[Nonviolenza] Telegrammi. 4389



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4389 del 23 febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Fermare la guerra, sciogliere la Nato, iniziare il disarmo, cessare di uccidere
2. Tommaso Di Francesco: Atto d'imperio
3. Domenico Gallo: Diritto internazionale e falsi miti
4. "L'impegno dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) per una soluzione pacifica della crisi ucraina". Ordine del giorno approvato all'unanimita' dal congresso provinciale dell'Anpi svoltosi a Viterbo il 19 febbraio 2022
5. Su Youtube un appello di Riccardo Noury per la liberazione di Leonard Peltier, detenuto innocente da 46 anni e malato di covid
6. Non consentiamo con il nostro silenzio che Leonard Peltier muoia di covid in carcere
7. Leonard Peltier rischia di morire in carcere di covid. Un appello per la sua liberazione
8. The "International Leonard Peltier Defense Committee" (ILPDC) demands immediate Release
9. NYC Free Peltier, Jericho Movement, ProLibertad Freedom Campaign: Take action for Leonard Peltier!
10. Contrastare la pandemia
11. Tre tesi
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'

1. L'ORA. FERMARE LA GUERRA. SCIOGLIERE LA NATO, INIZIARE IL DISARMO, CESSARE DI UCCIDERE

Fermare la guerra, sciogliere la Nato, iniziare il disarmo, cessare di uccidere
*
E per ripetere ancora una volta quel che chi scrive queste righe pensa: contro la guerra occorre il disarmo; occorre la smilitarizzazione; occorre la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e comprenda e congiunga e difenda; occorre la nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.

2. RIFLESSIONE. TOMMASO DI FRANCESCO: ATTO D'IMPERIO
[Dal quotdiano "Il manifesto" del 22 febbraio 2022]

La scelta di riconoscere le indipendenze di Lugansk e Donesk e' un atto di forza che cerchera' di legittimarsi quale risposta asimmetrica alle tante scelte sbagliate delle guerre occidentali. E proprio per questo non possiamo che definire l'annuncio del presidente russo Putin come un grave errore, un'avventura foriera di nuova guerra. Perche' se legittimamente si difendono le ragioni del popolo russo, non e' la risposta asimmetrica all'arroganza altrui, della Nato e degli Usa, la soluzione: parliamo del 2008 quando, nonostante gli accordi di pace di Kumanovo del 1999 - dopo la guerra "umanitaria" aerea – che riconoscevano il diritto sul Kosovo di Belgrado, fu riconosciuta a tutti i costi la divisiva indipendenza del Kosovo.
Se si voleva davvero salvaguardare in questo momento oscuro per la pace l'unica mediazione sul campo, quella degli accordi di Minsk che difendono giustamente l'integrita' territoriale dell'Ucraina, ecco che la decisione di riconoscere le indipendenze di Lugansk e Donetsk azzera ogni sforzo diplomatico. Che invece doveva e poteva essere rilanciato, anche di fronte alla verita' amara che questi accordi sono stati boicottati finora dal parlamento ultranazionalista di Kiev. Ora sara' difficile riattivare un processo negoziale, risponderanno solo le ragioni della forza come accadde in Georgia nel 2008. Tra gli Stati Uniti, impegnati nella vittoria definitiva post-guerra fredda contro il nemico sovietico - che non c'e' piu' -, e la Russia che spinta da questa espansione ideologica e militare risponde in chiave imperiale. E per favore, giu' le mani da Lenin.
Si tratta di un risiko in Europa, contro l'Europa, mentre l'Unione europea e' subalterna perche' senza una politica estera surrogata dall'Alleanza atlantica, e divisa sui contenuti strategici come l'energia. Saranno contenti gli ultranazionalisti d'estrema destra ucraini che attivando l'oscura rivolta di Maidan - con stragi come quella impunita di Odessa - hanno alla fine prodotto la proibizione della lingua russa e la cacciata dei russi e dei filorussi, in otto anni di guerra civile, con quattordicimila morti e due milioni di profughi dei quali nessuno si e' accorto. Il processo e' arrivato a compimento. Sul baratro.

