[Nonviolenza] Telegrammi. 4398



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4398 del 4 marzo 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. "Contro la guerra. E per i diritti umani di tutti gli esseri umani". Un incontro di riflessione con la dottoressa Antonella Litta a Viterbo
2. "Contro la guerra. E per Leonard Peltier". Un incontro di riflessione a Viterbo con Paolo Arena
3. "Mitakuye Oyasin". Alcune parole contro la guerra dette a Viterbo e nel viterbese il 24, 25 e 26 febbraio 2022
4. Carol Gokee: Alcuni materiali per la mobilitazione per la liberazione di Leonard Peltier
5. Ruth H. Hopkins: Justice for Leonard Peltier
6. "Morning Star": US political prisoner Leonard Peltier tests positive for Covid-19
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. "CONTRO LA GUERRA. E PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE CON LA DOTTORESSA ANTONELLA LITTA A VITERBO

Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 3 marzo 2022 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di riflessione con la dottoressa Antonella Litta sul tema: "Contro la guerra. E per i diritti umani di tutti gli esseri umani".
L'incontro si e' svolto nel piu' assoluto rispetto delle misure di sicurezza per prevenire e contrastare la diffusione del coronavirus.
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Una minima notizia su Antonella Litta
Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (Vt). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute" nonche' referente nazionale per le problematiche ambientali e sanitarie derivanti dall'inquinamento delle acque ad uso umano. E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. E' impegnata nell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi) a livello locale e provinciale. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio e il diritto all'abitare con iniziative di solidarieta' concreta. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si e' opposto vittoriosamente all'insensato ed illegale mega-aeroporto di Viterbo salvando la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame di dantesca memoria e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate al consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione. E' promotrice del "Coordinamento addio pesticidi". Per il suo impegno in difesa di ambiente, salute e diritti alla dottoressa Antonella Litta e' stato attribuito il 6 marzo 2013 a Roma il prestigioso "Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai" con la motivazione: "per l'impegno a tutela della salute dei cittadini e della salubrita' del territorio". Il 18 ottobre 2013 ad Arezzo in occasione delle settime "Giornate italiane mediche per l'ambiente" le e' stato conferito il prestigioso riconoscimento da parte della "International Society of Doctors for the Environment" con la motivazione: "per la convinta testimonianza, il costante impegno, l'attenzione alla formazione e all'informazione sulle principali problematiche nell'ambito dell'ambiente e della salute". Il 25 novembre 2013 a Salerno le e' stato attribuito il prestigioso Premio "Trotula de Ruggiero".

2. INCONTRI. "CONTRO LA GUERRA. E PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO CON PAOLO ARENA

La sera di giovedi' 3 marzo 2022 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' tenuto un incontro di riflessione sul tema: "Contro la guerra. E per la liberazione di Leonard Peltier".
L'incontro si e' svolto nel piu' assoluto rispetto delle misure di sicurezza per prevenire e contrastare la diffusione del coronavirus.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
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Una minima notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

3. REPETITA IUVANT. "MITAKUYE OYASIN". ALCUNE PAROLE CONTRO LA GUERRA DETTE A VITERBO E NEL VITERBESE IL 24, 25 E 26 febbraio 2022

Ricostruite a memoria queste sono alcune delle parole contro la guerra dette dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, nel corso di due incontri svoltisi presso la struttura nonviolenta viterbese giovedi' 24 febbraio, in un incontro di testimonianza svoltosi a Cura di Vetralla (Vt) la sera di venerdi' 25 febbraio, e durante la manifestazione in piazza della Repubblica a Viterbo nel pomeriggio di sabato 26 febbraio 2022.
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1. La guerra e' un crimine contro l'umanita'
La guerra scatenata dall'autocrate russo contro la popolazione ucraina e' un crimine mostruoso e un'abissale follia.
La guerra e' sempre e solo un crimine contro l'umanita', poiche' essa sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.
Tutte le vittime sono nostre sorelle e nostri fratelli perche' siamo un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Occorre opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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2. Cessate il fuoco
Da tutto il mondo deve farsi sentire la voce dell'umanita': cessate il fuoco, cessate di uccidere, si aprano immediatamente negoziati di pace, l'esercito invasore si ritiri dai territori occupati.
