Centinaia di madri russe cercarono l'appoggio delle madri cecene nell'azione contro la guerra e negoziarono con l'esercito ceceno per ottenere la liberazione dei prigionieri. La loro attivita' per i diritti umani ottenne importanti riconoscimenti a livello internazionale (tra cui il Sean MacBride Award dell'International Peace Bureau nel 1995 e il Right Livelihood Award). Nel 1993 il comitato ottenne un ufficio a Mosca in cui le volontarie accoglievano le richieste di aiuto e a cui pervennero migliaia di lettere ogni anno, in maggioranza da parte di donne e madri in condizione di fragilita', povere, isolate e sole. Da richiedenti aiuto molte di loro divennero attiviste. La capacita' di praticare un cammino verso l'autonomia e verso l'azione collettiva a partire da una comune esperienza senza mai trascurare la sfera individuale, e' stata la forza del movimento che tuttavia negli anni Duemila perse gran parte del sostegno pubblico di cui aveva goduto. Con lo scoppio della guerra in Ucraina numerosi appelli disperati sono giunti al Comitato da parte genitori che avevano perso i contatti con i loro figli se non che erano stati costretti a firmare contratti con l'esercito e a cui erano stati sottratti i cellulari. Le risposte che hanno dato loro le madri non devono essere state molto diverse da quelle che compaiono in questa dichiarazione in cui esse danno indicazioni, incoraggiano e spingono all'azione. Esse non si appellano ai governi o alle organizzazioni internazionali, ma alla capacita' di agire delle singole persone e alla forza dei loro affetti"]
Le madri dei soldati di San Pietroburgo condannano l'aggressione militare che le truppe russe stanno perpetrando in Ucraina di fronte ai nostri occhi. Questa e' una guerra e come ogni guerra e' distruzione, sangue, violenza, vittime innocenti e crollo del futuro. Nessun uomo sano di mente puo' sostenere la guerra.
Cosa possiamo fare in questa situazione, noi comuni cittadini e cittadine che non siamo stati-e consultati-e, quando e' stato deciso di dare inizio alle ostilita'? Veramente molto. Noi ascoltiamo e leggiamo numerosi appelli, vediamo l'angoscia delle persone, specialmente dei genitori di uomini arruolati nell'esercito russo. Ma nello stesso tempo, vediamo anche una paura paralizzante, le perdite e le incomprensioni. Tutto questo impedisce l'azione, non ci permette di agire.
Madri e padri dei ragazzi nell'esercito, ci chiedete, "dove sono i nostri figli in questo momento?" Purtroppo, non possiamo rispondere a questa domanda. C'e' un ufficio speciale per questo - il Ministero della Difesa della Federazione russa. Esso tace... Il vostro compito e' di scrivere, inviare appelli, bombardarli di domande, cercare informazioni vitali. Questi sono i vostri figli! Nessuno puo' aiutarli se non voi. Noi possiamo consigliare e fornirvi modelli di richieste. Il resto e' nelle vostre mani! (potete scrivere al comando di distretto da cui dipende l'unita' e direttamente alla regione di Mosca).
Noi vi incoraggiamo con forza ad essere vicini-e ai vostri figli! Mettetevi in contatto con altri genitori, create chat, interagite. Solo insieme, nel sentimento dello stesso angoscioso respiro di compagni di sventura - ma senza mai cessare di esprimere caldamente la speranza - potrete superare tutte le difficolta'. Guardare negli occhi altri figli e altre madri che sono stati-e chiamati-e "vostri-e nemici-che"!
Rivolgiamo un appello anche al personale militare. Ufficiali! Voi potete inoltrare le richieste di rifiuto del servizio militare per non partecipare a questa tragedia, che in ogni caso sara' seguita da una amara ricompensa. In tutti i conflitti militari, e ce ne sono stati tanti nella storia russa degli ultimi 30 anni, ci sono stati casi di rifiuto del servizio militare. Ce ne saranno ora! Noi esortiamo chiunque abbia parenti o amici in Ucraina di cercare di avere sempre il polso della situazione. Ora e' semplicemente necessario comunicare, sostenere moralmente e psicologicamente e offrire tutta la piu' ampia assistenza possibile. Nessuna azione delle autorita', nessuna politica puo' distruggere questi legami. Ricordate: nei primi giorni delle ostilita', la confusione e l'agitazione dominano sempre. La prima vittima della guerra e' la verita'. Informazioni non verificate possono giungere da ogni direzione. Raccomandiamo di fare una doppia verifica delle informazioni su diverse fonti. Secondo noi, i media piu' affidabili in Russia oggi sono: "Novaja Gazeta", Dozhd TV Channel, Meduza Edition e Ekho Moskvy.
