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[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 397
- Subject: [Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 397
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sun, 27 Mar 2022 08:36:44 +0200
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 397 del 27 marzo 2022
In questo numero:
1. Mao Valpiana: Tra guerra e resa, la terza via della nonviolenza
2. Alcune parole dette oggi alla stazione ferroviaria
3. Da un mese ormai la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo...
4. Il 24, 25 e 26 marzo a Viterbo, a Milano e a Sondrio si sono svolti tre incontri per la liberazione di Leonard Peltier
1. RIFLESSIONE: MAO VALPIANA: TRA GUERRA E RESA, LA TERZA VIA DELLA NONVIOLENZA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 26 marzo 2022]
No alla guerra ma si' alla difesa. E' possibile? Il punto decisivo e dirimente di tutta la discussione sul "pacifismo" e': come ci si difende meglio? con le armi o senza armi? Esprimere una posizione contraria all'invio di armi in Ucraina e' una valutazione di contesto. E' fondata sull'esperienza ed i risultati negativi di trent'anni di guerre (Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, Cecenia: dove sono finite le armi? Agli eserciti regolari o alle bande paramilitari? Che uso ne e' stato fatto? Con quali conseguenze?) e sulla necessita' di costruire una strategia alternativa allo schema di gioco imposto dalle armi stesse: misurarsi sul terreno militare, del terrore, della minaccia della guerra nucleare. Significa invocare la soluzione politica e la difesa della vita.
La soluzione facile non c'e' altrimenti non saremmo qua a piangere, a temere per il futuro stesso dell'Europa; ma se non la cerchiamo subito non ci sara' alternativa alla guerra con le sue annunciate conseguenze: occupazione dell'Ucraina con la distruzione del paese, migliaia di morti, feriti, invalidi e milioni di profughi. Lo scenario piu' terribile e probabile e' quello di un'Ucraina occupata militarmente, di uno scontro generalizzato, di un Afghanistan permanente nel cuore d'Europa. Le guerre non si debbono fare: l'ONU e' nata per "salvare le future generazioni dal flagello della guerra", e l'Italia il ripudio di questo strumento ce l'ha scritto in Costituzione.
La storia della nonviolenza moderna e' storia di movimenti di difesa. Gandhi difendeva l'indipendenza dell’India; Martin Luther King difendeva i diritti dei neri; Nelson Mandela difendeva la liberta' del Sudafrica; oggi i movimenti nonviolenti nel mondo agiscono in difesa della vita di chi fugge dalle guerre. Come difendersi e difendere la pace senza aumentare la violenza gia' in atto, e' un problema che non puo' ridursi all'alternativa tra subire o fare la guerra.
La sintesi tra i due pacifismi, quello "profetico" e quello "concreto", sta nella nonviolenza che si pone due imperativi: l'etica e l'efficacia. E' il problema al quale hanno cercato risposte, in epoche e contesti diversi, Gandhi, Capitini, Langer. Il pensiero di Gandhi (verificato nella teoria e nella pratica) era chiaro e non manipolabile gia' nel 1939: "Voi volete eliminare il nazismo, ma non riuscirete mai ad eliminarlo con i suoi stessi metodi" e propose alle nazioni occupate da Hitler di ottenere la vittoria con la resistenza nonviolenta: "L'Europa eviterebbe lo spargimento di fiumi di sangue innocente e l'orgia di odio a cui oggi assistiamo".
E Aldo Capitini, che conobbe le conseguenze del secondo conflitto mondiale, dopo le bombe su Horoshima e Nagasaki senti' l'urgenza di aprire un varco nuovo nella storia, superando l'orrore della guerra con il metodo della nonviolenza: "Tanto dilagheranno violenza e materialismo che ne verra' stanchezza e disgusto; e salira' l'ansia appassionata di sottrarre l'anima ad ogni collaborazione con quell'errore".
Alex Langer si trovo' ad affrontare concretamente il dilemma dell'alternativa alla guerra nel 1993 nell'assedio di Sarajevo: "Oggi penso che davvero occorra un uso misurato e mirato della forza internazionale, e quindi nel quadro dell'Onu. Per fare cosa? Non certo per appoggiare alcuni dei contendenti contro altri, ma per fermare alcune azioni particolarmente intollerabili e far capire che c'e' un limite", che la logica della guerra non paga.