"Cessate il fuoco" e' la prima richiesta dell'umanita' intera.
"Cessate il fuoco" e' il primo bisogno e il primo dovere.
Fermare le stragi e le devastazioni.
Soccorrere immediatamente tutte le vittime.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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3. Contro tutte le guerre, contro tutti i fascismi
Ci opponiamo a questa guerra cosi' come ci siamo opposti alle tante altre guerre che nel corso della nostra vita si sono verificate.
Ci opponiamo a questa invasione armata cosi' come ci siamo opposti alle tante altre invasioni armate che nel corso della nostra vita si sono verificate.
Ci opponiamo a questa aggressione terrorista e stragista come ci siamo opposti alle tante altre aggressioni terroriste e stragiste che nel corso della nostra vita si sono verificate.
Ci opponiamo alla violenza fascista sempre: la violenza e' sempre fascista, la guerra e' sempre totalitaria.
Ci opponiamo alla violenza militarista e imperialista, maschilista e razzista, schiavista e rapinatrice, devastatrice e distruttrice: la violenza e' sempre fascista, la guerra e' sempre totalitaria.
Ci opponiamo alla violenza nell'unico modo concreto e coerente, nitido e intransigente: con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Ci opponiamo alla violenza che sta minacciando di distruzione l'umanita' intera e l'intero mondo vivente.
Dopo Auschwitz e dopo Hiroshima l'umanita' sa la verita': che la guerra e' nemica assoluta dell'umanita' tutta; che o l'umanita' abolira' la guerra o la guerra annientera' l'umanita'.
Dopo Auschwitz e dopo Hiroshima l'umanita' sa la verita': che occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano bisognoso di aiuto, che siamo una sola umanita' di persone tutte diverse l'una dall'altra ma insieme tutte uguali in dignita' e diritti, e che per ogni essere umano deve valere il diritto alla liberta', alla giustizia, alla fraternita', alla misericordia, alla convivenza e alla condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e di tutti i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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4. Abolire la guerra, costruire la pace
La guerra non si puo' contrastare con i mezzi della guerra, che invece l'alimentano in una spirale di inabissamento dell'umanita' intera verso l'autodistruzione.
La pace si puo' costruire solo con mezzi di pace.
Se una cosa la storia dell'umanita' ci insegna e' che la violenza sempre e solo genera altra violenza.
Se una cosa la storia dell'umanita' ci insegna e' che la regola aurea che deve presiedere a tutte le relazioni tra gli esseri umani e tra gli esseri umani e l'intero mondo vivente e' "agisci nei confronti degli altri cosi' come vorresti che gli altri agissero verso di te".
Tutte le grandi tradizioni culturali dell'umanita' ci chiamano a un primo, fondamentale, ineludibile dovere: non uccidere.
Tutte le grandi tradizioni culturali dell'umanita' ci chiamano a un primo, fondamentale, ineludibile dovere: salvare le vite.
Tacciano le armi, che sono sempre assassine. Si aboliscano le armi, che sono sempre assassine.
Si fermino gli eserciti, che sono sempre assassini. Si aboliscano gli eserciti, che sono sempre assassini.
Si insorga nonviolentemente contro tutte le guerre, contro tutte le armi, contro tutti gli eserciti.
Si insorga nonviolentemente contro tutti i poteri fascisti, che sono sempre assassini.
Pace, disarmo, smilitarizzazione; giustizia e liberta', democrazia e solidarieta'; riconoscimento e riconoscenza per l'umanita' intera; convivenza dell'umanita' intera, nonviolenza come scelta vitale dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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5. Fermare la follia assassina, in tutte le piazze del mondo si manifesti la volonta' di pace dell'umanita' intera
Fermare la follia assassina dell'autocrazia russa, fermare la follia assassina dell'imperialismo americano, fermare la follia assassina del razzismo e dello schiavismo europei, fermare la follia assassina dei fanatismi pseudoreligiosi, fermare la follia assassina delle dittature locali e globali, fermare la follia assassina del modo di produzione e del sistema di potere che sta distruggendo il mondo vivente e riducendo l'umanita' a condizioni subumane, che sta portando l'intera civilta' umana, l'intero consorzio umano, alla catastrofe; fermare la follia assassina del maschilismo che e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
In tutte le piazze del mondo si manifesti la volonta' di pace, di giustizia e liberta', di solidarieta' e di nonviolenza, la volonta' di vivere dell'umanita' intera.
