[Nonviolenza] Telegrammi. 4424



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4424 del 30 marzo 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Le tre guerre di cui la popolazione ucraina e' vittima, le tre guerre che minacciano di annientare l'umanita' intera
2. Tommaso Di Francesco: Guerra ucraina, Joe Biden e le parole per dirlo
3. Enrico Peyretti: L'abolizione della guerra e' la prima necessita' umana
4. Esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
5. Carol Gokee: Rise Up For Peltier Call to Action Toolkit
6. Ripetiamo ancora una volta...
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. L'ORA. LE TRE GUERRE DI CUI LA POPOLAZIONE UCRAINA E' VITTIMA, LE TRE GUERRE CHE MINACCIANO DI ANNIENTARE L'UMANITA' INTERA

La prima guerra e' quella scatenata dal criminale governo russo con l'invasione militare e con i bombardamenti stragisti sui centri abitati. La popolazione ucraina viene massacrata giorno dopo giorno per la criminale follia del sanguinario governo russo.
La seconda guerra e' quella degli Usa (e della Nato che ne e' il braccio armato) contro l'Europa, per destabilizzarla, impoverirla e asservirla attraverso le guerre, le stragi e le devastazioni sia realizzate direttamente - come la guerra contro la Jugoslavia - sia lungamente fomentate, provocate, organizzate e armate. La popolazione ucraina viene massacrata giorno dopo giorno anche per la criminale follia del sanguinario governo americano e dei suoi pretoriani della Nato, che sono i maggiori promotori e complici della guerra di Putin, dei crimini contro l'umanita' di Putin.
La terza guerra e' quella di tutti i governanti stolti e sciagurati che ancora non hanno capito che dopo Auschwitz e dopo Hiroshima o l'umanita' abolira' la guerra o la guerra abolira' l'umanita'. La popolazione ucraina viene massacrata giorno dopo giorno anche per la criminale follia dei sanguinari governi europei che invece di adoperarsi per la pace e il disarmo, favoreggiano la guerra, le stragi e le distruzioni, forniscono armi assassine, affamano le classi e le persone piu' oppresse, piu' sfruttate, piu' impoverite con politiche disumane, razziste, militariste, riarmiste, collaborazioniste col male assoluto; governi e politiche del tutto indifferenti alle immani sofferenze della popolazione ucraina ridotta a mera vittima sacrificale sul cui massacro lucrare abominevoli guadagni economici, politici, strategici; governi e politiche deliranti e feroci effettualmente orientati a un'escalation e un allargamento del conflitto, verso una guerra mondiale e nucleare che puo' annientare l'umanita'.
*
Si aiuti la popolazione ucraina: con tutti i soccorsi umanitari necessari, per salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Si aiuti la popolazione ucraina: soccorrendo, accogliendo, assistendo ogni persona in fuga dalla guerra, per salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Si aiuti la popolazione ucraina: con l'intervento dell'Onu con l'interposizione non armata e nonviolenta, per salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
*
Chiunque non si impegni per la pace e' un complice della guerra.
Chiunque non si impegni per la pace e' un complice delle stragi.
Chiunque non si impegni per la pace e' un complice degli assassini.
*
Cessate il fuoco immediatamente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la pace salva le vite.
*
Cessate il fuoco immediatamente.
Sono esseri umani quelli che muoiono sotto le bombe, nostri fratelli e nostre sorelle.
E' in pericolo l'umanita' intera.
*
Cessate il fuoco immediatamente.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Pace, disarmo, nonviolenza.
*
Cessate il fuoco immediatamente.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. RIFLESSIONE. TOMMASO DI FRANCESCO: GUERRA UCRAINA, JOE BIDEN E LE PAROLE PER DIRLO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 29 marzo 2022
Tommaso Di Francesco e' condirettore del "Manifesto"]

"Putin e' un macellaio... non puo' stare al potere". La frase che Biden ha detto, subito divisiva tra Europa e Stati Uniti, e' perfino condivisibile ma allo stesso tempo assolutamente inaccettabile.
E' condivisibile perche' chi bombarda in modo "chirurgico" le citta' sa di colpire indiscriminatamente i civili, seminando terrore utile ai fini della guerra.
