[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 394



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 394 del 24 marzo 2022

In questo numero:
1. Fermare la guerra, salvare le vite
2. Luciano Bonfrate: Tre passi nel delirio. Una concione
3. Alcune parole per Leonard Peltier
4. Carol Gokee: Rise Up For Peltier Call to Action Toolkit
5. Il 25 e 26 marzo a Milano e a Sondrio due incontri per la liberazione di Leonard Peltier
6. Bob Dylan: Soffia nel vento
7. Bob Dylan: Padroni della guerra
8. Bob Dylan: Una dura pioggia cadra'
9. Bob Dylan: I tempi stanno cambiando
10. Bob Dylan: Con Dio dalla nostra parte

1. L'ORA. FERMARE LA GUERRA, SALVARE LE VITE

Fermare la guerra, salvare le vite.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
La guerra e' nemica dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. L'ORA. LUCIANO BONFRATE: TRE PASSI NEL DELIRIO. UNA CONCIONE

I.

"a l'uomo non facesse alcuna guerra"
(Purg., XXVIII, 100)

Dai telegiornali dai telefonini
di Mosca di Kiev di Roma di New York
non sento una sola parola
che non sia velenosa menzogna
che non sia esortazione a uccidere

Tutto e' propaganda di guerra
tutto e' semina di odio

Anche le immagini piu' strazianti
anche gli appelli piu' commoventi
anche le parole vere e giuste delle vittime in lacrime
tutto e' travolto dall'onda di fango e di pece bollente
della retorica di chi vuole piu' sangue
di chi vuole piu' morti piu' stupri piu' squartamenti
di chi s'arricchisce e fa carriera
sulle ossa fracassate sulle interiora esibite
ogni strage un aumento di stipendio
ogni tortura un avanzamento nella gerarchia
ogni orrore sale il conto in banca
ogni atto di barbarie una cattedra uno scranno una poltrona piu' in alto
ogni gesto di ferocia profondo uno spasmo di godimento

Dalla televisione dai telefonini
sempre e soltanto gli assassini parlano

II.

"di sangue fece spesse volte laco"
(Inf., XXV, 27)

Le armi sanno la regola del gioco
giocano a bocce con i teschi lustri
ne fanno boccali in cui trincano purpureo liquore e liquame
segnano i punti piantando chiodi nelle carni stese sul legno
tengono la radio a tutto volume
che e' un vecchio trucco che funzione sempre

Le armi sanno come far innamorare
il pubblico di oggi che vuole roba forte
la gente vuole ballare sull'abisso
la gente vuole vedere cose oscene
siamo un paese libero gente moderna e trasgressiva
noi non vogliamo limiti a noi ci piace il brivido
chi muore vuole dire che se lo meritava

Le armi conoscono i vizi di tutti
ti dicono che in fondo non c'e' niente di male
a fare il male quello che conta e' vincere
chi si ferma e' un brocco e uno sfigato
chi si oppone e' un fesso senza spina dorsale
la pace e' peggio che dormire sempre
la pace e' roba da sguatteri e da serve
a noi ci piacciono gli sport estremi
chi muore muore e avanti un altro giro
deve continuare lo spettacolo
il carosello non s'ha da fermare
ci piace la roba che ti manda su di giri
ci piace rompere le ossa alle cornacchie
ci piace far scoppiare in aria i rospi
e chi non e' dei nostri sono zecche

La sanno lunga le armi
a fare un salto al campo dei miracoli
ti convincono sempre

III.

"Fitti nel limo dicon: Tristi fummo"
(Inf., VII, 121)

Bisogna essersi strappati gli occhi
per non vedere quello che si vede
e quello che si vede e' che si uccide
e chi alle uccisioni non si oppone
contribuisce all'infinita strage

Bisogna essersi amputati l'anima
per non capire che occorre il disarmo
che occorre l'obiezione di coscienza
che occorre la difesa nonviolenta
che occorre agire per salvare le vite
con l'interposizione nonviolenta
con gli aiuti umanitari indispensabili
soccorrendo accogliendo assistendo
chiunque e' in fuga da guerra e da fame
chiunque e' vittima della violenza

Bisogna avere perso la ragione
per proseguire in questa folle corsa
a rapinare e devastare tutto
a togliere la luce ed il respiro
alle sorelle ed ai fratelli nostri

Chi ancora obbedisce ai poteri assassini
chi ancora si prosterna a chi fa il male
chi ancora e' indifferente di fronte a tanto orrore
ha smarrito la sua stessa umanita'

IV.