3. RIFLESSIONE. DOMENICO GALLO: DIRITTO INTERNAZIONALE E FALSI MITI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 febbraio 2022, col titolo "Diritto internazionale e falsi miti" e il sommario "Venti di guerra. Ogni paese e' sovrano quando e' libero di fare le scelte di politica estera e militare che ritiene piu' opportune. Pero' da quando e' stata stabilita la Carta delle Nazioni Unite, alla sovranita' degli Stati sono stati tolti gli artigli nell'interesse superiore della convivenza pacifica fra le Nazioni"]

Secondo Carl Schmitt, "una dichiarazione di guerra non e' altro che l'identificazione di un nemico". Dopo la scomparsa del nemico storico degli Stati Uniti e dell'Occidente, costituito dall'Unione sovietica, c'e' voluto un po' di tempo per identificare nella Russia il nuovo nemico, in sostituzione di quello che si era dissolto. E' un processo che e' durato una ventina di anni. E' iniziato il 12 marzo 1999 con l'ingresso o meglio con l'estensione della Nato in Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria in aperta violazione degli accordi presi con l'ex Unione Sovietica da Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, come risulta dal documento datato 6 marzo 1991 recentemente pubblicato da Der Spiegel.
E' proseguito con l'estensione della Nato a tutti gli altri paesi dell'Europa dell'est, compresi quelli nati dalla dissoluzione dell'Unione sovietica come i Paesi baltici. Adesso la tempesta e' scoppiata intorno alla possibilita' di estensione della Nato e dei suoi dispositivi militari nel territorio dell'Ucraina, paese tormentato da accadimenti violenti conseguenti alla c.d. rivoluzione di Maidan del 2014, che hanno portato al distacco della Crimea ed allo scoppio di una sanguinosa guerra civile dalla quale sono nate le due Repubbliche separatiste del Donbass.
L'invito ad entrare nella Nato ed il rifornimento di armi e sostegno economico sono un buon viatico per riattizzare il conflitto del Donbass, mai sopito, e per spingere l'Ucraina a non accettare la soluzione di pace prospettata dagli accordi di Minsk II del 2015.
Nel momento in cui annuncia che la Russia, ieri, oggi, o domani avrebbe iniziato l'invasione dell'Ucraina, Biden chiude il cerchio identificando definitivamente la Russia come il nemico. Quindi la dichiarazione di guerra c'e' gia' stata ed e' venuta da Biden e dal suo Segretario di Stato Blinken, al di la' delle chiacchiere sulla volonta' di tenere aperto un negoziato. Perche' dalla guerra delle parole si passi a quella delle pallottole, c'e' bisogno di un pretesto, occorre costruire un incidente, vero o falso che sia.
Non e' un caso che in queste ore si stanno intensificando le violazioni della tregua nella regione del Donbass, volte a provocare l'intervento militare della Russia. Certo c'e' ancora spazio per la diplomazia, la pace non e' ancora perduta, ma per riaprire la porta del dialogo occorre demolire i falsi miti dell'Occidente che ci hanno portato in questo vicolo cieco. Il nostro ministro degli esteri, ripetendo un mantra ricevuto da oltreoceano, ha ribadito che la scelta della porta aperta della Nato nei confronti di Ucraina e Georgia rappresenta "un principio irrinunciabile", perche' ogni Stato sovrano ha diritto di scegliersi le alleanze che vuole. La pretesa della Russia di escludere la Nato dall'Ucraina sarebbe irricevibile perche' espressione della volonta' di stabilire una sua zona d'influenza in Europa.
In realta' piu' che alla Russia andrebbe attribuita alla Nato la pretesa di stabilire una sua zona d'influenza in Europa, avendo inglobato nel suo dispositivo politico e militare tutti i paesi dell'Europa dell'est. Ma il problema e' un altro, dove sta questo principio irrinunciabile di cui farneticano Blinken e tutti gli alleati della Nato in coro? Ogni paese e' sovrano quando e' libero di fare le scelte di politica estera e militare che ritiene piu' opportune. Pero' da quando e' stata stabilita la Carta delle Nazioni Unite, alla sovranita' degli Stati sono stati tolti gli artigli nell'interesse superiore della convivenza pacifica fra le Nazioni.
Dalla sovranita' e' stata espunta non solo la facolta' di muovere guerra ad altre Nazioni, ma gli Stati membri devono astenersi anche dalla minaccia dell'uso della forza (art. 2, comma 4). E' alla luce di questo principio, veramente irrinunciabile, che bisogna valutare la "liberta'" dell'Ucraina di aderire alla Nato in quanto Stato sovrano. Nessuno Stato e' libero di minacciare i propri vicini. L'estensione del dispositivo militare della Nato ai confini della Russia, a qualche centinaio di chilometri da Mosca, e' la realizzazione di una minaccia in senso obiettivo.
Ne' vale obiettare che la Nato, secondo il suo atto costitutivo, e' un'alleanza difensiva, incapace di articolare una minaccia in senso tecnico o politico. Questo carattere dell'Alleanza, ove mai fosse esistito, e' stato perduto definitivamente, nei fatti, il 24 marzo 1999 quando la Nato ha aggredito la ex Jugoslavia, bombardandola per 78 giorni, col risultato di smembrarla, separando il Kosovo dal resto del paese. E quanto a ridefinizione di ruoli, nell'aprile 1999 a Washington con la definizione di una nuova Nato all'offensiva impegnata ormai in missioni e in guerre in tutto il mondo.
Per arrestare l'escalation, la prima cosa da fare e' liberarsi di questo falso mito. Del resto l'ingresso nella Nato non dipende dalla volonta' dell'Ucraina, ma dalla volonta' della Nato stessa che, perseguendo la sua strategia di allargamento, nel vertice di Bucarest del 2 aprile 2008, ha deliberato la c.d. politica delle "porta aperte".
Quello che non si dice e' che l'ingresso dell'Ucraina nella Nato deve avere il via libera da parte di tutti i suoi paesi membri, compreso il nostro. Basterebbe una dichiarazione del nostro astuto ministro degli esteri che l'Italia non accetterebbe l'ingresso dell'Ucraina nella Nato per mettere un granello di sabbia negli ingranaggi della macchina di guerra e bloccare il passaggio dalla guerra delle parole alla guerra delle pallottole.
Avranno Di Maio - che pure ha ricordato in Parlamento l'articolo 10 del Patto atlantico che dice che ogni allagamento deve considerare la sicurezza degli alleati - e Draghi il coraggio di scongiurare la guerra, disubbidendo agli Usa?