Uccidere anche un solo bambino che altro e' se non opera di un macellaio? E purtroppo, secondo l'Onu, i bambini ucraini uccisi finora sono piu' di 140. Ed e' probabile che sicuramente il popolo russo non sia proprio contento del suo presidente che ha scelto la guerra come soluzione della crisi ucraina a costo della vita di civili ucraini, ragazzi russi mandati al fronte a morire e di milioni di profughi.
Dov'e' allora l'inaccettabile? Nel fatto che a pronunciare questa accusa sia un presidente degli Stati Uniti che nella sua vita politica ha votato a favore di ogni guerra americana bipartisan, di destra e di sinistra, diretta o indiretta, che ha disseminato di mattatoi l'intero Medio Oriente.
Dove le vittime civili sono state centinaia di migliaia, da stragi sotto bombardamenti aerei o da massacri per sanzioni micidiali. Parliamo delle tre guerre contro l'Iraq, dell'Afghanistan occupato per 20 anni, della Palestina, della Siria, della Libia, dello Yemen in corso. Un universo di centinaia di migliaia di morti, sempre secondo fonte Onu.
Crimini impuniti. Che conosciamo - cosi' come sappiamo la verita' sui crimini in Cecenia grazie al sacrificio di Anna Politkovskaja e a Novaja Gazeta che ieri ha chiuso per le imposizioni della censura russa - solo grazie al lavoro di controinformazione di WikiLeaks, il cui protagonista, Julian Assange non a caso sta in galera pronto ad essere consegnato alla giustizia Usa, la stessa che nega validita' alle Corti penali internazionali.
Chi dunque dice macellaio a chi?
Ma l'improprieta' dell'accusa vale, forse di piu', anche per la seconda parte della frase di Biden. Il segretario di Stato Blinken si e' affrettato a dire che no "gli Stati Uniti non hanno alcuna strategia di cambio di regime per la Russia", il cancelliere Scholz afferma che "Biden non ha detto" quello che invece tutti hanno sentito, ma piu' forte contro le parole di Biden si schiera Macron perche' "io parlo con Putin", vale a dire tenta una trattativa, e perfino quelle di Erdogan, il Sultano atlantico: "Se bruciamo tutti i ponti come faremo a trattare?".
In contropiede Draghi che solo poche ore prima, ringraziando il papa che ha chiamato "pazzi" i leader europei che aumentano le spese militari, dichiarava: "Io cerco la pace, io parlero' con Putin".
Ecco il punto, dalla dichiarazione di Biden emergono due scelte occidentali contrapposte: con il macellaio non si tratta, avanti fino all'abbattimento di Putin, con Putin si deve trattare per fermare la guerra nel cuore d'Europa.
Nessuno s'illuda. Biden non si e' sbagliato, non trova le parole per dirlo, ma ha rivelato quello che pensa e vuole fare l'Amministrazione americana: trasformare l'occasione ucraina come resa dei conti con il nemico russo.
Anche come avvertimento all'indecisa Cina. La guerra quindi non solo non deve fermarsi ma approfondirsi.
Finalmente abbiamo capito il motivo di tanta ilarita', delle sue risate, degli ammiccamenti sganasciati, dell'allegria di Biden, prima tra i leader Ue e poi tra i militari americani nella base polacca. Dagli a ridere... Perche'? Perche' l'invasione russa dell'Ucraina e' considerata in ambiente atlantico la piu' grande vittoria della Nato - dopo tante sconfitte - dalla Siria, alla Libia, a Kabul - dalla guerra "umanitaria" vittoriosa del 1999 contro la piccola Jugoslavia di Milosevic.
E ora il problema e' fare con Putin quello che venne fatto con Milosevic che, e' bene ricordarlo, cadde un anno e mezzo dopo la fine della guerra ma per iniziativa violenta di nazionalisti ben peggiori di lui.
I russi dovrebbero autodeterminarsi, ma siamo all'etero-determinazione americana dei popoli che tra l'altro scatena la repressione di Putin: torna l'esportazione della democrazia.