"noi fummo tutti gia' per forza morti"
(Purg., V, 52)

Vivessimo in un mondo decente
contro la guerra insorgerebbe l'umanita' intera

l'umanita' intera nell'eta' atomica
dovrebbe insorgere per abolirle tutte
le armi assassine
prima che le armi tutta la distruggano

Nessun esercito dovrebbe piu' sussistere
nessuna persona dovrebbe piu' essere addestrata a uccidere
indotta a uccidere costretta a uccidere

Fossimo l'umanita' che potremmo essere
fossimo l'umanita' che dovremmo essere
nessuno sarebbe piu' ucciso

Fossimo quella vera umanita'
che ha l'umanita' sempre sognato
nessuno mai verrebbe piu' ammazzato
e sempre prevarrebbe la pieta'

Ma questo mondo decente che non c'e'
sei tu che devi farlo e farlo adesso

sii tu l'umanita' come dovrebbe essere
sii tu il bene che si oppone al male
sii tu la nonviolenza in cammino

sii tu l'amico che vorresti avere
sii tu la mano che condivide il pane
sii tu lo specchio del volto dell'altro
sii tu la resistenza che la guerra estingue

oppresse e oppresse di tutti i paesi
unitevi
per la comune liberazione
per la condivisione di tutto il bene e tutti i beni
per la salvezza dell'umanita' e del mondo vivente