Siamo una sola umanita'.
Solo la pace salva le vite.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nell'impegno comune per la comune liberazione e per la salvezza dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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6. E quindi ripetiamo ancora una volta...
E quindi ripetiamo ancora una volta cio' che in questi giorni di angoscia andiamo ripetendo.
La prima cosa da fare contro la guerra e' chiedere l'immediato "cessate il fuoco", chiedere che si cessi immediatamente di uccidere. Salvare le vite e' il primo dovere.
E per chiedere il "cessate il fuoco" occorre manifestare nelle piazze di tutto il mondo, poiche' siamo una sola umana famiglia in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita', ed ogni vittima di ogni guerra, ogni vittima di ogni strage, ogni vittima di ogni uccisione e' un nostro fratello, una nostra sorella.
Ma e' evidente che fare questa richiesta, preliminare e indispensabile, non basta.
La seconda cosa da fare contro la guerra e' iniziare noi qui a contrastare la guerra nell'unico modo in cui e' possibile contrastare veramente la guerra: con il disarmo, con la smilitarizzazione, con la scelta concreta e coerente della nonviolenza.
E poiche' non si puo' chiedere il disarmo altrui se non si comincia col proprio, non si puo' chiedere la smilitarizzazione altrui se non si comincia con la propria, non si puo' chiedere ad altri di scegliere la nonviolenza se non si comincia noi stessi ad agire contro la violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, allora occorre che cominciamo noi a disarmare, cominciamo noi a smilitarizzare, cominciamo noi ad abbracciare la nonviolenza che nella situazione presente del mondo e' l'unica - l'unica - risorsa che resta all'umanita' per salvare se' stessa ed il mondo vivente dalla catastrofe.
E per essere chiari ed espliciti.
I. Occorre sciogliere immediatamente la Nato che e' un'organizzazione terrorista e stragista che minaccia l'umanita' intera e sta portando il mondo al disastro; sciogliere la Nato e processarne i vertici per crimini contro l'umanita' e' il primo indispensabile passo per fermare le guerre in corso - non solo in Europa ma ovunque nel mondo - e costruire la pace.
La Nato impedisce una politica di pace, di sicurezza e di solidarieta' europea, essendo asservita agli interessi statunitensi che confliggono flagrantemente con quelli europei (ed en passant: la Russia e' parte dell'Europa, gli Usa no).
La Nato e' in contrasto con l'impegno di pace sancito da tutte le Costituzioni democratiche (in primis quella italiana).
L'esistenza e l'azione della Nato in questi ultimi trent'anni e' stata una costante spinta alla guerra, al riarmo, alla promozione della sopraffazione e della violenza.
II. Occorre dare seguito all'impegno sancito dall'Onu di proibire tutte le armi nucleari.
L'Italia ospita armi nucleari americane? Deve imporne lo smantellamento e la distruzione.
L'Italia fa parte dell'Unione Europea e nell'Unione Europea vi sono paesi con armamento nucleare? L'Italia deve battersi per il loro smantellamento e la loro distruzione.
Le armi nucleari minacciano la distruzione dell'umanita' intera, chiunque lo sa. E' diritto e dovere di ogni essere umano, di ogni umano consorzio ed ordinamento giuridico sostenere l'impegno deliberato dall'Onu di proibire tutte le armi nucleari. Si smantellino tutti gli arsenali atomici, si garantisca un futuro all'umanita'.
III. Sono oltre trent'anni che l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana viene sistematicamente violato da governi e parlamenti proni alla guerra, alla sua logica, ai suoi strumenti, ai suoi apparati; e tanti esseri umani - e tra essi tanti soldati italiani - sono morti in tante parti del mondo per questo. E' semplicemente mostruoso.
L'Italia torni finalmente all'integrale rispetto dell'articolo 11 della sua carta costituzionale, della sua legge fondamentale, che testualmente, esplicitamente, inequivocabilmente "ripudia la guerra".
IV. Si sperperano risorse ingentissime per le spese militari, mentre la popolazione si impoverisce, mentre sarebbe necessario usare delle risorse del pubblico erario per aiutare chi e' piu' in difficolta'.
