[Nonviolenza] Telegrammi. 4388



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4388 del 22 febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Un governo italiano che avalla, sostiene, fa la guerra e' un governo fuorilegge, e' un governo golpista, e' un governo da arrestare
2. Il congresso provinciale di Viterbo dell'"Associazione Nazionale Partigiani d'Italia" (ANPI) approva all'unanimita' un ordine del giorno per la liberazione di Leonard Peltier
3. Su Youtube un appello di Riccardo Noury per la liberazione di Leonard Peltier, detenuto innocente da 46 anni e malato di covid
4. Non consentiamo con il nostro silenzio che Leonard Peltier muoia di covid in carcere
5. Leonard Peltier rischia di morire in carcere di covid. Un appello per la sua liberazione
6. Kent Bush: It is time to release Leonard Peltier
7. Judy Greenspan: Free Leonard Peltier! COVID-19 inside prison
8. Contrastare la pandemia
9. Tre tesi
10. Ripetiamo ancora una volta...
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'

1. L'ORA. UN GOVERNO ITALIANO CHE AVALLA, SOSTIENE, FA LA GUERRA, E' UN GOVERNO FUORILEGGE, E' UN GOVERNO GOLPISTA, E' UN GOVERNO DA ARRESTARE

Diciamolo chiaro: un governo italiano che avalla, sostiene, fa la guerra e' un governo fuorilegge, e' un governo golpista, e' un governo da arrestare.
Difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana. Difendiamo lo stato di diritto. Difendiamo la democrazia. Difendiamo la civile convivenza.
Difendiamo la pace. Difendiamo il diritto alla vita di tutti gli esseri umani.
Fuori la guerra dalla storia. Si cessi di uccidere.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Pace, disarmo, smilitarizzazione. Condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
*
E per ripetere ancora una volta quel che chi scrive queste righe pensa: contro la guerra occorre il disarmo; occorre la smilitarizzazione; occorre la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e comprenda e congiunga e difenda; occorre la nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.

2. REPETITA IUVANT. IL CONGRESSO PROVINCIALE DI VITERBO DELL'"ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA" (ANPI) APPROVA ALL'UNANIMITA' UN ORDINE DEL GIORNO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Si e' svolto sabato 19 febbraio 2022 a Viterbo il congresso provinciale dell'"Associazione Nazionale Partigiani d'Italia" (ANPI).
Il congresso ha approvato all'unanimita' un ordine del giorno per la liberazione di Leonard Peltier.
Di seguito il testo integrale dell'ordine del giorno approvato.
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"L'impegno dell'Anpi per la liberazione di Leonard Peltier
Il Congresso provinciale dell'Anpi riunitosi il 19 febbraio 2022 a Viterbo, chiede che, dando seguito a quella che e' stata gia' la richiesta del defunto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, si ponga fine all'ingiusta detenzione di Leonard Peltier, storico attivista dei nativi d'America, difensore dei diritti umani e del mondo vivente.
Peltier e' in carcere da 45 anni a seguito di un processo basato su "prove" e "testimonianze" artefatte ed inconsistenti, costruite appositamente per tacitare una delle voci che in America si sono battute e continuano a battersi contro ogni forma di razzismo, discriminazione, oppressione, di violazione dei diritti umani, di devastazione della natura.
Gia' il nostro presidente provinciale Enrico Mezzetti, nei mesi scorsi, insieme a tante personalita' prestigiose come don Luigi Ciotti, Nando dalla Chiesa, Gad Lerner, Luisa Morgantini, padre Alex Zanotelli e tantissime altre ancora, insieme a numerose associazioni ed istituzioni, si sono espresse perche' sia restituita la liberta' a Leonard Peltier.
Illustri figure della migliore politica, di grande cultura, di profonda spiritualita', rappresentanti riconosciuti a livello internazionale del mondo religioso, morale, intellettuale e civile, come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, Rigoberta Menchu', Desmond Tutu e Shirin Ebadi, si sono gia' impegnati per la liberazione dell'illustre attivista dell'American Indian Movement.
L'impegno dell'Anpi presso tutte le Istituzioni competenti e' motivato dalle gravi violazioni dei diritti democratici e della dignita' umana che questa vicenda esemplifica.
Il caso di Leonard Peltier e' un esempio, ormai storico per la lunga detenzione, del prezzo che le persone sono costrette a pagare, in tante parti del mondo, a causa del loro impegno per l'affermazione compiuta dei valori della democrazia, per i diritti umani, per la loro opposizione alle devastazioni ambientali e alle tante ingiustizie e violenze sempre piu' diffuse.
Queste persone vengono colpite, sovente imprigionate quando non uccise, perche' sono di esempio con la loro vita dedicata a denunciare e contrastare ogni forma di sopruso, illegalita', mafia, ingiustizia, discriminazione e razzismo.
Il mondo ha sempre piu' bisogno di persone come Leonard Peltier perche' c'e' ancora necessita' di rendere concreti i diritti umani universali che sono affermati anche nella Carta Costituzionale italiana".
Ordine del giorno approvato all'unanimita' dal congresso provinciale dell'"Associazione Nazionale Partigiani d'Italia" (ANPI) svoltosi a Viterbo il 19 febbraio 2022
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Allegato I. Una minima notizia su Leonard Peltier
La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore. Da alcuni giorni e' malato di covid.
Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994); Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.
Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
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Allegato II. Alcuni riferimenti utili
Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/

