[Nonviolenza] Telegrammi. 4400



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4400 del 6 marzo 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. In piazza contro la guerra
2. "Mitakuye Oyasin". Alcune parole contro la guerra dette a Viterbo e nel viterbese il 24, 25 e 26 febbraio 2022
3. Angela Dogliotti: Di fronte alla guerra
4. Tariq Ali: Un movimento per fermare in Europa la guerra di Putin. E la Nato
5. Carol Gokee: Alcuni materiali per la mobilitazione per la liberazione di Leonard Peltier
6. Silvia Muletti: Quando ci sara' giustizia per Leonard Peltier?
7. Contrastare la pandemia
8. Tre tesi
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. L'ORA. IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA

Salvare le vite e' il primo dovere.

2. REPETITA IUVANT. "MITAKUYE OYASIN". ALCUNE PAROLE CONTRO LA GUERRA DETTE A VITERBO E NEL VITERBESE IL 24, 25 E 26 FEBBRAIO 2022

Ricostruite a memoria queste sono alcune delle parole contro la guerra dette dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, nel corso di due incontri svoltisi presso la struttura nonviolenta viterbese giovedi' 24 febbraio, in un incontro di testimonianza svoltosi a Cura di Vetralla (Vt) la sera di venerdi' 25 febbraio, e durante la manifestazione in piazza della Repubblica a Viterbo nel pomeriggio di sabato 26 febbraio 2022.
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1. La guerra e' un crimine contro l'umanita'
La guerra scatenata dall'autocrate russo contro la popolazione ucraina e' un crimine mostruoso e un'abissale follia.
La guerra e' sempre e solo un crimine contro l'umanita', poiche' essa sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.
Tutte le vittime sono nostre sorelle e nostri fratelli perche' siamo un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Occorre opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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2. Cessate il fuoco
Da tutto il mondo deve farsi sentire la voce dell'umanita': cessate il fuoco, cessate di uccidere, si aprano immediatamente negoziati di pace, l'esercito invasore si ritiri dai territori occupati.
"Cessate il fuoco" e' la prima richiesta dell'umanita' intera.
"Cessate il fuoco" e' il primo bisogno e il primo dovere.
Fermare le stragi e le devastazioni.
Soccorrere immediatamente tutte le vittime.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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3. Contro tutte le guerre, contro tutti i fascismi
Ci opponiamo a questa guerra cosi' come ci siamo opposti alle tante altre guerre che nel corso della nostra vita si sono verificate.
Ci opponiamo a questa invasione armata cosi' come ci siamo opposti alle tante altre invasioni armate che nel corso della nostra vita si sono verificate.
Ci opponiamo a questa aggressione terrorista e stragista come ci siamo opposti alle tante altre aggressioni terroriste e stragiste che nel corso della nostra vita si sono verificate.
Ci opponiamo alla violenza fascista sempre: la violenza e' sempre fascista, la guerra e' sempre totalitaria.
Ci opponiamo alla violenza militarista e imperialista, maschilista e razzista, schiavista e rapinatrice, devastatrice e distruttrice: la violenza e' sempre fascista, la guerra e' sempre totalitaria.
Ci opponiamo alla violenza nell'unico modo concreto e coerente, nitido e intransigente: con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Ci opponiamo alla violenza che sta minacciando di distruzione l'umanita' intera e l'intero mondo vivente.
Dopo Auschwitz e dopo Hiroshima l'umanita' sa la verita': che la guerra e' nemica assoluta dell'umanita' tutta; che o l'umanita' abolira' la guerra o la guerra annientera' l'umanita'.
Dopo Auschwitz e dopo Hiroshima l'umanita' sa la verita': che occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano bisognoso di aiuto, che siamo una sola umanita' di persone tutte diverse l'una dall'altra ma insieme tutte uguali in dignita' e diritti, e che per ogni essere umano deve valere il diritto alla liberta', alla giustizia, alla fraternita', alla misericordia, alla convivenza e alla condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e di tutti i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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4. Abolire la guerra, costruire la pace