Si inizi dunque una drastica e progressiva riduzione delle spese militari del nostro paese; e' infame spendere tanti pubblici denari per strutture e pratiche finalizzate alla guerra e quindi all'uccidere gli esseri umani; e' infame spendere tanti pubblici denari per le armi in cui scopo e' uccidere gli esseri umani; e' infame far prevalere la volonta' di uccidere sulla volonta' di vivere. Salvare le vite e' il primo dovere.
V. Nonostante il nostro ordinamento abbia da tempo riconosciuta de jure la "difesa civile non armata e nonviolenta", de facto ancora non e' iniziata la necessaria e urgentissima transizione dalla difesa armata alla difesa civile non armata e nonviolenta, quella "difesa popolare nonviolenta" che tutti gli studiosi seri ed onesti - e tutte le esperienze storiche fondamentali dell'ultimo secolo - indicano come necessita' assoluta ed improcrastinabile per la salvezza dell'umanita'.
E' l'ora di avviare la difesa popolare nonviolenta se vogliamo impedire la distruzione dell'umanita' e l'irreversibile devastazione del mondo vivente.
Cessare di uccidere.
Salvare le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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7. E quindi ripetiamo ancora una volta...
E quindi ripetiamo ancora una volta cio' che andiamo ripetendo ormai da anni ed anni.
Ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza dell'umanita' intera.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi. Mitakuye Oyasin.
Datta. Dayadhvam. Damyata. Shantih shantih shantih.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. MATERIALI. CAROL GOKEE: ALCUNI MATERIALI PER LA MOBILITAZIONE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
[Da Carol Gokee riceviamo e diffondiamo questi materiali.
Carol Gokee coordina il comitato internazionale di solidarieta' con Leonard Peltier, per contatti: Carol Gokee, National Co-Director "International Leonard Peltier Defense Committee", 428-A8 Farnham St. Marshall, WI. 53559, 715.209.4453, Contact at whoisleonardpeltier.info]

We urge President Biden to immediately grant clemency to Leonard Peltier
Points in Support of the Release of Leonard Peltier
Commutation/Pardon
Pres. Biden's powers of executive clemency give him the option of granting a pardon or commuting a sentence.
Other remedies:
Parole
The  U.S. Parole Commission has denied parole multiple times. Mr. Peltier has consistently maintained his innocence, and it is unlikely parole will be granted.
Compassionate release
Leonard Peltier is eligible for compassionate release under BOP rules, but he has been denied multiple times and he has no right to appeal these denials to a federal district court because he was convicted before 11/1/1987.
Release to home confinement due to the pandemic
A temporary release to home confinement is not freedom for Mr. Peltier.
Recent Letters/Actions:
2021 July: James Reynolds Letter to President Biden "Enough is Enough".
James Reynolds is the former U.S. Attorney whose office handled the prosecution and appeal of Leonard Peltier in 1977.
2021 November: Letter from 11 Members of Congress led by Cong. Raul Grijalva (D-AZ).
2022 February: Sen. Brian Schatz (D-HI) Letter to President Biden.
2022 February: Sen. Patrick Leahy (D-VT) Letter to President Biden.
2022 February: Letter from 11 Members of Congress led by Cong. Raul Grijalva (D-AZ)
2022 February: The National Congress of American Indians (NCAI) renews the call for the release of Leonard Peltier.
Supporting Background Points:
Leonard Peltier is now 77 years old and Saturday, February 6, 2022, marked the completion of his 46th year in prison.
Leonard Peltier tested positive for the coronavirus on 1/28/22.
Due to the ongoing COVID-19 pandemic and Leonard's already fragile health status, including diabetes and an abdominal aortic aneurysm, there is renewed urgency behind the effort to gain his release.
Our request for clemency is centered on the injustice of his continued incarceration based on the constitutional violations and prosecutorial misconduct that have been unveiled in recent years.
Examples:
The government withheld exculpatory evidence: a ballistics report showed the shell casings collected from the scene didn't come from his weapon.
The prosecution of Leonard Peltier relied on testimony from supposed witnesses who later recanted their statements, asserting that FBI agents threatened and coerced them into lying.
Also see: Former Federal Judge Kevin Sharp CBS News Interview 2/6/22
Counterpoint to assertion that his conviction has been upheld by the U.S. District Court, the 8th Circuit Court of Appeals, and the Supreme Court:
No denial of the prosecution's misconduct.