Dunque il tema che il pacifismo pone da almeno mezzo secolo e' quello della costruzione di un sistema di difesa e sicurezza non offensivo. Non sto parlando di utopie, ma della revisione radicale dell'industria europea di difesa che oggi non risponde piu' alle esigenze reali dei singoli paesi, ma e' concentrata sulla competitivita' sui mercati esteri: oltre il 60% dei prodotti militari europei vanno al mercato del Mediterraneo allargato (Nord Africa, Paesi Arabi, Medio Oriente, ecc.) contribuendo di fatto all'aumento dei conflitti e alla tensione nel mondo, cioe' alla nostra insicurezza globale anziche' alla nostra sicurezza.
Quindi quando proponiamo la revisione del modello di difesa, basato su criteri di sostenibilita', razionalizzazione, riconversione, e chiediamo una politica estera alternativa al modello imposto dalla Nato, stiamo facendo politica nonviolenta di prevenzione dei conflitti di oggi e del futuro e rispondiamo alla supplica di Papa Francesco: "i governanti capiscano che comprare armi e dare armi non e' la soluzione al problema".
La soluzione e' prendere sul serio la nonviolenza.
2. REPETITA IUVANT. ALCUNE PAROLE DETTE OGGI ALLA STAZIONE FERROVIARIA
Messe per iscritto qualche ora dopo, queste sono alcune delle parole dette in una conversazione in una stazione ferroviaria dell'Alto Lazio nel primo pomeriggio del 25 marzo 2022 da una persona amica della nonviolenza che non dimentica mai che la guerra sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani, da una persona amica della nonviolenza che non dimentica mai che il primo dovere e' salvare le vite, da una persona amica della nonviolenza che non dimentica mai che ogni vittima ha il volto di Abele, che ogni persona uccisa e' un nostro fratello, una nostra sorella. Uccidere e' il crimine piu' orribile. La guerra, che di innumerevoli uccisioni consiste, e' il piu' grande dei delitti, la piu' grande delle follie. Venga presto il tempo della pace, venga presto l'ora dell'umanita'. Ogni persona agisca per fermare la guerra, ogni persona agisca per salvare le vite: e' il primo dovere.
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Provo a dire ancora una volta le cose che e' necessario dire.
Primo: cessate il fuoco, cessate di uccidere. Nulla vale quanto una vita umana, ogni essere umano ucciso e' una catastrofe per l'umanita'. Cessate il fuoco, cessate di uccidere.
Secondo: occorre soccorrere il popolo ucraino aggredito inviando aiuti umanitari, ricostruendo le citta' distrutte; occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona in fuga dalla guerra.
Terzo: inizino i negoziati e con i negoziati tacciano le armi, prima che altre persone muoiano; inizino i negoziati e con i negoziati tacciano le armi, prima che la guerra si estenda ancora di piu'; inizino i negoziati e con i negoziati tacciano le armi, prima che la guerra diventi apocalisse atomica, annientamento dell'umanita'.
Quarto: torni in Russia l'esercito russo, troppe persone sono gia' morte; risponda dei suoi crimini il governo russo, troppe persone sono gia' morte.
Quinto: gli Stati Uniti d'America e l'Unione Europea cessino di inviare armi usando il popolo ucraino come vittima sacrificale; cessino di alimentare la guerra e le stragi; cessino di fare del male al popolo ucraino, al popolo russo e a tutti i popoli europei.
Sesto: la Nato, l'organizzazione terrorista e stragista le cui pluridecennali criminali iniziative sono alla radice della scellerata follia del governo russo, sia sciolta in quanto organizzazione criminale, ed i suoi vertici siano processati e condannati per i crimini di guerra e crimini contro l'umanita' commessi nell'arco di decenni.
Settimo: il governo italiano che invia armi assassine in un paese in guerra, in flagrante violazione della legge vigente e della Costituzione repubblicana, risponda in tribunale della sua incostituzionale azione effettualmente omicida.
Ottavo: l'Onu invii immediatamente in Ucraina forze di interposizione non armate e nonviolente: milioni di unita' di interposizione non armate e nonviolente, e fermi cosi' la guerra.
Nono: cessino immediatamente le cosiddette "sanzioni" che colpiscono unicamente le classi oppresse e le persone povere in tutta Europa, ed invece di contrastare la guerra la favoreggiano.
Decimo: l'umanita' cominci subito il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, prima che le armi e gli armigeri distruggano la civilta' umana.
Undicesimo: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe. E' l'ora della conversione alla nonviolenza. L'unica difesa vera, l'unica difesa giusta, l'unica difesa possibile, e' la difesa popolare nonviolenta.