Altro che trattativa di pace, altro che bandire la guerra dalla storia come chiede inascoltato il papa. L'importante e' dissimulare - e' l'arte della guerra - le decisioni e alimentare il piu' possibile il conflitto armato aspettando dunque la "rivolta russa"? E' a questa sceneggiatura alla quale dovremmo partecipare come comparse con l'invio di armi e l'aumento di un terzo delle spese militari?
Fatto sconcertante, questo progetto Usa dovra' ricadere sulle spalle europee e nello spazio strategico dell'Europa. Un Afghanistan allargato, devastante per ogni progetto futuro, ormai residuale, di un'Unione Europea (altro che Next generation Eu e lotta alla pandemia) ricompattata in armi intorno all'asse transatlantico.
Chi vuole l'invio di armi all'Ucraina - piena da anni di depositi di armi e di addestratori Nato, come confessa il segretario Stoltenberg - ha chiaro che a dire "No" sono proprio gli Stati Uniti? Che infatti non consegnano le armi vere, quelle decisive, a gran voce richieste da Zelenski che accusa l'Occidente di mancanza di coraggio: gli aerei e i carri armati, la no-fly zone rivisitata alla polacca con il governo di Varsavia che insiste per l'invio di aerei e per il "peace keeping" ma della Nato. Attenzione, perche' ognuna di queste scellerate proposte sara' tentata. Vale a dire la terza guerra mondiale tutta intera, non a pezzi: perche' Putin con l'atomica non e' Milosevic.
O prendono il sopravvento le logiche del negoziato, a salvaguardia dell'Ucraina ma anche dell'Europa messa a repentaglio dall'avventura dell'aggressione all'Ucraina della Russia ma anche dal disegno sotteso finora ma ormai evidente, degli Stati Uniti; oppure siamo coinvolti e in guerra.
I leader europei devono spiegare ai propri governati com'e' che la promessa di tenere fuori dalla guerra il Vecchio Continente e' naufragata e quanto e' stata grave la responsabilita' di avere delegato la sicurezza e la politica estera dell'Unione all'Alleanza atlantica che pure secondo gli strateghi della sicurezza Usa, come Kissinger e Kennan, non doveva assolutamente allargarsi a Est, ne' tantomeno coinvolgersi in Ucraina. Non salvaguardando cosi' gli accordi di Minsk con l'indipendenza ma anche la neutralita' di Kiev, che gira e rigira, tornano alla fine come contenuti realistici di ogni mediazione. Non a caso garantito solo dal "tappo" di Angela Merkel: dopo di lei il diluvio. Perche' dal disastro di quegli accordi e' scaturita una guerra civile durata dal 2014 e ora la ferocia di questa nuova scellerata guerra d'aggressione decisa da Putin.
Non c'e' alcuna equidistanza nel denunciare questo clima di piombo e morte che ci sovrasta. E se c'e' e' chiaro che c'e' un aggressore e un aggredito, non siamo ne'-ne'. Ma contro-contro. Contro entrambe le volonta' di distruzione.
Noi rifiutiamo questa guerra. Che va fermata con attori che recitino la loro parte autorevole, autonoma e indipendente, non quella altrui.

3. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: L'ABOLIZIONE DELLA GUERRA E' LA PRIMA NECESSITA' UMANA
[Ringraziamo Enrico Peyretti per averci messo a disposizione questo suo intervento che apparira' su "Adista" del 2 aprile 2022 col titolo "Solo i deboli ricorrono alle armi".
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]

La prima necessita'
Per questa guerra abbiamo pianto, ma ancor piu' abbiamo sentito l'umiliazione e la vergogna di appartenere a una umanita' che usa ancora la guerra. Questa vergogna e' sana. L'abolizione della guerra non e' piu' un'utopia, e' la prima necessita' umana, piu' del pane. La guerra oggi e' la possibile estinzione della nostra specie. Sono smascherate le balorde ragioni per cui prepariamo le armi, i sistemi bellici, le immense spese di guerra, l'illusione di sopravvivere al nemico ucciso. Nessun "realismo" e' realistico, a questo punto. Ormai, solo il disarmo e' razionale, vitale, e sicuro. La pace armata e' gia' guerra.