La guerra non si puo' contrastare con i mezzi della guerra, che invece l'alimentano in una spirale di inabissamento dell'umanita' intera verso l'autodistruzione.
La pace si puo' costruire solo con mezzi di pace.
Se una cosa la storia dell'umanita' ci insegna e' che la violenza sempre e solo genera altra violenza.
Se una cosa la storia dell'umanita' ci insegna e' che la regola aurea che deve presiedere a tutte le relazioni tra gli esseri umani e tra gli esseri umani e l'intero mondo vivente e' "agisci nei confronti degli altri cosi' come vorresti che gli altri agissero verso di te".
Tutte le grandi tradizioni culturali dell'umanita' ci chiamano a un primo, fondamentale, ineludibile dovere: non uccidere.
Tutte le grandi tradizioni culturali dell'umanita' ci chiamano a un primo, fondamentale, ineludibile dovere: salvare le vite.
Tacciano le armi, che sono sempre assassine. Si aboliscano le armi, che sono sempre assassine.
Si fermino gli eserciti, che sono sempre assassini. Si aboliscano gli eserciti, che sono sempre assassini.
Si insorga nonviolentemente contro tutte le guerre, contro tutte le armi, contro tutti gli eserciti.
Si insorga nonviolentemente contro tutti i poteri fascisti, che sono sempre assassini.
Pace, disarmo, smilitarizzazione; giustizia e liberta', democrazia e solidarieta'; riconoscimento e riconoscenza per l'umanita' intera; convivenza dell'umanita' intera, nonviolenza come scelta vitale dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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5. Fermare la follia assassina, in tutte le piazze del mondo si manifesti la volonta' di pace dell'umanita' intera
Fermare la follia assassina dell'autocrazia russa, fermare la follia assassina dell'imperialismo americano, fermare la follia assassina del razzismo e dello schiavismo europei, fermare la follia assassina dei fanatismi pseudoreligiosi, fermare la follia assassina delle dittature locali e globali, fermare la follia assassina del modo di produzione e del sistema di potere che sta distruggendo il mondo vivente e riducendo l'umanita' a condizioni subumane, che sta portando l'intera civilta' umana, l'intero consorzio umano, alla catastrofe; fermare la follia assassina del maschilismo che e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
In tutte le piazze del mondo si manifesti la volonta' di pace, di giustizia e liberta', di solidarieta' e di nonviolenza, la volonta' di vivere dell'umanita' intera.
Siamo una sola umanita'.
Solo la pace salva le vite.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nell'impegno comune per la comune liberazione e per la salvezza dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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6. E quindi ripetiamo ancora una volta...
E quindi ripetiamo ancora una volta cio' che in questi giorni di angoscia andiamo ripetendo.
La prima cosa da fare contro la guerra e' chiedere l'immediato "cessate il fuoco", chiedere che si cessi immediatamente di uccidere. Salvare le vite e' il primo dovere.
E per chiedere il "cessate il fuoco" occorre manifestare nelle piazze di tutto il mondo, poiche' siamo una sola umana famiglia in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita', ed ogni vittima di ogni guerra, ogni vittima di ogni strage, ogni vittima di ogni uccisione e' un nostro fratello, una nostra sorella.
Ma e' evidente che fare questa richiesta, preliminare e indispensabile, non basta.
La seconda cosa da fare contro la guerra e' iniziare noi qui a contrastare la guerra nell'unico modo in cui e' possibile contrastare veramente la guerra: con il disarmo, con la smilitarizzazione, con la scelta concreta e coerente della nonviolenza.
E poiche' non si puo' chiedere il disarmo altrui se non si comincia col proprio, non si puo' chiedere la smilitarizzazione altrui se non si comincia con la propria, non si puo' chiedere ad altri di scegliere la nonviolenza se non si comincia noi stessi ad agire contro la violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, allora occorre che cominciamo noi a disarmare, cominciamo noi a smilitarizzare, cominciamo noi ad abbracciare la nonviolenza che nella situazione presente del mondo e' l'unica - l'unica - risorsa che resta all'umanita' per salvare se' stessa ed il mondo vivente dalla catastrofe.