Salvare le vite e' il primo dovere

3. REPETITA IUVANT. ALCUNE PAROLE PER LEONARD PELTIER

Il testo che segue e' la stesura integrale dell'articolo "Persecuzione politica negli Usa. Non muoia in carcere Leonard Peltier" che apparira' su "Adista segni nuovi" n. 8 del 5 marzo 2022.
Ringrazio di cuore le amiche e gli amici di "Adista" per la richiesta e l'ospitalita'.
L'occasione e' propizia per esprimere non solo la mia gratitudine verso un mezzo d'informazione e un'esperienza giornalistica e militante che da molti, molti anni e' anche per me un punto di riferimento fondamentale, ma anche per invitare chi legge queste righe a visitare quel sito e sostenere quell'esperienza. Per contatti: www.adista.it
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Non muoia in carcere Leonard Peltier
Mentre vengono scritte queste righe Leonard Peltier ha 77 anni, da 46 e' in prigione in un carcere americano di massima sicurezza condannato a due ergastoli per delitti che non ha commesso (un processo-farsa con una giuria razzista lo condanno' sulla base di testimonianze false e di prove altrettanto false; gli stessi accusatori, gli stessi giudici, riconobbero successivamente che fu la condanna di un innocente, che fu una persecuzione politica. Leonard Peltier e' un perseguitato politico, perseguitato perche' e' un nativo americano che ha dedicato l'intera sua vita alla lotta in difesa del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della Madre Terra.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Leonard Peltier soffre da molti anni di gravi patologie, e recentemente ha contratto il covid. La sua vita e' in grave pericolo, ma fin qui neppure questo ha persuaso il Presidente degli Stati Uniti d'America a restituirgli la liberta' attivando l'istituto della grazia presidenziale.
Da tutto il mondo da decine d'anni si chiede che Leonard Peltier sia liberato: lo hanno chiesto Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, e con essi innumerevoli altre personalita' benemerite dell'umanita', lo hanno chiesto istituzioni democratiche come il Parlamento Europeo, lo hanno chiesto associazioni prestigiose come Amnesty International, e con esse milioni di esseri umani da tutto il mondo che hanno sottoscritto petizioni per la sua liberazione. Fin qui a nulla e' valso.
Perche' tanto accanimento? Perche' tanta ferocia contro Leonard Peltier? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che il sistema di potere che domina negli Stati Uniti tema a tal punto un settantasettenne gravemente malato? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli sia sempre stato negato un processo di appello che sicuramente lo avrebbe assolto? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli siano state sistematicamente negate tutte quelle misure di riduzione dell'afflittivita' della pena che lo stesso sistema carcerario americano prevede?
Scriviamolo subito: Leonard Peltier rappresenta l'intera umanita' oppressa in lotta per la comune liberazione e per la difesa dell'intero mondo vivente minacciato di distruzione dai poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.
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La vita, la lotta e la persecuzione di un indiano
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazone criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, e' ora anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
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Un uomo innocente
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
Naturalmente si puo' sostenere che le dichiarazioni di Peltier – anche se sono parole nobili e luminose come quelle che abbiamo citato - non fanno testo: anche se fosse un assassino avrebbe il diritto di negarlo.
Ma oltre le parole vi sono i fatti: ovvero il fatto elementare ed ineludibile che nessuna prova di colpevolezza e' mai emersa; gli stessi accusatori e giudici che pure ne imposero la condanna hanno successivamente ammesso che non vi e' e non vi e' mai stata alcuna prova che fu Leonard Peltier ad uccidere i due agenti dell'Fbi. Il fatto che Leonard Peltier sia stato condannato sulla sola base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, e' un'ulteriore conferma della sua innocenza.
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La solidarieta' in Italia
Anche in Italia si e' sviluppato un movimento di solidarieta' con Leonard Peltier, che nel corso dei decenni ha avuto diverse fasi legate a circostanze particolari.
Con l'elezione di Biden alla Casa Bianca nel 2021 vi e' stata una significativa ripresa delle iniziative.
Una nuova campagna - con una peculiare impostazione nonviolenta - e' stata promossa dal giugno 2021 dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo; essa ha suscitato varie rilevanti adesioni, tra cui quella del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, purtroppo recentemente scomparso.
Accogliendo e facendo propria l'iniziativa promossa dalla struttura nonviolenta viterbese, il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 ha espresso pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Anche dopo la scomparsa del compianto Presidente Sassoli, ed anche nel suo ricordo, l'iniziativa italiana per la liberazione di Leonard Peltier prosegue.
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
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Un percorso di letture per saperne di piu'
1. Un percorso minimo puo' essere il seguente.
Ovviamente occorre cominciare dall'autobiografia di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005).
Tra le opere su Leonard Peltier fondamentale e' il libro di Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994 - segnaliamo che l'edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti).
Un'agile introduzione e' il volumetto di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; contiene anche una silloge di scritti di Petier e la riproduzione di alcune sue opere pittoriche.
Un buon lavoro recente e' il ponderoso volume di Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Particolarmente utile anche per la contestualizzazione e' l'ottima opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata (e segnaliamo che ognuna delle cento voci di cui si compone l'opera reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento).
2. Alcune ulteriori letture utili.
Per chi volesse ulteriormente approfondire vi sono vari buoni libri in inglese, purtroppo non tradotti in italiano.
Sul processo: Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe. 
E' di qualche utilita' anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004.
Un libro che occorre aver letto - col necessario discernimento, e' ovvio – e' Joseph H. Trimbach and John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009. Trimbach e' stato uno dei quadri dell'Fbi piu coinvolti nella repressione dell'Aim e nella persecuzione di Leonard Peltier.
Sono ancora particolarmente utili anche i seguenti libri.
Rex Weyler, Blood of the Land. The Government and Corporate War against the American Indian Movement, Random House, New York 1982, 1984.
Kenneth S. Stern, Loud Hawk. The United States versus the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 1994, Red River Books, 2002.
Per la contestualizzazione cfr. anche Jeffrey Ostler, The Lakotas and the Black Hills. The Struggle for Sacred Ground, Viking Penguin, New York 2010.
Anche se non si occupa della vicenda di Leonard Peltier e' sempre utile la lettura di Winona LaDuke, All Our Relations. Native Struggles for Land and Life, South End Press, Cambridge, Massachusetts, 1999, Haymarket Books, Chicago, Illinois, 2015.
Ovviamente vi sono molti altri libri che meriterebbero di essere letti (ed alcuni ci sono particolarmente cari), ma quelli citati possono essere sufficienti per un inquadramento adeguato.
Concludiamo citando il lavoro di un autore, Ward Churchill, che ci sembra abbia dato contributi utilissimi, e che ha subito una vera e propria persecuzione (in merito cfr. la prefazione di Barbara Alice Mann alla seconda edizione di Ward Churchill, Since Predator Came: Notes from the Struggle for American Indian Liberation, Aigis Publishing, 1995, AK Press, Oakland 2005). Tutte le opere di Ward Churchill che abbiamo letto ci sono sembrate assai utili, ed anche se su alcune questioni (il marxismo, il pacifismo, la nonviolenza) abbiamo opinioni diverse, e' indubitabile che il suo lavoro teorico e documentario, di ricerca e di dibattito, e' di grande valore, merita pieno apprezzamento e profonda gratitudine. Sarebbe bene che i suoi libri venissero finalmente tradotti anche in italiano. Per un avvio alla conoscenza della sua opera suggeriremmo di cominciare da due raccolte di suoi interventi: Ward Churchill, Acts of Rebellion, Routledge, New York and London 2003; e Ward Churchill, Wielding Words like Weapons. Selected Essays in Indigenism, 1995–2005, PM Press, Oakland 2017.
Ricordiamo infine anche che altri utili materiali sono nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del citato libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
Va da se' che non abbiamo ricordato molte opere - alcune delle quali ormai classiche - della e sulla piu' generale resistenza dei nativi americani al genocidio e all'ecocidio; fortunatamente molti sono gia' i lavori - e talora capolavori - sia narrativi che saggistici scritti da illustri autrici ed autori nativi americani, ma non era questa la sede per darne notizia.