Conviction was upheld despite the prosecution's misconduct.
See United States v. Peltier, 553 F. Supp. 890 (D.N.D. 1982) (denying motion to vacate judgment and for a new trial); United States v. Peltier, 731 F.2d 550 (8th Cir. 1984) (remanding for an evidentiary hearing); United States v. Peltier, 609 F. Supp. 1143 (D.N.D. 1985) (denying motions to disqualify judge and to vacate judgment and for a new trial), aff'd, 800 F.2d 772 (8th Cir. 1986), cert. denied, 484 U.S. 822 (1987); Peltier v. Henman, 997 F.2d 461 (8th Cir. 1993) (affirming the denial of 28 U.S.C. - 2255 motion); Peltier v. Booker, 348 F.3d 888 (10th Cir. 2003) (affirming the denial of habeas relief and request for parole), cert. denied, 541 U.S. 1003 (2004).
The Eight Circuit stated that "[t]he use of the affidavits of Myrtle Poor Bear in the extradition proceedings was, to say the least, a clear abuse of the investigative process of the F.B.I." See United States v. Peltier, 585 F.2d 314, 335 n.18 (8th Cir. 1978).
The Eighth Circuit later acknowledged the "improper conduct" by the FBI and noted that the explanation for the initial ballistics report authored four months prior to the one used at trial - showing that "[n]one of the other ammunition components recovered at the [shoot-out] scene could be associated with [the Wichita AR–15]" - was "facially inconsistent with the newly-discovered evidence." See United States v. Peltier, 800 F.2d 772, 776, 778 (8th Cir. 1986) (some alterations in original, some added).
Despite this, the Court relied on an interpretation that Supreme Court precedent at the time required a finding "that it is reasonably probable the jury would have acquitted Peltier had it been aware of [the concealed] evidence," a misunderstanding of the standard which the Supreme Court subsequently clarified. See id. at 777.
Leonard Peltier's unjust imprisonment has been recognized as such by national and international human rights organizations, leading voices on criminal justice issues, dignitaries from around the world, and nearly 100 current and former members of Congress.
To mainstream America, these actions by the FBI in the mid-1970's in Indian country seem hardly believable. To Native Americans, their actions resonated deeply and represent a time of open oppression and aggression by federal law enforcement on Indian reservations throughout America.
Our efforts to gain the release of Leonard Peltier have repeatedly been stymied by the opposition of the FBI. It has been over four decades. The time for healing is now - both for American Indians and the FBI.
For additional information, please contact Judge Kevin Sharp, former Chief Judge of the U.S. District Court - TN and voluntary pro bono lawyer for Leonard Peltier.
Judge Kevin Sharp: ksharp at sanfordheisler.com / (615) 434-7701.

5. DOCUMENTAZIONE. RUTH H. HOPKINS: JUSTICE FOR LEONARD PELTIER
[Dal sito atmos.earth riprendiamo e diffondiamo questo articolo del 22 febbraio 2022]

Peltier, an Anishinabe/Dakota man, is now believed to be the longest-serving political prisoner in the United States. He still maintains his innocence, 45 years on.
In recent months, there's been an ever growing chorus of citizens, celebrities, activists, elected officials, and organizations calling for the release of Leonard Peltier.
Leonard Peltier, an Anishinabe/Dakota man, is 77 years old and currently serving two consecutive life sentences at Coleman Federal Correctional Complex for the murder of two FBI agents who were killed during an FBI invasion of the Jumping Bull Camp on Oglala Lakota land on June 26, 1975.
Peltier, a prominent member of the American Indian Movement (AIM), was there to defend traditional Oglala Lakota, who during the 1970s, were being oppressed and brutalized by pro-government Tribal members and the chairman's own private militia, Guardians of the Oglala Nation (GOON).
Traditional Lakota, supported by AIM, took over Wounded Knee in 1973. They were subjected to a 71-day siege by federal government forces during the occupation. In the three years that followed, about 60 AIM members were murdered on the Pine Ridge Reservation. The shootout occurred at the height of this bloody conflict.