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Marina la Grande
Io la chiamo Marina la Grande, piu' grande dello zar Pietro (1672-1725) e di ogni suo imitatore. Marina Ovsyannikova, la ragazza che e' apparsa sullo schermo del tg russo piu' visto col cartello NO WAR, per chiedere "l'immediata fine di questa guerra fratricida". Ha detto: "Siamo il popolo russo, premuroso e intelligente. Tocca a noi fermare questa follia. Scendete nelle piazze, non abbiate paura di nulla. Non possono arrestarci tutti". Marina forse non sa nulla di Gandhi e della storia effettiva delle lotte nonviolente, ma incarna la potenza vitale e nonviolenta che un popolo possiede, se soltanto ne prende coscienza. Il popolo russo potrebbe fermare l'aggressione bellica sull'Ucraina? Potrebbe svuotare il potere folle di Putin? E noi possiamo aiutarlo? La domanda e' angosciosa, perche' se la risposta fosse un no completo non resterebbe che usare una forza contraria e maggiore, che vuol dire oggi il rischio massimo, nucleare.
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Altre armi?
E come aiutare l'Ucraina aggredita? Darle altre armi, oltre quelle gia' date da anni, come fa anche il governo italiano? Anche questa domanda e' angosciosa. Ma e' assurdo quel ricatto: "Se critichi l'invio di armi, sei con Putin!". In molti siamo convinti che altre armi aggraverebbero la guerra crudele di Putin, fino a conseguenze impensabili. La migliore arma popolare di difesa da una tirannia e' la disobbedienza: un potere disobbedito non esiste piu'. Ma per disobbedire al violento occorre un piu' grande coraggio che per fare la guerra, occorre una forte coscienza, una sufficiente unita' popolare, e una cultura dei conflitti risolvibili senza il criterio unico delle armi.
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Bobbio
Ricordo il timore di Bobbio dopo l'abbattimento del Muro di Berlino, novembre 1989 (cfr. il mio Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana 2011, p. 23). Al Centro Gobetti, il 13 novembre, per una sua lezione, eravamo tutti esultanti, ma Bobbio scuro in volto. Come mai? Disse: "Aspettate. Potrebbe essere la guerra". Riteneva che, rotto l'equilibrio tra le potenze, sia pure l'"equilibrio del terrore", ora avrebbe potuto scatenarsi l'espansionismo della potenza vincente. Il bipolarismo, sia pure minaccioso, era forse meno pericoloso di un monopolarismo. Venne infatti l'epoca delle "nuove guerre", dal 1991. E siamo, fino ad oggi, nello squilibrio del terrore: politiche di potenza, nessuna innocente, tutte ingiuste e minacciose.
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Fini e mezzi, seme e pianta
Dolorose discussioni e divisioni tra amici. Certamente vogliamo lo stesso fine, ma con quali mezzi, in questa maledetta circostanza? Il mezzo determina il risultato. Fine e mezzi sono legati, come il seme e la pianta. E' questa la maggiore lezione di Gandhi, arcirealistica. La guerra puo' (poteva, nel mondo pre-Hiroshima) trovare giustificazioni, ma oggi meno che mai puo' produrre pace giusta. La vittoria e' sempre premio alla violenza, non al diritto (se non per caso). "La guerra e' l'antitesi del diritto" (ripeteva Bobbio, Il problema della guerra e le vie della pace). In piu', oggi accende il rischio nucleare. Questo, deve diventare senso comune, regola base della politica, per potere ancora vivere, per lasciar vivere i nostri nipoti. Nulla di meno che abolire ogni forma di guerra. E' il nostro irrinunciabile compito storico. E' possibile, e' doveroso. Anche quando il criminale ti sfida ad accettare la sua legge di morte. Ma i popoli non vedono ancora il loro potere di smontare la guerra, impediti da poteri statali che vogliono apparire protettivi, dall'economia militare, dai media che vedono solo il conflitto, come nei talk-show pugilato, e dalla visione della storia ridotta alle rumorose interruzioni della vita: "E' un'idea malsana che quando c'e' guerra c'e storia, e non quando c'e' pace. Il sangue risparmiato fa storia come il sangue versato" (Anna Bravo, La conta dei salvati, Laterza 2013). A noi tocca conoscere le alternative reali alla guerra, storiche, non facili, ma reali e piu' efficaci.