E per essere chiari ed espliciti.
I. Occorre sciogliere immediatamente la Nato che e' un'organizzazione terrorista e stragista che minaccia l'umanita' intera e sta portando il mondo al disastro; sciogliere la Nato e processarne i vertici per crimini contro l'umanita' e' il primo indispensabile passo per fermare le guerre in corso - non solo in Europa ma ovunque nel mondo - e costruire la pace.
La Nato impedisce una politica di pace, di sicurezza e di solidarieta' europea, essendo asservita agli interessi statunitensi che confliggono flagrantemente con quelli europei (ed en passant: la Russia e' parte dell'Europa, gli Usa no).
La Nato e' in contrasto con l'impegno di pace sancito da tutte le Costituzioni democratiche (in primis quella italiana).
L'esistenza e l'azione della Nato in questi ultimi trent'anni e' stata una costante spinta alla guerra, al riarmo, alla promozione della sopraffazione e della violenza.
II. Occorre dare seguito all'impegno sancito dall'Onu di proibire tutte le armi nucleari.
L'Italia ospita armi nucleari americane? Deve imporne lo smantellamento e la distruzione.
L'Italia fa parte dell'Unione Europea e nell'Unione Europea vi sono paesi con armamento nucleare? L'Italia deve battersi per il loro smantellamento e la loro distruzione.
Le armi nucleari minacciano la distruzione dell'umanita' intera, chiunque lo sa. E' diritto e dovere di ogni essere umano, di ogni umano consorzio ed ordinamento giuridico sostenere l'impegno deliberato dall'Onu di proibire tutte le armi nucleari. Si smantellino tutti gli arsenali atomici, si garantisca un futuro all'umanita'.
III. Sono oltre trent'anni che l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana viene sistematicamente violato da governi e parlamenti proni alla guerra, alla sua logica, ai suoi strumenti, ai suoi apparati; e tanti esseri umani - e tra essi tanti soldati italiani - sono morti in tante parti del mondo per questo. E' semplicemente mostruoso.
L'Italia torni finalmente all'integrale rispetto dell'articolo 11 della sua carta costituzionale, della sua legge fondamentale, che testualmente, esplicitamente, inequivocabilmente "ripudia la guerra".
IV. Si sperperano risorse ingentissime per le spese militari, mentre la popolazione si impoverisce, mentre sarebbe necessario usare delle risorse del pubblico erario per aiutare chi e' piu' in difficolta'.
Si inizi dunque una drastica e progressiva riduzione delle spese militari del nostro paese; e' infame spendere tanti pubblici denari per strutture e pratiche finalizzate alla guerra e quindi all'uccidere gli esseri umani; e' infame spendere tanti pubblici denari per le armi in cui scopo e' uccidere gli esseri umani; e' infame far prevalere la volonta' di uccidere sulla volonta' di vivere. Salvare le vite e' il primo dovere.
V. Nonostante il nostro ordinamento abbia da tempo riconosciuta de jure la "difesa civile non armata e nonviolenta", de facto ancora non e' iniziata la necessaria e urgentissima transizione dalla difesa armata alla difesa civile non armata e nonviolenta, quella "difesa popolare nonviolenta" che tutti gli studiosi seri ed onesti - e tutte le esperienze storiche fondamentali dell'ultimo secolo - indicano come necessita' assoluta ed improcrastinabile per la salvezza dell'umanita'.
E' l'ora di avviare la difesa popolare nonviolenta se vogliamo impedire la distruzione dell'umanita' e l'irreversibile devastazione del mondo vivente.
Cessare di uccidere.
Salvare le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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7. E quindi ripetiamo ancora una volta...
E quindi ripetiamo ancora una volta cio' che andiamo ripetendo ormai da anni ed anni.
Ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza dell'umanita' intera.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi. Mitakuye Oyasin.
Datta. Dayadhvam. Damyata. Shantih shantih shantih.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. RIFLESSIONE. ANGELA DOGLIOTTI: DI FRONTE ALLA GUERRA
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" di Torino riprendiamo e diffondiamo questo articolo del 25 febbraio 2022]