3. REPETITA IUVANT. SU YOUTUBE UN APPELLO DI RICCARDO NOURY PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER, DETENUTO INNOCENTE DA 46 ANNI E MALATO DI COVID

E' on line su YouTube un video di Riccardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International, che chiede la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente e attualmente malato di covid.
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Amnesty International ha rinnovato il suo appello per la liberazione di Leonard Peltier. Di seguito il testo.
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500, USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform: https://www.whitehouse.gov/contact/
Dear Mr. President,
The news that 77-year-old Native American activist Leonard Peltier has contracted COVID-19 in federal prison has greatly heightened concern for his well-being given his age and his serious medical conditions, including diabetes, kidney disease and a heart ailment.
Pending before you is Leonard Peltier's clemency petition in which he seeks commutation of his sentence. Many have called for his release over the years on humanitarian grounds, including the National Congress of American Indians and several Nobel laureates, including the late Archbishop Desmond Tutu. Most recently, the Chairperson of the Senate Indian Affairs Committee, Senator Brian Schatz, has urged you to grant clemency, in line with your administration's commitment to "righting past wrongs" in the criminal justice system.
Leonard Peltier has always maintained his innocence of the murder of two FBI agents during a confrontation with members of the American Indian Movement on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota in 1975. There are serious concerns about the fairness and reliability of proceedings leading to his trial and conviction in 1977. These concerns have led the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial to call for clemency.
Even without the serious additional serious factor of COVID-19, there remain deep concerns about Leonard Peltier's deteriorating health.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
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Un altro appello per la liberazione di Leonard Peltier e' stato promosso dall'International Leonard Peltier Defense Committee sulla piataforma change.org. Di seguito il testo.
Leonard Peltier has COVID, 46 years in prison! Hospitalize and free him now!
On Friday, January 28, Leonard Peltier tested positive for COVID-19 at Coleman I U.S. Federal Penitentiary. Leonard's life is in danger due to his age and health conditions! His supporters and family urgently ask you to sign our petition calling for his immediate transfer to a medical hospital properly equipped for COVID treatment. We also call on President Joe Biden to grant Leonard Peltier clemency immediately.
Join us to save Leonard Peltier's life - please sign the petition:
Transfer Leonard Peltier without delay to a hospital to receive treatment for COVID!
President Joe Biden, Listen to the people, grant Leonard Peltier clemency today!
Every day that passes without Leonard treated in a hospital endangers his life.
We are calling for Leonard's transfer to a hospital immediately. Prison isolation is not care! It is subjecting him to a possible death sentence without proper medical intervention!
Leonard is 77 years old. He has serious health problems that gravely complicate someone his age with COVID: diabetes, an abdominal aortic aneurysm, kidney disease, high blood pressure, and he has had open heart surgery.
The Bureau of Prisons failed to protect Leonard from COVID.
The BOP must act immediately to save his life!
It is unconscionable that he was not afforded the booster shot in time to avoid COVID contagion. A booster shot assures a much higher chance of survival. The Bureau of Prisons' failure to give a third shot to the prisoners on time means that they are now obligated to get Leonard Peltier hospitalized immediately. He must be granted the most aggressive treatment available to assure a higher rate of survival, such as monoclonal antibodies, and certainly oxygen to prevent stress and injury to his body.
Organizations and prominent individuals in the U.S. and around the world, are urgently calling for his freedom. 46 years in prison is not justice, it is an outrageous punishment for a man who is innocent. Even his trial prosecutor James H. Reynolds, now says, "I have realized that the prosecution and continued incarceration of Mr. Peltier was and is unjust." Read the full text of the letter here.
Leonard Peltier is a renowned political prisoner, wrongly imprisoned for 46 years. He is Anishnaabe and Lakota, an enrolled member of the Turtle Mountain Reservation in North Dakota. From an early age, Leonard actively advocated for his people against brutal racism and poverty.
Leonard Peltier's case is one of the most egregious and wrongful convictions in modern U.S. history. The U.S. railroading of Leonard into prison for 46 years is another example of the government's continued genocidal policies towards the Native Nations and denial of their sovereignty. As a member of the American Indian Movement, he was one of the young men who came to help protect the embattled community of Elders and Youth on Pine Ridge Reservation in June of 1975, where over 60 members of the Oglala Lakota Nation had been murdered over a period of three years. As traditional people they were singled out and brutalized for opposing an extremely corrupt tribal leader, Dick Wilson.
During the terrible violence against innocent residents on Pine Ridge, in an incident completely provoked by the FBI, two plainclothes agents raided the encampment over a supposed warrant. In the shoot-out that followed, the two agents and one Native man were killed.
Three men were indicted on charges of murder of the FBI agents. Two of the defendants, Bob Robideau and Dino Butler, were exonerated by an all-white jury on the grounds of self defense. But the third person accused, Leonard Peltier, had sought refuge in Canada and wasn't tried at the same time. The FBI then decided he would pay the price for all three men, despite his innocence.
People around the world have demanded Leonard Peltier’s freedom for decades, including Nelson Mandela, Archbishop Desmond Tutu, 96 members of U.S. Congress, the National Congress of American Indians, Secretary of the Interior Deb Haaland.
And in an important new development, on January 26, Senator Brian Schatz (D-Hawaii) Chair of the Senate Indian Affairs Committee, urged President Joe Biden, "I write to urge you to grant a commutation of Leonard Peltier's sentence."
To learn more about Leonard Peltier and his case, visit www.whoisleonardpeltier.info/home/about-us/
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Alleghiamo una minima documentazione
I. Una minima notizia su Leonard Peltier
La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore. Da alcuni giorni e' malato di covid.
Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994); Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.
Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
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II. Due estratti dall'autobiografia di Leonard Peltier
"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
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"Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
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III. Una considerazione sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.
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IV. Un appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli
Il Presidente David Sassoli, recentemente scomparso, il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.
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V. Alcuni riferimenti utili
Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/