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Cessi la strage in Ucraina.
Cessi la strage in Yemen.
Cessi la strage nel Mediterraneo.
Cessino le stragi ovunque.
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Abolire la guerra invera la democrazia.
Abolire la guerra abbatte le dittature.
Abolire la guerra fa cessare il razzismo e la schiavitu'.
Abolire la guerra apre la via a una vita degna per l'intera umanita'.
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Solo il disarmo salva le vite.
Solo il disarmo libera i popoli.
Solo il disarmo apre all'universale convivenza, alla solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e conforta e sostiene, alla condivisione del bene e dei beni, alla sobria felicita' cui ogni essere umano ed ogni umano consorzio hanno diritto.
Solo il disarmo fa cessare le uccisioni.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Occorre opporsi al male facendo il bene.
Occorre contrastare la violenza con la nonviolenza.
Occorre riconoscere l'umanita' di ogni essere umano.
Occorre agire nei confronti di ogni altra persona cosi' come vorresti che ogni altra persona agisse verso di te.
Occorre condividere tutto il bene e tutti i beni.
Difendere la pace e' possibile solo con la nonviolenza.
Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e' possibile solo con la nonviolenza.
Difendere quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, quest'unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi, e' possibile solo con la nonviolenza.
Difendere la dignita' umana dall'orrore e' possibile solo con la nonviolenza.
Difendere l'intera storia umana dall'inabissamento e' possibile solo con la nonviolenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
3. REPETITA IUVANT. DA UN MESE ORMAI LA GUERRA SCATENATA DAL FOLLE E CRIMINALE GOVERNO RUSSO...
Da un mese ormai la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo sta mietendo vittime in Ucraina, e sembra che nessun governo di nessuno stato si stia impegnando con la convinzione e l'energia necessarie per far cessare le stragi, per promuovere il "cessate il fuoco" e i negoziati, per salvare le vite degli esseri umani che stanno morendo sotto le bombe.
Da un mese ormai la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo sta mietendo vittime in Ucraina, e sembra che quasi tutti i governi del mondo siano posseduti da una demoniaca frenesia di guerra, di riarmo, di militarismo.
Sembra che pressoche' tutti i governanti pensino che piu' persone muoiono in Ucraina e piu' vantaggi potranno poi trarne, sembra che pressoche' tutti i governi godano a bere il sangue delle vittime in un'orgia di morte e di pazzia.
Putin sembra in preda a un delirio di sterminio.
Biden prosegue la politica americana di far devastare l'Europa per immiserirla, imbarbarirla e meglio asservirla.
L'Unione Europea sta facendo di tutto per provocare un disastro che avra' per vittime tutti i popoli europei e che sta gia' facendo tornare tremende ed oscene pulsioni fasciste.
Sul grottesco istrione inglese che aizza a piu' stragi, piu' orrori, piu' devastazioni, non vale la pena di sprecare parole, tanto dissennati e ripugnanti sono i suoi proclami.
Delle persone che hanno voce pubblica nel consesso internazionale solo il papa dice parole di verita' e saggezza, chiama alla pace e a salvare le vite.
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Di tanto orrore il primo responsabile e' chi ha scatenato e prosegue la guerra.
Ma corresponsabili ne sono anche tutti coloro che potevano agire per impedire prima e poi per fermare la guerra, ed hanno scelto finora di non farlo.
Frattanto le nostre sorelle ed i nostri fratelli in Ucraina - come in Yemen, come in tante altre parti del mondo - continuano a morire sotto le bombe.
Frattanto l'umanita' s'inabissa nella barbarie, nella sofferenza senza riscatto, nell'orrore senza rimedio, in una irreversibile catastrofe.
Frattanto si fa sempre piu' grande il pericolo che la guerra si espanda ancor piu', che diventi una guerra atomica, che ci divori tutte e tutti.
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Chi ha ancora un cuore che sente e una mente che pensa si adoperi con tutte le sue forze per far cessare la guerra.
Chi ha ancora un cuore che sente e una mente che pensa si adoperi con tutte le sue forze per soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Chi ha ancora un cuore che sente e una mente che pensa si adoperi con tutte le sue forze per opporsi al male facendo il bene.