E naturalmente, possiamo e dovremmo continuare a dar voce alla nostra posizione, attivamente esprimere le nostre opinioni e agire in ogni modo legale e accessibile. Inviare post sui social network, firmare e distribuire petizioni contro la guerra, comunicare con gli amici. E' agendo uniti che non consentirete a voi stessi di impantanarvi nell'illusione di essere soli con la vostra opinione. Credeteci, molte persone pensano la stessa cosa, ma per molte ragioni hanno paura di parlare.
No alla guerra.
3. REPETITA IUVANT. ESPOSTO CONTRO LA DECISIONE DEL GOVERNO ITALIANO DI INVIARE ARMI IN UCRAINA, COSI' CONTRIBUENDO ALLA GUERRA E ALLE STRAGI DI CUI ESSA CONSISTE, IN FLAGRANTE VIOLAZIONE DELL'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Alle competenti magistrature
ai pubblici ufficiali affinche' adempiano al loro dovere in presenza della "notitia criminis" che il presente esposto reca
alle persone di volonta' buona ed alle associazioni democratiche impegnate per salvare le vite
ai mezzi d'informazione
Oggetto: esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
*
1. L'orrore
La guerra scatenata dal governo russo contro la popolazione ucraina continua ad uccidere esseri umani, giorno dopo giorno da oltre un mese ormai. Un diluvio di sangue innocente, un orrore che piu' passa il tempo e piu' cresce e si estende mettendo in pericolo l'umanita' intera.
Sembra che tutti i potenti della Terra che la guerra potrebbero far cessare salvando innumerevoli vite umane con una ferma e adeguata azione di pace, siano invece in realta' del tutto indifferenti a questa mostruosa strage di esseri umani, ed interessati piuttosto ai turpi e scellerati guadagni economici, politici e strategici che da questo abominevole eccidio si ripromettono di ricavare.
Ogni persona senziente e pensante sa che occorre far tacere le armi, negoziare un accordo, soccorrere le vittime, cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare: invece tutti i governi coinvolti preferiscono essere complici della guerra scatenata dal folle e criminale governo russo, preferiscono foraggiare la guerra di armi assassine, preferiscono favoreggiare i massacri, le distruzioni, la barbarie, preferiscono che ancora e ancora altri esseri umani innocenti muoiano.
*
2. Una decisione incostituzionale ed assassina
La decisione del governo italiano di inviare armi in un paese in cui una guerra e' in corso, armando una delle parti belligeranti (la parte aggredita che legittimamente resiste all'invasione ma che ha commesso l'errore di aver scelto una sanguinosa resistenza armata anziche' una resistenza nonviolenta che sola avrebbe potuto essere efficace e vittoriosa, ed avrebbe salvato innumerevoli vite ed impedito immani distruzioni) e' immorale e illegale. Tale sciagurata decisione contribuendo alla guerra, rendendo quindi lo stato italiano effettualmente partecipe della guerra e delle uccisioni di cui essa consiste, invece di adoperarsi per la pace e per salvare le vite che la guerra minaccia e distrugge, costituisce una flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Sia chiaro una volta per tutte: soccorrere le vittime e' un dovere, provocare ulteriori uccisioni e' un crimine. Inviando armi l'Italia non salva le vite, contribuisce alle stragi ed estende la guerra, una guerra che puo' facilmente diventare un conflitto mondiale che potrebbe porre fine all'umanita', come ha piu' volte denunciato in queste settimane la voce tanto autorevole quanto inascoltata del pontefice cattolico.
Ne' vale l'argomento specioso che da molti anni - decenni, ormai - vari governi dell'Italia repubblicana hanno reiteratamente violato quel decisivo ed inequivocabile articolo della Carta che sta a fondamento del nostro ordinamento giuridico: un delitto non ne giustifica un altro.