4. DOCUMENTI. "L'IMPEGNO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA (ANPI) PER UNA SOLUZIONE PACIFICA DELLA CRISI UCRAINA". ORDINE DEL GIORNO APPROVATO ALL'UNANIMITA' DAL CONGRESSO PROVINCIALE DELL'ANPI SVOLTOSI A VITERBO IL 19 FEBBRAIO 2022

L'impegno per la pace e il disarmo e' un elemento costitutivo dell'Anpi.
In ossequio all'articolo 11 della nostra Carta Costituzionale che afferma: "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali", chiediamo al Governo italiano di impegnarsi in tutte le sedi istituzionali europee per una soluzione che sconfigga la minaccia di guerra in Ucraina.
Siamo convinti che una vera politica di sicurezza dell'Europa unita debba fondarsi nella sua capacita' di di favorire sempre il dialogo tra le parti, finalizzata al mantenimento della pace, prima condizione per ogni altra forma di democrazia e liberta'.
Chiediamo quindi che l'Unione Europea nella crisi attuale svolga un ruolo di mediazione attraverso gli strumenti della diplomazia in modo autonomo e propositivo.
Viterbo, 19 febbraio 2022

5. REPETITA IUVANT. SU YOUTUBE UN APPELLO DI RICCARDO NOURY PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER, DETENUTO INNOCENTE DA 46 ANNI E MALATO DI COVID