"Una pace futura potra' esser veramente tale solo se prima sara' stata trovata da ognuno in se' stesso - se ogni uomo si sara' liberato dall'odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avra' superato quest'odio e l'avra' trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore, se non e' troppo"
(Etty Hillesum, Diario)

La prima reazione che viene spontanea di fronte a quanto sta accadendo in queste ore non troppo lontano dai nostri confini e' lo sconforto, unito a sgomento e dolore. Di fronte alla prospettiva di tante vite distrutte solo il silenzio è adeguato. Poi, pero', di fronte alla guerra, segue il bisogno di capire, di riflettere e di agire.
In questi giorni abbiamo letto e ascoltato tante analisi della situazione, tante valutazioni, tentativi di interpretare quanto stava accadendo e di immaginare i diversi scenari futuri. Lasciando da parte tutte queste considerazioni piu' contingenti, penso possa essere utile in questo momento riflettere piu' in profondita' su alcune questioni di fondo.
Stamattina alla trasmissione radiofonica Prima pagina e' stato citato un rapporto sullo stato della democrazia nel mondo dal quale risulta che e' aumentato il numero dei sistemi autoritari, delle democrature; mentre negli stessi paesi che si definiscono democratici la democrazia e' sempre piu' in crisi, svuotata di senso, fragile.
Cio' che e' in crisi e' un intero sistema di pensiero, che ha prodotto uno sviluppo distorto, energivoro e fonte di diseguaglianze sociali, la distruzione degli equilibri degli ecosistemi che ci sta portando verso il disastro climatico e sul piano etico una  profonda crisi di  punti di riferimento valoriali.
Cosi' possono salire ai massimi livelli delle istituzioni pubbliche individui privi di scrupoli, cinici, guidati solo da ragioni di potenza e forse in taluni casi anche da caratteristiche personali ai limiti della follia.
Ma che cosa si puo' opporre a questa deriva, che, seppur in modo diverso, si presenta in diversi contesti e parti del mondo?  L'Italia della "Costituzione piu' bella del mondo" che ripudia la guerra, l'Europa nata dall'antifascismo di Ventotene cosa possono proporre per uscire da questa deriva? I principi ci sarebbero, i riferimenti politico-culturali pure, ma si sono inariditi in una deriva individualistica e privatistica, che ha come risultato societa' con intollerabili disuguaglianze, politiche securitarie che portano a respingere chi si affaccia ai nostri confini per chiedere aiuto e rifugio, ottiche neoliberiste dure a ricredersi nemmeno di fronte ai disastri prodotti in tempo di pandemia.
Non c'e' da stupirsi dunque se l'unica risposta messa in atto, a Est come a Ovest, e' quella delle armi, settore in costante crescita nonostante sia evidente la stridente contraddizione tra questa tendenza e i bisogni reali dei cittadini.
Cio' che servirebbe, allora, e' un cambio profondo di paradigma. E la rivoluzione da fare e' quella che Gandhi propose piu' un secolo fa:
- il satyagraha, la lotta nonviolenta contro le ingiustizie, solo modo per affrontare i conflitti senza aggiungere violenza a violenza;
- il sarvodaya, il benessere di tutti, perche' in un mondo che e' ormai un unico villaggio globale non si puo' pensare di sopravvivere sulla pelle degli altri, sullo sfruttamento di interi popoli senza pagarne le conseguenze;
- la semplicita' volontaria, bestemmia rispetto al consumismo sfrenato che ci sta portando alla distruzione, ma unica strada possibile per la sopravvivenza e per una vita dignitosa per tutti.
Ma quando la guerra scoppia che fare? Gia' e' stata sottolineata in piu' occasioni su queste pagine la necessita' di un continuo e concreto impegno per la pace a diversi livelli. Un articolato documento della Rete italiana pace e disarmo propone prospettive di lavoro costruttivo da portare avanti quotidianamente, con costanza e a lungo termine, proprio a partire dalla presente situazione.
Poi, in questi giorni, bisogna andare in piazza in tanti a gridare contro la guerra; come stanno facendo anche in Russia e in Ucraina, dove e' molto piu' difficile farlo che da noi.
Un bel documento della War Resisters' International, l'internazionale nonviolenta dei resistenti alla guerra nata nel 1921, di cui il Movimento nonviolento fondato da Aldo Capitini e' la sezione italiana, lancia un accorato appello:
- al governo ucraino a mettere in atto una resistenza civile contro l'occupazione (come fece la Danimarca sotto l'occupazione nazista);
- al popolo ucraino a disobbedire a un eventuale nuovo governo installato dai russi;
- al popolo russo di protestare contro il regime di Putin;
- ai soldati russi di disobbedire agli ordini, come espressione di una necessaria difesa sociale nella presente situazione;
- a Russia, Nazioni Unite, Osce, Nato e a tutti i governi coinvolti di avviare immediate negoziazioni; ai membri della Nato di moderare attentamente le proprie reazioni all'aggressione russa e di non far pagare al popolo russo i crimini della propria leadership;
- a tutti, di essere solidali con il popolo ucraino e di sostenere tutti coloro che resistono alla guerra in Ucraina, in Russia e in ogni altra parte del mondo.
Mi sembra l'unica prospettiva, perche', come scriveva sempre Etty Hillesum nel suo diario, "ogni atomo di odio che aggiungiamo al mondo lo rende ancor piu' inospitale".