Un governo che viola la Costituzione cui ha giurato fedelta' commette un reato gravissimo.
Un governo che favoreggia la guerra e le stragi di cui essa consiste commette un reato gravissimo.
Un governo che invece di agire per salvare le vite umane compie atti il cui esito effettuale e' sopprimerle commette un reato gravissimo.
Un governo che arma la macchina della morte, che viola la legalita' costituzionale, che favoreggia la guerra e le uccisioni, deve essere tratto in giudizio - per quanto attiene all'ambito penale -, deve essere sfiduciato dal parlamento - per quanto attiene all'ambito politico ed istituzionale -, deve dimettersi - per quanto attiene all'ambito morale.
Segnaliamo tutto cio' alla magistratura affinche' intervenga per quanto di competenza.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti altri pubblici ufficiali, i quali alla ricezione del presente esposto sanno di avere il dovere di trasmettere tale "notitia criminis" alla competente autorita' giudiziaria affinche' assuma tutti i provvedimenti necessari.
Segnaliamo tutto cio' anche a molte persone di volonta' buona e a molte associazioni democratiche affinche' a loro volta assumano analoghe iniziative di segnalazione all'autorita' giudiziaria della gravita' di cio' che il governo sta facendo.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti mezzi d'informazione affinche' ne diano notizia all'opinione pubblica.
*
3. Salvare le vite e' il primo dovere
Altro occorre fare: inviare aiuti umanitari al popolo ucraino, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra, dalle distruzioni, dalla fame, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: adoperarsi per l'immediato "cessate il fuoco", per l'immediata cessazione dell'aggressione russa, per immediati negoziati di pace, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: opporsi alla guerra ed impedire che essa prosegua e si estenda ancor piu': e' in pericolo l'esistenza dell'umanita' intera.
Altro occorre fare: contrastare il traffico degli strumenti di morte, sostenere l'opposizione popolare alla guerra, sostenere la resistenza popolare nonviolenta, sostenere la decisione di cessare di uccidere.
Altro occorre fare: revocare le sanzioni che invece di contrastare la guerra la favoreggiano, ed hanno come effetto reale di opprimere ancor piu' le classi sociali sfruttate e oppresse, di impoverire ancor piu' le persone gia' piu' impoverite, piu' fragili, piu' bisognose di aiuto.
Altro occorre fare: promuovere la pace, il disarmo, la nonviolenza, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
*
4. La verita' della guerra, il dovere della pace
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Uccidere e' sempre un delitto.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 28 marzo 2022
4. RIFLESSIONE. DANIELE LUGLI: IL MESTIERE DELLE ARMI
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]
Leggo su Internazionale la definizione della parola "guerra": "Conflitto aperto e dichiarato fra due o piu' stati, o in genere fra gruppi organizzati, etnici, sociali, religiosi condotto con l'impiego di mezzi militari". Fiorente e' l'attivita' di produzione e commercio di armi sempre piu' nuove, sofisticate, letali. Leggo anche che "sono 59 le guerre in corso nel mondo in questo momento" nelle quali le armi sono sperimentate. Del resto e' per questo che sono fatte.
Tra soggetti coinvolti e coinvolgibili nelle guerre l'elenco sarebbe lungo. Faccio prima a indicare gli undici Stati che, al momento, sarebbero fuori dalle guerre: Botswana, Brasile, Cile, Costa Rica, Giappone, Mauritius, Qatar, Panama, Svizzera, Uruguay, Vietnam. L'Ucraina, che seguiamo in diretta e con partecipazione, non chiude alfabeticamente l'elenco dei teatri di guerra. La seguono almeno l'Uganda (dopo una guerra civile riesplode la guerra del cobalto ai confini con la Repubblica democratica del Congo, che non conosce pace), gli USA (sarebbe piu' facile forse indicare in quale guerra non sono coinvolti), l'Uzbekistan (scontri per ragioni di confine con il Tagikistan), lo Yemen (in guerra da sette anni, con quasi 400 mila vittime: ogni 9 minuti un bambino muore).