4. REPETITA IUVANT. NON CONSENTIAMO CON IL NOSTRO SILENZIO CHE LEONARD PELTIER MUOIA DI COVID IN CARCERE

Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona di far sentire la sua voce per la vita e la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da 46 anni in carcere innocente, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, attualmente malato di codiv e bisognoso di cure adeguate impossibili in carcere.
Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca a Leonard Peltier la liberta' e gli consenta cure adeguate.
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Diffondete questo appello, grazie.
Scrivete al Presidente Biden: https://www.whitehouse.gov/contact/
Scrivete all'"International Leonard Peltier Defense Committee": e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
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Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.

5. REPETITA IUVANT. LEONARD PELTIER RISCHIA DI MORIRE IN CARCERE DI COVID. UN APPELLO PER LA SUA LIBERAZIONE

Leonard Peltier rischia di morire in carcere di covid.
Leonard Peltier e' detenuto da 46 anni pur essendo del tutto innocente dei delitti che gli sono stati attribuiti sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettanto false.
Leonard Peltier e' un nativo americano perseguitato per aver sempre lottato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra.
Leonard Peltier e' un testimone della dignita' umana la cui liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da Madre Teresa di Calcutta, da Desmond Tutu, da Rigoberta Menchu', dal Dalai Lama, da innumerevoli donne e uomini di volonta' buona.
Leonard Peltier alcuni giorni fa ha contratto il covid, e nel carcere di massima sicurezza in cui si trova non puo' ricevere cure adeguate.
Facciamo sentire la voce dell'umanita' per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America che attraverso l'istituto della grazia presidenziale gli restituisca la liberta' e gli consenta cure adeguate.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
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Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffondere questo appello.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Non muoia in carcere Leonard Peltier.
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Le persone partecipanti all'incontro di Viterbo del 7 febbraio 2022 (a quarantasei anni e un giorno dall'arresto di Leonard Peltier il 6 febbraio 1976)