4. RIFLESSIONE. TARIQ ALI: UN MOVIMENTO PER FERMARE IN EUROPA LA GUERRA DI PUTIN. E LA NATO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 5 marzo 2022.
Tariq Ali e' fondatore di Stop the War, movimento pacifista britannico nato nel settembre 2001 dopo l'attentato alle Twin Towers]

I politici europei dell'estremo centro (centrodestra e centrosinistra) si sono compattati dietro la Nato come una forza del bene. Il centrosinistra sembra essere ancor piu' propenso al bellicismo del centrodestra. Un manto di conformismo ricopre il continente. Non si trova alcun sognatore. Nel frattempo i rifugiati africani e indiani che fuggono dalla guerra in Ucraina non vengono lasciati entrare o vengono assaliti e abusati. Le guerre della Nato in Yemen e Somalia continuano mietendo piu' vittime di quelle in Ucraina sinora. E, naturalmente, i paesi Nato supportano inequivocabilmente la continuata occupazione israeliana della Palestina. Le vite non bianche non hanno grande importanza a "Natoland".
L'UE si e' dimostrata incapace di fermare l'espansione della Nato, mentre negli Stati Uniti commentatori sia liberali che conservatori sostenevano che la logica di questa espansione sarebbe stata il conflitto con la Russia. Le rubriche di Thomas Friedman degli ultimi giorni sono critiche nei confronti della Nato. Altrettanto lo e' Henry Kissinger. E la scorsa settimana Ted Galen Carpenter del Cato Institute ha scritto: "E' evidente da molto tempo che l'espansione della Nato condurrebbe a una tragedia. Stiamo pagando il prezzo dell'arroganza Usa". L'elite tedesca, che negli ultimi trent'anni e' stata incapace di esercitare un'influenza sulla Nato, ha ora deciso di accettare la richiesta spesso ripetuta da Washington, e ha intrapreso un immenso programma di riarmo.
A differenza della maggior parte dei politici e dei commentatori dell'Ue, Carpenter e altri analisti americani non devono nascondere il fatto che la Nato e' uno strumento delle politiche imperialiste americane. L'espansione della Nato e dell'Unione Europea hanno reso ogni tentativo di indipendenza della Ue da Washington come un sogno a base di marijuana. Sono consapevoli di chi comanda. Sanno chi dirige lo spettacolo.
L'elite britannica sta ora prendendo di mira la Stop the War Coalition creata nel 2001 dopo che la Nato ha lanciato l'operazione Liberta' duratura (provo a non ridere) per occupare l'Afghanistan. Nelle ultime settimane, sia Boris Johnson che Starmer (il leader del Labour della sua corrente di destra) hanno attaccato il movimento pacifista. Starmer ha dichiarato che nessun deputato laburista puo' criticare la Nato, e ha minacciato di espellere coloro che parlano ai comizi di Stop the War. Questa e' la democrazia in azione. Una nebbia di mistificazioni e propaganda avvolge la Gran Bretagna. Gli elementi piu' estremi vogliono rischiare un conflitto atomico. I media qui hanno lodato i manifestanti per la pace russi ma attaccano Stop the War perche' rifiutiamo di assolvere la Nato dalla sua parte di responsabilita' nell'aver creato questa situazione, come pure sostengono molti commentatori statunitensi.
La guerra di Putin sta andando male. L'intento di creare uno stato fantoccio russo sul modello dei paesi satellite Usa/Nato nel resto dell'Europa dell'Est sembra naufragato. La popolarita' di Zelensky e' alle stelle. Cio' che ora probabilmente accadra' e' una partizione dell'Ucraina, i cui termini prima o poi dovranno venire negoziati. Le mode della Nato cambiano. Putin un tempo era un amico, lodato da Clinton e Blair per i suoi "successi" nella sconfitta dei ceceni, e ringraziato da Washington per aver consentito che le basi militari ex sovietiche venissero usate per la conquista dell'Afghanistan. Oggi Putin e' il male incarnato. E domani?
Nel frattempo, la "civilta' occidentale" e' al suo apice di stupidita' nel momento in cui un'universita' italiana cancella una lezione su Dostoevskij, o con i musicisti russi sotto attacco, eccetera. Confrontate cio' al discorso di Lev Kopelev, uno studioso tedesco e traduttore per l'Armata rossa durante la seconda guerra mondiale. Nelle sue memorie (No Jail for Thought), Kopelev (immortalato come il buon comunista Rubin nel capolavoro di Solzenicyn, Il primo cerchio) descrive il suo ingresso in una stanza piena di ufficiali tedeschi di tutti i gradi dopo la resa di Stalingrado. Li descrive come distrutti, fisicamente e mentalmente, mentre mormorano "ci vergogniamo di essere tedeschi". Kopelev (un ebreo russo la cui parte stava vincendo la guerra) dice loro: non vergognatevi di essere tedeschi. Vergognatevi di combattere per i nazisti. La cultura tedesca, gli dice, si risollevera'. E' la cultura di Goethe e Schiller, Beethoven e Bach, Marx e Engels. Non dovete rigettare questo patrimonio. Un'argomentazione diversa da quella impiegata da Lukacs ne La distruzione della ragione. E anche se Kopelev in seguito divenne un dissidente, i suoi saggi sulla cultura tedesca erano ancora altamente considerati. Questa e' una lezione per gli imbecilli che vogliono boicottare la cultura russa.
Intanto Stop the War sta organizzando, in dieci citta', degli eventi in cui si chiede il ritiro delle truppe russe e la fine dell'espansione Nato. C'e' stata qualche piccola manifestazione anti-Nato a Napoli e Milano, e Jean-Luc Melenchon, il candidato presidenziale di France Insoumise (al 13% nei sondaggi contro il 3% dei socialisti) ha chiesto il ritiro della Francia dalla Nato. Piccoli fremiti, ma non senza importanza.