E' on line su YouTube un video di Riccardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International, che chiede la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente e attualmente malato di covid.
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Amnesty International ha rinnovato il suo appello per la liberazione di Leonard Peltier. Di seguito il testo.
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500, USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform: https://www.whitehouse.gov/contact/
Dear Mr. President,
The news that 77-year-old Native American activist Leonard Peltier has contracted COVID-19 in federal prison has greatly heightened concern for his well-being given his age and his serious medical conditions, including diabetes, kidney disease and a heart ailment.
Pending before you is Leonard Peltier's clemency petition in which he seeks commutation of his sentence. Many have called for his release over the years on humanitarian grounds, including the National Congress of American Indians and several Nobel laureates, including the late Archbishop Desmond Tutu. Most recently, the Chairperson of the Senate Indian Affairs Committee, Senator Brian Schatz, has urged you to grant clemency, in line with your administration's commitment to "righting past wrongs" in the criminal justice system.
Leonard Peltier has always maintained his innocence of the murder of two FBI agents during a confrontation with members of the American Indian Movement on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota in 1975. There are serious concerns about the fairness and reliability of proceedings leading to his trial and conviction in 1977. These concerns have led the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial to call for clemency.
Even without the serious additional serious factor of COVID-19, there remain deep concerns about Leonard Peltier's deteriorating health.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
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Un altro appello per la liberazione di Leonard Peltier e' stato promosso dall'International Leonard Peltier Defense Committee sulla piataforma change.org. Di seguito il testo.
Leonard Peltier has COVID, 46 years in prison! Hospitalize and free him now!
On Friday, January 28, Leonard Peltier tested positive for COVID-19 at Coleman I U.S. Federal Penitentiary. Leonard's life is in danger due to his age and health conditions! His supporters and family urgently ask you to sign our petition calling for his immediate transfer to a medical hospital properly equipped for COVID treatment. We also call on President Joe Biden to grant Leonard Peltier clemency immediately.
Join us to save Leonard Peltier's life - please sign the petition:
Transfer Leonard Peltier without delay to a hospital to receive treatment for COVID!
President Joe Biden, Listen to the people, grant Leonard Peltier clemency today!
Every day that passes without Leonard treated in a hospital endangers his life.
We are calling for Leonard's transfer to a hospital immediately. Prison isolation is not care! It is subjecting him to a possible death sentence without proper medical intervention!
Leonard is 77 years old. He has serious health problems that gravely complicate someone his age with COVID: diabetes, an abdominal aortic aneurysm, kidney disease, high blood pressure, and he has had open heart surgery.
The Bureau of Prisons failed to protect Leonard from COVID.
The BOP must act immediately to save his life!
It is unconscionable that he was not afforded the booster shot in time to avoid COVID contagion. A booster shot assures a much higher chance of survival. The Bureau of Prisons' failure to give a third shot to the prisoners on time means that they are now obligated to get Leonard Peltier hospitalized immediately. He must be granted the most aggressive treatment available to assure a higher rate of survival, such as monoclonal antibodies, and certainly oxygen to prevent stress and injury to his body.
Organizations and prominent individuals in the U.S. and around the world, are urgently calling for his freedom. 46 years in prison is not justice, it is an outrageous punishment for a man who is innocent. Even his trial prosecutor James H. Reynolds, now says, "I have realized that the prosecution and continued incarceration of Mr. Peltier was and is unjust." Read the full text of the letter here.
Leonard Peltier is a renowned political prisoner, wrongly imprisoned for 46 years. He is Anishnaabe and Lakota, an enrolled member of the Turtle Mountain Reservation in North Dakota. From an early age, Leonard actively advocated for his people against brutal racism and poverty.
Leonard Peltier's case is one of the most egregious and wrongful convictions in modern U.S. history. The U.S. railroading of Leonard into prison for 46 years is another example of the government's continued genocidal policies towards the Native Nations and denial of their sovereignty. As a member of the American Indian Movement, he was one of the young men who came to help protect the embattled community of Elders and Youth on Pine Ridge Reservation in June of 1975, where over 60 members of the Oglala Lakota Nation had been murdered over a period of three years. As traditional people they were singled out and brutalized for opposing an extremely corrupt tribal leader, Dick Wilson.
During the terrible violence against innocent residents on Pine Ridge, in an incident completely provoked by the FBI, two plainclothes agents raided the encampment over a supposed warrant. In the shoot-out that followed, the two agents and one Native man were killed.
Three men were indicted on charges of murder of the FBI agents. Two of the defendants, Bob Robideau and Dino Butler, were exonerated by an all-white jury on the grounds of self defense. But the third person accused, Leonard Peltier, had sought refuge in Canada and wasn't tried at the same time. The FBI then decided he would pay the price for all three men, despite his innocence.
People around the world have demanded Leonard Peltier’s freedom for decades, including Nelson Mandela, Archbishop Desmond Tutu, 96 members of U.S. Congress, the National Congress of American Indians, Secretary of the Interior Deb Haaland.
And in an important new development, on January 26, Senator Brian Schatz (D-Hawaii) Chair of the Senate Indian Affairs Committee, urged President Joe Biden, "I write to urge you to grant a commutation of Leonard Peltier's sentence."
To learn more about Leonard Peltier and his case, visit www.whoisleonardpeltier.info/home/about-us/
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Alleghiamo una minima documentazione
I. Una minima notizia su Leonard Peltier
La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore. Da alcuni giorni e' malato di covid.
Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994); Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.
Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
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II. Due estratti dall'autobiografia di Leonard Peltier
"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
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"Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
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III. Una considerazione sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.
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IV. Un appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli
Il Presidente David Sassoli, recentemente scomparso, il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.
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V. Alcuni riferimenti utili
Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/