L'annuale rapporto SIPRI (Stockholm International Peace Research) e' certo il piu' attendibile nel valutare la spesa militare anno per anno. Attesta che negli ultimi dieci anni la spesa globale e' cresciuta del 9,3%. Un'infografica del Sole 24 Ore offre una rappresentazione significativa della situazione.
Il primo posto e' degli Usa, la Cina e' seconda. La sua spesa e' un terzo di quella statunitense. Nel 2009 era un settimo. Al terzo posto e' l'India, gia' al decimo nel 2009 e quarta la Russia. Seguono Regno Unito e Arabia Saudita. La spesa militare ucraina e' un decimo di quella russa. In dieci anni la spesa, in percentuale sul PIL, e' passata in Ucraina dal 2,7% al 4,13% e in Russia dal 3,5% al 4,26%. In termini assoluti la spesa ucraina e' quasi triplicata rispetto a 10 anni prima, mentre in Russia gli investimenti si sono accelerati negli ultimi tre anni. Quel che e' sicuro e' che l'Unione Europea, ai fine della propria sicurezza, tutto ha da fare, salvo che aumentare la spesa militare. Indico per ciascuno Stato la spesa espressa in milioni di dollari: Austria 3.494, Belgio 5.330, Bulgaria 1.210, Cipro 414, Croazia 1.031, Danimarca 4.838, Estonia 687, Finlandia 3.986, Francia 51.572, Germania 51.570, Grecia 5.237, Irlanda 1.125, Italia 28.370, Lettonia 739, Lituania 1.135, Lussemburgo 479, Malta 79, Paesi Bassi 12.211, Polonia 12.815, Portogallo 4.557, Repubblica Ceca 3.200, Romania 5.579, Slovacchia 1.778, Slovenia 562, Spagna 17.160, Svezia 6.234 e Ungheria 2.453.
Se si sommano le spese di Francia, Germania, Italia si ottiene la cifra di 131.512 milioni di dollari. La spesa russa, 66.838, supera di poco la meta'. Lascio a chi vorra' il calcolo della cifra che si raggiunge aggiungendo gli altri 24 stati dell'UE. Inoltre i Paesi candidati a entrare nell'Ue sono al momento cinque. Eccoli con la relativa spesa militare, sempre in milioni di dollari: Albania 216, Repubblica di Macedonia del Nord 154, Montenegro 100, Serbia 1.086 e Turchia 19.567, la piu' rilevante. Domanda, oltre all'Ucraina, 5.595, hanno presentato Georgia, 304, e Moldavia, 43. E perche' dimenticare il volonteroso Kosovo con i suoi 77 milioni? Se pensiamo all'Europa dovremmo calcolare pure il Regno Unito, 58.485 milioni, che non si tira indietro se c'e' da far guerra, la Svizzera, 5.428 milioni, dove ogni cittadino nasce soldato e la Norvegia, con 7.514 milioni e l'Islanda con 12. L'Europa supera in spesa pure la Cina, se si fanno i conti giusti: I USA, II Europa nell'orrida classifica.
Se dell'Europa si dice essere un verme militare e' certo che non e' perche' spende poco in armi ed eserciti. E' perche', come noto e ripetuto, e' un nano politico. Crescere vuol dire diventare uno stato federale, democratico e promotore di diritti e pace all'interno e oltre i suoi confini.
Si pone l'enfasi su un possibile embrione di esercito europeo: cinquemila uomini, per cominciare, armati fino ai denti. Senza un potere federale riconosciuto, un bilancio federale, una costituzione federale e' una compagnia di ventura. Potremmo chiamarla Beethoven, contraltare della sperimentata Wagner, tristemente nota compagine di mercenari al servizio del Cremlino. L'Europa, infatti, ha fatto proprio l'Inno alla gioia e non la Cavalcata delle Valchirie. A questo proposito, poiche' stiamo parlando di mercenari provetti e di dubbi volontari (siriani e ceceni) perche' non comprarli per farli passare dalla parte ucraina? Forse ci si sta provando. E' bene insistere. Chi sta bene, almeno fino al generale cataclisma bellico, sono produttori e trafficanti di armi. La loro attivita' non ha subito alcun effetto negativo dalla pandemia, peraltro sempre ben associata alle guerre. Qui un'eccellenza l'abbiamo: la Leonardo. E' tra le principali produttrici di armi a livello mondiale. Ci ha regalato il manager Roberto Cingolani, come ministro alla transizione ecologica. Dei passi in questa direzione non ci siamo accorti.