5. MATERIALI. CAROL GOKEE: ALCUNI MATERIALI PER LA MOBILITAZIONE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
[Da Carol Gokee riceviamo e diffondiamo questi materiali.
Carol Gokee coordina il comitato internazionale di solidarieta' con Leonard Peltier, per contatti: Carol Gokee, National Co-Director "International Leonard Peltier Defense Committee", 428-A8 Farnham St. Marshall, WI. 53559, 715.209.4453, Contact at whoisleonardpeltier.info]

We urge President Biden to immediately grant clemency to Leonard Peltier
Points in Support of the Release of Leonard Peltier
Commutation/Pardon
Pres. Biden's powers of executive clemency give him the option of granting a pardon or commuting a sentence.
Other remedies:
Parole
The  U.S. Parole Commission has denied parole multiple times. Mr. Peltier has consistently maintained his innocence, and it is unlikely parole will be granted.
Compassionate release
Leonard Peltier is eligible for compassionate release under BOP rules, but he has been denied multiple times and he has no right to appeal these denials to a federal district court because he was convicted before 11/1/1987.
Release to home confinement due to the pandemic
A temporary release to home confinement is not freedom for Mr. Peltier.
Recent Letters/Actions:
2021 July: James Reynolds Letter to President Biden "Enough is Enough".
James Reynolds is the former U.S. Attorney whose office handled the prosecution and appeal of Leonard Peltier in 1977.
2021 November: Letter from 11 Members of Congress led by Cong. Raul Grijalva (D-AZ).
2022 February: Sen. Brian Schatz (D-HI) Letter to President Biden.
2022 February: Sen. Patrick Leahy (D-VT) Letter to President Biden.
2022 February: Letter from 11 Members of Congress led by Cong. Raul Grijalva (D-AZ)
2022 February: The National Congress of American Indians (NCAI) renews the call for the release of Leonard Peltier.
Supporting Background Points:
Leonard Peltier is now 77 years old and Saturday, February 6, 2022, marked the completion of his 46th year in prison.
Leonard Peltier tested positive for the coronavirus on 1/28/22.
Due to the ongoing COVID-19 pandemic and Leonard's already fragile health status, including diabetes and an abdominal aortic aneurysm, there is renewed urgency behind the effort to gain his release.
Our request for clemency is centered on the injustice of his continued incarceration based on the constitutional violations and prosecutorial misconduct that have been unveiled in recent years.
Examples:
The government withheld exculpatory evidence: a ballistics report showed the shell casings collected from the scene didn't come from his weapon.
The prosecution of Leonard Peltier relied on testimony from supposed witnesses who later recanted their statements, asserting that FBI agents threatened and coerced them into lying.
Also see: Former Federal Judge Kevin Sharp CBS News Interview 2/6/22
Counterpoint to assertion that his conviction has been upheld by the U.S. District Court, the 8th Circuit Court of Appeals, and the Supreme Court:
No denial of the prosecution's misconduct.
Conviction was upheld despite the prosecution's misconduct.
See United States v. Peltier, 553 F. Supp. 890 (D.N.D. 1982) (denying motion to vacate judgment and for a new trial); United States v. Peltier, 731 F.2d 550 (8th Cir. 1984) (remanding for an evidentiary hearing); United States v. Peltier, 609 F. Supp. 1143 (D.N.D. 1985) (denying motions to disqualify judge and to vacate judgment and for a new trial), aff'd, 800 F.2d 772 (8th Cir. 1986), cert. denied, 484 U.S. 822 (1987); Peltier v. Henman, 997 F.2d 461 (8th Cir. 1993) (affirming the denial of 28 U.S.C. - 2255 motion); Peltier v. Booker, 348 F.3d 888 (10th Cir. 2003) (affirming the denial of habeas relief and request for parole), cert. denied, 541 U.S. 1003 (2004).
The Eight Circuit stated that "[t]he use of the affidavits of Myrtle Poor Bear in the extradition proceedings was, to say the least, a clear abuse of the investigative process of the F.B.I." See United States v. Peltier, 585 F.2d 314, 335 n.18 (8th Cir. 1978).
The Eighth Circuit later acknowledged the "improper conduct" by the FBI and noted that the explanation for the initial ballistics report authored four months prior to the one used at trial - showing that "[n]one of the other ammunition components recovered at the [shoot-out] scene could be associated with [the Wichita AR–15]" - was "facially inconsistent with the newly-discovered evidence." See United States v. Peltier, 800 F.2d 772, 776, 778 (8th Cir. 1986) (some alterations in original, some added).
Despite this, the Court relied on an interpretation that Supreme Court precedent at the time required a finding "that it is reasonably probable the jury would have acquitted Peltier had it been aware of [the concealed] evidence," a misunderstanding of the standard which the Supreme Court subsequently clarified. See id. at 777.
Leonard Peltier's unjust imprisonment has been recognized as such by national and international human rights organizations, leading voices on criminal justice issues, dignitaries from around the world, and nearly 100 current and former members of Congress.
To mainstream America, these actions by the FBI in the mid-1970's in Indian country seem hardly believable. To Native Americans, their actions resonated deeply and represent a time of open oppression and aggression by federal law enforcement on Indian reservations throughout America.
Our efforts to gain the release of Leonard Peltier have repeatedly been stymied by the opposition of the FBI. It has been over four decades. The time for healing is now - both for American Indians and the FBI.
For additional information, please contact Judge Kevin Sharp, former Chief Judge of the U.S. District Court - TN and voluntary pro bono lawyer for Leonard Peltier.
Judge Kevin Sharp: ksharp at sanfordheisler.com / (615) 434-7701.