6. REPETITA IUVANT. NON CONSENTIAMO CON IL NOSTRO SILENZIO CHE LEONARD PELTIER MUOIA DI COVID IN CARCERE

Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona di far sentire la sua voce per la vita e la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da 46 anni in carcere innocente, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, attualmente malato di codiv e bisognoso di cure adeguate impossibili in carcere.
Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca a Leonard Peltier la liberta' e gli consenta cure adeguate.
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Diffondete questo appello, grazie.
Scrivete al Presidente Biden: https://www.whitehouse.gov/contact/
Scrivete all'"International Leonard Peltier Defense Committee": e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
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Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.

7. REPETITA IUVANT. LEONARD PELTIER RISCHIA DI MORIRE IN CARCERE DI COVID. UN APPELLO PER LA SUA LIBERAZIONE

Leonard Peltier rischia di morire in carcere di covid.
Leonard Peltier e' detenuto da 46 anni pur essendo del tutto innocente dei delitti che gli sono stati attribuiti sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettanto false.
Leonard Peltier e' un nativo americano perseguitato per aver sempre lottato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra.
Leonard Peltier e' un testimone della dignita' umana la cui liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da Madre Teresa di Calcutta, da Desmond Tutu, da Rigoberta Menchu', dal Dalai Lama, da innumerevoli donne e uomini di volonta' buona.
Leonard Peltier alcuni giorni fa ha contratto il covid, e nel carcere di massima sicurezza in cui si trova non puo' ricevere cure adeguate.
Facciamo sentire la voce dell'umanita' per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America che attraverso l'istituto della grazia presidenziale gli restituisca la liberta' e gli consenta cure adeguate.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
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Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffondere questo appello.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
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Le persone partecipanti all'incontro di Viterbo del 7 febbraio 2022 (a quarantasei anni e un giorno dall'arresto di Leonard Peltier il 6 febbraio 1976)

8. APPELLI. THE "INTERNATIONAL LEONARD PELTIER DEFENSE COMMITTEE" (ILPDC) DEMANDS IMMEDIATE RELEASE
[Dal sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" (wwww.whoisleonardpeltier.info) riprendiamo e diffondiamo questo appello del 29 gennaio 2022]