Il nome ci ricorda il da Vinci, bravo non solo nel ritrarre sorrisi e ultime cene, ma precursore di macchine da guerra in cielo, in terra, in mare. Oltre a ponti smontabili e velocemente operativi, per superare corsi d'acqua (i ponti Bailey della Seconda guerra mondiale), si possono ricordare la vite aerea e l'ornitottero ad ala battente, antesignani dell'elicottero e dell'aereo, con il limite di potere contare, per la propulsione, solo sulla forza muscolare. In terra meritano ricordo il carro falciante e quello armato e la bombarda multipla, con 16 bocche di fuoco. In acqua poi progetta un insidioso sottomarino, precursore dei mezzi d'assalto. dei quali la nostra marina si e' in passato vantata.
A Ferrara c'era una volta un duca cannoniere, abilissimo nel produrre e vendere armi, con un piede (un feudo) papalino e l'altro imperiale: Franza o Spagna purche' se magna, insegna di ogni fabbrica d'armi. Sono suoi i falconetti donati a Frundsberg. Un colpo preciso ferisce Giovanni dalla Bande Nere, morto poi di cancrena. Bello il film di Olmi che ne parla. Il duca si prende cura dello stesso Frundsberg, malato. Rifornisce di viveri, munizioni e denari i lanzichenecchi accampati, evitando il saccheggio del ducato. I lanzi avranno modo di rifarsi a Roma, mettendola a sacco. Sa tener conto della situazione complessa nella quale opera. Non sembra che altrettanto facciano gli attuali governanti.
5. REPETITA IUVANT. CAROL GOKEE: RISE UP FOR PELTIER CALL TO ACTION TOOLKIT
[Dal comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier ("International Leonard Peltier Defense Committee", 428-A8 Farnham St. Marshall, WI. 53559, 715.209.4453, sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: Contact at whoisleonardpeltier.info) riceviamo e diffondiamo]
Ask President Biden for the Immediate Release of Leonard Peltier!
*
Call to Action Briefing
There is no doubt that our criminal justice system is imperfect, and Mr. Peltier knows firsthand just how imperfect it can be.
"I call on President Biden to commute Mr. Peltier's sentence expeditiously. It is the right thing to do." - Senator Patrick Leahy (D-Vt), longest serving member of the U.S. Senate
*
Call to Action
Contact President Biden today!
202.456.1111
Ask for the immediate release of Leonard Peliter
Call President Biden Today! 202.456.1111
Please note: The White House comment line is open from 11 a.m. to 3 p.m.
Eastern, Tuesday through Thursday.
*
Important Links:
Change.org Petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your local Representatives: https://bit.ly/housereplp
New York Times Article : Clemency for Peltier:
Guardian Article Calling for Clemency:
*
Graphics:
Click Here to Download Social Media Graphics
Please use these graphics to post on social media outlets.
RISEUpForPeltier Signs & Banner Art link here
Use images in this link above for signs and banners for art builds.
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Official Hashtags
#RiseUpForPeltier
#FreeLeonardPeltier
*
Account to Tag
@POTUS
@whitehouse
@OfficialFBOP (Bureau of Prisons)
@PeltierHQ (International Leonard Peltier Defense Committee)
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Sample Facebook and Instagram Post (Copy and Paste)
Call-to-Action
Leonard Peltier, Anishinaabe and Dakota, has spent over 4 decades of his life behind bars, and recently, the prison system has failed to provide him adequate care and protection against COVID-19. His story is the epitome of the systemic abuse that continues to target Indigenous people and Movement Leaders.
We call upon President Biden to show proof of his efforts toward justice and equity by granting Executive Clemency to elder movement leader Leonard Peltier.