6. DOCUMENTAZIONE. KENT BUSH: IT IS TIME TO RELEASE LEONARD PELTIER
[Dal sito del "Rapid City Journal" (rapidcityjournal.com) riprendiamo e diffondiamo questo editoriale del 9 febbraio 2022.
Kent Bush is the editor of the Rapid City Journal]

It's long overdue.
Leonard Peltier should receive a compassionate release from the federal prison where he has served for more than four decades.
No one but Peltier knows for sure if he was the one who pulled the trigger killing two FBI agents in 1975. He says it wasn't him. No one ever testified that it was him. Peltier was a part of the American Indian Movement and the politics of their activism wasn't always peaceful. I'm sure the FBI cut a few corners and made a few questionable moves themselves.
After all, Peltier was arrested in Canada after a woman claimed to be his girlfriend and witnessed him shooting the two agents. That was perjured testimony. As far as anyone knows, she had never met Peltier.
I'm not one to argue for leniency when a law enforcement officer is hurt or killed in the line of duty. This case is different. There were more than 40 people involved in the skirmish that led to the shootout on Pine Ridge that left one Native American and two FBI agents dead. No one was ever held responsible for the death of the Native American man. Of the more than 40 people involved on the other side, only Peltier has been forced to pay for the crimes.
Two other defendants were found not guilty in a Federal Courtroom in Iowa. When it was time to try Peltier, his case was assigned to a North Dakota federal court before an appointee of President Richard Nixon. Not surprisingly, that judge was far more sympathetic to the prosecution and much of the evidence that helped free his friends was inaccessible to Peltier.
Is he guilty? I can't say for sure. He says he didn't do it. He was found guilty of murder because he was part of the action that led to the murders. Again, more than 40 people were there. Only Peltier was convicted.
Did he receive a fair trial? It may have met the legal requirement but his trial was played under different rules than the two other defendants.
Don't take my word for it. The U.S. Attorney who handled Peltier's appeals said it better.
"Although no trial is perfect, Peltier's was unusually troublesome, particularly when viewed with the benefit of hindsight," James Reynolds told the Chicago Tribune in 2017. "The case against Peltier was a moving target, which shifted from a 'deliberate ambush' theory in the earlier trial of Peltier's co-defendants (who were found not guilty) to a 'deliberate execution' at Peltier's subsequent trial before a different judge, and then to an 'accomplice' theory on appeal."
Reynolds wasn't alone. An appellate judge agreed.
Eighth Circuit Judge Gerald Heaney, who sat on two of Peltier's appeals, asked the Senate Select Committee on Indian Affairs to grant clemency to Peltier as far back as 1991. It's been 21 years and Peltier is still incarcerated.
President Bill Clinton considered a pardon for Peltier, whose cause had grown in popularity. In 2000, The Rapid City Journal featured dueling opinion pieces from activists, FBI agents and even Peltier's attorney.
Ultimately, Clinton and every president who served since has refused to offer Peltier clemency or a pardon. In 2020, when COVID-19 first began to spread through prisons, many older prisoners who had co-morbidities were released to a type of house arrest for their own protection. Peltier has multiple health issues that make him more susceptible to COVID-19, and now the 77-year-old has contracted the disease in jail.
If he is fortunate enough to survive his illness, when his quarantine is over, he should be released to his former home.
The people of Turtle Mountain Reservation in North Dakota have requested his return to his home community.
It has been 46 years since his arrest in Canada. It is time to let him live his final days with his people.
Peltier has paid the price for his role in what happened.
A compassionate release is justified.