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13 marzo
La nonviolenza attiva e positiva, anche tra persone colte, non e' veramente conosciuta. La forza non e' violenza: la forza (fisica, morale) e' un carattere della buona vita. Diventa violenza solo se usata per colpire e distruggere. La violenza non e' una forza umana, perche' si sottrae al rapporto umano civile e razionale, col colpire o distruggere l'altra parte in un conflitto. La violenza compare quando manca la forza umana. Le armi non sono forza ma violenza. Gia' la semplice minaccia "riduce la persona minacciata a cosa, oggetto" (Simone Weil). E la forza militare non e' forza: col supporto dell'arma un uomo dimostra la sua debolezza. L'arma trascina facilmente l'uomo a perderne il controllo. Ho visto da bambino, a nove anni, un caso atroce di lotta giusta trascinata dalle armi in violenza ingiusta. L'arma sottrae umanita' alla persona. La forza umana e' la ragione, la parola, la relazione, la composizione vitale e sociale, fino all'"amore sociale e politico" (valore ripetuto nella Fratelli tutti). L'arma e' il fallimento umano. Conflitto non e' sinonimo di guerra: e' una "differenza" che arricchisce la varia realta' umana, se gestito in modo trasformativo e costruttivo, con mediazione degli interessi diversi, nel comune interesse vitale. La nonviolenza (meglio scriverla in parola unica, affermativa) non e' vile fuga e astensione dalla lotta giusta, non e' equidistanza tra aggredito e aggressore, ma e' forza vitale, e' lotta con le forze umane, perche' non accetta di sottomettere le differenti ragioni umane al giudizio materiale delle armi. La guerra fa vincere chi e' piu' violento e non chi ha diritto e ragione. Tirare a sorte sarebbe piu' intelligente. La storia umana non consiste nei fatti bruti, ma nell'evoluzione umanizzatrice. La vittoria in guerra non e' un cammino dell'umanita'. Se Hitler arrivava ad avere l'atomica, la "storia" dava ragione a lui. La vittoria del 1918 fu madre del fascismo. La vittoria del 1945 ha generato il pericolo nucleare universale. La vittoria in guerra non c'entra nulla con la giustizia. La guerra non fa giustizia, non difende davvero.
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Non e' pacifismo
Pacifismo e' parola ambigua e fiacca. E' inteso e deriso come pace negativa, tranquillita' a qualunque costo, vilta' e resa alla violenza. No! La nonviolenza non e' pacifismo! Sia chiaro! Gandhi consiglia la violenza piuttosto che la vilta', quando quella fosse l'unica disgraziata possibilita' contro un grave sopruso, ma riafferma che l'unica regola giusta resta la nonviolenza. Poi, uccidere tante persone nella guerra e' ancora peggiore della vilta' (Teoria e pratica della nonviolenza, p. 18, 22, 323) La nonviolenza forte, "antica come le montagne", e' tra le migliori possibilita' umane. Questo umanesimo ha un ampio sviluppo e un'estesa esperienza storica, intrecciata con varie spiritualita', specialmente dal Novecento. Una storia delle lotte nonviolente recenti occupa una grande letteratura (v. in Google "bibliografia storica delle lotte nonviolente", aggiornata nel mio blog). Le lotte nonviolente statisticamente hanno un successo nettamente superiore alle lotte violente (P. Ackerman e A. Karatnycky: How Freedom is Won. From Civic Resistance to Durable Democracy. Freedom House, Washington, 2005. M.J. Stephan e E. Chenoweth: "Why Civil Resistance Works", International Security, 33, 1/2008, 7-44. Rivista di relazioni internazionali, USA).