4. REPETITA IUVANT. CAROL GOKEE: RISE UP FOR PELTIER CALL TO ACTION TOOLKIT
[Dal comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier ("International Leonard Peltier Defense Committee", 428-A8 Farnham St. Marshall, WI. 53559, 715.209.4453, sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: Contact at whoisleonardpeltier.info) riceviamo e diffondiamo]

Ask President Biden for the Immediate Release of Leonard Peltier!
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Call to Action Briefing
There is no doubt that our criminal justice system is imperfect, and Mr. Peltier knows firsthand just how imperfect it can be.
"I call on President Biden to commute Mr. Peltier's sentence expeditiously. It is the right thing to do." - Senator Patrick Leahy (D-Vt), longest serving member of the U.S. Senate
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Call to Action
Contact President Biden today!
202.456.1111
Ask for the immediate release of Leonard Peliter
Call President Biden Today! 202.456.1111
Please note: The White House comment line is open from 11 a.m. to 3 p.m.
Eastern, Tuesday through Thursday.
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Important Links:
Change.org Petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your local Representatives: https://bit.ly/housereplp
New York Times Article : Clemency for Peltier:
https://docs.google.com/document/d/1zpHhgTsR0cOQkqxlCJ-7fKoW2qJzTx9SbdoqaldBJlg/edit
Guardian Article Calling for Clemency:
https://amp.theguardian.com/commentisfree/2022/feb/02/leonard-peltier-is-americas-longest-held-indigenous-prisoner-he-should-be-freed
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Graphics:
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Official Hashtags
#RiseUpForPeltier
#FreeLeonardPeltier
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Account to Tag
@POTUS
@whitehouse
@OfficialFBOP (Bureau of Prisons)
@PeltierHQ (International Leonard Peltier Defense Committee)
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Sample Facebook and Instagram Post (Copy and Paste)
Call-to-Action
Leonard Peltier, Anishinaabe and Dakota, has spent over 4 decades of his life behind bars, and recently, the prison system has failed to provide him adequate care and protection against COVID-19. His story is the epitome of the systemic abuse that continues to target Indigenous people and Movement Leaders.
We call upon President Biden to show proof of his efforts toward justice and equity by granting Executive Clemency to elder movement leader Leonard Peltier.
Call the White House and demand the release of Leonard Peltier. (202) 456-1111. Say
you support the commutation of #LeonardPeltier's sentence. He's held at USP-Coleman I in FL. Register number 89637-132
Sign the online petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your reps. Find them here: https://bit.ly/35raR
#RiseUpForPeltier
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Here's what you need to know to #RiseUpForPeltier
On March 26, 2020 the Office of the Attorney General issued guidelines for the "Prioritization of Home Confinement as Appropriate in Response to COVID-19 Pandemic." A release to home confinement can be an immediate measure to ensure that Mr. Peltier gets the health care that he requires while the ILPDC continues to push for the commutation of his sentence.
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Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here.
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The International Leonard Peltier Defense Committee (ILPDC) is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michael Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough!
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Senator Patrick Leahy (D-Vt), the longest serving member of the U.S. Senate issued a statement urging President Biden to commute Leonard Peltier's sentence stating that, "His trial was so riddled with flaws that even one of the prosecutors trying him has acknowledged that Peltier was wrongfully convicted... He is exactly the kind of individual who should be considered for clemency... I have long believed that pardons and commutations are vital tools to offer clemency and relief, particularly when our criminal justice system has been contorted to propagate injustices. I call on President Biden to commute Mr. Peltier.s sentence expeditiously. It is the right thing to do."
Read the full statement here:
https://www.leahy.senate.gov/press/comment-urging-president-biden-to-commute-leonard-peltiers-sentence
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Sample Tweets (Copy and Paste)
Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here:
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The IPLDC is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michal Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
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It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough.
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For Media Inquiries, Please Contact:
Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453
Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127
Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier’s lead attorney, 615-434-7001