Initially, there were two other individuals who were put on trial for killing the FBI agents in question, but they were found not guilty. The government then extradited Leonard from Canada, based on an affidavit that was later recanted. Leonard's trials and appeals process suffered from a multitude of errors and misconduct, including the manufacturing and suppression of evidence, bogus testimony from coerced witnesses, a juror who admitted she was biased against Peltier because he was Native on day two of the trial yet wasn't removed from the jury, the withholding of more than 900 FBI documents related to the participation of 24 other people in the shootout, and a host of constitutional violations. The Pennsylvania Parole Commission, who denied his parole in 1993, even admitted that the prosecution in the case did not have direct evidence that Peltier personally participated in the execution of two FBI agents. According to Peltier's attorney Kevin Sharp, a former federal judge, there's no way any of it would hold up in a courtroom today.
"On that day, our camp was attacked by the Feds. Most of the people who escaped the FBI attack were teenagers. The media labeled us well-armed gorillas" (Jean Roach).
Sharp obtained FBI documents through the Freedom of Information Act. He says that they show that the FBI needed someone to answer for the deaths of the FBI agents, so they pooled their resources to convict Peltier, who was the last man standing.
Peltier has been incarcerated for more than 45 years, and is now believed to be the longest-serving political prisoner in the United States. He still maintains his innocence, to his detriment.
Arizona Congressman Raul Grijalva, who has asked President Biden to release Leonard Peltier on multiple occasions, says that Peltier "has been punished for maintaining his innocence." When Peltier was up for parole in 2009, they were going to release him if he admitted that he murdered the two FBI agents. He refused to do it, so in prison he remains.
Congressman Grijalva (D-AZ) is by no means the only one that's demanded clemency for Leonard Peltier. Nelson Mandela, Bishop Desmond Tutu, the Dalai Lama, Coretta Scott King, Mother Teresa, Pope Francis, Interior Secretary Deb Haaland, Senator Patrick Leahy (D-Vt), and the National Congress of American Indians (NCAI) have all made statements supporting his release.
James Reynolds, the former U.S. attorney and prosecutor who helped seal Peltier's doom, is also a Peltier supporter. He wrote to President Obama, and later, to President Biden, pleading with them to commute Peltier's sentence. Reynolds admits there is no proof that Leonard Peltier committed the murders.
I spoke to Jean Roach, codirector of the International Leonard Peltier Defense Committee who is Mnicoujou Lakota, who was there at the Jumping Bull residence on the Pine Ridge Indian Reservation on the day of the shootout. She was just 14 years old. "On that day, our camp was attacked by the Feds," she says. "Most of the people who escaped the FBI attack were teenagers. The media labeled us well-armed gorillas."
Jean continues: "We lost Joe Stuntz, who was murdered. Joe was only 24 years old." According to the FBI's website, Joe Killsright Stuntz, Coeur d'Alene, was shot dead by an FBI sniper during the shootout.
As descendants of survivors of the Battle of Greasy Grass (Little Big Horn) and the Wounded Knee Massacre, Jean and her mother, Evelyn Handboy, who was an AIM member and comrade of Leonard's during the 1973 Wounded Knee occupation, see the government's mistreatment of Peltier as an extension of the ongoing genocide that's been committed against the Indigenous peoples of the Western hemisphere since Columbus first landed. Jean describes Leonard's case as "full of lies" and corrupt actions that harken back to the colonial roots of the United States. "Now is a time for change," she said, adding that admitting and correcting the wrongs committed against Leonard Peltier could be the beginning of a fair and equal relationship between sovereign Native Nations and the federal government.
"Native Americans have not yet been included in any promise of federal justice reform, this needs to change" (Rep. Ruth Buffalo).
Ruth Buffalo, who is Mandan/Hidatsa/Arikara and the first Native American Democratic woman elected to the North Dakota Legislature, began fighting for Leonard Peltier's release after she signed onto a letter requesting his clemency. The National Caucus of Native American State Legislators, of which she is a part, approved a resolution urging President Biden to grant clemency for Peltier. I spoke with Rep. Buffalo about her efforts.
"Leonard did not receive a fair trial," she said. "The fact that Leonard is still behind bars speaks volumes to many of us who have or had incarcerated loved ones. Native Americans have not yet been included in any promise of federal justice reform, this needs to change." Ruth and others held a Rise Up for Peltier Rally in Fargo, North Dakota, on February 7, 2022, in solidarity with other rallies held regionally, nationally, and globally demanding Leonard Peltier's release. Jean Roach participated in another rally held that same day in Rapid City, South Dakota.