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Non e' sacrificio
Realizza piu' umanità chi, per difendere le vittime, spara e uccide, o chi muore per fargli scudo? La rozza cultura di guerra chiama eroe chi e' mandato a morire per uccidere, ma e' eroe piu' vero e piu' umanamente fecondo chi muore per riparare e salvare altri. E non vale denunciare come sacrificale la lotta nonviolenta! Nulla e' piu' orribilmente sacrificale che l'uso dei soldati come pedine del gioco dei potenti, come denuncia Kant: "Assoldare uomini per uccidere o per farli uccidere e' usare uomini come macchine o strumenti dello Stato, il che non puo' conciliarsi col diritto dell'uomo sulla propria persona e col principio categorico della morale" (articolo 3 preliminare, Progetto filosofico per la pace perpetua, 1795). Egli vede necessario lo scioglimento degli eserciti permanenti. Una proposta nonviolenta e' l'afflusso in Ucraina di molte presenze civili significative, che rappresentino l'umanita' intera, la comunita' dei popoli, il diritto internazionale. Vorra' l'aggressore colpire tutti, moltiplicare il suo crimine davanti al mondo? I corpi civili di pace sono la forza dell'umanita' di fronte alla sedizione disumana. Un'altra proposta e' mantenere le ambasciate e moltiplicarle in ogni citta' dell'Ucraina: il mondo sorveglia l'aggressore con la sua presenza, e sta a fianco dei minacciati. Ci guadagna la verita', che smonta la guerra.

4. REPETITA IUVANT. ESPOSTO CONTRO LA DECISIONE DEL GOVERNO ITALIANO DI INVIARE ARMI IN UCRAINA, COSI' CONTRIBUENDO ALLA GUERRA E ALLE STRAGI DI CUI ESSA CONSISTE, IN FLAGRANTE VIOLAZIONE DELL'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Alle competenti magistrature
ai pubblici ufficiali affinche' adempiano al loro dovere in presenza della "notitia criminis" che il presente esposto reca
alle persone di volonta' buona ed alle associazioni democratiche impegnate per salvare le vite
ai mezzi d'informazione
Oggetto: esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
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1. L'orrore
La guerra scatenata dal governo russo contro la popolazione ucraina continua ad uccidere esseri umani, giorno dopo giorno da oltre un mese ormai. Un diluvio di sangue innocente, un orrore che piu' passa il tempo e piu' cresce e si estende mettendo in pericolo l'umanita' intera.
Sembra che tutti i potenti della Terra che la guerra potrebbero far cessare salvando innumerevoli vite umane con una ferma e adeguata azione di pace, siano invece in realta' del tutto indifferenti a questa mostruosa strage di esseri umani, ed interessati piuttosto ai turpi e scellerati guadagni economici, politici e strategici che da questo abominevole eccidio si ripromettono di ricavare.
Ogni persona senziente e pensante sa che occorre far tacere le armi, negoziare un accordo, soccorrere le vittime, cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare: invece tutti i governi coinvolti preferiscono essere complici della guerra scatenata dal folle e criminale governo russo, preferiscono foraggiare la guerra di armi assassine, preferiscono favoreggiare i massacri, le distruzioni, la barbarie, preferiscono che ancora e ancora altri esseri umani innocenti muoiano.
*
2. Una decisione incostituzionale ed assassina
La decisione del governo italiano di inviare armi in un paese in cui una guerra e' in corso, armando una delle parti belligeranti (la parte aggredita che legittimamente resiste all'invasione ma che ha commesso l'errore di aver scelto una sanguinosa resistenza armata anziche' una resistenza nonviolenta che sola avrebbe potuto essere efficace e vittoriosa, ed avrebbe salvato innumerevoli vite ed impedito immani distruzioni) e' immorale e illegale. Tale sciagurata decisione contribuendo alla guerra, rendendo quindi lo stato italiano effettualmente partecipe della guerra e delle uccisioni di cui essa consiste, invece di adoperarsi per la pace e per salvare le vite che la guerra minaccia e distrugge, costituisce una flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Sia chiaro una volta per tutte: soccorrere le vittime e' un dovere, provocare ulteriori uccisioni e' un crimine. Inviando armi l'Italia non salva le vite, contribuisce alle stragi ed estende la guerra, una guerra che puo' facilmente diventare un conflitto mondiale che potrebbe porre fine all'umanita', come ha piu' volte denunciato in queste settimane la voce tanto autorevole quanto inascoltata del pontefice cattolico.