7. DOCUMENTAZIONE. JUDY GREENSPAN: FREE LEONARD PELTIER! COVID-19 INSIDE PRISON
[Dal sito www.workers.org riprendiamo e diffondiamo questo articolo del 31 gennaio 2022]

In the midst of the COVID-19 pandemic currently raging through the jail, prison and detention centers of this country, Leonard Peltier (Turtle Mountain Band, Chippewa Nation), an Indigenous leader and political prisoner, has issued a cry for help.
Peltier, 77 years old, who has been imprisoned for 45 years, was reported as having tested positive for COVID-19 on Jan. 28. The prison had previously refused to give him the booster shot. (Huffington Post, January 28).
Peltier is currently incarcerated in a high-security federal penitentiary in Florida, USP Coleman I, along with 1,334 other people. The prison is in lockdown because of the pandemic, which means no contact with other people within the facility and no visitation from anyone externally.
In an online statement in the Jan. 23 HuffPost, Peltier urges the prison abolition movement and human rights activists to expose the brutality and inhumanity of the current lockdown of incarcerated people during COVID-19. His plea echoes the voices of many people behind the walls:
"COVID has turned Coleman Prison back to the Dark Ages. I remember a time at Marion USP when I was put in solitary for so long - when 72 hours could make you start to forget who you were - I once wrote down who I was on the concrete floor under my bed, so if I forgot, I could read it back to myself. I traded my last cigarette for a pencil. I'd rush to the door when a guard left the meager plate of food, just to see a glimpse of another human being - Even if it was one that hated me, it was another human and good for my mind for a minute.
I'm in hell, and there is no way to deal with it but to take it as long as you can. I cling to the belief that people are out there doing what they can to change our circumstances in here. The fear and stress are taking a toll on everyone, including the staff. You can see it in their faces and hear it in their voices. The whole institution is on total lockdown.
In and out of lockdown last year at least meant a shower every third day, a meal beyond a sandwich wet with a little peanut butter - but now with COVID for an excuse, nothing. No phone, no window, no fresh air - no humans to gather - no loved ones' voices. No relief. Left alone and without attention is like a torture chamber for the sick and old.
Where are our human rights activists? You are hearing from me, and with me, many desperate men and women! They are turning an already harsh environment into an asylum, and for many who did not receive a death penalty, we are now staring down the face of one! Help me, my brothers and sisters, help me, my good friends". (tinyurl.com/2p996aa2)
Peltier, a leader of the American Indian Movement, participated in the 1973 occupation of Wounded Knee on the Pine Ridge Indian Reservation in South Dakota in 1973. In 1975, he was framed for the shooting death of two FBI agents. The agents and one Native American lay dead after an armed attack on the reservation by more than 150 federal agents, vigilantes and local police.
Peltier was convicted for the deaths of the two agents but had no physical evidence against him. He has steadfastly maintained his innocence. Leonard Peltier must be freed now!
There is a new international petition campaign to win Peltier's freedom due to his COVID-19 infection. There is also a campaign to demand immediate clemency from President Joe Biden. Reach the International Leonard Peltier Defense Committee here: whoisleonardpeltier.info/. To sign the petition: tinyurl.com/2p9xpfzz/

8. REPETITA IUVANT. CONTRASTARE LA PANDEMIA

Vaccinazione obbligatoria e gratuita per l'umanita' intera.
Troppi esseri umani sono gia' morti.
Salvare le vite e' il primo dovere.

9. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

10. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- AA. VV., Tuscia. Storie, protagonisti e itinerari del cinema, Gedi, Torino 2022, pp. 240, euro 12 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Elisa Ghidini, La trattativa stato-mafia, Rcs, Milano 2022, pp. 156, euro 5,99.
- Marilu' Oliva, L'Eneide di Didone, Rcs, Milano 2022, pp. 272, euro 14,50 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Eugene Minkowski, La schizofrenia, Einaudi, Torino 1998, Fabbri - Rcs, Milano 2008, pp. CIV + 226.
- Isaac Deutscher, Staline, Gallimard, Paris 1953, Le livre de poche, Paris 1964, pp. 704.
- Karol Wojtyla, Persona e atto, Rusconi Libri, Sant'Arcangelo di Romagna 1999, pp. 768.
*
Riedizioni
- Maurizio Serra, Malaparte. Vite e leggende, Marsilio, Venezia 2012, Societa' Europea di Edizioni, Milano 2022, 2 voll. per complessive pp. 590, euro 9 + 9.
- Thich Nath Hanh, Il dono del silenzio, Garzanti, Milano 2015, Rcs, Milano 2022, pp. 168, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Fantascienza
- Isaac Asimov, Paria dei cieli, Mondadori, Milano 1988, 2015, Rcs, Milano 2022, pp. 264, euro 6,99.
- Arthur C. Clarke, Le sabbie di Marte. Moondadori, Milano 1952, 2015, Rcs, Milano 2022, pp. 252, euro 6,99.

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

13. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4388 del 22 febbraio 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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