Chi ha ancora un cuore che sente e una mente che pensa si adoperi con tutte le sue forze per contrastare la violenza con la nonviolenza.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
4. REPETITA IUVANT. IL 24, 25 E 26 MARZO A VITERBO, A MILANO E A SONDRIO SI SONO SVOLTI TRE INCONTRI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Mentre la guerra in Ucraina e' in corso, e naturalmente il primo impegno di ogni persona decente in Europa e' adoperarsi per soccorrere le vittime e far cessare al piu' presto le stragi, anche tante altre vicende richiedono l'attenzione e l'azione nonviolenta di ogni persona di volonta' buona. Tra queste vicende quella di Leonard Peltier, figura-simbolo della lotta dei nativi americani contro il genocidio, l'etnocidio e l'ecocidio, da 46 anni detenuto innocente, ci convoca a un impegno di solidarieta' che non puo' essere rinviato.
E cosi', mentre continua il nostro impegno nonviolento contro la guerra in Ucraina e contro tutte le guerre, continua altresi' l'impegno per la liberazione del nostro fratello Leonard Peltier.
Di seguito una breve notizia su tre iniziative che si sono svolte in questi giorni.
In allegato un intervento (scritto un mese fa) del responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, e un appello della coordinatrice dell'"International Leonard Peltier Defense Committee", Carol Gokee.
Mitakuye Oyasin.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Si e' svolto giovedi' 24 marzo 2022 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", un incontro per la liberazione di Leonard Peltier.
Hanno partecipato Paolo Arena e Peppe Sini.
Per informazioni: e-mail: centropacevt at gmail.com
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Si e' svolto venerdi' 25 marzo 2022 a Milano, presso l'associazione Revdar, in via Digione 7, con inizio alle ore 19,30, un incontro per la liberazione di Leonard Peltier.
Ha partecipato Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano.
L'iniziativa e' stata promossa dal Centro di documentazione antimperialista "Olga Benario" e dal Circolo itinerante proletario "Georges Politzer".
Per informazioni: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).
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Si e' svolta sabato 26 marzo 2022 a Sondrio presso il Centro Evangelico di Cultura, in via Malta 16, con inizio alle ore 17, una conferenza per la liberazione di Leonard Peltier.
Hanno partecipato Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano, e Milena Valli, promotrice di inizative per la pace in Valtellina; modera Emanuele Campagna.
Hanno aderito all'iniziativa il Centro Rigoberta Menchu' e l'Agenzia per la Pace.
Per informazioni: sito: sondrioevangelica.org, tel. 393665976493 (Centro Evangelico di Cultura di Sondrio), ed anche e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).
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Allegato primo. Peppe Sini: Alcune parole per Leonard Peltier
Non muoia in carcere Leonard Peltier
Mentre vengono scritte queste righe Leonard Peltier ha 77 anni, da 46 e' in prigione in un carcere americano di massima sicurezza condannato a due ergastoli per delitti che non ha commesso (un processo-farsa con una giuria razzista lo condanno' sulla base di testimonianze false e di prove altrettanto false; gli stessi accusatori, gli stessi giudici, riconobbero successivamente che fu la condanna di un innocente, che fu una persecuzione politica. Leonard Peltier e' un perseguitato politico, perseguitato perche' e' un nativo americano che ha dedicato l'intera sua vita alla lotta in difesa del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della Madre Terra.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Leonard Peltier soffre da molti anni di gravi patologie, e recentemente ha contratto il covid. La sua vita e' in grave pericolo, ma fin qui neppure questo ha persuaso il Presidente degli Stati Uniti d'America a restituirgli la liberta' attivando l'istituto della grazia presidenziale.
Da tutto il mondo da decine d'anni si chiede che Leonard Peltier sia liberato: lo hanno chiesto Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, e con essi innumerevoli altre personalita' benemerite dell'umanita', lo hanno chiesto istituzioni democratiche come il Parlamento Europeo, lo hanno chiesto associazioni prestigiose come Amnesty International, e con esse milioni di esseri umani da tutto il mondo che hanno sottoscritto petizioni per la sua liberazione. Fin qui a nulla e' valso.
Perche' tanto accanimento? Perche' tanta ferocia contro Leonard Peltier? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che il sistema di potere che domina negli Stati Uniti tema a tal punto un settantasettenne gravemente malato? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli sia sempre stato negato un processo di appello che sicuramente lo avrebbe assolto? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli siano state sistematicamente negate tutte quelle misure di riduzione dell'afflittivita' della pena che lo stesso sistema carcerario americano prevede?