Call the White House and demand the release of Leonard Peltier. (202) 456-1111. Say
you support the commutation of #LeonardPeltier's sentence. He's held at USP-Coleman I in FL. Register number 89637-132
Sign the online petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your reps. Find them here: https://bit.ly/35raR
#RiseUpForPeltier
*
Here's what you need to know to #RiseUpForPeltier
On March 26, 2020 the Office of the Attorney General issued guidelines for the "Prioritization of Home Confinement as Appropriate in Response to COVID-19 Pandemic." A release to home confinement can be an immediate measure to ensure that Mr. Peltier gets the health care that he requires while the ILPDC continues to push for the commutation of his sentence.
*
Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here.
*
The International Leonard Peltier Defense Committee (ILPDC) is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michael Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough!
*
Senator Patrick Leahy (D-Vt), the longest serving member of the U.S. Senate issued a statement urging President Biden to commute Leonard Peltier's sentence stating that, "His trial was so riddled with flaws that even one of the prosecutors trying him has acknowledged that Peltier was wrongfully convicted... He is exactly the kind of individual who should be considered for clemency... I have long believed that pardons and commutations are vital tools to offer clemency and relief, particularly when our criminal justice system has been contorted to propagate injustices. I call on President Biden to commute Mr. Peltier.s sentence expeditiously. It is the right thing to do."
Read the full statement here:
*
Sample Tweets (Copy and Paste)
Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here:
*
The IPLDC is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michal Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
*
It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough.
*
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For Media Inquiries, Please Contact:
Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453
Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127
Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier’s lead attorney, 615-434-7001
6. DOCUMENTAZIONE. PAPA FRANCESCO: DISCORSO ALLE DELEGAZIONI DEI POPOLI INDIGENI DEL CANADA
[Dal sito www.vatican.va riprendiamo e diffondiamo il discorso di papa Francesco alle delegazioni dei popoli indigeni del Canada del primo aprile 2022]
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Ringrazio Mons. Poisson per le sue parole e ciascuno di voi per la presenza e per le preghiere che sono state elevate al Cielo. Vi sono grato per essere venuti a Roma, nonostante i disagi dovuti alla pandemia. Nei giorni scorsi ho ascoltato con attenzione le vostre testimonianze. Le ho portate con me nella riflessione e nella preghiera, immaginando le vostre storie e le vostre situazioni. Vi sono riconoscente per avere aperto il cuore e perche' con questa visita avete espresso il desiderio di camminare insieme.
Vorrei riprendere alcuni dei tanti aspetti che mi hanno colpito. Comincio da un'espressione che appartiene alla vostra saggezza e che non e' solo un modo di dire, ma un modo di vedere la vita: "Bisogna pensare sette generazioni avanti quando si prende una decisione oggi". E' saggia questa frase, e' lungimirante, ed e' il contrario di quello che succede spesso ai nostri giorni, dove si inseguono traguardi utili e immediati senza considerare il futuro delle prossime generazioni. Invece, il legame tra gli anziani e i giovani e' indispensabile. Va coltivato e custodito, perche' permette di non vanificare la memoria e di non smarrire l'identita'. E quando si salvaguardano la memoria e l'identita', migliora l'umanita'.
Ancora, e' emersa nei giorni passati una bella immagine. Vi siete paragonati ai rami di un albero. Come loro, siete cresciuti in varie direzioni, avete attraversato diverse stagioni e siete stati anche sbattuti da forti venti. Ma vi siete ancorati con forza alle radici, che avete mantenuto salde. E cosi' continuate a portare frutto, perche' i rami si stendono in alto solo se le radici sono profonde. Vorrei menzionare alcuni frutti, che meritano di essere conosciuti e valorizzati. Anzitutto la vostra cura per il territorio, che non intendete come un bene da sfruttare, ma come un dono del Cielo; esso per voi custodisce la memoria degli antenati che vi riposano ed e' uno spazio vitale, nel quale cogliere la propria esistenza all'interno di un tessuto di relazioni con il Creatore, con la comunita' umana, con le specie viventi e con la casa comune che abitiamo. Tutto cio' vi porta a ricercare un'armonia interiore ed esteriore, a nutrire grande amore per la famiglia e ad avere un senso vivo della comunita'. A cio' si aggiungono le ricchezze specifiche delle vostre lingue, delle vostre culture, delle vostre tradizioni e forme artistiche, patrimoni che non appartengono solo a voi, ma all'intera umanita', in quanto esprimono umanita'.