Now Leonard Peltier's life is in danger. A few weeks ago, he tested positive for Covid-19. While he was vaccinated against the virus, he did not receive a booster shot. He is also diabetic and has other medical conditions that put him at high risk of serious illness, hospitalization, and death. In a letter dated February 9, 2022, nine members of Congress implored President Biden to release Leonard Peltier based on a Department of Justice (DOJ) authorization to release elderly inmates with underlying health conditions in response to the Covid-19 pandemic.
"Given Mr. Peltier's new Covid-19 diagnosis and to avoid further risks to his health and safety, we urge you to approve his pending petition for clemency on humanitarian grounds," the letter states.
Rep. Buffalo also has a statement for President Biden. "[Leonard Peltier] is the United States' longest serving political prisoner. Mr. President, please do what is right. Amid our country's racial reckoning after George Floyd's murder, Native Americans have not yet been included in any promise of federal justice reform. Your clemency towards Mr. Peltier would change that. His expected release would sound as a promise to the first peoples of these lands that we, too, enjoy America's promise of justice for all. Our communities have suffered enough, please prioritize equity."
I asked Ruth what the public could do to help amplify the cause. Rep. Buffalo suggested that they call the White House at 202-456-1111, and ask President Biden to release Leonard Peltier, for the sake of justice, and due to his contraction of the deadly Covid-19 virus. She also asks that we pray for Leonard, who is in dire need of support. "Whatever punishment was meant to be meted out to Leonard has been done. It's done," Rep. Raul Grijalva concludes.
Leonard Peltier, a grandfather and Nobel Peace Prize nominee, may not survive another day in prison. While he's been incarcerated, he's lost numerous friends and family members, including his own son.
"I am prepared to die here," Peltier says. "I would prefer it [to] be back at my home."
For more information about the Leonard Peltier case, his current status, statements he makes, and how you can help support his clemency and release, visit The International Leonard Peltier Defense Committee website.

6. DOCUMENTAZIONE. "MORNING STAR": US POLITICAL PRISONER LEONARD PELTIER TESTS POSITIVE FOR COVID-19
[Dal sito morningstaronline.co.uk riprendiamo e diffondiamo questo articolo]

US political prisoner Leonard Peltier tests positive for Covid-19
Supporters are demanding hospitalisation and clemency for the longest-serving US political prisoner following the Native American rights activist's diagnosis
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Leonard Peltier, indigenous activist and the longest-serving political prisoner in the United States, has tested positive for Covid-19.
Peltier, who is imprisoned at the Coleman Federal Correctional Complex in Florida, is 77 years old and has served more than 46 years for a crime that he and his supporters argue he did not commit.
Peltier suffers from diabetes and an aortic abdominal aneurysm, comorbidities that could become a death sentence for someone with Covid-19.
Shortly before contracting Covid-19, Peltier published a statement, writing: "Left alone and without attention is like a torture chamber for the sick and old." The federal prison in which he is incarcerated has failed to provide prisoners with booster shots.
High Covid-19 transmission rates have plagued US prisons since the beginning of the pandemic and has been a rallying point for protest actions by incarcerated people across the country. For the dozens of political prisoners in US prisons, the situation has been a constant threat to their survival as many suffer from life-threatening health conditions developed during their decades-long sentences.
Who is Leonard Peltier?
Leonard Peltier is an indigenous activist who began organising in the American Indian Movement (AIM) in the 1970s. The movement was fighting against systemic issues faced by the Native American population in the US such as racism, discrimination, police brutality, poverty, addiction, as well as issues of treaty rights and land rights.
In 1973, AIM activists had organised an occupation of Wounded Knee in the Pine Ridge Indian Reservation in South Dakota in protest of the corrupt leadership of Oglala Lakota Sioux chairman Dick Wilson and discriminatory policies from the federal government.
The occupation lasted 71 days and was followed by a three-year retaliatory "reign of terror" against AIM activists and tribal members opposed to Wilson.
These violent attacks and murders, 60 according to the Free Leonard campaign, were carried out by FBI-sponsored vigilantes led by Wilson, the Guardians of the Oglala Nation (Goons).