Ne' vale l'argomento specioso che da molti anni - decenni, ormai - vari governi dell'Italia repubblicana hanno reiteratamente violato quel decisivo ed inequivocabile articolo della Carta che sta a fondamento del nostro ordinamento giuridico: un delitto non ne giustifica un altro.
Un governo che viola la Costituzione cui ha giurato fedelta' commette un reato gravissimo.
Un governo che favoreggia la guerra e le stragi di cui essa consiste commette un reato gravissimo.
Un governo che invece di agire per salvare le vite umane compie atti il cui esito effettuale e' sopprimerle commette un reato gravissimo.
Un governo che arma la macchina della morte, che viola la legalita' costituzionale, che favoreggia la guerra e le uccisioni, deve essere tratto in giudizio - per quanto attiene all'ambito penale -, deve essere sfiduciato dal parlamento - per quanto attiene all'ambito politico ed istituzionale -, deve dimettersi - per quanto attiene all'ambito morale.
Segnaliamo tutto cio' alla magistratura affinche' intervenga per quanto di competenza.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti altri pubblici ufficiali, i quali alla ricezione del presente esposto sanno di avere il dovere di trasmettere tale "notitia criminis" alla competente autorita' giudiziaria affinche' assuma tutti i provvedimenti necessari.
Segnaliamo tutto cio' anche a molte persone di volonta' buona e a molte associazioni democratiche affinche' a loro volta assumano analoghe iniziative di segnalazione all'autorita' giudiziaria della gravita' di cio' che il governo sta facendo.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti mezzi d'informazione affinche' ne diano notizia all'opinione pubblica.
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3. Salvare le vite e' il primo dovere
Altro occorre fare: inviare aiuti umanitari al popolo ucraino, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra, dalle distruzioni, dalla fame, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: adoperarsi per l'immediato "cessate il fuoco", per l'immediata cessazione dell'aggressione russa, per immediati negoziati di pace, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: opporsi alla guerra ed impedire che essa prosegua e si estenda ancor piu': e' in pericolo l'esistenza dell'umanita' intera.
Altro occorre fare: contrastare il traffico degli strumenti di morte, sostenere l'opposizione popolare alla guerra, sostenere la resistenza popolare nonviolenta, sostenere la decisione di cessare di uccidere.
Altro occorre fare: revocare le sanzioni che invece di contrastare la guerra la favoreggiano, ed hanno come effetto reale di opprimere ancor piu' le classi sociali sfruttate e oppresse, di impoverire ancor piu' le persone gia' piu' impoverite, piu' fragili, piu' bisognose di aiuto.
Altro occorre fare: promuovere la pace, il disarmo, la nonviolenza, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
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4. La verita' della guerra, il dovere della pace
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Uccidere e' sempre un delitto.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 28 marzo 2022

5. REPETITA IUVANT. CAROL GOKEE: RISE UP FOR PELTIER CALL TO ACTION TOOLKIT
[Dal comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier ("International Leonard Peltier Defense Committee", 428-A8 Farnham St. Marshall, WI. 53559, 715.209.4453, sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: Contact at whoisleonardpeltier.info) riceviamo e diffondiamo]

Ask President Biden for the Immediate Release of Leonard Peltier!
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Call to Action Briefing
There is no doubt that our criminal justice system is imperfect, and Mr. Peltier knows firsthand just how imperfect it can be.
"I call on President Biden to commute Mr. Peltier's sentence expeditiously. It is the right thing to do." - Senator Patrick Leahy (D-Vt), longest serving member of the U.S. Senate
*
Call to Action
Contact President Biden today!
202.456.1111
Ask for the immediate release of Leonard Peliter
Call President Biden Today! 202.456.1111
Please note: The White House comment line is open from 11 a.m. to 3 p.m.
Eastern, Tuesday through Thursday.