Ma il vostro albero che porta frutto ha subito una tragedia, che mi avete raccontato in questi giorni: quella dello sradicamento. La catena che ha tramandato conoscenze e stili di vita, in unione con il territorio, e' stata spezzata dalla colonizzazione, che senza rispetto ha strappato molti di voi dall'ambiente vitale e ha provato ad uniformarvi a un'altra mentalita'. Cosi' la vostra identita' e la vostra cultura sono state ferite, molte famiglie separate, tanti ragazzi sono diventati vittime di questa azione omologatrice, sostenuta dall'idea che il progresso avvenga per colonizzazione ideologica, secondo programmi studiati a tavolino anziche' rispettando la vita dei popoli. E' qualcosa che, purtroppo, avviene anche oggi, a vari livelli: le colonizzazioni ideologiche. Quante colonizzazioni politiche, ideologiche ed economiche ci sono ancora nel mondo, sospinte dall'avidita', dalla sete di profitto, incuranti delle popolazioni, delle loro storie e delle loro tradizioni, e della casa comune del creato. E' purtroppo ancora molto diffusa questa mentalita' coloniale. Aiutiamoci insieme a superarla.
Attraverso le vostre voci ho potuto toccare con mano e portare dentro di me, con grande tristezza nel cuore, i racconti di sofferenze, privazioni, trattamenti discriminatori e varie forme di abuso subiti da diversi di voi, in particolare nelle scuole residenziali. E' agghiacciante pensare alla volonta' di istillare un senso di inferiorita', di far perdere a qualcuno la propria identita' culturale, di troncare le radici, con tutte le conseguenze personali e sociali che cio' ha comportato e continua a comportare: traumi irrisolti, che sono diventati traumi intergenerazionali.
Tutto cio' ha suscitato in me due sentimenti: indignazione e vergogna. Indignazione, perche' e' ingiusto accettare il male, ed e' ancora peggio abituarsi al male, come se fosse una dinamica ineludibile provocata dalle vicende della storia. No, senza una ferma indignazione, senza memoria e senza impegno a imparare dagli errori i problemi non si risolvono e ritornano. Lo vediamo in questi giorni a proposito della guerra. Non si deve mai sacrificare la memoria del passato sull'altare di un presunto progresso.
E provo anche vergogna, ve l'ho detto e lo ripeto: provo vergogna, dolore e vergogna per il ruolo che diversi cattolici, in particolare con responsabilita' educative, hanno avuto in tutto quello che vi ha ferito, negli abusi e nella mancanza di rispetto verso la vostra identita', la vostra cultura e persino i vostri valori spirituali. Tutto cio' e' contrario al Vangelo di Gesu'. Per la deplorevole condotta di quei membri della Chiesa cattolica chiedo perdono a Dio e vorrei dirvi, di tutto cuore: sono molto addolorato. E mi unisco ai Fratelli Vescovi canadesi nel chiedervi scusa. E' evidente che non si possono trasmettere i contenuti della fede in una modalita' estranea alla fede stessa: Gesu' ci ha insegnato ad accogliere, amare, servire e non giudicare; e' terribile quando, proprio in nome della fede, si rende una contro-testimonianza al Vangelo.
La vostra vicenda amplifica in me quelle domande, molto attuali, che il Creatore rivolge all'umanita' all'inizio della Bibbia. Dapprima, dopo la colpa commessa, chiede all'uomo: "Dove sei?" (Gen 3,9). Poco dopo, gli pone un altro interrogativo, che non si puo' scollegare al precedente: "Dov'e' tuo fratello?" (Gen 4,9). Dove sei, dov'e' tuo fratello? Sono domande da ripeterci sempre, sono gli interrogativi essenziali della coscienza perche' non ci scordiamo di essere su questa Terra come custodi della sacralita' della vita e dunque custodi dei fratelli, di ogni popolo fratello.
Al contempo, penso con gratitudine a tanti bravi credenti che, in nome della fede, con rispetto, amore e gentilezza, hanno arricchito la vostra storia con il Vangelo. Mi da' gioia, ad esempio, pensare alla venerazione che si e' diffusa tra molti di voi nei confronti di sant'Anna, la nonna di Gesu'. Quest'anno io vorrei essere con voi, in quei giorni. Oggi abbiamo bisogno di ricostituire un'alleanza tra i nonni e i nipoti, tra gli anziani e i giovani, premessa fondamentale per una maggiore unita' della comunita' umana.