6. DOCUMENTAZIONE. SILVIA MULETTI: QUANDO CI SARA' GIUSTIZIA PER LEONARD PELTIER?
[Dal sito www.radiobullets.com riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del primo marzo 2022]

Leonard Peltier sta scontando una pena tra le piu' lunghe inflitte negli Stati Uniti non per il crimine per cui e' accusato, ma per aver danzato la Danza del Sole. "Where is the justice for Leonard Peltier" e' il refrain della canzone numero 8 dell'album Revolution di Little Steven, chitarra e mandolino nella E Street Band di Bruce Springsteen. L'album e' del 1989 e il titolo della canzone e' "Leonard Peltier", attivista per i diritti umani dei nativi americani, in carcere da 16.814 giorni, 8 ore, 45 minuti e 11 secondi al momento in cui viene scritto questo articolo, che sui suoi 77 anni di vita ne fanno 46 trascorsi in carcere.
Leonard Peltier sleeps in a prison tonight
For 400 years he's lived with justice washed white
His crime was tradition spoken with pride.
"Leonard Peltier dorme in una prigione stanotte / Per 400 anni ha vissuto con una giustizia bianca slavata / Il suo crimine e' stato sostenere la tradizione con orgoglio".
La strofa definisce molto bene il caso Peltier, che rivela gli interessi da parte dell'FBI - coperti dalla volonta' di far luce sull'omicidio di due agenti − e volonta' politiche di indebolimento dell'autodeterminazione e di eliminazione fisica del popolo nativo americano.
*
L'accusa
L'accusa per cui Peltier e' in carcere e'è l'omicidio di due agenti dell'FBI durante una sparatoria avvenuta in una riserva di nativi americani nel 1975. Il 26 giugno di quell'anno, nella riserva indiana di Pine Ridge nel South Dakota, agenti dell'FBI a bordo di auto senza targhe, hanno aperto il fuoco su membri dell'American Indian Movement (AIM), un gruppo per i diritti dei nativi americani operativo nella riserva di cui Peltier faceva parte. I due agenti dell'FBI, Jack Coler e Ronald Williams, vengono feriti da colpi di arma da fuoco prima di essere uccisi, e anche un membro dell'AIM, Joseph Stuntz, viene colpito a morte. Sull'uccisione di quest'ultimo non si sono aperte indagini e l'FBI ha sentenziato che e' stato "apparentemente raggiunto da un colpo di arma da fuoco di un agente delle forze dell'ordine" durante la sparatoria. Per i due agenti dell'FBI uccisi sono stati indagati Leonard Peltier assieme a due coimputati attivisti del movimento: questi ultimi sono stati assolti per legittima difesa, mentre per Peltier, che non si e' mai dichiarato colpevole, non si sono viste valide prove portate dall'accusa, se non testimonianze poi smentite da parte di persone minacciate e intimidite dall'FBI. L'uomo e' stato condannato a due ergastoli da scontare fino al 2040 al Coleman Federal Correctional Complex, un carcere della Florida.
Il procuratore degli Stati Uniti James Reynolds, che ha contribuito alla condanna di Peltier nel 2017, ha chiesto a Barack Obama e all'attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden di concedere la grazia all'accusato. Secondo quanto riporta Huffington Post, i funzionari federali non hanno mai avuto prove che Leonard Peltier avesse commesso alcun crimine. James Reynolds e' oggi uno dei sostenitori della liberazione di Peltier, in quanto afferma che il governo ancora non sa chi abbia ucciso gli agenti dell'FBI.