5. INCONTRI. IL 25 E 26 MARZO A MILANO E A SONDRIO DUE INCONTRI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Si svolgera' venerdi' 25 marzo 2022 a Milano, presso l'associazione Revdar, in via Digione 7, con inizio alle ore 19,30, un incontro per la liberazione di Leonard Peltier.
Partecipa Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano.
L'iniziativa e' promossa dal Centro di documentazione antimperialista "Olga Benario" e dal Circolo itinerante proletario "Georges Politzer".
Per informazioni: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).
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Si svolgera' sabato 26 marzo 2022 a Sondrio presso il Centro Evangelico di Cultura, in via Malta 16, con inizio alle ore 17, una conferenza per la liberazione di Leonard Peltier.
Partecipano Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano, e Milena Valli, promotrice di inizative per la pace in Valtellina; modera Emanuele Campagna.
Aderiscono all'iniziativa il Centro Rigoberta Menchu' e l'Agenzia per la Pace.
Per informazioni: sito: sondrioevangelica.org, tel. 393665976493 (Centro Evangelico di Cultura di Sondrio), ed anche e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).

6. TESTI. BOB DYLAN: SOFFIA NEL VENTO
[Riproponiamo ancora una volta questi testi. Non occorre presentare Bob Dylan, ne' queste canzoni: non c'e' persona impegnata per la pace e i diritti umani che non le abbia, se non cantate, almeno ascoltate. Blowin' in the wind, Masters of war e A hard rain's a-gonna fall sono nell'album "The freewheelin' Bob Dylan" (1963); The times they are a-changin' e With God on our side sono nell'album "The times they are a-changin'" (1964). Le traduzioni che proponiamo sono quelle di Stefano Rizzo in Bob Dylan, Blues, ballate e canzoni, Newton Compton, Roma 1972]

Quante strade deve percorrere un uomo
prima di poterlo chiamare un uomo
e quanti mari deve navigare una bianca colomba
prima di dormire sulla sabbia
e quante volte debbono volare le palle di cannone
prima di essere proibite per sempre
la risposta amico soffia nel vento
la risposta soffia nel vento

E quanti anni puo' una montagna esistere
prima di essere spazzata verso il mare
e quanti anni possono gli uomini esistere
prima di essere lasciati liberi
e quante volte puo' un uomo volgere il capo
e fare finta di non vedere
la risposta amico soffia nel vento
a risposta soffia nel vento

E quante volte deve un uomo guardare in alto
prima di poter vedere il cielo
e quanti orecchi deve un uomo avere
prima di poter sentire gli altri che piangono
e quanti morti ci vorranno prima che lui sappia
che troppi sono morti
la risposta amico soffia nel vento
la risposta soffia nel vento

7. TESTI. BOB DYLAN: PADRONI DELLA GUERRA

Venite padroni della guerra
voi che costruite i grossi cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite tutte le bombe
voi che vi nascondete dietro i muri
voi che vi nascondete dietro le scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere

Voi che non avete mai fatto nulla
se non costruire per distruggere
voi giocate con il mio mondo
come se fosse il vostro piccolo giocattolo
voi mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete dai miei occhi
e vi voltate e correte lontano
quando volano le veloci pallottole