Elder Political Prisoner Leonard Peltier contracts Covid 19 at USP Coleman 1 as BOP fails to follow CDC Covid Guidelines. ILPDC Demands Covid Release for Leonard Peltier
Immediate Release
January 29, 2022
For More Information Contact: Carol Gokee 715-209-4453; or Jean Roach 605-415-3127: Kevin Sharp 615-415-0797
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(Coleman, FL) On Friday January 28, 2022, Leonard Peltier tested positive for the SARS-CoV-2 (Covid 19) virus at the United States Penitentiary at Coleman, FL (USP Coleman 1).
Leonard Peltier (Anishinaabe/Dakota) of the American Indian Movement (AIM) is an internationally known political prisoner whose release has been called for by scores of Congressional representatives, the Dali-Lama, Nelson Mandela, Bishop Desmond Tutu, and hundreds of luminaries as well of millions of people around the globe. Recently Senator Brian Schatz (D-HI) Chair of the Senate Indian Affairs Committee and Senator Patrick Leahy (D-VT) the Pro Tem of the United States Senate joined those calls for Presidential Clemency/Commutation for Leonard Peltier.
Leonard Peltier was unjustly convicted in the deaths of two FBI agents in a June 26, 1975, shootout in Oglala, SD between members of the American Indian Movement, defending the Oglala community and the FBI. Peltier's two co-defendants were acquitted by reason of self-defense. Peltier, who was later extradited from Canada under questionable circumstances was tried separate. Peltier's trial was replete with prosecutorial misconduct, falsified testimony, fabricated evidence, even the autopsy presented to the jury was done by an examiner who had never seen the bodies of the two agents. The former US Attorney for the Northern District of Iowa, James Reynolds, who supervised the post-trial sentencing and appeals admitted they "shaved a few corners" and "we could not prove Leonard Peltier personally committed any crime on the Pine Ridge Reservation" in his letter to US President Joe Biden calling for Peltier's release.
Peltier is a 77-year-old inmate with a host of co-morbidities that should, according to CDC Guidelines, have prioritized him for a Covid Booster Shot. CDC guidelines call for booster shots at seven months, yet 11 months after Peltier received his Covid 19 vaccine, he had not received a booster shot. Visitors to USP Coleman 1 have noted the facility is not mandating vaccines for its guards or staff, Guards and staff were seen both without masks and improperly wearing masks, social distancing was neither encouraged nor enforced and booster shots had not, until recently, been available to any inmate at USP Coleman 1. Both the ILPDC and mutual aid organizations offered to donate N-95 masks for every inmate at Coleman were denied.
The United States Department of Justice, through the Attorney General issued guidelines for Covid Release to Home Confinement for inmates who were elderly and or had compromised immune system or Co-morbidities on March 26th and April 3rd, 2020.
Leonard Peltier at 77 years old with a host of comorbidities including diabetes, hypertension, heart condition, and an aortic aneurysm undeniably meets those conditions. Furthermore, his home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to request his return to his home community.
Now due to the reckless disregard of the United States Bureau of Prisons in failing to follow CDC Guidelines for Correctional and Detention Facilities (Correctional and Detention Facilities - CDC) has caused Mr. Peltier to face a virus that could end his life.
The ILPDC is demanding the United States Bureau of Prisons follow the guidance provided by the US Justice Department and release Leonard Peltier on Home Confinement to the Turtle Mountain Reservation.
The ILPDC believes as former US Attorney James Reynolds wrote to US President Joe Biden, enough is enough. Leonard has suffered in prison for 46 years and now due to the inactions of the facility has caught a deadly virus.
The ILPDC Calls upon our family, relatives, friends, and supporters around the world to pray for Leonard's health but to also take action by demanding their Senator calls upon the Warden at USP Coleman 1 and the Bureau of Prisons to immediately Release Leonard Peltier to home confinement. While he may currently need medical attention there is no question that his relatives at Turtle Mountain will endeavor to care for Leonard Peltier rather than the wanton indifference, he has been shown at USP Coleman as evidenced by his contracting this pandemic disease.