Reynolds e' stato l'avvocato degli Stati Uniti che ha contribuito a mettere Peltier in prigione, e in una lettera di luglio a Biden ha affermato di essersi reso conto nel corso degli anni di quanto fosse ingiusto il processo a Peltier e che sarebbe stato utile alla giustizia lasciarlo tornare a casa.
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La solidarieta'
L'incarcerazione e la prigionia di Peltier hanno suscitato le proteste e la solidarieta' di tanti leader internazionali che si occupano o si sono occupati di diritti umani: il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento Europeo, Amnesty International, Madre Teresa e Coretta Scott King. Recentemente Vera Pegna ha espresso la richiesta di liberazione in un video per Pressenza, mentre nell'agosto del 2021 l'ex presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, recentemente scomparso, aveva chiesto clemenza per Peltier, sostenuto anche da un appello popolare.
La solidarieta' ispirata da Leonard Peltier e' quella della lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e soggiogati dalla violenza dei poteri dominanti, in difesa del mondo oppresso dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente (secondo quanto riconosciuto dal Movimento Internazionale per la Riconciliazione e il Movimento Nonviolento Piemonte e Valle d'Aosta, e altri centri studi di pace italiani).
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"Pratico la Danza del Sole"
Leonard Peltier ha scritto la propria biografia: Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999, nell'edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005, e in questa scrive:
"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
"Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio".
Non cedero' mai".
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"Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano"
Sempre dall'autobiografia, e' cosi' che Peltier vive l'esperienza dell'accusa di colpevolezza:
"Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare...
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
L'ultima testimonianza che Peltier ha rilasciato sulla condizione in carcere e' quella di "una camera di tortura". Ha infatti recentemente contratto la Covid-19 − circa due settimane fa - per cui gli appelli e la richiesta di liberazione diventano ancora piu' impellenti. Dopo l'esortazione del senatore dello stato delle Hawaii sul rilascio prima che la situazione di salute dell'attivista si aggravi, Joe Biden resta l'ultima possibilita' per Peltier di essere un indiano libero.

7. REPETITA IUVANT. CONTRASTARE LA PANDEMIA

Vaccinazione obbligatoria e gratuita per l'umanita' intera.
Troppi esseri umani sono gia' morti.
Salvare le vite e' il primo dovere.

8. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Ludovico Quaroni, I volti della citta', Edizioni di Comunita', Milano 2019, pp. 64, euro 8.
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Riletture
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014, pp. XIV + 296.
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Riedizioni
- Michel Foucault, Del governo dei viventi, Feltrinelli, Milano 2014, 2021, pp. 384, euro 15.
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Classici
- Howard Zinn, Storia del popolo americano. Dal 1492 a oggi, Il Saggiatore, Milano 2017, pp. 784.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4400 del 6 marzo 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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