Come Giuda dei tempi antichi
voi mentite ed ingannate
una guerra mondiale puo' essere vinta
voi volete che io creda
ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
come vedo attraverso l'acqua
che scorre giu' nella fogna

Voi caricate le armi
che altri dovranno sparare
e poi vi sedete e guardate
mentre il conto dei morti sale
voi vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue dei giovani
scorre dai loro corpi
e viene sepolto nel fango

Avete causato la peggior paura
che mai possa spargersi
paura di portare figli
in questo mondo
poiche' minacciate il mio bambino
non nato e senza nome
voi non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene

Che cosa so io
per parlare quando non e' il mio turno
direte che sono giovane
direte che non so abbastanza
ma c'e' una cosa che so
anche se sono piu' giovane di voi
che perfino Gesu' non perdonerebbe
quello che fate

Voglio farvi una domanda
il vostro denaro vale cosi' tanto
vi comprera' il perdono
pensate che potrebbe
io penso che scoprirete
quando la morte esigera' il pedaggio
che tutti i soldi che avete accumulato
non serviranno a ricomprarvi l'anima

E spero che moriate
e che la vostra morte venga presto
seguiro' la vostra bara
un pallido pomeriggio
e guardero' mentre vi calano
giu' nella fossa
e staro' sulla vostra tomba
finche' non saro' sicuro che siete morti

8. TESTI. BOB DYLAN: UNA DURA PIOGGIA CADRA'

E dove sei stato
figlio dagli occhi azzurri
dove sei stato
dolce mio figlio
ho inciampato nel fianco
di dodici montagne nebbiose
ho camminato e strisciato
su sei strade contorte
ho camminato nel mezzo
di sette tristi foreste
sono stato davanti
dodici oceani morti
sono stato diecimila miglia
nella bocca di un cimitero
e una dura dura
dura pioggia cadra'

E cosa hai visto
figlio dagli occhi azzurri
cosa hai visto
dolce mio figlio
ho visto un neonato
e bianchi lupi lo circondavano
ho visto una strada di diamanti
e nessuno vi camminava
ho visto un ramo nero
e il sangue ne gocciolava
ho visto una stanza piena di uomini
e i loro martelli sanguinavano
ho visto una scala bianca
tutta coperta di acqua
ho visto diecimila che parlavano
e le loro parole erano un balbettio
ho visto fucili e spade affilate
nelle mani di bambini
e una dura dura
dura pioggia cadra'

E cosa hai sentito
figlio dagli occhi azzurri
cosa hai sentito
dolce mio figlio
ho sentito il fragore di un tuono
e il suo rombo era un avvertimento
ho sentito il fragore di un'onda
che potrebbe sommergere tutto il mondo
ho sentito cento tamburini
e le loro mani erano in fiamme
ho sentito diecimila bisbigliare
e nessuno ascoltare
ho sentito un uomo morire di fame
ho sentito molti altri che ridevano
ho sentito la canzone di un poeta
che e' morto nella strada
ho sentito il suono di un pagliaccio
che piangeva nel cortile
e una dura dura
dura pioggia cadra'

E cosa hai incontrato
figlio dagli occhi azzurri
chi hai incontrato
dolce mio figlio
ho incontrato un bambino
vicino a un cavallino morto
ho incontrato un uomo bianco
che camminava con un cane nero
ho incontrato una giovane donna
il suo corpo era in fiamme
ho incontrato una bambina
mi ha dato un arcobaleno
ho incontrato un uomo
che era ferito in amore
ho incontrato un altro uomo
che era ferito in odio
e una dura dura
dura pioggia cadra'

E cosa farai adesso
figlio dagli occhi azzurri
cosa farai adesso
dolce mio figlio
tornero' la' fuori
prima che la pioggia cominci a cadere
camminero' nel profondo
della piu' profonda nera foresta
dove molti sono gli uomini
e vuote sono le loro mani
dove pallottole di veleno
contaminano le loro acque
dove la casa nella valle
e' una sporca e fredda prigione
e la faccia del boia
e' sempre ben nascosta
dove la fame e' brutta
dove le anime sono dimenticate
dove nero e' il colore
dove zero e' il numero
e lo diro' e lo ripetero'
e lo pensero' e lo respirero'
e riflettero' dalle montagne
cosi' che tutte le anime lo vedano
poi staro' in piedi sull'oceano
fino a quando comincero' ad affondare
ma sapro' la mia canzone bene
prima di cominciare a cantare
e una dura dura
dura pioggia cadra'