Scriviamolo subito: Leonard Peltier rappresenta l'intera umanita' oppressa in lotta per la comune liberazione e per la difesa dell'intero mondo vivente minacciato di distruzione dai poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.
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La vita, la lotta e la persecuzione di un indiano
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazone criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, e' ora anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
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Un uomo innocente
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
Naturalmente si puo' sostenere che le dichiarazioni di Peltier – anche se sono parole nobili e luminose come quelle che abbiamo citato - non fanno testo: anche se fosse un assassino avrebbe il diritto di negarlo.
Ma oltre le parole vi sono i fatti: ovvero il fatto elementare ed ineludibile che nessuna prova di colpevolezza e' mai emersa; gli stessi accusatori e giudici che pure ne imposero la condanna hanno successivamente ammesso che non vi e' e non vi e' mai stata alcuna prova che fu Leonard Peltier ad uccidere i due agenti dell'Fbi. Il fatto che Leonard Peltier sia stato condannato sulla sola base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, e' un'ulteriore conferma della sua innocenza.
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La solidarieta' in Italia
Anche in Italia si e' sviluppato un movimento di solidarieta' con Leonard Peltier, che nel corso dei decenni ha avuto diverse fasi legate a circostanze particolari.
Con l'elezione di Biden alla Casa Bianca nel 2021 vi e' stata una significativa ripresa delle iniziative.
Una nuova campagna - con una peculiare impostazione nonviolenta - e' stata promossa dal giugno 2021 dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo; essa ha suscitato varie rilevanti adesioni, tra cui quella del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, purtroppo recentemente scomparso.
Accogliendo e facendo propria l'iniziativa promossa dalla struttura nonviolenta viterbese, il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 ha espresso pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Anche dopo la scomparsa del compianto Presidente Sassoli, ed anche nel suo ricordo, l'iniziativa italiana per la liberazione di Leonard Peltier prosegue.
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
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Un percorso di letture per saperne di piu'
1. Un percorso minimo puo' essere il seguente.
Ovviamente occorre cominciare dall'autobiografia di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005).
Tra le opere su Leonard Peltier fondamentale e' il libro di Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994 - segnaliamo che l'edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti).
Un'agile introduzione e' il volumetto di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; contiene anche una silloge di scritti di Petier e la riproduzione di alcune sue opere pittoriche.
Un buon lavoro recente e' il ponderoso volume di Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Particolarmente utile anche per la contestualizzazione e' l'ottima opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata (e segnaliamo che ognuna delle cento voci di cui si compone l'opera reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento).
2. Alcune ulteriori letture utili.
Per chi volesse ulteriormente approfondire vi sono vari buoni libri in inglese, purtroppo non tradotti in italiano.
Sul processo: Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
E' di qualche utilita' anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004.
Un libro che occorre aver letto - col necessario discernimento, e' ovvio – e' Joseph H. Trimbach and John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009. Trimbach e' stato uno dei quadri dell'Fbi piu coinvolti nella repressione dell'Aim e nella persecuzione di Leonard Peltier.
Sono ancora particolarmente utili anche i seguenti libri.
Rex Weyler, Blood of the Land. The Government and Corporate War against the American Indian Movement, Random House, New York 1982, 1984.
Kenneth S. Stern, Loud Hawk. The United States versus the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 1994, Red River Books, 2002.
Per la contestualizzazione cfr. anche Jeffrey Ostler, The Lakotas and the Black Hills. The Struggle for Sacred Ground, Viking Penguin, New York 2010.
Anche se non si occupa della vicenda di Leonard Peltier e' sempre utile la lettura di Winona LaDuke, All Our Relations. Native Struggles for Land and Life, South End Press, Cambridge, Massachusetts, 1999, Haymarket Books, Chicago, Illinois, 2015.
Ovviamente vi sono molti altri libri che meriterebbero di essere letti (ed alcuni ci sono particolarmente cari), ma quelli citati possono essere sufficienti per un inquadramento adeguato.