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Important Links:
Change.org Petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your local Representatives: https://bit.ly/housereplp
New York Times Article : Clemency for Peltier:
https://docs.google.com/document/d/1zpHhgTsR0cOQkqxlCJ-7fKoW2qJzTx9SbdoqaldBJlg/edit
Guardian Article Calling for Clemency:
https://amp.theguardian.com/commentisfree/2022/feb/02/leonard-peltier-is-americas-longest-held-indigenous-prisoner-he-should-be-freed
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Graphics:
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Official Hashtags
#RiseUpForPeltier
#FreeLeonardPeltier
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Account to Tag
@POTUS
@whitehouse
@OfficialFBOP (Bureau of Prisons)
@PeltierHQ (International Leonard Peltier Defense Committee)
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Sample Facebook and Instagram Post (Copy and Paste)
Call-to-Action
Leonard Peltier, Anishinaabe and Dakota, has spent over 4 decades of his life behind bars, and recently, the prison system has failed to provide him adequate care and protection against COVID-19. His story is the epitome of the systemic abuse that continues to target Indigenous people and Movement Leaders.
We call upon President Biden to show proof of his efforts toward justice and equity by granting Executive Clemency to elder movement leader Leonard Peltier.
Call the White House and demand the release of Leonard Peltier. (202) 456-1111. Say
you support the commutation of #LeonardPeltier's sentence. He's held at USP-Coleman I in FL. Register number 89637-132
Sign the online petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your reps. Find them here: https://bit.ly/35raR
#RiseUpForPeltier
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Here's what you need to know to #RiseUpForPeltier
On March 26, 2020 the Office of the Attorney General issued guidelines for the "Prioritization of Home Confinement as Appropriate in Response to COVID-19 Pandemic." A release to home confinement can be an immediate measure to ensure that Mr. Peltier gets the health care that he requires while the ILPDC continues to push for the commutation of his sentence.
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Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here.
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The International Leonard Peltier Defense Committee (ILPDC) is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michael Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough!
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Senator Patrick Leahy (D-Vt), the longest serving member of the U.S. Senate issued a statement urging President Biden to commute Leonard Peltier's sentence stating that, "His trial was so riddled with flaws that even one of the prosecutors trying him has acknowledged that Peltier was wrongfully convicted... He is exactly the kind of individual who should be considered for clemency... I have long believed that pardons and commutations are vital tools to offer clemency and relief, particularly when our criminal justice system has been contorted to propagate injustices. I call on President Biden to commute Mr. Peltier.s sentence expeditiously. It is the right thing to do."
Read the full statement here:
https://www.leahy.senate.gov/press/comment-urging-president-biden-to-commute-leonard-peltiers-sentence
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Sample Tweets (Copy and Paste)
Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here:
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The IPLDC is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michal Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
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It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough.
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For Media Inquiries, Please Contact:
Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453
Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127
Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier’s lead attorney, 615-434-7001

6. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Tim Marshall, Russia e Ucraina. La mappa che spiega la guerra, Garzanti, Milano 2022, pp. 64, euro 4,90. (Estratto da Idem, Le 10 mappe che spiegano i mondo, Garzanti, Milano 2017).
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Riletture
- Vine Deloria Jr, Spirit & Reason. The Vine Deloria Jr. Reader, Fulcrum, Wheat Ridge, Colorado, 1999, pp. XVI + 384.
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Riedizioni
- Giuseppe Bottai, Vent'anni e un giorno (24 luglio 1943), Rcs, Milano 2022, pp. 312, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Ernest Juenger, Nelle tempeste d'acciaio, Guanda, Milano 1990, Rcs, Milano 2022, pp. 348, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Albert Speer, Memorie del Terzo Reich. Mondadori, Milano 1995, 2017, Rcs, Milano 2021, pp. 684, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Classici
- Antonio Gramsci, Quaderni del carcere, Einaudi, Torino 1975, 2001, 4 volumi, pp. 3.438.
- Simone Weil, Quaderni, Adelphi, Milano 1982-1993, quattro volumi per complessive pp. 1846.
- Virginia Woolf, Le tre ghinee, La Tartaruga, Milano 1975, Feltrinelli, Milano 1987, pp. 256.
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Strumenti
- Walter Laqueur (a cura di), Dizionario dell'Olocausto, Einaudi, Torino 2004, 2007, pp. XXXIV + 934.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4424 del 30 marzo 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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