9. TESTI. BOB DYLAN: I TEMPI STANNO CAMBIANDO

Venite intorno a me voi tutti
ovunque vagate
e ammettete che le acque
intorno a voi sono salite
e accettate che presto
sarete inzuppati fino all'osso
se per voi il tempo
ha qualche valore
allora e' tempo di cominciare a nuotare
o affonderete come pietre
perche' i tempi stanno cambiando

Venite scrittori e critici
che profetizzate con le vostre penne
e tenete gli occhi bene aperti
non vi sara' data un'altra scelta
e non parlate troppo presto
perche' la ruota sta ancora girando
e nessuno puo' dire
chi sara' designato
il perdente di adesso
sara' domani il vincente
perche' i tempi stanno cambiando

Venite senatori e deputati
ascoltate vi prego il richiamo
non vi fermate sulla soglia
non bloccate l'ingresso
perche' colui ci rimettera'
che ha cercato di rallentare
c'e' una battaglia
fuori che infuria
e presto scuotera' le vostre finestre
e fara' tremare i vostri muri
perche' i tempi stanno cambiando

Venite madri e padri
da tutto il paese
e non criticate
quello che non potete capire
i vostri figli e le vostre figlie
non li potete comandare
la vostra vecchia strada
sta rapidamente invecchiando
andatevene vi prego dalla nuova
se non potete anche voi dare una mano
perche' i tempi stanno cambiando

La linea e' tracciata
la maledizione scagliata
l'uomo lento di adesso
sara' il piu' veloce domani
cosi' il presente di adesso
sara' passato domani
l'ordine sta rapidamente
scomparendo
e il primo di adesso
sara' l'ultimo domani
perche' i tempi stanno cambiando

10. TESTI. BOB DYLAN: CON DIO DALLA NOSTRA PARTE

Il mio nome non conta
e la mia eta' nemmeno
il paese da cui vengo
e' chiamato il midwest
la' sono cresciuto e ho imparato
a obbedire alle leggi
e che il paese in cui vivo
ha Dio dalla sua parte

I libri di storia lo dicono
e lo dicono cosi' bene
la cavalleria caricava
e gli indiani cadevano
la cavalleria caricava
e gli indiani morivano
perche' il paese era giovane
con Dio dalla sua parte

La guerra ispano-americana
ha fatto il suo tempo
e anche la guerra civile
fu presto messa da parte
e i nomi degli eroi
li ho imparati a memoria
con i fucili in mano
e Dio dalla loro parte

La prima guerra mondiale
e' venuta ed e' andata
i motivi per combattere
non li ho mai capiti
ma ho imparato ad accettarla
ad accettarla con fierezza
perche' non si contano i morti quando
hai Dio dalla tua parte

La seconda guerra mondiale
finalmente fini'
abbiamo perdonato i tedeschi
e poi siamo diventati amici
anche se hanno assassinato sei milioni
nei forni li hanno bruciati
anche i tedeschi adesso hanno
Dio dalla loro parte

Ho imparato a odiare i russi
per tutta la mia vita
se un'altra guerra viene
e' loro che dobbiamo combattere
odiarli e temerli
correre a nasconderci
e accettare tutto coraggiosamente
con Dio dalla mia parte

ma ora abbiamo armi
di polvere chimica
se siamo costretti a usarle
allora usarle dovremo
qualcuno premera' il bottone
e il mondo intero saltera'
ma non bisogna mai fare domande
quando si ha Dio dalla propria parte

Per molte tristi ore
ho pensato a questo
che Gesu' Cristo fu
tradito da un bacio
ma io non posso pensare per voi
e voi soli dovrete giudicare
se Giuda iscariota
aveva Dio dalla sua parte

Adesso me ne debbo andare
sono stanco sfinito
la confusione che provo
non c'e' lingua che la possa dire
le parole mi riempiono la testa
e cadono sul pavimento
se Dio e' dalla nostra parte
impedira' la prossima guerra

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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 394 del 24 marzo 2022
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