Cari fratelli e sorelle, auspico che gli incontri di questi giorni possano aprire strade ulteriori da percorrere insieme, infondere coraggio e accrescere l'impegno a livello locale. Un efficace processo di risanamento richiede azioni concrete. In spirito di fraternita', incoraggio i Vescovi e i Cattolici a continuare a intraprendere passi per la ricerca trasparente della verita' e per promuovere la guarigione delle ferite e la riconciliazione; passi di un cammino che permetta di riscoprire e rivitalizzare la vostra cultura, accrescendo nella Chiesa l'amore, il rispetto e l'attenzione specifica nei riguardi delle vostre tradizioni genuine. Vorrei dirvi che la Chiesa sta dalla vostra parte e vuole continuare a camminare con voi. Il dialogo e' la chiave per conoscere e condividere e i Vescovi del Canada hanno chiaramente espresso il loro impegno a continuare a camminare insieme con voi in una via rinnovata, costruttiva, feconda, dove incontri e progetti condivisi potranno aiutare.
Carissimi, sono stato arricchito dalle vostre parole e ancora di piu' dalla vostra testimonianza. Avete portato qua a Roma il senso vivo delle vostre comunita'. Saro' felice di beneficiare ancora dell'incontro con voi, visitando i vostri territori natii, dove vivono le vostre famiglie. Non verro' in inverno, da voi! Vi do allora l'arrivederci in Canada, dove potro' meglio esprimervi la mia vicinanza. Vi assicuro intanto la preghiera, invocando la benedizione del Creatore su di voi, sulle vostre famiglie, sulle vostre comunita'.
E non voglio finire senza dire una parola a voi, fratelli Vescovi: grazie! Grazie per il coraggio, grazie. Nell'umilta': nell'umilta' si rivela lo Spirito del Signore. Davanti a storie come questa che abbiamo sentito, l'umiliazione della Chiesa e' fecondita'. Grazie per il vostro coraggio.
E grazie a tutti voi!
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Alla fine dell'Udienza, il Santo Padre ha impartito la benedizione e salutato le Delegazioni di Indigeni del Canada in inglese con queste parole:
Benedizione:
God bless you all – the Father, the Son and the Holy Spirit.
Pray for me, don't forget! I'll pray for you. Thank you very much for your visit. Bye bye!
7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Ernst Bloch, Karl Marx. Il Mulino, Bologna 1972, 1977, pp. 224.
- Ernst Bloch, Marxismo e utopia, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 184.
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Riedizioni
- Mara Morini, La Russia di Putin, Il Mulino, Bologna 2020, 2022, pp. 216, euro 14.
- Federico Rampini, Il secolo cinese, Mondadori, Milano 2005, 2015, Rcs, Milano 2022, pp. 264, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Classici
- Augustinus Merk S. J. (ed.), Novum Testamentum graece et latinae, Editrice pontificio istituto biblico, Roma 1933, 1992 (editio undecima), pp. 48 + 880 (di cui le pp. 2-852 doppie, con testo greco e latino a fronte).
- Nestle-Aland (edd.), Nuovo Testamento greco-italiano, a cura di Bruno Corsani e Carlo Buzzetti, prefazione di C. M. Martini e B. Aland, Societa' biblica britannica & forestiera, Roma 1996, pp. XII + 51 + 840 (di cui le pp. 1-680 doppie, con testo greco e italiano a fronte). Il testo greco e' quello della XXVII edizione dell'opera di Eberhard ed Erwin Nestle a cura di Barbara e Kurt Aland, Johannes Karavidopoulos, Carlo M. Martini, Bruce M. Metzger, in collaborazione con l'Istituto per la ricerca testuale del Nuovo Testamento di Muenster, Westfalia; il testo italiano e' quello della versione della Conferenza episcopale italiana; il testo delle note italiane e' tratto dall'edizione italiana della Traduction Oecumenique de la Bible. E' l'edizione manuale diglotta dell'edizione critica Nestle-Aland del Nuovo Testamento.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4427 del 2 aprile 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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