9. DOCUMENTAZIONE. NYC FREE PELTER, JERICHO MOVEMENT, PROLIBERTAD FREEDOM CAMPAIGN: TAKE ACTION FOR LEONARD PELTIER!
[Dal sito www.thejerichomovement.com riprendiamo e diffondiamo questo appello del 5 febbraio 2022]

Urgent: take action for Leonard Peltier!
Action call!
Elder Native activist Leonard Peltier's continued unjust imprisonment while positive for COVID-19 is a death sentence. Demand his immediate release now!
Call the White House hotline: 202-456-1111 on Tuesday, Feb. 8, 2022 to demand Leonard Peltier's immediate transfer to an outside hospital and immediate release! Line open: 11-3 Tues-Thurs (EST)
Emessage: www.whitehouse.gov/contact
Tweet Biden: https://twitter.com/POTUS , https://twitter.com/joebiden
Sign the national Change.org petition calling for Leonard Peltier's hospitalization and freedom: Chng.it/xChWLc5vT6
Be sure to flood the hotline, emessage and tweet on Tuesday, Feb. 8, 2022 to keep the pressure on President Biden to do the right thing!
White House Press Secretary Jennifer Psaki was unable to answer Huffington Post reporter Jennifer Bendery's question on the White House response to demands that Leonard Peltier be immediately released. Obviously, President Biden is not communicating with her about what action he will take. This is an urgent situation, so we must take action now!
In addition to calling the hotline, emailing and tweeting Biden, be sure to contact Jennifer Psaki by email and social media on Monday, February 7, 2022 to demand Leonard's immediate release: Email: comments at whitehouse.gov; Twitter = @PressSec
Peltier was convicted of aiding and abetting the killing of two FBI agents during a shootout on South Dakota's Pine Ridge Reservation in 1975 while a member of the American Indian Movement. He was captured in Canada on Feb. 6, 1976 and illegally extradited to the U.S. based on false affidavits. Leonard has always maintained his innocence and is the longest-held Native American political prisoner in the United States. His lawyer, former federal judge Kevin Sharp, says Peltier's case was riddled with misconduct, including witness coercion and withholding of exculpatory evidence. Peltier's health, age and unfair trial make him the perfect candidate for executive clemency. "The legal remedies are no longer available," says Sharp on Peltier's case. "Now it's time for the [Bureau of Prisons] and the president of the United States to fix this and send him home."
"The big misconception about this is that Leonard Peltier was convicted of shooting two agents. He was not. They had to drop that, because the evidence they had presented that he had shot two agents was false. It was perjury. It was manufactured. So they had to drop that case and come up with a new theory, and that theory was aiding and abetting. And when Leonard talked about not being able to put on his defense, one of the things that Judge Benson said - when he excluded the evidence related to the misconduct in the reign of terror, was that the FBI is not on trial here. But once he did that, you have to put all of this in context. That's why Judge Heaney, who was on the 8th Circuit, who heard Leonard's appeal - and although he upheld the conviction, later came out himself in favor of commuting this sentence - said the federal government has to take responsibility for what happened here. And absolutely, they do. Context matters. But the lack of evidence that this man killed someone also matters. And so it's time. We're now 46 years later. We’ve got a 77-year-old man with multiple health issues, and his tribe, the Turtle Mountain Band of Chippewa, saying, 'We will embrace him. Please send him home to us.' And that's what I'm asking the president to do: Send him home."
Organized by (list in formation): NYC Free Peltier, Jericho Movement, ProLibertad Freedom Campaign

10. REPETITA IUVANT. CONTRASTARE LA PANDEMIA

Vaccinazione obbligatoria e gratuita per l'umanita' intera.
Troppi esseri umani sono gia' morti.
Salvare le vite e' il primo dovere.

11. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

13. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Roberto Benzi, La teoria del caos, Rcs, Milano 2022, pp. 160, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Michel Serres, Jules Verne, Sellerio, Palermo 1979, pp. 236.
- Michel Serres, Lucrezio e l'origine della fisica, Sellerio, Palermo 1980, pp. 204.
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Riedizioni
- Umberto Eco, Filosofi in liberta', La nave di Teseo - Gedi, Milano-Torino 2022, pp. 192, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e al settimanale "L'Espresso").
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Gialli
- Georges Simenon, Il morto di Maigret, Adelphi, Milano 2000, Gedi, Torino 2022, pp. 192, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Georges Simenon, I sotterranei del Majestic, Adelphi, Milano 1998, Gedi, Torino 2022, pp. 144, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

15. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4389 del 23 febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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