Concludiamo citando il lavoro di un autore, Ward Churchill, che ci sembra abbia dato contributi utilissimi, e che ha subito una vera e propria persecuzione (in merito cfr. la prefazione di Barbara Alice Mann alla seconda edizione di Ward Churchill, Since Predator Came: Notes from the Struggle for American Indian Liberation, Aigis Publishing, 1995, AK Press, Oakland 2005). Tutte le opere di Ward Churchill che abbiamo letto ci sono sembrate assai utili, ed anche se su alcune questioni (il marxismo, il pacifismo, la nonviolenza) abbiamo opinioni diverse, e' indubitabile che il suo lavoro teorico e documentario, di ricerca e di dibattito, e' di grande valore, merita pieno apprezzamento e profonda gratitudine. Sarebbe bene che i suoi libri venissero finalmente tradotti anche in italiano. Per un avvio alla conoscenza della sua opera suggeriremmo di cominciare da due raccolte di suoi interventi: Ward Churchill, Acts of Rebellion, Routledge, New York and London 2003; e Ward Churchill, Wielding Words like Weapons. Selected Essays in Indigenism, 1995–2005, PM Press, Oakland 2017.
Ricordiamo infine anche che altri utili materiali sono nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del citato libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
Va da se' che non abbiamo ricordato molte opere - alcune delle quali ormai classiche - della e sulla piu' generale resistenza dei nativi americani al genocidio e all'ecocidio; fortunatamente molti sono gia' i lavori - e talora capolavori - sia narrativi che saggistici scritti da illustri autrici ed autori nativi americani, ma non era questa la sede per darne notizia.
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Allegato secondo. Carol Gokee: Rise Up For Peltier Call to Action Toolkit
Ask President Biden for the Immediate Release of Leonard Peltier!
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Call to Action Briefing
There is no doubt that our criminal justice system is imperfect, and Mr. Peltier knows firsthand just how imperfect it can be.
"I call on President Biden to commute Mr. Peltier's sentence expeditiously. It is the right thing to do." - Senator Patrick Leahy (D-Vt), longest serving member of the U.S. Senate
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Call to Action
Contact President Biden today!
202.456.1111
Ask for the immediate release of Leonard Peliter
Call President Biden Today! 202.456.1111
Please note: The White House comment line is open from 11 a.m. to 3 p.m.
Eastern, Tuesday through Thursday.
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Important Links:
Change.org Petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your local Representatives: https://bit.ly/housereplp
New York Times Article : Clemency for Peltier:
Guardian Article Calling for Clemency:
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Graphics:
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Please use these graphics to post on social media outlets.
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Use images in this link above for signs and banners for art builds.
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Official Hashtags
#RiseUpForPeltier
#FreeLeonardPeltier
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Account to Tag
@POTUS
@whitehouse
@OfficialFBOP (Bureau of Prisons)
@PeltierHQ (International Leonard Peltier Defense Committee)
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Sample Facebook and Instagram Post (Copy and Paste)
Call-to-Action
Leonard Peltier, Anishinaabe and Dakota, has spent over 4 decades of his life behind bars, and recently, the prison system has failed to provide him adequate care and protection against COVID-19. His story is the epitome of the systemic abuse that continues to target Indigenous people and Movement Leaders.
We call upon President Biden to show proof of his efforts toward justice and equity by granting Executive Clemency to elder movement leader Leonard Peltier.
Call the White House and demand the release of Leonard Peltier. (202) 456-1111. Say
you support the commutation of #LeonardPeltier's sentence. He's held at USP-Coleman I in FL. Register number 89637-132
Sign the online petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your reps. Find them here: https://bit.ly/35raR
#RiseUpForPeltier
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Here's what you need to know to #RiseUpForPeltier
On March 26, 2020 the Office of the Attorney General issued guidelines for the "Prioritization of Home Confinement as Appropriate in Response to COVID-19 Pandemic." A release to home confinement can be an immediate measure to ensure that Mr. Peltier gets the health care that he requires while the ILPDC continues to push for the commutation of his sentence.
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Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here.
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The International Leonard Peltier Defense Committee (ILPDC) is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michael Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough!
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Senator Patrick Leahy (D-Vt), the longest serving member of the U.S. Senate issued a statement urging President Biden to commute Leonard Peltier's sentence stating that, "His trial was so riddled with flaws that even one of the prosecutors trying him has acknowledged that Peltier was wrongfully convicted... He is exactly the kind of individual who should be considered for clemency... I have long believed that pardons and commutations are vital tools to offer clemency and relief, particularly when our criminal justice system has been contorted to propagate injustices. I call on President Biden to commute Mr. Peltier.s sentence expeditiously. It is the right thing to do."
Read the full statement here:
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Sample Tweets (Copy and Paste)
Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here:
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The IPLDC is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michal Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
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It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough.
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For Media Inquiries, Please Contact:
Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453
Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127
Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier’s lead attorney, 615-434-7001
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 397 del 27 marzo 2022
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