In 1975, in the midst of the "reign of terror," two FBI agents in unmarked cars stormed the Jumping Bull Ranch on the Pine Ridge Indian Reservation allegedly looking for a suspect in a robbery.
Tensions escalated and a shoot-out ensued, with allegedly 150 agents and Goons surrounding the ranch where Peltier and other AIM members were staying. Two FBI agents were killed as well as one Native American man, Joseph Stuntz.
In 1977, Peltier was given two consecutive life sentences for allegedly killing two FBI agents during the shootout, a crime he insists to this day he did not commit. For Peltier and his supporters, his conviction is politically motivated.
FBI documents, released after Peltier's sentencing, revealed the FBI's long-term plan for suppressing AIM. According to Kevin Sharp, a member of Peltier's defence team, the bureau's strategy was to "continually harass and arrest and charge" AIM leaders so that they "can't protest their own treatment."
An internal FBI memo also revealed a push to concentrate all resources on convicting Peltier, after his co-defendants had been acquitted.
Peltier's trial was rife with misconduct. Peltier was extradited to stand trial following a testimony by Myrtle Poor Bear, who the prosecutor determined to be mentally unable to testify at trial. Poor Bear herself later recanted her testimony, citing FBI coercion.
During the trial, a juror, who admitted bias against Peltier's Native American ethnicity, was permitted to stay on the trial. Two other witnesses who recanted their testimony after the trial also claim that the FBI coerced them.
Over the years of Peltier's imprisonment, supporters have built a mass movement around his case. International leaders such as Pope Francis, Coretta Scott King, Mother Teresa, the Dalai Lama and Nelson Mandela have urged his release.
In July of last year, James Reynolds, a former prosecutor who helped put Peltier behind bars, sent a letter to President Biden urging for Peltier's release.
He stated: "With time and the benefit of hindsight, I have realised that the prosecution and continued incarceration of Mr Peltier was and is unjust. We were not able to prove that Mr Peltier personally committed any offence on the Pine Ridge Reservation."
Over the 46 years of Peltier's imprisonment, the movement demanding his release has encountered many obstacles. In an unusual move, 500 active and retired FBI agents marched to the White House in December 2000, when the then-president Bill Clinton considered granting clemency for Peltier. Following the rally, Clinton ultimately decided against granting clemency.
Yet, supporters remain steadfast and continue to fight for Peltier's release. The International Leonard Peltier Defence Committee has started a petition to Biden for Peltier's transfer to a hospital and for clemency.
"We are calling for Leonard's transfer to a hospital immediately," the committee writes. "Prison isolation is not care! It is subjecting him to a possible death sentence without proper medical intervention!"
This article appeared at www.peoplesdispatch.org.

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Stefano Gnasso, Pandexit. Cambiamento della societa' e nuovi stili di comunicazione, Il sole 24 ore, Milano 2022, pp. XVI + 128.
- Angelo Panebianco, Massimo Teodori, La parabola della Repubblica. Ascesa e declino dell'Italia liberale, Solferino-Rcs, Milano 2022, pp. 256, euro 15 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Antonio Labriola, La concezione materialistica della storia, Laterza, Roma-Bari 1965, 1976, pp. LXVIII + 380. A cura e con un'introduzione di Eugenio Garin.
- Antonio Labriola, Scritti politici 1886-1904, Laterza, Roma-Bari 1970, pp. 528. A cura di Valentino Gerratana.
- Antonio Labriola, Saggi sul materialismo storico, Editori Riuniti, Roma 1964, 1977, pp. 528. A cura di Valentino Gerratana e Augusto Guerra.
- Antonio Labriola, Scritti di pedagogia e politica scolastica, Editori Riuniti, Roma 1961, 1974, pp. 306. A cura di Dina Bertoni Jovine.
- Antonio Labriola, Del materialismo storico. Dilucidazione preliminare, Newton Compton, Roma 1972, 1975, pp. 160. Introduzione di Giuseppe Bedeschi, note di Ascanio Cinquepalmi.
- Antonio Labriola, In memoria del Manifesto dei comunisti e traduzione di Marx-Engels, Manifesto del partito comunista, Newton Compton, Roma 1973, pp. 144. Introduzione di Umberto Cerroni.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4398 del 4 marzo 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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